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Vantaggi e svantaggi nell'essere maschi e gay: parere esterno.


Catilina

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In un paese come l'Italia, dove l'omofobia è ancora ben lontana dall'essere sradicata, sono perfettamente consapevole delle sofferenze alle quali sono ancora esposti i gay 

 

in questo topic mi vorrei concentrare sui maschi poiché non mi sento sufficientemente competente nell'esaminare l'universo femminile, che ho sempre trovato molto lontano e arduo da decifrare

 

pur essendo un etero sono sufficientemente consapevole di quale sia il senso di alienazione causato dall'omofobia. Il nostro resta ancora un paese latino permeato di una mentalità tipicamente machista e patriarcale. Di conseguenza i maschi crescono ancora in un'atmosfera in cui la virilità è un valore da tutelare e pertanto cresciamo col senso di colpa qualora sentiamo di non avere quella virilità che vediamo tanto sbandierata tra i nostri coetanei 

 

di questo soffrono anche molti bambini che in realtà sono etero ma la cui insicurezza sociale e identitaria li espone a bullismo anche omofobo. E' quello che ho sprimentato anch'io da bambino, tanto che fino agli anni dell'adolscenza ho nutrito dubbi profondi sulla mia natura effettiva. Solo con la maturità ho appurato di avere una congenità assenza d'identità sessuale, che tuttavia non influisce sulla mia sostanziale eterosessualità.

 

Conscio di questo fatto so quanto ulteriormente dolorosa possa essere l'infanzia e l'adolescenza di molti uomini gay.  

 

Detto questo però devo aggiungere che l'omosessualità maschile ha anche dei lati positivi molto evidenti agli occhi un etero con grosse difficoltà sociali come me. L'omofobia è paradossalmente il maggiore incentivo per la creazione di comunità socio-culturali nelle quali le persone LGBT possono trovare sostegno affettivo e psicologico e dove hanno anche grandi risorse per porre rimedio a aventuali carenze sul piano sentimentale-sessuale.

 

Per ragioni simili a quelle esposte poco sopra, la mentalità nostrana penalizza moltissimo gli etero di sesso maschile socialmente problematici sul terreno affettivo-sessuale. Ho sperimentato personalmente nei social network la presenza di moltissimi maschi che si rivolgono alla rete per tentare una disperata via d'uscita dall'isolamento quotidiano che vivono e che preclude loro una una vita sentimentale e sessuale.  

 

Questo vale anche per me e non ho potuto fare a meno di pensare che se potessi rinascere gay (o donna) non avrei mai sperimentato questa condizione: infatti anche le i gay e le donne più timidi trovano prima o poi qualcuno che li corteggerà.

 

In conclusiuone quindi volevo sintetizzare questo discorso nei seguenti termini: comprendo quanto crudele possa ancora essere una società omofoba, ma almeno l'essere gay da delle risorse in più per combattere la solitudine e le frustrazioni fisiologiche che da essa possono scaturire.    

Edited by Loup-garou
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Credo non sia così: l'alienazione di cui parli non è abbattuta nel mondo gay.

 

Un ragazzo può vivere da invisibile anche se gay, no? Anzi paradossalmente è più semplice che lo faccia proprio perché di fronte ad una realtà "controcorrente" che gli potrebbe complicare il cammino.

 

La comunità lgbt non è una famiglia di diritto, e neanche una famiglia. Ma se lo fosse, frequentare certe amicizie significherebbe proprio non essere invisibile.. mentre se sei invisibile... non frequenti neanche quella.

 

Inoltre credo che il discorso "mondo gay" riguardi una percentuale ormai davvero minima di persone coinvolte. Non è un convento dove ci si aiuta tra fratelli, e non lo sarebbe comunque in assegnazione automatica.

 

Ci sono scelte da fare ed ostacoli da superare (per chi certi problemi se li pone... a torto o ragione..).

 

Per i social, poi... talvolta questi addirittura allontanano da un percorso di accettazione, se non si accettano le loro consuetudini e non ci si sforza di andar oltre il solito schifo.

 

Non so se ho capito bene quel che dicevi..

 

P.s. Comunque non esistono vie più facili o difficili: che tu sia etero o gay o quel che vuoi, se sei in equilibrio bene. Se no.. puoi esser chi ti pare.. ma è lo stesso. Dipende dalle persone e basta.

Edited by Fe92
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Guarda, posso capire cosa tu intenda. Ho scoperto la mia bisessualità recentemente e quindi come te sono cresciuto in un ambiente prettamente etero e maschile dominato da intolleranza e superficialità. Mi rendo conto che il mondo, il sentire comune, i canoni del momento possano farci del male, possano distruggere ciò che di buono c'è in ognuno di noi, so quanto il mondo oltre ad esser cieco sia anche oscurantista ma sono anche sicuro che noi con le persone giuste e con l'orgoglio naturale che dobbiamo avere verso noi stessi possiamo conquistare la nostra tranquillità. Quando mi sono iscritto sul forum probabilmente la pensavo come te, credevo, nella mia testa, di trovare un ambiente affettuoso, disponibile e strutturato sulle mie paure, esigenze, bisogni ecc. che mi permettesse di superare ogni problema e sentirmi meno solo. ( ovviamente nessuno si offenda, sottolineo che la mia visione era sbagliata). Invece ho capito che la solitudine è una condizione mentale e non sarà un forum o una chat su internet a riempirmi dentro... ti garantisco che solo perché due persone sono gay e quindi (teoricamente) hanno un bagaglio di esperienze comuni non significa che abbiano niente in comune, basta fare un giro del forum per capire quante differenze esistano. Con questo non dico che non possa esserci una empatia o un interesse sincero nel mondo gay e/o della rete, dico solamente che esistono persone! Non gruppi o "famiglie" ! Quindi magari posso essere molto più caratterialmente compatibile a te che a molti altri utenti del forum! Non so se ho reso l'idea? ;)

Edited by David_Alex
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L'essere gay da risorse in piú per combattere la solitudine? :o

 

Forse puó essere vero in cittá

Ma ti assicuro che in paesini sperduti come il mio

É il contrario!!

Pensa che l'associazione piú vicina è a 35km e il

Locale a 60km!!

 

Le chat si usano solo per cercare relazioni o sesso

(anzi il 99% cerca solo sesso quindi io che cerco

Una relazione mi sento ancora piú solo).

E su siti come questo nascono piú che altro

Conoscenze online (se appunto sei isolato).

 

Mettici pure che non ti sei ancora accettato,

Non sei dichiarato, non conosci questi siti...

 

Insomma i vantaggi non li vedo manco col binocolo!!

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Quoto faby91 parola per parola, anzi, io sono così intimidito dalle chat gay (visto che normalmente attraggo sempre e solo "weirdo's") che non trovo il coraggio di iscrivermi. -_- Soprattutto perchè sono alla ricerca di relazioni e non di one night stands.

 

Il conforto che gli omosessuali trovano nella comunità LGBT (almeno nel mio caso) sostituisce quello che altri trovano in un gruppo esteso di "amicizie", il sentirsi parte di un gruppo intendo, visto che molti gay a causa del "sentirsi diversi" non riescono a relazionarsi con gli altri prima di accettarsi con se stessi.

Edited by MrPicaxxo
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per me il vantaggio ad essere gay è:

 

i gay che hanno figli sono pochi e quelli che li hanno di solito ci hanno pensato bene e sono molto motivati (escludendo forse quelli che hanno avuto figli in precedenza da una relazione etero)

 

gli altri gay non hanno figli.

 

gli etero sposati o non sposati invece hanno figli ogni tanto e ogni tanto si separano dalla compagna e ogni tanto sono storie proprio brutte per i figli che vengono usati dai genitori contro l'altro genitore.

 

ecco: avere raramente queste bruttissime storie in cui i figli sono la merce di scambio per ricattare il partner o simili schifezze è un vantaggio.

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Forse si può dire che è meglio essere gay piuttosto che avere:

 

" una congenita assenza d'identità sessuale, che tuttavia non influisce sulla mia sostanziale eterosessualità."

 

Una persona del genere io però non la definirei "Eterosessuale" ma "Non-Eterosessuale"

se non si ha una identità sessuale, non la si ha....perchè presumere di essere etero in sua

assenza? In ogni caso è una situazione particolare...che non mi pare inquadrabile come eterosessualità

in senso esteso, quantomeno per capire che si sta parlando di una persona con difficoltà specifiche.

 

Un discorso mi pare l'isolamento, la timidezza nel rapportarsi alle donne etc. altro e ben diverso

discorso il ritenere di poter avere una vita affettiva e sessuale o desiderare di poterla avere,

ma senza avere una identità sessuale. Poichè la prima cosa implica la seconda ci si condanna

alla frustrazione di un desiderio irrealizzabile ( situazione certo non gradevole ma abbastanza

infrequente )

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Ovviamente non intendevo dire che i social network siano una risorsa efficace per persone con problemi sociali, io credo che la rete soddisfi le esigenze di persone troppo asociali per avere una vita sociale dal vivo oppoure di quelli che hanno già una vita sociale e che usano i social network come una risorsa in più

 

io nel croso degli anni ho fatto tantissimi sforzi per cercare dal vivo amicizie e relazioni, ma ho sempre fallito e ho riscontrato o una certa incompresione da parte di gruppi di persone "normali" oppure stupore da parte di persone troppo asociali x tentare solo di uscire all'esterno per cercare amici e relazioni

 

Per il resto io ribadisco che c'è una differenza importante tra il nostro orientamento sessuale e la nostra identità sessuale, io sono estremamente sincero quando dico di essere etero ma al tempo stesso di non avere un'identità sessuale

 

che poi questa mia "genderless" (termine che ignoravo prima di frequentare questo forum) sia una delle reagioni alla base delle mie difficolta sociali e soprattutto della totale assenza di esperienze sentimentali e sessuali, è ovvio 

 

il mondo attuale ci isola gli uni dagli altri con una facilità estrema, lo so bene   

Edited by Loup-garou
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Bisogna stare attenti però al significato delle parole

 

Con il termine "genere fluido" si intende quel fenomeno

che riguarda bambini, in genere dai 4 ai 10-11 anni che

oscillano fra i ruoli di genere maschile e femminile.

 

Questo termine è diventato di moda negli USA, perchè

alcuni genitori "liberal" si sono interrogati su come comportarsi

nei confronti di bambini con fluttuazioni di questo tipo. Anche

perchè non c'è una autoidentificazione certa nei ruoli del

sesso opposto ma una fluidità...dei comportamenti forti ma

contraddittorii.

 

Il fatto che una cosa sia fluida non significa che sia indefinita

si tratta di bambini che adottano comportamenti fortemente difformi

in un senso E nell'altro ( calcio e bambole , blu e rosa...per intendersi )

 

Crescendo in ogni caso questi bambini faranno delle scelte e

preciseranno la loro identità.

 

E' una cosa completamente diversa rispetto ad un maschio effeminato

che è complessato perchè non abbastanza virile per i canoni della società

e quindi si ritrae dalla sfera della sessualità e si "blocca" in una situazione

di "non identità sessuale"

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privateuniverse

di questo soffrono anche molti bambini che in realtà sono etero ma la cui insicurezza sociale e identitaria li espone a bullismo anche omofobo. E' quello che ho sprimentato anch'io da bambino, tanto che fino agli anni dell'adolscenza ho nutrito dubbi profondi sulla mia natura effettiva. Solo con la maturità ho appurato di avere una congenità assenza d'identità sessuale, che tuttavia non influisce sulla mia sostanziale eterosessualità.

 

[...]

 

Detto questo però devo aggiungere che l'omosessualità maschile ha anche dei lati positivi molto evidenti agli occhi un etero con grosse difficoltà sociali come me. L'omofobia è paradossalmente il maggiore incentivo per la creazione di comunità socio-culturali nelle quali le persone LGBT possono trovare sostegno affettivo e psicologico e dove hanno anche grandi risorse per porre rimedio a aventuali carenze sul piano sentimentale-sessuale.

 

Per ragioni simili a quelle esposte poco sopra, la mentalità nostrana penalizza moltissimo gli etero di sesso maschile socialmente problematici sul terreno affettivo-sessuale. Ho sperimentato personalmente nei social network la presenza di moltissimi maschi che si rivolgono alla rete per tentare una disperata via d'uscita dall'isolamento quotidiano che vivono e che preclude loro una una vita sentimentale e sessuale.  

 

Questo vale anche x me e non ho potuto fare a meno di pensare che se potessi rinascere gay (o donna) non avrei mai sperimentato questa condizione: infatti anche le i gay e le donne + timidi trovano prima o poi qualcuno che li corteggerà.

 

In conclusiuone quindi volevo sintetizzare questo discorso nei seguenti termini: comprendo quanto crudele possa ancora essere una società omofoba, ma almeno l'essere gay da delle risorse in + per combattere la solitudine e le frustrazioni fisiologiche che da essa possono scaturire.    

 

A parte la considerazione sulla presunta "solidarietà" fra gay che, quanto meno in Italia, direi che non esiste assolutamente se non dal di fuori, visto che i gay (me compreso, ovviamente) possono essere altrettando settari ed escludenti dei maschi etero, credo di capire cosa intendi e cerco di tradurlo.

 

Tu stai parlando della difficoltà dei maschi che, pur essendo "non conformi" al loro ruolo di genere, non sono omosessuali (anche se va precisato che non tutti gli omosessuali sono "non conformi" al loro ruolo di genere). Questo perché l'eterosessuale non conforme rimane un isolato, mentre l'omosessuale, teoricamente, può sempre riconoscersi in una categoria, anche se diversa da quella maggioritaria e minoritaria.

 

Ovviamente non intendevo dire che i social network siano una risorsa efficace x persone con problemi sociali, io credo che la rete soddisfi le esigenze di persone troppo asociali per avere una vita sociale dal vivo oppoure di quelli che hanno già una vita sociale e che usano i social network come una risorsa in +

 

io nel croso degli anni ho fatto tantissimi sforzi per cercare dal vivo amicizie e relazioni, ma ho sempre fallito e ho riscontrato o una certa incompresione da parte di gruppi di persone "normali" oppure stupore da parte di persone troppo asociali x tentare solo di uscire all'esterno per cercare amici e relazioni

 

x il resto io ribadisco che c'è una differenza importante tra il nostro orientamento sessuale e la nostra identità sessuale, io sono estremamente sincero quando dico di essere etero ma al tempo stesso di non avere un'identità sessuale

 

che poi questa mia "genderless" (termine che ignoravo prima di frequentare questo forum) sia una delle reagioni alla base delle mie difficolta sociali e soprattutto della totale assenza di esperienze sentimentali e sessuali, è ovvio

 

il mondo attuale ci isola gli uni dagli altri con una facilità estrema, lo so bene   

 

E' un po' difficile valutare una situazione basandosi su poche righe, ma è ben possibile che la tua non sia un'"assenza di identità di genere", ma una semplice "non conformità".

 

Un bambino che detesti il calcio e preferisca, che so, i fiori, non è per questo un "non maschio"; è un bambino che, pur essendo maschio, ha interessi diversi da quelli degli altri maschi. Gli altri, probabilmente, tenderanno a respingerlo e ad emarginarlo contestandogli la sua "assenza di mascolinità", ma non c'è alcun motivo per cui la vittima di questi atteggiamenti debba necessariamente introiettare quest'accusa, anche se, magari, finirà per farlo. Sembra un punto banale, ma per me è molto importante, anche perché credo di aver sperimentato una situazione simile alla tua.

 

Credo che sia fondamentale sviluppare una percezione il più possibile obiettiva di sé stessi, che non sia la mera accettazione dell'immagine di noi rimandataci dal comportamento altrui. Una persona, per esempio, che non abbia avuto relazioni, o che abbia una vita affettiva povera, non è necessariamente "strana", e tanto meno "peggiore", anche se tale è considerata dagli altri. Una persona che non abbia avuto successo sul lavoro non è necessariamente "incompetente" o "non all'altezza". Una persona che non possa permettersi un certo stile di vita non è necessariamente un "fallito". E così via. Ciò che gli altri dicono di noi va esaminato criticamente, senza liquidarlo (perché conosciamo noi stessi anche attraverso i nostri rapporti con gli altri), né prenderlo necessariamente per vero così com'è.

 

Sembra ovvio, ma metterlo in pratica non lo è.

 

Poi, capisco che una persona che si senta isolata, che percepisca una difficoltà nello stabilire dei rapporti con gli altri, che si senta sola, senza affetti (e, magari, anche senza amici), avverta un disagio molto profondo.

 

Tuttavia, ho sempre ritenuto che i problemi diventino ingestibili quando i loro vari aspetti vengano confusi. Bisogna, innanzitutto, sforzarsi di avere una percezione chiara dei vari aspetti di un problema, per capire se essi siano legati fra loro oppure no. Se è possibile distinguere, e magari separare, i vari aspetti di un problema, risolverli è più facile.

 

 

PS E' vero che siamo tutti isolati, anche a causa di internet; però pensa, se non ci fosse internet, con chi potresti parlare di queste cose?

Edited by privateuniverse
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Si probabilmente dirsi di essere gay, può essere un appiglio

per accettare la propria "non conformità" e riuscire ad agirla

nella vita di tutti i giorni.

 

Poi, certo, per quanto i gay possano essere settari o poco 

solidali è chiaro che...se è possibile immaginare un maschio

gay in abito da sposA col proprio fidanzato e 10-100 gay che

inorridiscono è pur vero che è inimmaginabile un matrimonio

etero con lo stesso maschio in abito da sposA accanto alla sua

donna.

 

Gli etero non inorridiscono solo perchè è "inimmaginabile", il chè

è certamente peggio....dal punto di vista di una persona che lo

desideri ( non sto dicendo che tu lo desideri è un esempio )

 

Però non è necessario essere gay per essere orgogliosi della

propria diversità....e se può essere più difficile trovare una donna

etero interessata, è anche vero che per trovarla bisogna farsi

vedere, essere liberi, esprimersi per chi si è e non per chi non

si è.

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alcune cose di cui parlavate non le ho ben comprese e indubbiamente devo essermi spiegato male io

 

il termine genderless dovrebbe significare letteralmente "senza genere" ed è quello intendevo riguardo me stesso

 

uno di voi parlava di "fluidità", cosa che io non ho né nominato ne inteso

 

non dico che le persone LGBT abbiano la possibilità di essere settarie fra di loro, intendo dire che il comune problema dell'omofobia sia un appiglio in più per confortarsi reciprocamente e rafforzarsi, ovviamente a patto che una persona inquadrabile fra gli LGBT sia sincera con se stessa prima ancora che con gli altri

 

volevo solo sottolineare che i problemi sociali sono motivo di sofferenza per chiunque li abbia, ma che una persona possa comunque avere delle risorse in più o in meno in base alle sue particolarità personali

 

Per fare un esempio: qualche anno fa ho conosciuto una ragazza estremamente timida e paurosa, che tuttavia aveva risolto da tempo le sue frustrazioni "amorose" per il fatto di aver comunque (in quanto donna) incontrato dei corteggiatori

 

se fosse stata un maschio dubito che avrebbe avuto le stesse opportunità, anche perché non è affatto attraente  

 

parallelamente io non sono pauroso quanto lei e non sono affatto brutto, ma questo non mi è affatto bastato poiché la società nostrana crea una mentalità che porta le ragazze ad essere estremamente passive e obbliga i maschi ad assumersi quasi x intero il ruolo di corteggiatori

Edited by Loup-garou
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a dire il vero il termine genderless mi è stato suggerito proprio qui, dopo che avevo descritto la mia condizione  (basta rileggere i miei post precedenti)

 

probabilmente la mia identità problematica è una conseguenza del mio autismo, ma ora non occorre dilungarmi a riguardo o rischio di andare fuori tema

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Parli di autismo in senso proprio e pieno, medico, o in senso metaforico?

A parte questo, mi interesserebbe sapere in modo più preciso, con qualche esempio e dettaglio, quali sono le difficoltà che hai incontrato tu, o le esclusioni, o eventualmente

peggio, da parte dei tuo compagni o coetanei etero, per la tua specificità. E inoltre: ritieni che sia un situazione rara o rarissima, oppure che sia in qualche modopi

ù diffusa di quanto non si possa immaginare?

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il mio non è autismo metaforico, 3 anni fa mi è stata diagnosticata la "sindrome di Asperger" (per documentarsi basta dare uno sguardo su wikipedia) da degli psicologi di Roma specializzati in questo settore 

 

è una condizione molto diffusa, il problema è che in Italia finora è stata allungo sottovalutata e quindi la gente ne sa ancora poco o nulla 

 

dei miei problemi d'identità ho già parlato nei miei post precedenti, per riparlarne dovrei dilungarmi un po'

 

a scuola sono stato oggetto di bullismo soprattutto alle medie, essendo sempre stato un tipo isolato e poco socievole

 

ricordo che allora avevo 2 soli amici e uno di loro era a sua volta oggetto di scherno, tanto che a volte ci insultavano definendoci "fidanzati", in altre occasioni si erano limitati a darmi del "frocio"

 

osservazioni omofobe le ricevetti addirittura da una ragazzina più giovane di me per il solo fatto che 2° lei non avevo le unghie abbastanza corte (non è un caso che da allora ho preso il vizio di mangiarmele) o per l'abitudine di tenermi un braccio con la mano in un certo modo: scemenze che si commentano da sole

 

col senno del poi queste osservazioni che ricevevo mi paiono ulteriormente grottesce considerato che né io né il mio veccio amico siamo gay

 

sicuramente la mia identità problematica è stata nell'infanzia percepita con facilità dai miei coetanei più facilmente che dagli adulti 

Edited by Loup-garou
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sicuramente la mia identità problematica è stata nell'infanzia percepita con facilità dai miei coetanei + facilmente che dagli adulti 

 

io penso che nelle scuole gli allievi in un qualche modo sanno individuare chi sono i gay da scherzare. certo non sempre ci imbroccano ma nella maggior parte delle volte ci riescono bene.

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Quanto al termine genderless...

 

Se ti riferisci a questa discussione, ti fu detto da Faby91 prevalentemente

in risposta alla tua idea di essere asessuato, dopo che era venuto fuori su

mia sollecitazione, che in realtà hai fantasie ed impulsi sessuali come tutti,

soltanto che hai difficoltà a relazionarti con gli altri 

 

http://www.gay-forum.it/forum/index.php/topic/8252-culturagaia-glossario-lgbt/page-6

 

Però non è che una persona può essere genderqueer o queer, solo perchè i compagni

di scuola lo prendono in giro, dandogli del gay....quindi probabilmente hai sentito più

vicino a te il termine genderless, che è più indefinito.

 

Ad occhio e croce da ciò che scrivi, avendo tu difficoltà a relazionarti con gli altri

hai via via sviluppato una tua fisicità, un tuo modo di porti quando sei in mezzo agli

altri "sulla difensiva"

 

Praticamente come se tu difendessi il tuo corpo da possibili minacce esterne

e questo è stato percepito dai tuoi coetanei come "gay" o "poco maschile"

perchè nessuno gli ha spiegato che dipendeva da questa sindrome, che

d'altronde se non ho capito male, ti è stata diagnosticata con enorme ritardo.

 

Tu quindi sei cresciuto - non per colpa tua - essendo completamente inconsapevole

del motivo per il quale ti comportavi in modo strano, laddove i tuoi coetanei sembravano

avere le idee molto chiare e gli adulti invece di proteggerti brancolavano nel buio. Io

la vedrei così, sei d'accordo?

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forse è un po' come dici tu Hinz, diciamo comunque che il bullismo è un fenomeno che non si limita a colpire persone con particolari problemi: è sufficiente non essere abbastanza spavaldi e popolari a scuola per diventare un bersaglio 

 

il mio amico è stato oggetto di insulti pesantissimi nonostante il fatto che fosse una persona senza particolari problematiche: il fatto è che da ragazzino era fisicamente penalizzato dal fatto di essere strabico, di non essere portato per l'attività fisica 

 

dopo le medie la sua indole socievole no lo ha più penalizzato e gli aperto le porte a numerose amicizie (diversamente da me) 

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Quello che dici è sicuramente vero...quello che però spesso

viene trascurato e che invece tu, per la tua specificità, sei in

grado di capire...è che gli effetti del bullismo non sono gli stessi.

 

Non è la stessa cosa essere bullizzato per un difetto fisico ( delimitato )

o per qualcosa che caratterizza la persona in modo più profondo e generale

come l'essere gay o, nel tuo caso, avere una certa sindrome ( senza neanche

sapere di averla, il chè deve essere disorientante )

 

Nel primo caso è più facile reagire....non voglio dire che sia sempre facile

perchè poi ogni persona è diversa per temperamento carattere e risorse ed

è evidente che il bullismo non dovrebbe esserci mai, per nessun motivo ;

tuttavia è più facile rispetto alla condizione di chi si trova stigmatizzato per

qualcosa di meno delimitato, ma più generale.

 

Penso però anche che dirsi genderless...sia un po' un tirarsi indietro

un dichiararsi sconfitto rispetto alla propria legittima eterosessualità.

Capisco il fatto che tu soffri di più una serie di aspettative sociali su

come il maschio etero dovrebbe comportarsi in un corteggiamento, in

una relazione, aspetti che incidono meno su un maschio gay, ma non

ti devi dare per vinto.

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Appoggio con forza quel che dice Hinzelmann: non rifugiarti nella definizione di genderless: è un errore.

Nelle ultime righe del post precedente Hinzelmann ti ha già spiegato perché. Tu devi solo procedere a

una rivalutazione delle tue caratteristiche ed essere capace di farne un "intero", un "insieme" positivo.

Ricordati che il mondo è assai più vario di quella fenomenologia elementare e un po' brutale che hai 

consciuto a scuola e questo vale per l'eterosessualità come per l'omosessualità.

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Il tuo discorso ha senso per un gay maturo che vive in una grande città. Io vivo in un piccolo paese e della realtà gay non c'è traccia. Non c'è una comunità gay, non c'è un gay dichiarato pubblicamente e anche le persone più di sinistra(e il mio paese è uno dei più "rossi" della provincia) concordano con gli altri nel pensare che esser gay è una mezza malattia. E anche quelli che dicono "a me non frega nulla se è gay, ognuno vive la vita sua", poi è contro ogni diritto e poi bersaglia di battutine velenose chi è semplicemente sospetto. Il fatto di esser discriminato può essere usato come scusa per coprire altre debolezze, questo è vero. Ma se vivi invisibile, magari in un piccolo paese(ma vale anche in grandi città), ciò non vale più. L'omosessualità diventa un'altra debolezza che aggrava la situazione complessiva, che a volte diventa insostenibile(vedi i numerosi casi di suicidio). 

Anche perché nell'era di facebook a me sembra che la società sta tornando ad essere conformista come negli anni 50. Di un conformismo diverso, ma sempre conformismo si tratta. Tutti con l'iphone, anche se non ti serve. Tutti vestiti bene, anche al bar. Tutti in discoteca a non ballare, a pagare solo per stare seduto sui divanetti tra la gente giusta. Tutti a farsi la foto dei piedi al mare con Istagram. Tutti uguali, tutti perfetti. 

Il diverso, qualunque diverso, magari non viene più perseguitato violentemente come prima. Però viene ridicolizzato, allontanato, emarginato. In maniera più sottile.

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un conto è non darsi per vinti a 20 anni o poco più, un conto è "cercare" di non darsi per vinti a a 30 anni suonati  

 

io è dall'età di 24 anni che tento in tutti i modi di correggere le mie tare sociali e senza alcun risultato, con una depressione che mi tormenta da circa 6 anni, nessuna terapia efficace (salvo qualche effetto ottenuto con i farmaci), anni di università che sembrano essersi conclusi con un nulla di fatto (ovviamente la disoccupazione è un problema generalizzato e va fuori tema) 

 

le persone autistiche hanno buone possibilità di essere aiutate se vengono diagnosticate tali nell'infanzia o al massimo nell'adolescenza, in età adulta l'unico conforto che può dare una diagnosi del genere è di chiarire meglio la propria situazione individuale 

 

comunque è meglio fermarmi qui o andremo fuori tema

 

Per tornare a al tema centrale, volevo aggiungere che negli anni ho tentato di combattere la solitudine sia cercando amicie e ralazioni, sia provando a inserirmi in comunità accomunate da un affinità di qualunque tipo: artistica, hobby, culturale, politica, religiosa, ideologica, "fisiologica"

 

è per questo che mi è venuta in mente la risorsa in più che avrebbero persone LGBT afflitte da un senso di alienazione esistenziale, prima ancora che sociale.     Anch'io provengo da una realtà rurale e se voglio trovare ambienti socialemnte e culturalmente vivaci devo allontanarmi dalla mia cittadina

Edited by Loup-garou
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"30 anni suonati"....non lo dire, hai tutta la vita davanti

se poi consideri che hai avuto un ulteriore problema di

depressione ed è solo da sei anni che cerchi di fare qlcs

devi avere pazienza e darti tempo

 

Però non voglio insistere su questo aspetto personale, se

non lo vuoi trattare: il mio è solo un incoraggiamento!

 

Per il resto...invece non capisco

 

Capirei se tu lamentassi la scarsità di associazioni di malati

di asperger o di strutture associative di riferimento specifiche

che facessero comprendere il problema di questa sindrome

poco conosciuta...perchè questo potrebbe aiutarti ad inserirti

anche in altri gruppi e a condividere i tuoi problemi con altri nella

tua stessa situazione etc.

 

Ma per quanto riguarda gli ambienti e le comunità culturalmente

stimolanti il povero e modesto circolo di arcigay spesso parte in

netto svantaggio, rispetto al panorama associativo eterosessuale

che tu citi ed inoltre si trova a doversi confrontare con l'omofobia

dei partiti politici, delle comunità religiose, delle associazioni culturali

etc

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Ragazzi, vi prego però di non perdere di vista il tema del topic. L'argomento è: i ragazzi gay hanno vantaggi rispetto a quelli etero che hanno per vari motivi problemi a socializzare o integrarsi?

 

In questa board si parla di tematiche generali che riguardano tutti.

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Eh vabbè, se cercano di dare un po' di conforto e appoggio morale a questo ragazzo non casca certo il Mondo!! Evitiamo pure di essere cinicamente fiscali!

 

@Catilina mi ha molto colpito la tua storia. Non posso darti nessun aiuto, ma ti incoraggio di cuore a reagire e a farti forza. Nulla è perso se avrai la capacità di reagire. Prova a cambiare città, fare conoscenze o altro. Da parte mia posso solo augurarti tanta fortuna e che tu ci riesca.

 

Non capisco la domanda generica comunque. Gli etero avrebbero problemi a socializzare tra loro? E' una barzelletta? Io ho sempre trovato esagerata la solidarietà tra maschi etero, a volte tra loro sanno essere più affettuosi e appiccicosi di una coppia gay o etero!

 

I vantaggi che hanno i gay rispetto agli etero sono ovviamente l'estrema facilità nel trovare partner e avventure. Da un lato è un vantaggio, dall'altro potrebbe non esserlo, ma è pur vero che i gay, anche più brutti, al contrario degli etero rimediano quasi sempre un'avventura. Personalmente riconosco che del mondo gaio mi ha sempre conquistato il fatto di poter scegliere tra molti più partner e non aver mai avuto la sensazione di dovermi 'accontentare' o vedere qualcuno come 'irraggiungibile' o non alla mia portata. Per intenderci per nessuna ragione al Mondo avrei mai avuto chance con una  stangona bionda tettona e d'alta classe, nel mondo gay invece ho sempre potuto scegliere ed avere il meglio del meglio, nessuno è risultato essere fuori dalle mie possibilità. 

 

La solidarietà tra gay, sinceramente faccio fatica a identificarla come una virtù dei gay (per mia esperienza ho ben visto il contrario, ma non è detto che sia realmente così).

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I soldi.

Una stangona d'alta classe non ci cacherebbe mai perché siamo poveri,

ma farebbe la carina per un imprenditore brutto come il tetano.

 

Per fortuna ai maschi fighi piacciono i cazzi grossi

e non pensano solo "a sistemarsi" come succede a molte donne.

 

La voglia di sesso ci ha liberati dal materialismo.

Non che non ci siano gay materialisti, intendiamoci.

Ma un metalmeccanico gay con la pancetta può scoparsi un modello ceco,

un metalmeccanico etero al massimo si sposa una badante romena.

 

Peraltro se il modello ceco di cui sopra si fidanzasse con l'operaio

se ne vanterebbe anche con gli amici che stanno con gli imprenditori brianzoli.

 

Niente da fare: la mia non è misoginia né eterofobia.

Io donne con uomini di classe inferiore alla loro non ne ho mai viste:

mentre io posso andare dal Rom al professore universitario,

dallo spacciatore pugliese all'imprenditore veneto come mi gira

e nessuno di questi quattro si sentirebbe nel minimo disagio.

 

 

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E' vero che forse il mondo gay concede maggiori

opportunità di tirar fuori una sessualità sopita in

maschi che hanno difficoltà sessuali.

 

Di per sè questo non garantisce affatto una maggior

facilità di trovare il fidanzato a chi abbia problemi

relazionali...però concede un potenziale punto di

partenza. Inoltre poichè la maggioranza delle coppie

gay sono non conviventi e non devono corrispondere

a grosse aspettative sociali, di fatto c'è una maggior

tolleranza nei confronti di comportamenti "strani"

 

Questo forse può essere detto...non è che i gay siano

più buoni o più sensibili, o più solidali, ma non devono

soddisfare grosse aspettative sociali

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