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Vi sentite mai.... soli?


Marshall86_86

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Le persone piu' interessanti, belle sia dentro che fuori, spesso sono quelle che rimangono sole.

 

Scusa la franchezza gius, ma è una delle cose più stupide che abbia mai sentito...

 

Non prendiamoci in giro. Se uno è interessante e bello dentro e fuori, perché diavolo dovrebbe essere solo?! Se è "interessante" per definizione suscita "interesse" negli altri. Se è anche bello sia dentro che fuori, gli interessati restano con lui (non intendo per forza "amore" ma anche "amicizia").

 

Perdonami ma è un ragionamento che non regge minimamente.

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@@Hikami88 per me regge invece. Perchè ne ho avuto la prova e ne sono sempre piu' convinto. Se sei banale, riesci a trovare prima una persona,  Se sei una persona complessa, non complicata, complessa cosa ben diversa, hai piu' difficoltà perchè magari puoi sembrare strano.Prova a chiederlo a molte ragazze di oggi e vedi da chi sono attratte, dal "banale fighetto" o dal "complesso pensatore"? :) E' la pura verità

 

Io la penso cosi. Ovviamente non prendere proprio alla lettera le parole che ho scritto ma è per farmi capire meglio. Per far capire che oggi purtroppo siamo una società in cui conta solo l'apparire e spesso le persone serie e genuine, interessanti in questo senso, hanno piu' problemi a trovare una persona giusta. Perchè la via della banalità, della scontatezza è sempre la piu' facile.

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Se il "complesso pensatore" è il modello che attira di più, automaticamente diventa il nuovo metro di bellezza. E se attira di più non è solo.
Mentre il "banale fighetto", non attraendo più nessuno, diventa automaticamente "brutto" e per questo resta solo.

Morale della favola: il bello e interessante attira, il brutto e banale resta solo. Ergo chi è solo è brutto e banale

CVD

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non è affatto cosi.

Bene, spiegati.

Non è una questione di "vedute differenti" è un dato di fatto.

Non viviamo in nessun mondo fatato in cui "gli ultimi saranno i primi". Gli ultimi SONO ultimi e i primi SONO primi. Quindi, piantiamola con 'ste banalità da film Diseny e ritorniamo alla maledetta realtà: c'è chi ha avuto fortuna e chi no. 

Sic et simpliciter.

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Ma l'ho spiegato Hikami, sei tu che non condividi le mie opinioni, e giustamente direi. Ti è mai capitato di pensare"tu guarda quel cesso, lui è fidanzato ed io che mi reputo piu' carino no" Non ti è mai capitato? E vabè a me è capitato. 

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Da buon arendtiano dovrei dirti che nessuno è realmente solo a causa del due-in-uno (il meccanismo per il quale un individuo singolo parla con sé: da monade diviene diade poiché si sdoppia in un «ente psichico» che parla e uno che ascolta) in pratica anche quando sembriamo soli non lo siamo poiché nel momento in cui pensiamo anche solo il pensiero «mi sento solo» siamo già divenuti due, io dico a  me stesso che mi sento solo e io mi rispondo ascoltandomi.

 

Considerazioni filosofiche a parte, penso che bisogna far chiarezza di concetti: c'è un senso di solitudine che riflette la frustrazione derivante dal non avere nessun vero Amico (che quindi è un senso di solitudine piuttosto pesante, perché senza amici è tutto più gravoso) e uno di diversa natura derivante dall'avere sì degli amici ma nessun amore.

 

Io ho sofferto il primo a lungo, ma poi ho trovato le persone che hanno colmato questo iato. Quando ho integrato definitivamente la mia omosessualità ho iniziato a sentire la creazione inevitabile di un altro iato, con cui tuttora convivo ma che ho imparato a gestire.

Il secondo senso di solitudine è quello che esperiscono in molti, e credo fermamente che per poter essere colmato debba essere quasi ignorato, messo in secondo piano. Se si passa la vita sentendo il gravoso peso di questa «mancanza» non si vive bene, gli altri lo noteranno - e negli «altri» potrebbe esserci anche la persona in grado di colmare la mancanza - e ci additeranno come dei depressi cronici.

Quello che si consiglia non è tanto una fiducia ingenua e un modo forzato di vedere la realtà positivamente (è una cosa che non sopporterei) ma quantomeno di non vivere con il costante sentimento della mancanza.

 

Ci si sente soli, sì, a volte. Ma c'è anche un modo di reagire a quel sentimento di fondo che può distruggerlo, liberandocene. :)

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Ti è mai capitato di pensare"tu guarda quel cesso, lui è fidanzato ed io che mi reputo piu' carino no" Non ti è mai capitato? E vabè a me è capitato. 

Quando parlo di "bellezza" non mi riferisco alla mera estetica. Parlo in generale, "bello" inteso come "bello stare in sua compagnia".

Il tizio "cesso" che s'è fidanzato, avrà altre qualità oppure il suo partner sta messo peggio di lui.

Se gli altri, persino i più "cessi", si fidanzano mentre tu resti solo, è inutile far finta di non vedere: il problema non sono gli altri, sei tu.

 

Effettivamente ho fatto un errore nel mio ragionamento di prima: non per forza chi è solo è "brutto e banale". Ho conosciuto molta gente che ha avuto un grande senso di solitudine ma è tutt'altro che "brutta e banale".

Ma restano una minoranza, delle mosche bianche. Da qui a dire "Le persone piu' interessanti, belle sia dentro che fuori, spesso sono quelle che rimangono sole." ce ne vuole...

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Ho conosciuto molta gente che ha avuto un grande senso di solitudine ma è tutt'altro che "brutta e banale".

 

a volte il sentirsi soli è un sintomo di una depressione e tutti, anche chi è bello ed interessante, può avere una depressione.

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Ho conosciuto molta gente che ha avuto un grande senso di solitudine ma è tutt'altro che "brutta e banale".

 

ma lo vedi allora che hai detto quello che ho detto io? :)

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Non farmi quotare da solo...

 

Ma restano una minoranza, delle mosche bianche. Da qui a dire "Le persone piu' interessanti, belle sia dentro che fuori, spesso sono quelle che rimangono sole." ce ne vuole...

 

 

a volte il sentirsi soli è un sintomo di una depressione e tutti, anche chi è bello ed interessante, può avere una depressione.

 

Ah questo è sicuro, ma al momento mi limitavo a parlare di "solitudine"

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Hinzelmann

Certamente il successo è  un primo antidoto alla solitudine.

 

E - fatemi fare come al solito il vecchio - è importante per un

adolescente riuscire ad avere dei successi in campo amoroso.

 

E' chiaro che un "successo" ( che non vuol dire essere la Regina

di un locale o di un circuito quale che sia ma avere un certo numero

di riscontri x, che non siano zero...) presuppone un pubblico ed un

pubblico - soprattutto se il livello di comunicazione è basico - esige

"semplicità" non complessità.

 

Ma ovviamente questo è un innesco sociale, che corrisponde ad una

fase di vita, non va sottovalutato ma neanche esaltato. E peraltro non

significherebbe il dover fare a-b-c-d, ma il realizzare che si potrebbe

fare, volendolo.

 

Il problema è che molti adolescenti e giovani gay non hanno una vita

sociale...procedono per "contatti" seriali ed incontri a due, col risultato

che le aspettative stanno a mille e un insuccesso rischia di diventare un

disastro. 

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Non è che mi sento solo,il fatto è che sono solo! Sono escluso da tutti (compagni di classe,familiari,persone del gruppo lgtb della mia città etc.) perché ritenuto troppo ''Strano'' e per altri motivi. Diciamo che se si ripetesse l'olocausto le leggi razziali varrebbero prima di tutti per me. Ho solo un amico che non sta neanche bene mentalmente,gli altri con cui parlo sono sottospecie di compagni un po' più confidenziali e un paio di amici virtuali. Sono dedito alla castità ripensando a quello che ho fatto qualche anno fa e poi non riesco a mantenere una relazione amorosa per più di una settimana perché mi annoiano e poi le dimostrazioni di affetto mi mettono in imbarazzo. Tipo se qualcuno mi dicesse ''ti amo'' ''ti voglio bene'' o mi abbracciasse,io sarei nel panico più totale e preferisco tenermi alla larga da queste cose,nonostante mi piaccia guardarle. Eh,niente,sono così. Inesorabilmente solo,ma vabbè... Sopravvivo. Infondo ci sono i libri,c'è la televisione,il computer e il mio unico amico che riempie molti vuoti di dolore.

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Sì, capita.

Ora è un periodo così così, ma in passato m'è capitato anche di sentirmi "solo in mezzo alla folla".

La nostalgia di qualcosa di mai provato, un cattivo struggimento malinconico per una realizzazione romantica di fatto impossibile.

 

Ma non ci si dovrebbe fermar lì, bisogna prendere un po' le distanze da queste fantasie...sono insane..

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@Marshall86_86  :) lieto che piaccia la mia risposta. Tra l'altro, sottoscrivo totalmente quanto detto da @@Hinzelmann : il sentimento che noi chiamiamo «successo» in sé e per sé è la manifestazione del fatto che l'Io ha presa sulla realtà, sull'«altro da sé». Se si ha presa sulla realtà, ci si sente liberi di dominarla, e anche quando non la dominiamo direttamente, sappiamo che potenzialmente potremmo farlo perché lo abbiamo già fatto una volta.

 

Io non credo a nessuno che dica che la realtà è un totale non-senso, che la solitudine sia parte integrante della condizione umana, che tutto e tutti sembrano fatti per andargli contro. Sono bugie che mi sono raccontato io, mere illusioni giustificatorie della mia poca presa sulla realtà, del mio non essere ciò che voglio. In realtà ho capito lentamente che si può aspirare a essere ciò che si vuole, avvicinandosi. Ma da un certo punto in poi tutto diventa come un cane che tenta di mordersi la coda: la testa si avvicina, ma il suo avvicinamento implica che la coda si allontani. E noi finiamo col fare lo stesso con le immagini mentali che vorremmo si oggettivassero nella realtà. E questo è uno dei grandi problemi della volontà: ha per condizione d'esistenza l'avere per oggetto qualcosa che non ha. Solo che la volizione non è mai realizzazione di se stessa, e quindi la lacuna lasciata aperta dalla volontà non si colma mai totalmente. La volontà è un'aspirazione.

 

A un certo punto insomma, si capisce che l'illusorietà di certi modi di pensare portano solo al perpetuarsi del tedium vitae, e quindi si capisce che il mondo in quanto tale non muterà solo perché lo vogliamo, ma, volendo, possiamo mutare noi. E io sono partito proprio dal mutare me stesso; lentamente, anche il resto mi ha seguito a ruota. :)

 

Non siamo mai soli. Noi non abbandoniamo noi stessi in virtù del due-in-uno. L'idea di solitudine ha in sé anche il concetto di stare-con-gli-altri. Non potrebbe esistere autonomamente. Se è data la possibilità di esperire la solitudine a ognuno di noi, è forzatamente data la possibilità di essere-con-gli-altri.

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io mi sono sentito solo tutta la vita finchè non ho trovato il mio uomo. ora se per un qualche motivo mi allontano da lui per un po' ricomincio a sentirmi solo anche se da qualche tempo non capita più. forse tra una settimana andrò da solo in germania e poi vedrò se sono guarito e se posso farmi vacanze più lunghe da solo.

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Marshall86_86

@@Amor-fati ... Come diceva Emily Dickinson "Mi sentirei piu' sola senza la mia solitudine". In realta' il mio discorso era molto piu' circostanziato rispetto al vivere in preda ad un senso di solitudine. Io mi rendo conto che non mi dispiace passare del tempo egoisticamente da solo, mettere me al centro del mio piccolo universo e costruirci sopra, rimodellare, raffinare, estendere, ritoccare cio' che di volta in volta mi si presenta agli occhi.

Il mio senso di "solitudine" mi rendo conto che spesso si accentua in una connotazione meno positiva quando mi viene "imposto" da altri, vedi il caso di una rottura sentimentale, anche di una conoscenza superficiale. A volte sento di avere la sindrome del bambino abbandonato (cosa che non e' registrata dai fatti), ma e' come se, interiormente, vivessi nel timore di un abbandono. Non mi piace sentirmi cosi' e ci sto lavorando. So che non e' la mia vera natura... per qualche motivo di insicurezza o paura, a volte emerge una parte che non sento mi rappresenti. Non mi rappresenta affatto.

Insomma, come tutti, lavoro su me stesso e cerco di capire il perche' di come un sentimento nobile come la "solitudine" io lo debba associare ad altre sensazioni (abbandono, nessuno mi ama, sono solo, e' difficile amarmi, ecc. ecc.)

Alanis Morissette ha scrittto una bellissima canzone in merito. Si chiama "Tapes" (Nastri). Ed essenzialmente tratta proprio di questo...ovvero come un abbandono, reale o percepito, un non sentirsi all'altezza delle situazione mette in moto dei "nastri" mentali che ripetono messaggi poco propositivi.

"Sono qualcuno facile da abbandonare

Anche piu' facile da dimenticare

Una voce, sebbene poco accurata...
...
Sono troppo stancante per essere amata

Staresti meglio senza di me

Sarebbe meglio mollare la presa ora..."

:) Work in progress...

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Sentito solo? Citare Scared Of Lonely di Beyoncé direi che è perfetto. Prima non capivo, adesso mi sono accorto più che mai (a 16 anni, sono messo bene) che ho bisogno di qualcuno su cui contare, che ci sia sempre per me e che mi stia vicino. Per questo sto cercando in tutti i modi di farmi coraggio e provarci con i ragazzi che mi piacciono e nei quali spero, proprio perché non voglio più sentirmi solo visto che non ho ancora conosciuto di persona qualcuno "come me" con cui parlare faccia a faccia e non dietro uno schermo.

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Vi sentiti mai soli e in crisi affettiva?
soli si ma in crisi affettiva no, solo chi è debole si basa sulle manifestazioni di affetto di altri è egoismo verso se stessi. 

 

 

 

 


Bisognosi di avere qualcuno da amare e che corrisponda?
per ora non ne sento la necessità, poi chissà può essere che può piovere per sempre :uhsi:
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@@Marshall86_86 comprendo perfettamente quello che scrivi. Il due-in-uno è un concetto molto filosofico, sebbene la sua esistenza sia un'assoluta necessità, non significa certo che possa essere una grande compagnia :)

 

È assolutamente positivo che tu ti faccia quelle domande, ti preservano dallo sviluppare una personalità superficiale e insipida. Il problema è che a volte il livello delle domande supera di fatto quello delle risposte. Le risposte che ci diamo iniziano a diventare auto-alimentanti altre domande sempre più irrazionali e bisogna fermarsi perché il ciclo di pensiero diviene una spirale senza fine. La solitudine imposta da eventi esterni è naturalmente quella che fa star peggio perchè riconferma appunto quel senso di poca presa sulla realtà da parte della nostra mente: non è una scelta nostra, arriva da fuori, è un evento appunto. 

 

Conosco perfettamente Tapes, la ho ascoltata tanto anche io in momenti di disperazione. Volevo anche farmi una foto particolare usando qualche cassetta sbobinata, figurati... La Morissette comunque fa scatenare i nastri dopo le costatazioni iniziali, come se comunque questi inizialmente fossero relegati a semplici possibilità contingenti della mente.

Ne ha fatte anche tante altre che conducono fuori dai casini creati dai tapes, in ogni caso. «Giggling again for no reason» per esempio...

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Marshall86_86

Da buon fan di Alanis, conosco la canzone. Non e' un gioiello di qualita', pero' il senso di rinnovata tranquillita' che esprime mi piace un sacco. Come "Big Sur" che non so se hai avuto modo di ascoltare :)

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@@gius1989 Eccome se è capitato di vedere uno non proprio carino fidanzato...e io no!!quindi sono a favore della tua teoria :D

Io ho 28 anni e per 25 anni sono stato single. So che significa. Ho cominciato a 24 anni a cercare un ragazzo, i primi2 anni mi sono anche "divertito" molto, ma il mio desiderio è stato sempre avere una relazione seria e VERA...Tuttavia non mi sono mai sentito solo: esistono tante altre cose (in primis l'amicizia e gli affetti più cari) e dopo diverse delusioni amorose ho imparato che prima vengo io (penso al mio futuro, al lavoro) e poi (è brutto ragionare così, un po' egoisticamente) tutto il resto, fidanzato compreso.

Quindi innanzitutto da single bisogna stare bene con se stessi. E bisogna approfittarne, perchè, come diveva Samantha Jones di "Sex and the city", "se sei single il mondo è il tuo buffet personale" :D

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Credo comunque che sia positivo sia essere fidanzati (se la relazione è vera, autentica e non morbosa) che che essere single!E non essere fidanzati non significa a priori essere soli, che sia chiaro!!

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M sì. Mi sento solo da quando ho 8 anni.

Ma non è colpa di nessuno, né mia né degli amici che pure ho...forse più colpa mia che loro se proprio le colpe le vogliamo trovare.

Vorrei solo essere più convincente, efficace qualche volta. Chi mi vuol bene mi dice che dovrei solo far quello che mi piace e che il resto verrà da sé...ma non è vero, quando i tuoi gusti sono un po' autodistruttivi devi imparare a farti piacere altre cose.

Tra il 2007 ed il 2012 ho frequentato così tante persone diverse, in senso lato, ragazze etero/lesbo, ragazzi etero/gay dal ciellino al black-block, dal disadattato nevrotico ai marzialisti, atei convinti e convinti baciapile, drogati di lavoro e perdigiorno...da non sapere più bene chi sono. So che mi piace socializzare, forse per colmare quella solitudine esistenziale di cui dicevo. Ma purtroppo tutto questo non m'ha aiutato a comprendere bene...la paura di perdermi qualcosa mi fa sempre distrarre, la fretta di conseguire un risultato mi fa fare le cose in modo impulsivo, la noia delle attese mi spinge a far delle cose di cui poi mi pento. So solo che per vivere felice dovevo imparare a surfare, in senso metaforico...è che da un po' son caduto dalla tavola e non riesco a risalirci.

Edited by schopy
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Hinzelmann

Mi colpisce il fatto che individui un'età precisa: 8 anni

 

Come se in quella data, pur non essendo colpa di nessuno

fosse successo qualcosa di preciso o identificabile

 

Esiste un motivo, o ti è venuto così....?

 

( senza che tu debba dirci esattamente quale, se lo ritieni

qualcosa di privato...)

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A quell'età ho partecipato ad un concorso di poesie per bambini con un componimento tristissimo e frustrato dal titolo "La Solitudine".

Però ecco, non so se c'è stato un evento che m'ha traumatizzato in modo particolare, oggi non saprei proprio dire :) e come spiegavo, spero di tornare in fase up!

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