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Ritiro delle Truppe dalle missioni in Asia?


Haider

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Favorevolissimo.

 

Ritirare al più presto i contingenti dall'Afghanistan  (se la facciano gli Americani la guerra per oppio e petrolio)

 

e dal confine Israeliano (si scannino tra di loro ebrei e mussulmani).

 

 

 

Non abbiamo soldi da spendere.

 

Anche se capisco il fatto che sono stati interventi imposti dall'America e l'America come il Padrino ti fa sempre "una proposta che non puoi rifiutare"

 

 

(Vero, Massimetto?)

Edited by Haider
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Concordo pienamente. Non è possibile che uno stato come il nostro sia ancora impegnato in missioni come quella del Libano, pagando i soldati una cosa come 10000 euro mensili.

 

Bona è tempo di ritirare tutte le truppe, come hanno fatto molte nazioni del Nord Europa. Basta immischiarsi in guerre e missioni di pace.

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Mercante di Luce

Più che altro abbiamo grossi interessi economici anche noi, sia come (grandi) produttori di armi e armamenti in genere, sia come concessioni (anche se sempre come il fratello minore), sia come rapporti con "chi conta" nel mondo.

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Che piaccia o no agiamo all'interno di una cornice internazionale, che piaccia o meno abbiamo i nostri interessi da difendere, che piaccia o meno stiamo nelle nazioni unite, e che piaccia o meno siamo pure membri della NATO, e siamo completamente dipendenti per la difesa dagli USA. Il vizio degli europei di bullarsi con il culo degli altri, visto che a fare il poliziotto ci pensano gli Stati Uniti lo trovo insopportabile.

@@Fra93 quali sarebbero?

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@@Frollo Belgio e Olanda hanno annunciato che ritireranno le loro truppe, per quanto esigue sono.

 

In ogni caso non trovo solido il tuo discorso. Come facciamo a vivere in un contesto internazionale se manco riusciamo a svincolarci in quello nazionale? Basta parlare di reputazione e di doveri internazionali (come ci ricorda il nostro signor Monti ogni santo giorno) quando gli Italiani vivono peggio che vent'anni fa!

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Belgio ed Olanda, da quel che mi ricordo, hanno annunciato il ritiro solo da alcuni scenari, se non erro Afghanistan, dove hanno interessi risibili.

Facciamo un paio di conti. Le missioni internazionali costano all’Italia circa 1 mld e 700-800 milioni, con l’impiego di circa 6600 unità. Sono attive in: Bosnia, Marocco, Medio-Oriente, Cipro, Georgia, Afghanistan, Eau/Tampa/Bahrein, Somalia, Mediterraneo, Egitto, Libano, Sudan, Israele/Striscia di Gaza, India/Pakistan, Kosovo, Libia, Albania.

Di queste quelle che superano i 100 addetti sono Somalia, Libano, Kosovo, Afghanistan.

Ora, dopo il periodo di guerra segue la ricostruzione, vedi Iraq e Congo(dove avevamo truppe sino a due anni fa), e nell’affidamento degli appalti giocano in ruolo importanti i governatori, i nostri gruppi si aggiudicano affari miliardari, come fece la governatrice Contini in Iraq, o lo sfruttamento di risorse importanti. Quando con ritrosia entrammo nel conflitto libico fu per difendere i nostri molteplici interessi commerciali, partendo dallo sfruttamento del bacini di idrocarburi e dalle gestione del gasdotto italo-libico da parte dlel’ENI, e diciamo che se oggi non sei soggetto a black-out per dei capricci di un dittatore tradito è grazie anche all’impegno profuso, ma soprattutto grazie a questo molti posti collegati alle attività in libia non sono diventati francesi.

Tralasciando gli affari le missioni servono anche come prevenzione, cosa che viene sempre puntualmente posta sulle spalle degli americani, a tal proposito mi viene in mente il radar di Niscemi così tanto contesta, peccato che se mai l’Iran propendesse per un attacco uno degli obbiettivi più sensibili è proprio la Sicilia. Ad oggi il deterrente militare che mantiene l’ordine mondiale, e che ci garantisce di vivere in pace e benessere, è statunitense, e se ci viene chiesto di partecipare con qualcosa, in difesa di interessi nazionali peraltro, non mi sembra tragico.

 

Ora Francesco secondo te il problema italiano sono 1800 mln delle missioni estere? Io non vorrei dire ma simili costi esistono dai tempi di Roma e non mi sembra che siano mai stati freno allo sviluppo, anzi. Ricordatevi che la pace dorme all’ombra della spada, e a tal proposito domandatevi perché gli USA pur consci del sorpasso economico cinese stiano investendo miliardi per mantenere il primato militare…i loro debiti di stato, in mano ai cinesi, sono garantiti innanzitutto dalle loro truppe.

 

Volete trovare qualche milione, se non miliardo, partite dalle due grandi voci di spesa che sono la sanità e l’istruzione, dove manteniamo insegnanti inidonei all’insegnamento.

 

P.s./ Giusto per farti un esempio concreto:

http://www.esteri.it/MAE/IT/Sala_Stampa/ArchivioNotizie/Approfondimenti/2012/05/20120522_ItaliaIraq.htm

Ed un po’ di storia(seppur un pelo datata):


L’Italia è uno dei principali clienti dell’Iraq dopo gli Stati Uniti con un import rappresentato quasi interamente da idrocarburi pari a 2.5 miliardi di Euro nel 2009 (con la Cina che si avvicina sempre di più a questi livelli) contro i 3.9 miliardi del 2008. L’Iraq è oggi al quarto posto, dopo Libia, Russia e Azerbaijian, tra i Paesi fornitori dell’Italia ed è passato dal terzo posto nel 2008 con il 10,2% al 9,8%.
Da sottolineare che l’Iraq è diventato il secondo Paese per presenze e investimenti italiani nell’area del Golfo, dopo l’Arabia Saudita, con un volume complessivo nel 2009 e nei primi mesi del 2010 pari a circa 6,7 miliardi di Euro. L’Iraq è inoltre stato nel 2009 il primo Paese della stessa area da cui l’Italia ha importato e l’unico verso il quale vi è stato un aumento delle esportazioni italiane. 
Questo forte aumento è dovuto anche dagli effetti degli importanti contratti conclusi o resi operativi, o giunti all’imminente finalizzazione tra il 2006 e l’inizio del 2010 dell’ordine complessivo di poco meno di 7 miliardi di Euro. 

L’interscambio commerciale tra l’Italia e l’Iraq ha cominciato a svilupparsi grazie alle aperture offerte dalle disposizioni dell’ONU. 
Le importazioni italiane dall’Iraq sono aumentate notevolmente nel 2008 per poi diminuire nuovamente nel 2009, le esportazioni invece sono cresciute continuamente negli anni. Nel 2009 le importazioni sono state dominate dal petrolio greggio, seguito dai prodotti della raffinazione del petrolio. I principali prodotti esportati dall’Italia verso il paese mediorientale sono concentrati in “altre macchine da miniera, cava e cantiere (incluse parti e accessori)” e in “costruzioni metalliche e non metalliche per navi e strutture galleggianti”.
Una particolare attenzione viene dedicata al processo di industrializzazione nel Kurdistan iracheno, soprattutto allo sviluppo di un sistema di distretti industriali di piccole-medie imprese, e all'attuazione del piano elaborato dal KRG per la ristrutturazione del settore agricolo e di quello agro-alimentare, per un costo previsto di 11 miliardi di dollari fino al 2013. Regioni come la Toscana, il Veneto, il Friuli Venezia Giulia e le Marche, hanno una rete avviata di contatti con le istituzioni regionali e provinciali del Kurdistan iracheno. 

Il Trattato di Amicizia, Partenariato e Cooperazione tra Italia e Iraq firmato a Roma il 23 gennaio 2007 ed entrato in vigore il 5 luglio 2009 scorso promuove la cooperazione nel settore economico allo scopo di favorire la ricostruzione e la modernizzazione dell’economia irachena ed una attiva partecipazione a tale processo dell’Italia. Vengono inoltre incoraggiati i rapporti tra operatori privati, per la realizzazione di progetti di investimento e piani di azione congiunti, in particolare a vantaggio delle piccole e medie imprese. Per questo è stata prevista la concessione di 400 milioni di Euro in crediti d’aiuto.

Edited by Frollo
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In effetti certe missioni sembrano se non superflue almeno esagerate e dettate dalla volontà di qualcuno (ad esempio Berlusconi.....) di fare il primo della classe con gli Stati Uniti data anche la scarsa stima in europa verso di lui.....

Però nella sostanza e in generale, prescindendo quindi dal giudizio sui singoli casi, mi sembra che abbia ragione Frollo.

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beh si spera..ovviamente ogni stato ha 1 suo tornaconto economico,politico,etc..nessuno fa niente gratis..

 

Questo è pacifico!  semmai bisognerebbe valutare bene il tornaconto..... perché forse qualche volta si esagera nella stima dei benefici futuri.

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