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Raccolta di frasi dai libri che abbiamo letto.


minib

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Sarah Kane - Febbre

 

A: Non dirmi di no non mi puoi dire di no perché è un tale sollievo avere ancora amore e stare a letto ed essere abbracciato e toccato e baciato e adorato e il cuore ti salterà dalla gioia quando sentirai la mia voce e vedrai il mio sorriso e sentirai il mio respiro sul collo e il cuore ti batterà forte quando vorrò vederti e ti mentirò fin dal primo giorno e ti userò e ti fotterò e ti spezzerò il cuore perché tu hai spezzato il mio e mi amerai ogni giorno di più finché il peso non sarà insopportabile e la tua vita non sarà mia e morirai sola perché io prenderò quello che voglio e poi me ne andrò e non ti dovrò niente è sempre lì è sempre stata lì e tu non puoi rinnegare la vita che senti mandare a fare in culo quella vita in culo quella vita in culo quella vita ti ho persa ormai.

C: Sono tua.

B: Ora che ti ho trovata posso smettere ti cercarmi. 

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Emily Dickinson-Silenzi

 

Se non avessi mai visto il sole

avrei sopportato l'ombra-

Ma la luce ha reso il mio Deserto

ancora più selvaggio.

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  • 3 weeks later...
«Ciò che è spezzato diventerà intero.

Ciò che è curvo diventerà diritto.

Ciò che è vuoto diventerà pieno.

Ciò che è consumato diventerà nuovo.

Chi ha poco otterrà.

Chi ha molto verrà ingannato.»

 

Il libro del Tao - Lao-Tzu

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  • 2 months later...
QuintoEmendamento

"...Ideale capì il vero segreto del movimento perpetuo, l'immobilità perfetta con la quale tutto ritorna, scorre e rimane dentro di noi per sempre."

 

(Ugo Riccarelli, Il dolore perfetto)

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Antinoo era greco: sono risalito, nelle memorie di quella famiglia antica e oscura, sino all'epoca dei primi coloni arcadi sulle sponde della Propontide. Ma l'Asia aveva prodotto su quel sangue un po' acre l'effetto della goccia di miele che rende torbido e aromatico un vino puro. Ritrovavo in lui le superstizioni d'un discepolo d'Apollonio,il culto monarchico d'un suddito orientale del Gran Re. La sua presenza era straordinariamente silenziosa: m'ha seguito come un animale, o come un genio familiare. Aveva le infinite capacità di allegria e d'indolenza d'un cucciolo, la selvatichezza, la fiducia. Quel bel levriero, ansioso di carezze e di ordini, si distese sulla mia vita. Ammiravo quell'indifferenza quasi altera verso tutto ciò che non costituiva il suo piacere o il suo culto: essa suppliva in lui al disinteresse, allo scrupolo, a tutte le virtù volute, austere. Mi stupiva quella sua aspra dolcezza; quella devozione torva, che impegnava l'essere intero. E, tuttavia, quella sottomissione non era cieca: quelle palpebre tante volte abbassate nell'acquiescenza o nel sogno, si levavano; gli occhi più attenti del mondo mi scrutavano in viso; mi sentivo giudicato. Ma lo ero, come lo è un dio da un suo fedele: le mie asprezze, i miei attacchi di diffidenza (ne ebbi, più tardi) erano pazientemente, gravemente accettati. Sono stato padrone assoluto una volta sola, e di un solo essere.

 

Se non ho detto ancora nulla d'una bellezza così evidente, non bisogna credere che l'abbia fatto per una sorta di reticenza, il silenzio d'un uomo avvinto in modo troppo totale. Ma i volti che noi cerchiamo disperatamente ci sfuggono: è sempre solo un istante... Ritrovo una testa reclina sotto una capigliatura disfatta dal sonno, degli occhi che le palpebre allungate facevano parere obliqui, un giovane viso, come disteso. Quel tenero corpo s'è modificato di continuo, a guisa d'una pianta, e alcune di queste alterazioni sono imputabili all'opera del tempo. Il fanciullo mutava: si faceva grande. Bastava una settimana d'indolenza per intorpidirlo; un pomeriggio di caccia gli rendeva la solidità, lo scatto dell'atleta. Un'ora di sole lo faceva mutare dal colore del gelsomino a quello del miele. Le gambe un po' pesanti del puledro si andavano man mano allungando; la gota perdeva la delicata rotondità infantile, s'incavava leggermente sotto lo zigomo sporgente; il torace gonfio d'aria del giovane corridore allo stadio lungo assumeva le curve lisce e polite d'un seno di Baccante. Il broncio delle labbra s'impregnava d'un'amarezza ardente, d'una sazietà triste. In verità, quel volto mutava, come se ogni notte e ogni giorno io lo avessi scolpito.

 

Marguerite Yourcenar, 
Memorie di Adriano

Edited by Woland_88
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  • 2 weeks later...

            

             Moltissimi uomini si sentono oggi in deplorabile contrasto con moltissimi

          altri uomini. È una fondamentale caratteristica della civiltà che l'individuo

             nutra un'estrema diffidenza per l'individuo vivente al di fuori del suo 

             ambiente particolare, così che non soltanto un teutone considera un ebreo 

             come un essere incomprensibile e inferiore, ma anche un giocatore di

             calcio giudica allo stesso modo un pianista. Dopo tutto, l'oggetto esiste

             soltanto mercé i suoi limiti, e quindi in forza di un atto in qualche modo

             ostile verso l'ambiente che lo circonda; senza il papa non vi sarebbe stato

             un Lutero e senza i pagani non vi sarebbe stato nessun papa, perciò è

             innegabile che la più profonda associazione dell'uomo con i suoi simili è la

             dissociazione.

 

             MUSIL, L'uomo senza qualità  

Edited by anakin
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             Scendi, - gli gridò Melker, - un Dio che si lascia crocifiggere fa la commedia,


             Oberammergau oppure Hollywood, i due ladroni sono più credibili di te,


             sono uomini che finiscono sulla croce -.


 


             DÜRRENMATT, La Valle del Caos 


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  • 1 month later...

Lev Tolstoj - Anna Karenina

 

"Scese, evitando di guardarla a lungo, come si fa col sole, ma vedeva lei, come si vede il sole, anche senza guardare."

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  • 1 month later...

Non c'è dentro né spirito, né fuori o coscienza, nient'altro che il corpo così come lo si vede, un corpo che non cessa di essere, anche quando cade l'occhio che lo vede.

E questo corpo è un fatto.

Io.

[Antonin Artaud, Succubi e supplizi].

 

Perché l'essere è colui che ha bisogno,

e io sono il bisogno stesso,

non ho mai conosciuto dell'essere che un orrendo stato di bisogno.

[Antonin Artaud, Succubi e supplizi].

 

La vita presente si mantiene nella sua vecchia atmosfera di stupro, anarchia, disordine, delirio, sregolatezza, pazzia cronica, inerzia borghese, anomalia psichica (perché non l'uomo, ma il mondo è diventato un anormale), di voluta disonestà ed esimia tartuferia, di lurido disprezzo per tutto ciò che mostra di avere razza,

di rivendicazione di un ordine fondato interamente sul compiersi di una primitiva ingiustizia, 

di crimine organizzato, insomma.

Le cose vanno male perché la coscienza malata ha un interesse capitale in quest'epoca a non venir fuori dalla propria malattia.

[Antonin Artaud, Van Gogh. Il suicidato della società].

 

Sotto questa crosta d'ossa e di pelle, che è la mia testa, vi è una costanza d'angosce.

[Antonin Artaud, Al paese dei Tarahumara e altri scritti].

 

Non credo davvero che sarò io a fare la prossima guerra.

Non credo davvero che sono io ad avere in me il mondo del reale.

Credo troppo di fare tutto

ma in linea di principio

e le guerre reali sono soltanto un fatto che riveste i miei principi mentre faccio le guerre di fatto, e farò la mia propria guerra di fatto,

e non ci sarà posto sulla terra per un'altra guerra oltre a questa.

Credo di possedere il fatto

e che non ci sono principi.

Non ho mai fatto differenza tra quanto era vicino e quanto era lontano.

Non ho mai visto la vita come gli altri la vedono.

Sentire voci, come si dice di alcuni, non è allucinazione o delirio,

indica dei sensi un po' più affilati del normale e basta,

indica che non si è né sordi né ciechi mentre sono tutti ciechi e sordi.

[Antonin Artaud, Succubi e supplizi].

 

Ci sono altre cose nella vita oltre al culo e alla bocca, la brava boccuccia da soddisfare,

ma un onore vitale da conservare.

Non lasciarsi mai offendere nella propria vita,

nella propria individualità,

nel proprio corpo.

E' questa la cosa più importante.

[Antonin Artaud, Succubi e supplizi].

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  • 1 month later...





 






"Quando qualcuno cerca,

allora accade facilmente

che il suo occhio perda la capacità

di vedere ogni altra cosa,

fuori di quella che cerca,

e che egli non riesca a trovare nulla,

non possa assorbire nulla,

in se',

perchè pensa sempre

unicamente

a ciò che cerca,

perchè ha uno scopo,

perchè è posseduto dal suo scopo.

 

Cercare significa: avere uno scopo.

Ma trovare significa:

essere libero,

restare aperto,

non avere scopo"

 

Siddharta, Herman Hesse

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