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L'Accettarsi


ican

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Parto col dire che non sono sicurissimo sulla sezione.. ma mi sembra abbastanza una riflessione...
La mia è piu una curiosità, per sentire anche esperienze (per chi vuole) o comunque riuscire a soddisfare questa curiosità.
"Accettarsi".
Personalmente ancora non ho capito appieno il suo significato. Io quando iniziai la pubertà, con i 12 anni circa e quindi con le prime pippette:P, capii che l'attrazione che provavo era abbastanza ambigua: le donne mi provocavano un certo senso di eccitazione, ma la figura maschile era tutt'altro, qualcosa di molto piu intenso. Quindi i miei oggetti della masturbazione furono semplicemente uomini. Capii che ero gay, cosa non sempre accettata dagli altri, ma io non mi feci un vero problema: sono così, non posso cambiare. Ho vissuto la mia omosessualità bene, ho avuto il mio primo ragazzo molto presto (12\13 anni)..
E proprio perchè non ho avuto "squilibri" (non so come chiamarli, perdonatemi) non capisco il problema in se dell'accettarsi, dove nasce, come nasce, come si manifesta e perchè. Potreste illuminarmi?

Spero di essermi spiegato bene:P Grazie =)

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Secondo alcuni scienziati c'è un gene dell'omosessulaità che è portato da alcune donne e che quindi viene portato di generazione in generazione e semplicemente quando una di queste donne rimane gravida può passarlo al bimbo o alla bimba. XD

 

 

E quindi il problema dell'accettarsi secondo me è solo problema di poca autostima.... XD

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E proprio perchè non ho avuto "squilibri" (non so come chiamarli, perdonatemi) non capisco il problema in se dell'accettarsi, dove nasce, come nasce, come si manifesta e perchè. Potreste illuminarmi?

perchè qualcuno di non complessato deve porsi quesiti da complessati? <_< ovviamente la curiosità ( che talvolta può uccidere :asd:

 

 

il problema nasce dal contesto familiare, l'unto del signore non si può pulire con un panno gay :uhsi:

Edited by Aizen
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Sono uno a cui piace sapere le cose che interessano:P E dato che sto iniziando ora a scoprire parte del mondo che vivrò (e che ho vissuto in parte), sono un poco curioso :)
Dalla mia esperienza, anch'io prevalentemente parlerei solamente di contesto famigliare (in casa mia sono abbastanza aperti in tema)... però non sapendo, son venuto qua a chiedere:P

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essere aperti comunque non esclude il problema, sicuramente da qualche zio o zia, nipote, cugino che non vedi da una vita, o che ignoravi la sua esistenza,  verrai indicato come la "Pecora nera della famiglia"... alla fine il problema di accettarsi è essere consci di essere gay senza chiedersi ma con una donna potrei starci... starci per fare che? alla fine è la paura che ti fa ritornare sui tuoi passi, le preoccupazioni dei tuoi che ti vedranno come il figlio "strano" e come puoi dare una pugnalata a tua madre, non regalandole i nipotini?  tutti questi dubbi, perplessità, difficoltà derivanti anche dal contesto in cui uno vive, gay picchiati, semi ammazzati, derisi, impiccati, con lo smalto rosa, e via dicendo influiscono sull' io individuale in relazione agli altri sociali xD

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E proprio perchè non ho avuto "squilibri" (non so come chiamarli, perdonatemi) non capisco il problema in se dell'accettarsi, dove nasce, come nasce, come si manifesta e perchè.

 

Premetto che non ho avuto tali problemi, al massimo ho provato a barare sperando fossi bisessuale, ma niente XD

 

Certi squilibri nascono da:

- Contesto familiare omofobo

- Contesto religioso omofobo

- Contesto sociale omofobo

 

C'è a chi spaventa sulla lunga traversata l'aspettarsi una vita senza diritti, senza figli, senza famiglia, col rischio di avere un partner che davanti alla legge verrà trattato o verrai tu trattato come uno sconosciuto e senza il paradiso ad aspettarti alla fine della corsa.

 

Insomma, chi non si accetta penso che abbia interiorizzato l'omofobia nella quale lo hanno costretto a vivere.

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Io penso questo: oltre alle indiscutibili (ma non per forza predominanti!!!) ragioni "esterne" (famiglia, religione, società..) già elencate, credo che vi siano sostanziali tratti "interni" a turbare la persona.

Tra questi, innanzitutto il sentirsi diverso, la solitudine, il non identificarsi in quello che descrivono gli altri, il non saper "dare un nome" alla cosa, il non sapere fino a quanto questa cosa sia "vera", l'essere il primo ad aver paura del diverso, perché diverso tante volte costa più fatica, dà origine a percorsi meno "convenzionali", canonici.

Penso inoltre, tuttavia, che siano le cause "interne-via esterne" a pesare di più. Quelle che, come diceva anche nowhere, noi interiorizziamo (omofobizziamo?) o ingigantiamo dall'esterno, mettendole quindi in noi e dando più importanza a quello che noi abbiamo capito e rimurginato dal e del di fuori, più che al di fuori stesso.

Qualche esempio:

- La tv descrive i gay come persone particolarmente effemminate, dai tratti strani ed "insolite" (Platinette, Jonathan, Solange etc.). Io forse sono gay. Ma non sono così. E allora che sono? Un caso da studiare?

- La canzone di per sé non critica nessuno, ma dice che che i gay possono cambiare, ok. E allora posso cambiare anche io? 

- Leggo annunci gay su internet in cui si cerca solo sesso, e la stessa cosa accade sui social network. E che cos'è, allora? Un gruppo di pervertiti di cui ovviamente faccio parte anche io?

 

- Mi dicono di trovarmi una fidanzatina. Ma io non la voglio. Che devo fare? Sono sbagliato io allora?

E tanti altri... episodi che, quando non turbano, allontanano comunque dalla serenità, e soprattutto in cui la solitudine non aiuta, perché se solo avessimo un po' di confronto capiremmo subito che non è così, che non è per davvero in questo modo, che certi "casi" forse sono i più "famosi", ma non per questo i più "frequenti". La "normalità" è altro, secondo me è più sana e su questo abbiamo tanti esempi.. (e con questo non voglio dire che dobbiamo essere tutto "spirito", eh :D).

Poi vabbé.. Dovunque si dice ancora gay è sbagliato, è malattia, è errore, è scelta vergognosa... (anche se non si dice solo questo, eh).

Per quanto riguarda i diritti.. Bhé, forse quelli sono motivi di non accettazione per quando si è un po' più adulti, francamente credo che a 15 anni non si pensi tanto al fatto che un eventuale compagno non può venirti a trovare in ospedale se succede qualcosa.. ;).

[scusate la parzialità, ma a me veniva in mente questo ora.. ]

 

Edited by Fe92
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Per quanto riguarda i diritti.. Bhé, forse quelli sono motivi di non accettazione per quando si è un po' più adulti, francamente credo che a 15 anni non si pensi tanto al fatto che un eventuale compagno non può venirti a trovare in ospedale se succede qualcosa..

 

Si, è vero, ma ho cercato di raccogliere un pò tutte le varie motivazioni senza guardare nello specifico al target dell'età.

 


La tv descrive i gay come persone particolarmente effemminate, dai tratti strani ed "insolite" (Platinette, Jonathan, Solange etc.). Io forse sono gay. Ma non sono così. E allora che sono? Un caso da studiare?

 

Riguardo il discorso televisione, c'è da dire che è un problema tutto italiano: telefilm e film che mostrano esempi che non siano estremamente caricaturiali ce ne sono parecchi, il problema è che in Italia o vengono censurati o non vengono trasmessi.

 

Ma ritengo però quello relativo all'informazione un problema legato sempre all'ambiente che hai attorno e non alla persona in sé che non si accetta: un omosessuale ha più probabilità di accendere il computer e fare ricerche più approfondite riguardo l'argomento e scoprire un mondo che non è fatto solo di personaggi televisivi italiani. Tutti gli altri che non vengono minimamente toccati dalla questione, non hanno interesse a farlo, di conseguenza vanno a infoltire la categoria "Contesto sociale omofobo"

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@nowhere. hai sbagliato ordine!

 


Certi squilibri nascono da:

- Contesto familiare omofobo

- Contesto religioso omofobo

- Contesto sociale omofobo

 

L'ordine corretto - come diceva Benito Mussolini -

è Dio, Patria e Famiglia :D

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@Almadel

 

Prendilo come un errore voluto fortemente dall'inconscio che ha reclamato la sua indipendenza da determinati contesti storici:D

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Bhe io direi che nowhere ha sintetizzato il tutto e che Almadel ha corretto l'ordine :D

 

In aggiunta però forse chi:

lo scopre in giovane età, 

vive in un contesto agevolato,

si fa poche pippe mentali o matura precocemente,

 

è agevolato.

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Io mi accodo all'autore del thread: ho capito che mi piacevano i maschietti già a 9 anni, ma pensavo che fosse cosi' per tutti.

Verso i 12 anni ho capito che mi piacevano solo i maschi, e che non era una cosa che succedeva a tutti.

Li per li rimasi male, ma nulla di trascendentale, nel senso che non avevo conflitti interiori di accettazione, avevo capito di essere cosi' e festa finita.  Il mio cruccio era piu' che altro su come dirlo ai miei, e su come conoscere altri gay, visto che in quel periodo vivevo in un contesto piccolo e triste. A 15 anni poi l'ho detto in famiglia, e loro non hanno battuto ciglio...i primi giorni non mi hanno preso sul serio, sapendo che sono uno che scherza pensavano che facessi il cazzaro, poi hanno capito che ero serio. Niente drammi, niente stronzate di psicologi o di religione, anche perchè fortunatamente ho dei gentiori moderni, di sinistra, e ai quali della chiesa non gliene frega niente.

Capisco il disagio di chi deve fare co in un ambiente ostile e non sa se e come dirlo, ma quello che non capisco è il non accettarsi personalmente, sia sul fatto di essere gay, che di essere in generale come si è, anche esteticamente.

C'è gente che non accetta di essere calva, altra di essere grassa, altra di essere gay...ebbene, io non ho mai capito cosa ci sia da accettare in situazioni che sono solo un dato di fatto, situazioni in cui non ci sono altre opzioni di scelta.

Edited by ben81
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C'è gente che non accetta di essere calva, altra di essere grassa, altra di essere gay...ebbene, io non ho mai capito cosa ci sia da accettare in situazioni che sono solo un dato di fatto, situazioni in cui non ci sono altre opzioni di scelta.

 

guarda che non si nasce calvi. lo si diventa dopo aver avuto i capelli in testa. e anche guardarsi allo specchio e vedere una faccia che non ci piace non deve essere il massimo della vita.

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L'accettarsi è sentirsi bene per quello che si è.

Quindi in tutti i casi per ragioni esterne o interiori cio non avviene nasce un conflitto tra quello che si è e quello che si vuole essere.

Nel mio caso specifico questo processo e avvenuto molto ma molto tardi perche non mi riconoscevo come gay nonostante desideri o pulsioni chiaramente omosessuali, quindi l'accettarmi non e stato naturale.

Edited by oliver75
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Chiamasi ESEMPI: potrei fare domani a fare esempi di gente che non accetta una parte di se', fisica o psicologica che sia.

Cosa conclude questa gente, prendendosela perchè non accettà una parte del suo essere?

Nulla...uno spreco di energie e di incazzature a vuoto, senza alcun motivo logico.

Quindi ribadisco: non capisco gente in salute, che spesso ha tutto, ma che non si accetta per come è.

 

@marco77: a chi non piacerebbe essere "perfetto", sempre ammesso che la perfezione esista?

Io nel tempo ho perso un po' di capelli, ma credimi, non me ne è potuto fregare di meno; ergo non capisco chi si fa le fisse mentali preoccupandosi di una cosa del genere, esattamente come non capisco chi si angustia solo perchè ha capito di essere gay.

 

Credo che il benessere abbia fatto perdere di vista a molti cosa è importante nella vita, creando false "preoccupazioni" in alcune persone che sono già di loro "predisposte" a farsi le pippe mentali per tutto.

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Chiamasi ESEMPI: potrei fare domani a fare esempi di gente che non accetta una parte di se', fisica o psicologica che sia.

Cosa conclude questa gente, prendendosela perchè non accettà una parte del suo essere?

Nulla...uno spreco di energie e di incazzature a vuoto, senza alcun motivo logico.

Quindi ribadisco: non capisco gente in salute, che spesso ha tutto, ma che non si accetta per come è.

 

Dipende. Non si puo' fare nulla se si e' gay, ma se si e' infelici perche' grassi qualcosa si puo' fare.

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Certo, puoi fare la Dieta Dukan...ma si trattava di E S E M P I....e vai col secondo sottotitolo...

 

Non ti piace l'esempio del grasso?

Benissimo: c'è gente che non accetta di essere bassa, di avere i capelli ricci, di avere una carnagione di un certo tipo, di avere la r moscia, ECCETERA, ECCETERA, ECCETERA...bastano?

 

Il punto focale non è COME cercare di risolvere/nascondere quello che è percepito come un problema (dimagrendo, mettendosi scarpe coi tacchi, facendosi la piastra, truccandosi, facendo un corso di dizione), ma bensi  è capire che non sono cose di cui crucciarsi!!!

Certa gente dovrebbe crescere, e capire che i problemi veri nella vita non sono queste cazzate...farsi le fisime mentali per certe scemenze è peraltro anche offensivo verso chi davvero ha problemi VERI e lotta ogni giorno, come ad esempio per mangiare (pensiamo a chi vive nel terzo Mondo) o a chi ogni giorno lotta contro una malattia (pensiamo ad un malato terminale).

Fidati che chi ha problemi seri a cui pensare ha poco tempo per piangersi addosso per delle stronzate.

Edited by ben81
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Non e' che non mi piaccia l'esempio del grasso. Ho solo detto che era un esempio poco pertinente. E chi decide cosa valga la pena di crucciarsi? L'adolescente che non si accetta gay e contempla il suicidio dovrebbe sentirsi rincuorato dal fatto che i bambini in Africa non hanno da mangiare? L'accettazione non e'( o dovrebbe) essere un percorso, o pensi che sia una cosa da pensare a tavolino?

Da quello che ho letto in queste poche settimane, in questo forum ci sono moltissimi gay felici e realizzati ( che apparantemente si sono accettati senza grossi problemi). Quasi tutti sbandierano il non essere effeminati, l'essere attivi ( o bisex), essere insospettabili, avere gusti maschili nel vestirsi, nella politica, etc, etc. E a chi non ha tutte queste( a volte molto, molto fantasiose) caratteristiche non e' consentito avere problemi ad accettarsi?

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L'adolescente che contempla il suicidio lo fa non perchè è gay, ma perchè è una persona che ha problemi e che tende a farsi le pippe mentali...se non fosse gay si dispererebbe per qualsiasi altro motivo, come per una bocciatura,  per l'essere stato lasciato dalla ragazza, o per il non piacersi esteticamente; di certo una persona equilibrata e mentalmente stabile non prende in considerazione il suicidio, se non in caso di problemi gravissimi ed insormontabili: l'essere gay non rientra tra questi, almeno non qui, non oggi.

 

Io personalmente manderei le persone che si strappano i capelli solo perchè hanno scoperto di essere gay, a fare uno stage presso un reparto oncologico, in modo da far loro capire la differenza tra problemi veri e preoccupazioni inutili.

 

p.s. l'essere maschili, non effemminati, ecc. sono solo caratteristiche esteriori, che non c'entrano nulla con l'accettazione: ci sono ragazzi maschili e anche belli, ma non gli funziona bene il cervello, e quindi vivono male e pieni di fisime mentali...e non parlo solo di ragazzi gay, ma in generale.

E' un po' come per l'anoressia: abbiamo letto tante volte di ragazze belle, che hanno tutto, che hanno una vita perfetta, ma ad un certo punto puff, gli parte la brocca, si vedono grasse, e si lasciano morire.

 

Si tratta di veri e propri state of mind, di malattie del benessere: la pancia piena genera mostri (cit.)

Edited by ben81
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Nella tua spiegazione hai tolto tutte le variabili legate alle pressioni sociali.

 

 

Mica vero, questo passaggio non è a caso

 

 

 

essere gay non rientra tra questi, almeno non qui, non oggi.

 

 

dove per "qui, oggi" intendo l'oggi dei paesi occidentali.

 

E' chiaro che per un gay nascere in Iran o nell'Europa del medioevo e'/sarebbe stato decisamente piu' pesante in quanto ad ambiente.

In Italia ci sono ovviamente anche persone/ambienti non friendly, ma nessuno ci mette il cappio al collo, ergo non sussistono ostacoli tangibili che portino al non accettarsi in quanto gay...ricordo inoltre che parliamo di accettazione, e non di coming out: ergo un teenager italiano chei vive in un ambiente/famiglia non friendly può benissimo accettarsi per come è, pur preferendo non fare co, cosi' come un teenager iraniano può accettarsi per quello che è, pur decidendo di nascondersi per evitare rischi fisici.

 

Il problema dell'accettazione non dipende quindi dall'ambiente, quanto dalla testa di ognuno di noi.

Edited by ben81
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E' un po' come per l'anoressia: abbiamo letto tante volte di ragazze belle, che hanno tutto, che hanno una vita perfetta, ma ad un certo punto puff, gli parte la brocca, si vedono grasse, e si lasciano morire.

 

Percio' le ragazze anoressiche o bulimiche sono cosi' non per pressioni sociali, ma solo perche' "sbroccano"?

 

 



In Italia ci sono ovviamente anche persone/ambienti non friendly, ma nessuno ci mette il cappio al collo, ergo non sussistono ostacoli tangibili che portino al non accettarsi in quanto gay

In Italia ci sono ovviamente anche persone/ambienti non friendly, ma nessuno ci mette il cappio al collo, ergo non sussistono ostacoli tangibili che portino al non accettarsi in quanto gay...

 

Questo io non lo so dato che non vivo in Italia da anni. Mi piacerebbe sentire il parere dei giovani(ssimi) che scrivono qui. Non so se il percorso di accettazione che un giovane fa sia cosi' sconnesso dalle persone, dagli ambienti, e spesso dalla famiglia che ha attorno. la testa di ognuno di noi e' cosi' anche perche' abbiamo vissuto in un certo contesto.

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@ican, se vuoi, ma anche no, te lo spiego io il significato dell'"accettazione". Accettazione, in termini freudiani (scusa per il riferimento culturale molto fastidioso per un gay) significa essere triangolato edipicamente. Che tu sia etero o omo, se ti accetti, ti fai triangolare da Edipo. Miticamente, ma così realmente...

Il problema non è accettare se stessi, è accettare la società che ti triangola per sfruttarti. Che tu sia etero o gay, è irrilevante. Davvero!

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Ma ritengo però quello relativo all'informazione un problema legato sempre all'ambiente che hai attorno e non alla persona in sé che non si accetta: un omosessuale ha più probabilità di accendere il computer e fare ricerche più approfondite riguardo l'argomento e scoprire un mondo che non è fatto solo di personaggi televisivi italiani. Tutti gli altri che non vengono minimamente toccati dalla questione, non hanno interesse a farlo, di conseguenza vanno a infoltire la categoria "Contesto sociale omofobo"

Su internet devi cercare un bel po', perché se lo accendi e cerchi male... ti fai un'idea ancor peggiore di quello che hai, credimi.

Ci sono volute notti e notti prima di trovare "buoni esempi", come questo forum... I primi risultati avuti non sono stati per niente incoraggianti, anzi..

@ben81

 

Io non la farei così' semplice. E credo che più si vada in "età adulta" ad accettarsi (perché prima le pulsioni non sono stati tali da.., perché c'erano ancora dubbi, perché la sessualità non si era ancora pienamente "formata", perché non si dava/voleva dare il nome giusto alla cosa), più la cosa diventi problematica.

Non insormontabile, ma chi non si accetta subito e pensa a tante cose brutte prima di farlo non è per forza una persona instabile, ma una persona che si sente comunque sola in un contesto in cui poche o nessuna sono le mani tese in aiuto e in cui ancora sussistono discriminazioni o ad ogni modo condizioni sfavorevoli.

Inoltre la complessità di una persona non è indice della sua tendenza alla depressione, ma è un parametro spesso indipendente da essa.

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Come al solito Ben ha la capacità di mandare in vacca qualsiasi discussione xD.

Il fatto che tu abbia avuto vita facile non vuol dire che sia così per tutti. In Italia non sarai punito con la legge ma vivere in una famiglia in cui ogni giorno ti danno del malato o del anormale può essere molto dura. E senza arrivare a situazioni famigliari estreme, non è sempre facile accettarsi. E le persone hanno il diritto di prendersi i loro tempi, senza bisogno che arrivi un ben qualunque a sparare a zero su di loro. Fare paragoni con malattie terminali poi, lo trovo di cattivissimo gusto.

Tra l'altro ti poni sempre in un piedistallo rispetto agli altri. Tu ti sei accettato subito, tu stai in una relazione stabile e chi non è come te ha qualche "problemino". In genere le persone felici e serene non sparano giudizi a destra e a manca su chiunque. Se questo è essere equilibrati, allora son felice di non esserlo.

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E quindi il problema dell'accettarsi secondo me è solo problema di poca autostima.... XD
l'autostima da cosa deriva? :look: 

 


Come al solito Ben ha la capacità di mandare in vacca qualsiasi discussione xD........ Tra l'altro ti poni sempre in un piedistallo rispetto agli altri.
mai come ora sono d'accordo con una lesbica :asd: xDxD 
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ergo un teenager italiano chei vive in un ambiente/famiglia non friendly può benissimo accettarsi per come è, pur preferendo non fare co, cosi' come un teenager iraniano può accettarsi per quello che è, pur decidendo di nascondersi per evitare rischi fisici.

 

Se sei credente nel modo più tradizionale del termine (cioè che non ti ritagli su di la religione come meglio si adatta alle tue esigenze), già ti si può porre un grosso problema nell'accettazione.

Perchè se mi accetto, automaticamente mi prenoto un biglietto di sola andata per l'inferno.

 

Lo stesso discorso lo si può fare per la mancanza di diritti.

Tutto ciò che non è regolato a livello di legge, non è tutelato

E prima che iniziate con le solite frasi "ah no perchè io non ho bisogno di uno stato che riconosca quei quattro diritti che non mi servono a niente bla bla bla" da bravi paladini dell'anticonformismo, riflettete sul fatto che c'è gente (e non si parla di adolescenti come già detto) che forse nell'indecisione, si fanno spaventare dal non avere un posto all'interno della società  (si, perchè ci sta gente che vorrebbe solo viversi una vita qualsiasi).

 


Su internet devi cercare un bel po', perché se lo accendi e cerchi male... ti fai un'idea ancor peggiore di quello che hai, credimi.

Ci sono volute notti e notti prima di trovare "buoni esempi", come questo forum... I primi risultati avuti non sono stati per niente incoraggianti, anzi..

 

Non parlo dei forum, parlo anche della possibilità di vedere che negli altri paesi vengono trasmessi film&telefilm non censurati (cioè ragà qui si parla di vedere alle 2 del pomeriggio gente che tromba a beautiful ogni volta con qualcuno di diverso per poi vedersi le puntate di buffy con quei 2 baci in croce saffici censurati) o trasmissioni come Ellen Degeners Show.

Tu sicuramente dirai "ma la tv e l'arte non è vita reale", certo, è vero, ma già il fatto che esiste altro al di fuori delle macchiette con cui si viene bombardati nella televisione italiana, è comunque qualcosa.

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Io trovo sconfortante in tutta questa discussione la rimozione della funzione edipica nel problema dell'accettazione.

La triangolazione edipica è una delle più credibili spiegazioni ad oggi valida, dal punto di vista psocoanalitico, del problema dell'accettazione: accetti te stesso come eterosessuale quando simbolicamente uccidi il padre e possiedi la madre nella figura di un'altra donna sulla quale proietterai la maternità, sempre simbolicamente.

In generale, accetti te stesso come omosessuale quando simbolicamente uccidi tua madre e proietti su un altro uomo la paternità, simbolicamente. La società accetta che un uomo sia dipendente dalla madre simbolica, ma non dal padre simbolico, perché in una società patriarcale il padre simbolico è solo lo Stato (in una società teocratica è Dio e in alcune società Dio e Stato si identificano). Sfuggono alla triangolazione edipica i bisessuali e i queer, che per questo, spesso, trovano difficoltà nell'integrarsi in contesti tanto omonormativizzati quanto eteronormativizzati.

Un omosessuale che non ha risolto il nodo edipico difficilmente accetterà la paternità simbolica nell'altro da sé. Questo spiega perché molti gay hanno più difficoltà a costruire rapporti stabili rispetto agli etero, dimostrando che l'"omofobia sociale" spesso viene usata, pur nella sua realtà effettuale, come un comodo paravento per deresponsabilizzarsi. E questo spiega anche perchè molti gay hanno difficoltà ad accettare lo Stato, l'Autorità e lo stesso concetto di Dio. Poi, naturalmente, vi sono delle eccezioni. Io per esempio, attraverso l'indagine filosofica e storica, sono giunto alla necessità di non avere bisogno dell'ipotesi Dio per spoegarmi certe cose, e ad una visione laica della politica. Ma non mi sognerei mai di negare un ordine morale del mondo, in senso kantiano. Proprio perchè il nodo edipico l'ho superato. Accettandomi in maniera responsabile. Perchè c'è una responsabilità anche nell'accettarsi, sapete? E c'è una differenza fra "accettarsi" e "lasciarsi andare"...

Attenzione, la triangolazione edipica non è la spiegazione unica e assoluta dell'omosessualità: è semplicemente, dal punto di vista dell'approccio psicologico, un buon punto di partenza per una spiegazione psicanalitica. Ma vi sono altre spiegazioni psicanalitiche, come ve ne sono anche di altre psicologiche.

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