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Cattolicesimo


Mercante di Luce

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@Marcozzz

 

il tuo ragazzo è cattolico come te ? puoi anche non rispondere naturalmente.

 

per conto mio se vuoi vivere la tua omosessualità e il tuo cattolicesimo dovresti trovare un prete accondiscendente e risolvi così.

Edited by marco77
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Secondo me i problemi per un gay cattolico sono tutti da parte della chiesa

nel senso che è la dottrina cattolica che indica l'orientamento omo come intrisecamente disordinato (specifico orientamento, non atto omosessuale) e chiede di rinnegare se stessi per far parte del gregge

Per gli altri gay, al massimo, esiste una sorta di curiosità rispetto a chi vuol far parte a tutti i costi di una comunità che lo rifiuta

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Se io "ho visto" (o per lo meno credo di aver visto) la verità nel cattolicesimo, ma nello stesso tempo ho visto che non c'è male in me, perchè Dio mi ha fatto così... e ho capito, dopo tanta sofferenza, che non c'è contraddizione....

 

Il problema che stranamente non percepisci (rimozione di comodo?) è che tu, ovviamente se vuoi essere cattolico in comunione con la Chiesa, non puoi "vedere" autonomamente né la verità che c'è nel cattolicesimo né il male che non c'è in te!

Per questa "visione" di vero/falso, di bene/male, c'è un'autorità apposita, costituita inizialmente da Cristo e assistita costantemente dallo spirito santo.

A questa autorità, cioè al pontefice romano in particolare e al corpo episcopale in generale, tu devi obbedienza, questa autorità ha il magistero dottrinale infallibile in materia di verità di fede e di morale, questa autorità ha il compito pastorale sul gregge dei fedeli per disposizione divina e quindi, come dice il nome, dirige i fedeli e li conduce a pascolare qua o là secondo il suo discernimento inappellabile come un pastore fa con le pecore.

Infatti se una pecora s'allontana dal pastore per pascolare l'erba che preferisce, diviene una pecorella "smarrita" che può finire male cadendo in un burrone o nelle fauci d'un lupo, perché essa non ha facoltà di discernere quale sia il suo pascolo nutriente e senza pericoli.

Fuori di metafora tu non puoi, cattolicamente parlando, "vedere che in te non c'è male" se il tuo pastore supremo ha visto, al contrario, che in te c'è il male, eccome se c'è!

Tu puoi solo o sottometterti e riconoscere che in te c'è quel male, eventualmente pentendoti e ricorrendo alla misericordia del tuo dio nei modi indicati dal suo pastorale ministro, oppure ripudiare il pastore, lasciare il gregge e trovarti un pascolo di tuo gradimento e un'erba di tuo piacere, accettando però anche di non essere più pecora di quel pastore e animale di quel gregge.

Tertium non datur.

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1) Ti è stato evidenziato che tu non puoi essere cattolico in senso stretto, con la tua visione personale. Alla luce di questo, perché lo dichiari? (sei libero di dichiararlo, ma non di esserlo, perché viene definito il tuo essere o meno cattolico dalle dottrine, se non le rispetti non lo sei)
 

 

mi è stato evidenziato "che io non posso".bah... è bello vedere perfetti estranei che se ne vengono a sparar sentenze. Io ho cercato di spiegare le motivazioni per cui non vedo l'incongruenza di essere cattolici e gay contemporaneamente. Se voi ritenete che le mie spiegazioni siano erronee o insufficienti basta che lo dite, ditemi "continuo ad essere in disaccordo con te". Criticatemi una singola mai affermazione che non vi va a genio. Ma se voi mi dite "non si può essere gay e cattolici insieme" e io vi rispondo con delle motivazioni voi non potete continuare a dirmi "resta il fatto che è incoerente essere gay e cattolici insieme". Cioè allora io cosa ho scritto a fare?? cotestatemi i singoli punti, non tutto il ragionamento, altrimenti io nn ripeto venti volte le stesse cose. E anche se non siete d'accordo almeno siate rispettosi. L so, ho ripetuto due volte la stessa cosa.... ma visto che l'ho detto 50 volte e mi dice sempre le stesse cose... beh " se repetita iuvant... allora repetita iuvant" (alla paolo kessisoglu)
 
2)Tu preferisti stare col tuo uomo, decidere di viverci insieme anche se vai contro la chiesa cattolica?Oppure, preferisci la tua comunità e vivere un omosessualità sottotono come compromesso per vivere nella tua comunità?
 

 

Ma se ti ho detto che questo out-out per me non si pone, che è possibile conciliare le due cose, perché mi chiedi cosa scelgo? è come se vai da un genitore e gli dici "hai un figlio e una figlia. Hai una barca con cui attraversare il fiume, chi non passa oltre al fiume muori. Porti con te tuo figlio o tua figlia?" e lui ti risponde "guarda che la barca è grande, ci stiamo tutti e 3" e tu continui "fa niente, scegli, chi salvi, tuo figlio o tua figlia?". Nel caso migliore vuol dire che non hai compreso la risposta, nel caso peggiore che non l'hai manco ascoltata.
 
3)Cosa rappresenta per te la comunità cattolica? 
 

 

La comunità cattolica per me rappresenta quell'insieme di persone che credono in Cristo e credono che il suo messaggio vada vissuto in un dato modo. E' composta da persone, che quindi possono sbagliare. ma l'importante è che facciano del loro meglio per vivere il messaggio cristiano.
 
il tuo ragazzo è cattolico come te ? puoi anche non rispondere naturalmente.
per conto mio se vuoi vivere la tua omosessualità e il tuo cattolicesimo dovresti trovare un prete accondiscendente e risolvi così.
 

 

Lui è poco interessato alla religione. Gli va bene che forse c'è Dio ma non gli interessa troppo. è un po '"agnostico" per così dire. Ma io rispetto le sue scelte come lui rispetta le mie.
Cmq non si tratta di "trovare un prete accondiscendente", io mi sento in pace "con me stesso e con Dio". Non ho bisogno di ricercare un prete a cui "vada bene" (anche se certamente mi farebbe piacere trovarne).
 
Il problema che stranamente non percepisci (rimozione di comodo?) è che tu, ovviamente se vuoi essere cattolico in comunione con la Chiesa, non puoi "vedere" autonomamente né la verità che c'è nel cattolicesimo
 

 

Il problema che stranamente tu non percepisco è questo tuo è un pregiudizio. E' un pregiudizio da non cattolici. Un conto è dire che io posso fare il giudice di me stesso (e come tutti i cristiani, non solo i cattolici, il mio unico giudice è Dio), un altro è che io non possa avere una mai opinione personale e seguirla se sono REALMENTE convinto che sia giusta. Io non ti ho detto "io ho compreso la verità eterna e accuso il papa di alto tradimento". Io sto dicendo "nel mio intimo sono sicuro (a tal punto da giocarmi la vita e l'anima) che le coe stiano così". Ripeto, se io mi sentissi che non agendo così andrei contro il messaggio di Cristo, come potrei definirmi cristiano (non solo cattolico ma cristiano proprio), pur sentendomi di andare contro Cristo. Io mi sento "intimamente certo", poi potrò anche sbagliarmi magari, ma questo me lo dirà Cristo in caso. Io non voglio "Il permesso" di fare sesso col mio ragazzo così poi posso farlo in santa pace, io voglio che "le persone che amo" (amici, famiglia, tutti gli altri cristiani, e quindi tutti gli altir uomini), vedano l'amore che io e molti altri ragazzi possiamo provare per altri ragazzi (e ragazze per le ragazze, perché si parla sempre al maschile ma non bisogna scordarsi che nel mondo femminile spesso c'è ancora più omofobismo. A molti etero fa piacere vedere due ragazze che fanno sesso ma se gli si die che "si amano" gridano allo scandalo). Ma questa "esigenza" di condividere l'amore è presente solo in un'ottica cristiana. O meglio, può esserci anche in un'ottica atea, ma in un'ottica cristiana assume necessariamente un valore diverso. Perché l'amore che provo io per il mio ragazzo non è solo l'amore "che io provo per lui", è il "riflesso" dell'amore che Cristo prova per me, ed è un amore che si fonde con l'amroe che io provo per Cristo e per il resto dell'umanità in quanto tale. Per un cristiano l'amore che si prova per il partner non è una linea che nasce da un punto per arrivare ad un altro punto (unidirezionale), e non è semplicemente nemmeno un amore bidirezionale che passa tra i deu amanti. E' un amore he "vedendosi" nella sua direzione verso un altro essere umano "mostra" un amore che in realtà si diffonde (o meglio, "si effonde") in ogni direzione. una riflessione "aggiunta" fa accorgere che questo amore non è ssemplicemente "un raggio vettore" che si espande nello spazio, ma è lo spazio intero che non è altro che amore, che vede la sua vera origine in Dio ed il termine in... in nessuna parte, perché non c'è termine, lo spazio non è solo colmo d'amore, ma è l'amore stesso che "essendoci" crea lo spazio. Lo spazio non è solo saturo d'amore, l'amore è generatore di spazio, del suo prorpio spazio d'azione. Se avete delle conoscenze di geometria aristotelica o quantistica (diverse ma analoghe per l'aspetto che mi interessa ora), provate a pensare in questo modo allo spazio a cui mi riferisco. Per Einstein e aristotele (e anche per il primo kant a dire il vero) lo spazio non esiste a priori ma è dato dalla materia. Non c'è uno spazio vuoto riempito di materia, ma c'è una materia che con la sua presenza configura uno spazio determinato
Certo vi chiederete cosa c'entri lo spazio in tutto ciò... forse per qualcuno ho divagato troppo, ma in realtà ho solo cercato (tramite una metafora fisico-geometrica) si spiegarvi come un cristiano percepisce l'amore di Dio (ed il proprio in rapporto ad esso). Ovviamente non sto dicendo "le cose stanno così punto e basta", potete benissimo dirmi "sono solo metafore estetiche ma prive di valore di verità". Io non voglio dimostrare un bel nulla con questo esempio, voglio solo cercare di "mostrare" in che modo intendo l'amore, visto che spesso mi è stato chiesto. Spero che la metafora sia stata chiara perché "rimane pur sempre una metafora", non si può "spiegare" come stanno le cose. Per il semplice fanno che nemmeno io posso spiegarlo a me stesso.
E cmq, per chi obietta che il singolo uomo non è in rapporto con Dio, mi basta citare agostino. Immagino che tutti conosciate, almeno di nome, Agostino. E' uno dei sant più importanti, la chiesa lo riconosce come un "dottore della chiesa" (o un titolo analogo, ma il titolo cambia solo a seconda del periodo storico, il contenuto alla fin fine è lo stesso xD). Ecco, sappiate che Agostino ha insistito tanto sul rapporto "personale" tra il singolo e Dio. Agostino ha chiaramente sentenziato "Dio si conosce solo guardnado nel fondo della prorpia anima". Non che tutta la teologia sia inutile (anzi), ma la "scoperta" che "Dio c'è" e che "Dio è vivo" ed è "prorpio quel Dio", queste consapevolezze vengono tutte da una riflwessione su se stessi con se stessi. Poi ripeto, siete lberi di non essere d'accordo con me, però per favore non venite a sentenziare come se foste deus ex machina.
 
A questa autorità, cioè al pontefice romano in particolare e al corpo episcopale in generale, tu devi obbedienza
 

 

Io devo la mia Obbedienza a Cristo, poi, per riflesso, la devo ANCHE al papa. Ma seio ritengo che seguendo il Papa non obbedirei a Cristo (la cui unica legge è la legge dell'amore), allora io seguo cristo. Qui in terra il papa può "punirmi" (può scomunicarmi se vuole), ma l'unico giudice che temo è Dio. Io preferisco la scomunica qui in terra e presentarmi di fronte al "vero" giudice con le mani sporche di terra, piuttosto che trovarmi di fronte a Lui con mani sporche di sangue e lavate prima di entrare "in aula".
Durante il regime nazista molti uccidevano gli ebrei perché "così gli ordinavano le leggi". Eppure al Processo di Norimberga sono stati condannati lo stesso perché avevano il dovere di disubbidire alle elggi vedendo che queste andavano contro  i principi di umanità (che poi nesusno li aveva "fissati ancora")... ecco, io misento un po' come quei soldati. Dovendo scegliere tra le leggi che "il potere temporale" mi impone, e le leggi che ritengo siano le VERE leggi spirituali (e l'unica legge di Cristo, ripeto, è l'amore), allora io mi inchino di fronte al potere "terreno" e accetto qualsiasi punizione mi venga inflitta, ma non rinnego la legge che ritengo l'unica vera legge. Ripeto per la 50esima volta, se la Chiesa mi dovesse accusare di disubbidienza io sono pronto a difendere le mei tesi di fronte al sant'uffizio. Se costoro riterranno che io ho torto subiò pure le punizioni che riterranno opportune, e aspetterò l'UNICO vero giudizio.
Anche qui mi sono ripetuto molte volte ma come prima "ripetita iuvant... ripetita iuvant"
 
per pascolare l'erba che preferisce
 

 

 
Non si tratta dell'erba che preferisco, si tratta dell'erba che ritengo più salutare. RItengo che l'erba che il pastore stia dando alle altre pecore sia velonosa. Se poi invec eè la mia velenosa, allora morirò io. "e perché allora non ti allontnai dal pastore?" semplice, perché penso che il pastore si sbagli "per errore", non che voglia avvelenare le altre pecore. E continuo a belare attirando l'attenzione sulla mia erba perché spero che il pastore, dopo avermi dato tante mazzate per essermiallontanato, controlli l'erba. In tal modo, se ho ragione, il pastore cambierà dieta e salverà tutte le altre pecore che altrimenti morirebbero. Per questo "non me ne vado", ma preferisco subire le "mazzate", se questo può portare ad uan riflessione e salvare le altre pecore.
 
tu non puoi, cattolicamente parlando, "vedere che in te non c'è male" se il tuo pastore supremo ha visto, al contrario, che in te c'è il male, eccome se c'è!
 
 
 
Il mio UNICO pastore è Cristo. il Papa al massimo è "Il cane pastore". (ovviamente nell'esempio precedente parlando di pastore mi riferivo al papa, in questo caso però ho dovuto sottolineare la differenza che intercorre tra il papa e Cristo).
 
Ripeto una frase che ha detto fenix, continuate a scambiare il rispetto per il papa, in quanto vicario di cristo, con  un'idolatria nei confronti dello stesso.
 
1)Papa: io, in quanto cattolico, CREDP fermamente che il Papa cerchi di guidarmi per il mio bene. CREDO che lui sia sicuro di fare il mio bene, anche se potrebbe sbagliarsi.
 
2)Dio/Cristo: io, in quanto cattolico, sono SICURO che Dio mi guidi oggettivamente per il mio bene, e sono SICURO che fa il mio bene infallibilmente, e che non può sbagliarsi.
--> Dio mi ha fatto gay. questo vuol dire che vado bene così.
 
E voglio sottolineare una cosa MOLTO importante. Anzi dire, perché è una cosa che finora NON ho detto. Ma ora lo dico. Ciò che mi ha fatto comprendere che "va bene" che un uomo ami un altro uomo, non è stato vedere l'amore che IO provo per il mio ragazzo. Ma è stato il SUO amore. Ho visto l'amore che LUI prova per me, ed in questo ho riconosciuto l'amore di Cristo.
 
Molti di voi non si sono resi conto che per me non si tratta solo di "compatibilità" tra fede in Cristo e "essere gay", si tratta del fatto che la fede in Cristo mi ha fatto accettare di essere gay, e l'amore "gay" del mio ragazzo mi ha dato la più forte prova dell'amore di Cristo (e quindi, per conseguenza, la fede in Cristo). So che per molti di voi sarà una cazzata e diranno che sto farneticando, ma per chi mi chiedeva una risposta, QUESTA è la mia risposta. potete pure sbarrarla in rosso e "darmi 2" a qusto "compito in classe", ma questa rimarrà sempre la mia risposta.
 
 
 
 
 
PS:
Tertium non datur.
infatti, non è dato alcun terzo. Cristo sostiene l'amore tra me ed il mio ragazzo, e l'amore tra me ed il mio ragazzo sostiene la mai fede in Cristo
Edited by Marcozzz
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Mercante di Luce

La comunità cattolica per me rappresenta quell'insieme di persone che credono in Cristo e credono che il suo messaggio vada vissuto in un dato modo. E' composta da persone, che quindi possono sbagliare. ma l'importante è che facciano del loro meglio per vivere il messaggio cristiano.

Sai qual è il problema?

Che tu credi che il modo in questione sia possibile definirlo personalmente, mentre per la chiesa cattolica no. Per altre chiese cristiane sì.

E siccome la chiesa cattolica è un organismo gerarchico e organizzato e non solamente un insieme informe di persone con "qualcosa in comune", va da se che o stai al gioco o sei fuori.

Chiedi perché non si possa essere, ai nostri occhi, cattolici e omosessuali in maniera coerente?

Perché la chiesa cattolica, gerarchica e organizzata, promulga da sempre un concetto di affettività, normalità e amore carnale univoco. E le divergenze tra un omosessuale credente e la chiesa cattolica non possono essere piccole se egli vive la sua sessualità senza rimorsi. A maggior ragione se egli si fa interprete diretto del messaggio vangelico scavalcando, di fatto, tutte le gerarchie.

Gli uomini sono fallibili, è vero, ma i credenti dovrebbero vedere negli esponenti della chiesa persone illuminate, io trovo inconcepibile che un cattolico possa reputare illuminati solo pochi periferici preti controcorrente.

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ho trovato per caso questa pagina del 2008

Già stavo male prima, appena ho visto il banner "Io sto col Papa" m'è salito un certo sbocco...

 


La comunità cattolica per me rappresenta quell'insieme di persone che credono in Cristo e credono che il suo messaggio vada vissuto in un dato modo.

Quante volte dobbiamo ripetere che "per me" e "cattolico" non vanno molto d'accordo?

 


Durante il regime nazista molti uccidevano gli ebrei perché "così gli ordinavano le leggi". Eppure al Processo di Norimberga sono stati condannati lo stesso perché avevano il dovere di disubbidire alle elggi vedendo che queste andavano contro i principi di umanità (che poi nesusno li aveva "fissati ancora")... ecco, io misento un po' come quei soldati.

Tu consiglieresti quindi ad un soldato che ha visto tutte le atrocità del nazismo di continuare a proclamarsi nazista?

Ho già sentito questo tipo di frasi, che suonavano all'incirca:

 

 

Hitler era un grande uomo, si è solo fatto prendere la mano sterminando gli ebrei.

 

 

Mussolini era un ottimo statista e ha fatto solo del bene, ha solo sbagliato ad allearsi con Hitler.

 

In genere le persone che fanno queste dichiarazioni formano il substrato dove prolificano neonazismo e neofascismo.

 

 

Tu credi che il Papa stia davvero cercando di fare gli interessi della comunità cristiana e dell'umanità.

Io credo che sia sostanzialmente un burattino nelle mani di un potentato vaticano che ha tutt'altro da pensare che al messaggio di cristo.

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ma oggi non avete visto il papa vestito bene per le feste a dare a tutti gli auguri di natale in 88 lingue ?

 

e tutto quelli che gli stavano seduti attorno, come erano vestiti bene per la festa.  :nyam:

 

come è colto quell'uomo  :maninlove: e in più suona anche il pianoforte  :haha: .

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@@Marcozzz , vorrei farti una domanda, e preciso che sarò breve per chiarezza ma non perché voglia usare un tono secco o polemico, anzi, sono domande sincere.

 

Tu ritieni che possa legittimamente definirsi cattolico, per esempio:

- un attivista pro-eutanasia

- un divorziato risposato

- un mafioso

- una donna decisa ad abortire

 

supponendo che costoro agiscano con piena consapevolezza, convinti di non avere alcuna colpa?

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Se è per questo Casini è un divorziato, risposato ed è stato convivente more uxorio per molto tempo, nonostante ciò fa del suo essere cattolico profamily una bandiera politica

ne vogliamo parlare?

Edited by prefy
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@penna

 

il cattolico perfetto non esiste, altrimenti che confessago a fare i preti ? tutti possono sentirsi cattolici anche se fanno cose che la chiesa non vuole.

 

@prefi: ah casini perdica bene e razzola male, tipico di tanti.

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Mercante di Luce
@@penna

 

il cattolico perfetto non esiste, altrimenti che confessago a fare i preti ? tutti possono sentirsi cattolici anche se fanno cose che la chiesa non vuole.

 

@prefi: ah casini perdica bene e razzola male, tipico di tanti.

Non è corretto, poiché il cattolico ha la possibilità di peccare ma pentendosi attraverso il sacramento della confessione egli espia le sue colpe promettendosi di non commetterle più.

Gli esempi che ha portato @@penna riguardano persone che agiscono in un certo modo convinte che le loro azioni non siano peccaminose, dunque non se ne pentono né cercano il perdono in confessione.

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Non è corretto, poiché il cattolico ha la possibilità di peccare ma pentendosi attraverso il sacramento della confessione egli espia le sue colpe promettendosi di non commetterle più.

 

si però alla fine le persone che vanno a confessarsi ripetono gli stessi peccati, sia che siano peccati sessuali che altri. dunque la promessa di non ricommetterli non è rispettata totalmente.

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si però alla fine le persone che vanno a confessarsi ripetono gli stessi peccati, sia che siano peccati sessuali che altri. dunque la promessa di non ricommetterli non è rispettata totalmente.

 

Già, ma li ripetono "per sbaglio", loro comunque credono che si tratti di peccato.

Negli esempi che ho riportato, invece, quelle persone sono convinte di non peccare. Non hanno alcuna remora ad agire nel modo in cui agiscono, non possono pentirsi di qualcosa che non ritengono una colpa, come @@Mercante di Luce ha ben colto. Capisci la differenza?

 

Resta quindi valida la mia domanda, rivolta ai gay cattolici: secondo voi persone così possono legittimamente definirsi cattoliche?

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certo che capisco la differenza.

 

anche galileo si è pentito per qualcosa che non riteneva di pentirsi e aveva ragione lui come la chiesa ha ammesso da pochissimi anni.

 

certo che i gay cattolici possono ritenersi cattolici se vogliono.

 

facile ripetere lo stesso peccato "per sbaglio" come fanno tutti i cattolici, solo ai gay non si concede questo sbaglio della ripetizione ?

Edited by marco77
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Uhm... ho letto diverse cose a cui penso di dover dare una risposta... ora però non posso, sono appena tornato da una serata con un amico in cui abbiamo parlato per la prima del fatto che sono gay dopo che ho fatto CO l'ultima volta che l'ho visto ques'estate... ergo ho la mente un po' altrove xD

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certo che capisco la differenza.

 

anche galileo si è pentito per qualcosa che non riteneva di pentirsi e aveva ragione lui come la chiesa ha ammesso da pochissimi anni.

 

certo che i gay cattolici possono ritenersi cattolici se vogliono.

 

facile ripetere lo stesso peccato "per sbaglio" come fanno tutti i cattolici, solo ai gay non si concede questo sbaglio della ripetizione ?

Penso che la storia sia così:

Se uno vive con perenne senso di colpa la propria gayezza, ritenendola sbagliata e magari cercando di curarla, la chiesa può accettarlo

se, viceversa, pensa che in essa non ci sia nulla di male e la vive serenamente (quindi non si confessa perchè non ritiene di aver nulla di cui pentirsi), la chiesa non lo accetta

A questo punto, però, non capisco perchè la stessa accetti tranquillamente un Casini e di essere rappresentata da lui che ha scelto di risposarsi e chiaramente non è pensabile che adesso cerchi di corregge la sua condizione di risposato e non Vendola

Non so se mi spiego

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A questo punto, però, non capisco perchè la stessa accetti tranquillamente un Casini e di essere rappresentata da lui che ha scelto di risposarsi e chiaramente non è pensabile che adesso cerchi di corregge la sua condizione di risposato e non Vendola

 

accetta casini perchè le fa comodo. semplice no ?

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mmmhhh.... intressante!

Ewiva l'ipocrisia!

Allora per molti arrivisti è semplice sgodacchiarsi la vita a proprio piacimento poi recitare un atto di dolore e via a farsi benedire dalla papessa in persona, ottendendo l'investitura tanto anelata dai politici italioti

Che ci vuole?

Basta rinunciare  all'amor proprio e, diciamoci la verità, per gran parte dell' umanità non è un grosso sacrificio :imsohappy:   

Magari domani vedremo in parlamento un gay sposato ma peccatore affannarsi a promuovere l'abrogazione della legge sul divorzio con effetti retroattivi e magari con la benedizione del vaticano  :evil:

Che bellllllllo !

 

accetta casini perchè le fa comodo. semplice no ?

E non ti fa un pò schifo da parte di chi si affanna tanto a pontificare sui valori non  negoziabili?

Edited by Loup-garou
Unito post doppio
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Parlare di Casini nello specifico mi sembra OT.

 

Rinnovo l'invito a @@Marcozzz a rispondere - quando potrà - alle domande di cui sotto, sarei davvero interessata a sapere come la pensa.

 

(non riesco a quotarmi quindi incollo e basta)

 

Tu ritieni che possa legittimamente definirsi cattolico, per esempio:

- un attivista pro-eutanasia

- un divorziato risposato

- un mafioso

- una donna decisa ad abortire

 

supponendo che costoro agiscano con piena consapevolezza, convinti di non avere alcuna colpa?

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Ecco i lumi di speranza, e ce ne sono!!!

*_*

 

So che per molti di voi costui è un eretico come me e fenix e altri, ma per noi invece è un barlume di luce e speranza... ed ogni volta che vedo altre persone così mi pare di vedere un filo d'erba, di per sè piccolo ed insignificante, ma che con tutti gli altri forma immense praterie

 

 

EDIT: ora sto scrivendo la mia risposta penna ;)

 

EDIT2: scusami penna, scusami veramente, te lo chiedo col cuore. Avevo scritto una bellissima risposta e per colpa del touchpad, come al solito, il browser mi è andato indietro di una pagina e ho perso tutto. So che sembrano scuse per non rispondere ma avevo scritto una risposta veramente BELLA (dal mio punto di vista si intende). Ora ho da fare e non ho tempo di riscrivere la risposta (c'ero stato su mezzora su quella)... rispondo in estrema sintesi: per un cristiano non è importante giudicare se una persona possa legittimamente o meno definirsi cristiana. Ciò che importa è che si cerchi di "vivere" una vita cristiana. Poi se uno vuole definirsi ateo piuttosto che cattolico piuttosto che buddhista quelli sono affari suoi. La fede è personale di ogni persona e SOLO DIO può giudicare la fede, Noi, al massimo, possiamo limitarci a cercare di "interagire" (esempio col dialogo) per cercare di "produrre" azioni conformi alla "vita autentica" del cristiano. Scusami per questa risposta così frettolosa, ma visto che è la seconda volta che me lo che me lo chiedi non mi andava di risponderti ancora con un "risponderò". Se come risposta ti va bene ok, se invece la reputi insufficienti, appena avrò tempo, ma in questo periodo non ne ho molto, provvederò ad esprimermi meglio

 

EDIT3: a mio giudizio ci sono molti atei "autenticamente cristiani", più di quanto non lo siano diversi "cristiani ufficiali". Atei che, cioè, conducono la loro vita secondo principi condivisi dal cristianesimo, sebbene magari non credano in Cristo (mentre molti cristiani sono dei coglioni). Certo, non che "credere in Cristo" sia un dettaglio (per un cristiano), ma è pur sempre meglio un muratore che non ha studiato architettura ma che costruisce case solide, piuttosto che un architetto che ha studiato molto, e molto sa, ma poi progetta case che al primo problema crollano.

Edited by Marcozzz
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Non è che sia "eretico" per noi, lo è per i Cattolici e per il

suo Vescovo...che lo ha richiamato sul punto.

 

Bisogna essere chiari: se un gay sfida l'omofobia della chiesa

si dichiara apertamente per tale in parrocchia e chiede l'accesso

ai sacramenti, come qualunque etero...non vedo niente di male nel

comportamento di questo gay cattolico, anzi per certi versi compie

un'azione anche di militanza politica.

 

Al 99% il parroco gli deve rispondere che come gay dichiarato

non può accedere ai sacramenti, perchè questo è il Magistero

della chiesa...ma se trova un sacerdote "eretico" che gli consente

di prendere la comunione, perchè dovrei oppormi?

 

I problemi nascono solo quando il gay cattolico NON dice di essere

gay, prende la Comunione di "straforo" e pretende di far finta che tale

divieto non esista, che è ciò che fa il 99% dei gay cattolici

 

Essere gay e cattolici, quindi è estremamente gravoso...ma per l'1%

dei gay che hanno il coraggio di rivendicare pubblicamente la propria

omosessualità e per l'1% dei sacerdoti che pubblicamente li accolgono

sfidando i provvedimenti canonici del proprio Vescovo, io non ho niente

contro...anzi li elogio

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@Hinzelmann, hai mai conosciuto dei gay cattolici dichiarati nella loro comunità?

Io per adesso non ho ancora visto nulla da elogiare.

Fanno le loro riunioni di preghiera, "affittano" un prete compiacente per guidarli,

a volte vanno a trovare il loro Vescovo che li accoglie con qualche smorfia

e si vantano con gli altri gay di quanto siano più porchi i gay credenti.

Punto: niente di più.

 

Nell'improbabile caso abbiano una relazione fuori dalla dark,

allora entrano davvero in crisi, lasciano la comunità e diventano Valdesi.

Finché però limitano la loro omosessualità a promiscuità e pratiche estreme con sconosciuti,

la loro spiritualità e la loro sessualità non entrano mai davvero in conflitto.

Il "palco cascherebbe" qualora si fidanzassero ufficilamente e andassero a convivere;

solo allora il "gay cattolico" capisce davvero qualcosa.

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In genere si organizzano sotto la copertura di sacerdoti

che si prendono tutte le rogne al posto loro...ad esempio

Don Santoro a Firenze so che è stato sospeso dal Vescovo

e nonostante ciò ha scritto una lettera pubblica in cui preannuncia

la propria obiezione di coscienza sul divieto di somministrare i

sacramenti.

 

Mentre ho poco da ridire sul comportamento del sacerdote, conservo

molti dubbi sul coraggio dei suoi fedeli gay.

 

Tuttavia è anche un qualcosa che ha a che vedere con la "condizione"

di "fedele" che in termini cattolici implica sempre un tramite sacerdotale

o clericale ( è ovvio che io preferirei divenissero protestanti ed andassero

dai Valdesi...essendo anticlericale, figuriamoci se mi piace il fedele che si

para dietro "la sottana del prete")

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A tutti i sostenitori dell'indiscutibilità papale, ma secondo voi il cattolico - per essere buon cattlico - doveva sostenere anche la vendita delle indulgenze, tanto per dirne una?

 

E ancora, a prescindere dal fatto che sia stato per cose giuste o meno - la Chiesa non si è mai ravveduta su delle cose?

 

Ci sono stati grandi papi che in poco hanno rivoluzionato tanto (G. XXIII) ma anche stasi perenni. Se guidato dal proprio cuore, purché ciò incarni un messaggio evangelico, ogni cristiano ha un piccolo grande margine di dissenso. La Chiesa è una, apostolica, romana. Ma è lenta. E nel frattempo la gente passa....

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privateuniverse
A tutti i sostenitori dell'indiscutibilità papale, ma secondo voi il cattolico - per essere buon cattlico - doveva sostenere anche la vendita delle indulgenze, tanto per dirne una? E ancora, a prescindere dal fatto che sia stato per cose giuste o meno - la Chiesa non si è mai ravveduta su delle cose?

 

Non capisco perché chiedi a me e ad altri prove di quello in cui né io, né altri, crediamo.

 

Dovresti essere tu a crederci; sei tu che ti proclami aderente a una chiesa la quale afferma che l'adesione a essa comporta, tra l'altro, la fede nel dogma dell'infallibilità del papa.

Invece ti sforzi di dimostrare che sei nel giusto a non crederci perché questa convinzione sarebbe contraddetta dalla storia della chiesa.

 

E' un po' come se tu m'invitassi a giocare a scacchi ma, durante la partita, pretendessi di applicare le regole del backgammon; e, alle mie rimostranze, ti giustificassi sostenendo che il backgammon è più divertente degli scacchi, ma sostenessi che questo è un modo migliore di giocare a scacchi.

 

Posso anche essere d'accordo, ma allora diciamo che giochiamo a backgammon, non consideriamo la nostra una partita a scacchi.

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A tutti i sostenitori dell'indiscutibilità papale, ma secondo voi il cattolico - per essere buon cattlico - doveva sostenere anche la vendita delle indulgenze, tanto per dirne una?

Non dico sostenerle, ma doveva accettarle. Fa parte delle regole del gioco "essere cattolici".

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Il messaggio evangelico di amore è un messaggio troppo grande per essere contraddetto dall'arcaicità di un precetto sostenuto da un dogma che è dogma solo quando il papa parla ex cathedra (l'infallibilità è dogma solo a queste condizioni, poi se c'è in altre non è per dogma).

Come cattolico sono contro la sconciaggine di relazioni senza amore, ma non posso essere contro quelle in cui l'amore c'è, e "santifica" le persone.

Il mondo cattolico è un grande giardino....

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