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... e quando non ti credono?


TheJoshuaTree

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Sei di fronte ad un co molto importante, di quelli che hai caricato di grandi aspettative, e hai vissuto per tanto tempo nel dubbio "glielo dico / non glielo dico". Al momento che ritieni giusto ti lanci nel vuoto, ne parli e...

 

"Naaaah, non può essere, ti conosco troppo bene...", "ma va là, non ci credo...", "ma figurati, hai solo una gran confusione in testa...", "ma finiscila, tu mica ti comporti come LORO..."

 

Capocciata contro un muro di mattoni. Ecco l'effetto che ho avuto sentendomi rispondere così.

 

E a voi? E' mai successa una situazione simile? E come l'avete affrontata?

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Mia nonna paterna ha sempre pensato e pensa tutt'ora che la mia sia una fase di transizione, dovuta al cambiamento ormonale e all'adolescenza.

Cioé ormai ho 19 anni, la mia sessualità si è consolidata e sono sicuro di quel che voglio, eppure non c'è verso di farglielo capire.

Credo sia un modo per sfuggire alla realtà, nascondendosi dietro a illusioni. :D

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Per fortuna non mi è mai capitata una situazione simile, però provo a mettermi nei tuoi panni.

Non credo che loro, chiunque essi siano, non ti credano.

Piuttosto mi sembra un meccanismo di difesa innata: la negazione.

Negano che quel che tu dici essere vero per provare a esorcizzarne gli effetti su loro stessi.

 

Fossi in te la vedrei così: glielo ho detto? Sì. Bon, da oggi son problemi loro.

Se dovesse capitare l'occasione non esiterei a chiarirlo nuovamente, e lo farei come se fosse un dato di fatto, già messo agli atti, un'evidenza dalla quale non si scappa.

Ho adottato questa linea di condotta con mia madre quando, pur credendomi, si rifiutava di accettare "la situazione" (così la chiamava lei) come definita e impossibile da modificare.

Tu il tuo dovere (verso te stesso) l'hai fatto, ora tocca a loro metabolizzare. Certo se verranno da te in cerca di spiegazioni o con delle domande non rispondere incattivito e a muso duro, ma cerca di metterti nei loro panni e prova a fornirgli le spiegazioni e le informazioni di cui hanno bisogno.

Edited by Woland_88
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TheJoshuaTree

Ci ho pensato su un po', e forse è vero: è che entrano in gioco meccanismi di difesa per evitare di affrontare la situazione. Soprattutto quando si parla di parenti stretti o genitori: lì entra in gioco tutto un mondo di progetti e aspettative che di colpo si infrangono. La risposta diventa una specie di "muro contro muro".

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Il migliore è stato un mio amico che non ha detto "non ci credo", ma "NON E' VERO!" (vuoi saperlo meglio tu di me???) e poi ha aggiunto "al massimo sei bisessuale".

In effetti il "non comportarsi come LORO" rende paradossalmente l'accettazione più complicata.

Almeno al primo momento. Devo dire che nessuna delle persone a cui l'ho detto ha, superato il momento di sorpresa, proseguito sulla linea dell'incredulità.

Devo anche dire che alla mia età fasi transitorie e scompensi ormonali sono scuse abbastanza ridicole :)

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L'unica soluzione è presentarti davanti ai tuoi amici con un ragazzo e baciarlo in diretta :))))

 

Bhe certo che avere una risposta del genere è assolutamente spiazzante. Più quasi di chi si arrabbia di fronte alla realtà nuda e cruda. E poi ... LORO chi? Questa visione consolidata del gay checca, che si trucca o che bho. Come se fosse l'unica modalità in cui si presenta l'omosessualità, ma per piacere. A volte mi rendo conto di quanto viviamo in un mondo medievale, a stare a sentire i discorsi della gente.

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@@TheJoshuaTree ma quando ti è successo (a che età) e da parte di chi?

@@Grey88 il fatto che io, tu e chiunque qui dentro sappia che non ci sono solo LORO non presuppone che lo sappiano tutti. Sta a noi metterci la faccia ed educare gli altri (io stesso, e molti ne ho letti qui sul forum, ci siamo negati perché non eravamo come LORO... figurati cosa può pensare un etero)

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L'unica soluzione è presentarti davanti ai tuoi amici con un ragazzo e baciarlo in diretta :))))

 

 

E' quello che ho dovuto fare con un'amica che non ci credeva.. o meglio non voleva crederci.. e finché non l'abbiamo fatto "guarda che ci baciamo davvero eh", lei ci bloccava pensando che scherzassimo. Poi alla fine ha avuto la sua prova :D

 

Credo che sia il "difetto" delle persone anonime, maschili, senza alcun stereotipo.. pure mia zia andava dicendo "Ma non si vede.. è solo una fase.. poi ritorni etero".. come se se tutti gli omosessuali fossero quelli effemminati o che si rifanno le sopracciglia :)

Questi discorsi fanno sempre rabbia e ci fanno rimanere di stucco perché ci rendiamo conto di come la gente faccia fatica ad accettarci perché ha vissuto con gli stereotipi... poi quando scoprono che il loro cardiologo, il loro avvocato, il loro vicino è gay allora cambiano idea o quasi (arrivano a spaventarsene perché sono "uguali a loro" e non trovano differenze con cui schernire).

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Pensa che due mie amiche hanno provato a "convertirmi", ritenendo impossibile che io potessi preferire un maschio a loro.

Erano davvero convinte che io mi stessi confondendo o che volessi solo fare l'"alternativo".

Le cose che dicevano erano le stesse sostenute da tanti altri: "Non è possibile! Sei troppo maschile!", "Non hai niente del gay" e cose del genere ...

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Io mi sono trovato con più persone a sentirmi dire "non chiudere la porta alle donne" o "non capisco la tua scelta" anche a distanza di mesi, da persone che mi sembrava potessero e avessero capito.

Ci rimasi molto male quando un mio amico, con cui avevo fatto CO diversi mesi prima e con cui parlavo anche di cose molto intime, mi presentò un articolo sull'omosessualità come fase di transizione. Ad oggi però ho 'ridimensionato' quel gesto: a caldo non è molto facile affrontare gli altri quando già tu ti senti in una situazione difficile.

Edited by blob4
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Il peggio forse è capitato al mio ragazzo..

Fece coming out al suo migliore amico (ex ora).. e questo si mise a piangere perché non concepiva avere un amico che non parlava di donne.. e faceva di tutto per convertirlo presentandogli ragazze "vispe", per poi allontanarsi di sua spontanea volontà.

Il mio ragazzo ci rimase molto male perché praticamente era l'unico amico con cui si confidava e faceva le bravate da quando erano nati e che gli era rimasto quando ritornava in Calabria per Natale e nelle vacanze estive.

 

Non c'è persona peggiore di chi non vuole capire e danno la colpa a noi :)

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Che bello, leggere questi messaggi mi fa venire ancora più voglia di tenere tutto per me!! Sicuramente saranno più le esperiene positive di quelle negative però se uno si tiene tutto dentro evita di avere questi sconvenevoli.

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@redcold

 

I problemi e le situazioni difficili sono parte integrante di ogni vita.

E trovare il coraggio di affrontarli, e la forza di accettarne le conseguenze, belle o brutte che possano essere, è una delle maggiori ragioni di soddisfazione che abbiamo a disposizione.

Tenere tutto per te ti può sembrare una strategia facile ora, ma alla lunga porta solo alla solitudine. Non quella fisica, ma quella emotiva e psicologica.

È come condannarti a restare rinchiuso in una stanza dentro di te, mentre fuori c'è tutto un mondo che vive e scorre.

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@redcold

 

Quando sei fidanzato il tuo ragionamento decade, perché vivere una relazione nel segreto totale e' un'esperienza ben peggiore di qualunque stramba reazione da parte di amici increduli ...

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TheJoshuaTree

@scorza: stiamo parlando di pochi mesi fa ed è stato il mio co con mio padre. Tieni presente che il mio co è relativamente tardivo :D

 

Il concetto di "LORO" è merito della visione stereotipata che lui e buona parte di quelli della sua generazione possono avere dell'omosessualità. In fondo tanti sono ancora legati all'immagine del gay con il boa di piume e i tacchi alti, e non si rendono conto che esiste invece tutto un universo di persone, di caratteri, di sensibilità differenti.

 

@redcold: cerca di non tenere tutto dentro di te. Puoi esibire la maschera del bravo ragazzo (etero) che non ha tempo o interesse per le ragazze. Ok, la storiella regge per un bel po' e ti eviti tante domande scomode da parte degli altri. Ma è una facciata dietro cui ti nascondi, e più ci pensi, più ti rendi conto che stai andando in crisi con te stesso. E pian piano ti isoli, perché piuttosto che non essere te stesso con le persone preferisci non averci a che fare. Ecco, per me quello è stato il momento giusto per aprirmi con alcune persone a cui tengo tanto :)

Edited by TheJoshuaTree
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Non parlare a me di co tardivi...

Diciamo che nemmeno per te valgono le scuse della pubertà :D

L'idea stereotipata è dura a morire. Ripeto: anch'io avevo questa idea e mi dicevo per questo di non essere gay. Figurati persone di un'altra generazione. Diciamo che tutto sommato non è una reazione pessima. Ci sono ampi margini di manovra, lavorandoci un po'.

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Redcold, non potrai fingere per sempre. Arriverà un momento in cui sentirai il bisogno di fare CO, è "fisiologico". Io ad un certo punto sono esploso improvvisamente, anche se a 30 anni, ed la pensavo come te, purtroppo.

 

Per gli stereotipi, invece, non ne parliamo. Per molti se non vesti eccentrico, se non pensi solo alla moda, se non sei iperpalestrato e abbronzato NON puoi essere gay.

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Io ho 22 anni ed è da quando ne avevo 10 che conosco un mio amico che abita a 100 metri da casa mia e passa più tempo da me che a casa sua. Ho altri amici molto stretti che magari quando i miei partono e ho la casa libera si trasferiscono da me e viceversa ma fino ad ora nessuno ha sospettato nulla, sono riuscito a mantenere tutto segreto. Fino ad ora sono riuscito a gestire la cosa sempre al meglio, senza che nessuno scoprisse qualcosa e ogni tanto ammetto che mi viene in mente di dire tutto ma non trovando lati positivi lascio stare (si è presentata la situazione proprio ieri ma ho lasciato stare).

 

Tenere tutto per te ti può sembrare una strategia facile ora, ma alla lunga porta solo alla solitudine

Di incontri ne ho avuti anche e alcune volte con uomini nella mia stessa situazione, ovvero che non avevano fatto CO. Inoltre mi piacerebbe andare fuori italia, li potrei tranquillamente fare CO e avere la mia vita ma qui, nella mia città, posso continuare a fare quello che ho fatto fino ad ora, senza rischiare la solitudine.

 

E se proprio vuoi un motivo per non dirlo leggiti i post di quelli sbattuti fuori di casa.

Scusa la crudezza...

Leggere questi post mi è molto utile, mi aiuta a decidere se devo o non devo fare CO, per questo ho scritto "Che bello ecc...

Quando sei fidanzato il tuo ragionamento decade, perché vivere una relazione nel segreto totale e' un'esperienza ben peggiore di qualunque stramba reazione da parte di amici increduli

"

Per ora ho una relazione ed è segreta ma se non lo fosse mi sentirei peggio perchè anche se i miei amici potrebbero accettare le mie scelte so che non capirebbero. Quindi anche se dicessi a tutti che sono gay lascerei la mia relazione segreta. In ogni caso questa sarebbe l'unica ipotesi, al momento, per fare CO.

E pian piano ti isoli, perché piuttosto che non essere te stesso con le persone preferisci non averci a che fare

I miei amici/familiari al massimo potrebbero accettare la mia situazione ma non la capirebbero mai. A questo punto preferisco mostrare loro quello che vogliono vedere e non quello che veramente sono, tanto ripeto che il mio futuro lo vedo lontano da Reggio Calabria quindi non c'è motivo di essere me stesso per ora...

non potrai fingere per sempre

E perché no? Ci saranno persone che non hanno mai detto nulla a nessuno, a dire il vero io ne conosco più di una...

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La vita è la tua e nessuno qui ti vuole obbligare a fare co.

Poi, dato che è un forum si discute...

Non capisco cosa cambia a te se i tuoi amici non capiscono (oltretutto è un'ipotesi) se per loro rimani lo stesso di prima (a me è stato detto "lo stesso coglione di prima") non cambia il rapporto con loro.

Una relazione "clandestina" può funzionare per un po' e se è svolta soprattutto a letto. Ma se diventa una storia seria non saprei. Se puoi asserire il contrario sono felice per te.

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@redcold

 

Se progetti di abbandonare l'Italia e vivere la tua vita all'estero il discorso cambia sensibilmente, e a quel punto si centra su che genere di legami desideri mantenere con la tua famiglia e con i tuoi amici.

Io di anni ne ho 23, sapevo di non essere etero già a undici anni e ho capito di essere chiaramente omosessuale quando ne avevo 17.

Vivo a Padova, lontano dalla provincia di Lecce e dai miei, e non progetto di tornare a vivere a Lecce. Eppure ho deciso comunque di fare CO con padre, madre e sorella, nonostante i presupposti non fossero dei migliori. L'ho fatto per essere chiaro e sincero, e distruggere ogni genere di aspettativa riposta in me: la sola idea di poter arrivare a 30-35 anni assecondando ancora le domande sul "quando ti sposi" e su "la ragazza te la sei trovata" mi era intollerabile.

Ognuno la vive a modo proprio, magari per te sono situazioni facilmente accettabili.

 

La solitudine emotiva e psicologica a cui mi riferivo è proprio quella del rapporto con i tuoi amici: sono tuoi amici, li ritieni tuoi amici, ma non puoi parlare liberamente con loro dei tuoi sentimenti per una persona che hai conosciuto. Se sei triste a causa di quella persona devi fingere di non esserlo o mentire sulle cause della tua tristezza. Se sei felice a causa di quella persona devi fingere di non esserlo o mentire sulle cause della tua felicità.

Questa è la solitudine psicologica e emotiva di cui parlavo. Se non puoi esprimerti liberamente e sinceramente con nessuno, allora sei solo.

 

Non sono pienamente d'accordo sul discorso che fa scorza riguardo "l'essere sempre lo stesso". È vero, la persona prima e dopo il coming out rimane la stessa nella sostanza, ma prima era una persona che mentiva, mentre dopo è una persona sincera.

Questo può fare una gran differenza a seconda non tanto delle menzogne che abbiamo raccontato da non dichiarati, quanto dei modi di fare e di mostrarci che abbiamo assunto per tenere in piedi la nostra recita. Certe persone, anche gli amici, si fanno delle aspettative sui nostri modi di fare e di mostrarci a loro, su quello che per loro è il nostro modo d'essere. Alcuni possono accettare il cambiamento, per altri invece è ragione di smarrimento, sconforto e distacco.

Edited by Woland_88
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Non credo che loro, chiunque essi siano, non ti credano.

Piuttosto mi sembra un meccanismo di difesa innata: la negazione.

 

 

Fidati che molti tutt'oggi non è che lo negano, ma, grazie agli stereotipi dei gay macchietta propinata da anni di tv, semplicemente quando un gay maschile si rivela loro, non lo prendono sul serio in quanto non rispondente agli stereotipi.

Mi è capitato varie volte di non essere creduto, le piu' significative furono da parte di mia madre, che la prese a ridere di tutto gusto, sapendomi burlone pensava che la prendessi in giro, e da parte di mia cugina, che, a suo dire, aveva diversi amici gay e, a suo dire, di tutti "si vedeva", indi per cui non mi credette e mi chiese una prova, alla fine dovetti baciare il mio ex di fronte a lei pera farla ricredere.

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"Naaaah, non può essere, ti conosco troppo bene...", "ma va là, non ci credo...", "ma figurati, hai solo una gran confusione in testa...", "ma finiscila, tu mica ti comporti come LORO..."

 

@@ben81 non metto affatto in dubbio che possano esistere casi di oggettiva incredulità come quelli capitati a te, ma la mia opinione era riferita solo a questo preciso caso illustrato da TheJoshuaTree, e l'impressione che ne ho avuto nel leggere quelle citazioni è che fossero parole di spontanea e innata negazione di un genitore spaventato.

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i miei genitori, mia cugina, e altre persone che conosco erano convinte che i gay dovessero per forza essere stile Malgioglio o Solange...idem traspare ad esempio dai discorsi di parecchi miei colleghi quando parlano di gay...

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La solitudine emotiva e psicologica a cui mi riferivo è proprio quella del rapporto con i tuoi amici: sono tuoi amici, li ritieni tuoi amici, ma non puoi parlare liberamente con loro dei tuoi sentimenti per una persona che hai conosciuto. Se sei triste a causa di quella persona devi fingere di non esserlo o mentire sulle cause della tua tristezza. Se sei felice a causa di quella persona devi fingere di non esserlo o mentire sulle cause della tua felicità.

Questa è la solitudine psicologica e emotiva di cui parlavo. Se non puoi esprimerti liberamente e sinceramente con nessuno, allora sei solo.

 

Allora sono solo, non ho mai parlato con nessuno ma anche di altri argomenti, ad esempio del rapporto con mio padre. Sarò emotivamente solo ma non mi sentirei a mio agio nel parlare con un amico della mia relazione con un uomo e non semplicemente perché non si tratterebbe di una donna ma di un uomo ma soprattutto per via della differenza di età (non sono interessato dai miei coetanei ma unicamente da uomini molto più grandi di me). Quando verso i 14/15 anni iniziavo a dirmi "ok, sono gay devo iniziare ad accettarlo" la cosa mi spaventava parecchio, ora per fortuna non devo neanche ripetermelo, so di esserlo (l'ho amesso a 18 anni circa), ma già allora non potevo parlarne con nessuno e ho sempre imparato a tenere tutto dentro e a mostrare quello che gli altri volevano vedere.

 

@@scorza Se non sento la necessità di dirlo, se non vedo lati positivi nel farlo, se comunque non mi confiderei e non parlarei volentieri delle mie storie con i miei amici, perché fare CO?

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Non ti devo e non ti voglio convincere.

Da quello che hai detto dei rapporti con i tuoi amici, dal tuo punto di vista hai ragione. Se non parli di mille altre cose anche questa può essere tralasciata.

Io in un'altra idea di amicizia...ma se dici così ti do ragione.

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Se mi dai validi motivi e mi convinci ne sono contento! Con i miei amici ci esco, mi diverto, se hanno bisogno di aiuto io sono pronto ad aiutarli e anche loro, se hanno problemi parlano con me e se vogliono seguono i miei consigli ma ciò non significa che io debba essere un libro aperto nei loro confronti. So che magari non è il massimo, soprattutto perché loro con me parlano parecchio e perché loro provano a farmi parlare ma credo che questo mio comportamento fino ad esso mi abbia aiutato molto a nascondere la mia omosessualità. Il fatto che tutti sappiano che io non amo parlare dei miei problemi e delle mie relazioni con ipotetiche ragazze mi evita un sacco di domande e discorsi che sarebbero scomodi da portare avanti. Non penso che ai tuoi amici dici tutto quello che pensi o che fai...

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Concordo con l'ultima affermazione di scorza: se è questo il tuo modo di intendere e vivere i rapporti con i tuoi amici ti do ragione sul fatto di non sentire la necessità di fare coming out con loro. Anche io, come scorza, ho un'idea diversa di amicizia, ma ognuno ha la propria e se la tiene o la modifica a propria discrezione.

 

Sul fatto di provare attrazione per persone molto più grandi di te, per quanto non credo ci sia niente di assurdo, capisco l'ulteriore freno che questo comporta a parlarne con persone che potrebbero fraintendere completamente le tue parole.

 

E tuttavia, a sentirti parlare in questi termini dei tuoi rapporti più stretti, e soprattutto del tuo vivere mostrando agli altri quel che vogliono vedere, spero che la tua situazione possa migliorare. Magari conoscendo altre persone con le quali poter essere te stesso senza preoccuparti di dover tenere in piedi una recita.

Edited by Woland_88
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TheJoshuaTree

@@redcold se penso al mio percorso recente, parlare con le persone a me più vicine ad un certo punto è diventata un'esigenza irrinunciabile, per superare una volta per tutte quel groppo in gola che ti paralizza e ti impedisce di vivere con spontaneità anche con gli amici più stretti. A quel punto, dopo anni di maschera, è stato un passaggio che ho sentito di dover fare. Non tanto per "un'idea diversa di amicizia" ma più per me stesso. Personalmente posso solo augurarti di fare questo salto quando ti sentirai pronto per farlo e senza dover forzare i tempi. Ma una volta passato il confine ti senti molto più in pace con te stesso. Nel mio caso, mi ha fatto molto piacere vedere un'evoluzione nell'amicizia con le persone a cui ne ho parlato: è diventata più trasparente e si è molto rafforzata ;)

 

@@Woland_88 e @scorza, sono d'accordo con voi, anche la mia idea di amicizia è basata in primis sull'essere trasparenti. Però esiste tutta una sfera di argomenti per i quali scatta un meccanismo interno di autodifesa o di paura irrazionale della reazione altrui, anche con gli amici più stretti. Una volta superato il blocco, la strada è in discesa... ma quanto è dura, soprattutto le prime volte... :)

Edited by TheJoshuaTree
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@@Woland_88 rispondo adesso alla tua osservazione sul fatto che non sia vero che siamo gli stessi di prima. Hai ragione. Adesso, agli occhi dei nostri amici siamo i veri noi. Ma menzogne o omissioni sulle nostre preferenze non ci fanno cambiare molto (secondo me) ai loro occhi. Tutte le nostre caratteristiche, il nostro carattere, le cose per cui piacevamo come amici non cambiano. Anzi, per quanto mi riguarda mi hanno detto che sono più allegro di prima. Più sereno. E si vede.

 

A tutti: nemmeno in scendo in dettagli in quello che racconto. Come i miei amici non scendono o scendevano in dettagli loro. Ma il co non mi sembra un dettaglio.

Poi ripeto. Ognuno ha le sue idee sul co, sull'amicizia, sulla riservatezza e non c'è un giusto o sbagliato. È solo così pour parler

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