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Why the hell am I still alone?


privateuniverse

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Non ho detto che il 3D è inutile, o non vi avrei partecipato. Ho detto che le informazioni contenute nell'articolo, per me, sono inutili.

Poi non so se per altri possono essere utili, onestamente io non ho nessuna fiducia, in generale, nel potere dell'autoanalisi razionale... Ma sicuramente per me l'autoanalisi è praticamente sport nazionale, e non è neanche un'attività solitaria, ma coadiuvata sia da professionisti psicologi che da torme di amici che si improvvisano tali. Io posso dire che a me questa cosa è stata di scarsissima utilità in generale, e di utilità nulla in campo sentimentale. Come sempre, mi sono stati più utili consigli di ordine pratico che lunghe analisi dell'inconscio.

 

PS: per Coeranos, io ai "solari" tolgo cinquanta punti XD

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essere persone estroverse. Io non lo sono, per me il rapporto con l'altro è faticoso, un'attività che consuma energie preziose. Dunque cerco di gestire i miei investimenti di energia con una certa cautela, mi sembra un atteggiamento razionale.

 

 

questo lo capisco perfettamente: anch'io sono piuttosto introverso e l'investimento nella conoscenza è per me un dispendio di energie enorme, senza paragone: per questo alla fine rimorchio pochissimo e dopo due minuti al telefono, con chiunque, sono esausto :stfu:

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... Sono solo: perchè? Sto forse sbagliando strategia? Mi manca qualcosa? Sono obiettivo?

Non capisco perchè la messa in discussione di se stessi debba spaventare così tanto? (che poi è il motivo per cui gli italiani non vanno dallo psicologo quando invece dovrebbero). Sono le risposte a renderci persone sicure. Se smettiamo di porci le domande, smetteremo di credere in noi stessi e nelle cose in cui già poniamo fede.

 

Questo è il punto chiave e che risponde anche a @@FreakyFred ; la questione non è tanto di fare autoanalisi perchè è sport nazionale o è figo soprattutto dirlo di farlo, ma perchè diventa strategico comprendere quale parte dell'insuccesso nel reperimento di rapporti potenzialmente validi per creare una storia durevole (e non uso la parola amore in maniera estremamente voluta).

 

E' come in una partita a scacchi: perchè sto perdendo? perchè questa mia apertura non porta i risultati voluti? aldilà degli errori ovvi, dove sta l'inghippo posizionale che non riesco a risolvere?

 

Qui l'inghippo posizionale è personale. Quando si dice "non voglio consumare energia per curarmi di più dei potenziali partners" questo significa che a) la selezione del partner ci fa consumare più energia rispetto evidentemente ad altre persone simili a noi ma con più successo di noi, :cool: abbiamo la sensazione che gli altri in generale non "ci meritino a sufficienza" per stimolare la nostra energia.

 

Il primo punto contiene probabilmente una convinzione legata all'insicurezza: io sono meno valido di altri, quindi i partner da me desiderati non mi vorranno, quindi sono costretto a destreggiarmi e a selezionare e riselezionare per trovare qualcuno così miope da volermi. E qui si cela un nodo: voglio uscire con qualcuno che è così miope da voler uscire con me?

 

Il secondo punto contiene la classica chiusura del cerchio della profezia autoavverante rispetto alla nostra insicurezza: io mi considero meno valido di altri, se non fosse vero gli altri farebbero di tutto per stare con me, non lo fanno abbastanza a parte quei miopi che vogliono uscire con me (!!) e che non ci voglio uscire, quindi io non sono valido.

 

Il succo è che se uno analizza questa situazione, capisce che in realtà c'è ben poco che un potenziale partner può fare per essere interessante. Deve essere solo magnifico per far si che la "fregola" superi momentaneamente la mente e ci porti ad accettare senza se e senza ma l'ipotesi di una relazione. Il problema è che poi, quando la "fregola" finirà, cominceremo un processo di test continui sul partner fino a che questo non ci molla distrutto e noi "ah lo sapevamo" e torniamo punto e a capo.

 

Il problema quindi, non inizia dal partner potenziale, inizia da noi.

 

Ed è qui che entra in gioco l' autoanalisi, che non deve essere mirata a "capirsi, conoscersi, cambiare, migliorare e accettarsi" in senso generale, ma ad uscire dalle trappole mentali che le convinzioni negative, i tumori della mente che ci vengono da incomprensioni o conflitti nell'educazione da piccoli e menate del genere, ci tendono inconsciamente ad ogni passo e che noi non vediamo con facilità, perchè lavorano al livello del meccanismo euristico delle decisioni.

 

L'obiettivo è l'individuazione delle trappole, e provare a mettere qua e la dei "sensori" che ci permettano almeno qualche volta di superare indenni ste fisime mentali.

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Semplificando credo che il concetto sia:

"Non interesso alle persone che mi interessano, non mi interessano le persone a cui interesso".

Non credo sia un problema solo di FreakyFred, ma in generale di tutti i single infelici.

 

Poiché i single felici si limitano a non interessarsi delle persone,

è chiaro che tutto il problema è circoscritto alla prima parte dell'affermazione:

"non interesso alle persone che mi interessano".

 

Dopo svariati tentativi infruttuosi si dovrebbero aver capito due cose:

la prima è cosa le persone che ci piacciono cercano in un uomo,

la seconda è cosa questi trovano respingente in noi.

 

La risposta non può essere univoca per tutti.

Un cinquantenne infelice perché non conquista i nuotatori ventenni

è diverso da un ventenne infelice perché non conquista i matematici quarantenni.

In fondo sono i limiti di voler parlare in generale.

 

Prendere coscienza del perché siamo infelici

a volte ha l'unico effetto di renderci infelicissimi.

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Io in realtà non ho ancora capito cosa deve avere un ragazzo per interessarmi, quindi immagino che mi manchino un po' le basi per questo discorso XD

Personalmente io mi vedo molto nella "mancanza di energie". Di solito quando vedo un ragazzo per il quale ho una certa qual attrazione, prevedendo molta fatica e un finale probabilmente negativo, mi domando "ma vale davvero la pena di metterci energia?"

la risposta è raramente affermativa. Ammetto inoltre di essere intimamente convinto che se anche mi fossi impegnato avrei subito un rifiuto alla fine.

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Eh beh.. se cuccassimo tutti sistematicamente non ci sarebbero le coppie, no? xD

Ci sono 750 motivi dietro un rifiuto e molti di questi non dipendono da te.

Se la mancata voglia di cercare o di spendere energia nel far funzionare qualcosa è il motivo per cui ti limiti alle cose "facili" è comprensibile e, del resto, sei tu che raccogli le conseguenze delle tue azioni (belle o brutte) per cui sei l'unico ad aver diritto in parola.

 

Però io non ci costruirei su delle sicurezze. Cioè non ci consoliderei un modus operandi e un'idea o un costrutto mentale.

Penserei solo che in questo momento pigrizia, disinteresse e feedback non incoraggianti si sono trovati tutti insieme invece che uno alla volta. In questo caso stiamo parlando di aria impanata e fritta. Cambierai e cambieranno le cose..

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Vero. E tuttavia, se la domanda è "non trovo un partner ideale, perchè?" la risposta prevede fattori esterni sui quali non si può agire, ma solo andare "di statistica", cercando di aumentare i contatti e "la zona di caccia", e da fattori interni che possono essere quanto meno localizzati e migliorati.

 

Il discorso che "non ho energia e già penso che quella che ho andrà sprecata perchè mi dice di no", è un mood fatalista che è comprensibilissimo per carità, dato che credo CHIUNQUE ci è passato e ci ha perso tempo, però ci si può lavorare sopra, con il risultato meramente statistico di aumentare la qualità e il numero di prime uscite interessanti, cosa che una mente analitica e intelligente dovrebbe cogliere immediatamente come un vantaggio oggettivo.

 

Le relazioni che poi diventano "storie" e poi "amori" saranno poi un sottoinsieme di queste prime uscite e se matematicamente allargare il campione non garantisce un numero di relazioni più ampio, statisticamente lo fa, e sicuramente non lo diminuisce.

 

Insomma, abbiamo tutti un amico che "basta che respira", o l'amico che ci prova con tutti/tutte con una faccia tosta incredibile. Non dico di arrivare a quei livello, ma qualcosa da imparare bisogna. Beh, io personalmente benefici netti ne ho avuti, e almeno qualche storia interessante l'ho portata a casa. Poi, per avere il grande amore condiviso, ci vuole tanta fortuna, e quella finora c'è stata solo relativamente, ma su quello non c'è lavoro su se stessi che tenga..

 

Be', son single da 5 anni, un po' uno si scoccia pure... ^^',

 

Beh, a maggior ragione, dovresti valutare con positività di adottare strategie nuove o rinfrescare strategie basite mettendo da parte pregiudizi e fatalismo.

Mi sembra una considerazione logica e opportunistica, e io l'ho adottata per avere risultati, non certo perchè "è il bene che vince e il male che perde"..

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Dov'è che ho sentito "Il mondo è troppo piccolo perchè esista una sola anima gemella" ?

 

Probabilmente ad una lettura pubblica delle frasi dietro le bustine di zucchero o dei foglietti nei baci perugina. O in una canzone di Emma Garrone

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Beh per me è così per motivi geografici :D

E poi per una questione di incompatibilità.

 

Probabilmente ad una lettura pubblica delle frasi dietro le bustine di zucchero o dei foglietti nei baci perugina.

 

Ahaha esattamente

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Il guaio, @@Aquarivs , è che molto spesso i costrutti mentali e comportamentali sono già consolidati.

 

Personalmente quando ho deciso di intraprendere rapporti con altri ragazzi avevo 17 anni, e mi ci son divertito parecchio, ma senza riuscire a capire perché tra le tante persone, quelle che più interessavano pur avendo piacere nell'intrallazzo e nella mia compagnia non desideravano spingersi oltre.

Dopo qualche anno così, ho realizzato che era il mio stesso atteggiamento ad essere controproducente: mi comportavo come una persona che voleva solo e unicamente svagarsi, e non legarsi, e ovviamente le persone che tendevo ad attirare e incontrare e conoscere erano principalmente persone su quella stessa linea di condotta.

Per trovare persone diverse ho dovuto adattare il mio atteggiamento alle mie reali intenzioni, che non implicavano certo il matrimonio a prima vista, ma semplicemente erano aperte ad altre possibilità oltre allo svago.

Ecco perché ritengo essenziale il porci delle domande sul nostro modo di sentire e su quali siano le nostre reali intenzioni, più che sulle tecniche di abbordaggio.

 

Di solito quando vedo un ragazzo per il quale ho una certa qual attrazione, prevedendo molta fatica e un finale probabilmente negativo, mi domando "ma vale davvero la pena di metterci energia?"

la risposta è raramente affermativa. Ammetto inoltre di essere intimamente convinto che se anche mi fossi impegnato avrei subito un rifiuto alla fine.

 

-

 

Be', son single da 5 anni, un po' uno si scoccia pure... ^^'

 

Le uniche persone che ho incontrato che si ritrovassero attratte dall'atteggiamento da "non son degno" sono le crocerossine, ma ti sconsiglio vivamente di cercarle. ^__^

Piuttosto, il tuo atteggiamento appare in contrasto con le tue intenzioni, e se tu per primo decidi di "non sprecare energie", l'unica speranza che questo atteggiamento ti dia dei frutti è nell'aspettare che arrivi qualcuno che faccia verso di te quello che tu non fai verso gli altri, ovvero sprecare le proprie energie ad ogni occasione sperando che sia la volta buona. Una persona che faccia da sé il lavoro di "contatto" che andrebbe fatto in due, e anche in quel caso, col tuo atteggiamento da risparmio energetico rischieresti di vedere un pericolo in quell'impegno, e di lasciarlo andar via.

Edited by Woland_88
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  • 2 weeks later...
Questa discussione è interessante, perché tocca un reale problema di come le persone interagiscono fra di loro. Cerchiamo di non personalizzarlo troppo e non appioppare a Tizio o Caio etichette.


Venendo alla mia esperienza, in ogni caso, devo essere sincero e ammettere che sono io ad essere iper-selettivo e ... con la scopa in culo.
Nel senso che difficilmente sono "travolto" da nuove conoscenze... e quando la cosa non mi convince in partenza nemmeno mi imbarco (o almeno, non più) in pseudo-frequentazioni di letto o altro genere.
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articolo forse davvero troppo lungo :awk:

ma visto che ho una teoria sull'argomento ho estrapolato un passo che mi aiuta ad illustrarla

quello che dice l'estensore è vero, nessuno ci ha mai insegnato a gestire una relazione sentimentale o un rapporto affettivo

ma secondo me c'è una spiegazione: la cosa non si può insegnare

occorre apprenderla con molta esperienza

il problema di molti gay, almeno di una certa generazione, è che questa esperienza non c'è mai stata: ci si è scoperti tardi ad un'età quando i coetanei etero avevano già avuto almeno alcune esperienze acerbe

ci si è accettati ancora più tardi

ci si è decisi a fare i primi passi ancora più tardi, magari nel momento in cui si è raggiunta l'indipendenza economica e ci si è allontanati dalla casa paterna

ci si ritrova a 30 anni passati con l'esperienza affettiva di un dodicenne etero, se va bene

viste le premesse, se si riesce a recuperare questo gap in una quindicina d'anni è già un miracolo :uhsi:

inutile dire che fare esperienza di certe cose a 15 anni è un conto, farla a 30 è completamente diverso, non si ha forse neanche più l'elasticità mentale per introiettare certe dinamiche

 

ovviamente le cose non saranno così per tutti, vedo che i ventenni di oggi sono molto più precoci nelle loro esperienze, ma certo anche per un ventenne gay di oggi le prime esperienze affettive e sessuali non sono a 13-14 anni come per gli etero ma sempre 5-6-7 anni dopo

Condivido pienamente questo commento. Io ho 38 anni e l'esperienza affettiva di un 18enne... per tale motivo le mie uniche due relazioni, la prima delle quali avuta all'età di ben 28 anni, sono state da me gestite in modo drammatico e soprattutto l'ossessione per la persona perduta, l'attaccamento morboso all'altro, e il senso di vuoto e perdita della relazione finita che hanno fatto sì che andassi praticamente fuori di testa e diventassi depresso.

Il fatto è che a molti gay della mia generazione è mancata quella serie di esperienze di cotte, storielle, che si fanno all'età adolescenziale, che però permettono di sperimentare il rapporto di coppia e saper poi gestire certi meccanismi nelle storie future in età più avanzata e matura.

E' per questo motivo, secondo me, che nell'ultima mia relazione, io mi sono aggrappato come una cozza al mio ragazzo, cercando in tutti modi, fino allo sfinimento, di salvare il rapporto, per non perderlo, coscente della difficoltà che avrei avuto nel trovare un altro ragazzo. Non c'è stato niente da fare, il mio ex non ne ha voluto sapere, e in me la sofferenza dell'abbandono si è trasformata in una depressione fortissima, tanto che sono diventato ossessionato dal mio ex, che ho sfinito lambendo i limiti dello stalking. Secondo me, come dice il mio psicologo, molto dipende dal fatto che non ho avuto esperienze affettive nell'età adolescenziale e quindi non so gestire bene una relazione con l'altro e soprattutto accettare la fine di una relazione e il senso dell'abbandono.

Scusate per la mia intromissione, un po OT, ma ho voluto portare un mio personale punto di vista.

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guarda @@Herri il problema che proponi è fin troppo sentito anche da me: ho 46 anni ed alle spalle una serie di esperienze cominciate "tardi"

il problema principale quando si inzia tardi è proprio imparare a gestire l'abbandono e anche imparare ad ascoltare i propri desideri e a distinguere i rapporti importanti o che possono diventarlo da quelli che non lo sono

son tutte cose che un ragazzo etero a diciott'anni ha già appreso dall'esperienza ma che, se non apprese, a trent'anni diventano una zavorra di immaturità affettiva che può pesare ancora a lungo e impedirci di vivere pienamente una parte fondamentale della nostra vita

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Non sono completamente d'accordo sul fatto che arrivare tardi alle relazioni crei per forza una immaturità sentimentale. Certo magari per alcuni può esser vero, ma penso anche che gli etero che arrivano a 20 anni senza nessuna esperienza di relazione sono molti più di quelli che siamo portati a credere. Anche a 25 anni...

 

Ma voi nel mentre che aspettavate la prima relazione che avete fatto? Io personalmente ho cercato di migliorare, smussaure i difetti, fare esperienze di vario tipo, amicizie viaggi studio lavoro impegni ecc... sono convinto che del tempo ben impiegato per noi e per la nostra crescita ci renderà migliori quando, finalmente! arrivereremo ad una relazione su cui vogliamo investire. E quello che investiamo potremmo definirlo 'capitale umano' che ci siamo guadagnati finché eravamo single.

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@@Krad77 , il problema non è la gestione delle amicizie o delle relazioni di intercomunicazione con gli altri. I problemi sono differenti, in primis la tensione di non essere adeguati, comprovata dal fatto che si arriva a una certa età con poco o niente relazioni alle spalle. Anche gli abbandoni, le delusioni, lasciare o essere lasciati, non sono facili per nessuno, ma a 20 anni piangi ma hai la sensazione di immortalità davanti, a 40 ogni storia che finisce ti da un po' la sensazione di rimanere solo fino alla fine. Io fino ai 39 anni ero convinto di non saper amare, di avere qualcosa che non andava, una malattia mentale che mi rendeva incapace di innamorarmi, e quindi scappavo da qualunque relazione che durava più di qualche appuntamento.

 

Tuttavia sono d'accordo con te, in senso più profondo. A una certa età uno dovrebbe arrivare avendo maturato una autoconsapevolezza tale da poter gestire anche "novità" come i sentimenti, e anche una conoscenza del mondo, o chiamiamola cinismo, che dovrebbe proteggere meglio se stessi da i colpi di testa e permettergli di gestire le relazioni con calma.

 

Questo in un mondo perfetto. Purtroppo nella realtà ci sono demoni difficili da scacciare che si annidano nelle pieghe della nostra affettività.

 

Personalmente ho fatto un lungo percorso di analisi personale in tante e varie parti della mia intima esistenza, e ci sono voluti anni per non dico liberarmi ma almeno gestire i miei demoni e poter affrontare con libertà la mia bisessualità e le mie relazioni sessuali e non è un caso se solo a 40 anni ho detto a qualcuno "ti amo" e ad avere due relazioni lunghe mesi consecutive.

Edited by korio
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Non è che non le spreco mai, le spreco solo quando sono davvero molto, ma molto colpito dall'altro, e subito.

 

Forse è questo che dovresti sforzarti di capire....cosa significa "colpito"?

 

Per ognuno di noi una cosa diversa, ma credo che tutti dobbiamo esserlo.

 

Ad esempio io leggo Casper ed una idea me la faccio ( scopa in culo= non mi faccio

travolgere ) quindi ho un approccio selettivo basato sulle chances di costruire una

storia seria

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Principalmente una forte attrazione sessuale, che di norma deriva da un'aderenza a determinati canoni estetici. E poi, ma questo è veramente rarissimo, un modo di ragionare e di porsi che mi faccia venir voglia di passare più tempo con quella persona.

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In punto di principio a te non si può opporre ( quasi ) mai, niente.

 

Attrazione sessuale e modo di ragionare sono sicuramente due

elementi che ci devono essere.

 

Se in concreto questo mix non si realizza è perchè ci deve essere

qualcosa di irrealistico.

 

Si capisce che tu vorresti qualcosa di "potente", vuoi essere molto-molto

colpito subito, quindi l'attrazione deve essere forte e fisica.

 

Però tu a me non hai dato l'impressione di un ragazzo dalla sicura

presenza fisica...o meglio lo sguardo sì, hai degli occhi comunicativi

ma inquieti. Rispetto a me - quantomeno- che ho sempre uno sguardo

fra l'assente e l'ebete a seconda di quanto sorrido xD.

 

Forse dovrebbe aumentare la confidenza con la tua fisicità e diminuire

la pretesa di un'aderenza a canoni estetici nell'altro?

 

Non c'è niente di male ovviamente nel dire: tu Hinzelmann non rientri nei

miei canoni estetici, salvo il fatto che se io percepisco questo atteggiamento

posso essere portato a ragionare allo stesso modo nei tuoi confronti e la

cosa va benissimo se funziona mediamente con altri ( Casper piuttosto che

korio o almadel ) ma se non funziona in generale forse dovresti cercare

di lavorare sulla tua fisicità ( delirio hinzelmann delle 14:25 xD )

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Mah io pensavo al rapporto con il corpo, ipotizzando che

da questo derivi poi anche un risultato estetico.

 

Nel senso che - presumo- a lavorare sull'estetica tu ci abbia

già pensato ma forse una scarsa confidenza col tuo corpo ti

è di ostacolo , d'altronde la tua è una posizione che dura da

tempo, quindi ci deve essere qualcosa che ti ha tenuto fermo

su questa posizione.

 

E poi lavorare sull'estetica isolatamente considerata può essere

scoraggiante, se significa puntare ad un canone estetico.

 

In parole povere se tu in una stanza escludi Hinzelmann Casper e

Almadel dal novero dei papabili perchè non rientrano nei tuoi canoni estetici

quando poi devi pensare alla tua estetica rischi di essere altrettanto severo

e considerare inutile lavorarci sopra

 

Tu magari escludi Hinzelmann perchè troppo vecchio, Almadel troppo barbuto

Casper non lo so...rispetto a ( mettiamoci il nome di un attore famoso con certe

caratteristiche...butto lì da ragazzino visto che io son vecchio e almadel barbuto xD )

 

Torni a casa e sei deluso, ma di per sé neanche rimbalzato...però non fai niente

per poter piacere a chicchessia perchè senti che tanto a questo ipotetico mister X

non potresti piacere per il poco che puoi fare. Il risultato è che Hinzelmann Casper

e Almadel nel frattempo si fidanzano con altri...

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Un po' è vero... sono andato in palestra per un periodo, ho avuto qualche miglioramento estetico, vero, ma non accompagnato da i risultati che mi interessavano, ovvero piacere a chi mi piace. Così, complice la mancanza di tempo e la stanchezza cronica di quando ho iniziato a lavorare, ho mollato, e senza l'impressione di essermi perso alcunché in effetti.

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i risultati che mi interessavano, ovvero piacere a chi mi piace.

 

Ovviamente capisco che se Hinzelmann Casper Almadel non ti interessano

il cerchio si chiude, ma se tu non concedi agli altri di poter essere delle persone

che si avvicinano-richiamano-alludono ad un canone pur senza personificarlo

non lo puoi concedere neanche a te stesso.

 

E non ti dico di non essere selettivo, ti dico di esserlo veramente: cioè scarta

pure dal mazzo chi è più lontano purchè ne rimanga uno dei tre.

 

Capisco che se per te tenerne uno significa "accontentarsi" non sei motivato

a provarci, però in questo modo finisci per essere troppo esigente con te stesso

gli altri in qualche modo si accomodano fra di loro non è che se la prendono più

che tanto.

 

Detto questo, ho dato una occhiata in boys and girls sotto le lenzuola per vedere

se c'erano foto di questo canone di bellezza, ma mi sono trovato delle slenzuolate tali

di silverserfer...che ho rinunciato ( evidentemente c'è chi ha problemi di abbondanza

nella scelta o di logorrea fotografica xD )

 

Potresti però pubblicare qui una foto e farne una descrizione...

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Ma non si puàò sintetizzare la cosa dicendo:

"Mi piacciono i modelli super fighi

e io non ho nulla per attrarre persone simili,

quindi plausibilmente starò solo per sempre"?

 

A un certo punto è anche legittimo farsene una ragione,

dal momento che di abbassare i propri standard non se ne parla

perché sarebbe giungere a un umiliante compromesso.

 

Se una persona vuole morire di fame perché

non mangia altro che caviale (e non se lo può permettere)

ha senso stare male per lei? Non è meglio riderci sù?

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A me interessava sapere, proprio restando terra terra, il tipo di modello

tu Almadel hai sempre sostenuto che piacere a chi ci piace è la bussola

per il successo, quindi a parte il caso Silverserfer a cui piacciono tutti i

modelli nessuno escluso Lol, forse sapere quale può avere un suo rilievo

per Freaky.

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Mi è difficile dare dei canoni, in effetti non li conosco neanche io. So che mi piacciono i ragazzi alti, magri e che non dimostrino più di trent'anni, se restiamo sul fisico. Il resto è qualcosa di un po' impalpabile, diciamo. Se dovessi fornire un canone estetico assolutamente ideale... ... be', quando sono andato a vedere The amazing spiderman Andrew Garfield mi ha lasciato semplicemente senza parole XD

Poi in realtà alcuni di questi miei canoni perfetti li ho incontrati di persona. Ci sono anche andato a letto, se è per questo. Così come ci sono state delle infrazioni molto grosse, ma delle quali non mi sono neanche accorto sul momento.

Credo che un fattore che non si è considerato, anche perché nessuno lo ha tirato in ballo, è il modo in cui conosci una persona. Sui siti di incontri che mi risponda qualcuno che mi piace è un'evenienza che praticamente neanche tengo in considerazione, i messaggi li mando proprio a tempo perso perché non ricordo al momento di avere mai avuto una risposta positiva. E' forse anche vero che su romeo si ha un po' l'impressione di sfogliare un catalogo, e dunque scegli solo i prodotti migliori in assoluto...

Quando conosco qualcuno di persona, bisogna dirlo, i miei canoni si fanno meno rigidi, questo non si può negare. Ho sviluppato interesse per persone che su un sito non avrei mai cagato di striscio, o che effettivamente sul sito c'erano e NON AVEVO cagato di striscio. Solo che a fare il primo approccio di persona credo obbiettivamente di essere un disastro totale; non voglio chiedere per paura di un rifiuto, il che già riduce le mie chance, e in più di solito il rifiuto in effetti arriva.

So che è piuttosto irrazionale scartare un corteggiatore di internet per via di quello stesso difetto fisico che aveva la persona conosciuta dal vivo dietro la quale morivi dietro da mesi. Eppure ammetto che mi succede, ed è una sensazione difficile da rimuovere. Forse quando sono su internet cerco di compensare con la perfezione fisica quella serendipità che mi piacerebbe avere in un incontro e che non ho mai potuto sperimentare...

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