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destinati all'infelicità


Spike88

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Il problema di chi non ti accetta è il loro, non il tuo. Sono loro ad essere ignoranti, non tu ad essere sbagliato.

 

Ricopiate queste parole in un documento di Word e stampatele in un foglio da appendere nella vostra cameretta.

Non potete rinunciare alla vostra vita se gli altri sono omofobi! Nel mondo ci sono tanti altri motivi più seri per cui vi possono disprezzare, non serve a niente piangersi addosso.

Fate nuove conoscenze, cambiate qualcosa, non potete pensare di vivere in eterno così, quanto meno ve ne pentirete in futuro.

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@@Orlok88 scusami ma possibile che nessuno si sia mai accorto di niente?

 

Ti posso assicurare che è così. Nessuno. Quelli a cui l'ho detto cadevano letteralmente dalle nuvole.

Semplicemente, credo mi ritenessero una creatura asessuata xD

 

Se invece ti riferisci al mio 'malessere', te l'ho detto. Ho sempre mascherato tutto con l'umorismo e la gente si fa ingannare molto facilmente.

Se consideri anche una vita (la mia) passata da osservatore, comprendi che sapevo come fare per far credere loro ciò che volevo credessero. Li ho osservati, ho capito le regole del gioco e ho saputo barare con stile.

 

 

 

 

'Il problema di chi non ti accetta è il loro, non il tuo. Sono loro ad essere ignoranti, non tu ad essere sbagliato.'

 

Questo lo so. Adesso sì.

Ma quando sei un ragazzino che cresce in un contesto rigido, che non dà alcuna possibilità di replica a quella parte di te che viene bollata come 'malata', non è possibile capirlo. Ti mancano gli strumenti, ti manca sapere che non c'è nulla di marcio. Non puoi capirlo se non ti confronti con qualcuno che lo pensa. E io non ne avevo attorno a me. Quando mi andava bene, sentivo pareri del tipo 'facessero quello che vogliono, purché non mi infastidiscano'. Ti senti in difetto a prescindere, non devo dirvelo io. Lo saprete benissimo.

Il punto è: ora che lo so ma sono diventato così indolente e privo di speranza, che senso ha saperlo? Non mi importa più.

I miei passi li sto facendo. Cerco di stare maggiormente tra la gente, di fare cose 'normali' eccetera... ma il mio disprezzo rimane. La mia intolleranza anche.

Quello che sei non si cancella.

 

Ebbi l'opportunità di cambiare le cose, mesi fa. Questa opportunità aveva un nome e un cognome e riuscì a farmi compiere, in una sera, un passo che ho rimandato per 24 anni: il coming out coi miei.

Era una persona potente, travolgente, capace di contrastare il mio cinismo e mettere in discussione la mia rigidità. Ma è stata nella mia vita un mese appena.

Il suo ultimo mese.

E' stata l'ultima volta che ho sperato davvero.

Edited by Loup-garou
Unito post doppio
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privateuniverse

@privateuniverse

Il percorso di crescita personale è la cosa più importante. Forse sembra un luogo comune, ma veramente ciò che in un dato momento sembra così importante poi si scopre che in effetti non lo è.

 

Beh sì, in effetti è un luogo comune.

 

Quando sento certi discorsi mi viene in mente un libro, peraltro interessante: "A tu per tu con la fiducia", di Krishnananda e Amana (sono una coppia, lui statunitense e lei danese, di tizi che sono stati seguaci di Osho). Il libro (come altri degli stessi autori) è pubblicato dalla Feltrinelli, mica pizza e fichi.

 

Cito.

 

"Recentemente, due nostre clienti che hanno lavorato con noi per anni ci hanno scritto in un momento di profondo dolore e sconforto. I loro compagni, dopo aver promesso loro una storia d'amore, le avevano lasciate per tornare alla loro precedente relazione. Entrambe sentivano di aver lavorato intensamente su se stesse, esaminando i propri modelli di comportamento e sentendo il loro dolore al punto di non aver più lacrime per piangere, per cui non capivano come mai nulla fosse cambiato. Stava accadendo la solita vecchia storia: abbandonate da un uomo al quale si erano fiduciosamente aperte. Ci chiedevano come ciò fosse possibile e quale lavoro dovessero ancora fare. Quando sarebbe finita? Quando avrebbero finalmente trovato l'amore? Stavano sbagliando in qualcosa? O c'era qualcosa di terribilmente sbagliato in loro per cui la stessa situazione continuava a ripetersi? Cos'altro dovevano imparare?

 

Un errore che molti fanno è pensare che facendo del lavoro intenso [...] si verrà ricompensati da qualche magica storia d'amore. [...] Ma la vita non funziona così. Non ci sono garanzie che l'amore, ora che siamo pronti, entrerà nella nostra vita scendendo su di noi come una benedizione. Ciò che possiamo fare è aprirci a ciò che l'esistenza vuole mostrarci, darci e insegnarci. Possiamo solo smettere di lottare e cominciare a gioire della bellezza di ciò che è, abbandonando l'idea di come le cose dovrebbero essere e accogliendo la vita coi suoi dolori e i suoi piaceri". (pagg. 181-182).

 

Quante volte abbiamo sentito di questi discorsi? "Lavora, migliora, magari funziona"; e se non funziona?

"Beh, intanto sei cresciuto, sei migliorato! Apprezza le piccole gioie della vita."

 

Sarà sicuramente un pensiero molto confortante quando, sul letto di morte, stai per esalare l'ultimo respiro; e sai che, se accanto a te non c'è nessuno, se appartieni a quel gruppo di persone, piuttosto minoritario, che non soltanto non ha nessuno al fianco, ma non avrebbe mai potuto avercelo, "stai accogliendo la vita coi suoi dolori e i suoi piaceri". Vuoi mettere il percorso di crescita personale che hai fatto? Mica tutti possono dire una cosa del genere!

 

Anch'io, dall'alto del mio buon lavoro, discretamente retribuito, posso dire a chi è precario o disoccupato e ha pochi soldi o non ne ha affatto, mentre penso al mutuo che ho potuto accendere e sono nella casa che così ho potuto comprare, cosa che i miei interlocutori non potranno mai fare, "suvvia, i soldi non sono così importanti, abbandona l'idea che lo siano e accogli la tua situazione."

E poi, magari, andarmene in vacanza e ripensarsi al ristorante, sapendo che non mi sono dovuto porre molti problemi per fare una qualunque delle due cose: tanto posso permettermele entrambe senza starci troppo a pensare. ;)

 

'Sti cazzi, come si dice a Roma... :D

 

Se devo consolarmi tanto vale che vada in una bella chiesa cattolica. In fondo, il tanto vituperato cattolicesimo non dice mica cose molto diverse (e non lo dico in maniera sprezzante: tutt'altro).

 

http://www.youtube.com/watch?v=YIS6dcoePzs

Edited by privateuniverse
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mah @@Orlok88 sarà che io diffido dalle persone che ridono molto e anche da quelle che parlano molto... Lo so che è una maschera, sarà anche che ho fatto certi studi e me ne accorgo se qualcuno ha qualcosa che non va. Non sempre ma spesso lo capisco. E credo che i tuoi amici forse o non sanno accorgersene o proprio certe cose non le sanno e ci cascano. a questo punto, sono davvero amici???

 

Però ascolta, sei davvero troppo giovane per rinunciare a tutto così. Prova a rimetterti in giopco, ti prego.

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Però ascolta, sei davvero troppo giovane per rinunciare a tutto così. Prova a rimetterti in giopco, ti prego.

 

Non mi sono ancora arreso definitivamente ;)

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@@privateuniverse l'ho scritto nel resto del mio messaggio.

 

Non pretendo di tracciare una regola universale, è solo il mio punto di vista, sul quale ti vedo abbastanza accapigliato.

 

Mi dispiace. Io odio Osho e i luoghi comuni, però sono un ingegnere, e a me piace il "fare" e non il "subire".

 

Il fatto è che se sei disoccupato e non fai nulla per trovarti un lavoro, la situazione rimane "disoccupato". E se non lavori su te stesso, rimani l'insoddisfatto di te che sei. Poi, cerchi lavoro e forse lo trovi e forse non lo trovi. E lavori su te stesso e forse trovi le chiavi per essere più felice di come sei, o forse rimani insoddisfatto.

 

La vita uno se la gestisce come vuole. Per quanto mi riguarda me la vivo così. E in punto di morte mi cacherò sotto perchè ho paura di scomparire e non mi metterò di certo a contare le scopate che non ho fatto, ma mi consolerà invece ripensare a quello che ho fatto. Per me è il modo giusto di vivere, dato che l'ho scelto per me. Se mi chiedi una opinione, questa ti do. Se l'opinione non ti piace, ciao.

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Quando io parlo di "accettarmi" , non parlo della mia condizione di gay ( che non rinnego assolutamente ) , ma della mia condizione di "uomo che si deve realizzare" e lo deve fare in relazione al suo "essere diverso" ...capire come intendo vivere , cosa cercare , come condizionare e pilotare la mia vita ...ora sono in un periodo di "stallo" completo , dove non vedo né un futuro ( perché non so cosa vorrò essere ) nè un passato ( perché n quel passato il mio essere non lo riconosco più ) ...sono fermo ...ad aspettare ....

non so se qualcuno si trova nella stessa situazione ?

 

Sì, credo di seguirti abbastanza in quel che dici, perché anch'io vivo ogni tanto analoghi momenti di sconforto.

E in questi casi le cose da chiedersi riguardano un po' più le faccende concrete...perciò vediamo:

che tipo di "realizzazione" è quella a cui miri?

Poi, sul fatto di essere in qualche modo degli alieni in un certo contesto sociale....

La società non è un pezzo di marmo sai, insomma, ne fai parte anche tu :D ci sono medici gay, politici gay, operai gay, camionisti gay, professori gay....siamo in minoranza ma non dobbiamo andare a vivere nel ghetto.

Se pure in quanto gay siamo diversi, non ci dobbiam spaventare noi per primi della nostra diversità, ti pare?

Perché dici di non vedere futuro? Lavori, studi, come passi le tue giornate?

Edited by schopy
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Salve rieccomi ...ho aperto il post e sono sparito ( per le vacanze ...di merda tra l'altro , ma è un'altra storia ) . Intanto grazie a tutti per le risposte ..alcune mi hanno fatto realmente pensare e riflettere ,,,,ultimamente sto passando un momento difficile , difficile da spiegare perché neanche io con esattezza so cosa mi faccia stare in questo stato ..so solo che sono arrivato da poco ad una consapevolezza : niente nella mia vita ha una reale importanza ...tutto quello che faccio , che penso , le persone a cui voglio bene ...sto mettendo tutto in discussione , è come se ( per farvi capire ) io dal di fuori di me seguissi come spettatore la vita di un altro , preso si , ma non direttamente interessato ....ho paura , paura che questo momento non passi mai , paura di non farcela a superarlo , paura che questo possa trasformarsi in altro....e so che alla base di tutto c'è ( ma non solo ) la mia consapevolezza che , per quanto io possa lottare , sperare , credere in me stesso ...non avrò mai una vita normale ...

 

Come sono arrivato a questa consapevolezza ? 3 settimane fa ho assistito ad una scena : 2 ragazzi camminano per mano per la via , io ero con degli miei amici seduto su una panchina , ad un certo punto un gruppetto di ragazzi passa dal verso opposto della strada , li vedono e uno di loro guardando gli altri e ridendo si rivolge ai 2 ragazzi e grida "ce lo ciu,,,ate" .....la cosa più brutta è stata la reazione degli altri passanti , che invece di sdegnarsi , o almeno rimanere seri , si sono messi a ridere , compresi i miei amici , che hanno aggiunto altre battutine stupide ..... ecco quella parole dentro di me battevano e facevano male , invece per gli altri erano motivo di risata ...lì ho realmente capito , capito che non riesco a rimanere indifferente agli altri , che le persone mi possono fare male , e molto ....che sono debole e indifeso nei confronti di un mondo che non mi accetterà mai per quello che sono , e per quanto se ne possa dire , io di questa accettazione sento di averne bisogno..

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fidati, la gente può fare molto male...è inutile girarci attorno, ci sarà sempre qualcuno che per un motivo o per un altro ci ferirà intenzionalmente. capisco la tua reazione, è stato brutto anche per me quando i miei amici dicevano cose dispregiative sui gay, io mi sentivo tirato in ballo visto che ne ero direttamente interessato. comunque quando ho detto a loro di me, ho trovato gente matura che si è addirittura scusata per le battute pessime fatte in anni addietro. da quello che scrivi mi sembra di capire che tu non ti sia ancora accettato al 100%: prenditi ancora un po' di tempo, una volta che sarai più consapevole di te vedrai che le cose tendono a scivolarti addosso di più...

Edited by Loup-garou
Eliminato quote integrale del post precedente
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privateuniverse

lì ho realmente capito , capito che non riesco a rimanere indifferente agli altri , che le persone mi possono fare male , e molto ....che sono debole e indifeso nei confronti di un mondo che non mi accetterà mai per quello che sono , e per quanto se ne possa dire , io di questa accettazione sento di averne bisogno..

 

Nel mio caso sono atteggiamenti che sono spariti con il tempo.

 

Non è il caso neanche di dare troppo peso a certe cose: ci sono persone che riderebbero a una battuta ma che, se un loro amico gli dicesse che è gay, gli vorrebbero bene lo stesso.

 

Ma, se si sente che non si sarà accettati da quelli che si conosce, bisogna cercarsi nuove persone che ci accettino per quello che siamo.

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Ciao Spike88, è vero, le persone possono essere cattive a volte e ferire. Ma non tutte sono così. Anche tra i tuoi amici sicuramente ci saranno molti che ti accetteranno. E per le battute sui gay, è vero, danno fastidio però ti posso dire per esperienza personale che spesso i ragazzi usano (purtroppo) termini anche offensivi,ma non sempre sono persone omofobe. Un mio amico parlava sempre di froci, ricchioni, etc. ma dopo che ho fatto CO con lui, non solo non le usa più, ma mi ha accettato e sembra molto più aperto su tematiche gay. Per carità, non sempre va tutto bene. Si possono incontrare pure falsi amici, ma almeno uno se ne libera. Proprio due giorni fa, un falso amico mi ha detto cose bruttissime, mi ha ferito, ma almeno so con chi avevo a che fare.

Io ti consigio, spike, di non vedere tutto nero, di essere più ottimista. È vero che spesso abbuamo percorso più complicati ed in salita, ma non dobbiamo arrenderci. :)

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..... ecco quella parole dentro di me battevano e facevano male , invece per gli altri erano motivo di risata ...lì ho realmente capito , capito che non riesco a rimanere indifferente agli altri , che le persone mi possono fare male , e molto ....che sono debole e indifeso nei confronti di un mondo che non mi accetterà mai per quello che sono , e per quanto se ne possa dire , io di questa accettazione sento di averne bisogno..

 

Ti comprendo benissimo, io ci sono cresciuto in questo contesto. Episodi come questo mi capitavano un giorno sì e uno no: a scuola, coi miei amici, in famiglia...

E ho odiato.

Mi sono difeso nell'unico modo che mi sembrava possibile e sicuro, detestando tutti senza affezionarmi a nessuno. Riuscivo a distruggere verbalmente persone con cui avevo condiviso tanti momenti perchè per me non contavano nulla, realmente. Sapevo che dietro quella facciata cortese si celava un omofobo che, se avesse capito chi fossi davvero, non si sarebbe risparmiato. E ogni volta che mettevo in dubbio quello che stavo facendo, arrivavano nuove battute, nuovi discorsi pseudo-scientifici a ricaricare il mio disprezzo.

Per loro è un gioco, per noi è la vita. Ma questo non li riguarda, perchè loro sono perfettamente integrati in un mondo fatto a loro immagine e somiglianza.

Non sanno cosa significhi sentirsi inadeguati, doversi nascondere anche da chi ti ha messo al mondo... non è un loro problema, possono permettersi ogni crudeltà.

 

E arriviamo a questo punto:

 

è come se ( per farvi capire ) io dal di fuori di me seguissi come spettatore la vita di un altro , preso si , ma non direttamente interessato ....ho paura , paura che questo momento non passi mai , paura di non farcela a superarlo , paura che questo possa trasformarsi in altro....e so che alla base di tutto c'è ( ma non solo ) la mia consapevolezza che , per quanto io possa lottare , sperare , credere in me stesso ...non avrò mai una vita normale ...

 

che è più o meno quello che sono stato per dieci anni. Spettatore rigido e passivo della mia stessa esistenza, in precario equilibrio e con la costante consapevolezza di non aver nulla da perdere perchè tutto quello su cui poggiavo i piedi era finto, fondato sull'omissione e sulla menzogna.

 

Capisco benissimo cosa provi.

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Personalmente :

- dichiararmi , e quindi accettarmi io prima di tutto per quello che sono ( manca )

- trovare la persona giusta con la quale condividere la vita , o un pezzo importante di vita ( manca )

- essere accettati , realmente , da famiglia e amici ( manca )

- vivere in un contesto sociale che mi permetta di esprimere quello che sono liberamente ( manca )

 

Per voi è così ? Mirate a questo ? ad altro ?

 

E ancora : pretendo troppo ? c'è qualcuno in questo forum che possa dire di aver raggiunto questi 4 traguardi e di aver trovato una stabilità ...datemi un po' di speranza ...

 

La stabilità non ce l'hanno manco quelli che ti sembrano averla. Tutti stanno a problemi solo che se ne fanno una ragione, li nascondono, li reprimono e riescono a campare.

 

Forse tu hai bisogno di sentirti sincero con te stesso. Bisogna trovare un compromesso, mi sembri molto incline a buttarti giù :)

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Vuoi un consiglio spassionato? Non ti accetterai mai se non ti trovi in un ambiente favorevole al tuo progresso psicologico. Mi spiego meglio: se hai paura a dichiararti, trovati amici per i quali essere gay non è un problema. Se hai paura dei tuoi non dirglielo, almeno preservi la tranquillità familiare. So che scrivo scempiaggini per molti, ma essenzialmente nessuno vive bene recluso dal mondo, Io credo che sia inutile cercare qualcosa che ti aiuti a capire chi sei veramente. Ovvero: la sessualità non fa la persona. Non mettere al centro del tuo mondo la tua sessualità, quell'ossessione è il primo tipo di omofobia! :)

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E' pesante, ma c'est la vie.

Secondo me ci si dichiara inizialmente con amici, è raro trovare persone completamente ottuse...

da giovani si è più pronti a rivedere le proprie posizioni.

 

Poi smettiamola di fare un dramma se c'è gente che scherza sull'omosessualità;

insomma, al limite incazziamoci, ma non deprimiamoci.

E anche i pensieri cupi sull'altrui crudeltà...

c'è solo ignoranza ed indifferenza; la miscela delle due cose produce quel che a noi si chiama crudeltà, omofobia, etc...

Ma mica si può passar la vita a preoccuparci di cosa penseranno gli altri di noi.

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grazie a tutti per i consigli , mi ha fatto bene leggere i vostri pensieri , mi ha dato forza :) in questo momento sto attraversando un percorso ...ora purtroppo è il momento cupo , e ahimè non ci posso fare nulla ....però la speranza è l'ultima a morire ....alla fine non siamo delinquenti ....non facciamo niente di male ...siamo semplicemente noi stessi .... e se gli altri non lo capiscono ...pace :))

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Non ti accetterai mai se non ti trovi in un ambiente favorevole al tuo progresso psicologico.

 

Invece bisogna accettarsi anche in ambiente sfavorevole.

Non si può vivere male con se stessi a causa degli altri, se non altro per amor proprio.

E' vero che la nostra vita dipende in parte dagli altri, ma ce una parte che è esclusivamente nostra.

E poi darla vinta agli omofobi che ci vogliono vittime piangenti proprio no.

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darla vinta agli omofobi che ci vogliono vittime piangenti proprio no.

Non sempre andarsene da un'altra parte è perdere. Non cambi la testa delle persone, l'ignoranza è irremovibile. Una battaglia stupida non ha bisogno di essere combattuta. Un conto è pretendere i propri diritti (battaglie per i diritti gay) un conto è imporre la propria idea sugli altri, stupidi che siano.

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