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Si può scoprire di non essere gay?


Flacomagico

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In un discorso generale, il fatto che succeda a pochi non rende il fatto meno reale, per cui deve essere preso in considerazione. Io non vincerò mai al superanalotto né sarò mai colpito (spero) da un meteorite; questo non significa che non esista chi vince al superenalotto o per contro chi viene stramazzato al suolo da una pietra spaziale.

In un discorso meno generale e più specifico però, questo fa sì che a @@Flacomagico è molto improbabile che capiti di 'diventare' etero. Molto improbabile ma non impossibile.

Io credo anche che, se su sei miliardi di individui sulla terra ne esiste solo uno che si sente attratto dalle lampadine alogene, e chiamiamo questa condizione alogenosessualità, di fatto l'alogenosessualità esiste.

 

Credo che nella vita tutto possa succedere, e per molte persone il passaggio etero->bisex->gay siano state le tipiche fasi di chi prima si reprime e poi impara ad accettarsi in una società eteronormativa. Infatti molti, dopo, lo ammettono tranquillamente "per una fase mi definivo bisex, ma mentivo a me stesso".

Questo per me non significa che la cosa valga per tutti, concepisco anche chi abbia fatto percorsi diversi, ad esempio un uomo che per anni abbia amato le donne senza nascondersi nulla, ma poi sia in qualche modo cambiato (non per propria volontà sia chiaro). O viceversa, un uomo che abbia prima amato per anni gli uomini per poi ritrovarsi a vivere un cambiamento. Non saprei se è raro o molto raro; però non penso che sia impossibile.

 

Edit: giusto per chiarire, tutto il mio discorso non ha nulla a che vedere con Nicolosi o le teorie riparative, che ovviamente odio con tutto me stesso.

Edited by Krad77
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hinzelmann il tuo discorso sembra molto intelligente ma mi sono perso e non ci ho capito granche'

 

ahahah.. meraviglioso!

 

Comunque, se analizziamo la situazione in modo freddo, è abbastanza stupida. Se ti piacciono gli uomini, quale misterioso trauma pensi che te li dovrebbe fare improvvisamente dispiacere?

 

Il problema per me è che tendiamo a contrapporre in modo assoluto gay ed etero. E il risultato è che quando si ci si domanda "Ma sono veramente gay?" (una fase in cui sono passato anch'io e penso buona parte dei gay), non ci si domanda se in realtà non ci piacciono gli uomini, ma se ci piacciono le donne.

Ma non è facendosi piacere le donne che non si è gay. Essere gay riguarda solamente la propria attrazione verso lo stesso sesso, quello opposto non c'entra nulla.

 

Certo, se poi intendiamo "gay" e "etero" come stili di vita, allora a molti basterebbe sapere di avere la possibilità di vivere una "vita normale" per reprimere i loro desideri omosessuali e concentrarsi completamente su quelli etero.

Ma quello non riguarda più il "Scoprire di non essere gay", ma il fare una scelta...

 

Concordo in buona parte.

Il discorso è ovviamente prettamente maschile visti i ruoli nell'antitesi ma in linea di massima la "scoperta" dell'omosessualità è quasi completamente a carico di ciò per il quale ci sentiamo attratti e non verso quello per cui NON ci sentiamo attratti. Questo però accade per una semplice regola psicobiologica: lo sviluppo sessuale.

L'orientamento e la consapevolezza del proprio orientamento sessuale avviene per attrazioni e non per repulsioni. E' il sentire che nasce spontaneo figlio della biologia a dirci chi siamo e non l'assenza di altri impulsi. Un adolescente in pieno sviluppo non ha coscienza di quelle che sono le pulsioni finchè queste non si presentano. Quando compaiono ecco che questi inizia a comprendere e ad interrogarsi sulle pulsioni PRESENTi.

Quando avrà cognitivamente compreso se stesso e la differenza con gli altri ALLORA e solo ALLORA si interrogherà sulle pulsioni mancanti e di cui lui NON SA NULLA poichè mai sperimentate.

 

Ecco perchè inconsciamente un gay sa di essere gay perchè prova sentimenti e pulsioni per il genere maschile e NON perchè NON prova pulsioni per il genere femminile. Ancor più rilevante è il fattore DETERMINANTE: la pulsione omosessuale è certa quando vi è attrazione "stesso sesso". Quando vi è assenza di attrazione verso "l'altro sesso" non si può parlare di omosessualità.

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Io ho riflettuto sulla questione seriamente, quindi ora non parlerò di dita nella marmellata e di quanto sia difficile levarsi dalla mente un sapore che piace dopo averci infilato il dito (nella marmellata) ed esserselo pure leccato.

 

Provo dunque a spiegare la mia riflessione. Ma prendetela con le pinze.

 

La sessualità non è una cosa che si può definire col bilancino. Per cui non capisco questo fare uso del linguaggio logico o infervorarsi per far valere opinioni che su questo tema possono solo essere soggettive e non di valenza universale.

Ognuno la sessualità la vive a proprio modo, è intima, personale.

Spesso i ragazzi (ma forse nel caso opposto anche le ragazze) hanno difficoltà ad accettarsi e provano a farsi piacere per forza persone del sesso opposto. Ma quando poi prendono coscienza dell'essere gay ed affrontano quello che è un percorso ineteriore d'accettazione, talvolta con grossi sacrifici e numerose difficoltà, difficilmente hanno preso un abbaglio o fatto questo percorso con assoluta leggerezza. Nel primissimo post, infatti, mi pare di capire che non si parli di una, come dire...'prova', ma di una vita gay attiva e duratura, ergo vissuta appieno.

C'è poi da dire un'altra cosa: di solito, vuoi per convenzione o per non accettazione, fin dall'adolescenza le prime esperienze sessuali si fanno col sesso opposto (non necessariamente sessuali nel pieno senso del termine, ma anche solo a livello d'attrazione) e si tenta di 'sperimentare' le proprie pulsioni verso l'altro sesso. (Penso inoltre non ci voglia tanto per capire cosa ci ecciti, piuttosto si tratta di prenderne coscienza)

Per cui mi vien molto più semplice credere nell'etero che prende coscienza di essere gay o perlomeno della propria bisessualità, che nel gay d'un tratto accortosi di essere eterosessuale e dunque, 'pentito', per tutte queste ragioni.

Sottolineo che questo è il mio parere soggettivo e che difficilmente si può stabilire una verità assoluta su questioni riguardanti principalmente il sentimento e le pulsioni sessuali individuali.

 

Aggiungo che non vorrei aver offeso qualcuno (sia mai che mi prendiate a colpi di spranga). XD

Edited by Neom
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Ilromantico

Per le questioni della "società eteronormativa" c'è una forte pressione solo in un senso.

Può darsi pure che esistano pure personaggi del genere

 

Prego???Il personaggio sarai te, ma guarda un po' cosa tocca sentire! E ancora con la leggenda della 'temibile' "società eteronormatività". Se tu in quanto gay non ti ci senti identificato fatti tuoi, ma accetta il fatto che essere gay/bisex/lesbica non è incompatibile con uno stile di vita "etero" (e mi fa ridere che continuate a chiamarlo "etero" o "società eteronormativa"), c'è a chi piace e decide, senza "pressioni", di farne parte. Se tu cerchi di demonizzarlo, o trovarne cause per molti versi irreali e inesistenti, vuol dire che forse il problema è tuo.

 

 

Siamo ritornati al solito discorso delle fasi etero->bisex->gay e dei bisex in realtà non esistono?Che noia, che ossessione! Mi chiedo che dovrò fare per superare questa fase visto che dura da tutta la vita e sin da piccolo ho sempre capito che mi piacciono gli uomini e le donne. Mi chiedo, soprattutto, perché i bisex vi generino tali insicurezze e tali complessi. E' come se io mi mettessi a dubitare delle checche o delle transessuali, dicendo che sono così perché soffrono una determinata pressione sociale. Direi senza dubbio una stupidata perché io non sto nella loro pelle e non vivo le loro stesse sensazioni e pulsazioni. Peccherei di presunzione nel tentare di spiegare qualcosa che in realtà NON conosco.

 

E' un po' quello che mi sembra passare a tratti alterni sul forum e soprattutto col tema della bisessualità. Si pensa che il gay che abbia avuto esperienze etero, vuoi per pressioni sociali vuoi per sperimentazione sessuale, possa capire un bisex o addirittura arrogarsi il diritto di dire che la bisessualità non esista. E non è difficile malignare che è un palese tentativo di auto-consolazione perché visto che ad alcuni forse è pesato scoprirsi omosessuali allora non è possibile che esistano davvero uomini a cui piacciano i 2 sessi. In sintesi (cerco di spiegarlo meglio) "Mi consolo tanto è -gay- quanto me e come feci in passato anche lui per il momento sta tentando di farsi piacere le donne".

 

Da qui la mia domanda: Ma vivete male il fatto di essere gay?Perché è la sensazione che ho leggendo alcuni topic del forum e certi interventi. C'è questa sorta di ossessione e rifiuto per ciò che è differente da voi (e parlo anche di gay che non condividono certe vostre posizioni ad esempio), questa paranoia dell'analizzare le cose e creare teorie assurde quando le risposte sono più semplici. Vorrei davvero capire, giuro che non sto flammando nè lo dico con cattiveria e/o acidità.

 

Io lo ripeto, magari fossi gay al 100%. E' una cosa di cui dovreste andare fierissimi, altro che farsi prendere dai complessi. Trovarsi "nel mezzo" da un certo punto di vista è figo, ma dall'altro a volte ti senti sempre "a metà". Magari fosse vera sta storia della fase... che sia etero o gay non mi dispiacerebbe essere al 100% qualcosa. Ad ogni modo, io temo di ritornare alla fase etero, ma ciò finché sarò innamorato e felice non credo succederà :)

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@@Ilromantico credo che Coeranos intendesse dire che alcuni gay per questioni esterne si costringono

ad avere rapporti con donne per provare che hanno anche una parte etero e se esistono davvero persone

che scoprono un attrazione nel tempo nei confronti delle donne sono così pochi da essere irrilevanti.

 

Onestamente anche io non credo che la società eteronormativa spinga solo in un senso, ho letto topic

sul forum di ragazzi insicuri che si sono iscritti a causa del bullismo subito ma che in realtà erano etero

al 100%. Gli stereotipi creano incertezze sia in un senso che nell'altro.

Personalmente ho conosciuto un ragazzo che ora è felicemente fidanzato con una donna, ma che prima

ha creduto a lungo di essere gay solo per delle sue insicurezze ....... questo fatto di vedere da una sola

prospettiva le cose infastidisce molto anche me.

Per quanto mi riguarda, secondo me, ci sono tante cose di cui siamo inconsapevoli, che ci sono magari

sempre state ma che emergono successivamente per un motivo o per un altro. Esistono le eccezioni,

esiste la norma, esiste tutto, ovviamente succede anche che in alcuni casi delle situazioni siano dei

momenti di passaggio, può essere nella transessualità, nella sessualità, come anche in altri campi.

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Intanto consiglio di evitare uscite isteriche e acide che sono il peggior stereotipo sui gay, oltre agli attacchi personali che sono vietati dal regolamento (e no, io non ne ho fatti)

 

A me non interessa tanto inventarmi teorie, quanto piuttosto osservare ciò che succede nel mondo reale.

Quello che scrivo è l'esperienza dei gay che hanno conosciuto un numero decisamente alto di persone. Semplicemente certi casi non pervengono, o sono in numero talmente basso da essere irrilevante. Quindi no, da gay non si passa a etero o bisex, i singoli casi non contano.

L'esempio di Dogville è interessante, in quel caso sarebbe una forma di repressione al rovescio, io non nego nemmeno che esistano persone così, però non ha senso andare a dire "conosco una persona che..." per poi far illudere qualcuno che potrebbe risolvere un'eventuale mancanza di accettazione diventando etero o bisex, se poi questo non avviene. Vi assicuro che alcune persone baserebbero la loro vita su queste speranze.

Rispondendo a Lum, in effetti ho sbagliato esempio con Gastaldi :D

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D'accordissimo con ilromantico. Un'atteggiamento molto simile a questa sorta di fenomeno di appiattimento che noto in molte persone (non vogliatemene, ma parlo di un certo tipo di gay acidi scheccanti perennemente in lotta contro tutto e tutti che almeno una volta alla settimana c'hanno l'ansia e hanno vomitato) è quello di affermare che chiunque sia gay. Sembra quasi che per stare bene con se stessi si debba creare il falso mito che sotto ogni etero si nasconde un gay represso. In conclusione secondo me puo' capitare benissimamente che uno a cui siano sempre piaciuti i maschi si innamori di una donna. Ma questo non implica che uno diventi così di punto in bianco etero, alla fine la regola è sempre la solita: ti piace una cosa? Conquistatela, falla tua, non cambiamo "denominazione" a seconda delle cose che facciamo o che ci piacciono. Le denominazioni servono solo ai fini pratici, se non ci fossero sarebbe un bel casino capire dove cercare, cosa fare; però se ci pensi, dentro di te (parlo a livello di forze psichiche) definirsi in un qualsiasi modo (che è poi stabilito da altri) serve solo a limitarti e a reprimere la libera espansione del tuo io che tanto vuoi o non vuoi farà sempre il cazzo che gli pare.

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calvin2010

@ In vita mia non ho mai conosciuto un etero che pensasse che autodefinirsi eterosessuale

fosse "limitante."

Sono solo i gay che rifiutano le "etichette." Esattamente come molti gay prima di dichiararsi tali si dichiarano

bisessuali, molti altri vogliono convincersi dell'esistenza di una sessualità fluida, che non esiste, e a cui giustamente

nessun etero crede.

E' una forma di autodifesa, una illusione di chi non è del tutto a suo agio in una società omofobica. Il che non sarebbe

nemmeno un mio problema, ma diventa un mio problema nel momento in cui questo mito della sessualità fluida e del

rifiuto delle "etichette" rende la cumunità LGBT debole. Non si può andare in giro dicendo no alle etichette e allo stesso

tempo promuovere il coming out. Non si può dire che le persone "possono cambiare" ma allo stesso tempo che non

dovrebbero farlo.

Queste scemenze sulla fluidità e sul fatto che "quello che conta è l'amore" sono velenose.

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Ilromantico

@@coeranos isterismi?non fa parte del mio carattere, figurati poi se mi altero in un forum. Ed è inutile che giochi la carta di "papà, tizio mi ha fatto la bua" citando il regolamento. Sei stato tu a dare dei "personaggi" ai bsx, abbi almeno il coraggio di prenderti la responsabilità di quello che dici.

 

Per il resto è il solito discorso. Decidere a priori cosa sia vero e cosa no, basandosi solo sulla propria esperienza soggettiva non ha alcun senso. Si chiama peccare di presunzione. Io sulla mia esperienza diretta posso affermare che da sempre mi sono piaciuti uomini e donne, ma non posso escludere con certezza matematica che a qualche gay capiti di non capire che non è più gay o si scopre bisex. Non mi arrogherei MAI la presunzione di conoscere la verità suprema sulle dinamiche degli orientamenti sessuali, qui alcuni invece solo per il fatto di essere gay se lo arrogano questo diritto. E non capisco su quali basi.

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Non sono affatto d'accordo calvin, ma rispetto il tuo punto di vista da "attivista gay". La fluditià non riguarda solo ed esclusivamente la sessualità, ma riguarda l'io di una persona, le strutture sociali, gli stati naturali delle cose. Sarebbe quanto mai arrogante (sempre in quella che è la mia concenzione delle cose) affermare che la sessualità non è fluida in un mondo che sin dall'inizio è stato soggetto al mutamento e alla fluidità, un mondo in cui ogni legge e ogni processo viene smentito in virtù di un cambiamento al quale si va incontro. Io ho qualche perplessità riguardo alla definizione "mito" della fluidità sessuale, giacché sono molte le persone che parlano di fludità sessuale (e quindi, ripeto, in tale contesto anche un etero parla di non etichettabilità delle cose, per esperienza personale) forse un mito è quello che la fluidità sessuale sia solo una forma di autodifesa. Io stesso personalmente sono così fluido in ogni aspetto della mia vita che non mi stupirei affatto se un bel giorno non mi piacessero più un certo genere di uomini, ma un altro o addirittura se non finissi per innamorarmi di una donna. E ti assicuro che la mia non è una forma di autodifesa, perché se devo essere sincero, io tutta questa società omofobica non la vedo, i casi estremi di violenza sono perpretati da gente che avrebbe picchiato anche barboni, vecchi, donne, bambini, gente a caso. Chi è violento cerca solo dei pretesti, per il resto essere gay in italia non causa grandi problemi a meno che uno non sia il tipo di gay che è sempre là a fare della sua condizione di gay una condizione "privilegiata" o meno, che stia lì sempre a puntualizzare il suo essere gay, a viverlo male e a trasmetterlo agli altri. Se stai bene con te stesso la gente accanto a te lo avverte e se ne fotte zero di quello che ti piace o no. Sarà un esempio poco azzeccato, ma per me molto calzante. Prendi l'essere grassi: c'è gente che vive malissimo quella sua condizione e tenta di continuo di evaderne e gente che invece è felice di ciò che è, si vede bella, sorride, fa autoironia. Adesso guarda l'atteggiamento della società nei confronti di questi due diversi approcci: in un caso verranno derisi, presi in giro, emarginati; nell'altro verranno spesso eletti a leader, saranno persone senza bisogno di approvazione, persone libere e felici. Adesso fai tu gli abbinamenti. A parer mio, non si parla mai di essere gay o meno, si tratta semplicemente di essere persone che sono fiere di essere se stesse al punto tale da non doversi adattare ad alcun movimento o definirsi fieri di essere.... (quando uno è fiero non se ne rende manco conto) persone che semplicemente vivono e lasciano vivere e non hanno bisogno di approvazione. Il veleno, oggi come sempre nella storia dell'umanità, sta negli integralismi e negli estremismi.

Edited by Sick Boy
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Continuano gli attacchi nei miei confronti, rispondo solo dicendo che continuerò a discutere di argomenti scomodi.

 

Sarebbe quanto mai arrogante (sempre in quella che è la mia concenzione delle cose) affermare che la sessualità non è fluida in un mondo che sin dall'inizio è stato soggetto al mutamento e alla fluidità, un mondo in cui ogni legge e ogni processo viene smentito in virtù di un cambiamento al quale si va incontro.

 

Quindi ha ragione il Narth? Ci si può convertire? Perché se la sessualità è fluida allora i gay possono diventare etero

e non si spiega perché nella realtà poi si scopre che continuano ad avere attrazione per lo stesso sesso.

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privateuniverse

In pratica, si nega qualcosa che, a volte (non spesso probabilmente, ma a volte) succede, accusando gli interessati di tradimento della causa (ma quale causa?), e chi ne sostiene la possibilità di intesa con il nemico e sabotaggio.

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Continuano gli attacchi nei miei confronti, rispondo solo dicendo che continuerò a discutere di argomenti scomodi.

 

 

 

Quindi ha ragione il Narth? Ci si può convertire? Perché se la sessualità è fluida allora i gay possono diventare etero

e non si spiega perché nella realtà poi si scopre che continuano ad avere attrazione per lo stesso sesso.

 

Eh? Qual è il nesso col mio discorso? Su, per cortesia.

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Hinzelmann

Ovviamente è una stupidaggine enorme

 

Come si fa a scoprire di non essere qualcuno

se non a partire dal pregiudizio di doverlo essere?

 

E' impossibile

 

Quindi dobbiamo individuare quale sia il pregiudizio

ed il pregiudizio è : dover essere eterosessuali

 

Stabilito questo è chiaro che si può solo scoprire di non

essere eterosessuali

 

Il discorso al contrario non opera se non al limite per qualcuno

che a 11-12 anni è incerto per problemi di identità sessuale

( trans MtF o FtM )

 

Altro discorso, completamente diverso è la bisessualità ovvero

la fluidità TRA due orientamenti sessuali entrambi riconosciuti

come propri e non escludentesi a vicenda

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Coeranos io ho l'impressione che tu sia solo facendo eristica. Se rileggi i miei discorsi parlo di libera/naturale espansione dell'io, naturali processi di cambiamento, nulla che non avvenga in modo spontaneo nel nostro universo ha senso e nulla che sia artificale è destinato a durare. La conversione non ha nulla a che vedere con la possibilità di interessarsi ad una persona di sesso differente. La conversione è un altro esempio di integralismo umano.

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Il fatto è che, relativamente all'orientamento, non può esistere alcuna conversione nè da gay ad etero, nè viceversa; chi afferma il contrario o è omofobo, o è confuso (per usare un eufemismo non volgare).

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Scusami tanto ben, ma tua è una visione quanto mai piatta della realtà. Avete mai pensato che coloro i quali un bel giorno arrivati a quarant'anni si scoprono gay in realtà sono semplicemente delle persone che nel corso della loro esistenza hanno gradualmente cambiato gusti e hanno cominciato ad interessarsi anche (o esclusivamente) all'uomo allargando la propria visione dell'amore, dei gusti o anche solo cambiando (involontariamente) l'oggetto delle proprie pulsioni? A me trenta anni di incubazione gay sembrano un po' tantini e invece di parlare sempre di represso che esce fuori, di gay latenti, di omofobi gay repressi perché semplicemente non parlare di un cambio di gusti, di un risveglio o di come caspita volete etichettarlo voi labeller? Se c'è una minuscola cosa che ho imparato tenendo gli occhi aperti è che le cose non sono mai bianche e nere come vogliono farci credere le persone che ci marciano sulla mancanza di sfumatura.

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@

Fai confusione tra "prendere coscienza" di quello che si è, e "diventare" qualcun'altro.

 

L'ipotetico 40enne che viene allo scoperto non è "diventato" gay, ma lo è sempre stato, benchè si reprimesse; ha quindi semplicemente preso coscienza del suo essere.

 

Prendere coscienza/accettarsi per cio' che si è, è possibile anche in età avanzata, mentre cambiare il proprio orientamento non è possibile, se non appunto nei testi delle canzonette o dei manuali omofobi dei soliti millantantori. Ovviamente cio' vale in entrambi i sensi.

Edited by Loup-garou
Eliminato quote integrale
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Ben per l'appunto io parlavo di capovolgimento di quella che è la nozione di "prendere coscienza", se rileggi il messaggio capisci cosa intendo. Sicuramente sono io che mi esprimo male, ma non vedo il motivo per cui quel "prendere coscienza" semplicemente non possa essere "ho cambiato gusti". Perché uno era gay latente se si "scopre" a 40 anni gay? Se sino ad allora era stato bene con le donne e aveva goduto con loro, si era innamorato, ma adesso non lo soddisfano più (ce ne sono) non c'è alcuna ragione per cui debba essere visto come uno che ha vissuto l'intera esistenza reprimendosi. Perché noi gay dobbiamo sempre vederci come i detentori della certezza delle pulsioni sessuali di ogni essere vivente? Perché siamo i primi a porre delle regole e a vedere gli etero come qualcosa di differente da noi? Come fai ad esprimere categoricamente l'impossibilità di cambiare il proprio orientamento (e che cazzo non siamo una bussola, andiamo dove ci portano le pulsioni e le pulsioni sono il risultato delle nostre esperienze e dei nostri desideri) senza alcuna base, come fosse un dogma?

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Ben per l'appunto io parlavo di capovolgimento di quella che è la nozione di "prendere coscienza", se rileggi il messaggio capisci cosa intendo. Sicuramente sono io che mi esprimo male, ma non vedo il motivo per cui quel "prendere coscienza" semplicemente non possa essere "ho cambiato gusti".

 

Perchè sono due cose completamente diverse. Un po' come chiedersi perchè le mele non sono pere.

 

Perché uno era gay latente se si "scopre" a 40 anni gay? Se sino ad allora era stato bene con le donne e aveva goduto con loro, si era innamorato, ma adesso non lo soddisfano più (ce ne sono) non c'è alcuna ragione per cui debba essere visto come uno che ha vissuto l'intera esistenza reprimendosi.

 

Perchè non si accettava come tale, non accettava incosciamente il suo stato. Sullo "stare bene" con le donne abbiamo la testimonianza di tanti gay che si sono accettati in età avanzata, e tutti concordano nel dire che con le donne era un accontentarsi, gli volevano bene ma non erano soddisfatti dal sesso nè dalla storia, ma per non ammettere cio' che erano si sono repressi in tal senso, vivendo una vita che non era la loro.

 

Perché noi gay dobbiamo sempre vederci come i detentori della certezza delle pulsioni sessuali di ogni essere vivente? Perché siamo i primi a porre delle regole e a vedere gli etero come qualcosa di differente da noi? Come fai ad esprimere categoricamente l'impossibilità di cambiare il proprio orientamento (e che cazzo non siamo una bussola, andiamo dove ci portano le pulsioni e le pulsioni sono il risultato delle nostre esperienze e dei nostri desideri) senza alcuna base, come fosse un dogma?

 

Cambiare orientamento significherebbe dire che l'orientamento è un comportamento appreso (tesi sostenuta dai beceri ignoranti ed omofobi, tra gli altri).

Qualunque gay come anche qualunque etero sano di mente sa che invece l'orientamento è qualcosa di innato.

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Parli per dogmi, non vedo fatti che confermino ciò che mi dici. Che l'orientamento sessuale sia qualcosa di innato e che questa sia una cosa condivisa da tutte le persone sane di mente ancora una volta è una cosa che spiattelli nel tuo discorso senza portarmi prove a sostegno di ciò che dici se non tramite un circolo tautologico di affermazioni velatamente offensive.

Sostenere che l'orientamento sia dettato da una serie di fattori + una componente innata non implica che si sia autorizzati a cambiarlo o che si debbano fare degli sforzi in tale direzione, dato che così come non si puo' cambiare la propria indole, il proprio carattere (se non su aspetti superficiali) allo stesso modo non si puo' intervenire artificialmente sul proprio orientamento, sarebbe innaturale, sarebbe come tentare di deviare il corso di un fiume, nondimeno il fiume puo' decidere in maniera del tutto autonoma a causa di fattori interni e/o esterni di deviare il suo corso. Ci tengo a precisare che questo ragionamento non vuole fuorviare nessuno, non sto dicendo che col tempo uno cambierà necessariamente, sto solo dicendo che non è affatto improbabile. Che poi la fi*a abbia poco potere esortativo è tutto un altro discorso :haha: :haha: w il wrustel. :maninlove: :maninlove:

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Qui di offensivo c'e' solo il tuo pensiero, secondo il quale "cambiare si puo' ". Qualunque persona non faziosa o non omofoba sa che cambiare orientamento non e' possibile, ma finche' certe sciocchezze vengono proferite da omofobi e/o provocatori povia style sono comprensibili, sebbene non giustificabili; ma se ad affermare certe assurdita' e' un gay la situazione diventa davvero tragicomica.

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Sei de' coccio. XD Comunque che dirti Ben, continui a sparare a zero senza leggere i miei messaggi e prendendotela come se ti stessi attaccando personalmente (cosa che peraltro stai facendo tu in maniera ormai piuttosto esplicita: mi hai dato indirettamente del "non sano di mente", del "fazioso", dell'omofobo, del gay tragicomico), qua si stanno esprimendo delle opinioni non facendo scuola eh? Il tuo IMHO nella firma non ti autorizza a fare delle tue parole la verita'. Il ragazzo del topic ha paura di diventare etero e io gli rispondo che NO, non funziona cosi', non e' che uno diventa etero perche' cade dalle scale o finisce in mare aperto o viene "convertito" o che so io, ma che NULLA toglie al mondo che un bel giorno possa innamorarsi di una donna e di provare una pulsione per una donna o diverse donne in generale. Ora non attaccarti proprio al pelo, nessuno passera' per casa a convertirti perche' e' una cosa IMPOSSIBILE, non si convertono le persone dall'essere gay all'essere etero.

 

PS: Un pensiero puo' davvero essere offensivo? Non credo che ti abbia ferito cio' che penso.

Edited by Sick Boy
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@ , probabilmente sbaglio ma nei tuoi commenti leggo un tono pesante ed arrogante verso chi la pensa diversamente. Non vedo il motivo di sollevare i toni. Proprio perché né Ben né tu potete definire logicamente ciò che non si può dimostrare in modo esatto, vale la pena parlare e confrontare i punti di vista, altrimenti si tratta solo di posizioni relativiste che non portano a nulla.

 

Io, come ho sottolineato nel mio precedente commento, credo che 'prendere coscienza' significhi solo accorgersi di ciò che si è sempre stati. Cambiare è diverso dal prendere coscienza, perché il cambiamento implica una condizione sopraggiunta e che prima non c'era proprio; mentre io credo che la sessualità si definisca ben presto nella crescita, e si tratta solo di conoscersi (ma anche questo si capisce nell'adolescenza, secondo me, che lo si accetti o meno).

 

La società purtroppo ci vuole etero già da quando nasciamo, quindi prima di ogni cosa si cerca sempre di capire se siamo come la società ci vorrebbe. Ma immediatamente, anche se non vogliamo accettarlo, ci rendiamo conto se ci piace l'altro sesso, oppure lo stesso sesso o entrambi.

Quindi mi vien più difficile credere in chi è sempre stato convinto di essere gay e improvvisamente si scopre etero.

 

Poi ho visto spesso confondere l'innamorarsi di una persona con l'essere gay.

La questione sessuale non ci può certo tralasciare; ci si può sicuramente innamorare di una persona del sesso opposto, ma se non c'è attrazione sessuale non ci si può definire né gay né bsx. Ergo non c'è un 'cambiamento' della sessualità ma è solo una questione emotiva.

 

Non posso dimostrare tutto ciò ed è solo ed esclusivamente la mia visione dei fatti, come quelle di tutti voi. Quindi non chiedetemi prove e non ve la prendete se la penso diversamente da qualcuno.

 

Peace and love (and sex), chiunque vi piaccia!

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Mi spiace che i miei toni siano stati fraintesi (ho utilizzato le faccine proprio per rendere chiaro la leggerezza con cui stavo affrontando il tema), comunque sia non voglio convincere nessuno di niente Neom, figurati. :D Penso solo che ogni tanto faccia bene "oggettivizzarsi" (questa mesa' me la sono inventata ora) e discorrere anche per astratto, affrontando l'argomento da un punto di vista inusuale eppure possibile. Da qui al sentirmi dire "malato di mente" ce ne passa. Buona notte a tutti e speriamo che lunedi' il mio professore diventi inaspettatamente gaio cosicche' possa passare l'esame che mi e' costato un sabato sera a casa. Argghhghghghg.

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Un tempo orientamento sessuale non etero = malattia, ce ne abbiamo messo di tempo per abbattere questa concezione assurda ma ce l'abbiamo fatta (quasi) del tutto.

Poi orientamento sessuale non etero = scelta, anche qui ce ne abbiamo messo di tempo per fare capire a tutti che essere gay non è una scelta che abbiamo fatto, non come alzarsi la mattina e scegliere se mettersi le scarpe o le infradito. Ora mi sembra che questo non le creda quasi più nessuno, per fortuna.

 

Ora orientamento sessuale = qualcosa di innato, con "Born this way" di Lady Gaga a fare da bandiera.

Io personalmente non ci credo, ma a parte il mio parere che non è così importante, ho timore che questa nuova concezione abbia un 'lato oscuro' con conseguenze potenziali notevoli - e non molto carine. Perché è un passo dire orientamente sessuale = qualcosa di geneticamente determinato. E se prende piede questa tesi, ci sarà qualcuno che parlerà ancora di eugenetica, e della possibilità di intervenire su questi geni.

Io preferisco il concetto di 'predisposizione genetica'.

 

Però su questi argomenti forse ci vorrebbe un topic apposito :resent:

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Loup-garou

Ma dire che non è credibile pensare si possa passare dall'essere gay all'essere etero non è la stessa cosa di dire che l'orientamento sessuale è innato.

 

Non credo proprio che il fatto che mi piaccia la pizza sia innato, eppure trovo altrettanto improbabile che dall'oggi al domani non mi piaccia più la pizza perché "i gusti cambiano".

Di persone a cui vengono a piacere cose che prima non gli piacevano ne sento parlare continuamente e anch'io ho sperimentato. Le persone a cui non piacciono più cose che gli son sempre piaciute sono argomento di leggenda.

 

(Prevenendo eventuali obiezioni, cose come la visione politica o la religione non sono un "gusto".)

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