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Un quartiere gay a Roma? E il Gay Village chiude i battenti...


NorwegianWood

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Parlare di ghetto è esagerato. Non bisogna fare confusione, nessuno è obbligato a viverci. Si potrebbe paragonare ad un ghetto per gente di religione ebraica se tutti i gay romani venissero relegati in tale quartiere con la forza. Qui si tratta semplicemente di offrire una possibilità a chi vuole.

Io non ci vivrei mai, ma per tanti motivi un gay può sentirsi più tranquillo in un microsistema simile, perchè quindi negarlo?

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Guest Irish Dragon

Non è male come cosa, anche se appoggerei di più zone interessanti culturalmente e non, a priori... poi per farle diventare zone "gay-friendly", il più delle volte basta la semplice popolazione :D

 

PS: i ghetti sono una cosa, le zone dedite a certi interessi, son altro... soprattutto se è tutto in bassa scala e non obbligatorio...

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Favorevole, e con le valigie già in mano. Anche se ammetto che la proposta di Rei mi piace di più (ricordi di vacanze romane :P) rispetto ad una strada caduta dall'alto. Anche io però tremo per gli affitti...  :rotfl:

 

Perchè se ne sente l'esigenza? Ti giro la domanda: perchè sei su questo forum?

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Questa è una notizia recente, del 26 Luglio. Molti gay si sono lamentati della proposta fatta da parte dell'arcygay quindi probabilmente non si farà niente comunque ecco l'articolo:

 

Roma. La “Gay Street” proposta dal presidente di Arcigay Roma, Fabrizio Marrazzo, al sindaco della città, Walter Veltroni, non è condivisa da tutta la comunità omosessuale capitolina.

"L'idea di una "Gay Street" – ha dichiarato Flavia Sevadei, socia del locale “Coming out” - mi sembra ridicola. Quando iniziammo, venivamo insultati come "froci". Ora che i nostri clienti affollano perfino la strada, anche gli altri locali fanno affari. Siamo da sempre un pub per lesbiche e gay ma qui niente luci soffuse e atmosfere da rimorchio. E niente ghetti: siamo aperti a tutti. Per questo, non voglio la targa di "Gay street", così come non vorrei una "Etero street"".

Dello stesso parere è anche Imma Battaglia, presidentessa di Di’Gay Project Onlus (associazione organizzatrice del Gay Village).

“Piuttosto che una Gay Street – ha dichiarato Imma Battaglia – è meglio creare uno spazio non centralissimo e ben collegato con la metropolitana”.

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e se parla una socia del Coming Out che è internazionalmente riconosciuto come uno dei locali più troiai di Roma allora siamo a posto  :gha:

 

per chi ha accennato al ghetto ebraico: io non credo sia un modello costrittivo ma anzi una pietra culturale, un luogo dove tradizioni antiche e moderne si fondono con la città. mi piacerebbe ci fosse una cosa del genere anche per i gay. purtroppo in questo caso si scade nell'assolutismo ad ogni costo come dice proprio quella tipa "non voglio una eterostreet" ... oh ma basta con questo piattismo ad ogni costo, una gaystreet può solo dare ricchezza.

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Guest Paulie

Mi ritroverei non contraria, perchè penso che sarei la prima che andrei a curiosare, ma sinceramente intristita. Perchè? Perchè trovo assurdo che si vogliano far soldi proprio su tutto ( eh si, mi dispiace dirvelo ma è solo questo che vogliono ) e soprattutto perchè ancora nel 2006 ( quasi 2007.. ) si debbano fare dei luoghi specifici per i gay e non si possa semplicemente sfruttare tutto quello che già c'è al di fuori dei locali friendly.

 

Con questo intendo che una coppia lesbica se si bacia in stazione riceve massimo qualche commento ( spesso da uomini pervertiti ) se lo fanno due uomini la situazione è un attimino diversa e molte coppie omo sfruttano questi posti solo perche sono gli unici in cui possono amarsi in libertà. Sarebbe meglio se si spendessero soldi con campagne per aprire la mente alle persone, manifestazioni, volantinaggio che per aprire ancora locali, o addirittura zone, in cui rifugiarsi.

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Con l'ultima parte del discorso sono daccordo anchio, fanno tutto per soldi, soldi che dovrebbero essere spesi in qualcosa di più utile.

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  • 3 weeks later...

Il village fa bene a chiudere perchè fa veramente pena.....al colosseo è gia pieno di gay a causa di quel pub disgustoso che è il coming out, personalmente non ci metto piede da mesi e ancor meno ci andrò se faranno il "quartiere gay" che tra l'altro lo è gia.....la solita stronzata estiva.

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Se si vuole realizzare una cosa come a Houston, credo che bisognerebbe prima iniziare a investire nell'integrazione tra culture ( Non come fanno qui al sud, soprattutto i Sud Sound System e l'estrema sinistra, che collegano il sud con la jamaica! :D ), sempre però non forzata...

La cogXXXnaggine italiana consiste non solo nel non avere una vera identità italiana, ma nel mancare di tante identità in cui invece si dovrebbero identificare gli italiani...

Così vedi glbt di sinistra e glbt di destra che si lottano, vedi glbt della stessa sinistra che si lottano ( Tanto per fare un esempio Luxuria contro Grillini ), vedi industriali che vogliono fare i cavoli loro ed essere indipendenti dallo stato ( vedi Berlusc ), e altri che dallo stato vogliono essere finanziati quasi sicuri che non riusciranno mai ad essere così competitivi da autosostenersi ( Montezemolo con Fiat?Della Valle con le sue industrie? )...

In italia per questo invece di stringerci per evitare che gli altri ci superino in tutto, ci scanniamo tra di noi e non solo non otteniamo nulla ma ce la prendiamo pure in quel posto!

Credo che si dovrebbe riparlare di questa possibilità di gay street solo dopo che questa integrazione e nuova assunzione di una plurale identità sia stata ben realizzata e consolidata nel territorio nazionale...Ovviamente tutte le mie parole le dovete prendere in linea moderata, perchè va bene un'identità nazionale ma senza esagerare! ( e Bossi esagera! ).

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NorwegianWood

Anche qui è pieno di gay... dovremmo chiudere il Gay Forum?

 

Non trovo che una gay street o un quartiere gay siano dei ghetti o dei lager. Credo invece che, se organizzati con intelligenza e con la giusta apertura mentale, costituiscano una ricchezza come già qualcuno ha detto. L'importante è che questa realtà sappia interagire col resto del tessuto urbano e con tutta la cittadinanza. Non mi pare una scommessa persa in partenza. ;)

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alysonmichelle

Il quartiere gay di Houston, Montrose, era stupendo, zeppo di musei, gallerie d'arte, architetture stravaganti, discoteche bellissime... Ma non ci abitava solo la popolazione glbt!! Era zeppo di normali coppie etero, a volte con figli, e totalmente gay friendly!

 

Sommatoriamente credo che avere un quartiere interamente dedicato ai gay abia i suoi punti di vista positivi e non ma non me paragonà la situraiozne che c'è ora in Italia con quella che c'è nel resto del mondo perchè me vengono le vene fucsia.

 

Favorevole o contraria al quartiere gay a Roma? Considerando che manco a meno di 30 minuti da Roma ce sta lesbovillage non mi scombussola più di tanto la cosa  ;) però che almeno lo facciano non vicino al Colosseo.

Questo per prevalentemente due motivi uno dei qualianche abbastanza bigotto. Il Colosseo è una delle maggiori mete turistiche di Roma e se trasformassero la zona in un quartiere gay diminuirebbe notevolmente il turismo romano. Secondo motivo perchè personalmente "snaturalizzare" così un monumento di tali proporzioni mi lascia perplessa (e questo è il motivo bigotto).

 

Poi che si voglia creare o meno un centro o un quartiere o un ritrovo o un accampamento (chiamatelo come volte) per soli gay lascio decidere chi di dovere, a parer mio è un abnorme cretinata perchè i gay stanno un po ovunque e "rinchiuderli" in un unica zona me sa da ghetto come qualcuno ha detto prima.

 

Potrebbe essere però anche un modo per urlare finalmente che esistiamo anche noi in Italia e che ci stiamo diventando sempre più forti. Vabbè 90% contraria 10% favorevole

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Personalmente non sono molto d'accordo con l'esistenza di quartieri gay. Secondo me è molto alto il rischio di ghettizzazione e difficilmente si riuscirebbe a far interagire e connettere queste aree con le altre del tessuto urbano, nel senso che un gay si troverà a frequentare molto più assiduamente questa zona piuttosto che le altre della città e un etero non avrebbe motivo per andarci, penso che si creerebbe una spaccatura troppo netta all'interno della stessa città.

Sinceramente poi non ne vedo neanche l'utilità, dobbiamo andare verso l'integrazione e isolarci e chiuderci tra noi non penso sia molto utile...

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concordo perfettamente con amy! ;)

voglio dire... secondo me nn è proprio questo il modo per integrarsi e "conquistare parità di diritti"..

secondo me ci si isolerebbe soltanto, poi sarò io ke la penso "male", ma x esempio, io nn mi sento di appartenere proprio a nessuna "comunità", cioè che sia gay è solo una mia caratteristica personale, non so poi magari ho un'idea distorta della cosa, ma x fare un esempio sn andato al pride quest'anno e mi sentivo decisamente fuori posto..  ;)

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io non sono per niente daccordo sulla ghettizzazione...si verrebbero a creare troppi contrasti...poi al colosseo c'è già un locale stupendo gay...riguardo al village...mi ci sono divertito troppo...è carino anche se in pratica è quasi un bordello... ;)...scusate la volgarità...ma sapete quando lo chiuderanno? ;) ;)

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molte volte i quartieri riservati ad una certa classe di persone vengono evitati dal resto della popolazione....ma questo perchè? perchè in certi "ghetti" nn vige altro che lo spaccio di droga,la violenza e roba del genere quindi in un certo modo sn gli stessi abitanti del quartiere a isolarsi dal resto della città...quindi io penso che cm hanno già detto prima nei locali gay si vedono molti etero ballare e divertirsi tranquillamente così sarà nel "nostro" ipotetico quartiere se noi lo vorremo!..............................o no? :asd:

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  • 10 months later...
Guest Hopelandish

[riesumo il topic perchè volevo comunque dare un mio parere sull'argomento]seppur trattandosi di un avvenimento accaduto l'anno scorso oramai, mi sento in dovere di rompere i coglioni a tutti dicendo anche il mio punto di vista :sisi: :Priflettendoci su non vedo neanch'io alcuna utilità effettiva per la realizzazione di un quartiere del genere. I fattori per un possibile "ghettizzamento psicologico" ci sono tutti a mio parere, in quanto è logico che un omosessuale, come già qualcuno ha detto in precedenza, preferirà di gran lunga andare in posti "fatti su misura per lui" che non in altre zone della città. Nessuno è forzato è vero, ma molti penso saranno comunque invogliati per via di cose ad andarci. Io la vedo come una forzatura dal punto di vista mentale alla fine.Poi è chiaro, ognuno fa da sè nello scegliere, nessuno è forzato contro la propria volontà. Io per esempio penso non ci metterei mai piede perchè mi sentirei fuori posto.I problemi rilevanti e seri nel nostro paese, come già detto da Rei, sono ben altri che pensare ad un quartiere esclusivo per il mondo glbt e friendly. E il modo giusto "per farsi sentire/notare al paese" non penso possa essere questo.Quoto in pieno il discorso di Amy sulla spaccatura sociale e non nella stessa città. :P

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Non credo che sia possibile pianificare un quartiere gay a tavolinoLA notizia del gayvillage che chiude non è più on line

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a roma è pieno di quartieri ghettoil quartiere ebreo, il quartiere africano, il quartiere indiano, il quartiere cinese... io sinceramente non ci vedo nulla di male. è come se ci lamentassimo dell'esistenza a new york di "little italy" ... e perché dovremmo? serve a preservare una propria cultura laddove per ovvie ragioni di % si rischia di disperdersi tra la popolazione e non avere più un punto di aggregazionenessuno metterà cancellate e nessuno impedirà agli omosessuali di riversarsi in altri punti della città qualora lo vogliano

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Vi racconto una storiella, apparentemente OT, che potrebbe essere accaduta in ognuna delle vostre città.C'era una volta nel centro medievale di una città italiana un quartiere popolare. Le strade strette, le case alte, senza ascensore, bagni moderni o riscaldamenti...in modo naturale, senza che nessuno l'avesse deciso, questa parte della città, fra il Duomo e la stazione ferroviaria, veniva abbandonata da chi raggiungeva un certo tenore di vita e diventava progressivamente  sempre più "malfamata".A un certo punto tagliata fuori dallo sviluppo e dal benessere che aveva fatto irruzione col boom economico, trasformando il tessuto urbano che la circondava in modo sempre più marcato...diventava un corpo estraneo rispetto al centro cittadino: e iniziarono a chiamarla ghetto.I benpensanti criticavano pure i piccoli proprietari che non ristrutturavano gli stabili, causa fitti bloccati, che rendevano la manutenzione per loro onerosa...( alcuni erano pure tirchi di loro ) in breve il Comune decise di costruire degli alloggi popolari moderni e razionali in periferia e bandirli per "nullatenenti" .Gli alloggi venivano assegnati, la mala gente veniva confinata in una periferia che degradava nel giro di 5 anni diventando un corpo veramente estraneo, lontano fisicamente alla vista...non disturbante per il resto della città. Diventava qualcosa di brutto ma che poteva essere ignorato.Quel quartiere invece rifioriva, complice una speculazione edilizia che rilevava gli immobili dai piccoli proprietari potendo investire grandi capitali nel risanamento urbano. E tutti erano contenti perchè lacosa era molto decorosa e pure socialmente progredita...La Questura ci aprì pure un Commissariato, tanto per tranquillizzare gli acquirenti.

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In effetti penso anch'io sia ad alto rischio ghettizzazione...Non mi piace molto l'idea...Peccato più che altro per il Gay Village che chiude...

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Raccapricciante anche solo il fatto che qualcuno possa farsi attraversare i neuroni da queste idee...Prima tutti in piazza a rivendicare i diritti d'uguaglianza e poi a cercare di crearsi un microcosmo?!?!Un circolo gay, un locale o un forum posso capirli: si cerca l'incontro e lo scambio di idee tra persone che sono parte di una realtà ben delineata e che difficilmente trova riscontro, interesse o risposte sensate nella collettività, solitamente distratta da problematiche di tutt'altra natura.Ma da qui a basare la propria vita a vivere gay, in appartamento gay, nel quartiere gay, lavorando nell'azienda gay, frequentando solo locali gay e mete turistiche gay..... e che ppaaaaalleeeeee!!!Più che autoghettizzazione, mi sembra una completa dematerializzazione della massa cerebrale.Mi ritengo più che ampiamente integrato nel mondo, tanto da non avere alcun bisogno di costruirmi una realtà "paracadute" su cui atterrare morbidamente ogni qualvolta sento pesare su di me il giudizio altrui.Se gli altri hanno di che giudicare... hanno pure un sacco di tempo da perdere, mentre io ho ben altro cui pensare: vivere la mia vita, godendomela fino in fondo, e facendo dell'altrui malizia e giudizio distruttivo lo stesso utilizzo che faccio del rotolo di carta igienica. :ass:Ammetto che qualcuno non abbia la stessa faccia tosta che ho io, con la quale sono riuscito a farmi accettare dalla maggioranza delle persone che conoscevo prima di "dichiararmi", ma non riesco a capire quale sollievo possa costituire il rifugiarsi in un quartiere concepito ad-hoc per i gay, visto che sarebbe una palese ammissione pubblica della propria identità.Insomma... se sei gay e non te ne dai pena, dovresti riuscire a guardare il mondo a testa alta in qualsiasi circostanza; mentre se sei gay e ti poni qualche scrupolo, vorresti evitare di renderlo così spudoratamente evidente.A che pro, quindi?

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continuate a vedere questo fantomatico quartiere gay come un confino dietro cui mettere al bando tutti gli omosessualiè solo una zona caratteristica in più come tutte quelle elencate primadel resto, il village di per sé è un locale ghetto

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continuate a vedere questo fantomatico quartiere gay come un confino dietro cui mettere al bando tutti gli omosessuali
No, non ho detto questo... e anzi, là fuori ci sono sì tanti etero razzisti, ma nessuno che abbia pensato di confinarci dentro un quartiere.Siamo NOI ad auto-isolarci e a cercare continuamente il bollino "gay" su ogni cosa per poterla sentire più esclusiva e non condivisibile con il resto del mondo.Non credo sia molto bello pensare di essere topograficamente delineati come "quartiere gay"... sembra di essere un'attrazione turistica, uno zoo, un qualcosa che differisce dal resto dell'urbanistica.Preferisco essere me stesso, gay sia dentro che fuori di casa, ma ben amalgamato nel tessuto sociale nel quale mi trovo perfettamente a mio agio ed in totale armonia con tutti.
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Poichè oggi non potrebbero esistere ghetti legali, i ghetti reali sono quelli che non si vedono( vedi il mio intervento sopra )Per quanto riguarda i c.d. quartieri gay, questi esistono nella misura della loro convenienzacommerciale, trattandosi nient'altro che di un addensamento di locali in certe aree.D'altronde esiste un turismo gay.In genere i gay che protestano in caso di commistioni nei locali, non lo fanno perchè si sentonoin disarmonia col mondo eterosessuale, ma perchè ci provano cogli etero e scoppiano casini operchè vengono presi in giro per il loro aspetto e cose del genere...Questo però vale in un "quartiere" gay, come in un locale gay, come in una serata a tema gay.Non mi sembra significativo.

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Errrr, ehmmmm..... scusami Hinzelmann, ma non ho capito il significato di questo tuo ultimo post.Il precedente post, fiabesco ma pur sempre molto realistico, l'ho compreso ed altro non è che un modello applicabile a molte realtà: qui a Padova è ciò che succederà, man mano, al famigerato quartiere di Via Anelli.Però non capisco esattamente cosa vuoi dire con questo tuo ultimo intervento... perdonami, ma l'arteriosclerosi sta avanzando.

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DaveKawena82

Io temo un addensamento di violenza nella zona dell'ipotetico quartiere gay. Avete presente "Amici, Complici, Amanti"? Io me ne ritorno a casa di notte e c'è l'omofobico represso che può diventare una minaccia... Se poi volete la mia un quartiere gay c'è già, nella zona del Coming Out, ora che sia ufficialmente quartiere gay o meno a me non è che importa molto (le bandiere arcobaleno all'ingresso ci sono :sisi:).

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Guest Raindrops88

Sono d'accordo, in tutto e per tutto con Dave, qui sopra :sisi: , i "quartieri gay" non si creano, ma nascono spontaneamente nei luoghi più adatti, attorno a locali già esistenti. Anche se lo costruissero sto quartiere non saprei che senso potrebbe avere. Io almeno, continuerei ad andare ai soliti locali, ovunque essi fossero.

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Non conosco Padova e la situazione di Via Anelli e quindi chiedo lumi a voi Padovani.Tuttavia mi pare che, guarda caso, l'amministrazione comunale avrebbe deciso di creare un distretto terziario e commerciale nella zona acquistando 178 appartamenti.Se non erro l'amministrazione avrebbe ricollocato gli immigrati regolari che abitavano quegli stabili, ma il problema sociale era indotto dagli irregolari, che probabilmente affluivano lì, perchè mimetizzati e in certa misura facilitati all'affitto in palazzi in cui altri non sarebbero più andati.Domando: che fine hanno fatto quegli irregolari?Perchè ad occhio e croce da qualche parte saranno andati o sono scomparsi nel nulla?Secondo me se sono scomparsi là ( e ovviamente non sapremmo neanche dove ) è il ghetto.Tornando ai quartieri gay, i quartieri gay nascono tutti spontaneamente.In primo luogo perchè nessuno li pianifica urbanisticamente, in secondo luogoperchè i gay vanno dove vogliono ( grazie a Dio ).

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Hinzelmann... mi sta bene se mi dici che abbiamo una certa morbosa tendenza all'aggregazione che alcuni (me incluso) vedono come una forma di autoghettizzazione.Se però mi dici che in questo caso specifico stiamo parlando di una cosa spontanea ed assolutamente non pianificata, mi sa che ti è sfuggito qualcosa o non hai letto il link di chi ha aperto il thread. :gha:Caspita... più studiata a tavolino di così non si può! :sisi:

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