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UOMO MORTO di Ethan G. Jordan


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Un giorno mi ritrovai un uomo morto in casa. Era sul letto, sul MIO letto, con un pugnale conficcato in gola e la gamba destra aperta, squarciata. Non sapevo come fosse finito lì... non avevo la benché minima idea di chi fosse! Sapevo solo che era nella mia stanza, mezzo squartato e senza vita. Decisi allora di ... beh ... di levarlo da mezzo. Ma non avevo tutto il tempo che volevo: nonostante i miei fossero fuori per un importate convegno e non sarebbero rientrati se non prima della fine del weekend, dovevo pulire tutto per le 9: avevo organizzato una piccola festa. Avevo deciso di non chiamare la polizia. Sapevo che non mi avrebbero creduto: mi avrebbero mandato in prigione e condannato a morte. D’altronde chi avrebbe creduto a uno sciocco ragazzino di 13 anni che afferma di aver trovato misteriosamente un cadavere in casa?!? Afferrai allora il cadavere e provai a spostarlo, ma era troppo pesante. Mi serviva qualcosa che mi aiutasse... qualcosa che con un minimo sforzo mi permettesse di trasportare cose grandi e pesanti... “hummm”... iniziai a pensare e in men che non si dica mi venne in mente ciò che mi sarebbe servito! 3 giorni fa mio padre aveva preso in prestito quel tipo di carrelli che servono per spostare i pacchi... non sapevo a cosa gli servisse, ma ricordo perfettamente che mi raccomandava in continuazione di non usarlo perché poteva essere pericoloso... beh in effetti per mio padre anche una semplice mela può essere pericolosa! Tsh.... Comunque, con la speranza di trovarlo ancora, andai in garage e lo vidi: il carrello era li, di fronte a me, di un blu regale e lucente, illuminato dalla luce che filtrava dalla finestra soprastante rendendolo più bello che mai. Titubante lo raggiunsi, pervaso da un senso di colpa per quello che stavo per fare... non potevo disubbidire ancora una volta a mio padre: lui era così bravo e premuroso con me! Non potevo tradirlo ancora una volta! Poi pensai al cadavere, e alla reazione che i miei avrebbero avuto vedendolo. Sicuramente avrebbero pensato che l’avevo ucciso io! Potevano mai credere alla storia del cadavere venuto dal nulla? Nooooo... d’altronde sono grandi, e i grandi sono fatti così. Dopo quest’attimo di titubanza, presi il carrello e lo portai in cameretta, posandolo accanto al cadavere e così mi misi all’opera. Lo afferrai per la testa, poiché era la parte più pulita e cominciai a tirare. Come pesava! Eppure non era tanto grasso! Forse gli esseri umani pesano di più da morti mah… in ogni caso… riuscii a spostarlo, ma non seppi a mantenere a bada la situazione: persi l’equilibrio e feci cadere il morto dal letto. Non avete idea di quello che combinai! Il sangue schizzò da tutte le parti, la mia maglietta da giallo diventò arancione, i capelli s’impasticciarono di sangue, e come se non bastasse, non so quanto sangue mi schizzò in faccia entrandomi tutto in bocca! Nella caduta, il coltello che era conficcato nella gola, urtò la sbarra di ferro che era posta perpendicolarmente alle altre che costituivano il carrello. L’urto lo fece spostare a tal punto da tagliare tutta la gola... e in un batter d’occhio, senza rendermene conto, trovai la testa staccata dal resto del corpo. Ebbi molta paura… paura di non riuscire più a mantenere a bada la situazione. Rimasi pietrificato di fronte alla vista di quel mare di sangue rosso rubino che continuava incessantemente a grondare... Ma fu proprio quest’orribile spettacolo che mi diede l’IDEA che mi avrebbe salvato la vita.

A volte credo che gli uomini siano capaci di fare cose terribili in situazioni di panico... non so spiegare dove trovai il coraggio di riuscire a fare una cosa del genere... credo che in quel momento non ero in me....

Senza perdere altro tempo, corsi in cucina e presi delle buste di plastica nere e il coltello da macellaio che io e Chuck Ranson, il mio migliore amico, chiamavamo LO SQUARCIATORE 3000! Tornai sopra e iniziai il mio lavoro. Presi la testa, e la imbustai. Le altre buste che rimanevano, le ruppi e le stesi a terra, così non avrei sporcato troppo il pavimento. Fatto ciò, ci posi il cadavere sopra. Afferrai per bene il coltello, stringendolo bene tra le mani e... beh a quel punto mi bloccai, ebbi un attimo di esitazione, mi venne da vomitare, sensi di colpa, insomma queste cose qua… ma poi pensai alla polizia, ai MIEI GENITORI, alla loro reazione nel vedere il macello che avevo continuato, alla punizione che mi avrebbero dato e subito mi sbloccai… avvicinai il coltello alla spalla e SQUARCH iniziai a tagliare.

 

Fu davvero facile segare il braccio: 10 secondi esatti! E dopo il braccio passai alla gamba, dividendole in due, tagliuzzai le dita e così via. Inutile dire la grande quantità di sangue che grondò! Finito il lavoro, posi tutti i monconi sanguinanti in vari secchi e corsi subito in cucina. Giunto a destinazione, mi fermai e perplesso cominciai a guardare il lavandino: la mia salvezza. Lo raggiunsi a passo lento... posai il secchio, presi un braccio e lo posi sul tritarifiuti. Ricoprii il tutto con una pentola...pigiai il bottone... FRUOSHHHHH... SPRECKKKK!!! PRUAAAAA!!! Alzai la pentola e... aveva funzionato!!! Il tritello aveva risucchiato tutto il braccio! Rimaneva solo il sangue nel lavandino! Presi coraggio e così feci con il resto del corpo... fortunatamente verso le 6 di sera venne Chuck, il quale, dopo avergli spiegato tutto, mi aiutò a finire il lavoro pulendo tutto per bene.  Ora dovevamo solo sbarazzarci del busto del corpo, che non ero riuscito a tritare, ma non sapevamo come! Se l’avessimo buttato nel fiume, prima o poi qualcuno l’avrebbe trovato... dovevamo trovare una soluzione... e al più presto perché mancava solo un ora alla festa! Ma, a un certo punto Chuck fece: “Ho trovato!”

 

Tutti apprezzarono ciò che avevamo cucinato, quella sera: sandwich con burro e cioccolata, biscotti alla marmellata, pasta italiana... Ma la cosa più gradita furono le nostre “Costolette di carne al barbecue di Chuck & Mark”. Tutti ci chiedevano dove avessimo comprato una carne di maiale (si certo, DI MAIALE) così tenera e buona, ma noi dicevamo che era un segreto dello chef e non potevamo dirlo altrimenti avrebbe perso tutto il suo fascino.

Fino a quel momento la festa filò liscia come l’olio, e nessuno si accorse di niente... ciò significa che avevamo fatto una buona pulizia! Ma, a un certo punto, la festa fu interrotta dal forte grido di Mary Jane Roopy che proveniva dalla cucina. Una buona parte degli invitati e io la raggiungemmo e vedemmo lei rannicchiata in un angolino che, con il dito tremante, indicava il lavello. In quel momento ebbi paura... molta paura: “E se mi ha scoperto???” pensai “Ma io ho pulito tutto!!! Chuck ha detto che la mia, sembrava la casa di Cenerentola!” Controllai il lavello e mi accorsi che vi era ancora qualche squarto... “Oh, cacchio...” Mantenni il sangue freddo e mi rivolsi a Mary Jane: “Prrrrr....whuaha ha ha ha hahaha ha!!! Ha ha ha” “Che c’è da ridere Mark! Sei un assassino! Ecco cosa sei!!!” disse singhiozzando Mary Jane “Ma sei proprio scema!” replicai “Mai a pensare che qualcuno ci cascasse!!! Scema! Sono gli squarti finti per Halloween!!!” mentii spudoratamente, sperando, quasi incredulo, che ci cascasse. “Ch...che cosa?” frignò con uno sguardo stralunato. “Si Mary Jane, è uno scherzo di Halloween... li ho trovati sotto il letto e poiché si erano fatti vecchi, avevo deciso di buttarli… mi facevano schifo perché erano vecchi e ammuffiti, ma ora, grazie a te, ho capito che vecchi fanno più effetto! Ha ha ha” le dissi. Detto ciò, tutti delusi abbandonarono la cucina, facendo smorfie e gesti contro Mary Jane... credevano di trovare qualcosa come un topo morto o, che ne so, un ladro o forse un alieno... il grido di Mary Jane era stato troppo catastrofico! Invece era stato un semplice scherzo, poco divertente e perlopiù involontario! Probabilmente se fosse stato fatto di proposito, si sarebbero nascosti tutti per vedere la faccia della povera ragazzina mentre si spaventava... e invece niente di niente. Non appena la cucina fu vuota, afferrai Chuck, chiusi le porte,  e gli dissi di aver avuto un’altra idea. Lui, mi guardò sghignazzando e corse di là comunicando la novità a tutti. Aprii il contenitore del tritarifiuti e come immaginavo, vidi che avevo dimenticato gli squarti e le ossa tritate nel secchio: “Adesso la festa si fa interessante”

E così, dopo un po’ di tempo arrivarono i frullati a melone rosso e panna! Tutti sembravano soddisfatti e mangiavano con gusto il loro frullato. Io non ce la facevo nemmeno a guardali: il solo pensiero di mangiare interiora di uomo mi faceva vomitare! Perciò me ne uscii in giardino, e mi distesi sul dondolo a guardare le stelle… oggi era stata una giornata pesante, e volevo stare un po’ sulle mie... 

 

La festa non proseguì nel migliore dei modi. John Jackson e Tory Rowing, per fare colpo e per sentirsi “tosti” -almeno così credevano- , portarono una bottiglia di concentrato di glucosio. Cos’è? Lo chiamano il whisky dei ragazzini: ha una concentrazione tale di zuccheri che basta un sorso per “farti stare” su un altro pianeta. Roba da tosti, insomma. Ma non riuscirono a berne neanche metà che si distrussero completamente. Tory iniziò a vomitare da tutte le parti! Vomitò perfino sul vestitino nuovo di Mary Jane, che piangendo, corse a casa in pianto. John, invece, litigò con Jeremy Johnson rompendogli il naso, mentre Churly Raddy, il secchione di turno, venne ripetutamente “scaricato” nel bagno.

 

Finita la festa, tutti mi complimentarono per il frullato, e mi chiesero quale fosse l’ingrediente segreto, ma io da buon cuoco professionista non rilevai il segreto... anche perché... beh lasciamo perdere.

Finalmente alle undici se ne andò anche Churly - è sempre l’ultimo ad andare via dalle feste - e rimanemmo solo io e Chuck in tranquillità assoluta! ...però con la casa sotto sopra da ordinare… e noi… eravamo distrutti!!

Quella sera, Chuck doveva restare a dormire a casa. Avevamo fatto dei bei progetti su come passare la notte... ma purtroppo non potevamo più fare un bel niente! La casa era un disastro e doveva essere assolutamente ripulita entro la mattina seguente: Zia Rosemary sarebbe venuta alle 11 per fare i tanto odiati CONTROLLI! Finimmo di pulire alle 2 e, ovviamente, tutti i progetti che facemmo per quella andarono in fumo: ci addormentammo in salotto vedendo Halloween, quando in realtà saremmo dovuti restare svegli tutta la notte a vedere film horror e a fare scherzi telefonici. Pensammo di vederlo a tutto volume così probabilmente il volume alto ci avrebbe fatto rimanere svegli!... macché! Nemmeno le e tazze di caffè cotto in bibita energetica al posto dell’ fecero effetto: ci addormentammo come 2 mammalucchi durante la prima mezz’ora di film!

Verso le cinque mi svegliai e notai che Chuck s’era addormentato sul divano a pancia in aria, con gamba e braccio penzoloni... stava facendo un bel sogno a bocca aperta! Io invece stavo seduto per terra con la schiena poggiata sul divano e quando aprii gli occhi, vidi quel calzino sporco di Chuck che pendeva accanto al mio orecchio. Mi alzai per andare in bagno. “Aaahrr… caspita... come mi sbatte la testa!” rimuginai. PROTUM! Improvvisamente sentii un rumore proveniente dal piano di sopra. Drizzai le orecchie e trattenni il respiro: SILENZIO. Rimasi in ascolto quasi per un minuto. Non ero mai stato prima d’allora assolto in un così totale silenzio...era strano...era fastidioso: sentivo continuamente fischiare, ma un fischio soffice, appena accennato...come quello di un fantasma che è sul punto di svanire... Riuscivo a sentire perfino il ticchettio dell’orologio da polso di Chuck che stava sul lavandino in cucina. TUM TUM: ecco ancora quel rumore… erano passi… e provenivano dal piano di sopra... C’ERA QUALCUNO IN CASA!!! Decisi di non svegliare Chuck... sarebbe di sicuro caduto nel panico, e avrebbe fatto soltanto un immane casino! Perciò decisi di agire da solo: presi dal ripostiglio la mia amata mazza da baseball, la strinsi forte in mano e mi avviai verso il piano di sopra. “Oggi ho fatto a pezzi un cadavere, non credo che affrontare un ladruncolo da 4 soldi mi faccia paura!!!” Finita la rampa di scala, aprii bene gli occhi: il ladro poteva essere dappertutto. PROTUM! Sentii un altro rumore: proveniva dalla mia cameretta… che in quel momento era proprio la stanza di fronte a me! Avanzai lentamente... la porta della mia amata stanza, vittima di tante sciagure - aaaaah - era socchiusa. Più camminavo e più si faceva più grande... sempre più grande. Non avevo mai avuto così tanta paura in vita mia!!! Giunto presso alla porta,  strinsi forte la mazza tra le mani e la aprii lentamente senza fare un minimo di rumore… il ladro era li, a frugare tra i miei cassetti! Era tutto vestito di nero, con un passamontagna in testa. Oramai dovevo agire! Allora senza pensare contai in fino a tre e gridai “HEY!!!” Quello si girò! Aveva solo gli occhi scoperti e aveva una strana cicatrice che gli attraversava l’occhio destro. Non appena mi vide, il ladro espose il suo coltellino contro di me e cominciò a correre verso di me. Non appena mi fu abbastanza vicino, mi abbassai e alla MacGyver usai il mio skateboard come arma: glielo scagliai contro nel preciso istante in cui il piede stava per toccare terra. L’uomo fece un incredibile salto e sbatté con la testa contro il muro e svenne. Allora mi avvicinai per colpirlo con la mia mazza... mi caricai... ma non feci in tempo a rendermi conto che lui, con uno scatto velocissimo si alzò, e mi afferrò il braccio e la mazza mi scivolò di mano. Mi calai di scatto per recuperarla, ma notai il coltellino che il ladro aveva perso durante il suo “volo”... lo afferrai e senza esitazione, come un fulmine lo infilzai nella sua gamba sudicia e, stringendo i denti, spinsi e a tirai con tutta la mia forza. L’uomo gridò in modo straziante e disperato; e più gridava e più soffriva, io più premevo e più squarciavo!!! Sì!!!! Stavo vincendo io!!! Ero io il più forte!!! A un punto il ladro smise di urlare e, senza forze, si accasciò sul letto... con la coscienza che si sarebbe risvegliato in un accogliente letto di un ospedale di prigione.

Finito il grido, finì pure la mia rabbia: “Ma che m’è preso?!” Non riuscivo a spiegarmi come mai mi ero scagliato così brutalmente contro di lui, ma certamente quello non era il momento più adatto per capirlo: dovevo sbrigarmi a chiamare aiuto. Rimasi seduto per terra a poca distanza dal letto per prendere fiato... mi girai verso sinistra e vidi che al mio fianco penzolava la gamba sanguinante del farabutto… uhmmm… la gamba del farabutto grondante di sangue! Ma certo!!! Tutto mi tornò chiaro! Ebbi l’illuminazione che mi fece capire il perché di tutta quella storia!!! - in realtà non avevo capito proprio niente - Ma, mancava ancora un elemento -ecco,appunto- ... ma qual era? I miei pensieri furono interrotti dalla figura di Chuck che fermo sulla porta, stringeva con la mano destra un coltello da cucina -di quelli grossi, eh- che grondava sangue, le cui gocce cadevano tutte sul mio skateboard che oramai era da buttare. Chuck mi guardava con occhi increduli: non mi aveva mai visto così violento... spietato... e anch’io lo guardavo incredulo... “Che cosa ti ha preso, amico” mi chiese, volendosi avvicinare a me, ma non riuscì nemmeno a fare il primo passo -non lo avvertii in tempo dello skate- che inciampò cominciando a saltellare ripetutamente fino a che non perse l’equilibrio, catapultandosi a peso morto sul delinquente, con la lama diretta contro di lui. Agii d’impulso: dovevo spostare quell’uomo altrimenti saremmo andati a finire in guai seri… di nuovo!!! Afferrai la gamba, tirai con tutta la forza che avevo in corpo e lo feci cadere a terra! Chuck cadde sul letto a pancia sotto non uccidendo nessuno. Subito mi alzai, ma guardandolo notai che non impugnava più il coltello: “Il coltello! Dov’è!” Sentimmo un rumore, e alzammo gli occhi verso l’alto…e lo vidi: era incastrato tra i ferri del mio lampadario a forma di ostrica... stava per cadere! Subito gridai a Chuck: “Mettiti il cuscino in faccia!!! METTITI IL CUSCINO IN FACCIA!!!” Chuck lo fece, e come una freccia il coltello cadde e FIUUUUU’ s'infilzò dritto nel cuscino: esattamente nel punto in cui era il collo del mio amico!!! “Chuck!!! Chuck!!!” Levai il cuscino e lo lanciai per terra...

 

Chuck era morto felice, con un sorriso stampato sulle labbra, un sorriso di chi sa che un amico ha cercato di aiutarlo fino alla fine... whuahahahahaah!!! SCHERZO!!! HA HAH AHAAHAHAHAHA!!! Stavo scherzando!!! WHUAHAHAHAHA!!! Era uno scherzo!!!!!!!!!! WHUAHAHAH... bello vero?!?!? Ma quale morto!!! Chuck era vivo e vegeto e aveva anche la forza d'ironizzare: “Quante volte tua mamma ti dice di non lasciare il tuo skateboard in giro!!!” Io sorrisi, e gli dissi “Beh...è servita la tua non-morte per farmelo capire” Notai che Chuck aveva la gamba destra ferita: “Chuck! Che hai fatto alla gamba!?!” gli dissi preoccupato: “No non ti preoccupare, non è niente! Mentre stavo venendo a salvarti, sono inciampato SUI ROLLER CHE HAI LASCIATO IN CORRIDOIO e sono caduto. Mentre cadevo, mi è sfuggito il coltello da mano e quando mi sono alzato ho visto il coltello sporco e la gamba sanguinante... non riesco a capire come diavolo ha fatto a tagliarmi la gamba!!!” mi rispose sorridendo. Finalmente mi era tutto chiaro, mi era DAVVERO tutto chiaro: l’uomo morto non era altro che una premunizione per cercare d'impedire la morte di Chuck! Però alcune cose rimanevano ancora senza senso, tipo la mia strana aggressività, la nostra freddezza nello smembramento, e la misteriosa identità dell’uomo morto: se quell’uomo morto era Chuck, allora perché non aveva le sue sembianze??? Forse quella sorte era destinata a chiunque avesse voluto salvarmi come Chuck???...boh...ma che importava: era tutto finito ma la cosa più importante è che io e Chuck ne eravamo usciti vivi.

 

Quella mattina si creò una gran folla fuori di casa mia. Oltre alla polizia e all’autoambulanza, vennero anche i giornalisti e come se non bastasse i vicini, nel raccontare il fatto, svelarono anche che noi la notte prima avevamo fatto una “piccola” festa... i vicini non si fanno mai gli affari propri!!! Vi lascio immaginare cosa fece zia Rose Mary quando venne: “Oh mio Dio!!!!!!!!! Mark, Chuck venite qui alla zia!!! Grazie a Dio state bene!!! SMACK SMACK SMACK” - si sono BACI - “Oh Dio Chuck!!! Come stai figliolo!!!” Ci abbracciò entrambi con una tale forza, ma una tale forza che per poco non ci spappolava il cervello – giusto per rimanere in tema – ! Chuck era su una barella, pronto per essere portato in ospedale: “Non si preoccupi...sto bene!!! E’ solo un graffietto!” Il medico chiese se qualcuno voleva accompagnarlo e in quel momento vidi in lontananza la madre di Chuck che urlava tra la gente in cerca del figlio: “Chuck!!! Chuck!!! Dove sei!?!” ripeteva disperatamente. “Signora Ranson!!! Signora Ranson!!! Venga qui!!! è sull’autoambulanza! Stanno aspettando qualcuno che lo accompagni.” “Sull’autoambulanza!!! Cosa è successo?!?!” “Non si preoccupi è solo un graffietto!” La rassicurai. Così corse verso il figlio. L’autoambulanza chiuse le porte e partì.

Non fu facile per il quartiere dimenticare quell’episodio... tant’è vero che nel giro di una settimana ogni casa aveva come minimo un antifurto. Alcune avevano perfino finestre e porte blindate. Per quanto riguarda me e Chuck, beh, dopo una settimana scordammo tutto e già il venerdì successivo volevamo organizzare un’altra festa, ma purtroppo ne’ i miei, ne’ i suoi genitori avevano intenzione di lasciarci soli. Rinunciarono a molti viaggi di lavoro, e quand'era strettamente necessario, chiamavano delle baby-sitter... una baby-sitter a 13 anni!!! Che vergogna!!! Ma si sa: i genitori quando prendono le fisse sono esagerati, ma, chi in un modo chi nell'altro, anche loro dimenticano e si lasciano andare... Ci vollero più di quattro mesi e mezzo per far passare questo trauma ai nostri - come se l’esperienza l’avessero avuta loro! - e al primo venerdì libero io e Chuck ne approfittammo e senza pensarci due volte organizzammo una festa e una nottata. Avevamo deciso che, per evitare il ripetersi della pessima organizzazione dell’ultima festa, dovevo andare a casa di Chuck fin dalla mattina presto. Così quel venerdì uscii da casa verso le 10. La prima cosa che Chuck notò quando venne ad aprirmi era il mio nuovo skateboard: “WOW!!! Forte il tuo nuovo skateboard!!! Fammelo vedere!!! Ma è nella Santa Cruz!!!” Mentre Chuck era tutto preso dal mio nuovo skate mi guardai intorno e notai che la casa era tutta a soqquadro: giocattoli sparsi dovunque, panni da cucina per terra, uova schiacciate: sì, Chuck era disordinato ma non fino a questo punto! “Chuck... ma che hai combinato?!?” gli chiesi “Ah...già...per le 12 dobbiamo mettere a posto che viene mia zia Elisabeth a controllare...”. Ci avviammo verso la cameretta e mentre camminavamo notai che le sue scarpette di ginnastica rosse avevano delle macchiette più scure.  “Ah dimenticavo...” mi disse Chuck con uno strano sorrisetto sulle labbra “...stamattina mi sono ritrovato un uomo morto in casa.”

 

The End lol

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messermanny

Dunque.

Mi piace molto! :-)

Si nota la lettura della notizia del cannibale di Rotenburg, e mi riferisco alla "carne di maiale". Apprezzo molto il collegamento, magari era involontario, ma ci stava decisamente tanto.

Immaginando comunque, non lo reputo un racconto dell'orrore allo stile di Poe, quanto più uno splatter, sì. Diciamo che se ci dovessi fare una pellicola uscirebbe uno splatter, e non è male.

Come tanti racconti brevi, la fine riprende l'inizio, è una tecnica che si usa per concludere, e direi che anche qui ci sta bene.

 

Mi piace la scena in cui tutto viene spacciato per uno scherzo di Halloween.

Quello che non apprezzo è l'utilizzo delle onomatopee per i suoni, come: "Fiuuuuu" o "Smack".

 

Bravo :-)

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Jordanintheforum

grazie per il commento =D mi fa piacere che l'hai trovato interessante. :) issi hai ragione infatti volevo fare più uno splatter un po ironico che un horror..infatti c'erano delle scene un po horror prima e le ho eliminate perché non c'entravano hahaha cmq grazie =D

 

per il fatto delle onomatopee, beh mo vedo un po tutti quello che dicono se non piace a nessuno le levo :) grazie ancora :)

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Silverselfer

Mi stupisco che a te Messermanny non piacciano i "Gulp" E Gli "Spash" :)):

 

Personalmente mi piace fare il rumorista cercando di riprodurre i suoni nei testi. Questo racconto poi rimane sempre sopra le righe, sempre sul filo del paradosso. Secondo me va bene così.

 

Ravvedo qualche difetto più nella forma. Il testo è mirabile nello spirito, nello humor nero. Un testo così brillante deve essere veloce, rapido, fulminante. Non si deve mai preoccupare di eccedere, cercando di trovare delle scusanti alla manifesta insensibilità dei protagonisti.

 

Quindi ci sarebbe da sfrondare tutti i periodi e i riferimenti a zii che controllano e genitori che giudicano. Si enunciano come si farebbe con l'alba che giunge al mattino - scontata e banale, svuotata di ogni possibile morale.

 

AL fine di tenere il ritmo serrato, si deve fare economia delle parole. Periodi brevi e con parole incisive. Tratteggiare le situazioni senza mai intrattenere con descrizioni prolisse o riflessioni che non siano rapide e taglienti, se non ci si riesce, meglio elidere e optare per un cambio di scena repentino. Bisogna sempre tener presente che si sta scrivendo un racconto di genere e non prosa d'autore - l'effetto è lo scopo da perseguire. Soprattutto, fare attenzione alle ripetizioni. Un concetto non va mai ribadito due volte.

 

Il racconto - l'apertura e la chiusa sono perfetti. Come ha notato Messermanny, è una costruzione circolare tipica del racconto sia horror, sia brillante. E' una scelta azzeccatissima. Sei bravo anche a non commettere l'errore di perderti in inutili spiegazioni sul perché quel cadavere si trova proprio lì. Il finale poi spiega tutto senza bisogno di dire nulla. Usi poche immagini ricorrendo a un linguaggio cinematografico essenziale ... veramente delizioso.

 

Arrivando alle sequenze narrative - Direi che la scelta di non ricorrere a un'introduzione vera è giusta, aiuta a entrare direttamente nella storia che poi è minimale come deve essere - c'è un cadavere e deve essere fatto sparire. Cos'altro aggiungere?

 

1) Quindi la prima sequenza narrativa è proprio la scoperta del morto e come farlo sparire. Come ho scritto prima, ti perdi troppo nel ripetere che i genitori arrivano, la zia controlla, lo sporco eccetera. Lo dici una volta, basta. Poi sarà il comportamento dei protagonisti che spiegheranno da soli l'impellenza dei loro gesti. Così facendo riduci come minimo dieci righe di pesanti ripetizioni.

 

2) La festa in cui si pasteggia col morto. Qui il problema è la credibilità. Passino le scene truculente, ma da un cadavere il sangue non schizza come se ammazzato sul momento. La carne non si frulla e se è vero che è facilissimo troncare una testa, non lo è segare un braccio. Però sono dettagli che il tono brillante del racconto rende possibile abbozzare, un po' come fosse una licenza poetica. Quello che stride troppo e rende il racconto poco "verosimile" è che dei tredicenni abbiano amici altrettanto "tredicenni" che di punto in bianco si riuniscono per un party come fossero dei liceali. Nel caso fossero più grandi, si potrebbe anche lasciare così, dando per scontato che un giro di telefonate basti per mettere insieme una combriccola, ma se si tratta di poco più di bambini, allora bisogna proprio abbozzare una spiegazione del come può accadere. Ma dico, basta dire che si tratta dei figli del vicini che sgattaiolano via dalla cameretta. Però bisogna chiarirlo.

 

3) Frazione ponte che unisce la sequenza narrativa precedente a quella del ladro. Ecco, secondo me, se ne può fare a meno. Introduci direttamente il ladro, magari fanne un barbone attirato dall'odore di "carne di porco", anche perché sto ladro armato di coltellino è pure un po' patetico. Quindi toglierei tutta la parte descrittiva del riposto, in cui ti ricordo che il tempo della storia si ferma e si dilata quello del racconto, quindi produci uno stop che appesantisce la lettura. Ci sono inutili riflessioni ... un bla bla a dir poco inutile. Lo puoi risolvere in cinque righe, giusto il tempo che sopraggiunge il malintenzionato.

Anche qui, il suspense in letteratura non si costruisce come al cinema, ti manca la colonna sonora per poterlo fare. Devi ricorrere al registro, al lessico, è un lavoro di fino che richiede dimestichezza e anche parecchio talento. Non per niente Messermanny ha citato un nome proprio a caso come Poe. Insomma, sei bravo ma devi ancora lavorarci sopra. Semplificherei tutto con un cambio repentino di ritmo. I due ragazzini riposano, bella l'immagine del calzino, rallenti tutto con una descrizione dei rumori che sgocciolano in quella quiete. Quindi "Bang" cambi marcia e vai con la colluttazione, che va bene così, magari evita la mazza da baseball, anche un po' scontata, e usa solo lo skatebard che, invece, è emblematico per l'età del protagonista ed è divertente da pensare come un'arma.

 

4) Il finale - Questo lo spiegherei con il ladro che viene accusato anche dell'assassinio del primo cadavere. I ragazzini che vengono amabilmente acclamati come eroi eccetera. Eviterei la barbosa parte dei genitori di qua e di là, zie e ziette e babysitter annesse. Stacchi su un linguaggio smaccatamente cinematografico, annunciandolo con un classico "Three month later" o quanto vuoi tu, e poi lasci come hai già saputo ben descrivere. Magari allungandoti anche di qualche rigo, tanto ovviamente il lettore ormai si aspetta il colpo di scena e lo tieni un po' sulle spine.

 

Bel racconto! Mi raccomando posta anche altre cose, questo link ha bisogno di materiale come il tuo.

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