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come vi siete allontanati dalla chiesa?


liamo

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Se lo avete fatto, come vi siete allontanati dalla religione, o soltanto dalla comunità cristiana in generale?

Vi racconto la mia esperienza: avevo 14 anni circa, Ero consapevole di me da tempo ed ero tranquillo con me stesso, un giorno ero al catechismo e si parlava con le altre classi, il prete e i catechisti di qualcosa che riguardava un gioco che stavamo facendo. Per qualche motivo la questione è caduta sulle confessioni e poi su quel che avremmo dovuto dire se avessimo voluto confessare qualcosa riguardante il sesso.

Cala il silenzio ( tutti ad ascoltare ) ed il prete inizia a fare un discorso dicendo tipo che non dobbiamo dire tutto nella confessione e che i preti comunque mai divulgheranno la notizia.

Il genio di turni chiede: quali sono i peccati riguardanti il sesso?

Il prete risponde convinto , masturbazione, omosessualità , blah blah matrimonio blah blah .

Ci sono rimasto di sasso, ho pensato : ma loro non dovrebbero capirmi? Semplicemente mi sono alzato e sono andato via. ( considerate che avevo 14 anni, e da un quattordicenne, modestamente :D non ho mai visto comportamenti come il mio ) non mi volete? Ciao

TRIVIA : il mio catechista poi ci ha provato esplicitamente con me LOL

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Io non volevo fare neanche la comunione.

Mia madre ha insistito che la comunione dovevo farla e avrei potuto decidere con la cresima.

Finito il rito, prima di uscire dalla chiesa, ho detto a mia madre: io la cresima non la faccio.

 

E basta, non ricordo neanche se ci fosse un vero motivo per non voler fare la comunione, semplicemente pensavo fosse tutto abbastanza inutile e una perdita di tempo.

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Il mio allontanamento è stato graduale e automatico. Ho fatto l'asilo e i primi tre anni di scuola elementare dalle suore e quando ho cambiato scuola finalmente ho potuto vivere come un maschio (la seconda metà delle elementari e la prima delle medie ho avuto un'identità esclusivamente maschile), cosa che mi veniva abbastanza impedita prima. Sono passata dall'abitudine della chiesa così come te la insegnano scuola e genitori (quindi la domenica è consuetudine andare a messa, etc.) al trovare tutto ciò una perdita di tempo. Credevo ciecamente a ciò che dicevano gli adulti e quando avevo 10-11 anni ho iniziato a pensare con la mia testa e a trovare ridicole tutte quelle cose. Credo di essere partita dai problemi con la masturbazione, i primi tempo alla scoperta del mio corpo li avevo vissuti malissimo, un po' per motivi miei (come dicevo in quel periodo avevo un'identità quasi esclusivamente maschile) un po' perché mi sentivo un mostro peccatore, e questa cosa mi scioccava. Mi sentivo male all'idea che proprio fossi un peccatore che meritava l'inferno, ed ero solo una bambina. Poi il tempo passava e i fumetti che leggevo mi sembravano molto più realistici delle storielle raccontate a scuola. A 12 anni iniziai a dire di essere atea. A 19 ho fatto annullare i sacramenti e sono stata scomunicata. Col passare degli anni ho cominciato a informarmi sempre di più, e il risultato è stato che sono passata negli ultimi anni all'essere fortemente anticristiana.

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La chiesa è un ammasso di gente corrotta. Non capisco perchè il papa deve sedersi sulla sedia d'oro e io NO. Poi dice donate soldi ai bambini poveri, perchè non dona lui visto che il vaticano è lo stato più ricco d'italia (anche se non appartiene all'italia). Che schifo altro che umiltà.

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Credo di non aver mai creduto veramente, persino in prima elementare trovavo inutile l'ora di religione, rifiutandomi di imparare alcuna preghiera. La Comunione fu un mezzo trauma: arrivai a legarmi al letto come protesta, ma infine chinai il capo di fronte alle insistenze di mia madre. Ho odiato la Chiesa senza una reale ragione, sono stata atea prima di chiedermi se lo fossi realmente. A 12-13 anni inizia a pormi molte domande, che confermarono le scelte prese. Presto chiuderò definitivamente la questione con lo sbattezzo.

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Quella del mostro peccatore non mi ha toccato minimamente , in seguito poi mi sono informato su tutto quel che riguarda la religione e adesso mi spancio quando parlo con amici atei delle -per me poco sensate- convinzioni dei credenti. La cosa che mi fa pensare maggiormente è la convinzione di avere un solo dio e 100 religioni, alcune con le donne libere, alcune con le donne costrette ad essere coperte; ed altre incongruenze. Quando ne parlo con la mia prof di religione lei mi dice che sono modi di interpretare la parola di Dio. La cosa che mi lascia perplesso è che, non credendo, non credo che ci sia qualcosa somigliante al paradiso e all'inferno dopo; ma sono convinto che ci sia qualcosa, e questo mi rassicura molto. Ultimo dubbio è quello delle religioni Do it yourself ?! Che dovrebbero essere modi personali di interagire con Dio ?!?! E di credere in esso ?!?!?!

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La chiesa è un ammasso di gente corrotta. Non capisco perchè il papa deve sedersi sulla sedia d'oro e io NO. Poi dice donate soldi ai bambini poveri, perchè non dona lui visto che il vaticano è lo stato più ricco d'italia (anche se non appartiene all'italia). Che schifo altro che umiltà.

 

 

Toshiro cosa c'entra la tua risposta con il tema del topic?

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Beh, a me sembra che l'intento del topic sia quello di descrivere il percorso che abbiamo fatto per allontanarci dalla Chiesa, ma magari a 10 anni la tua attenzione era concentrata sulla sedia d'oro del Papa. Tutto è possibile. :asd:

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Io ero credente da ragazzino, frequentavo l’ambiente della parrocchia, dell’oratorio etc …

Ho fatto parte di ACR, anche come assistente, fino ai 18 anni.

 

I primi dubbi sulla mia fede sono iniziati quando ho capito di essere omosessuale, intorno ai 14-15 anni. Ma questo è stato solo lo spunto per iniziare a riflettere in modo critico su quanto la Chiesa mi proponeva di credere. Una volta innescato il processo di “messa in dubbio”, pian piano ho iniziato a smantellare il castello, a relativizzare, a confrontare la mia religione con le altre, fino a maturare la decisione di abbandonare quell’ambiente.

 

Credo che la Chiesa si comporti in maniera orribile e anche molto crudele con gli omosessuali, in particolare con quelli credenti, ai quali infligge gratuitamente sofferenze ingiustificabili. Ma, più in generale, si mostra ipocrita anche verso i divorziati risposati e in tutte le questioni inerenti la sessualità. Non parliamo poi del rapporto controverso con il denaro e il potere…

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Io mi sono allontanato tardi, dopo la cresima purtroppo. Avevo alcuni amici TDG e volevo diventarlo anch'io a 18 anni! solo per questo mi sentivo anticonformista, niente riti, niente preti, mi sembrava interessante andare in giro a predicare il bene nelle case della gente miscredente per farla convertire :D Poi studiando con loro la bibbia dopo circa un mese ho scoperto che non stavo facendo un affare!

Rimasi di sasso quando siamo arrivati al tema dell'omosessualità, allora lasciai perdere tutte le religioni... ma chissà cosa sarebbe accaduto se fossi stato etero.

Dio ti ringrazio per essere Gay :D

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messermanny

Uhm.

Dissi semplicemente a mia madre che non volevo fare la comunione. E lei non me la fece fare.

Mi ha sempre detto: Ci penserai un domani quando dovrai sposarti.

 

Non sono mai riuscito a stare tanto dentro una chiesa, tutt'ora quando ci entro dopo un po, tipo 5/10 minuti, comincio ad essere oppressivo nel chiedere d'andar via.

Ma no, tranquillo, non sono l'anticristo! :-)

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Silverselfer

Quando cresci in una società permeata di cattolicesimo, quando la tua famiglia è convintamente cattolica, ripudiare Santa Romana Chiesa significa rigettare anche buona parte della tua formazione culturale.

 

Io mi sono fatto cancellare dall'anagrafe cattolica, ma non per questo mi posso definire ateo. Le verità di comodo di San Paolo e le successive reinterpretazioni delle sacre scritture durante la grottesca storia dei concili e il susseguirsi di Papi Re che della fede fecero una ragion di stato, mi hanno mostrato il vero uso strumentale che è stato fatto e si continua a fare del crocifisso.

 

Oggi posso dire di aver disimparato ogni virgola di una cultura prona ad un qualsiasi culto organizzato, però non posso neanche affermare di essere ateo. Nutro un trasporto troppo seducente per il Creatore ed è una voluttà dell'anima di cui non voglio privarmi.

 

Certo non mi faccio ateo solo perché la chiesa sostiene che i gay devono andare all'inferno. Francamente mi sembra un tantinello superficiale. In questo modo si attribuiscono al Papa quegli stessi diritti canonici che si arroga arbitrariamente.

 

Un gay fa bene a lasciare una confessione religiosa che lo nega, ma non per questo deve rinunciare al suo sentimento religioso, sempre che lo nutra questo sentimento, ovviamente ...

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Io non ci sono mai entrato.

 

Mia madre stava pure per scordarsi di farmi fare la prima comunione: fu la madre di un mio compagno di scuola, allora mio migliore amico, che prese le redini della situazione in mano e mi fece fare cresima e comunione, senza che io capissi molto di quello che stava succedendo. Feci così anche la prima confessione, nella quale confessai quello che ai miei occhi appariva il mio principale peccato: "non mi sono mai confessato!"

 

Solo molti anni dopo scopersi i paradossi Megarici! :-)

 

La mia prima esperienza di quel mondo fu anche un'esperienza di "classe". Vi incontrai ragazzini del quartiere, che andavano lì per giocare a pallone, o per altro; erano di condizione sociale più bassa della mia, erano alcuni più educati e più civili, altri più maschiacci: ma non li avrei mai conosciuti senza quelle poche settimane in cui frequentai il corso di catechismo tenuto da una signora della parrocchia.

 

L'episodio fu una brevissima parentesi, cui non seguì niente. Solo molti anni dopo, verso i 16 anni, trascinato da uno dei miei migliori amici e in parte volendolo io stesso, andai a parlare con un prete, che allora riscuoteva molto prestigio tra i giovani, e lo meritava: era una persona fuori del comune, per umanità, per spiritualità probabilmente, e anche per una sua tempra scabra e "virile", di uomo venuto dal basso, dal popolo, così diversa dalle maniere che mi capitava di osservare nei preti, maniere, diciamo così, un po' democristiane.

 

In seguito a questo colloquio, lui concluse e mi testificò che io non credevo. Fu come l'effetto "muro" che fa la psicoanalisi, quando lo psicoanalista ti "rimanda" qualcosa che tu stesso sei o hai espresso in analisi. Un'esperienza significativa, che gli devo, e che confermò la mia alta stima di lui.

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mi sono allontanata dalla chiesa quando ho scoperto che il cattolicesimo in realtà non c'entra niente con la parola di Gesù e quando ho iniziato a studiare le altre religioni (comunque dentro di me sono molto spirituale).

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privateuniverse

A quanto ricordo, me ne allontanai a sedici anni quando mi convinsi che ero attratto dai miei coetanei maschi. Cresciuto in una famiglia di cattolici praticanti, e praticante io stesso, smisi di andare a messa e di considerarmi cattolico.

 

Mi sembrava incoerente aderire a una chiesa che mi condannava per il mio orientamento affettivo e sessuale. Non volevo tenere il piede in due staffe, dovevo già fingere fin troppo.

 

E, a dire il vero, mi sentivo orgoglioso di fare una scelta controcorrente, una scelta mia, di non adagiarmi supinamente su quel che mi veniva proposto, e perché cercavo una coerenza di vita che gli altri mi sembrava respingessero spesso, a giudicare da tutte le persone osservanti e, allo stesso tempo, programmaticamente disoneste.

 

Ora non sono più anticattolico come un tempo. Il cattolicesimo non mi convince ma credo che ci sia, in esso, una grande saggezza (e, nei suoi aspetti migliori, anche una buona dose di verità).

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io fino ai 20 andavo a messa... poi un giorno , finchè un giorno quando ero in chiesa mi son chiesto il perchè buttare tempo nel recitare salmi, filastrocche, muovere le mani a comando, ecc.. così presi e me ne andai via ^^

per quanto riguarda la Chiesa con la C maiuscola... beh quella l'avevo abbandonata da molto prima :D

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Mercante di Luce

Appena ho smesso di andare per inerzia ed ho iniziato a farmi delle domande.

L'allontanamento non è stato di botto ma progressivo, ma c'è da dire che -per l'appunto- la mia frequentazione è stata fondamentalmente di corpo (il paese dove sto ha una mentalità cattocomunista con velature democristiane).

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Sono stata credente a lungo, anche se in un modo critico e molto personale. Mi ero costruita un po' la mia fede fai-da-te, convinta che la chiesa cattolica, come le altre religioni, tendesse solo a un'approssimazione della verità; ma pensavo fosse tutto sommato lo strumento più comodo e più affine alla mia cultura per avvicinarsi a quella verità, e vivere in qualche modo una dimensione spirituale che sentivo di avere.

Avevo un rapporto molto diretto col "mio dio", qualsiasi cosa fosse; ho passato anni a leggere bene il vangelo e a pregare tutte le sere, sempre comunque con la convinzione che fosse un modo come un altro di avvicinarsi a qualcosa di inafferrabile nella sua completezza.

 

Tra il primo e il secondo anno di università, mi son detta che il mio modo di credere non si poteva definire cattolico, e quindi mi sono allontanata dalla chiesa. Non è che abbia cambiato di botto il mio modo di credere o di pensare, semplicemente gli ho cambiato etichetta, ma per un po' di tempo ho continuato a pensarla più o meno come prima.

 

Pian piano, smettere di pregare e di frequentare la chiesa mi ha portato ad allontanarmi anche più interiormente dalla fede. Anche stare con un ragazzo completamente e... "duramente" ateo probabilmente mi ha un po' influenzato nel chiudere del tutto i conti con ogni forma di fede - per quanto, comunque, mantenga una sorta di fascinazione verso quel qualcosa di... incomprensibile che mi sento attorno.

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Io non ci sono mai entrato, avendo un padre rigidamente ateo-comunista che non m'ha nemmeno fatto seguire religione a scuola. In chiesa ci sono stato solo per matrimoni e, purtroppo, per funerali. Le chiese sono degli edifici affascinanti, è un peccato che ci si faccia soltanto qualche rito di vino e ostie.

Nonostante non sia religioso, ho letto i vangeli per curiosità e c'ho trovato dentro un sacco di passaggi bellissimi. Li ho sempre ritenuti dei libri meravigliosi, e mi dispiace che siano stati usati per creare una "organizzazione" molto più rigida, ristretta e dottrinale come quella dei Padri della Chiesa. Concordo con Ghandi quando diceva:

« Mi piace il vostro Cristo, ma non mi piacciono i vostri cristiani. I vostri cristiani sono così diversi dal vostro Cristo »

Ovviamente mi riesce difficile pensare a un uomo che salta sulle acque, che moltiplica i pani e i pesci e che crea zombie.

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Famiglia atea, non ho neanche questo merito XD

 

Per me andare in chiesa significava fregare l'ulivo la

domenica delle palme per la nonna che aveva smesso

di andarci dalla morte del nonno ( prima che io nascessi )

ma l'ulivo lo voleva lo stesso.

 

Una volta gli chiesi perchè volesse l'ulivo e mi rispose

che voleva morire in casa e non essere ricoverata in

ospedale e così è stato.

 

Da quel momento, avevo 19 anni, per me andare in chiesa

ha significato solo funerale.

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Io non mi sono allontanato dall'istituzione, ma da ciò che essa predica e divulga.

Per me la presenza in chiesa è solo un artificio sociale, una convenzione, come lo è per la stragrande maggioranza di coloro che ci vanno.

Gandhi disse una volta che si sarebbe fatto cristiano se i cristiani avessero dato l'esempio. Rimase induista!

 

Vado in chiesa perché non stimo l'istituzione, che non sa affatto nulla di Dio, del Tutto, dell'Universo.

Sono solo larve umane che pregano un personaggio sadomaso, tipo fruste e catene....

 

Se non ci andassi, rispetterei coloro che ci vanno e la loro opinione. Invece, mi prendo beffe di loro, dicendo solo stronzate sulla religione.

 

Chiamatemi "feroce", chiamatemi "crudele", ma la Chiesa serve, almeno a me.

Serve per ricordare che l'uomo è stupido.

 

La Fede ha un nemico invisibile, se stessa. Lo ha perché considera vere cose inverosimili ed impossibili in base all'esperienza comune.

Una volta ho letto da qualche parte che "per chi si ponesse l'obiettivo di ingannare il prossimo le possibilità di riuscirci sarebbero elevate".

Come dargli torto? Un miliardo e mezzo di persone su questo pianeta crede che un ebreo sia nato da una donna senza padre, che era figlio e padre di se stesso, che è morto e poi risorto. Infine, la madre era vergine prima e dopo il parto, ma soprattutto non è mai morta. Lui invece è asceso al cielo dopo essere risorto, però facendosi vedere solo dai suoi discepoli e non da tutti.

Un'altra parte della popolazione mondiale, invece, crede in un profeta a cui un angelo parlò in una grotta e, poi, gli appariva di tanto in tanto per dargli ulteriori disposizioni. Un'altra ancora crede che il mondo è sempre esistito e che le anime trasmigrano....

L'antropologia ha individuato ai 4 angoli della Terra una serie di culti e di credenze enorme. Alcune appartengono all'archeologia, come religioni estinte. Altre, invece, sono vive e vegete ancora al giorno d'oggi.

Sono la dimostrazione che l'essere umano medio è molto meno intelligente di quanto si voglia far credere.

Come diceva il caro Machiavelli nel suo IL PRINCIPE "Sono tanto semplici gli uomini e tanto obbediscono alle necessità presenti che colui che inganna troverà sempre chi si lascerà ingannare".

Abbiamo un cervello adatto a subire la frode, l'inganno e il raggiro, che a conti fatti sono la stessa cosa nelle sue sfumature.

La nostra mente è predisposta al dualismo e contemporaneamente alla proiezione esterna.

Quello che dice la scienza viene così percepito come "controintuitivo". Risulta molto più facile credere in cose depositate negli archetipi dell'Inconscio Collettivo, facendone poi esperienza anche in modo reale.

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Come ho già scritto in altri topic, sono credente ma mi limito da anni ad essere tale nel senso stretto del termine e a rispecchiarmi in parte di quanto esposto da @Divine.

Sono stata battezzata, ho ricevuto un'educazione cattolica (più a livello scolastico che interno alla mia famiglia) e oltre alla comunione ho spesso partecipato ad attività legate a parrocchie o affini, però ad un certo punto ho smesso di considerare quell'ambito sufficientemente spontaneo e ho iniziato a non trovare una reale corrispondenza tra ciò che potevo sentire dentro di me e quanto invece vedevo spiegato, indicato o "imposto".

 

Probabilmente scoprirmi lesbica durante l'adolescenza ha solo accentuato questa sensazione al momento "giusto", ma sta di fatto che quando mi trovai a dover fare catechismo per la cresima finii con il non farla e capii di voler assumere una posizione ben distante da quanto vissuto fino a quel momento; certo, il distacco non fu immediato o semplice, tanto è vero che il dover continuare a frequentare certi contesti da "scettica" e lesbica non aiutò, ma voglio comunque considerarlo un aspetto positivo per ciò che ha determinato a livello di crescita.

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Da piccolo, ai tempi del catechismo, ero molto distratto, non me ne fregava niente di ciò che gli insegnanti a scuola mi dicevano e conseguentemente non me ne sbatteva del catechismo e di quello che dicevano.

Già solo il fatto che ti facevano imparare le preghiere (non mi veniva in mente il termine "preghiera" ahah) mi stava sul cazzo, perché a me imparare le cose a memoria non è mai piaciuto, e vabbè dettagli.

Quando mia madre mi diceva di andare a messa la domenica, le chiedevo: "e perché tu non ci vai?" non mi ricordo la risposta. Però per fortuna moltissime volte abbiamo sempre dato buca io e i miei amichetti. Nel profondo sapevo già che quello che dicevano erano una overdose di stronzate e mi stupivo di come la gente ci andasse appresso.

 

Dopo comunione e cresima, che non sapevo neanche perché si facessero, perché erano importanti per la religione cattolica...non sono più andato in chiesa se non per funerali e matrimoni.

Ormai adolescente e pian piano che iniziavo a capire di essere gay, cominciai a sentirmi un peccatore perché era l'unica cosa che capii dalla religione: sei un peccatore se fai una delle cose che stanno scritte su quel libro. Iniziai a stare male e dopo un po' capii e riuscii a darmi la risposta al quesito "perchè tutta la gente ci va appresso alla chiesa" -> per paura, ignoranza e per il fatto di sentirsi peccatori.

 

Col passare del tempo c'è stato un allontanamento graduale e ora mi sento perfettamente apposto con me stesso :)

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bello questo topic...

all'epoca delle elementari andavo al doposcuola delle suore perchè i miei lavaravano:si usciva da scuola e si andava all'oratorio dove si mangiava, si facevano i compiti e si giocava...il tutto condito da preghiere prima dopo durante tutto quello che si faceva...(i miei non sono praticanti ma dove abito io era l'unica cosa possibile)...di conseguenza catechismo e quant'altro erano un dovere...a me alla fine piaceva andarci, c'erano le mie amiche (si! gia da li avevo le amichette e non gli amichetti) e sopratutto non ero così calmo e tranquillo come sono adesso... ho fatto catechismo fino alla cresima ma se devo dire di ricordarmi qualcosa...feci comunione e cresima perchè le facevano tutti i miei amici più che altro poi smisi con messa e quant'altro, non ho mai capito lo stare li a dire sempre le stesse cose seduti e in piedi poi sono arrivato a vedere cosa professa la chiesa e dubito che se qualcuno dall'alto abbia parlato di amore e fratellanza lo abbia fatto nel modo predicato oggigiorno...

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toraepantote

Quando mi ha indotto ad osservare il vuoto e ad esserne attratta. Solo in quel momento ho capito fino in fondo che mi stava solo danneggiando, ma ormai il vaso si era incrinato.

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