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Miur: Il vostro parere sull'abolizione del valore legale del titolo di studio


Alex.

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Parte il 22 Marzo, per proseguire fino al prossimo 24 aprile, la consultazione referendaria online promossa dal Ministero dell’Istruzione per sapere cosa pensano gli italiani in ordine all’abolizione del valore legale del titolo di studio. Sul sito del Miur è infatti possibile cliccare sul banner consultazione pubblica per registrarsi e partecipare al questionario online. La schermata iniziale elenca invece tutti i dettagli tecnici di questa nuova riforma voluta dal ministro Profumo.

Come si legge sulla home page, “Al termine, i contributi ricevuti saranno pubblicati, previo consenso dell’interessato e comunque in forma anonima, sul sito del Miur e costituiranno il presupposto per tutte le proposte da sottoporre al Consiglio dei Ministri oltre che per i provvedimenti del ministero”. Le domande sono una quindicina. Al termine del questionario ci saranno poi 3 domande per poter registrare il feedback del compilatore rispetto allo strumento usato.

 

http://www.istruzione.it/web/ministero/consultazione-pubblica

 

 

 

Fonte: http://attualissimo.it

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Te la dico chiara e tonda: tranne per le professioni delicate (medici e ingegneri) per me il timbretto dello stato non ha molto senso. Le lauree americane non hanno il valore legale, ma voglio mettere chi osa opinare un degree preso ad Harvard o al Mit di Boston. Il problema sta nella professionalità acquisita, non tanto nel titolo di studio. Ci stanno i******* e non diciamo niente? Scusa lo sfogo.

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Te la dico chiara e tonda: tranne per le professioni delicate (medici e ingegneri) per me il timbretto dello stato non ha molto senso.

 

Quindi tu supponi che un laureato in Biologia possa fare l'avvocato?

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Mi sembra abbastanza ovvio che un laureato in biologia possa fare l'avvocato. Forse è vero che con le università USA non si possano fare paragoni. Il problema starebbe nel capire a cosa poi possa servire il valore legale, quando spesso ti considerano la laurea come letteralmente un pezzo di carta. Purtroppo questo porta alla fuga dei cervelli: che difficilmente ritornano poi da noi. Ovviamente esprimo il mio personale pensiero....

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Il problema, il gabar, è che avere conseguito una Laurea, non significa avere "un pezzo di carta" con sopra appiccicato "un timbretto dello Stato".

E' qualcosa di molto di più, visibilmente: significa aver studiato per 5 anni una disciplina, essersi formato in essa, avere mobilitato tutto un capitale di pensieri, di costruzione culturale, di abilità, in una determinata direzione. Non si tratta solo del fatto che un laureato in Biologia difficilmente potrà fare tanto bene quanto un laureato in Giurisprudenza l'avvocato: si tratta soprattutto del fatto che non c'è ragione di pensare che non possa e non debba fare innanzitutto il biologo. Naturalmente si danno sempre eccezioni, ma, sia detto chiaramente, solo per persone superiori alla media, e di gran lunga.

 

In Italia c'è poca mobilità, perché il nostro sistema non è quello anglo-americano. Ma non si può neppure liquidare la professionalità della gente con parole d'ordine come quella per cui "la prova dei fatti" rivelerà chi è migliore e più capace. Questo implica una fiducia e una fede straordinaria nella legalità del sistema italiano (che dovrebbe effettivamente premiare i migliori e i più capaci) mentre l'osservazione della realtà ci mostra una situazione di corruzione e illegalità pervasive e diffuse.

 

Non c'è niente di male nell'abolire il valore legale dei titolo di studio. Ma vorrei sapere quale italiano si sentirà protetto da una simile innovazione, e non invece ancora più esposto all'arbitrio della corruttela. Ma mi ripeto, ho già esposto le ragioni del mio scetticismo in altro topic.

 

Sono abbastanza ragionevole, però, da ammettere che in capo a 30 anni il sistema, se si introducesse questa innovazione, si sarà più o meno ri-organizzato, funzionerà più o meno decentemente, forse come ora.

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Il mio percorso è stato quello di una persona che prima ha preso un titolo e, conseguentemente, con la maturità il titolo precedente ha avuto una sanatoria a laurea di primo livello. Sicuramente non disdegno le scuole statali, visto che ho girato letteralmente l'Italia per cercare i migliori percorsi di studio. La situazione è molto difficile, perchè esistono atenei che danno lauree come le "caramelle" e altri che invece ti fanno piangere in tutte le lingue antecedenti il greco classico in avanti. Comprendo le vostre istanze da mezzo universitario. Il problema in Italia continua ad essere la meritocrazia. Ieri sera a Report era scandaloso sentire come il primario dell'oncologia dell'Umberto I faceva anche il rettore e occupava contemporaneamente non so più quanti posto. Altro enorme problema italiano è la didattica (su questo i miei vent'anni di esperienze e studi possono parlare): trovi interi atenei pieni di docenti di ruolo ed assistenti che non sanno come si trasmettono contenuti ed obiettivi, chiaramente come si possono trovare luminari docenti eccellenti. Tutto questo lo dico con enorme tristezza, perchè non ho la possibiltà di uscire dall'Italia e fare i paragoni con atenei stranieri per verificare se eventualmente le cose sono migliori o peggiori.

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Ma allora non capisco perché questo giudizio sulla realtà universitaria ti porti a desiderare che sia abolito il valore legale del titolo di studio. Non c'è alcun rapporto tra le due cose.

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Trovo che l'abolizione del valore legale del titolo di studio

costituisca un'implicita ammissione dell'impotenza del sistema scolastico e universitario.

La mia esperienza universitaria a Padova è stata positiva.

La retorica del merito funziona fino ad un certo punto;

chi avrebbe le competenze per giudicare meriti e demeriti di un insegnamento universitario...?

E' sempre facile indignarsi,

ma da qui a generalizzare e dare una valutazione negativa di tutto il sistema universitario,

be questo è poco costruttivo...

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Anch'io sono contraria all'abolizione del valore legale del titolo di studio, non perché considero quelli senza titolo meno intelligenti di altri, sia chiaro, uno la cultura può farsela anche da solo a casa se ha lo stimolo necessario per farlo. Purtroppo però credo che questo metodo di concorso porterebbe solamente a far ottenere posti di lavoro a persone incompetenti che però hanno le giuste conoscenze nei vari settori, già di questi fenomeni se ne vedono a bizzeffe nelle Università, sia per quanto riguarda i corsi ad esaurimento, sia per quanto riguarda i posti da docente, con questa nuova manovra la situazione andrebbe ulteriormente a peggiorare.

 

Sono d'accordo che la nostra università ha bisogno di profondi cambiamenti, sono troppe le cose che non funzionano, partendo dalle segreterie che spesso e volentieri ci mettono il triplo del tempo necessario a svolgere i loro compiti. I corsi andrebbero rivisti, specialmente per quanto riguarda i contenuti didattici, i libri di testo da studiare per i vari esami dovrebbero essere scelti in base all'indirizzo di studio invece che lasciare libera scelta al docente, che spesso e volentieri costringe a comprare i suoi libri per arricchirsi le tasche e pretende pure di averli tutti originali in sede d'esame, senza contare che in base alla loro specializzazione ti costringono a leggere testi anche poco pertinenti allo studio che stai facendo.

 

Nel test ho espresso la mia opinione sul corso di studi che sto frequentando, un quadriennale, richiedendo la possibilità di trasformarlo in un 3+2, dando però l'abilitazione all'insegnamento già con la laurea breve in modo che uno possa fare la specializzazione lavorando e quindi costruendosi l'esperienza pratica necessaria per svolgere il lavoro di maestra della scuola primaria. Dubito che mi daranno ascolto, ma almeno c'ho provato.

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