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Io L(')OTTO sempre - bella è chi si ribella al patriarcato


Rouck

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Con l'avvicinarsi dell'otto marzo si ripeterà ogni anno la fiera degli omaggi floreali e commerciali alle donne, il gentilsesso, l'altra metà del cielo e tutte le altre ipocritate che ben conosciamo. Invece che fare gli auguri alle nostre amiche sfrante, come attivista lgbt ritengo opportuno aprire anche qui un'altra area di discussione sulla discriminazione di genere, che ritengo essere tra le più assurde della storia: oltre ad essere del tutto anacronistica, è fatta da una minoranza (i maschietti) su una maggioranza (le donne). Inutile dire che mi sembra ovvio che i movimenti femministi siano nostri cugini stretti.

Sono vari i livelli di discriminazione delle donne in tutto il mondo, che si cercano di ovviare con mezzucci istituzionali come ad esempio le "quote rosa" che seppur minimo come provvedimento (in parlamento come nei consigli d'amministrazione) non s'è riuscito ad ottenere.

I problemi sono tanti: dalla situazione lavorativa ancora non paritaria alla carenza di consultori, spesso popolati dai cosiddetti "movimenti per la vita" antiabortisti, dal veto dei padroni ad assumere donne o a concedere i periodi di maternità fino alle numerose violenze domestiche. Fino ad arrivare ai femminicidi, che la stampa continua a ricordarci e ad edulcorare: questi disgustosi assassinii ci vengono presentati come "delitti d'onore" (ma quale onore???) oppure "delitti passionali" (come se questi maschietti fossero così tanto pieni di incontrollabile passione che non riescono a tenere lontane le mani dalle mannaie per fare altra macelleria), giustificandoli con la gelosia, l'eccessivo amore, di marito di fratello o di padre. E' giunta l'ora anche per noi gay di alzare la voce e dichiarare la fine del patriarcato, odioso e fuori dal tempo, e di insegnare il rispetto ai nostri amici maschietti eterosessuali.

 

 

Una donna ammazzata e chi scrive questo articolo dimostra empatia con l'assassino. Parole che comprendono le ragioni del suo gesto. Lo umanizza, fa cronaca romanzata di basso livello. Le parole sono come pietre. Di lei nessun ricordo. Resta un cadavere - uccisa - perché avrebbe tradito, vilipesa dopo una esecuzione. Perché in Italia la pena di morte esiste ed è senza appello. (http://www.larena.it...gio/?refresh_ce) leggi: si chiama Femminicidio e lo chiamano delitto d'onore! http://femminismo-a-...delitto-donore/

 

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alla fine l'uguaglianza tra donne e uomini dovrebbe esser una cosa scontata,anzi a mio parere il giorno della ''festa della donna'' non dovrebbe neanche esistere dato che mi sembra una stupidaggine bella e buona.

Però anche in europa,dove questo dovrebbe esser ormai scontato ed ovvio,tanto ovvio e scontato non è.

In fin dei conti almeno in Italia e parlo poi dal mio punto di vista,di Donne(come di Uomini) ne esistono davvero pochi..

troppe persone incoscienti e folli,per quanto riguarda le aggressioni e le uccisioni di donne da parte di uomini.

oppure persone che riesco solo a basarsi sui classici stereotipi della per fare un esempio banale:

la donna è casa servizi e bambini lavoro ma prima di tutto casa e servizi

l'uomo è lavoro e sostentamento economico

poi io non vorrei esser tragica,alla fine sono fiduciosa e voglio credere che in altre regioni/zone la situazione è migliore ^^ però parlando della mia situazione molti la pensano così.

Quindi partendo dall'esempio stupido,si capisce come l'importanza dell'uomo il suo volerlo giustificare,è presente ancora e tanto.

Ma anche poi il discorso del non accettare o mandare subito a casa donne che sono incinta ma che possono ancora lavorare.

Poi ripeto parlo,non essendo proprio una grandissima esperta...dico solo che

mi sembra davvero più che ipocrita stupido festeggiare la donna e poi,magari il giorno dopo dimenticarsi di tutto.

Più che il giorno simbolico ci vorrebbero più movimenti di protesta...

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Ilromantico

Probabilmente mi ucciderete, ma io non la vedo così tragica. Non nel mondo occidentale, dove essere donne sinceramente a volte secondo me dà più vantaggi rispetto all'essere uomo. Se parliamo di medio-oriente o altre parti del Mondo allora la situzione cambia, ma in Occidente la situazione mi sembra del tutto diversa.

 

Una donna furba può conseguire con molta facilità molte cose rispetto ad un uomo. I delitti passionali o gli episodi di machismo sono purtroppo una triste realtà, ma a volte in che misura è anche colpa della debolezza stessa delle donne?Se un ragazzo tratta male una donna questa perché non lo lascia?Perché a volte le donne sono attratte da tipi deficenti che le trattano male?Con queste premesse è davvero difficile capire che questi uomini che ti trattano male poi non facciano di peggio?In che misura è solo colpa del machista, ma non della donna stessa che in un certo senso fregandosene dei campanelli d'allarme se l'è andata a cercare?

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Sei già morto :maninlove: mi limito al caso italiano

In tutte le misure è colpa del "machista": il femminicidio (ti prego non dire "delitto passionale"... l'unica loro passione è per le botte) è il caso.limite, più frequente di quel che si pensi, ancora più frequenti le percosse, soprattutto per quanto riguarda la violenza domestica. Ci sono poi altri livelli nel rapporto di coppia: la sopraffazione, l'insulto, l'immobilizzazione ad esempio in un rapporto sessuale (anche solo sovrastando la donna), poi il condizionamento e la violenza psicologica, come impedire alle donne di uscire, di studiare, di truccarsi, di vedere amici, di cambiare vita perchè la "amano troppo". Questi maschi (chiamarli "uomini" è un'esagerazione) lo fanno perchè semplicemente possono farlo, perchè è stato insegnato loro anche nella beneamata santissima cultura italiana. Lo hanno imparato dai loro padri, dai loro fratelli, dai loro amici: la donna è loro appendice, loro proprietà e oggetto personale. In che misura è colpa allora di una donna ad esempio innamorata? Quante persone (uomini e donne) conosci innamorate di maschi imbecilli, di amore sincero, che farebbero tutto per loro?

Amico romantico, definiresti meglio il concetto di donna "furba"? Con quali mezzi riesce a conseguire "molte più cose di un uomo"?

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In Italia - soprattutto - il problema del maschilismo è trasversale.

Poiché i maschi non amano avere una donna che guadagni più di loro

e le donne non amano avere un uomo che guadagni meno di loro,

tutta la società e il mondo del lavoro si uniforma a questo "bisogno psicologico".

 

Sotto ogni punto di vista si può dire che il Femminismo è riuscito per metà:

le donne hanno puntato - spesso riuscendoci - a "essere come i maschi"

(Confindustria e CGIL sono guidate da donne ed è donna il ministro più ricco del governo Monti);

ma non sono riuscite ad ottenere che "i maschi fossero come le femmine".

 

Intendo dire che il maschio non è rimasto a casa mentre la donna faceva carriera,

occupandosi delle faccende domestiche e dei figli; queste "incombenze femminili"

sono rimaste "femminili" come prima: semplicemente ora vengono svolte

da altre donne - questa volta straniere - che fanno le "donne" al posto loro.

 

La critica contro il Patriarcato si è insomma fermata

non appena la Donna Occidentale ha raggiunto i suoi obiettivi,

senza direttamente trasformarsi né in critica del ruolo di genere maschile

né in critica della globalizzazione.

 

Il resto del Femminismo - è probabile - dovranno farlo (fare a)i maschi.

Come negli anni Settanta le donne si opposero alla pretesa maschile

che le voleva solo "angeli del focolare", così oggi bisogna fare il contrario.

In Scandinavia l'aspettativa per la paternità è un obbligo.

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Ilromantico

Purtroppo conosco parecchi casi di ragazze che si sono limitate per amore o hanno sopportato cose ignobili. Si va dal semplice vedersi di meno, al proibire di vedere quello o quall'altra persona, violenza verbale (poi giustificata dalle stesse come "normale, perché il <poveretto> se è incazzato dice cose che non pensa", privazioni della libertà, gelosie ossessive, ecc.". Ovviamente quei maschi ignobili sono dei criminali, ma mi rifiuto di dire che la colpa in parte non è anche di queste ragazze/donne che in fondo se la vanno a cercare. Fortunamente nei casi peggiori che ho visto non si è arrivati mai alla violenza fisica, ma ho visto davvero amiche (in quei casi limite) ridotte come SCHIAVE e nè amici nè familiari sono riusciti a far nulla. Private di amici, libertà e infelici (per loro stessa ammissione), ma lo stronzo di turno era SEMPRE da giustificare a costo degli amici/familiari o persino di se stesse con la speranza che tanto lui o la cosa sarebbe migliorata. E sai la cosa triste?Che molte ragazze ne escono fuori semplicemente perché la storia finisce e lui si stanca di lei.

 

Mi sono venuti anche gli esempi di Whitney Houston e Rihanna. Quest'ultima dopo essere stata picchiata, averci riprovato ed essere passata in una fase dove ne è uscita forte, ci è riscata e ultimamente ha inciso 2 canzoni con lui.

 

Fortunamente non tutte le donne sono così, ma c'è una percentuale che purtroppo sembra essere predisposta a farsi trattare male o nell'interessarsi a ragazzi difficili o violenti.

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Rouck, raramente sento un uomo parlare così sentitamente e con tanta sensibilità di certe questioni. Ti ringrazio, davvero.

 

@Il Romantico, prima di parlare, considera che tutto ciò che sai della vita l'hai imparato vivendo da uomo. Se ti dicessero fin da piccolo che il tuo scopo primario nella vita è sposarti e fare figli, 'tenerti un uomo', sai quanto sarebbe più difficile su tutti i livelli, non solo quello conscio, mettere prima il rispetto verso te stesso? Se tutto intorno a te urlasse che non sei veramente donna se non sei in un certo modo?

A volte te la prendi perché senti che la comunità gay esercita una pressione perché tutti gli individui la pensino e si comportino in un certo modo: ecco, prova a immaginare questa pressione centuplicata, e applicata a tutta la tua esistenza, non solo al campo della tua sessualità e dei tuoi pensieri politici in merito.

 

Ovviamente non sto dicendo che è per tutte così, e che vivere da donne è un inferno, né sono una fan della Giornata della Donna (non mi è mai piaciuto ricevere fiori tagliati, vite spezzate), però sto dicendo che davvero viviamo in un clima di oppressione sistematica di tutto ciò che non è maschio bianco cisgender eterosessuale occidentale benestante mentalmente e fisicamente abile.

Ognuno di noi ne coglie diversi aspetti, alcuni incidono più di altri sulla nostra vita, ma non ci si può permettere di sminuire il modo in cui lo vive qualcun altro perché generalizzando potresti non saperlo ma stai annullando l'esperienza di quella persona così come lo fa la società.

 

Non dimentichiamoci che c'è una ragione per cui ancora adesso si dice 'non hai le palle', nonostante quando dai un calcio nelle palle a qualcuno rimane piegato per mezz'ora (mentre tutti quanti siamo partoriti da una figa e le nostre mamme sono ancora in piedi :D)

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Ariel, ti assicuro che il Patriarcato

fa sul maschio pressioni simmetriche.

 

Anche per un maschio lo scopo primario è "sposarsi e fare figli";

non possiamo mica discutere se sia peggio un "frocio" o una "zitella", no?

(E' indifferente che il "frocio" sia fidanzato o meno,

come è indifferente che la "zitella" sia etero o lesbica).

 

Il guaio del Patriarcato è che può essere decostruito solo a 360 gradi...

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Almadel, you preach to the choir:

tutt'oggi penso che la pressione che hanno gli uomini di non mostrare emozioni e di non femminilizzarsi (perché il femminino è male, inferiore) sia di lunga peggiore nello sviluppo della loro psiche...quindi il femminismo ancor di più fa bene a tutti :D

 

(Comunque, differenza: agli uomini viene detto che devono, ma non che VOGLIONO sposarsi e fare figli, e più di ogni altra riuscita personale...è un piccolo, ma importante dettaglio per capire i risvolti sull'autostima nell'ambito delle relazioni abusive)

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Il video mi sembrava di averlo già visto, ma fa impressione.

Mi chiedo se agli etero fa lo stesso effetto, oppure se il richiamo sessuale è troppo forte.

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Senza nulla togliere al discorso sulla discriminazione della donna,

dissento su un punto: la pressione a sposarsi e fare figli.

La trovo ormai sostituita dalla pressione a essere fighe

e a usare il proprio corpo per avere successo.

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Stavo discutendo di questo tema con un mio amico qualche mese fa, ma da uno spunto completamente diverso:

doveva fare un regalo al suo nipotino di 5 anni, andiamo in un negozio di giocattoli e vedo una marea di cucine giocattolo con pentole, piatti e lavatrici per le bambine, pistole, robot e macchinette per i bambini, e gli dico:

"che tristezza... ti indirizzano a fare la donna che lava i piatti e cucina fin da piccola con i giocattoli... ma una bambina non può giocare con un fucile?"

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In effetti il filmato mi pare ci offra un repertorio di donne

che fanno pubblicità al programma in cui sono, o giovani

dal bel corpo o mature ( perchè personaggi con una loro storia

e quindi facoltà di parola ) ma imbalsamate, come se potessero

ancora voler fare uno spot pubblicitario.

 

A parte Alba Parietti che ha sempre rivendicato di essere e

sentirsi Trans, per questa sua esigenza di trasformare il proprio

corpo, il tutto rimanda secondo me ad un immaginario pubblicitario.

 

L'estetica televisiva del femminile cerca di omologarsi a quella degli

spot televisivi, anche se indubbiamente le comunicazioni commerciali

sono esteticamente infinitamente migliori e meno volgari.

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Ilromantico

Posso essere sincero? Detesto in qualsiasi forma gli estremismi e qui mi sembra che se ne stiano facendo parecchi. Anche perché sinceramente dovreste fare un discorso GLOBALE sulle pressioni dell'essere belli/e e vendere/mostrare/esibire il proprio corpo, non è un problema solo femminile ma diversamente (o no) uguale anche per i maschi. I maschi che hanno un "base" possono permettersi la cultura della palestra e della cura del corpo, mentre quelli che non l'hanno adottano la cultura del potere o dell'ostentazione di beni materiale o denaro. Ovviamente personalmente mi dissocio da tutti questi stili di vita, ma trovo esagerato farne una tragedia e trovare chissà quali grandi ingiustizie o pressioni da parte della società.

 

Ci sono semplicemente persone che hanno una certa mentalità/personalità e sono facilmente "influenzabili" e trovano semplicemente congeniali al loro essere determinate cose. Esempio super-banale-comico: Se una ragazza di natura è vanitosa ora può aspirare a diventare velina, ritoccarsi, mostrarsi su FB con le foto del costume da bagno, in passato questo non poteva farlo, ma si sarebbe "limitata" a truccarsi tantissimo, farsi vedere col miglior vestito in giro per il paese, essere eletto Miss bellezza del paese... Insomma cambiano i tempi e le mode, ma non i meccanismi di fondo che spingono le persone ad agire e comportarsi in certi modi.

 

Se una ragazza poi vuole esibire il suo corpo o si vuole ritoccare dove sta il problema?Proprio in questo forum si difende a spada tratta la libertà di esibizionismo di culi all'aria al Pride e di come questo non possa svilire la dignità di alcuni, ma solo ampliare la "bellezza" della varietà del mondo LGBT, e poi ci si indegna per delle ragazze/donne che ostentano la propria bellezza in televisione o hanno il culto della "bellezza a tutti i costi"??Scusatemi davvero, ma non ho potuto fare a meno di notare questa grande contraddizione!!

 

@Il Romantico, prima di parlare, considera che tutto ciò che sai della vita l'hai imparato vivendo da uomo. Se ti dicessero fin da piccolo che il tuo scopo primario nella vita è sposarti e fare figli, 'tenerti un uomo', sai quanto sarebbe più difficile su tutti i livelli, non solo quello conscio, mettere prima il rispetto verso te stesso? Se tutto intorno a te urlasse che non sei veramente donna se non sei in un certo modo?

A volte te la prendi perché senti che la comunità gay esercita una pressione perché tutti gli individui la pensino e si comportino in un certo modo: ecco, prova a immaginare questa pressione centuplicata, e applicata a tutta la tua esistenza, non solo al campo della tua sessualità e dei tuoi pensieri politici in merito.

 

Sinceramente moltissime mie amiche non ragionano nell'ottica che dici tu. Sognano il matrimonio e i figli se ci sono delle belle basi su cui poter fare effettivamente REALISTICAMENTE dei progetti, ma non stanno con l'angoscia o l'ossessione di doversi sposare o far figli a tutti i costi. Stanno bene anche da sole o fidanzate da una vita, mettono in genere prima la carriera, le amicizie e le realizzazioni professionali/personali prima di pensare a un evento come il matrimonio o i figli. Non rientra tra le loro priorità di vita o di morte, anche se si le desiderano fortemente in quanto la natura umana e l'istinto materno fanno pur sempre parte di una donna. Dall'altro lato però ci sono donne che, pur essendo cresciute nella stessa epoca, società, ambiente, hanno priorità, forze di volontà e personalità totalmente differenti rispetto al primo tipo di donna. Se una ragazza è capace di non farsi limitare MAI e mandare al diavolo l'uomo dei suoi sogni per una mancanza grave, ce n'è purtroppo un'altra che pur non essendo felice col proprio ragazzo e non trovandolo nemmeno l'uomo dei suoi sogni non ha le forze nè la voglia di reagire all'ennessima violenza fisica/verbale. Non dirò certo che è "colpa" della ragazza, ma non mi risulta tanto difficile pensare che abbia una personalità e una forza di volontà abbastanza fiacca.

 

 

Dico solo che oltre a sensibilizzare maggiormente i maschi e la società, sarebbe forse più rapido e più pratico infondere alle donne sin dalla tenera età la cultura del rispetto per se stesse.

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Ilromantico, tu stai ragionando di esperienze personali, di singoli individui...io ti sto parlando proprio di società, di clima generale causato da media e da trasformazioni culturali. Non puoi farmi un discorso su quelle che sono le tue amiche, perché anch'io se dovessi prendere ad esempio me stessa e le persone che mi sono più vicine, ti assicuro che il quadro della situazione femminile nel mondo sarebbe molto più roseo, sulla maggior parte dei livelli.

Però non ci sono né solo io e le mie amiche, né solo tu e le tue amiche. Qui si sta facendo un discorso che poggia i piedi su secoli di movimenti e mutamenti, che sono ancora in atto, che ancora devono dare frutti, e che devono essere versatili per potersi adattare a nuovi nemici come la 'pressione di essere fighe' che ha sottolineato penna...

 

Non sto dicendo che le donne hanno tutti i mali del mondo. Sto dicendo che in questo momento storico esiste in tutto il mondo una disparità dai generi in tanti campi causata da uno specifico clima patriarcale che persiste dal passato e anzi alcuni moderni cambiamenti hanno reso in certi sensi più temibile e insidioso. E questo, è un fatto: non un'opinione, e dobbiamo esserne coscienti ogni giorno per contrastare tutto ciò.

Altrimenti, non leggerei tutt'oggi su Facebook che una ragazza che è stata stuprata però "effettivamente, era troia", ad esempio...

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Ilromantico

Altra contraddizione?Negli altri topic è bene parlare di esperienze personali e qui no?E' logico che non posso conoscere l'esperienze di tutte le donne del mondo e mi limito alle mie conoscenze e amicizie, ma lo trovo pur sempre un campione significativo nel mio piccolo per parlare dell'argomento. L'esempio delle ragazze che si fanno limitare dal proprio ragazzo e ne sono succubi, nel suo "piccolo" è abbastanza significativo del fatto che certe ragazze hanno ancora dei grossi problemi nel farsi rispettare. Problemi che ahimè non sono dati dalla società o dalla famiglia (forse dal contesto sociale, ma è MOLTO relativo), ma dalla stessa ragazza. Non mi pare che la società italiana promouovi la privazione di libertà o dignità della donna nè che i familiari siano propensi a spingere la figlia verso una relazione problematica, anzi ho visto pure le nonne consigliare alle mie amiche "ma lascialo quel cretino!!".

 

Ovviamente poi problematiche più grosse e tragiche come gli stupri o avances al lavoro o altro, sono tutt'altro argomento che non c'entrano nulla in gravità e motivazioni con gli esempi dei casi riportati sopra. Per questi casi non andrebbe manco specificato che sono al 100% d'accordo con te.

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Quanta misoginia che ci leggo.

 

Il Romantico, non dimenticare che la società italiana la fa la tv, e la tv fa la società italiana.

Basterebbe quel video a darti uno specchio dei tempi.

 

Vuoi un altro esempio? Vai nei negozi di giocattoli, vedrai i giocattoli per bambini pieni di cose, mentre per le bambine ci sono solo bambole (Bratz), trucchi e cucinine. Non è questo un preparare le future donne a un futuro di esseri di secondaria importanza?

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Ilromantico

L'aspettavo con 'ansia' l'accusa di "misoginia", dopo omofobie interiorizzate, assorbimenti inconsci della società e perbenismi vari. Non è un po' ora di smetterla di etichettare gli altri quando si hanno teorie e opinioni diverse dalle vostre?Invece di vederci misogenia nei mie interventi, argomentali, dimmi su cosa non sei d'accordo, discutine, ma non fare la parte di quello che liquida i miei interventi limitandosi a screditarli semplicemente accusandomi di qualcosa che non sono. Non mi pare per nulla un atteggiamento corretto.

 

Nel video si vedono "solo" ragazze/donne che esibiscono corpi e ossessionate dalla bellezza. Può lanciare messaggi 'negativi' è probabile, sicuramente sì, può davvero influire su donne dotate di un certo cervello o davvero sulla società, non credo. Non è che la figura della donna in TV è relegata solo alla velina, mi sembra che ogni anno ci siano sempre più presentatrici a scapito di presentatori. Certo la situazione della TV italiana rispecchia parecchio una società rimasta ancora agli anni 80 (gay caricaturali, donne-oggetto, censure assurde, ecc) ed è un po' la cartina tornasole di una società ancora abbastanza retrograda, auspico come voi che migliori, ma non sono per nulla convinto che abbia chissà quale ruolo per rispettare ed educare le donne.

 

Forse perché alla maggior parte della bambine piacciono le cucinine, le bambole e i trucchi?Così come ai maschietti piacciono in genere Dragon ball, le macchinine e le pistole giocattolo?Ripeto IN GENERE, ma esistono moltissimi giocatolli unisex e non ho mai visto un genitore che si negasse a comprare "regali maschili" a una bambina. Ad esempio una delle mie zie andava pazza per le macchinine, un'altra per i treni :D! Il discorso purtroppo cambia se un bambino chiede un giocattolo femminile, se un bambino chiede la barbie il genitore di turno suderà freddo! Magari quando non ci sarà per nulla omofobia il genitore di turno non suderà più, ma purtroppo per ora il mondo gira così.

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non ho mai visto un genitore che si negasse a comprare "regali maschili" a una bambina.

 

Ne è pieno il mondo di genitori così. Che non comprerebbero mai giocattoli "maschili" alle proprie figlie e che le obbligano, per anni spesso (finché non sono abbastanza grandi per ribellarsi) a vestirsi con gonne e vestitini.

Se i maschi prediligono i giocattoli maschili e le femmine quelli femminili è solo perché c'è un forte condizionamento sociale intorno.

Se bambini di entrambi i sessi molto piccoli venissero messi in uno stanzone insieme, pieno di giocattoli di tutti i tipi, senza che abbiano il condizionamento intorno dei genitori che gli dicono cosa è da maschio e cosa è da femmina, la scelta dei giochi sarebbe molto più casuale. Ci sarebbero molte più bambine che scelgono la pistola e più bambini che scelgono la bambola.

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Il discorso purtroppo cambia se un bambino chiede un giocattolo femminile, se un bambino chiede la barbie il genitore di turno suderà freddo!

 

A me sembra un'osservazione appropriata. Per quanto riguarda l'infanzia, al giorno d'oggi il condizionamento esercitato sui maschi mi sembra molto più forte e diffuso di quello sulle bambine. Io giocavo coi soldatini, mi facevo comprare pistole giocattolo, e cose simili. Mia sorella aveva una camera rosa confetto ed era piena di barbie. Ed eravamo figlie degli stessi genitori, eh. Evidentemente hanno assecondato le rispettive inclinazioni.

Non sono sicura che avrebbero fatto la stessa cosa con un figlio maschio che chiedesse le bambole...

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Il fatto che il ruolo di genere femminile sia meno sorvegliato

rispetto a quello maschile, in effetti, in un contesto eteronormativo

è la riprova del maschilismo ( che poi una bambina lesbica ne possa

trarre un giovamento ciò non toglie che sia riprova di maschilismo )

 

Per quanto riguarda il ruolo della donna in TV, che non è un discorso di

sola immagine ma di tipologia di invitati-conduttori-protagonisti, dovrebbe

esserci un Rapporto dell'Osservatorio di Pavia che ora non trovo su internet

ma che rappresenta una situazione di disparità di genere.

 

Non conta cioè soltanto quante donne lavorano, nel complesso, ma cosa fanno.

 

Se per una Lilli Gruber ci fossero 10 Barbara D'Urso, la cosa avrebbe un

suo rilievo etc. etc.

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A me sembra un'osservazione appropriata. Per quanto riguarda l'infanzia, al giorno d'oggi il condizionamento esercitato sui maschi mi sembra molto più forte e diffuso di quello sulle bambine. Io giocavo coi soldatini, mi facevo comprare pistole giocattolo, e cose simili. Mia sorella aveva una camera rosa confetto ed era piena di barbie. Ed eravamo figlie degli stessi genitori, eh. Evidentemente hanno assecondato le rispettive inclinazioni.

Non sono sicura che avrebbero fatto la stessa cosa con un figlio maschio che chiedesse le bambole...

 

Già :)

Però il fatto che i condizionamenti sui maschi

siano più forti di quelli sulle femmine;

dimostra solo il maschilismo di una società e non il contrario...

 

E con "maschilismo" io intendo semplicemente

il rapporto di dipendenza economica della femmina dal maschio,

che si giustifica con la maternità e la cura dei figli.

 

Chi ha il dovere di mantenere una donna incinta?

Il padre del bambino? Il Welfare? Lei stessa coi suoi risparmi?

Rispondere a questa domanda è rispondere all'intera questione.

 

Perché fino a che la risposta sarà "Il padre del bambino"

i nostri genitori non ci lasceranno mai giocare con le Barbie

e ci educheranno a giocare con le macchine, le pistole e i Lego.

Per far di noi dei meccanici, dei soldati o dei muratori per mantenervi

e se vogliamo studiare ci manderanno a fare Ingegneria e non Lettere.

 

Se la risposta sarà invece "Il Welfare"

e si farà in modo che sia lo Stato a farsi carico delle gravide e delle neo-mamme,

ecco allora che il ruolo di genere maschile sarà meno "controllato".

Basta osservare la situazione femminile in Scandinavia,

dove il 70% delle nascite avviene da madri single, le pari opportunità sono concrete

e l'omosessualità maschile è totalemente integrata.

 

La versione liberista della faccenda è affidare il costo della maternità alla donna.

Quali e quante donne sono però in grado da sole di pianificare una gravidanza

senza un maschio né uno Stato vicino? Molto poche immagino (se non in età da pensione).

 

Pertanto il Maschilismo ha una sola soluzione e si chiama "sostegno alla gravidanza".

Fintanto che il Padre non sarà facoltativo, sarà necessario.

E fointanto che sarà necessario verremo educati a essere padri e non "froci".

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In realtà ciò che i paesi scandinavi hanno

e l'Italia non ha, culturalmente e socialmente

sono i permessi di paternità.

 

Cioè l'intescambiabilità dei ruoli genitoriali

nella famiglia.

 

La madre single in Italia ha, in teoria, tutti

i diritti, salvo il fatto che mancando le risorse

i servizi pubblici non sono sufficienti ad assicurarle

un'autonomia economica. A questo si aggiunge il fatto

che i datori di lavoro ritengono di assumere insieme ad

una donna il rischio della sua possibile maternità, cosa

che potrebbe essere superato solo se tale rischio fosse

condiviso fra padre e madre.

 

Questo direi ci insegni la scandinavia, che il modo migliore

per dare parità alla donna è valorizzare il ruolo del padre

suddividendo gli oneri sociali della famiglia in modo più equo

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Certo, i permessi di paternità obbligatori per un padre sono importanti;

ma se ci limitassimo a questi un'azienda sarebbe comunque spinta

ad assumere una donna in coppia piuttosto che una single;

cioé piuttosto di una donna che non possa condividere le cure parentali.

 

Intendiamoci: tutto aiuta se lo scopo è l'autonomia economica femminile;

quello che per me conta è riuscire ad attuarla a prescindere dal padre.

(Se il padre non c'è, hai voglia a fargli prendere i permessi di paternità...)

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Anche se da questo punto di vista trovo il modello scandinavo molto positivo dubito fortemente che potrebbe mai essere applicato all'Italia. Sia per ragioni culturali, ma anche per questioni economiche.

La Norvegia è uno stato molto più ricco del nostro e ha 4 milioni di cittadini di cui occuparsi.

In Norvegia tantissime ragazze possono avere figli a 20 anni e continuare tranquillamente l'università, laurearsi e fare carriera. Quando rimani incinta per un bel periodo anche dopo la nascita del bambino lo stato ti paga praticamente uno stipendio in quanto mamma. Logico che se non devi pensare di dover lavorare per sopravvivere puoi crescere un figlio e andare all'università, senza il bisogno di chiedere aiuti economici ai nonni o al marito.

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I permessi di paternità presuppongono un riconoscimento

di paternità non un matrimonio o una coppia regolamentata.

 

Basta dichiarare all'atto di nascita di essere il padre del bambino,

certo se il padre se ne frega non può poi reclamare il diritto. La donna

può però scegliere se avviare un procedimento per far riconoscere il figlio

al padre o se preferisce che suo figlio cresca senza padre.

 

La tutela della maternità è la tutela basilare della donna, in Italia

inizia col fascismo ( non per femminismo ma per la politica di

natalità: il numero è potenza etc. )

 

Sotto il profilo dei diritti la donna è oggi tutelata, ma le tutele della

maternità fanno sì che i datori di lavoro facciano firmare dimissioni

in bianco o altri espedienti del genere, per questo sul piano materiale

servirebbe scentrare le tutele dalla sola donna ad entrambi i genitori.

 

Per questo è importante passare ad una tutela della genitorialità

differenziata nel genere solo per il periodo della gravidanza. La tutela

della genitorialità è la frontiera alternativa al quoziente familiare che

invece incentiva la formazione di una famiglia e che è proposto dai

partiti italiani ( PDL UDC PD )

 

Il Quantum poi dipende dalle risorse finanziarie dello stato a prescindere

dal tipo di scelta politica.

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Holà ragazzi! Lascio questo topic qualche giorno e vedo che la questione ancora è dibattuta.. ammappete

Intanto ringrazio i "vecchi saggi" ( :P ) per le belle riflessioni su patriarcato e società fallocentrata (si, prima o poi doveva uscire fuori questo termine credo) e per le nozioni legislative che imparo imparo imparo. Ciò detto, mi sembra ovvio che i disegni di legge non possano bastare, anche se certo bisognerebbe passare anche di lì. Tuttavia è chiaro che ci sia un problema culturale alla base che neanche la rivoluzione sesuale dei '70 ha risolto o meglio ha amplificato in altri sensi: il maschilismo mediterraneo rimane, ma con la "liberazione" del corpo femminile e successivamente con la società del consumo si vendono natiche al chilo. Ho postato quel video, video di immagini che passano su rai 1,2,3,4,5,6,7,8,9 eccetera. Immagini che allietano gli uomini esattamente come le donne, che bombardano il cervello di chi ha spirito critico come di chi è un po' più pecorone (senza troppi dispregativi: come diceva un gruppo punk, "free speach for the dumb"). In sostanza, il machismo è, come è stato ripetuto, un problema degli uomini come delle donne. Ma credo che per i maschietti il problema sia anche più grave, ed è per questo che cerco di fare proseliti femministi prima su i gay, parenti stretti, che sugli altri maschietti. Rincaro la dose: la pornografia è presente a vari livelli, da youporn alle battute di Silvio. Ma quella classica è pane quotidiano dei portatori di pisello della mia generazione (sono segaiolo e fiero d'esserlo :D ), ne abbiamo accesso tutti i giorni dallo stesso schermo che state guardando, ed è anche uno dei primi, se non il primo accesso alla sessualità di chi è nato dopo gli anni '80. Il problema diventa quindi più grave: chiunque non abbia possibilità di avere una vita sociale diversificata, avrà un'idea delle donne di quel tipo, e probabilmente reitererà i comportamenti che vede dai "postini" o dagli "idraulici" sulle "casalinghe arrapate".

In ultimo, nessuno vuole accusare nessun'altro di misoginia... è ovvio che le frasi e i comportamenti misogeni volontari sono altri. Ma misogeno sono anche io, anche il panettiere arabo qui sotto, anche la femminista del centro sociale: ci sono bastati 20 anni di televisione, che ci hanno trasformati in "perfetti" consumatori, elettori, e cultori della gnocca

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Un po' in ritardo, ma inoltro

 

 

Oggi, 8 marzo 2012, non sarà una giornata di festa.

La giornata internazionale della donna è l'occasione, ancora una

 

volta, per constatare quanto siano arretrati, in questi ultimi anni, i

 

diritti delle donne siano arretrati, insieme ai diritti di

 

intersessuali e trans.

 

Le donne italiane ancora oggi sono vittime di discriminazioni e forma

 

di violenza. In Italia è emergenza per gli omicidi di donne compiuti

 

da compagni, mariti, amanti, familiari.

 

Nel nostro paese impera la rappresentazione della donna quale oggetto

 

sessuale, una rappresentazione vincolata agli stereotipi circa i ruoli

 

e le responsabilità dell’uomo e della donna nella famiglia e nella

 

società.Il numero delle donne parlamentari è tra i più bassi in Europa

 

e nel mondo, le donne sono scarsamente presenti nei posti

 

dirigenziali pubblici e privati, guadagnano meno e restano più a lungo

 

disoccupate. La crisi economica e il definanziamento del welfare e la

 

mancanza di asili nido pesano in primo luogo sulle donne.

 

L'Italia non ha ancora ratificato la Convenzione del Consiglio

 

d’Europa siglata ad Istanbul l'11 maggio del 2011, che mira a

 

proteggere le donne contro qualsiasi forma di violenza.

 

Come associazione per la promozione dei diritti delle persone LGBT

 

(Lesbiche, Gay, Bisessuali, Trans), non possiamo non evidenziare come

 

ci sia in Italia e nel mondo un'emergenza discriminazione per le

 

lesbiche, che scontano il doppio stigma: di genere e di orientamento

 

sessuale.

 

Il nostro 8 marzo sarà dedicato a tre donne: Martine Abessolo,

 

Estelle Abena Belinga e Léonie Doula.

 

Martine, Estelle e Léonie verranno processate proprio l'8 marzo a

 

Ambam, in Camerun, per omosessualità. Tre giovani donne sotto i

 

trent'anni, che secondo l'articolo 374 bis del codice penale rischiano

 

fino a 5 anni di carcere non per aver commesso un crimine, ma perché

 

si innamorano di altre donne. Una di loro è sposata, e se riconosciuta

 

colpevole sarebbe anche obbligata a divorziare a proprie spese e a non

 

vedere mai più i propri figli.

 

Martine, Estelle e Léonie sono difese da Me Alice Nkom, presidente de

 

l'Association de défense de l'homosexualité (Adefho), che rileva come

 

l'art. 374 bis sia "illegale, irregolare e viola i diritti

 

fondamentali e di libertà degli accusati".

 

Gli arresti per omosessualità si sono moltiplicati negli ultimi mesi

 

in Camerun, e a Douala, la capitale economica del Paese, si segnalano

 

numerosi casi in cui donne giovanissime vengono espulse da scuola

 

perché sospettate di essere lesbiche. Poco più di un anno e mezzo fa,

 

la Chiesa Cattolica del Camerun ha minacciato di organizzare una

 

grande marcia per impedire al Parlamento di ratificare il protocollo

 

di Maputo sui diritti della donna africana, che difendendo il diritto

 

di scelta in materia di sessualità avrebbe incoraggiato

 

l'omosessualità (!)

 

Domani la nostra associazione non festeggerà, perché troviamo che non

 

ci sia nulla da festeggiare. Aspetteremo l'esito dell'udienza, per

 

Martine, Estelle e Léonie, sperando in un domani migliore per le donne

 

africane e un domani di libertà per le lesbiche di tutto il mondo.

 

 

Arcigay Palermo

Edited by Loup-garou
Reso il post più leggibile, col permesso dell'autore
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