Jump to content

Ho un disagio con le persone


Bad_Romance

Recommended Posts

Dici che il problema fisico con pazienza può essere risolto, mi pare

già una cosa positiva.

 

Anche il fatto di voler conoscere un ragazzo, anche se si è rivelato

etero mi pare una cosa positiva, ora quel desiderio io lo sposterei

sul piano della amicizia fra gay. Puoi usare anche questo forum e

muoverti in questa direzione, potrebbe essere un modo per rompere

questo isolamento.

Link to comment
Share on other sites

Il problema non è il problema in sè, ma come ti poni tu rispetto al problema!!!!

Potrebbe essere, ma non credo che la cosa si può risolvere solo affrontando le situazioni difficili. Altrimenti avrei già superato una parte del problema.

Penso che mi dedicherò a risolvere questa cosa per un bel po' di tempo, prima di fare attività varie...^^

Link to comment
Share on other sites

<br />

Però la prima, primissima cosa da fare prima di ogni cosa, è capire che, come soldato in una battaglia che lotti contro te stesso per un futuro migliore da quello dove stai, alla trincea ci devi andare a combattere, e avere paura e cagarsi addosso è giusto e naturale, ma comunque bisogna imparare a rimanere li, sulla linea con gli altri, a combattere.<br />

 

Anche io vengo dalla trincea. Primi disagi seri al liceo, verso i 15-16 anni. Poi sempre in crescendo. Ora di anni ne ho 33. Non studio, non lavoro. Non oso entrare in un bar, chiedere informazioni a un passante, fare una telefonata. Non ho amici, nè conoscenti.

 

In trincea ho passato la maggior parte della mia vita. Ho provato e riprovato "a rimanere lì" e ogni volta è stata una disfatta. Non ho imparato. Per periodi più o meno lunghi mi sono imposto di restare ma il prezzo è sempre stato troppo alto. Non si può vivere costantemente nella paura, alla lunga la mente e il corpo si guastano. Anche il coraggio è una risorsa limitata: poco o molto che sia, tende comunque a esaurirsi.

 

Di sconfitta in sconfitta perdi la guerra. Accetti di non poter vivere degnamente e ti costringi a non desiderarlo. Non è facile. Anzi, è impossibile. Però ci provi, perché hai smesso di sperare e sei stanco di star male: non desiderare, in fondo, è la strada più indolore.

 

Non voglio spaventare chi ha aperto questa discussione. Ho scritto solo perché l'opzione "prova, e riprova, e imponiti e obbligati, prima o poi imparerai e tutto si risolverà" con me non ha funzionato.

Edited by N78
Link to comment
Share on other sites

Credo di capire quello che scrivete, anche io ho avuto ( e in parte ancora ho ) delle difficoltà a relazionarmi con gli altri.

 

Forse l'intera vita è tutta qui, nelle nostre relazioni, nella nostra capacità di instaurarne di belle e piacevoli , quindi so che è un grosso problema.

I consigli in questi casi secondo me servono a poco, però potrei dirvi come me la sto "cavando" io.

 

Mi dà sempre forza questo pensiero ... Il mondo nel quale viviamo ci fa credere che l'essere estroversi, pronti a tutto, efficienti, etc, siano le caratteristiche più positive. In realtà io credo che anche l'essere timidi, possa essere un bel lato di un carattere . Questo non per portarci a chiudersi in noi stessi, può essere una caratteristica da volgere a nostro favore, se sapremo sfruttarla per essere delle buone persone .

 

Ora sto pensando anche a una poesia, spero che vi piaccia, mi sembra molto attinente.

Comunque, un forte abbraccio, coraggio ! :-)

 

Sto forse intuendo

- per la prima volta -

non più di essere sbagliato

ma di avere sbagliato:

questo nuovo, sconosciuto ausiliare

cambia anche il tempo composto

della mia anima.

E sto errando tanto

- come negarlo ?

Ma non sono errato.

Potenza del gerundio

sulla fissità del participio.

Link to comment
Share on other sites

Non voglio spaventare chi ha aperto questa discussione. Ho scritto solo perché l'opzione "prova, e riprova, e imponiti e obbligati, prima o poi imparerai e tutto si risolverà" con me non ha funzionato

Considerando quanto possa essere effimera la vita, i tentativi vanno fatti con cognizione di causa. Il fatto che un determinato cambiamento lo si voglia non è detto che sia in nostro potere attuarlo o che lo sia adesso, in questo momento. Ci sono passi che vanno fatti con misura, dove ogni strafalcione fa perdere terreno piuttosto che acquisirlo.

 

Un anno fa, terapia di gruppo, io di sostegno ad una Psicoterapeuta. Dopo 6 mesi una ragazza riesce a parlare della propria omosessualità senza chiamarla per nome. Non ci riesce. Non ce la fa. Sa che è libera di farlo. Lo ammette ma non ce la fa. Due sedute dopo mi sostituisce una collega che erroneamente usa la parola omosessualità nel medesimo consteso e situazione.

La ragazza torna indietro di 6 mesi. Non ne parla più nè prende più l'argomento. La terapia è finita là perchè la ragazza non è più venuta.

Link to comment
Share on other sites

In famiglia non vedo supporto, ogni tanto provo a parlarne con mio padre, risposte: "eh ma i tuoi amici fanno tutto", "ma che ragionamento è?", "bho..." che inutilità quella gente -.-

Link to comment
Share on other sites

Per questo genere di "problemi" la terapia dipende quasi totalmente dal desiderio di chi entra in terapia di fare in modo che questa eserciti effetto.

La terapia non è una sorta di ipnosi magica che tutto risolve. Il migliore degli psicologi sa che la cosa migliore che possa far accadere è fare in modo che il cliente agisca autonomamente e per conto proprio. Che impari ad usare i mezzi di cui è segretamente in possesso per autodeterminarsi.

Quando le condizioni fisiche, psicologiche e ambientali non sono sufficienti la terapia aiuta solo a trovare i mezzi posseduti dal soggetto in questione al fine da compensare le mancanze.

Così come il cervello anche le capacità cognitive sono strutturate in modo da sopperire a status debilitanti. Il nostro corpo ha una sorprendente capacità di adattamento che però, soprattutto nella nostra società, viene spesso ostacolata.

Oggi i criteri sociali vanno contro all'adattamento. Non si è belli per sopravvivere. Non si è cantanti, attori, fotomodelli, giovani per sopravvivere. Non sono questi i caratteri che consentono all'individuo la sopravvivenza per cui spesso è la persona che attacca se stessa indicandole i pregi come difetti e le normalità come parti da nascondere. Quando poi sorgono problemi onestamente tali l'individuo non è in grado di appoggiarsi alle altre qualità poichè la mente le ha già classificate come indegne.

Quindi la prima cosa che fa la terapia è smontare quelli che sono giudizi personali e costringere ad indagarsi onestamente.

Link to comment
Share on other sites

  • 3 weeks later...
Bad_Romance

Non so se a qualcuno interessa, comunque è passato un po' di tempo ed ho fatto anche qualche attività esterna ma non vedo miglioramenti, sembrava che stessi facendo amicizia con alcune persone ma alla fine non è successo niente gli eterosessuali proprio non li capisco.

Al solito sono sempre sconnesso dal mondo, ora riproverò a fare un po' di sport.

Vedo i miei compagni che fanno tutte le cose che vogliono e mi sento triste :(

Link to comment
Share on other sites

Join the conversation

You can post now and register later. If you have an account, sign in now to post with your account.

Guest
Unfortunately, your content contains terms that we do not allow. Please edit your content to remove the highlighted words below.
Reply to this topic...

×   Pasted as rich text.   Paste as plain text instead

  Only 75 emoji are allowed.

×   Your link has been automatically embedded.   Display as a link instead

×   Your previous content has been restored.   Clear editor

×   You cannot paste images directly. Upload or insert images from URL.

×
×
  • Create New...