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Il tifo sportivo degenerato


Guest Irish Dragon

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Guest Irish Dragon

Svicoliamo un attimo dagli argomenti GBLT, va ;) (ma non a lungo :D )Girando fra forum e siti, oggi ho fatto caso ai commenti di Italia-Germania... sinceramente, sono rimasta colpita dal bisogno di dover spesso ricadere negli epiteti, per commentare la sconfitta avversaria... Non parlo di sfottò, che spesso sono l'anima dello sport, ma parlo di commenti un pò più pesanti... Potremmo parlare per ore della stessa situazione, solo che rigirata per i tedeschi (e il simpaticissimo giornalista che ha definito gli italiani dei parassiti), ma quello che mi chiedo è... fino a che punto, l'essere tifosi o meno, giustifica certi atteggiamenti e una tale euforia? Semplice curiosità :D

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Il tifo porta ben altro che offese... ieri sera in piazza, durante i festeggiamenti, un tipo si è messo a rompere un semaforo. Per fortuna la folla si è distaccata, commentandolo negativamente ("che bisogno c'è di fare i cretini in una serata così?") e urlandogli in coro "mona! mona!"

Alla scorsa partita avevano addirittura assaltato un autobus rimasto fermo tra la folla: sedili rotti, 30 persone a saltare sul tetto...30.000 euro di danni!

 

Questo non è tifo, è essere cretini. Come in tutto il resto del calcio italiano.

 

Però mi da anche fastidio vedere tutte queste bandiere se vince la nazionale, e non vederle il 2 giugno o quando c'è stato l'attentato a Nassirya... o vedere ragazzi di una certa parte politica (mica tutti, eh, non generalizzo) che disprezzano la bandiera italiana ogni giorno, per poi sventolarla in queste occasioni!

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Questa volta sarò breve.

Penso semplicemente che la nostra società tenda nella quotidianeità a reprimere l'emotività. Siamo abituati a considerare le persone emotive deboli e poco affidabili; e riteniamo che manifestare le proprie emozioni sia poco "conveniente".

Di conseguenza in occasioni tipo questa (o altre) in cui l'emotività può essere sfogata, essa esplode come il coperchio di una pentola a pressione.

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A me sinceramente non è mai piaciuto il calcio anche per questo.

Ma come si fa ad insultare, rompere oggetti o addirittura uccidere solo per la rabbia di una partita persa o l'euforia per una partita vinta. In ogni caso, sia dalla felicità che dalla rabbia, per il calcio si arriva a commettere azioni negative. Io preferisco altri sport perchè almeno c'è meno accanimento e soprattutto più sportività la quale manca al calcio.

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Purtroppo se da una parte ci sono le persone che guardano il gioco in modo sano, provando felicità o dispiacere a seconda di vittoria o sconfitta, dall'altro ci sono gli esaltati che esagerano e fanno danni. Bisognerebbe prendere le cose con piu' sportività, immaginando la nazione avversaria non come un nemico, ma semplicemente come un'altra nazione, formata da uomini e donne come noi, che provano emozioni come noi...

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La violenza, in fondo (e purtroppo), si ritrova un po' ovunque. Proprio per i motivi che hanno detto su gli altri.

 

Credo invece che Irish si riferrisse di piu' a quelle (bruttissime a mio parere) frasi che a) col calcio nulla hanno a che fare ;) semmai determinano una sorta di intolleranza verso la popolazione del paese perdente.

Basti prendere ad esempio la rissa scoppiata alla fine di argentina/germania. Il furbone tedesco che, sceso in capo dopo i calci di rigore, è andato a dire agli argentini che sono tutti profughi, che si aspettava?

O tutta l'utenza di internet (e parecchi giornalisti) che, per "festeggiare" la vittoria dell'italia sentono il bisogno impellente di trovare insulti (assurdi) per i tedeschi, cosa si aspetta di creare?

 

Gli sport piu' in vista tendono, quasi sempre, a denigrare, pesantemente non solo il perdente, ma tutta la sua città/nazione.

 

Ci sarebbe da chiedersi perchè il calcio (ed un'altra manciata di sport) provochino queste reazioni, mentre sport, altrettanto agonistici, no.

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Va be', ma che la categoria antropologica dei pirla sia uniformemente distribuita all'interno della popolazione è un fatto risaputo, no?

In proporzione, si trovano tanti cretini in uno stadio quanti sono quelli alla Coop intenti a spingere il carrello: i primi sono semplicemente più visibili, dato che lo sport -il calcio, in particolare- sa dimostrarsi un catalizzatore di sentimenti un tantino più efficace di quanto sia, invece, l'aumento del prezzo dei surgelati (ma aspettate che si scateni il grande classico della zuffa da "parcheggio-ingiustamente-sottratto" e poi se ne riparla...).

 

Il bello dello sport -di quello praticato, così come di quello che ci si limita a guardare- è che se, da una parte, sa così bene ingigantire rabbia e agonismo, dall'altra, in genere, riesce altrettanto bene a placare gli spiriti guerrieri di tutti, atleti e tifosi.

Sarà che la serotonina è contagiosa, sarà che dopo novanta minuti di sbraiti e palpitazioni persino la più sanguinaria delle Kalì avrebbe solo voglia di té e biscottini, sarà quel che sarà; fatto sta che se si prendono spirito di competizione, testosterone, magari anche "odio" (ammesso che sia vero e non simulato... di certo io non investirei mai il mio in quel modo) e si butta il tutto in quel bel calderone che è uno stadio, il mix che ne risulta, la maggior parte delle volte, non è così esplosivo come si potrebbe pensare.

I più, in genere, sono appagati dalla "guerra dei tacchetti" che vedono svolgersi in campo.

Sono pochi quelli che, magari proprio all'urlo di "La Coop sei tu", avvertono la necessità di lanciare il loro bravo carrellino giù dagli spalti, o che, ignari del potere e del peso che hanno le parole, si permettono slogan razzisti e insensati, persino più odiosi di quelli che si potrebbe sentire in altri luoghi, proprio perché ancora più vuoti e gratuiti.

 

Il discriminante nell'equazione, al solito, è il livello di deficienza e la povertà di spirito di taluni, non certo il tifo in sé. Fosse solo quello il problema, sarebbe facilmente arginabile. Ma al vuoto come si può trovare rimedio?

 

Edit: Leggo solo ora il post di SaintJust... inutile dire che sia d'accordo, no? Mi riservo di dire la mia sul dubbio che solleva alla fine, ma non ora... L'unica cosa che devo assolutamente fare, al momento, è mettere la testa sui libri. ^^

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“Italians lose wars as if these were football matches, and football matches as if these were wars” (Winston Churchill).

La frase può essere tranquillamente estesa anche alle vittorie secondo me.

Il vecchio Churchill aveva proprio ragione

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Beh, son abbastanza sicuro che lo zio Churchill cambierebbe idea se avesse modo di vedere qual è la situazione attuale anche, ma non solo, a casa sua: non si limiterebbe, se non altro, a parlare dei soli italiani...

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NorwegianWood

OT.

Credo che lo zio Churchill fosse abbastanza razzista e campanilista da non vedere i difetti del suo popolo e trovare tutti quelli degli altri... perciò, di sicuro non cambierebbe idea.

/OT

 

Quanto alla questione del tifo, mi associo a quanto è stato detto finora specie da Irish Dragon, SaintJust, nonaprite (lucidissimo nella sua analisi) e Geryon.

Io, dal mio canto, sono poco incline alle "grandi emozioni del calcio", perciò, personalmente, non posso che essere razionale di fronte ad aventi come i Mondiali. Credo che nulla - né "odio" né competizione né sentimento di rivalsa - possa in alcun modo giustificare l'idiozia di chi, da tifoso, si trasforma in vandalo o offende in modo gratuito l'avversario. Lo trovo barbaro senza mezzi termini (e senza offesa per i Barbari che sono stati una costellazione di grandi popoli).

A tale proposito... il breve intervento di Claudio pone, secondo me, un quesito importante. Parliamo tanto di sport, e in nome dello sport molti tifosi compiono atti che nessuno definirebbe "sportivi". Ecco, la domanda è: che cos'è la sportività? Un semplice rispetto dell'avversario o un modo diverso di vivere la dimensione sportiva? (e in tal caso quale?)

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Sì, io credo proprio che lo spirito sportivo oggi consista nell'imparare la fratellanza attraverso la sana competizione.

 

Oggi, a causa della pentrazione della tecnologia e della mediaticità, considero meno attuale l'idea dello sport come superamento continuo dei limiti del corpo umano o di perfezionamento del singolo individuo (il vecchio "mens sana in corpore sana").

 

Dunque, se lo sport genera violenza e intolleranza, non solo  degenera ma contraddice se stesso e la propria natura. La fratellanza, credo, non è un contorno della sportività, ma la sua sostanza.

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Se si eliminasse lo sport dal mondo, questo sarebbe senz'altro migliore.

Non mi na neanche di pensarci, va.

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Ammetto che ieri sera ho canatato pure io "la mamma di Zidane è una put****", ma dopo un gesto simile... Certo non è educato, ma se il tifo si limitasse a questo, sarebbe oro. Invece dal sito ansa leggo di feriti da petardi, da cocci rotti, bottiglie lanciate, vandalismi contro oggetti e le forze dell'ordine (che cosa centrano poi? ma si sa, certa gente sfrutta ogni pretesto per dargli contro. E ieri sera mi son pure beccato indirettamente gli effetti di un lacrimogeno)

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Ammetto che ieri sera ho canatato pure io "la mamma di Zidane è una put****"

 

io anche .. e pure a squarciagola più volte :eek:

però giusto perché si festeggiava il mondiale. ci mancherebbe dire una cosa del genere all'avversario...

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Se si eliminasse lo sport dal mondo, questo sarebbe senz'altro migliore.

Non mi na neanche di pensarci, va.

 

Ma guarda, non credo proprio.

Io di sport ne ho fatto tanto fin da piccola, e al di là delle beghe competitive e dell'avversario stronzo che capita sempre, lo stare in squadra e dividere certe cose mi ha lasciato tanto. Ma chi non l'ha mai fatto dubito se lo possa immaginare.

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Ottima deduzione: non ho mai fatto sport. :aha:Nè intendo farlo. Forse però eliminarlo dal mondo non è esattamente la soluzione migliore, hai ragione. E' che quando ho scritto quel post, ancora mi giravano un poco. :roll:Il fatto è che la maggior parte delle persone non sono abbastanza intelligenti per tifare: e allora ecco che lanciano oggetti a vanvera, caricano le Forze dell'Ordine (tanto è sempre colpa loro, no?), fanno caciara impedendo alla gente che se ne frega di dormire...Giusto, la colpa non è dello sport; solo della gente stupida... :sbav:

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NorwegianWood

Perfettamente d'accordo. Comprensibile che, a caldo, escano affermazioni "radicali"; l'importante è che poi, a mente lucida, si capisca la complessità del problema :sbav:

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...fanno caciara impedendo alla gente che se ne frega di dormire...

 

Vorrei proporre il mio pensiero, prendendo spunto da una frase di quint (il mio reply non è assolutamente diretto a lui ne tantomeno voglio assumere assolutamente un tono polemico)

 

********************************

capodanno: le persone non hanno forse diritto di dormire? non si ha forse diritto di uscire sul balcone senza aver timore che qualche petardo ci finisca fra i piedi?

processioni: la gente che fa processioni religiose nelle strade non da fastidio a molti? il continuare a sentire litanie mentre si cammina per strada non disturba la tranquillità di alcuni?

musica: chi suona non da fastidio ai vicini di casa? chi suona alle 10 di mattina del fine settimana  non da fastidio a nessuno?

campane: chi abita in linea d'aria con le campane (viva l'intelligenza dei costruttori di case), non viene forse disturbato dal suono di questi strumenti?

sport: le urla quando valentino vince una corsa non danno fastidio? le urla di quando la propria squadra del cuore vince una partita non danno fastidio?

cucina: gli odori/profumi delle varie cucine che finiscono nelle scale non danno fastidio?

animali: i cani, gatti etc che vivono negli appartamenti non danno fastidio quando emettono i loro versi? quando troviamo qualche pelo (o altro) di animale in giro per il palazzo non da forse fastidio?

 

Forse bisognerebbe farsi meno problemi, e cercare di vivere piu' sereni, dire "divertiamoci con decoro e serenità"  è come non dire nulla, l'euforia (umana) dell'uomo (animale) non può essere sempre controllata, abbiamo un cervello, certo, ma in certi attimi della vita non è ne possibile ne semplice controllarsi.

 

A mio parere, se le persone non cominceranno ad essere meno paturniose e punzecchiose, arriveremo a legiferare  su quanto si può urlare in caso di vittoria di una squadra di calcio, su fino a che ora è lecito urlare in casa per la nazionale che ha vinto, su quante birre è lecito comprarsi nell'anno dei mondiali, sulla dimensione massima di un pianoforte in un condominio, su quanto devono essere lunghi i peli di un cane al massimo, su quanti pesci possono stare in un acquario senza che il vicino dica che ce ne sono troppi, e su quant'altro... e non è neanche tanto impossibile che non si possa arrivare a quel punto. Il discorso non è riferito ai mondiali, ma al "quieto vivere" in ogni ambito della vita.

 

Tutto ciò, imho

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capodanno: le persone non hanno forse diritto di dormire?

 

una semplice constatazione...

A parte quelle (poche, pochissime) categorie di persone che il primo lavorano gli altri possono dormire fino a tardi.

La differenza nei mondiali sta che il giorno dopo quasi tutti devono lavorare o dare esami.

 

Semplice constatazione.

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Riassumo quanto ho già detto nel topic sui mondiali in Off Topic.

 

Non sono un tifoso del calcio, ma mi fa piacere la vittoria italiana e non mi disturbano i relativi festeggiamenti, nonostante io sia stato tra quelli che necessitavano di riposo assoluto in vista degli impegni dell'indomani. Mi va benissimo così.

 

Però, quando io, il sette dicembre prossimo, ascolterò la prima della Scala per radio a tutto volume pretenderò dai miei vicini la stessa tolleranza.

 

Perché le mie passioni devono essere considerate meno importanti - ancorché meno popolari - di quelle altrui? Perché il calcio deve essere un valore e la lirica no? Lo siano entrambi e vivremo in un mondo migliore.

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