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cercando di capire...


treminuti

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ciao a tutti,

non so quanti di voi abbiano letto un mio precedente post realtivo alla fine della mia storia perchè lui confuso sull'orientamento sessuale. dopo questa triste storia, triste perchè stiamo soffrendo entrambi anche se ci siamo lasciati, ho iniziato a riflettere un po' su quanto accaduto.

io sono etero e non ho mai avuto dubbi su questo. ho sempre però rispettato gli a ltri, una delle mie migliori amiche è lesbica fidanzata con mia cugina..insomma dico questo per farvi capire che non ho nessun pregiudizio al riguardo.

credo che il modello a noi proposto ( uomo con donna e viceversa) sia frutto di una cultura universalistica che tende a discriminare tutto ciò che si discosta da questo modello considerato assoluto.

mi chiedo però quanto possa pesare l'esperienza personale nel proprio orientamento sessuale....nel senso, una violenza, un passato "brutto" possano avere delle ripercussioni sulla propria sessualità?...e in quel caso quanto è "giusta" quella sessualità?....non so se sono stata chiara.

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Provo a risponderti, se ho capito male dimmelo subito. :)

Io credo che le esperienze brutte, come per esempio la violenza da te citata, possano influire sulla nostra personalità in quanto sono avvenimenti che ci segnano, li ricorderemo sempre come traumi.

 

Non credo, tuttavia, che possano modificare o aver voce in capitolo per quanto riguarda l'orientamento sessuale. Come sappiamo, esso viene determinato dal corredo genetico che abbiamo intrinseco nel nostro DNA, quindi è un'impronta indelebile che ci caratterizzerà per sempre. Non possiamo eludere l'orientamento sessuale innato. Purtroppo molti lo reprimono, ma invano, perché dentro di loro saranno sempre insoddisfatti e "nervosi".

 

Quindi una persona che nasce omosessuale, lo sarà sempre, non sono le esperienze che subisce a fargli cambiare quest'elemento. Queste esperienze lo segneranno, si sentirà a disagio probabilmente, ma il suo orientamento sessuale non dipende certo da queste. Spero d'essermi spiegato. :)

 

:salut:

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Sì, l'orientamento sessuale è genetico. Si nasce o gay, o etero, o bisex. Non c'è nessuna fantomatica scelta che permette di cambiare orientamento sessuale come fosse una caramella. :)

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Io in realtà credo che alla fine siamo tutti bisessuali di base...o comunque che dal mio punto di vista (bisessuale) per stare con qualcuno non è importante il sesso che hai, ma l'intesa sessuale. E soprattutto anche quella emotiva ;D

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E' vero, l'intesa sessuale è importante. Ma un omosessuale, non potrà mai averla con una persona del sesso opposto. Chi è bisessuale, chiaramente, non dà troppa importanza al sesso della persona con cui si lega (a meno che non abbia preferenze in quel momento) e quindi valuta l'intesa sia sessuale che emotiva, ma chi è chiaramente omo o etero, col sesso opposto avrà sempre incongruenze, per lo meno sessualmente. (quanto sesso! :roll: )

Sarò l'unico al mondo, ma io non mi sento per niente bisessuale. :P

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Sì, l'orientamento sessuale è genetico. Si nasce o gay, o etero, o bisex. Non c'è nessuna fantomatica scelta che permette di cambiare orientamento sessuale come fosse una caramella. :)

 

Probabilmente avresti un nobel in tasca se quanto hai detto fosse pure da te provato.

La realtà è che non si sa se sia genetico o meno.

Quello che è sicuro è che, eccetto rarissimi casi (di norma, donne distrutte da rapporti con uomini) l'omosessualità non è una scelta "razionale" o "senziente" o qualunque cosa si voglia.

Potrebbe essere benissimo una scelta che il tuo cervello, chissa come chissa perchè, fa a 3 anni...come potrebbe essere benissimo una cosa genetica.

Il problema (ma è un problema davvero?) è che non si sa.

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Avevo letto qualche tempo fa su Google una notizia nella quale si diceva che era fermamente ritenuto, dalla comunità scientifica, che l'orientamento sessuale fosse stabilito dai geni. Ma probabilmente, allora, ricordo male. :)

 

Genetico o no, resta comunque un qualcosa che ci caratterizza "da dentro", non è una scelta che decidiamo di fare in base alle circostanze a quello che la società impone.

Io non riuscirei mai, per esempio, a farmi piacere le ragazze, neanche volendo! E come me, credo molti.

 

Hai ragione quando, tra parentesi, poni un quesito riguardo al fatto che sia un vero problema o no scoprire da dove nasce l'omosessualità. Non è, effettivamente, un problema, ma forse una notizia certa e provata renderebbe qualcuno meno avverso all'omosessualità (anche se purtroppo i luoghi comuni e le ignoranze non moriranno mai. :D)

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Sono d'accordo, il fatto che l'origine dell'omosessuità sia avvalorata sia da tesi genetiche che da tesi psicologiche (vedi Freud, ad esempio) non è così fondamentale, dal momento che il proprio orientamento sessuale non danneggia nessuno, né viene scelto. Il vero problema contro cui combattere è forse l'ignoranza...

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Cara treminuti,

credo di capire la tua domanda. Moltissimi aspetti della nostra personalità dipendono dalle esperienze fatte, nell'infanzia e dopo, perciò mi sembra legittimo chiederci se anche l'omosessualità sia tra questi. E capisco anche il dubbio sull'omosessualità "giusta": in fondo, se una ragazza etero, in seguito a uno stupro, non volesse più avere rapporti con gli uomini, credo che tutti noi le consiglieremmo di andare da uno psicologo, non diremmo che "è fatta così" e deve solo accettare la sua repulsione verso gli uomini. Allora, se si scoprisse che sono certe esperienze a provocare l'omosessualità (ma non è stato scoperto finora, come ti hanno già detto altri) potrebbe essere legittimo avere lo stesso atteggiamento?

 

Non so dare una risposta netta a questa domanda, ma posso buttare lì qualche considerazione.

Il fatto di essere in un certo modo (che si tratti di essere omosessuale, buongustaio, fumatore o amante della montagna) raramente può essere giudicato positivo o negativo in sé. Anche il fumatore potrebbe dirti che, nel suo sistema di valori, è preferibile morire a cinquant'anni ma godersi il piacere delle sigarette.

Questo per dire che anche la necessità di "curarsi", o cambiare, va misurata secondo la propria concezione di benessere. Di fronte a qualsiasi situazione, si oscilla tra due poli: adattarsi o cercare di cambiare le cose. Da cosa dipende questa scelta?

 

Senz'altro dipende da molti fattori che sarebbe lungo sviscerare, ma sono abbastanza sicura di sapere da che cosa non dipende: da ciò che ha provocato quella situazione. Un cancro in fase avanzata è certamente un evento negativo, ma si può anche decidere che curarsi richiede troppe energie e sofferenze, preferendo godersi il tempo che resta. Sbagliare una retromarcia e sfasciarsi il paraurti contro un palo è una sfiga, ma si può scegliere di non ripararlo, perché in fondo la macchina funziona lo stesso. Avere profonde divergenze con la propria madre è snervante, ma provare a farle cambiare idea potrebbe costare tante energie, e rivelarsi in fondo così inutile, che si preferisce trovare una strategia per adattarsi alla situazione, raggiungendo comunque il benessere.

 

Credo che questo valga anche per l'omosessualità. Mettiamo anche il caso - del tutto ipotetico - che il tuo ex ragazzo sia attratto dagli uomini a causa di un trauma, di un rapporto difficile coi genitori o chissà che altro: il punto non è questo. Chissà quanti altri tratti della sua personalità - compresi quelli che ami - dipendono da motivi del genere.

Il punto è che adesso questa attrazione c'è, è un dato di fatto. E la sfida è riuscire a gestirla nel modo che fa stare meglio.

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Credo che questo valga anche per l'omosessualità. Mettiamo anche il caso - del tutto ipotetico - che il tuo ex ragazzo sia attratto dagli uomini a causa di un trauma, di un rapporto difficile coi genitori o chissà che altro: il punto non è questo. Chissà quanti altri tratti della sua personalità - compresi quelli che ami - dipendono da motivi del genere.

Il punto è che adesso questa attrazione c'è, è un dato di fatto. E la sfida è riuscire a gestirla nel modo che fa stare meglio.

 

 

Quoto in pieno il discorso di Penna e in particolare questo pezzettino, che mi sembra illuminante. E a Treminuti dico: è inutile arrovellarti il cervello alla ricerca diuna spiegazione che possa offrire poi magari una risoluzione alla ''decisione'' del tuo ragazzo. Potrebbero essere tante le motivazioni per cui sta esplorando questo aspetto della sua sessualità, potrebbero essere riconducibili a qualsiasi cosa, ma capirlo non è, forse, il modo in cui sia tu che lui possiate star bene adesso. Le cose a volte vanno solo accettate.

Gli studi sulla sessualità (qualcuno ha citato Freud scavando letteralmente i morti dalla tomba...se ne sono fatti passi avanti!) hanno portato a pensare che essa non sia qualcosa di monolitico ma al contrario, di molto fluido. Un aspetto del comportamento che è riconducibile a un temperamento genetico, agli stimoli ambientali, alle esperienza familiari (e in particolare al legame con le figure di accudimento) ecc ecc. Non esiste una risposta scientifica al quesito ''da dove proviene l'orientamento sessuale'', se è questo che vuoi sapere, ma te l'hanno già detto gli altri. Ci sono anche momenti della vita in cui le contingenze ci portano a sviluppare un determinato comportamento sessuale che prima non avremmo mai immaginato di possedere (le c.d. omosessualità transitorie, o bisessualità, come quelle che nascono in situazioni di claudura, cameratismo ecc.). Un giorno potresti scoprirti anche tu attratta dalle donne, che ne sai? ;)

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mi chiedo però quanto possa pesare l'esperienza personale nel proprio orientamento sessuale....

nel senso, una violenza, un passato "brutto" possano avere delle ripercussioni sulla propria sessualità?...

e in quel caso quanto è "giusta" quella sessualità?....non so se sono stata chiara.

 

Sei stata chiarissima, ma forse non del tutto con te. Il tuo interrogativo è se il tuo ex-ragazzo possa essere

diventato bisessuale in seguito a un trauma o una violenza. Non so se il tuo ragazzo abbia subito una

violenza, nel qual caso il tuo interrogativo avrebbe almeno un certo fondamento, ma se così non è

stai cercando un'ultima possibilità di considerare il suo orientamento sessuale «sbagliato». In questo caso,

quello che tu sperimenti facendo sesso con lui sarebbe la sua «vera verità», e quello che lui fa o vorrebbe fare

con gli uomini una deviazione indotta, quindi in certo senso qualcosa di falso. Al centro di questo interrogativo

c'è lui ma ci sei soprattutto tu, che hai difficoltà ad accettare la sua bisessualità anche, credo, perché ti smentisce.

 

Ma perché? Non sei tu, Marianna o Adele, che è in questione, tu sei e sarai stata desiderata e amata; il

punto è solo che lui desidera anche Giovanni e Danilo. Una donna che sta con un bisessuale non ha l'esclusiva

di genere; ha solo l'esclusiva sul proprio sesso.

 

Moltissimi aspetti della nostra personalità dipendono dalle esperienze fatte, nell'infanzia e dopo,

perciò mi sembra legittimo chiederci se anche l'omosessualità sia tra questi. E capisco anche

il dubbio sull'omosessualità "giusta": in fondo, se una ragazza etero, in seguito a uno stupro,

non volesse più avere rapporti con gli uomini, credo che tutti noi le consiglieremmo di andare

da uno psicologo, non diremmo che "è fatta così" e deve solo accettare la sua repulsione verso

gli uomini. Allora, se si scoprisse che sono certe esperienze a provocare l'omosessualità

(ma non è stato scoperto finora, come ti hanno già detto altri) potrebbe essere legittimo

avere lo stesso atteggiamento?

 

Il tuo paragone è sghembo, Penna. Il tuo tentativo di comprendere e giustificare la solita

vecchia canzone stonata che l'omosessualità è provocata da un trauma si accompagna a un falso

parallelismo. La condizione di trauma della ragazza stuprata sarebbe una situazione momentanea,

di qui il senso stesso di andare dallo psicologo: una donna può avere un temporaneo

rifiuto dei rapporti sessuali, o non averne molta voglia, per molto meno, dopo il parto ad esempio.

In ogni caso, anche se lo stato di costei, violentata, restasse eterno, ciò non modificherebbe

il suo orientamento sessuale: lei rimarrebbe eterosessuale; non è che per il fatto di rifiutare

(momentaneamente o per un lungo o lunghissimo periodo) diventerebbe lesbica.

 

Invece nel caso della presunta omosessualità indotta da traumi è in questione proprio

l'orientamento sessuale in quanto tale. Lo si ipotizza sbagliato, in quanto non

sarebbe quello «autentico», ma sarebbe stato provocato da un trauma. La terapia servirebbe a

cambiare orientamento sessuale, non a ripristinare il normale funzionamento del proprio.

 

Se il trauma non ci fosse stato, pensa chi ragiona così,

quel bisessuale sarebbe un autentico etero, (che sollievo!), e quel gay potrebbe essere almeno

un bisessuale (è già qualcosa!).

 

Genetico o no, resta comunque un qualcosa che ci caratterizza "da dentro", non è una scelta che

decidiamo di fare in base alle circostanze a quello che la società impone.

 

Hai perfettamente ragione, Krypto.

 

 

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In ogni caso, anche se lo stato di costei, violentata, restasse eterno, ciò non modificherebbe

il suo orientamento sessuale: lei rimarrebbe eterosessuale; non è che per il fatto di rifiutare

(momentaneamente o per un lungo o lunghissimo periodo) diventerebbe lesbica.

 

Infatti, caro Isher, se leggi attentamente il mio post vedrai che, nel mio esempio, non supponevo che la ragazza violentata iniziasse a provare attrazione per le donne, ma solo che smettesse di provarne per gli uomini. Sono stata molto attenta a questa distinzione proprio per evitare di sollevare il dibattito sul tema "le violenze fanno diventare lesbiche?", dibattito poco utile se non richiama studi scientifici a riguardo.

Intendevo solo fare l'esempio di un'esperienza che provoca una modifica, di qualsiasi tipo, nel comportamento sessuale. Avrei potuto anche citare, che so, una bambina che viene rimproverata riguardo alla masturbazione, e resta incapace di masturbarsi per tutta la vita.

 

Credo saremo d'accordo sul fatto che esperienze del genere possono esistere (non per forza come singoli episodi determinanti, anche come insieme di fattori che agiscono insieme).

 

Io non so se l'orientamento sessuale possa rientrare tra i comportamenti che possono essere modificati o indotti da esperienze vissute. Ognuno può avere la sua idea e fare ipotesi, ma in assenza di prove scientifiche restiamo nel campo delle opinioni.

 

Il seguito del mio post, comunque, affermava che trovare una risposta a questa questione irrisolta non è fondamentale per ritenere "giusta" o "sbagliata" l'omosessualità di qualcuno, in quanto questa valutazione non dipende dalle presunte cause dell'orientamento sessuale, ma dall'idea di benessere che ha ciascun individuo.

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"Ma perché? Non sei tu, Marianna o Adele, che è in questione, tu sei e sarai stata desiderata e amata; il

punto è solo che lui desidera anche Giovanni e Danilo. Una donna che sta con un bisessuale non ha l'esclusiva

di genere; ha solo l'esclusiva sul proprio sesso."

 

Isher guarda che io ho accettato la sua bisessualità...è lui che non riesce più a gestire il rapporto ora che è consapevole di questo suo aspetto.

La mia domanda trova fondamento da quello che mi ha raccontato della sua infanzia......e sto cercando di dare una spiegarazione perchè so che ci amiamo ancora ma, come mi dice lui, il suo passato gli impedisce di vivere serenamente.

so che ha intenzione di andare da uno psicologo....e sono felice se questo gli servirà a trovare la serenità..........attenzione non sto dicendo che deve cambiare idea, essere etero, e tornare da me.........io gli voglio troppo bene e sarei felicissima se lui riuscisse a trovare una sua dimensione.

quello che non riesco a capire perchè la necessità di tagliare tutti i ponti con me, di non sentirmi, non chiamarmi..........perciò non riesco a darmi pace!

 

"Il seguito del mio post, comunque, affermava che trovare una risposta a questa questione irrisolta non è fondamentale per ritenere "giusta" o "sbagliata" l'omosessualità di qualcuno, in quanto questa valutazione non dipende dalle presunte cause dell'orientamento sessuale, ma dall'idea di benessere che ha ciascun individuo"................lavorerò su questo!

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