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Quali reazioni al CO?


penna

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La prima volta con quella che è la mia migliore amica, con la quale sono nato circa lo stesso giorno e siamo cresciuti insieme.

mi ero appena lasciato da un ragazzo.. le suono alla porta a mezzanotte, tremavo e sudavo.. ero evidentemente nervoso. Lei come mi vede così: "Ok faccio una caraffa di camomilla.."

Glielo dissi di getto, lei disse subito "nessun problema!". Ma restava comunque distaccata.. e abbiamo parlato fino alle sei del mattino.

Quando arrivai a casa mi mandò un sms dicendomi che dopo lo smarrimento iniziale non le cambiava nulla.. che era contentissima che io mi fossi confidato con lei e la considerassi un'amica importante. E mi ha invitato per una pizza la sera dopo. :)

Il nostro rapporto si è decisamente rafforzato anche se ci vediamo poco visto che studiamo in città diverse.. ma entrambi sappiamo che uno c'è per l'altra e viceversa :)

 

Poi è stata la volta dei miei genitori.. il 15 giugno 2008.. è stato un coming out forzato dopo varie battutine acide di mio padre. Essendo una famiglia cattolicissima non approvavano il fatto che uscissi spesso.. e tantomeno cominciassi a dormire fuori (era la 4 o 5 volta che dormivo fuori da un ragazzo). Al ché una mattina mi elenca i suoi punti: 1) non devi drogarti 2) non devi bere 3) altre cose che non ricordo.. fino all'ultimo punto: non devi frequentare i finocchi sennò lo diventi pure tu!

In quel momento mi sono fatto coraggio e glielo dissi.. mi sentivo deluso e offeso.. e da lì sono partiti gli insulti da parte sua che confermavano la sua mentalità chiusa ("Non pensavo di aver fatto una femmina"). Poi dopo è stata la volta di mia madre che aveva assistito alla nostra sfuriata senza capire: lei è sempre stata una debole, succube di mio padre... ha piagnucolato e ha detto che mi voleva bene lo stesso.

I giorni successivi sono stati veramente duri.. domande antipatiche ("Se non sei mai stato con una donna come fai a dire che ti piacciono i maschi?", "Alla tv ho sentito che può essere genetica.. ma allora si può curare??", "Perché non l'hai detto prima? Se lo dicevi ti dicevo subito che era sbagliato e contronatura e forse non ti indirizzavi nella strada sbagliata" ecc ecc).

 

Fuggii da una zia a Perugia che mi aveva "allevato" quando ero piccolino.. le dissi tutto senza pensarci.. anche perché ero arrivato all'improvviso.. Smarrimento iniziale da parte sua "Ma davvero?? Sei sicuro?? Perché non si vede..". per poi tranquillizzarsi e addirittura difendermi quando mio padre cercava di parlare con me al telefono.

 

Con mio padre sono arrivato a non parlarci più per 8 mesi.. ma piano piano il rapporto è tornato alla normalità.. anche se tutt'ora mi sento ancora tradito.. ho vissuto la cosa come una violenza psicologica.. per cui sono sempre riservato e non dico quasi nulla di me e del mio ragazzo.

 

Altre esperienze sono state con amici dell'università.. una ragazza che aveva preso una cotta per me che si è poi messa pure a piangere XD comunque esperienze positive.. della serie:

-Paolo ti devo dire una cosa...

Lui a mò di sfottò -Che sei gay?

-Mavaffancul..

-Davvero?? guarda che scherzavo...

-Si sono gay!

-E alloraaaa! Che problemi ti fai??

 

Altre volte invece con amici di amici (di Paolo per esempio) che non ci credevano.. mi dicevano.. "prova a baciare Andrea".. senza sapere che era il mio ragazzo.. e io tranquillamente lo slinguazzavo davanti le loro facce sorprese XD

..Minchia che reazione i tuoi...io non sarei sopravvissuto, devi essere molto forte!
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Beh ho avuto qualche tracollo emotivo.. però prima o poi ti devi per forza rialzare e andare avanti ;)

 

Diciamo che questa situazione mi ha aiutato molto a rafforzare il carattere timido e debole che avevo prima.. non che ora non sia più timido.

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Credo che il mio peggiore coming out è stato con mia madre, che ha borbottato qualcosa come "Tutti siamo stati bisex da adolescenti, tranquilla, poi passa" xDDD

 

Il coming out più bello è stato con la ragazza che mi piaceva all'epoca, mi ha detto qualcosa come "non mi importa se sei bisex o qualunque altra cosa, sarai sempre la mia migliore amica" o giù di lì. :wub:

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  • 2 weeks later...

Dunque, vediamo...vi parlerò di due miei CO.

Il primo, più recente, fu con la mia coinquilina, con cui mi conosco dal primo anno di superiori. Le dissi di avere una relazione con Luce (nome inventato, ma che rispecchia cosa è lei per me) che andava avanti da dicembre 2010...e lei fu contentissima, mi disse che l'importante era la mia felicità, che potevo contare su di lei e sul nostro gruppetto storico di amiche per qualsiasi forma di sostegno. Le risposi commossa che al momento giusto ne avrei parlato con le uniche due amiche del gruppo che ancora non sapevano, e mi disse anche: "Guarda, quando tu lo vorrai dire ai tuoi, se ne hai voglia, verremo tutte con te e ti sosterremo!!!".

 

L'altro CO di cui voglio parlarvi avvenne quest'estate, a luglio. Con mio zio, fratello minore di mia madre.

Io e la mia ragazza eravamo in vacanza in Salento, e nel weekend ci raggiunsero mio zio (che non sapeva nulla), la sua ragazza e un nostro amico (mia "zia" e l'amico lo sapevano già, dal momento che sono parte della nostra comitiva). Dopo una giornata di mare, ero con mio zio a fumare nel cortile della casetta, e mi feci seria.

"Ozio..." (ebbene sì, lo chiamo Ozio, zio dei vizi! ^_^ )

"Dimmi, tesoro"

"Senti...non so se hai mai capito qualcosa, però...io e Luce stiamo insieme..."

"..."

"Stiamo insieme da dicembre scorso..."

"Siete felici?"

"Sì."

"Questo è l'importante. Avevo capito qualcosina, ma insomma non ho mai indagato oltre..."

"Beh, sì, volevo dirtelo io di persona."

"Sono contento di questo. Sono contento per voi. Per qualsiasi cosa, sai che ci sono!"

Tenero il mio ozio!!! ...insomma, da quella volta, quando capita l'occasione andiamo a mangiare insieme io, lui, la mia ragazza e la sua ragazza. Insieme. E non mi sento di esagerare se dico che queste uscite mi danno la sensazione di "famiglia".

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  • 1 month later...

Volevo fare qui una domanda perché mi pareva il posto giusto... Ho visto che qui sul forum sono tanti/e ad avere un/a ragazzo/a... Volevo chiedervi: quanto il vostro CO ha influito sulle vostre relazioni? Non intendo gli amici, bensì dopo aver fatto CO, avete avuto più relazioni, avete trovato più ragazzi/e gay/lesbiche?

In ogni caso io ho fatto solo due CO, ma del primo mi sono un po' pentito poiché il mio amico aveva intuito qualcosa ed é stato molto carino per aiutarmi a dirgli che ero gay... Io mi bloccavo e nn riuscivo a parlargli, così mi ha fatto fare un gioco a domande che di solito fa con una sua amica... Abbiamo iniziato a scrivere sui banchi e arrivati alla domanda "C'entra una ragazza?" Io ho cerchiato le parole "una" e "ragazza"... Lui ha cancellato le parole e ci ha scritto "uno" e "ragazzo" e io ho fatto cenno con la testa... Sono seguite varie domande e il classico "Ma magari sei ancora troppo giovane, dovresti provare prima, preferisci un ragazzo o ti dobbiamo trovare una bella f**a?" Io ci sono rimasto... Poi per una settimana sono stato male e ho capito che non era stata la persona giusta... Lui ora tenta di riconvertirmi ad etero o mi tratta come se lo fossi e se per lui divento "troppo gay" mi dà degli sberloni in testa... Quindi ho lasciato un po' perdere... Con la mia migliore amica invece é stato molto meglio, forse un po' brusco (le ho linkato su fb il profilo del tipo che mi piaceva)... Ha detto che non se lo aspettava e che era un po' sconvolta, ma ora sono felice perché lei sa che sono gay e lo accetta, inoltre così riusciamo a parlare di tutte le nostre cose, alcune delle quali non avrei mai pensato di dire a qualcuno...

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CO? Uhm, beh. Allora, coi miei amici è sempre filato tutto liscio come l'olio, a qualcuno l'ho detto in condizioni mentali più o meno stabili, ad altri con frasi tipo "Ma a te cambierebbe qualcosa se fossi gay?" - "No" - "Ah ok, perchè sono gay!", e cose così. Nonostante inizialmente io abbia tentato di mantenere ristretta la cerchia di amici "che sapevano", ogni tanto mi trovo a parlare con gente che conosco a malapena che mi chiede se sia vero che sono gay, ma finchè qualcuno non mi dà problemi, per me va tutto bene.

 

Coi miei è una storia un po' più lunga e complessa...

E' successo quest'estate, a luglio. Per 3 settimane ero stato in Australia, da solo, ospite in una famiglia. Beh, quando sono tornato a casa, mi sono portato assieme a me un piercing piantato nell'orecchio. I miei sono notoriamente super contrari a questo genere di cose, ma non ero preoccupato più di troppo della loro reazione. Sarà stato il piercing o sarà stato qualcos'altro, fattostà che come metto piede in casa mio padre mi inchioda al muro e mi dice "Tu sei gay.".

Non saprei proprio come spiegare la situazione... Sul momento io ci rimasi abbastanza male, non sapevo cosa rispondere nè come difendermi, poi mi salì la rabbia, perchè avevo capito che lo avevano scoperto con qualche mezzuccio losco durante il mio periodo di assenza.

Tralasciando una marea di particolari, dopo i primi 3-4 mesi di "assestamento", ora va tutto bene.

Con mia madre ne parlo abbastanza tranquillamente, e mi lascia uscire senza problemi anche per andare dal mio ragazzo, che finalmente ha conosciuto.

Con mio padre evitiamo l'argomento, credo che dopo quella volta non ne abbiamo più parlato... D'altronde in quei giorni eravamo pure arrivati alle mani...

Con i miei fratelli e gli altri parenti che lo sanno zero problemi, va tutto bene :)

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  • 1 month later...

ao fatto CO all'età di 30 anni. In realtà non sapevo come farlo e non trovavo le occasioni per poter "lanciare la pietra". alla fine ho optato nel lasciare in giro per la casa libri a tema, non volgari, ovviamente, ma palesemente gay. Con molta probabilità lei ne discusse con mio fratello, tant'è che un giorno, mentre leggevo, finse di essere incuriosito da ciò che stavo leggendo, avvicinandosi, lesse il titolo... "Ragazzi amano ragazzi". Probabilmente lo conoscerete. Magari voleva vedere come avrei reagito, io feci finta di nulla, lasciandolo nella sua curiosità ma quando uscì dalla cucina e rimasi da solo con mia madre che preparava da mangiare, mi chiese se stessi leggendo quei libri come libri qualunque, per il piacere della lettura o se...

Costretto ad affrontare l'argomento le chiesi se fosse stato un problema se ero ciò che stava alludendo. Mi rifece la domanda, e io le risposi allo stesso modo. Volevo una risposta per sapere se e in che modo discuterne. Era anche l'anno in cui io stesso ne presi piena consapevolezza, benche da sempre attratto dal mio stesso sesso, non ero ancora riuscito a superare il "trauma" e sapevo che affrontare la questione con i miei genitori di antiche vedute non era un'impresa facile. A quel punto mi chiese in che modo lo avrei detto a mio padre. Nudo e crudo ma senza avere alternative le risposi che tutto dipendeva da lui.... o lo accetta, o la famiglia di disfa. Era dall'età di 16 anni che non vivevo più con loro, per scelta personale, decisi di lasciare la sardegna per andare a lavorare al nord, ovviamente con il loro consenso sapendo di potermi affidare a parenti. Per questo motivo dissi che la famiglia poteva disfarsi, perchè comunque fossero andate le cose avrei continuato la mia vita. Che altro dovevo fare?

Mi misi daccordo con lei scegliendo un giorno in cui sarei rimasto fuori casa tutto il giorno, andando al mare in modo tale da poterla lasciare sola con mio padre, potergliene parlare e vedere cosa lui avrebbe detto. La risposta? Che la cosa migliore che potevo fare e parlarne con un medico. Certo, perchè a 30 anni avevo bisogno di sentirmi dire cosa dovevo fare della mia sessualità. Vabbeh.

Mio padre non ebbe comunque il coraggio di chiedermi nulla, fece finta di nulla per i miei restanti 15 gg di vacanza. Non so, forse aspettava che fossi io a fare il primo passo, ma con mio padre non è mai esistito un dialogo sereno, dei consigli, insomma, un rapporto puramente paterno privo si momenti intimi. Sono cresciuto arrangiandomi e tirandomi su le maniche.

Solo la sera prima della partenza ha cominciato ad aggredirmi insultandomi (evito di raccontare con quali parole si era espresso). La mia reazione è stata identica, nel senso che stavo per finire di caricare la macchina e sarei partito immediatamente. La cosa che più mi ha fatto soffrire è stato il fatto di dover dire a mia madre che quella era l'ultima volta che ci saremmo visti. Inutile dire che è scoppiata a piangere a tal punto che quasi ho creduto di dover chiamare l'ambulanza. Non respirava più, stava quasi soffocando, mentre mio padre, incutrante, si preoccupava solo di dirle che non valeva la pena piangere per un elemento come me. Vabbeh, mi fermo qui perchè solo a ricordarlo mi fa male. Due mesi dopo un mio cugino si tolse la vita appendendosi ad una corda (per motivi che non si sanno) e in quell'occasione mio padre cerco di assicurarsi che non facessi lo stesso gesto dicendomi di "cerca di vivere al meglio". La famiglia è rimasta integra, ma non posso dire che abbia accettato la mia sessualità, direi piuttosto che ha scelto di lasciarmi vivere senza intromettersi nella la mia vita.

Non se ne parla, qualche volta con mia madre, sanno che ho un compagno ma non osano chiedere nulla.

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