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Lavoro e sfruttamento


Divine

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Per carità, queste sono solo le mie esperienze, ma si può dire che il problema tutto italiano è sempre la solita filosofia del SE POSSO TI FOTTO, molto in voga anche fra i datori di lavoro italiani all'estero, mi hanno detto, è proprio un marchio di fabbrica.

 

Quanto è tristemente vero. Tempo fa vidi un documentario americano proprio sul modo di lavorare molto "pulito" degli italiani.

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Fred la scorsa estate mi sa tanto che siamo stati colleghi :aha: quoto in toto tutto quello che hai detto sulla tua esperienza in libreria. A me la cosa che faceva più arrabbiare era che non avevamo (io e i miei colleghi) contratto, eravamo tutti dei collaboratori occasionali, un bel modo per fregarci suppongo.

In pratica da un giorno all'altro potevano dirti "domani non venire" Bah :gha: è impossibile lavorare serenamente così!

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E' naturale che chi sta in alto cerca di sfruttare nel "miglior" modo possibile le proprie risorse...

 

 

Siamo un po' come un campo di ortaggi(non gli ortaggi in se, il campo proprio). Veniamo riempiti di fertilizzanti (non fatemi essere volgare) e strizzati al massimo per poter produrre sempre di più, al minor costo possibile

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certo, come collaboratore occasionale non ti versano i contributi e ti pagano una miseria. Ci sono capitata pure io ma ora non voglio permettere più a nessuno di sfruttarmi. Sto incazzata nera.

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Non è una gran consolazione ma non è un problema solo italiano.

In realtà credo siano più gli stati in cui sono messi come noi o peggio che quelli in cui sono messi meglio.

 

E anche gli americani (che fanno i documentari su di noi) da questo punto di vista non credo se la passino così bene.

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Un tempo potevo dire, "mah tutto sommato c'è qualcuno che sta peggio di noi" ma con la disoccupazione giovanile al 30% che è la più alta d'Europa... sinceramente mi comincia a venire qualche dubbio....

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Si, ma l'Europa è una piccola parte del mondo.

Questo non vuol dire che debba andarci tutto bene e che dobbiamo lasciarci scivolare tutto addosso. Ma chi sta peggio di noi c'è eccome. Purtroppo.

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gli immigrati stanno peggio di noi perchè loro sono veramente super super sfruttati.

Però riflettiamo su una cosa: gli immigrati partono dal loro paese di origine per fare volontariamente un periodo di sacrificio (sfruttamento che purtroppo spesso è disumano) qui, al fine di riportare, entro qualche anno, del denaro che qui non conta niente ma che da loro conta eccome.

 

noi invece siamo sfruttati a vita. sono due situazioni diverse.

 

ora non voglio creare polemiche ma... chi è il più furbo??

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No ma io non parlavo di immigrati. Non so se hai preso spunto da quello che scrivevo io. Parlavo di persone che lavorano nel proprio paese a condizioni peggiori di quelle di un italiano in Italia.

Poi devo dire che su argomento immigrati siamo un po' una tristezza. Nel senso che molti immigrati da noi manco ci vogliono venire (siamo semplicemente ciò che li divide dalla Francia o dalla Germania).

 

In Europa ci sono di sicuro paesi messi molto meglio di noi. Per questo io sono la prima a consigliare a chiunque di andarsene dall'Italia.

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Molti immigrati africani che ho conosciuto neanche ci vogliono vivere in Italia (e chi li biasima), vengono solo per raccimolare il denaro necessario da inviare alle loro famiglie per poi tornare usufruendo di una pensione che nel loro paese li fa vivere da veri signori.

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infatti c'è da dire questo: che la condizione nostra è una condizione in cui proprio viviamo. La loro è una condizione diversa, lo fanno volontariamente per stare meglio un domani nei loro paesi. Almeno per la stragrande maggior parte dei casi è così, togliendo poi chi fugge da guerre, carestie ecc., e chi qui ci vuole proprio vivere. Ho un amico del Senegal che stava da dio in Senegal e è venuto qui a lavorare in nero e a prendere una miseria. uno dice "ma chi te lo fa fare?" Glielo fa fare di stare meglio dopo.

 

Madoka avevo captato che tu non ti riferivi agli immigrati ma a me la tua frase ha fatto venire in mente gli immigrati e ho scritto di loro...

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il problema tutto italiano è sempre la solita filosofia del SE POSSO TI FOTTO, molto in voga anche fra i datori di lavoro italiani all'estero, mi hanno detto, è proprio un marchio di fabbrica. E' un problema culturale, non c'è niente da fare

è vero, questo rappresenta abbastanza bene una certa cultura nel mondo del lavoro italiano, e non solo.

Da giovane vengo sfruttato e da "vecchio" sfrutterò io i giovani che lavoreranno per me. è un circolo vizioso difficile da spezzare, perchè quando uno viene sfruttato, se e quando ne avrà l'opportunità farà altrettanto con gli altri... tra l'altro ho notato che più i datori di lavoro sono ricchi, più sono tirchi e stronzi...

 

In università non è diverso: pochi baroni over 60 che non mollano e bisogna mandarli in pensione a calci a 72 anni, prendono stipendi molto alti senza fare uno straccio di pubblicazione per anni e sfrutano sistematicamente dottorandi e ricercatori precari, che si accollano tutto il lavoro e sono pagati molto poco, in attesa che l'ordinario di turno gli faccia passare un concorso...

 

Chi è stato all'estero (io no purtroppo) soprattutto nei paesi nordici, quando torna in Italia nota la differenza, negativa per noi...

 

Prima di entrare, anche se da precario, nel pubblico impiego, anch'io consideravo la libera professione come la miglior prospettiva, e anche adesso la tengo presente come opzione, anche se bisogna farsi un mazzo tanto per fare da soli...

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Ma al giorno d'oggi non è nemmeno facile fare il libero professionista. Io ho diversi amici che hanno piccoli negozi. Ora guadagnano giusto quello che gli serve per sopravvivere. Arrivano a fine mese che fra entrate ed uscite gli rimangono pochi spicci da parte. Per mangiare. E mi dicono che solo 4 anni fa le loro entrare erano più del doppio di quelle di ora, mentre i costi rimangono.

 

Dipende da professione a professione, ma prima di lanciarmi in certe imprese io ci penserei. Soprattutto bisogna cercare di capire in quale settore c'è mercato.

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e allora oggi come si fa a vivere?

Spesso si sente dire "bè, sempre meglio di niente".

Sì, col cazzo, sempre meglio di niente ma alla lunga chi si "accontenta" sempre accumula una rabbia e una frustrazione indescrivibili.

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le cose in italia non cambieranno. se mai lo faranno, ci metterà almeno una decina d'anni, e sarete tutti troppo vecchi (lavorativamente parlando) per giovarne. go to ---> resto dell'unione europea.

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  • 1 month later...

Disoccupazione giovanile al 30%? Io non so come vengano fatte queste statistiche, forse essendo su un campione italiano mi viene da pensare che al nord ci sia molto più lavoro, ma di tutte le persone giovani che conosco qui a Roma di disoccupati saranno il 90% se non di più, altro che 30%.

Io ho anche lavorato come una schiava, sotto il sole camminando a piedi per tutta Roma e provincia, per 500 euro al mese. E alla fine? Alla fine non mi hanno pagato, perché il lavoro chissà perché improvvisamente era diventato a provvigione e io avevo venduto poco. Ho buttato nel cesso la mia estate senza vedere una lira. E anche adesso curriculum, telefonate, giornali e ancora non trovo uno schifo di lavoro, nemmeno sottopagato.

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I datori di lavoro sono diventati i nuovi sciacalli: approfittano della crisi economica per chiederti il massimo dandoti il minimo! Io, purtroppo, ho sempre lavorato nei call center perché nessun altro mi dava la possibilità di lavorare! Lo stipendio più alto? 300 euro al mese per lavorare 4 ore al giorno dal lunedì al sabato! Ormai ho abbandonato l'idea di trovare un lavoro stabile e ben pagato o addirittura di trovare il lavoro dei miei sogni. Viviamo in un Paese che non ti da più la possibilità di coltivare i tuoi sogni ma solo di prenderti ciò che viene, e non viene mai nulla di buono!

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  • 3 months later...

Sento spesso dire che la disoccupazione giovanile è del 30%, stando così le cose io dovrei avere il 70% di possibilità di essere tra le persone che trovano lavoro.

Invece vedo che di tutti i miei amici coetanei, siamo tutti disoccupati.

E chi non lo è, lavora a nero per una miseria.

Ci sono menti in cui mi deprimo veramente tanto, tra la bella presenza, l'esperienza, tutte le richieste assurde, il fatto che si viene pagati una miseria e ci manca poco che i capi vogliano pure essere ringraziati, non so più raccapezzarmi... e il terrore di finire a vivere sotto un ponte impedisce anche solo di vivere serenamente e cercare lavoro come si deve.

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Un tempo potevo dire, "mah tutto sommato c'è qualcuno che sta peggio di noi" ma con la disoccupazione giovanile al 30% che è la più alta d'Europa... sinceramente mi comincia a venire qualche dubbio....

 

pure a me. araas vorrei consolarti ed incoragiarti ma purtroppo sto nella tua stessa situazione.

a volte mi viene in mente di aprire un'attività ma è rischioso. tuttavia le donne fino a 35 anni sono agevolate dai finanziamenti statali.

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