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I gay e i locali


Guest Petit.Prince

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Guest Petit.Prince

Salve! Chiarisco subito che sono cinque anni che frequento il territorio dell'omosessualità da attivista, ovvero intrecciando rapporti, confrontandomi. A 16 anni ho avuto il mio primo appuntamento e le prime frequentazioni che spesso camminavano parallelamente sui binari dell'amicizia e dell'attrazione. Penso che all'inizio sia normale la fase di sperimentazione, quando più che mirare ad un ragazzo specifico, ci tuffiamo in una dimensione senza obiettivi precisi, con il solo gusto di testarci, col rischio di fare del male a noi e a chi ci segue nel nostro percorso enigmatico. Ad un tratto, comincia a delinearsi l'ipotesi "discoteca". I primi contatti avvengono solitamente in chat, anche se non posso generalizzare; di esperienze ce ne sono molte e sono parecchi coloro che fin da subito prendono le distanze dal web, per ovvi sospetti, inibizioni, titubanze e per una semplice vocazione alla realtà. La nostra generazione, quando attraversava l'infanzia, non conosceva molto il pc, o almeno lo conosceva prima dell'epoca dei social network, che l'ha rivoluzionato e rimesso in discussione. Molti si appellano a questa opportunità, così come feci io, perché per un gay la timidezza, specie alle prime esperienze, è una componente diffusa. C'è qualcosa che si sa e di cui spesso non si parla. E si comincia a confidarsi con gli sconosciuti, piuttosto che con persone che hanno già visitato il nostro percorso. Forse perché gli sconosciuti hanno per noi più probabilità di rivelarsi solidali, di aver passato qualcosa di simile, e perché sicuramente un luogo come quello della chat stabilisce dei presupposti di base in virtù dei quali, chi si trova sulla stessa piattaforma e chi perviene allo stesso approdo, è sicuramente chi qualche esigenza personale la condivide col prossimo. Quindi si comincia dalla prima finestra di conversazione, a fluttuare in modo incerto sui canali prima da visitatori occasionali, poi da protagonisti. I primi appuntamenti si combinano al buio, senza grandi certezze e con alti rischi, specie quando si è piccoli. La vocazione è quella della scoperta, ma anche quella della prefigurazione di un rapporto, è questa è una tematica che meriterebbe un altro settore. Come esplode la vena del locale? Non esplode in tutti, ma il locale gay è un ambiente in cui si riversa una comunità grande, benché spesso fatta da volti abituali. In un locale gay dobbiamo necessariamente abbandonare il sentiero prestabilito della conoscenza virtuale. E' il momento in cui ci mettiamo alla prova. E lo facciamo in un luogo deputato spesso alle relazioni umane, in cui molti si recano non soltanto per condividere una notte di musica con le amiche, ma anche per catapultarsi nella legge imperscrutabile del caso. La discoteca è di per sé un posto di smarrimento dove si ha la presunzione di essere indirizzati grazie all'anima solidale che ci abbia riconosciuti. Ma è un luogo dove ciò avviene in base ad un contesto un po' forzato, fitto di solitudini, dove la festa seppellisce i grandi silenzi. La discoteca è in posto migliore per occultare i disagi. La luce soffusa non illumina i nostri volti, la musica non veicola la nostra voce. Proprio forse perché è un luogo dove le probabilità di essere scoperti nella nostra intimità è scarsa, amiamo andarci. Se non incontriamo nessuno, avremo passato una serata nell'ottica del divertimento e dell'euforia, svolgendo il nostro compito facile in modo impeccabile, e se incontriamo qualcuno, abbiamo conquistato un'opportunità preziosa. C'è chi dice che ciò che nasce in discoteca, muore in discoteca. Pensate sia vero? O la consapevolezza silenziosa e condivisa di recarsi lì con un vuoto da colmare, dovrebbe alimentare propositi più intenzionati, rispetto allo svago che fuoriesce dai pessimi servizi che mettono a disposizione? Luogo di sesso, o luogo dove superarlo, nonostante la tentazione? Forse proprio perché all'apparenza sono locali che predispongono il piacere, amiamo contravvenire alla regola convenzionale e osare di pretendere qualcosa in più? Il gay village, aperto da pochissimo, lo apprezzo perché cambia il format, offrendo l'ambiente della pizzeria, del ristorante, della proiezione cinematografica, del giardino con sottofondo di musica: tutte realtà che andrebbero ricreate, nel caso più auspicabile, anche fuori da quei cancelli. Io ho cominciato ad entrare nelle discoteche a 18 anni, e da allora le frequento in modo intermittente, che varia a seconda del periodo. Nella fase in cui ero fidanzato, non le ho più visitate, finché il mio ragazzo non me lo propose, come anteprima della nostra rottura. E' un luogo per cominciare, ma anche per distruggere. Ma quali sono le alternative? Forse sono io stesso poco informato dei servizi che questa comunità mette al nostro cospetto. Ambienti di ricreazione, di scambi culturali, di confronto. A questo proposito cito una poesia di Baudelaire, Une passante, in cui il poeta ricreava un mondo attraverso l'incrocio di sguardi che aveva intrattenuto con questa donna maestosa e vestita a lutto, incontrata per le strade di Parigi. O toi, que j'eusse aimée, o toi, qui le savais! Tu, che avrei amato, tu, che lo sapevi. Lo scambio silenzioso di due mondi posti a contatto ravvicinato. Quante volte vorremmo che ciò accadesse? Due persone che contrattano la loro solitudine, che si leggono profondamente pur nell'estraneità. Il riconoscersi. Che è anche un conoscersi. Ciò può ancora avvenire? Al di fuori della discoteca, abbiamo alta probabilità di conoscere qualcuno che non abbia scelto la dimensione del divertimento notturno, per cercare ciò di cui aveva bisogno. Ma cosa manca per realizzare? Cosa manca per esorcizzare l'invisibilità? La società crea sempre dei luoghi che favoriscano i rapporti umani, ma nel nostro caso, la discoteca non è forse un po' troppo riduttiva? Per eludere l'esperienza di Baudelaire, che perse per sempre quella donna di cui si era momentaneamente innamorato, la società è piena di luoghi per agevolare il dialogo. Ma un gay quanto può pretendere per sé questo assetto? Il sapere che tu sai, come si converte nella confessione, che confermi o smentisca? Ho molti interrogativi a riguardo, la considero una discussione ancora irrisolta, almeno dentro me. Avanti i vostri pareri a riguardo! :)

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Le persone splendide si possono incontrare ovunque.

Stesso discorso vale per le persone omosessuali splendide.

E' chiaro che, come dici te, all'inizio si tenda a focalizzarsi su un solo tipo di "mercato" e i motivi li hai perfettamente elencati.

Fossilizzarsi su di essi pero'è una scelta audace e totalmente soggettiva.

Personalmente ritengo che molte volte sia dettata dalla voglia di facilità e dalla propria insicurezza.

L'una tantum pero' ci sta, e in questo l'orientamento sessuale non c'entra nulla,più avanti si va, più gli interessi maturanoma guardarsi indietro a volte puo' far bene.

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1 C'è chi dice che ciò che nasce in discoteca, muore in discoteca. Pensate sia vero?

 

No, a me un amore nato in discoteca

dopo un anno è finito in un parcheggio.

E un altro dopo otto mesi è finito in vacanza al mare.

O la consapevolezza silenziosa e condivisa di recarsi lì con un vuoto da colmare, dovrebbe alimentare propositi più intenzionati, rispetto allo svago che fuoriesce dai pessimi servizi che mettono a disposizione?

 

Non tutti quelli che frequentano discoteche sono "anime in pena"

E non c'è alcun motivo per il quale sia sbagliato ricercare solo lo svago

o trovare l'amore mentre si cerca solo lo svago.

Se invece vai a cercarci l'amore e ci trovi lo svago;

allora tornerai a casa depresso.

 

Luogo di sesso, o luogo dove superarlo, nonostante la tentazione?

 

"Superare il sesso"? Cosa vorrebbe dire? Significa "trovarsi un fidanzato"?

A me non non tutti i locali sembrano "luoghi di sesso";

c'è una bella differenza tra un bar e una sauna gay...

 

Forse proprio perché all'apparenza sono locali che predispongono il piacere, amiamo contravvenire alla regola convenzionale e osare di pretendere qualcosa in più?

 

Non ho capito.

Intendi dire che proprio perché si va in sauna in cerca di sesso

allora vogliamo essere "trasgressivi" e cercarci un amico?

 

Ma quali sono le alternative?

 

Le alternative per conoscere altri omosessuali

sono appunto le chat, i cineforum, i gruppi politici,

i siti per incontri, le librerie gay, gli amici di amici.

Io preferisco rimorchiare nei locali o nei siti per incontri

e andare nei gruppi politici per fare politica

e scrivere nei forum per discutere.

Non mi piacciono molto le persone che

- per cercare alternative alle chat e hai locali -

girano per i forum o per i gruppi politici

solo allo scopo di "conoscere qualcuno"

(per poi sparire non appena si sono fidanzati).

 

A questo proposito cito una poesia di Baudelaire, Une passante, in cui il poeta ricreava un mondo attraverso l'incrocio di sguardi che aveva intrattenuto con questa donna maestosa e vestita a lutto, incontrata per le strade di Parigi. O toi, que j'eusse aimée, o toi, qui le savais! Tu, che avrei amato, tu, che lo sapevi. Lo scambio silenzioso di due mondi posti a contatto ravvicinato. Quante volte vorremmo che ciò accadesse?

 

Se vuoi rimorchiare al supermercato,

ti consiglio di andare a vivere

in uno dei grandi quartieri gay d'Europa.

:)

Due persone che contrattano la loro solitudine, che si leggono profondamente pur nell'estraneità. Il riconoscersi. Che è anche un conoscersi. Ciò può ancora avvenire? Al di fuori della discoteca, abbiamo alta probabilità di conoscere qualcuno che non abbia scelto la dimensione del divertimento notturno, per cercare ciò di cui aveva bisogno. Ma cosa manca per realizzare? Cosa manca per esorcizzare l'invisibilità?

 

L'alternativa al ghetto è quella della riconoscibilità.

Cioé fare di tutto per "sembrare gay"

e sforzarsi a riconoscere anche i più piccoli segnali.

Credo basti una maglietta di un concerto di Lady Gaga

e potrai essere riconosciuto anche mentre giochi a biliardo.

La società crea sempre dei luoghi che favoriscano i rapporti umani, ma nel nostro caso, la discoteca non è forse un po' troppo riduttiva?

 

A quali "luoghi che favoriscono gli incontri umani per etero" ti riferisci?

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Silverselfer

Vorrei quotare Almadel, ma siccome mi ha dato già della "sfranta", lo evito.ass.gif

 

E' una sorta di tormentone questo che leggo qua e là: nei locali gay solo sessosenzaamore. Mi sa che devo decidermi ad andarciuhsi.gif

 

Io non ci sono mai stato, discoteche, librerie gay (non sapevo manco ci fossero), saune meno che mai, le discoteche idem. Eppure non ho mai avuto difficoltà a trovare storie. Cioè, è davvero fondamentale, irrinunciabile, indispensabile dover passare per questi crocevia della perdizione?

 

Oppure si cerca una scorciatoia e si pretende troppo da un luogo che di per sé è un contenitore. A leggere di quanti se ne lamentano, ci dovrebbe essere un tot di probabilità d'incontrarsi per due mesti e grigi romantici in cerca di patemi d'amore vestiti da dandy. Oppure si potrebbe iniziare a frequentare i funerali dei gay rolleyes.gif

 

Stupidate a parte, mi piacerebbe sapere com'è che funzionerebbe un rituale di corteggiamento gay romantico ....

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Stupidate a parte, mi piacerebbe sapere com'è che funzionerebbe un rituale di corteggiamento gay romantico ....

 

Il maschio di Homo Gaius Sapiens Sapiens prepara appositamente un nido di rametti. Questo viene posto su di un albero sotto al quale sfila il Gay Pride, per aumentare le chance di accoppiamento. Dopodiché, emettendo il caratteristico richiamo, Peacock di Katy Perry, apre la sua coda colorata esponendo al mondo la sua enorme ed inutile livrea e attende un altro esemplare di passaggio.

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Guest Petit.Prince

Rispondo ad Almadel; purtroppo essendomi iscritto da poco non riesco a usare le funzionalità della chat a dovere, con la multicitazione per rispondere ai vari punti. Mi ha fatto piacere la tua scansione dettagliata ai miei interrogativi. In ogni caso volevo chiarire qualche zona d'ombra che forse ho lasciato. Tutto il mio discorso verteva come prospettiva quella italiana, per questo mi sono animato nell'approfondire la scarsità di situazioni sociali che troviamo. Sicuramente all'estero, grazie all'istituzione di quartieri gay, la probabilità di evitare certi luoghi comuni, fisici e non, è assolutamente più elevata. Non conosco la realtà urbana dei nostri capoluoghi, ma solo quella della capitale, in cui il quartiere gay è circoscritto alla via di San Giovanni in Laterano, dove, benché l'affluenza la sera sia percettibile, esistono solo locali, e destinati al servizio notturno. Non esistono altre strutture ricettive da poter frequentare ad ore diverse e con clientela diversa. Per quanto riguarda i circoli e le librerie, sono a conoscenza, per quanto questa sia vaga, della loro presenza, ma c'è senz'altro poca promozione e i più non sono informati su questo genere di iniziative. Penso che in questo mondo, molto viaggi sui binari della comunicazione, e gli stessi siti a nostra disposizione, gli stessi sponsor, spesso sono ridotti alle serate del weekend e a format come cruise bar e saune. L'esistenza di un quartiere gay e il suo stesso statuto, meriterebbero un approfondimento molto più ampio, che tocca il tuo discorso relativo al dichiararsi palesemente attraverso l'aspetto, anche se la trovo una passione involontaria che non può innescarsi in tutti. Purtroppo è un problema di ordine sociologico che neanche io sono in grado di affrontare, quello della difficoltà di interagire con persone del nostro stesso orientamento. Ma d'altronde, neanche gli eterosessuali possono dirsi molto più avvantaggiati, rispetto a noi. Dipende tutto dalla nostra audacia nell'approcciarsi. Nel nostro caso, è solo molto più rischioso, siccome la qualifica uomo e donna non basta per definirci. Siamo uomini e donne, ma siamo anche qualcosa in più, e nel momento in cui manca una maglietta appariscente, questo elemento è spesso basato su atteggiamenti manifesti, per quanto possa essere recepito uno sguardo, un gesto gentile o qualsiasi altro tipo di segno. Sicuramente sono recepiti, nel momento in cui siamo noi stessi aperti e intenzionati a lanciarne, di messaggi simili. Quando parlo di una società formulata in base all'eterosessualità, mi riferisco semplicemente all'assenza quasi totale di luoghi pubblici in cui i gay sappiano di poter interagire. Proprio in virtù del fatto che non riveliamo sempre tratti evidenti, quanto può essere la barba per connotare un uomo e una gonna per connotare una donna (detto in modo molto barbaro), c'è bisogno di questo, e in percentuali più elevate. Il raggio di interessi che possiamo coltivare in base ai servizi offerti è piccolo. Da una libreria ad un circolo culturale, ad una discoteca o ad una sauna. Parlo positivamente del gay village proprio perché ci sono altri formati, quello ad esempio informale del pub, della pizzeria, che a Roma mancano in grande misura. Per rendere realtà una realtà, deve essere una realtà forte, non appartenente a pochi. E l'unico ambiente in cui si vede massa, è quello della discoteca. E' eterogeneo, è vero. Ci si può andare con gli amici, come ho fatto quasi sempre, o con un fidanzato, con gli obiettivi più diversi. Ma mi rattrista l'esistenza della dark room. Così come mi rattristano i luoghi di battuage, più numerosi perfino delle discoteche. Sintomi, secondo me, dell'assenza di alternative, che inducono molti a riferirsi al sesso come uno dei pochi strumenti per trovare un contatto con qualcuno. Trovo scandalosa l'esistenza di tanti luoghi adibiti al sesso, e così pochi ad ogni altra sorta di attività. La libertà è sempre stata la nostra ambizione. La presenza di posti spesso simili per vocazione, mi lascia pensare che la libertà che pensiamo di aver conquistato potendoci divertire legalmente e in modo predefinito, non sia che un appannaggio. La libertà è dare l'indispensabile a ognuno, non l'estremo ad una sola fascia. Anche gli eterosessuali, è vero, seguono questa scia. Ma loro, in compenso, hanno una realtà più vasta. Questo non è colpa di nessuno, i tempi sono ancora lunghi e passi in avanti li sto percependo anch'io, per quanto vorrei fossero più immediati e la società più risolta nell'accettare o semplicemente nel rispettare, pur non condividendo. Non giudico coloro che amano rivolgersi a questi ambienti: è loro diritto. Giudico coloro che non ne predispongano altri in misura uguale o superiore. Le dark room compaiono nelle discoteche gay con maggiore ricorrenza che in quelle etero, eppure anche loro consumano rapporti. Ma la discoteca dovrebbe offrire l'inizio alla libertà, non dichiarare quel tipo di intenzione in modo tanto palese per accontentare solo coloro che sono disposti spesso a pagare un biglietto di ingresso solo per nutrire quel desiderio. E le tentazioni, i desideri e gli ormoni, sono tanti, nel genere maschile in particolare. Le donne, fortunatamente, benché amino il sesso, hanno sempre mantenuto un po' più di delicatezza nel cercarlo. A questo punto, se la discoteca è il mezzo per conoscere, allora pretenderei, oltre ad una dark room, anche una terrazza a lume di candela per i romanticoni, o una cameretta con una tv per stare abbracciati sul divano, o un circuito per biciclette per farsi una corsa assieme. Se il sesso che si può fare a casa, si fa anche in discoteca, allora bisognerebbe aggiungere ogni altra cosa che si può fare a casa. Il rischio di malattie è altissimo. La gente usa raramente precauzioni, e recenti sondaggi lo dimostrano. E confidenze che ho avuto, lo dimostrano. Spesso la gente ci entra dopo aver bevuto molto. E l'ambiente buio e la musica e la mancanza di ossigeno sono tutte componenti che non aiutano ad avere cautela. Ciò sta al proprio buon senso, è vero, ma non è certamente il contesto che lo pianifica, il buon senso. Amo ballare, amo i cocktail, amo tutto questo. Ma amo anche altro. E trovo rischioso adagiarsi in questo clima. Non ci basta rivendicare diritti sacri che ci vengano corrisposti dallo stato, abbiamo anche bisogno un po' di riformare il nostro stile di vita, pretendendo un po' di più a partire dal quotidiano, per vivere bene e serenamente, per essere uomini più realizzati e per rendere la libertà veramente una libertà totale. Non ci deve bastare la denuncia del clima non sempre accogliente, dobbiamo anche denunciare qualche nostra carenza nel sistema. Mi rendo conto che il denaro muova la maggior parte di queste dinamiche, e i gay sono un investimento notturno eccezionale. Amano la musica da discoteca e amano divertirsi come tutti. Aggiunto ciò al fatto che la discoteca oggi come oggi primeggia all'interno dei contesti per socializzare, almeno quelli reali, è ovvio che i padroni di questo mondo ci accontentino, a nostro scapito. Forse dovremmo rinunciare a queste libertà illusorie e fondarne di altre più redditizie e a lungo termine. Realtà dove anche le persone di una certa età possano convivere serenamente, senza sentirsi puntualmente inopportune. Di gay anziani se ne parla pochissimo. Diventano quasi invisibili. Quando vidi la Finestra di Fronte, film molto commovente, rimasi stupefatto dalla presenza di un attore ottantenne che incarnasse il nostro orientamento. La discoteca privilegia poche fasce e, benché non mi dispiaccia, sento l'esigenza di qualcos'altro. Non bisogna adagiarsi, secondo me. Non sono nessuno per pretendere chissà che, ma nel mio piccolo cerco di muovere queste piccole proposte. Era questo che intendevo nel dire che ciò che nasce in discoteca, muore in discoteca. Perché spesso muore prima di cominciare. Però mi fa piacere che esistano casi come il tuo, sicuramente mi stai dando una testimonianza forte. Grazie per i tuoi interventi, sono stati utili e spero ce ne siano altri :)

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Ma mi rattrista l'esistenza della dark room. Così come mi rattristano i luoghi di battuage

 

Io partirei da qui.

Mi sono sempre chiesto perché gli eterosessuali

non siano "rattristati" dalla presenza dei locali per lap-dance,

dai pub per scambisti, dai lunghi viali delle prostitute.

Si limitano a non frequentarli, specialmente quando hanno la fortuna

di riuscire ad avere una vita sessuale senza il bisogno di andarci.

E - tranne qualche vecchia moralista - non hanno alcuna opinione

verso i frequentatori di questi luoghi...

 

Ieri c'è stata l'apertura del Pride Village di Padova

(con la Littizzetto e Franca Valeri)

credo che saremmo stati quasi diecimila persone...

Due giorni prima sono stato all'unico battuage della zona

ed eravamo quasi in dieci...

Mi sembra quindi il tuo un perbenismo esagerato

rispetto alla reale incidenza del fenomeno...

 

Il secondo aspetto poco comprensibile del tuo intervento

è che non riesco ad afferrare il motivo per il quale

tu non frequenti realtà alternative di socializzazione gay.

Non riesco a credere che tu non sappia i nomi

dei circoli territoriali della tua città

e sono certo che se ti interessasse frequentare

riunioni, cineforum, gruppi teatrali o sportivi

non avresti difficoltà a cercarli con google.

Perché non lo fai, se ne senti la necessità?

 

Dici che bisogna partire dal "nostro quotidiano"

e in effetti mi chiedo perché tu non parta dal tuo.

La stra-grande maggioranza dei giovani gay

frequenta le discoteche per ballare e pub per bere,

non frequenta dark-room né battuage

e non frequenta neppure circoli culturali...

Moltissimi frequentano solo locali etero

e usano internet per farsi una compagnia gay.

 

Riguardo alle malattie...

Conosco quattro ragazzi sieropositivi,

ma nessuno di loro si è infettato in dark-room.

Tutti si sono infettati coi loro ex fidanzati,

con ragazzi di cui si fidavano...

 

I gay anziani invece - si presume -

che abbiano costruito negli anni

una loro rete di contatti umani

(ex compagni, amici, conoscenti)

capace di sostenerli anche senza locali.

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Guest Petit.Prince

Io partirei da qui.

Mi sono sempre chiesto perché gli eterosessuali

non siano "rattristati" dalla presenza dei locali per lap-dance,

dai pub per scambisti, dai lunghi viali delle prostitute.

Si limitano a non frequentarli, specialmente quando hanno la fortuna

di riuscire ad avere una vita sessuale senza il bisogno di andarci.

E - tranne qualche vecchia moralista - non hanno alcuna opinione

verso i frequentatori di questi luoghi...

Ieri c'è stata l'apertura del Pride Village di Padova

(con la Littizzetto e Franca Valeri)

credo che saremmo stati quasi diecimila persone...

Due giorni prima sono stato all'unico battuage della zona

ed eravamo quasi in dieci...

Mi sembra quindi il tuo un perbenismo esagerato

rispetto alla reale incidenza del fenomeno...

Il secondo aspetto poco comprensibile del tuo intervento

è che non riesco ad afferrare il motivo per il quale

tu non frequenti realtà alternative di socializzazione gay.

Non riesco a credere che tu non sappia i nomi

dei circoli territoriali della tua città

e sono certo che se ti interessasse frequentare

riunioni, cineforum, gruppi teatrali o sportivi

non avresti difficoltà a cercarli con google.

Perché non lo fai, se ne senti la necessità?

Dici che bisogna partire dal "nostro quotidiano"

e in effetti mi chiedo perché tu non parta dal tuo.

La stra-grande maggioranza dei giovani gay

frequenta le discoteche per ballare e pub per bere,

non frequenta dark-room né battuage

e non frequenta neppure circoli culturali...

Moltissimi frequentano solo locali etero

e usano internet per farsi una compagnia gay.

Riguardo alle malattie...

Conosco quattro ragazzi sieropositivi,

ma nessuno di loro si è infettato in dark-room.

Tutti si sono infettati coi loro ex fidanzati,

con ragazzi di cui si fidavano...

I gay anziani invece - si presume -

che abbiano costruito negli anni

una loro rete di contatti umani

(ex compagni, amici, conoscenti)

capace di sostenerli anche senza locali.

 

Ho preferito quotare l'intero discorso, un po' perché tuttora ho difficoltà a gestire lo strumento della multi-citazione, sia perché lo trovo unitariamente un oggetto di forma compiuta che non sento aderente alla traiettoria che ho voluto imprimere col mio. Ma probabilmente non è facile astrarre le mie riflessioni da categorie piuttosto generali che interessano i concetti da me sollevati e mi rendo conto che entrare nell'universo di un discorso che si è appena letto, sia un viaggio inedito non sempre facile da intraprendere. Non voleva essere un'apologia all'eterosessualità, ma la presa d'atto che la fisionomia del sesso in questo mondo subisce una propaganda più forte rispetto ad altri. Non parlo di vocazione assoluta al sesso, parlo di promozione. Poi è naturale che ognuno abbia le sue testimonianze dirette personali, come tu citi il pride di Padova, che mi fa piacere sia stato tanto visitato, o i tuoi amici che non hanno contratto nulla in dark room. E' ovvio che sia tutto il mondo moderno miri a strumentalizzare il sesso, in quanto le tempeste ormonali investono categorie di ogni età, dall'adolescenza alla senilità, e non c'è forse bene di consumo, se così vogliamo drammaticamente chiamarlo, che vanti di un raggio più esteso di clientela. Locali per lap dance, pub per scambisti. Questa è la categoria che mi interessa. La società offre qualsiasi tipologia di attrazione. Se noi vogliamo proporre un parallelo, attraverso luoghi di socializzazione o, mi viene da pensare, negozi, il che secondo me andrebbe realizzato a macchia di leopardo e non semplicemente raggruppandoli in un singolo quartiere, siccome i gay esistono dappertutto come gli etero e hanno bisogno di espandersi e di vivere pienamente il territorio, così come gli etero (ma questa è un argomentazione che, come già scrissi, merita un altro esame singolo); ecco, se vogliamo proporre un parallelo, sicuramente bisognerebbe offrire di più. E quando dico offrire non intendo pretesa, intendo rivendicare di più, semplicemente come sto facendo io nel mio piccolo. Rivendicare qualcosa implica dichiarare un bisogno e formulare le basi per far sì che venga soddisfatto. Non basta essere clienti di ciò che esiste, ma anche clienti potenziali e instillare nella società la presa d'atto di una nostra esigenza. Io nel mio piccolo faccio a sufficienza per poter dire di affrontare una vita sotto questo punto di vista variegata. Più che frequentare circoli o librerie, che ripeto, sono assai scarsi nella nostra realtà, amo frequentare le persone, che sono gli unici punti di riferimento dai quali partire per fondare il nostro quotidiano sullo scambio, che è poi l'approdo a cui si tenta di aspirare con questi miei progetti. Io le frequento perché sono ricorso alla chat, ma parlando anche per coloro non si appellano a questo genere di strumento, sarebbe giusto mettere loro a disposizione molti più contesti per affermare la propria personalità, tra persone del loro stesso orientamento. Così come le donne hanno il loro parrucchiere e così come gli uomini etero hanno il loro bar per assistere insieme alle partite. Il simile cerca il simile, poi è ovvio che nella vita bisogna cercare di variare il più possibile le nostre frequentazioni, per evitare la deriva della claustrazione mentale, culturale, esistenziale. Io non sono un perbenista, semplicemente perché ho avuto l'ingenuità di sperimentare molto, nella mia vita. Proprio per questo non posso essere paragonata all'anziana perbenista che con i suoi pregiudizi alimenta soltanto distacchi, silenzio, inconciliabilità, fondando sulla mancata esperienza la fragilità delle sue tesi. Proprio perché ho visto, a 21 anni ho acquistato la consapevolezza di aver toccato con mano qualcosa che non piace a me e non piace a molti altri, ma verso cui si è condotti con estrema facilità attraverso la debolezza che coinvolge me come coinvolge molti. E mi preoccupa il fatto che si vogliano sminuire i rischi di un rapporto occasionale, e si vogliano invece amplificare le mie osservazioni tacciandomi della persona moralista che non sono. E' il solito discorso, che oppone abuso della libertà (se volessimo chiamarla spregiativamente così) e chiusura mentale. Non esistono mai vie di mezzo. Orazio diceva: Est modus in rebus, e quanto dico si prefigge di raggiungere questo. La realtà è evidente, non mi sono inventando nulla di nuovo che la maggior parte della popolazione gay non approverebbe, per quanto possa essere consenziente o meno: che un gay di oggi subisce una pubblicità del suo ambiente incentrata principalmente sul sesso. Non capisco perché la discoteca gay debba contenere una dark room quando si sono istituiti locali appositi per farlo, e non capisco perché questi locali siano così in più grande misura rispetto a ogni altra attività. Le percentuali per me contano, ed è questa la realtà che ribadivo con: bisogna assicurare a tutti l'indispensabile, e non un estremo a qualcuno. Evidentemente l'offerta aderisce alla domanda, ma esistono domande esplicite e ne esistono di tacite. Io sto semplicemente tentando di rendere visibile una realtà che appartiene a molti giovani gay di oggi e che spesso non si traduce in dichiarazione, per mancanza di fiducia in un territorio limitato. Anch'io dovrei cominciare a battermi più attivamente per tutto questo, e lo farò. E cerco di cominciare a farlo partendo dal dialogo, dallo scambio, dal mettere in circolo idee buone e condivise che possano moltiplicarsi e fondare una società parlante più realizzata. Ci vuole collaborazione. E inoltre, per quanto riguarda questi anziani gay, non so, per quanto non voglia generalizzare, quanti rapporti umani soddisfacenti con persone del loro stesso orientamento, abbiamo intrecciato nella loro vita. C'è una ghettizzazione del maturo, nel nostro panorama. Se persegue l'accoglienza, non può puntualmente adibire la sua offerta a visitatori giovani. Alla cultura del giovane e del bello. Gli stessi slogan sono puntualmente costituiti da uomini a torso nudo. E' più facile che poi, molti uomini anziani, degenerino in gesti poco edificanti, all'interno del contesto, andando molti in cerca del ragazzo più giovane, sollevando la riprovazione generale. Perfino il web lo dimostra. Mi sono dovuto cancellare dalla maggior parte delle chat gay, semplicemente perché avevano il sesso come vocazione, profilo incentivato dalle indicazioni personali legate al sesso e perfino sezioni intere dedicate agli escort. Nessuno è meglio di nessuno, ma sicuramente bisognerà cominciare a ridimensionare un po' questo aspetto, perché non penso francamente che noi gay siamo in percentuali animati da questi bisogni quanto dicono le percentuali di facciata. Ma bisogna parlare, dichiarare esigenze diverse come sto facendo io, pur nella mia insufficienza, me ne rendo conto. E bisogna farlo senza timore di essere appellati perbenisti. Questo è ciò che induce molti a tacere e a non sentirsi approvati. Io lo faccio nonostante il rischio. Ci vantiamo di essere un popolo solidale, accogliente, che assicura la libertà proprio perché se n'è sentito spesso privato e lo è tuttora. Dov'è questo scambio paritario? Dov'è l'accoglienza? Tu sei un attivista e ammiro profondamente il tuo lavoro, perché sicuramente ti applichi più di me e dovresti avere più voce in capitolo. Ma questo discorso purtroppo mi ha deluso, perché ho trovato un riscontro pericolosamente chiuso. Ma spero di aver interpretato male la tua disputazione. Così come è stata interpretata male la mia.

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Hinzelmann

Il motivo per cui alcune discoteche gay, non tutte,

contengono anche delle dark room è semplice:c'è

domanda.

 

D'altronde oramai serate gay o a tema vengono

offerte anche da locali friendly molto più grandi

e attrattivi e quindi chi gestisce un locale solo

gay non può competere sugli altri piani dell'offerta

commerciale.

 

Perchè c'è domanda di dark-room? Ovviamente si

potrebbe portare la persona conosciuta a casa propria

( bisogna averne una però...oppure non vergognarsi con

mamma e papà ) o in albergo ( bisogna avere i soldi e

non tutti gli Hotel gradiscono )

 

Sto selezionando dei motivi che possono interessare a

dei giovani...beninteso io vivo da solo da quando ho

19 anni, ma credo di essere stato un privilegiato sotto questo

profilo ( e comunque anche se oggi ci sono molti più ragazzi

che hanno un proprio appartamento non sono tutti...)

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Guest Petit.Prince

Sì, Hinzelmann, condivido con quanto hai detto... Mi rendo conto che sia un sistema formulato in base al marketing, in quanto i locali si fondano sul guadagno, e il guadagno si fonda sul soddisfacimento di nostre domande. Se l'offerta è vasta, è sicuramente perché la domanda stessa lo è. Ce l'ho molto più con l'assetto dei servizi offerti, piuttosto che con i gay che consumano il prodotto. Mi dispiace solo che spesso questo assetto sia approvato, perché è lo stesso orgoglio gay a squalificarsi di fronte a questi abusi commerciali. Se mi rammarico di fronte a questa realtà, è perché ripongo in questa fascia sociale grandi fiducie, aspirazioni, ideali. Vedo in essa buoni propositi, grandi spiriti, grandi personalità artistiche. Questo stesso forum evidenzia una traccia di profondità psicologica evidente, di passioni che si coltivano, di persone che pur molto piccole hanno già vissuto esperienze formative eccezionali. Mi dispiace solo che non ci si adoperi per rendere fruibili realtà che già esistono, facendoci confondere per erotomani quando fondamentalmente spero non lo siamo. Il sesso fa parte della vita. E si può vivere in modo ironico, gioco. Non mi piace soltanto l'incoscienza di come certe pratiche vengano stabilite in base ad assenza di cautela condivisa e non deprecata. Il sesso occasionale non protetto è un mostro che logora molte vite, per mancanza di equilibrio, mancanza di buon senso, o forse mancanza di felicità, di persone che ci diano affetto e ci corrispondano nuove collocazioni. Non tutti sono in grado di cercarle altrove, di avere la forza e la tenacia per rinunciare. La dark room mi sembra a volte la risposta subdola sotto forma di pacchetto di guadagno che si effettua per colmare una debolezza. Essere forti con i più deboli. Senza sufficienti controlli, senza sufficienti regole di base. A questo punto, è veramente meglio consumare in macchina in un luogo isolato, con una persona di cui abbiamo certificato la fiducia in base ad analisi serie e all'adozione di precauzioni insostituibili, piuttosto che in questi ambienti dove il vortice della musica, dell'alcool, dell'oscurità e della claustrofobia producono effetti collaterali disastrosi. I visitatori occasionali che lo fanno per gioco purtroppo sono i più deboli e quelli più esposti a rischio. Mi piacerebbe trovare più pizzerie, più pub, più bar, più cinema, teatri o perfino musei. Un conto è l'incoscienza personale, un conto è l'incoscienza dichiarata e legalizzata che questi posti promulgano. Preferisco un cruising bar, ad una dark room in discoteca. Almeno hanno l'accortezza di distribuire preservativi. Sappiamo tutti che l'uomo va educato, corretto, e spesso non tutti lo fanno da soli. Se non parte dall'alto, questa dinamica imprescindibile, come facciamo a pretendere che parta dal basso? Non dovrebbero essere i promotori del nostro movimento, a indicare i rischi con campagne più diffuse? Possibile che l'abitudine, il consenso, la consapevolezza di sapere bastino a tramortire il pericolo del rischio? Non è mai troppo grande la profilassi. E come il sistema se ne approfitta, è importante secondo me ribadire tutto questo, per scuotere le coscienze e rivendicare ambienti anche di altro tipo. Così per gli omosessuali, così per gli etero, certo. Una società di orientamenti sessuali compositi in cui convivano il rispetto e la dignità. Cominciamo noi, in base alle nostre virtù, a dare un buon esempio anche agli altri indirizzi sociali. Abolirei volentieri questi parchi, anche perché sono privi di sorveglianza ed episodi recenti dimostrano quanto sia esporsi all'insulto o alla violenza fisica, frequentarli. Ritroviamo un ambiente che sia solo nostro, per fare della nostra vita ciò che vogliamo, senza degradare la città, come fanno i papponi obbligando le prostitute ad affollare con la loro esistenza dolorosa i marciapiedi. Riformiamo un po' il sistema web, dove più della metà dei siti assicurano prestazioni partendo dalle tabelle descrittive e dai settori dedicati agli escort. Cerchiamo una comunità omosessuale che davvero possa trovare in qualcos'altro il suo punto forte di collaborazione. Perché i soggetti validi ci sono, e sono la stragrande maggioranza, per quanto non abbia neppure la presunzione di appartenervi. Preferirei un parco dove due gay possono circolare di giorno mano nella mano, scambiandosi baci come tutte le coppie comuni senza essere additati, piuttosto che parchi dove nascondersi la notte più neri degli alberi con il rischio di essere circuiti da persone malintenzionate, che siano gay inopportuni o che siano eterosessuali estremisti e scandalosi, o dark room che male si accostano ai principi di base della discoteca, luogo dove riversarsi il weekend in cerca di divertimento pulito. Per me divertirsi è essere in un ambiente sereno e riparato, dove la mente non mi si offuschi pensando a quanto accade dentro i camerini. Ma non etichettiamo il nostro piacere unicamente con la promiscuità, non sarebbe giusto. E siccome nella società di oggi si tende a fare di tutta un'erba un fascio, spesso molti gay vengono confusi per persone incoscienti e promiscue solo affermando di andare in locali dove esistano anche sale adibite a queste giustissime pratiche, ma fatte nel modo più assurdo, pur non frequentandole. Vorrei solo un po' più di dignità per tutti noi, perché forse la meritiamo :)

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Hinzelmann

Come fai ad abolire un parco?

 

Certo nelle grandi capitali europee, dove esistono quartieri

gay degni di nota, l'effetto traino può consentire anche la

sopravvivenza di librerie gay o pizzerie-ristoranti gestiti

da gay e chiaramente orientati ad una clientela gay, l'esatto

contrario della dispersione dei locali, che molti qui sostengono.

 

A quel punto ci sarebbe più scelta per tutti. Occorrerebbero dei

quartieri gay centrali e degni di nota, a Milano e Roma.

 

Ma in un centro medio italiano è difficile sostenere più di una

serata gay mensile ( in una discoteca friendly ) nei capoluoghi

e più di una discoteca gay di un certo livello, regionale ( fuori

città )

 

Ad un livello soggettivo o personale, tu non devi farti offuscare

la mente dal fatto di sapere che ci sono zone di città o di locali

dove si può praticare il sesso, perchè è un sintomo di libertà per

tutti ( anche per chi sceglie di non andarci ) quindi devi sentirti

sereno e sicuro

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Guest Petit.Prince

Mi piacerebbe una Roma un po' diversa, nonostante si tratti di un'ottica fondamentalmente idealista e poco pragmatica. Non mi piace disprezzare tout court le nostre risorse, perché ci sono Paesi in cui la situazione è potentemente più drammatica e imbarazzante, ma mi piace sorvegliare i miei desideri, forse da ragazzo e forse da persona con un bagaglio soggettivo di esperienze, ma che secondo me possono cogliere molti tratti di intesa con i più. Mi piace sollevare delle aspirazioni, penso che per quanto si possano ridurre a semplici ideali, sono proprio questi a comporre i nostri strati più profondi; la realtà è il riscontro che diamo a queste nostre esigenze intime. Mi piacerebbe una Roma dove sopravvivesse più armonia e collaborazione. Con questo ovviamente non sto dissentendo la tua valutazione, che ho letto con complicità. E' un approfondimento delle cause emotive e morali che mi hanno mosso ad aprire quest'analisi. Dopo l'Euro Pride, evento a mio avviso piuttosto fortunato, a Roma percepisco penetrazione di idee nuove. Il clima effettivamente si sta abbastanza movimentando. Mi piacerebbe un contributo da parte dei giovanissimi più sensibile. Mi rendo conto che a quell'età si debba affrontare una situazione privata non sempre risolta, e che sia difficile partecipare a dinamiche che sono molto più complesse. Ma sicuramente un senso comune si verifica già là dove un bisogno viene espresso e viene ottenuto. I giovanissimi sono anello portante del sistema notturno gay. I giovani sono i clienti più spregiudicati e inclini ad avanzare richieste e a pagare perché siano soddisfatte, talvolta, complici molti fattori. Mi piacerebbe che molti si mobilitassero affinché il dibattito gay si trasformasse semplicemente in una componente quotidiana imprescindibile per la propria vita. Non vedendolo come momento di astrazione fatto solo da leggi e manifestazioni. L'aspetto civile in una società moderna è fondamentale, ma la civiltà si fonda con la condotta e con il trend. La legge sancisce spesso quadri già delineati. Sforzarsi a vivere come vorremmo, è il modo affinché esso sia con il tempo certificato, anche se è molto meno semplice di quanto possa apparire con queste parole. Spero che un giorno siamo noi stessi a contribuire con l'apertura di locali aperti ad un pubblico dichiarato nei suoi bisogni, una situazione nuova. Rispetto la libertà di chi vuole usufruire di un luogo pubblico, complice l'assenza di ogni altra alternativa, le sue pratiche personali. Ma penso che la clandestinità di un ponte riparato non sia molto diversa dalla clandestinità di un luogo del genere che, proprio in virtù del fatto che è riconoscibile sulla mappa mentale dei più, è esposto a maggiori pericoli e non dà un'immagine serena delle nostre attitudini. Così per le dark. Si resta clandestini, ma in luoghi dove la latitanza è ammessa, dichiarata. Mi piacerebbe che questo ideale della latitanza, dell'oscurità, dell'occasionalità fosse ridimensionato. Non che finisse, perché nessuno ha la pretesa di vivere in un regime dittatoriale dove imporre un senso di dignità personale, che varia a seconda dell'individuo e delle sue inclinazioni, ma che non fosse normalizzato. Sarebbe utile promuovere un sistema di illuminazione più concentrato, in certe zone. E non per scoraggiare i visitatori intenzionati, quando per scoraggiare chi potrebbe approfittarsene. Così come mi piacerebbero regolamenti in uso nelle dark. Un po' di semplice buon senso. La legge, nell'Antica Grecia, si fondava su valori che erano strettamente correlati a questo. Alla filosofia, alla spiritualità, all'integrità dell'individuo. E la parola era il veicolo per attuare novità. Gli oratori di oggi sono campagne informative labili, sono mappe in cui rintracciare fenomeni a rischio. Poi ce ne sono di migliori, non ne dubito, ma io parlo con l'ottica sia dell'osservatore meticoloso, sia del ragazzo comune, quale io sono. E assicuro che l'impressione che se ne ricava è questa. Poi, ci sono ragazzi comuni che non si disperdono in questi territori, e affrontano le loro abitudini con serenità senza lasciarle intersecare da problemi sociali, e altri che avvertono qualche falla. Nessuno è migliore dell'altro: dipende dall'approccio e dall'indole. A mio avviso, in ogni caso, luoghi del genere non ci danno prestigio, né personale, né collettivo. Se vogliamo diventare punti di riferimento, sarebbe bene adibire altre strutture al nostro piacere. O servirsi di quelle già a disposizione, che sono tante. E' per questo che non ho condannato questo format, proprio perché è predefinito, attua i suoi piccoli accorgimenti e chi vuole restarne escluso, è libero di farlo. Io, al contempo, vorrei essere libero di circolare la sera anche in posti del genere senza timore di essere avvicinato o rincorso da ragazzi con il bastone. Semplicemente perché penso ciò si possa evitare, senza dover sempre rispondere ad un disastro sociale come quello degli omofobi, con atti altrettanto estremi. Secondo me la libertà deve appartenere a chi vuole e a chi non vuole. E dover fronteggiare certi ambienti, dove mi è capitato di andare, rischiando a mia volta, per sbaglio, non è edificante per me né per chi ci va. Lo dico semplicemente perché ne vale della serenità comune. Poi, la felicità, quella si persegue dove si vuole senza infrangere gli slanci altrui...

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Così come mi piacerebbero regolamenti in uso nelle dark. Un po' di semplice buon senso.

 

il buon senso è che se uno vuole andare in una dark room ci va, se non ci vuole andare non ci va.

io non mi sognerei mai di andare in un locale del genere: non mi piacciono, ma non penserei mai che debba essere limitata la libertà altrui di andarci a far sesso.

 

che poi alla fine il succo del discorso è cosa ne penseranno gli etero dei gay e la mia risposta è "chi se ne frega" se ci facciamo questi problemi non ne usciamo più.

 

anche perchè i vari discorsi sessuofobici sono sempre rivolti ai gay, mai agli etero, che se a loro invece capita un rapporto occasionale se ne vantano pure se sono fidanzati...

 

beh io non penso che i gay si debbano limitare se nemmeno gli etero lo fanno, sarebbe un discorso di omofobia interiorizzata (anche se so che non vi piace sentirvelo dire)

 

che poi il motivo per cui non esistono dark room nei locali etero è semplice: altrimenti le ragazze non ci andrebbero. semplice e banale questione di domanda e offerta. come già detto tra l'altro.

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Ilromantico

I locali battono senza dubbio i siti d'incontri. Nel locale ti basta 1 secondo per trovare i tipi con cui senti c'è chimica o ti piacciono, nei siti d'incontri perdi ore tra profili con descrizioni e foto che non rispecchiano quasi mai la realtà. Risultato: si perde tanto tempo e la poca gente decente con cui capita di chattare si crede Dio in Terra. Per non parlare di quelli che nelle descrizioni sono dei bravi ragazzi alla ricerca del grande amore e poi sono dei gran puttanieri. Il mio uomo l'ho conosciuto per casualità in un sito d'incontri, ma so benissimo di essere stato miracolato al massimo. Anche se ho avuto il grande risultato io non consiglierei per nulla i siti d'incontri. In realtà non consiglio nessun posto in particolare, l'amore alla fine si trova con forza di volontà e tanta fortuna purtroppo...

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Cerca di distinguere i piani del discorso.

 

Se vuoi parlare di sesso non protetto, parliamone.

Ma non c'è alcun rapporto tra sesso non protetto e locali per sesso:

le pratiche sessuali a rischio vengono fatte indipendentemente dai luoghi.

 

Se vuoi parlare di mancanza di offerta di pub o cineforum nella tua realtà;

possiamo parlarne; ma questo non c'entra con l'esistenza di dark-room

(Sarebbe come dire che nella tua città ci sono pochi cinema,

A CAUSA della presenza di troppi locali per lap-dance)

 

Se vuoi chiederti perché i gay fanno sesso nelle dark,

invece di portare i ragazzi a casa;

allora dovresti domandarti perché tanti Italiani

vivono ancora coi genitori...

 

Se vuoi fare un discorso sull'offerta commerciale,

non dovresti tirare in ballo l'esistenza dei battuage;

che sono proprio un tipo di "offerta non commerciale".

 

Se poi vuoi parlare di "socialità alternativa"

possiamo discutere delle nostre esperienze;

non puoi dirci che "manca" e poi non la frequenti :)

 

In poche parole: cerchiamo di non fare un minestrone.

Dividi secondo confini precisi quello di cui vuoi parlare

e affrontiamo una questione alla volta.

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Guest Petit.Prince

Sì, mi rendo conto che questa argomentazione ha sfiorato varie tematiche con scarsa coerenza, ma siccome si è arricchita di nuovi interventi, ho dovuto un po' ampliarmi oltre misura. Comunque non credevo di suscitare un'idea di sessuofobia, proprio perché la prima tesi che volevo difendere era questa: ci sono molti gay pieni di iniziative, slanci, pulsioni artistiche e risorse da poter condividere con gli altri, e mi dispiace che nel nostro ambiente siano più numerosi i locali dove poter consumare pratiche sessuali e discoteche, piuttosto che altri, che dovrebbero rispondere a fasce diverse. Dal di fuori, ciò mina pesantemente la nostra immagine, e quando alludo ad essa non intendo assolutamente apparenza, ma la forma che debba aderire con giustizia e autenticità ad un contenuto eterogeneo. Non sono io che attribuisco alla nostra fascia propensione sfrenata al sesso, perché frequento e ho frequentato decine di amici che non hanno mai lambito questo territorio con alcune abitudini. Poi, che ne abbia frequentati altri, è naturale, ciò rientra nella diversità. Mi dispiace che non ci sia sufficiente promozione per quanto riguarda attività alternative e mi dispiace che la città ancora non abbia messo a disposizione un numero sufficientemente equo di luoghi deputati al nostro transito e socializzazione, di contro ad altri. Non dubito dell'esistenza di circoli e librerie. Ma i ragazzi della mia età mi rendo conto siano attratti dal traffico, dall'affluenza, dall'informalità, e rischiano di scambiare certi ambienti per posti poco informali dove è necessario essere un attivista per poter partecipare. Mi consulto giornalmente con i miei amici e condividono con me quest'insufficienza di panorama. Molti, compreso io, studiano e lavorano durante la loro giornata, pertanto il target a cui mi riferisco è soprattutto quello serale e notturno. Ne conosco alcuni che non hanno modo di uscire ed interagire fino al weekend, per intessere scambi. Così come credo avvenga per la maggior parte degli uomini. A Roma manca il target alternativo a strutture ricettive quali la discoteca, relativamente alla notte. E, relativamente al giorno, non mi dispiacerebbe frequentare qualche circolo; certamente mi dovrei documentare. La mia rivendicazione è stata un po' confusa per disprezzo verso alcuni domini. Io ammetto che tutti possano agire liberamente, ma gradirei l'esistenza di un pub per ogni cruising bar disseminato nel territorio. Una volta uscii con un mio amico di sera. Entrambi non volevamo tornare in discoteca, siccome c'eravamo già stati la settimana precedente, e non trovammo alcuna alternativa. Ci informammo presso lo staff di uno dei due o tre bar attivi la sera, e loro stessi ci confermarono l'assenza di qualsiasi altra tipologia di locale che potesse ospitarci, fuorché questi club. E, per quanto le esigenze accademiche e lavorative lo impongano, mi piacerebbe che l'individuo gay potesse sfruttare le potenzialità del giorno, senza dover necessariamente rivolgersi ad un target notturno. L'assenza di un quartiere gay o di altri luoghi aperti al pubblico sparsi per Roma che, ricordiamo, è la capitale e come tale dovrebbe offrire una capienza per percentuale di popolazione superiore a quella di qualsiasi altra città, incide fortemente sulle nostre abitudini. E posso solo immaginare quanto, nelle località più piccole, la situazione possa essere più contratta. In Francia non ho trovato neppure un capoluogo medio privo di locali del genere, senza neppure considerare la discoteca. Mi rendo conto sia un paragone poco felice, siccome lì l'emancipazione sociale e la cultura del rispetto hanno fondato opportunità assai più molteplici e varie. Secondo i miei calcoli approssimativi e probabilmente difettosi, Roma ospita tre o quattro serate gay a weekend, durante l'inverno, offre complessivamente due o tre bar gay friendly e mette a disposizione almeno una decina di cruising bar e altrettante saune. Sulla mappa LGBT della capitale, distribuita in qualche locale, figurano poi inevitabilmente i luoghi di battuage, come allegato all'offerta commerciale, per questo ho dovuto accompagnare la mia analisi citandoli. Non sono io che li associo alle offerte ricettive: sono gli stessi promotori della Roma notturna, ad evidenziarli. Toccare l'argomento del sesso occasionale e a rischio, a questo punto, è senz'altro indispensabile. Se è stato conferito uno statuto pubblico, conclamato e legalizzato a questo genere di luoghi dove il pericolo è elevato, allora la mia inquietudine, così come quella di molti miei amici, è assolutamente incentivata. Non possiamo ammettere ci siano posti del genere, e non perché il sesso sia da deprecare, ma perché esistono strutture adatte per poterlo fare in modo meno clandestino ed esposto ad assenza di cautela impressionanti. Tutti sanno che il parco adiacente il gay village è deputato a queste pratiche. E siccome non si tratta più di clandestinità, la loro, all'insaputa della massa e degli stessi organizzatori di questa struttura, allora sarebbe paradossalmente meglio fornire loro dei camerini all'aperto e dei distributori di preservativi, piuttosto che ammettere che i più coronino la loro notte in discoteca rifugiandosi presso gli alberi, senza preoccuparsi delle derive. Tra assenza di illuminazione, scarsità di traffico (oltre una certa soglia oraria), e vegetazione piuttosto fitta, tutti i presupposti sono ben delineati per fornire l'occasione a qualcuno di essere importunato durante il passaggio, magari un cittadino non romano, non italiano, o romano non informato, siccome il village quest'anno ne accoglie in notevole quantità, e a qualcun'altro l'alibi per intentare un'aggressione, come è accaduto neppure una settimana fa. Assistere a queste scene latitanti, è assistere ad un abbandono da parte della comunità. Non mi spaventa trovarmi di fronte ad una coppia, collaudata od occasionale, che stia consumando un atto sessuale, benché sarebbe sempre auspicabile, pur nel nome della libertà, non obbligare gli altri a subire con poca delicatezza la propria intimità, ma mi scandalizza che molte di queste pratiche siano incaute, prive di precauzioni e vengano sperimentate da persone che, dopo una notte di discoteca, sono per l'80% dei casi, dichiaratamente stordite. Penso che il sesso sia una sfera privata che vada difesa, tutelata e non normalizzata la notte nei parchi pubblici. Non è né una conquista per chi lo fa, né per chi lo sa. Sono queste le due traiettorie che volevo mirare con il mio piccolo esame di ventunenne ancora sprovveduto.

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Guest Petit.Prince
beh io non penso che i gay si debbano limitare se nemmeno gli etero lo fanno, sarebbe un discorso di omofobia interiorizzata (anche se so che non vi piace sentirvelo dire)

 

Trovo questa affermazione assolutamente spaventosa. Innanzi tutto, perché "limitare" le manifestazioni all'aperto esposte al pubblico dominio e all'invadenza altrui, nonché al pericolo, è solamente "dilatare" una dimensione personale in cui il sesso sia difeso nella sua essenza e nella sua intimità, ed è solamente "dichiarare" con atteggiamento spesso rinunciatario l'impossibilità di ricavarsi un ambiente personale. Poi, questo paragone con gli etero, lo trovo veramente contrario ad ogni progresso che ogni scuola di pensiero, ogni disquisizione psicologica, ogni teoria sociologica ed ogni attitudine al buon senso, possano aver generato. Cosa significa "se nemmeno gli etero lo fanno"? E cosa significa "discorso di omofobia interiorizzata"? L'individuo gay deve raggiungere la sua emancipazione sociale e il suo statuto di libertà attraverso l'imitazione di ogni singola componente già avviata in ambito eterosessuale? Quindi, nel momento in cui l'etero pratica attività poco edificanti con assoluta libertà, allora noi gay, nel momento in cui l'illecito che mina la nostra dignità viene a mancarci, con il biasimo o con il divieto (che d'altronde non sussiste), ci sentiamo sottotono o defraudati di un diritto? Tutti hanno diritto a sbagliare, è questo è l'unico elemento buono che possa ricavare dalla tua frase, ma non riesco ad accettare che il gay debba progredire illudendosi di aver raggiunto una sua autonomia sociale somigliando alla comunità eterosessuale. Se dovessi sentirmi realizzato, vorrei che fossero i veri ideali e i veri progressi a farci da ispirazione, della fascia eterosessuale così come di qualunque altra. Potremmo anche proporre noi un atteggiamento migliore che fosse da modello per gli eterosessuali, una volta tanto. Comunque il mio tono non è quello dell'invettiva. Ti rispetto per ciò che hai detto, ma quest'affermazione mi ha veramente ferito.

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Comunque non credevo di suscitare un'idea di sessuofobia, proprio perché la prima tesi che volevo difendere era questa: ci sono molti gay pieni di iniziative, slanci, pulsioni artistiche e risorse da poter condividere con gli altri, e mi dispiace che nel nostro ambiente siano più numerosi i locali dove poter consumare pratiche sessuali e discoteche, piuttosto che altri, che dovrebbero rispondere a fasce diverse.

 

Quest'anno a Padova organizziamo (sempre al Village)

una rasegna di gruppi teatrali gay del Veneto.

Ce ne sono talmente tanti che otto serate non bastano.

Sono certo che la maggioranza delle presenze

si otterrà per la discoteca...

Ma non credo che per gli etero sarebbe diverso.

Ti rinnovo il mio consiglio:

perché non cominci a frequentare anche tu

le iniziative simili nella tua città?

Così magari ne discutiamo nel concreto.

 

L'idea di sessuofobia che mi dai

è che "sesso sfrenato e pulsioni artistiche"

siano due parti inconciliabili della vita.

 

Dillo a Pasolini, a Genet, a Verlaine, a Proust, a Caravaggio...

A volte mi chiedo se "i gay perbene" siano capaci di fare Arte. :)

(Eh già, essere felicemente fidanzati è la rovina dello slancio creativo)

Nessuno va a teatro o al battuage tutti i giorni della settimana:

nella vita di un artista o di un amante dell'arte

c'è spazio per fare entrambe le cose.

 

Dal di fuori, ciò mina pesantemente la nostra immagine, e quando alludo ad essa non intendo assolutamente apparenza, ma la forma che debba aderire con giustizia e autenticità ad un contenuto eterogeneo. Non sono io che attribuisco alla nostra fascia propensione sfrenata al sesso, perché frequento e ho frequentato decine di amici che non hanno mai lambito questo territorio con alcune abitudini. Poi, che ne abbia frequentati altri, è naturale, ciò rientra nella diversità. Mi dispiace che non ci sia sufficiente promozione per quanto riguarda attività alternative e mi dispiace che la città ancora non abbia messo a disposizione un numero sufficientemente equo di luoghi deputati al nostro transito e socializzazione, di contro ad altri. Non dubito dell'esistenza di circoli e librerie. Ma i ragazzi della mia età mi rendo conto siano attratti dal traffico, dall'affluenza, dall'informalità, e rischiano di scambiare certi ambienti per posti poco informali dove è necessario essere un attivista per poter partecipare.

 

Non è Alemanno che deve fare queste cose;

queste iniziative devono essere promosse dalla Comunità stessa.

Ma se i promotori sono bollati come "attivisti"

e se i ragazzi della tua età preferiscono la discoteca,

questo non è colpa né dei gestori delle discoteche stesse

né degli "attivisti" che promuovono le alternative.

Se c'è una "colpa" è di quei ragazzi che non le frequentano...

Di chi è colpa se tu non vai alle presentazioni di libri di autori gay?

E' colpa dei ragazzi che vanno al Muccassassina? Penso proprio di no.

 

Molti, compreso io, studiano e lavorano durante la loro giornata, pertanto il target a cui mi riferisco è soprattutto quello serale e notturno. Ne conosco alcuni che non hanno modo di uscire ed interagire fino al weekend, per intessere scambi. Così come credo avvenga per la maggior parte degli uomini. A Roma manca il target alternativo a strutture ricettive quali la discoteca, relativamente alla notte. E, relativamente al giorno, non mi dispiacerebbe frequentare qualche circolo; certamente mi dovrei documentare. La mia rivendicazione è stata un po' confusa per disprezzo verso alcuni domini. Io ammetto che tutti possano agire liberamente, ma gradirei l'esistenza di un pub per ogni cruising bar disseminato nel territorio. Una volta uscii con un mio amico di sera. Entrambi non volevamo tornare in discoteca, siccome c'eravamo già stati la settimana precedente, e non trovammo alcuna alternativa. Ci informammo presso lo staff di uno dei due o tre bar attivi la sera, e loro stessi ci confermarono l'assenza di qualsiasi altra tipologia di locale che potesse ospitarci, fuorché questi club. E, per quanto le esigenze accademiche e lavorative lo impongano, mi piacerebbe che l'individuo gay potesse sfruttare le potenzialità del giorno, senza dover necessariamente rivolgersi ad un target notturno. L'assenza di un quartiere gay o di altri luoghi aperti al pubblico sparsi per Roma che, ricordiamo, è la capitale e come tale dovrebbe offrire una capienza per percentuale di popolazione superiore a quella di qualsiasi altra città, incide fortemente sulle nostre abitudini. E posso solo immaginare quanto, nelle località più piccole, la situazione possa essere più contratta. In Francia non ho trovato neppure un capoluogo medio privo di locali del genere, senza neppure considerare la discoteca. Mi rendo conto sia un paragone poco felice, siccome lì l'emancipazione sociale e la cultura del rispetto hanno fondato opportunità assai più molteplici e varie. Secondo i miei calcoli approssimativi e probabilmente difettosi, Roma ospita tre o quattro serate gay a weekend, durante l'inverno, offre complessivamente due o tre bar gay friendly e mette a disposizione almeno una decina di cruising bar e altrettante saune. Sulla mappa LGBT della capitale, distribuita in qualche locale, figurano poi inevitabilmente i luoghi di battuage, come allegato all'offerta commerciale, per questo ho dovuto accompagnare la mia analisi citandoli. Non sono io che li associo alle offerte ricettive: sono gli stessi promotori della Roma notturna, ad evidenziarli.

 

Mi pare di capire che il tuo problema reale è che a Roma

non ci siano bar aperti la sera che non siano cruising, giusto?

Questa cosa mi sembra davvero molto strana.

Forse dovresti parlarne in un topic specifico

con altri abitanti della tua realtà locale.

Ti assicuro che un "pub senza cruising"

è eccezionale dal punto di vista commerciale.

A Padova ne abbiamo quattro (più un ristorante);

quindi non capisco realmente il tuo problema.

 

Toccare l'argomento del sesso occasionale e a rischio, a questo punto, è senz'altro indispensabile. Se è stato conferito uno statuto pubblico, conclamato e legalizzato a questo genere di luoghi dove il pericolo è elevato, allora la mia inquietudine, così come quella di molti miei amici, è assolutamente incentivata. Non possiamo ammettere ci siano posti del genere, e non perché il sesso sia da deprecare, ma perché esistono strutture adatte per poterlo fare in modo meno clandestino ed esposto ad assenza di cautela impressionanti. Tutti sanno che il parco adiacente il gay village è deputato a queste pratiche. E siccome non si tratta più di clandestinità, la loro, all'insaputa della massa e degli stessi organizzatori di questa struttura, allora sarebbe paradossalmente meglio fornire loro dei camerini all'aperto e dei distributori di preservativi, piuttosto che ammettere che i più coronino la loro notte in discoteca rifugiandosi presso gli alberi, senza preoccuparsi delle derive. Tra assenza di illuminazione, scarsità di traffico (oltre una certa soglia oraria), e vegetazione piuttosto fitta, tutti i presupposti sono ben delineati per fornire l'occasione a qualcuno di essere importunato durante il passaggio, magari un cittadino non romano, non italiano, o romano non informato, siccome il village quest'anno ne accoglie in notevole quantità, e a qualcun'altro l'alibi per intentare un'aggressione, come è accaduto neppure una settimana fa. Assistere a queste scene latitanti, è assistere ad un abbandono da parte della comunità. Non mi spaventa trovarmi di fronte ad una coppia, collaudata od occasionale, che stia consumando un atto sessuale, benché sarebbe sempre auspicabile, pur nel nome della libertà, non obbligare gli altri a subire con poca delicatezza la propria intimità, ma mi scandalizza che molte di queste pratiche siano incaute, prive di precauzioni e vengano sperimentate da persone che, dopo una notte di discoteca, sono per l'80% dei casi, dichiaratamente stordite. Penso che il sesso sia una sfera privata che vada difesa, tutelata e non normalizzata la notte nei parchi pubblici. Non è né una conquista per chi lo fa, né per chi lo sa. Sono queste le due traiettorie che volevo mirare con il mio piccolo esame di ventunenne ancora sprovveduto.

 

Non ho capito se il tuo problema

sia una questione di decoro,

di sicurezza o di prevenzione dell'HIV.

né come siano risolvibili aprendo a Roma un pub

in cui non si faccia sesso nei camerini...

(Anzi, semmai una dark-room con dei condom

potrebbe essere una soluzione!)

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Guest Petit.Prince

Tutto quello che ho evidenziato della realtà di Roma posso garantire sia vero. A meno che qualcuno non mi smentisca e non mi dia informazioni del tutto inedite. :) Comunque se credi che la mia concezione del sesso non possa conciliarsi a quella di arte, è perché del mio discorso non hai desunto, forse per mia mancanza di linearità, che è l'aspetto che si imprime del sesso e l'immagine che se ne diffonde in questo mondo è a mio avviso sbagliata. Se non sbaglio, tutti gli artisti che finora hai elencato sono morti. Vorrei che ne nascessero di nuovi, per quanto la loro vena, che ha riaperto le polle dell'omosessualità come sensibilità tutta speciale a servizio dell'arte, sarà per sempre inesauribile. Ma ogni epoca deve avere i suoi movimenti e i suoi contributi. Io ho aperto questo discorso sul forum per invitare tutti ad un'analisi più attenta delle dinamiche che ci circondano, per quanto non mi illudo che la mia possa esserla. Non era un appello rivolto alle forze dell'ordine, né ad Alemanno, né ai promoter, né ai ragazzi giovani. Era un appello rivolto a tutti. Esprimere un parere che non sia soltanto un avvaloramento positivo, ma anche una presa di coscienza delle nostre debolezze, e dico nostre perché anch'io ne sono coinvolto in quanto facente parte di queste comunità, non credo sia inadeguato. A Roma la situazione è questa, e non è una situazione attraente, né civile, sotto certi punti di vista. Di episodi di aggressività continuano a pullulare, di posti sordidi che ne sono in abbondanza, e pertanto io sto cercando di reagire di fronte a tutto ciò attraverso l'espressione di bisogni che possano fornire nuovi slanci. Penso che una società educata alla bellezza, sia una società che operi meglio, sia una società più equilibrata e mossa da idee nobili. Non penso che ciò che abbia detto sia un'illusione. Forse è un'utopia ricreare adesso un contesto nuovo, perché sia il trend, sia l'offerta, sia le abitudini, sono queste e non sarà certamente una voce a reindirizzare le varie facoltà di giudizio. Ma non è un'illusione aprire uno spazio in cui ricreare almeno in una prospettiva futura tutto questo. Il nostro mondo è ancora bersagliato e la collaborazione è essenziale affinché possa liberarsi da ancora parecchi problemi ben radicati che lo infettano, in questa società. Collaborazione è una parola significativa. E come si può raggiungere, se non attraverso un dialogo, che possa partire sia nella cerchia dei miei amici, sia su un forum come questo? Finora si è espresso semplicemente un ragazzo che accusa la scarsità di strutture ricettive per la sua comunità, che si lamenta dei luoghi dove il sesso incosciente è di pubblico dominio e il rischio di violenze fisiche ed importuni è elevato, e che non riesce a giustificare dentro sé l'associazione, che oggi per abitudine o per assuefazione, è stata instaurata, tra discoteca e dark room. Ieri sono stato io stesso alla presentazione di un libro, al gay village di Roma, e l'ho profondamente apprezzato. Ho fin da subito, infatti, ammirato questo centro messo a disposizione dalle autorità, che quest'anno hanno dato un appoggio senz'altro più evidente rispetto agli anni scorsi. Non so perché questi buoni propositi e questa insufficienza nel realizzarli possano destare sorpresa o reazioni che sembrano derivate da un attacco alla propria libertà. Come poter rendere consapevoli dei ragazzi delle loro esigenze e far sì che da tacite divengano espresse, se non cominciando dall'esprimersi? Io, nel mio piccolo, lo faccio sempre, e la nostra cerchia, sempre pronta ad accogliere nuove persone, condivide questa linea di pensiero. Per i luoghi di sesso non protetto, è una questione sia di decoro, sia di sicurezza, sia di prevenzione dell'HIV. Ho anche prima ribadito quanto prediligessi locali adibiti a queste pratiche, piuttosto che questi parchi all'aperto. Poi, il discorso relativo alla presenza massiccia di cruising club (ovvero di dark room con distributori di preservativi), piuttosto che ad altri centri di socializzazione, è il mio secondo punto di dibattito. Roma è questo. Ma accorrerò presto con qualche mio amico nei circoli che dispone, per sperimentare il loro ambiente e vedere quanto effettivamente incida all'interno della nostra mappa di capitale senz'altro limitata.

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Guest Petit.Prince

I locali battono senza dubbio i siti d'incontri. Nel locale ti basta 1 secondo per trovare i tipi con cui senti c'è chimica o ti piacciono, nei siti d'incontri perdi ore tra profili con descrizioni e foto che non rispecchiano quasi mai la realtà. Risultato: si perde tanto tempo e la poca gente decente con cui capita di chattare si crede Dio in Terra. Per non parlare di quelli che nelle descrizioni sono dei bravi ragazzi alla ricerca del grande amore e poi sono dei gran puttanieri. Il mio uomo l'ho conosciuto per casualità in un sito d'incontri, ma so benissimo di essere stato miracolato al massimo. Anche se ho avuto il grande risultato io non consiglierei per nulla i siti d'incontri. In realtà non consiglio nessun posto in particolare, l'amore alla fine si trova con forza di volontà e tanta fortuna purtroppo...

 

Condivido alla perfezione quanto hai detto sull'amore. Anch'io, ero stato miracolato così cry.gif

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Tutto quello che ho evidenziato della realtà di Roma posso garantire sia vero. A meno che qualcuno non mi smentisca e non mi dia informazioni del tutto inedite. :)

 

Non lo metto mica in dubbio.

Semplicemente mi pari - per tua stessa ammissione -

un po' disinteressato alle alternative reali, tutto qui.

 

Comunque se credi che la mia concezione del sesso non possa conciliarsi a quella di arte, è perché del mio discorso non hai desunto, forse per mia mancanza di linearità, che è l'aspetto che si imprime del sesso e l'immagine che se ne diffonde in questo mondo è a mio avviso sbagliata. Se non sbaglio, tutti gli artisti che finora hai elencato sono morti. Vorrei che ne nascessero di nuovi, per quanto la loro vena, che ha riaperto le polle dell'omosessualità come sensibilità tutta speciale a servizio dell'arte, sarà per sempre inesauribile. Ma ogni epoca deve avere i suoi movimenti e i suoi contributi.

 

Quindi l'immagine che si diffondeva negli anni '60 del sesso gay

- ai tempi di Pasolini - era l'immagine giusta?

Sul serio, non capisco dove tu voglia andare a parare.

Non so nemmeno chi per te oggi sia un "grande artista".

 

Non era un appello rivolto alle forze dell'ordine, né ad Alemanno, né ai promoter, né ai ragazzi giovani. Era un appello rivolto a tutti. Esprimere un parere che non sia soltanto un avvaloramento positivo, ma anche una presa di coscienza delle nostre debolezze, e dico nostre perché anch'io ne sono coinvolto in quanto facente parte di queste comunità, non credo sia inadeguato.

 

Ok, quali sono secondo te le nostre debolezze?

Il fatto che i ragazzi vanno in discoteca invece che al pub?

Il fatto che non frequentino cineforum per andare al battuage?

 

A Roma la situazione è questa, e non è una situazione attraente, né civile, sotto certi punti di vista. Di episodi di aggressività continuano a pullulare, di posti sordidi che ne sono in abbondanza, e pertanto io sto cercando di reagire di fronte a tutto ciò attraverso l'espressione di bisogni che possano fornire nuovi slanci. Penso che una società educata alla bellezza, sia una società che operi meglio, sia una società più equilibrata e mossa da idee nobili. Non penso che ciò che abbia detto sia un'illusione. Forse è un'utopia ricreare adesso un contesto nuovo, perché sia il trend, sia l'offerta, sia le abitudini, sono queste e non sarà certamente una voce a reindirizzare le varie facoltà di giudizio. Ma non è un'illusione aprire uno spazio in cui ricreare almeno in una prospettiva futura tutto questo. Il nostro mondo è ancora bersagliato e la collaborazione è essenziale affinché possa liberarsi da ancora parecchi problemi ben radicati che lo infettano, in questa società. Collaborazione è una parola significativa. E come si può raggiungere, se non attraverso un dialogo, che possa partire sia nella cerchia dei miei amici, sia su un forum come questo? Finora si è espresso semplicemente un ragazzo che accusa la scarsità di strutture ricettive per la sua comunità, che si lamenta dei luoghi dove il sesso incosciente è di pubblico dominio e il rischio di violenze fisiche ed importuni è elevato, e che non riesce a giustificare dentro sé l'associazione, che oggi per abitudine o per assuefazione, è stata instaurata, tra discoteca e dark room.

 

Non puoi semplicemente frequentare un circolo culturale?

Magari il Mario Mieli e il D-Gay Project ti faranno schifo;

ma almeno mi potrai dire: "Non offrono quello che cerco".

A Padova il Gruppo Giovani mangia insieme la pizza ogni mercoledì

e poi va insieme a un bar gay-friendly (senza dark).

Tu e i tuoi amici potete fare lo stesso, chiedendo un posto al Comune;

aprendovi a chiunque voglia partecipare.

Non serve solo collaborazione, serve principalmente iniziativa.

Gli spazi vanno conquistati e si conquistano con la visibilità.

Lascia stare i locali romani e affacciati sull'associazionismo:

e se non ti piace comincia a pensare a un'alternativa.

Ciascuna realtà locale deve fare il suo percorso:

noi abbiamo fatto il nostro, voi avete il vostro da fare.

I Village non nascono per caso: ci sono dei volontari che ci lavorano...

E giuro che le dark room non c'entrano nulla col volontariato :)

(Io mi faccio il culo per montare palchi e distribuire materiale sull'AIDS,

eppure sono anche un buon animale da orgia, un esibizionista e un "pervertito")

 

Ieri sono stato io stesso alla presentazione di un libro, al gay village di Roma, e l'ho profondamente apprezzato. Ho fin da subito, infatti, ammirato questo centro messo a disposizione dalle autorità, che quest'anno hanno dato un appoggio senz'altro più evidente rispetto agli anni scorsi. Non so perché questi buoni propositi e questa insufficienza nel realizzarli possano destare sorpresa o reazioni che sembrano derivate da un attacco alla propria libertà. Come poter rendere consapevoli dei ragazzi delle loro esigenze e far sì che da tacite divengano espresse, se non cominciando dall'esprimersi? Io, nel mio piccolo, lo faccio sempre, e la nostra cerchia, sempre pronta ad accogliere nuove persone, condivide questa linea di pensiero.

 

Ecco, bravo :)

Si comincia partecipando e si finisce organizzando :D

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DragoViola

Questo topic sembra un libro, ogni post è lungo più di una pagina.. francamente non mi va di leggere così tanto anche perchè sto facendo di tutto pur di non studiare e leggere i miei libri universitari :)

 

rispondo solo a questa citazione che ho letto

 

1 C'è chi dice che ciò che nasce in discoteca, muore in discoteca. Pensate sia vero?

 

Be io ho conosciuto il mio ragazzo in discoteca, stiamo insieme da 4 anni e per vari motivi non frequentiamo quasi più ne discoteche ne locali... quindi quella citazione è falsa. Cmq da quel poco che ho letto lasciati dire che ogni cosa è soggettiva , spesso nelle cose ci vuole la volontà che altro... non facciamoci trasportare dagli altri, ragioniamo con le nostre teste e non facciamo di tutta un'erba un fascio ;)

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Ilromantico

Non so se ho capito bene, ma se si sta ponendo il problema sull'eccessivo numero di discoteche e/o bar con darkroom, mi accodo alla 'critica'. Più che critica, è meglio dire che non capisco tutta questa associazione tra gay-sesso-divertimento. Per quali ragioni, a me sconosciute, il fine e il divertimento massimo dei gay single o promiscui deve rivolgersi per forza alle discoteche a cui è correllato il più delle volte il sesso in tutte le sue forme?Non mi pare che la controparte etero abbia bisogno di dark-room o ricerchi il divertimento solo nel sesso. Certo c'è qualche etero che va nelle dark-room o negli strip-club, ma stiamo parlando di percentuali irrisorie rispetto a quanto accade nel mondo gay. Perchè per molti gay, o almeno da quello che vedo io, l'uscita e il divertimento deve consistere solo nell'andare in un bar gay-friendly o in una discoteca?Io lo trovo davvero troppo limitante come idea di divertimento, con tutto quello che c'è da fare poi!

 

Quando sono stato a Barcellona l'offerta di locali gay consisteva in: 2-3 bar per bears, 1-2 bar gay-friendly (frequentati anche da etero), 2-3 discoteche, 3-4 bar gay con o senza dark room, 1 bar per gay di mezza età. Sesso e incontri. Abbastanza deludente come offerta, no?

 

Ora esattamente io non so com'è la situazione in Italia. Ma qui avendo il quartiere gay, abbiamo tutti i ristoranti, locali e librerie gay-friendly del mondo, ma il mio compagno è il primo a opporsi e a basare il divertimento e il nostro tempo libero solo in funzione di ambienti gay-friendly. "Abbiamo un'interà città a disposizione e mille cose da fare, perchè limitarci a fare le stesse cose e non godere interamente della città?" è quello che mi ha ribadito più di una volta, e come non essere d'accordo?:)

 

 

 

 

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Guest Petit.Prince

Questo topic sembra un libro, ogni post è lungo più di una pagina.. francamente non mi va di leggere così tanto anche perchè sto facendo di tutto pur di non studiare e leggere i miei libri universitari :)

rispondo solo a questa citazione che ho letto

Be io ho conosciuto il mio ragazzo in discoteca, stiamo insieme da 4 anni e per vari motivi non frequentiamo quasi più ne discoteche ne locali... quindi quella citazione è falsa. Cmq da quel poco che ho letto lasciati dire che ogni cosa è soggettiva , spesso nelle cose ci vuole la volontà che altro... non facciamoci trasportare dagli altri, ragioniamo con le nostre teste e non facciamo di tutta un'erba un fascio ;)

 

Certo, condivido pienamente il fatto che non bisogna assolutamente generalizzare, e forse la comunità gay può esser considerata proprio una di quelle più multiformi, complice l'evidenza di un problema sociale dove non sempre trova un ruolo ben certificato e che la muove ad attivarsi, sia fisicamente, sia emotivamente, convertendo i suoi pareri in azioni e in passioni, che forse sono tra loro alleate. Certamente sperimenta sfiducia e titubanze nella comunicazione familiare (anche se esistono poche esperienze più edificanti), cosa che sviluppa un'urgenza all'espressione e alla ribellione mentale che spesso sono causa di grandi movimenti intellettuali e di grandi errori, anche. Cose che ho vissuto in prima persona. Questa mia frase non era un'affermazione, in quanto non sono stato io a comporla, ma una semplice provocazione per favorire pareri che valutassero la conformazione attuale della discoteca. E' naturale che ogni individuo ci vada per ragioni proprie, con intenzioni diverse e con un'impostazione soggettiva, ma certamente l'assetto che viene ad essere codificato non agevola uno scambio umano spesso partecipe. Io parlo della realtà romana, in cui le discoteche pullulano di gente, e spesso ognuno ci va con la sua comitiva e raramente si fondano scambi interrelazionali tra una e l'altra. Sarebbe perfino bello incentivare i balli di coppia, a scapito, mi rendo conto, della musica da discoteca, alternando lenti e musica sudamericana alle hit dance di ieri e di oggi, benché personalmente le adori. E' la danza che sanno ballare tutti, me ne rendo conto, ma spesso non favorisce la nascita di contatti. Questo accade probabilmente anche nelle discoteche etero, ma prendendo atto dell'insufficienza di luoghi di socializzazione di cui disponiamo, è bene secondo me coltivare al massimo tutte le potenzialità che possano essere ricavate dal contesto della discoteca, che è quello nodale del nostro mondo, per affluenza e per eterogeneità, se vogliamo escludere il mondo della chat, che è pura virtualità e che, per quanto possa convertire un contatto in una bellissima relazione, come accade e come mi è accaduto tante volte, in ogni caso pregiudica molti stimoli che soltanto la fisicità diretta può garantire. :)

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Guest Petit.Prince

Non lo metto mica in dubbio.

Semplicemente mi pari - per tua stessa ammissione -

un po' disinteressato alle alternative reali, tutto qui.

Quindi l'immagine che si diffondeva negli anni '60 del sesso gay

- ai tempi di Pasolini - era l'immagine giusta?

Sul serio, non capisco dove tu voglia andare a parare.

Non so nemmeno chi per te oggi sia un "grande artista".

Ok, quali sono secondo te le nostre debolezze?

Il fatto che i ragazzi vanno in discoteca invece che al pub?

Il fatto che non frequentino cineforum per andare al battuage?

Non puoi semplicemente frequentare un circolo culturale?

Magari il Mario Mieli e il D-Gay Project ti faranno schifo;

ma almeno mi potrai dire: "Non offrono quello che cerco".

A Padova il Gruppo Giovani mangia insieme la pizza ogni mercoledì

e poi va insieme a un bar gay-friendly (senza dark).

Tu e i tuoi amici potete fare lo stesso, chiedendo un posto al Comune;

aprendovi a chiunque voglia partecipare.

Non serve solo collaborazione, serve principalmente iniziativa.

Gli spazi vanno conquistati e si conquistano con la visibilità.

Lascia stare i locali romani e affacciati sull'associazionismo:

e se non ti piace comincia a pensare a un'alternativa.

Ciascuna realtà locale deve fare il suo percorso:

noi abbiamo fatto il nostro, voi avete il vostro da fare.

I Village non nascono per caso: ci sono dei volontari che ci lavorano...E giuro che le dark room non c'entrano nulla col volontariato :)

(Io mi faccio il culo per montare palchi e distribuire materiale sull'AIDS,

eppure sono anche un buon animale da orgia, un esibizionista e un "pervertito")

 

 

Certo, condivido il fatto che bisogna attivarsi, organizzare, ma questa mia provocazione messa in atto qui mirava a scuotere un po' la coscienza sul meccanismo che vige all'interno della nostra comunità, per ravvisarne i punti deboli e poterla migliorare. Credo nel potere della parola, ma credo altrettanto a quello dei fatti. Che io abbia cominciato enucleando i lati che ci svantaggiano, penso sia il naturale sviluppo di un'iniziativa. :) Tu svolgi un operato nobile, all'interno del cantiere padovano, distribuendo materiale informativo. E ciò che hai detto inoltre in merito all'esistenza di tanti locali dove poter uscire, mi impressiona positivamente riguardo l'ambito in cui vivi, dove decisamente la configurazione attuale è ottima, pur con i dovuti progressi che vanno costantemente registrati. Non sapevo non fossi di Roma, ma sicuramente avrai avuto modo di respirare il nostro clima, e sicuramente ti renderai conto di quanto possa rivelarsi una realtà, per quanto più estesa, allo stesso tempo più dispersiva. L'offerta di due circoli omosessuali in un territorio contenente tre milioni di persone, è assolutamente scarsa. E con questo non smetto di ammirare la campagna da esse svolta, proprio perché poche e quindi costrette a lavorare con i pochi fondi di cui sicuramente disporranno, per tutte quelle che oggi non vengono formate, e grazie alle quali l'Euro Pride e il Gay Village oggi sono realtà fondanti di un panorama eccezionalmente cambiato. Ma ciò nonostante tutto non basta, e un risveglio da basso è l'unico modo per implementare i soccorsi alle nostre insufficienze. Non sono affatto disinteressato a queste dinamiche e impongo a me stesso, nonostante gli impegni accademici, di accedere a queste realtà portandovi i miei amici, con devozione. La nostra debolezza è nel non esprimerci sempre come dovremmo, avanzando le nostre esigenze giovanili e non e sottostando ad un sistema che, in quanto a comunità gay, è uniformato secondo le uniche prospettive del lucro. L'offerta è questa perché, ripeto sempre, la domanda vi combacia. Ho parlato qui per mobilitare la nostra domanda. Se si ha la voce per combinare un incontro, per promuovere una serata in discoteca tra amici e per frequentare locali o per evidenziare sul tracciato della nostra mappa i luoghi di battuage, allora dovrà essercene una altrettanto forte che dichiari il desiderio di più punti di arrivo. E si tratta di risvegliare questa voce in persone spesso timide, che non hanno la sana spudoratezza di combinare incontri in un locale. A Roma le stime sono queste. 80% di locali e luoghi dove il sesso è promulgato o accessorio, e 20% tra locali e circoli. Se esistono posti non commercializzati come i parchi in cui condividere una passione, con tutte le contraddizioni che essi presentano, allora gradirei anche posti non commercializzati dove portare la propria comitiva gay consapevoli di incontrarne di nuove, per una semplice discussione o chiacchierata. Vorrei che questo 20% potesse ampliarsi e per farlo bisogna riconoscere questa nostra debolezza di silenzio prolungato e attivarsi un po' di più. Forse questo non è il contesto più adatto per parlare di riforme interne, ma già il fatto che gli argomenti di discussione siano così vari e che così tante persone lo frequentino, e che sia allegato come link alla pagina internet del Mario Mieli, mi fa pensare che non sia del tutto fuori luogo la mia presa di coscienza. Non capisco perché ci concentriamo sulle mie affermazioni in merito alla carenza, al disinteresse presunto (che non penso di dimostrare e che può essere generato da fattori quali l'ignoranza effettiva e milioni di altre cause), o al bigottismo, e non si ribadisca insieme a me con forza quanto dinamiche quanto il sesso occasionale non regolamentato in dark o nei parchi possano contribuire a derive devastanti. Non ho ricevuto neppure una conferma o un appoggio o una parola di condivisione, sul rischio di essere importunati, di contrarre malattie e di essere aggrediti, nel frequentare un semplice luogo di battuage, sul degrado morale che ci provoca, sull'immagine distorta che ci guadagna. Forse sono argomenti banali, eppure cose simili andrebbero ripetute all'infinito. E questo non lo dico solo a te, che anzi, ti muovi nelle tue campagne di promozione sudando sette camice, lo dico a tutti. E' indispensabile informare le persone sul rischio di AIDS (e di molti altri pericoli patologici o non), ma è anche indispensabile stabilire una condotta efficace partendo dalla prevenzione nel quotidiano di una realtà romana tangibile come io la sto descrivendo e come quasi tutti la conoscono. Spero di battermi personalmente per riqualificare quell'area e per riqualificare la situazione generale, dando il mio piccolo contributo. Ma la collaborazione e la presa di coscienza di certe carenze nel sistema, è essenziale. L'iniziativa ha bisogno di collaborazione. La mia iniziativa è partita da una discussione su un forum. Se di collaborazione qui non ne incontro a sufficienza, ciò non mi farà demolire i miei slanci, ma certamente non mi avvia col sorriso in questa traiettoria che intendo perseguire. Tutto in me è mirato affinché tutti vivano meglio, niente di più e niente di meno... Le mie esigenze e le mie paure e le mie reazioni sbigottite di fronte a certi meccanismi, sono quelle di tutti. Avverto solo un po' di rilassatezza, ma spero non si tratti di questo e abbia capito male. Sono pronto a rivedere questa sensazione di sconforto :)

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cerco di spiegare meglio quello che ho scritto prima, non tollero la doppia morale secondo la quale un etero può fare quello che gli pare mentre un gay dovrebbe vivere la sessualità con una certa pesantezza, il problema è che sono i gay i primi a fare questi ragionamenti. se la maggior parte dei gay vuole incontrarsi solo per sesso sono esclusivamente affari personali che non riguardano la "comunità". non è una questione di "dobbiamo pensare a cosa fanno gli etero" quanto piuttosto "se gli etero non si fanno problemi morali neppure noi abbiamo motivo di farcene".

per quanto riguarda l'hiv è giusto e doveroso informarsi, ma dopo questo diventa una scelta personale, sia per gay che per etero, anche qui non sono d'accordo col problema morale, è un problema sanitario, l'aids non è mica una punizione per la promiscuità. mentre per i battuage diventa un problema della legge.

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Hinzelmann

Petit Prince prenditela con il Romantico.

 

Se lui ed il suo fidanzato vogliono godersi

l'intera città e non rinchiudersi nel "ghetto"

della socialità gay è ovvio che diventa difficile

migliorare la situazione...

 

Quindi ciò che ci frega è il romanticismo :cheesy:

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Mettiamola così.

Io direi che mi sbatto abbastanza;

alla tua età ancora più di ora.

E direi che mi piace anche molto il sesso promiscuo.

Hai capito perché corri il rischio di alterarmi?

Il sesso occasionale non c'entra nulla

con la pigrizia e la superficialità dei gay.

 

Tu hai bisogno di concentrarti sui tuoi problemi locali

e le dark e i battuage NON sono sono parte dei tuoi problemi.

 

Sarebbe come dire che è colpa delle prostitute

se i giovani d'oggi non si interessano di teatro, dai!

E' un discorso che non ha alcun senso.

 

Appena hai capito su cosa vuoi intervire

(lotta contro l'omofobia, prevenzione dell'HIV,

ottenere le uniovi civili, fare delle feste per socializzare)

ti basta metterti in contratto con qualche ragazzo come te

e preparare un programma di lavoro :)

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Guest Petit.Prince

cerco di spiegare meglio quello che ho scritto prima, non tollero la doppia morale secondo la quale un etero può fare quello che gli pare mentre un gay dovrebbe vivere la sessualità con una certa pesantezza, il problema è che sono i gay i primi a fare questi ragionamenti. se la maggior parte dei gay vuole incontrarsi solo per sesso sono esclusivamente affari personali che non riguardano la "comunità". non è una questione di "dobbiamo pensare a cosa fanno gli etero" quanto piuttosto "se gli etero non si fanno problemi morali neppure noi abbiamo motivo di farcene".

per quanto riguarda l'hiv è giusto e doveroso informarsi, ma dopo questo diventa una scelta personale, sia per gay che per etero, anche qui non sono d'accordo col problema morale, è un problema sanitario, l'aids non è mica una punizione per la promiscuità. mentre per i battuage diventa un problema della legge.

 

Continuo, forse per mia mancata capacità di analisi, a rintracciare contenuti inquietanti... Forse dovrei invitare qualcuno a darmi lezioni per una buona lettura degli interventi! :D Non comprendo l'origine di questa "doppia morale"... La morale, secondo me, è univoca, e dovrebbe interessare tutti imprescindibilmente, se i suoi obiettivi sono quelli della felicità comune, del buon vivere, della sopravvivenza, dell'armonia. Pensi che considerare il sesso occasionale in mezzo ai parchi un pericolo per ciò che produce a chi lo consuma e per ciò che incoraggia, per chi può molestare o aggredire (e in questo senso gay ed etero sono chiamati entrambi in causa), significa connotare il sesso di pesantezza? :o La comunità ha il dovere di assicurare la piena libertà delle nostre funzioni, ma purché questa non mini la libertà altrui. Tutti hanno il diritto di frequentare certi luoghi senza timore e senza bandirli dalla loro mappa fisica. E tutti hanno diritto ad essere scoraggiati nel contrarre malattie. Mi fa male pensare che ci siano molte persone che magari agiscono non per pura attrattiva verso il sesso all'aperto e semplicemente per pura solitudine o malessere personale, che debbano rischiare tanto senza essere scoraggiate nell'affrontare certe pratiche incoscienti. Assistere e tacere è essere complici, è una frase che va molto di moda, ultimamente, e sono contento sia stata ripresa con forza. L'AIDS è derivazione diretta della promiscuità, insieme ai fattori delle mancate precauzioni. E il problema della legge, è un problema che riguarda tutti. Ognuno di noi è sottoposto ad essa, e ognuno di noi deve imprimere comportamenti e campagne giuste per scoraggiare gli altri a non infrangerla. Là dove si infrange da un lato, le ricadute ripiovono anche su di noi, è inevitabile. Se gli etero non si fanno questi problemi, che poi non riguardano solo l'ambito morale, ma tutto ciò che internamente implica, ovvero il rispetto, la dignità personale, la sicurezza e la felicità, almeno a mio avviso, non basta ciò per escluderci noi dal farcene, per vivere meglio. Non penso che vivere la leggerezza spregiudicata del sesso, faccia bene a qualcuno, anzi. E come non farebbe bene a noi, non farebbe bene a loro... :) Cerchiamo, ripeto, di dare noi per primi il buon esempio. Con tutta la sofferenza che la nostra storia, per secoli, ha dimostrato di essere stata patita da noi, con tutte le nostre battaglie, i nostri problemi e i nostri superamenti, con tutte le nostre bellissime espressioni, meritiamo penso un posto in società tale da poter dare un esempio. Se stiamo stati vittima di intolleranze, è proprio in virtù della saggezza conquistata attraverso l'ingiustizia, che dovremmo essere i primi promotori di un sistema migliore. Se, dopo tutto ciò che abbiamo passato come comunità, a prescindere dagli episodi personali di cui ognuno è vittima, non abbiamo deciso di prendere in mano il nostro orgoglio, la nostra fierezza e le nostre capacità e a farci fautori di un modello inviolabile, a cosa è servito tutto questo? :o

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Guest Petit.Prince

Mettiamola così.

Io direi che mi sbatto abbastanza;

alla tua età ancora più di ora.

E direi che mi piace anche molto il sesso promiscuo.

Hai capito perché corri il rischio di alterarmi?

Il sesso occasionale non c'entra nulla

con la pigrizia e la superficialità dei gay.

Tu hai bisogno di concentrarti sui tuoi problemi locali

e le dark e i battuage NON sono sono parte dei tuoi problemi.

Sarebbe come dire che è colpa delle prostitute

se i giovani d'oggi non si interessano di teatro, dai!

E' un discorso che non ha alcun senso.

Appena hai capito su cosa vuoi intervire

(lotta contro l'omofobia, prevenzione dell'HIV,

ottenere le uniovi civili, fare delle feste per socializzare)

ti basta metterti in contratto con qualche ragazzo come te

e preparare un programma di lavoro :)

 

Non capisco questa alternanza tra faccine sorridenti e pseudo moniti di rischio di alterarti. Non hai alcun diritto di rivolgerti a me con queste espressioni che non danno onore alla tua identità. Proprio in quanto attivista, dovresti maturare un atteggiamento di vigilanza sulle tue reazioni e sull'analisi precisa di ciò che ti capita sotto mano. Io sono il primo che ha ricavato del buono dai tuoi interventi, spendendo parole di ammirazione che in ogni caso non pregiudicavano l'apologia della mia veduta, così come di quella di migliaia di altri ragazzi della mia età. Lasciamoci ogni tanto alle spalle le nostre convinzioni così radicate e lasciamoci penetrare anche dal giudizio altrui, senza bisogno di prevalere usando frasi che non hanno affatto contribuito a mettere in luce problemi che assediano la nostra realtà, con il grassetto e apostrofi poco felici. E siccome i miei obiettivi sono obiettivi di ordine di felicità comune e di armonia comune, non vedo perché tu debba sentirti rimorsi. Adesso perfino le rivendicazioni per una società migliore, sono origine di offese sul piano personale. Hai fatto confusione tra il rapporto che ho stipulato tra offerta ricettiva e luoghi di battuage. Ho ribadito più di una volta quanto siano due dinamiche non interrelate. Non ho detto che l'esistenza dei luoghi di battuage scoraggia il gay a recarsi a teatro, anche perché l'ho fatto tantissime volte. Ho detto che non è possibile che la mappa della nostra comunità metta in evidenza questi luoghi e venga distribuita nei locali. E' inaccettabile per chiunque abbia un minimo di senso dell'amor proprio e del buon senso. Non voglio che il turista che venga a Roma entri in contatto con questa legalizzazione spregiudicata e che, ripeto, comporta rischi enormi di molestie e di aggressioni e di contrazione di malattie, non voglio che lo faccia neppure il mio amico, quando mi guarda con sguardo rinunciatario pensando che non abbiamo altre fonti di svago. Non capisco perché il mondo gay sia un mondo vietato ai minori di 18 anni. Parliamo di adozioni e di bambini, cosa bellissima e giusta, e poi ci lasciamo prendere tra le mani una mappa in cui il sesso è al primo posto. Ripeto per l'ennesima volta che quasi tutti gli sponsor si riducono a cruising bar e che i luoghi di battuage figurano pesantemente, anche sul web. Un minore che dovesse vedere tutto questo, cosa dovrebbe pensare della comunità a cui appartiene? Nessuno ti viola perché ami il sesso promiscuo perché sei sicuramente una persona responsabile, ma non puoi sminuire questi dati allarmanti e non puoi ridimensionarli invitandomi a non farti alterare. Io mi batterò certamente, nella mia realtà romana, sia per le promozioni di feste e luoghi di scambio da allestire, sia per la prevenzione all'AIDS, sia perché il nostro mondo sia alla portata di tutti e risulti più eterogeneo di quanto la pubblicità e le abitudini di pochi non vogliano farlo apparire. Se volessimo dare il buon esempio agli etero con tutto questo, mi dispiace ma è una battaglia persa. E siccome io voglio dare il mio buon esempio e voglio invitare anche gli etero ad atteggiamenti migliori, partendo dai miei amici, siccome non sono un politico che fa comizi, parlerò sempre di questo. Pigrizia e superficialità poi sono attributi che hai ricavato tu. Io ho parlato di timidezza, che è ben altra dinamica, e ho parlato di rilassatezza nel non ammettere che certe cose sono inammissibili, in una comunità bella quanto la nostra. Non avverto nessun segno di collaborazione, ma fortunatamente conosco altre persone che mi offriranno questo raro esempio di umanità. Mi rendo conto che la realtà romana non interessi a tutti. Ma se anche a Roma accade un episodio spiacevole, ciò ricade sul mondo intero. Facciamo parte dello stesso contesto, e piuttosto che inveire, dovremmo lavorare assieme per migliorare le cose. Tu lo fai, eppure qui non mi hai dimostrato di penetrare nel mio panorama con sguardo solidale :)

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