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In una società moderna non c’è spazio per la cultura?


Silverselfer

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Sarebbe lungo l’elenco delle dichiarazioni rilasciate daipolitici che identificano la cultura come un vizio per radical chic. Voglioricordare solo Fioroni che perorando la bontà della riforma Gelmini il giornodel J’accuse berlusconiano a Fini, identificò la scuola come il luogo dovefinalmente s’insegnava un lavoro, definendo i ragazzi che protestavano comenulla facenti adepti del nichilismo che odia la vita. Di volta in volta si ègiunti alla proposta di legge di questi giorni in cui si accusano i testiscolastici di essere comunisti e implicitamente diventare il mezzo con cui iprofessori sovversivi diffondono l’antiberlusconismo. Ora non vorreisoffermarmi su quanto ci sia di vero in queste affermazioni, anche perchéviviamo in una nazione la cui storia è legata almeno per il 90% a doppio filocon quella dei “papi”; e chi la propone una settimana fa ha proposto di abolirela legge che impedisce la ricostituzione di un partito fascista in Italia esancisce il reato di apologia del fascismo.

 

Io voglio invece riflettere sull’idea di società moderna chequesti signori hanno in mente. Lo faccio proponendovi la lettura di un brano di Fahrenheit 451, per ilvero lo avevo preparato per la riflessione sulla prostituzione di Almadel, madurante questo lungo pomeriggio di protesta, mi sono reso conto che questobrano ci può far davvero riflettere su che binario ci siamo messi.

 

NB: Il dialogo è stato decontestualizzato diventandouna sorta di monologo.

 

Il comandanteBeatty cerca di convincere il protagonista sulla bontà della loro missione divigili incendiari che bruciano i libri.

 

 

 

«Quando ha avuto origine questo nostro lavoro, tu vuoi sapere, non è vero? Come si determinò e dove e quando? (…) Il fatto è che lanostra società non ha vissuto bene che quando la fotografia ha cominciato a vivere di vita propria. Poi … il cinematografo nella prima metà del ventesimo secolo. La radio, la televisione … Le cose cominciarono allora ad avere massa.E poiché avevano massa, divennero più semplici. Un tempo i libri si rivolgevanoa un numero limitato di persone, sparse su estensioni immense. Ed esse sipotevano permettere di essere differenti. Nel mondo c’era molto spaziodisponibile, allora. Ma in seguito il mondo si è fatto sempre più gremito diocchi, di gomiti, di bocche. La popolazione si è raddoppiata, triplicata,quadruplicata. Film , radio, riviste, libri si sono tutti livellati su un pianominimo, comune, una specie di norma dietetica universale.

 

 

 

M’intendi? Immagina tu stesso: L’uomo deldiciannovesimo secolo coi suoi cavalli, i suoi cani, carri, carrozze, dal motogenerale lento. Poi, nel ventesimo secolo, il moto si accelera notevolmente. Ilibri si fanno più brevi e sbrigativi, riassunti. Scelte. Digesti. Giornalitutti titoli e notizie, le notizie praticamente riassunte nei titoli. Tuttoviene ridotto a pastone, a trovata sensazionale, a finale esplosivo.

 

 

 

Le opere dei classici ridotte così da poter esserecontenute nei quindici minuti di programma radiofonico, poi riassunte ancora inmodo da stare in una colonna a stampa, con un tempo di lettura non superiore aidue minuti; per ridursi alla fine a riassuntivo di non più di dieci, dodicirighe di dizionario (…) “Ora finalmente potrete leggere tutti i classici; nonsiate inferiori al vostro collega d’ufficio!”. Capisci? Dalla nurseryall’università e da questa di nuovo alla nursery. Questo l’andamento degliuomini degli ultimi secoli.

 

 

 

Basta seguire l’evoluzione della stampa popolare:Clic! Pic! Occhio, Bang, Ora, Bing, Là! Qua! Su! Giù! Guarda! Fuori! Sali!Scendi! Uff! Clac! Eh? Pardon! Etcì! Uh! Grazie! Pim, Pum, Pam! Questo iltenore dei titoli. Sunti dei sunti. Selezione dei sunti della somma dellesomme. Fatti e problemi sociali? Una colonna, due frasi, un titolo. Poi,mezz’ora, tutto svanisce. Il cervello umano rotea in ogni senso cosìrapidamente, sotto la spinta di editori, sfruttatori, radio speculatori, che laforza centrifuga scaglia lontano e disperde tutto l’inutile pensiero, buonosolo a farti perdere tempo.

 

 

 

La durata degli studi si fa sempre più breve, ladisciplina si allenta, filosofia, storia, filologia abbandonate, lingua eortografia sempre più neglette, fino ad essere quasi del tutto ignorate. Lavita diviene una cosa immediata, diretta, il posto è quello che conta, inufficio o in fabbrica, il piacere si annida ovunque, dopo le ore lavorative.Perché imparare altra cosa che non sia premere bottoni, girare manopole,abbassar leve, applicar dadi e viti? La chiusura lampo ha spodestato i bottonie un uomo ha perduto quel po’ di tempo che aveva per pensare, al mattino,vestendosi per andare al lavoro, ha perso un’ora meditativa, filosofica, perciòmalinconica. La vita così diviene un’immensa cicalata senza costrutto, tuttodiviene un’interiezione sonora e vuota …

 

 

 

Basterà vuotare i teatri, di tutto ma non deipagliacci, e fornire ogni stanza di pareti di vetro, con bei disegni policromiche salgono e scendono su queste pareti, come coriandoli, o sangue, o sherry, oborgogna. Ti piace il baseball? E ti piace giocare a bocce? E a golf?Pallacanestro? Biliardo! Boccetta? Palla ovale? Più sport per uno, spirito digruppo, divertimento, svago, distrazioni e tu non pensi, no? Organizzare,riorganizzare, super organizzare super super sport! Più vignette umoristiche,più fumetti nei libri! Più illustrazioni ovunque! La gente assimila sempremeno. Tutti sono sempre più impazienti, più agitati e irrequieti. Le autostradee le altre strade di ogni genere sono affollate di gente che va un po’ dappertutto,ovunque, ed è come se non andasse in nessun posto. I profughi della benzina,gli erranti del motore a scoppio. Le città si trasformano in auto-alberghiambulanti, la gente sempre più dedita al nomadismo va di località in località,seguendo il corso delle maree lunari, passando la notte nella camera dove seistato tu oggi e io la notte passata.

 

 

 

(…) I personaggi di questo libro, di questa commedia,di questo programma della Tv non rappresentano il benché minimo riferimento oallusione a reali pittori, cartografi, meccanici di qualsiasi città o paese.Più vasto è il mercato meno le controversie che ti viene comporre. Tutte leminoranze (etniche) fino alle più infime, vanno tenute bene, col loro bagnettoogni mattina. Scrittori, la mente pullulante di pensieri malvagi, chiudono achiave le loro macchine da scrivere … tutto questo è avvenuto! Le riviste periodichedivennero un gradevole miscuglio di tapioca alla vaniglia. I libri, così icritici, quei maledetti snob, avevano proclamato, erano acqua sporca dasguatteri. Nessuna meraviglia che i libri non si vendessero più, dicevano icritici; ma il pubblico, che sapeva ciò che voleva, con una felice diversione,lasciò sopravvivere libri e periodici a fumetti. Oltre alle riviste erotiche atre dimensioni, naturalmente.

 

 

 

(…) Non è stato il governo a decidere: non ci sonostati in origine editti, manifesti, censure, no! Ma la tecnologia, losfruttamento delle masse e la pressione delle minoranze hanno raggiunto loscopo, grazie a Dio! Oggi grazie a loro tu puoi vivere sereno e contento perventiquattro ore al giorno, hai il permesso di leggere i fumetti, tutte lenostre care vecchie confessioni con i bollettini e i periodici commerciali.

 

 

 

(…) E’ la cosa più logicamente conseguente, chediamine! A misura che le scuole mettevano in circolazione un numero crescentedi corridori, saltatori, calderai, malversatori, truffatori, aviatori enuotatori, invece di professori, critici, dotti e artisti, naturalmente iltermine “intellettuale” divenne la parolaccia che meritava di diventare. Siteme sempre ciò che non è familiare. Chi di noi non ha avuto in classe, daragazzini, il solito primo della classe, il ragazzo dall’intelligenzasuperiore, che sapeva sempre rispondere alle domande più astruse mentre glialtri restavano seduti come tanti idoli di legno, odiandolo con tutta l’anima?Non era sempre questo ragazzino superiore che sceglievi per le scazzottature ei tormenti del doposcuola? Per forza! Noi dobbiamo essere tutti uguali. Non èche uno nasca libero e uguale, come dice la costituzione, ma ognuno viene fattouguale. Ogni essere umano a immagine e somiglianza di ogni altro; dopo che sonotutti felici, perché non ci sono montagne che ci scoraggino con la loro altezzada superare, non montagne sullo sfondo delle quali si debba misurare la nostrastatura! Ecco perché un libro è un fucile carico, nella casa del tuo vicino.Diamolo alle fiamme! Rendiamo inutile l’arma. Castriamo la mente dell’uomo. Chisa chi potrebbe essere il bersaglio dell’uomo istruito?

 

 

 

(…) devi ricordarti che la nostra civiltà è così vastache non possiamo permettere alle nostre minoranze di essere in uno stato diturbamento e agitazione. Domandatelo anche tu: che cosa preme, in questo paese,avanti e soprattutto? Gli esseri umani vogliono la felicità, non è vero? Non èquello che sentiamo dire da quando siamo al mondo? Voglio un po’ di felicità,dice la gente. ebbene, non l’hanno forse? Non li teniamo in continuo movimento,non diamo loro ininterrottamente svago? Non è per questo che in fondo viviamo? Per il piacere e i più svariati titillamenti?E tu non potrai negare che la nostra forma di civiltà non ne debba inabbondanza, di titillamenti …

 

 

 

La gente di colore non ama “Little black sambo”.Diamolo alle fiamme. Qualcuno ha scritto un libro sul tabacco e il cancro aipolmoni? I fabbricanti e i fumatori di sigarette piangono? Alle fiamme illibro! Serenità, Montag. Pace, Montag. Le tue battagliee combattile in sordina,meglio ancora, buttale nel forno creatorio. I funerali sono dolorosi e pagani?Annulliamo anche i riti funebri. Cinque minuti dopo la sua morte, un individuoè già a bordo d’uno degli elicotteri per il servizio rapido delle salme aicrematori di tutta la nazione. Dieci minuti dopo la sua morte, lo stessoindividuo non è che un granello di polvere nera, un frammento di fuliggine. Enon stiamo a perderci in chiacchiere sugli uomini la cui fama va eternata neiservizi funebri. Non ci pensiamo nemmeno! Bruciamo tutto, bruciamo ogni cosa!Il fuoco è la luce e soprattutto è purificazione!

 

 

 

(…) L’ambiente domestico può distruggere gran parte diquello che cerchi di costruire nella scuola. E’ per questo che abbiamo semprepiù abbassato l’età minima in cui è obbligatorio frequentare gli asiliinfantili, al punto che oggi strappiamo il bambino dall’ambiente familiarepraticamente quand’è ancora in fasce.

 

 

 

(…) Per fortuna eccentrici come lei (Clarisse) se neincontrano pochi. Sappiamo come correggerli fin da quando sono ancora piccini.Non puoi costruire una casa senza chiodi e legname. Se vuoi che la casa non sicostruisca, fa sparire chiodi e legname. Se non vuoi un uomo infelice permotivi politici, non presentargli mai i due aspetti di un problema, o lotormenterai; dagliene uno solo; meglio ancora, non proporgliene nessuno. Fa’che dimentichi che esiste una cosa come la guerra. Se il governo èinefficiente, appesantito dalla burocraziae in rpeda a delirio fiscale, megliotutto questo che non il fatto che il popolo abbia a lamentarsi. Pace, Montag.Offri al popolo gare che si possono vincere ricordando le parole di canzonimolto popolari, o il nome delle capitali dei vari Stati dell’Unione o laquantità di grano che lo Iowa ha prodotto l’anno passato. Riemepi loro i cranidi dati non combustibili, imbottiscili di “fatti” al punto che non si possanopiù muovere tanto son pieni, ma sicuri d’essere “veramente bene informati”.Dopo di che avranno la certezza di pensare, la sensazione del movimento, quandoin realtà sono fermi come un macigno. E saranno felici, perché fatti di questogenere sono sempre gli stessi. Non dar loro niente di scivoloso e ambiguocome la filosofia o la sociologiaaffinché possano pescare con questi ami fatti ch’è meglio restino dove sitrovano. Con ami simili, pescheranno la malinconia e la tristezza. Chiunquepossa far scomparire una parete TV e farla riapparire a volontà, e lamaggioranza dei cittadini oggi può farlo, sarà sempre più felice di chiunquecerchi di regolo - calcolare, misurare echiudere in equazioni l’Universo, il quale del resto non può esserlo se nondando all’uomo la sensazione della sua piccolezza e della sua bestialità eun’immensa malinconia. Lo so, perché ho tentato anch’io; ma al diavolo cose delgenere. Per cui, attaccati ai tuoi circoli sportivi e alle tue gite, ai tuoiacrobati e ai tuoi maghi, ai tuoi rompicolli, autoreattori, moto elicotteri,donne e eroina, e a ogni altra cosa che abbia a che fare coi riflessicondizionati. Se la commedia non vale niente, se il film non sa di nulla, se lamusica è sorda, punzecchiami col pianoforte elettronico, fragorosamente. Iocrederò di rispondere soltanto di unareazione tattile alla vibrazione. Ma che importa? Tanto a me piacciono idivertimenti solidi e compatti.

 

 

 

Ora devo andarmene. La lezione è finita. Spero di averun po’ chiarito la sitazione. Ma la cosa che devi ricordare, Montag, è che noisiamo gli “Happiness Boys”, i militi della gioia, tu, io, gli altri incendiari.Noi ci opponiamo alla meschina marea di coloro che vogliono rendere ogni altro infelicecon teorie e ideologie contraddittorie. Siamo noi che abbiamo messo mano alladiga. Teniamo duro. Non lasciamo che il torrente della tristezza e delpessimismo inondi il pianeta.

 

 

 

(…) Un’ultima cosa. Almeno una volta, nella suacarriere, un milite del fuoco sente un prurito: che cosa dicono i libri? Sichiede. (…) Ebbene ti do la mia parola, Montag, ne ho letto qualcuno, ai mieitempi, per sapere cosa dovessi combattere, e ti posso assicurare che non dicononulla! Nulla che tu possa credere o insegnare. Parlano di persone che nonesistono, frutto dell’immaginazione, quando si tratti di narrativa. E se non sitratta di narrativa, sono cose ancorapeggiori, diatribe tra professori che si danno reciprocamente dell’idiota, urladi filososfi alla gola l’uno dell’altro. E tutti corrono affannati qua e là, aspegnere le stelle e ad offuscare il sole. Ne esci, alla fine, perduto. ».

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@Silver Surger è molto bello il brano che hai postato ...io non ho letto il libro ma ora vedo di procurarlo questo Farheneit 451....che dire io credo che questo ragionamento sia valido non solo per tutti i libri ma anche tutti i media internet compresa....poi credo che non sarà questione di ventenni...purtroppo è cambiata la civiltà hanno vinto i cattivi il grande fratello di Orwell si sta imponendo a livello planetario e in futuro andrà sempre peggio....ma noi non dobbiamo gettare la spugna perchè nei secoli avenire forse ci sarà una nuova coscienza ...onoltre una catastrofe ecologica potrà mettere fine a questo modello di sviluppo globalizzato e chi sopravviverà vedrà (ma potrebbero anche non esserci sopravvisuti se prevale un catastrofismo ecologico di tipo nucleare, oltre che quello geofisico, il buco nell'ozono, il petrolio eccetera)

 

 

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