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Pratiche del sé e nuove forme di amicizia


schopy

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Propongo una relazione -presentata da una simpatica amica, un po' frociarola, ad un corso su Foucault qui all'Università- sul tema, squisitamente foucaultiano, di come si realizzino nuove soggettività a partire da "pratiche di liberazione" e non di "assoggettamento". Il discorso incrocia in particolare anche pratiche sessuali SM e ne evidenzia la peculiarità di nuove "forme d'amicizia":

 

Nell’articolo "Un’esthétique de l’existance" il giornalista che intervista Foucault afferma :

 

Non è un mistero […]: non c’è soggetto nell’opera di Foucault. I soggetti sono sempre assoggettati, sono il punto di applicazione di tecniche, discipline normative, ma non sono mai soggetti sovrani.

 

Questa particolare concezione del soggetto si costituisce in opposizione a quella psicanalitica  che interpreta il soggetto del desiderio come un universale, del quale sia possibile conoscere l’intrinseca verità, ma anche contro il soggetto fenomenologico, sempre uguale a sé nella storia, condizione dell’esperienza e presupposto necessario di ogni speculazione ed indagine.

Il soggetto in Foucault è invece effetto della contingenza, prodotto da dispositivi, attraversato da linee di soggettivazione e di assoggettamento. Foucault risponde al giornalista distinguendo tra questi due attraversamenti: da una parte, il soggetto si costituisce attraverso « pratiche di assoggettamento », dall’altra, più autonomamente, attraverso « pratiche di liberazione » (o di libertà). Questo non avviene in maniera disordinata, ma secondo l’osservazione di « regole, stili, convenzioni », come accadeva nell’Antichità.  Si veda ad esempio il caso dell’ « isomorfismo sessuale », citato da Artemidoro nell’Onirocriticon, che spiega come i rapporti sessuali altro non siano che delle traduzioni dei rapporti sociali: i codici comportamentali e i rapporti di forza permangono, sono tutt’altro che assenti nella relazione erotica. La regola fondamentale è : tanto che un rapporto sessuale rispetta la relazione sociale esistente tra le persone coinvolte nell’atto, esso è legittimo . Ad esempio, il rapporto omosessuale è legittimo se chi svolge il ruolo di attivo è la persona gerarchicamente più importante : un maestro, o un uomo libero. Uno schiavo o un giovane che adotti lo stesso ruolo sovverte le regole di comportamento e chi viene sottomesso da una persona socialmente inferiore si copre di ridicolo e di vergogna.

 

L’esperienza antica si distingue dalle successive proprio per il fatto di non assumere, come elemento principale di riflessione, il desiderio nella sua natura e nella sua origine, o l’istinto sessuale, nella sua forma normale o patologica. Essa si concentra su un insieme inscindibile di atti (aphrodisia), di piacere (hedone) e di desiderio (epithumia), naturalmente presente in ogni uomo, per assicurare il perpetuarsi del genere umano.

 

Ma anche se è vero che gli aphrodisia sono naturalmente presenti in ciascuno , è opportuno educare i piaceri, farne « buon uso » (chresis) :

 

Foucault sottolinea con insistenza la differenza che intercorre tra il mettere in opera queste strategie e l’obbedienza ad un sistema di leggi e di divieti. Se l’esperienza attuale della sessualità si basa, oltre che sulla definizione della norma, su un partage tra pratiche e desideri leciti e illeciti, l’idea di uso stabilisce invece alcuni principi generali che ogni individuo adatterà alla propria condizione, dando luogo ad uno "stile" moderato di comportamento a proposito degli aphrodisia.

 

Il soggetto, privo di verità precostituita, deve trasformarsi per « diventare quello che è »: un soggetto in divenire che non trova mai corrispondenza definitiva con sé stesso. Il divenire in Foucault indica il lavoro di ascesi (askesis)  che va compiuto su di sé per trasformarsi e per far emergere quel « sé stesso » che non si raggiunge mai. Questo lavoro s’iscrive all’interno di un percorso che pone la questione dell’etica: il soggetto può ritargliare uno « spazio etico » quando si dis-assoggetta  (o meglio, quando si soggettivizza) tentando di produrre una differenza da sé che è creatrice, innovatrice. Questa differenza si oppone alle linee di assoggettamento che lo attraversano, sempre situandosi all’interno di un percorso di soggettivazione. L’etica è quindi, in sintesi, il lavoro su di un sé assoggettato, non è un nucleo che possiamo preservare dall’azione delle relazioni di potere. In questo senso, ripensare i greci diventa un’opportunità : cambiando prospettiva, è allora possibile considerare quelle che sono comunemente definite perversioni come nuovo modo di vivere il proprio desiderio. Foucault parla di « laboratoires d’expérimentation sexuelle » in riferimento alle pratiche sadomasochiste, che considera come controparti odierne delle corti medievali. Le corti imponevano determinati codici di corteggiamento: nel caso del sadomasochismo, la possibilità di utilizzare ogni parte del corpo come strumento di piacere permette di togliere centralità all’aspetto sessuale del desiderio, delocalizzandolo.

Questo ragionamento si lega a quello inerente le nuove forme di amicizia , intese come l’opportunità di produrre relazioni che non siano istituzionalizzate, che lascino libera la capacità creativa, sfuggendo all’inquadramento della norma e determinando così una resistenza. La comunità omosessuale ha l’opportunità storica secondo Foucault, sfruttando la propria posizione sociale liminare, di liberare le « virtualità relazionali », ovvero di diversificare le modalità di relazionarsi e di sovvertire i rapporti inquadrati in dinamiche istituzionali :

 

…les relations d’amitié […] jouaient un rôle considérable, mais il y avait toute une sorte d’encadrement institutionnel souple – même s’il était parfois contraignant – avec un sistème d’obligations, de charges, de dévoirs réciproques […]. Je ne veux aucunement dire qu’il faut réproduire ce modèle. Quand vous lisez un témoignage de deux amis de cette époque, vous vous demandez toujours ce que c’est réellement. Faisaient-ils l’amour ensemble ? Avaient-ils une communauté d’intérêts ? Vraisemblablement, aucune de ces choses là – ou les deux. […] Il faut renverser les choses, et, plutot que de dire ce qu’on a dit à un certain moment : « Essayons de réintroduire l’homosexualité dans la normalité générale des relations sociales », disons le contraire : « Mais non! Laissons-la échapper dans toute la mésure du possible au type de relations qui nous est proposé dans notre société, et essayons de créer dans l’éspace vide où nous sommes des nouvelles possibilités relationnelles. » En proposant un droit relationnel nouveau, nous verrons que des gens non homosexuels pourront enrichir leur vie en modifiant leur propre schéma de relations.

 

Foucault non ne parla direttamente, ma è contemporaneo anche ad altri esperimenti di nuova socialità quali quelli dei gruppi femministi non-misti. L’importanza delle riflessioni foucaultiane nello sviluppo degli studi di genere (oltre che in altri ambiti quali gli studi postcoloniali) è dimostrata dalla riconoscenza intellettuale che dimostrano autrici femministe quali Adriana Cavarero . Un altro ambito teorico che si è sviluppato a partire dalle riflessioni di Foucault in materia di corpo e sessualità è quello della teoria queer  ("queer" è l’aggettivo anglosassone che indica in maniera dispregiativa l’omosessualità). Tale corrente di pensiero si sviluppa tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta, a partire da autori quali Judith Butler e Eve Kosofsky Sedgwick, in opposizione al discorso dominante su questioni di genere e pensiero LGBTQI. Si distingue per il rifiuto di produrre discorsi a partire da identità definite (rifiuta quindi sia l’atteggiamento universalista che quello differenzialista): si rivolge a soggetti in divenire e fonda su questa base la propria critica al modello eteronormativo. Foucault, per le sue riflessioni sul « dévenir gay », viene considerato un precursore della corrente. Il divenire gay è un concetto che si oppone a quello di « essere gay » e questo produce delle importanti conseguenze teoriche e politiche, come ad esempio il rifiuto di rivendicare un’identità statica, il rifiuto di un programma politico definito in favore di modelli politici molteplici, lo scetticismo nei confronti della legge come strumento per il regolamento di questioni inerenti i diritti (per i rischi disciplinanti e normativi che essa porta con sè). L’importante, secondo Foucault, è creare un nuovo modo di relazionarsi e produrre una nuova cultura :

 

C’est important, parce que, en échappant à la catégorisation « homosexualité-hétérosexualité », les gays, je pense, ont fait une démarche importante […]. Ils définissent autrement leurs problèmes en essayant de créer une culture qui n’a de sens qu’à partir d’une expérience sexuelle au champ normatif de la sexualité et à ses catégories, faire par là meme plaisir le point de cristallisation d’une nouvelle culture – c’est, je crois, une approche intéressante.

 

Interessante è la valutazione che Foucault fa, circa il cambiamento avvenuto all’interno del discorso teorico sul corpo, la sessualità e le discipline: non si tratta più di prescrivere alla gente ciò che deve fare, essere, credere e pensare, bensì di fare apparire in che modo i meccanismi sociali, la repressione e la condotta producano delle conseguenze, lasciando a ciascuno la libertà di determinarsi e di adottare le scelte di vita ritenute migliori per la propria esistenza.

Riassumendo, la questione del perché, del senso, della finalità del desiderio perde di significato: la verità è una forma, il risultato di precisi dispositivi di potere applicati al discorso e alla sua organizzazione. Per accedere alla verità non è sufficiente seguire un metodo, ma è necessaria una pratica di trasformazione del sé; e questa pratica è una pratica etica, ovvero un tentativo di produrre una differente linea di soggettivazione a partire da ciò che si è. Il dévenir corrisponde all’apertura, al dispiegamento della capacità creativa:

 

Le problème n’est pas de découvrir en soi la verité de son sexe, mais c’est plutôt d’user désormais de sa sexualité pour arriver à des multiplicités de relations.

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Cerchiamo di dare un taglio, altrimenti ci si smarrisce...

 

Foucault si interessa a come gli antichi "problematizzano" il sesso

e scopre che questo avveniva tramite "pratiche del sé" che non

producono una morale precettiva, valida per tutti, bensì un'etica:

l'estetica dell'esistenza.

 

Col concetto di Estetica dell'esistenza direi si intenda che l'Io

è come un artista o un artigiano che crea se stesso e la propria

vita, lavorando su di sè.

 

Per certi versi si potrebbe dire che la moralità del comportamento

la si valuta a posteriori, in rapporto al tipo di soggettività che produce.

Abbiamo tutta una produzione letteraria antica che si scandalizza o denuncia

il caso di personaggi che perdono la padronanza e diventano schiavi delle proprie

passioni ( perdendo quindi quella libertà che implica una responsabilità, un dominio di sè )

 

Grande valore ha quindi l'attività, anche sessuale, che ha la capacità di farci conoscere

e trasformare, mettendoci continuamente alla prova.

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