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Questione israelo-palestinese


Fenix73

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solo facendo guerre una dopo l'altra può sopravvivere in virtù di una superiorità militare che però crea tutto attorno sempre più aperte ostilità

finora le guerre le hanno sempre iniziate gli altri contro israele credo e poi lui vince perchè è più forte e in ogni caso anche se fosse più debole l'america garantisce appoggio militare ad israele.

 

quel che non capisco è perchè gli arabi sono tanto stupidi nel voler continuare a fare la guerra a un nemico più forte.

 

una pace tattica non converrebbe loro ? boh.....

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beh certo marco è vero

 

anche stavolta hamas ha cominciato con il lancio di missili

 

però è pure vero che i mussulmani percepiscono come una occupazione coloniale la presenza ebraica in palestina

 

questo è il nodo del problema...

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perchè gli arabi sono tanto stupidi nel voler continuare a fare la guerra a un nemico più forte.

 

Perchè i governi arabi se ne fregano delle proprie vittime e perchè Israele

non vuole e/o non può spingere le proprie vittorie fino al punto di rovesciare

i suddetti governi

 

Nella fattispecie poi si tratterebbe del governo egiziano, perchè è dall'Egitto

che vengono le armi...

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per anni sembrava che il gioco non cambiasse mai, però ora ci sono delle novità:

 

 

Egitto e Turchia hanno governi molto meno propensi a collaborare con Israele....

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Io ci sono stato un paio di anni fà sia in Israele che Palestina. La popolazione è stremata, specialmente quella palestinese. Quando Israele ha bisogno di terra nuova, manda i carriarmati e se la prende.

Israele-Palestina.jpg

Gli ebrei si sono voluti riprendere una terra che ritenevano loro perchè ci abitavano i loro avi, dimenticando che negli ultimi 1500 anni ci si era insediata un altro popolo. Hanno semplicemente imposto la loro presenza perchè fortemente appoggiati dagli USA la cui classe dirigente è ebrea. Ho sempre avuto il sospetto che si volesse mascherare una invasione dietro uno specchio umanitario. La soluzione sarebbe, allo stato attuale, la creazione di due stati distinti ed indipendenti. Ma come disse un vescovo che incontrai durante il viaggio, finche verranno le nazioni del mondo non si faranno da parte alimentando per i motivi piu vari una fazione piuttosto che un'altra, non si vedrà mai la soluzione. Ci stà un interesse internazionale a mantenere il conflitto e finchè questo non verrà meno, continueranno a darsele.

 

un video per una riflessione

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poi va detto che le motivazioni religiose (Dio ha dato la terra ai figli di Abramo) possono essere impugnate anche dai palestinesi:

 

anche gli Arabi sono figli di Abramo... quindi la terra spetta anche a loro, che in effetti la abitano da duemila anni...

 

 

comunque penso che ci vorrebbe una divisione più equa della terra tra ebrei e palestinesi

 

e magari forze onu come interposizione

 

 

ora che si parla tanto di nucleare iraniano, ricordiamo che anche Israele ha abusivamente 200 bombe atomiche...

 

e politici, militari, rabbini israeliani non sono propriamente dei pacifisti....

 

 

ciò detto per equanimità devo dire che i palestinesi puntando sulla linea del terrorismo o su quella dei razzi sparati su territorio israeliana hanno fatto una scelta irrazionale e penso autodistruttiva... poi non possono lamentarsi se israele reagisce...

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Lo stato unico lo vedo difficilmente realizzabile.

 

Se Giordani ed Egiziani in passato non hanno avuto remore ad annettere territori, fregandosene dei Palestinesi, non è certo solo per amore della legalità internazionale e generosità che gli Israeliani non hanno annesso.....

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privateuniverse

Sono favorevole alla One State Solution.

Nessuna "divisione": un solo stato bilingue

come l'Alto Adige - Sud Tirol.

 

Anch'io.

Se dovessi votare per le elezioni in Israele voterei per lo Hadash.

 

Detto questo, c'è un peccato all'origine della nascita di Israele: la pretesa di fondare uno stato nel quale gli ebrei potessero difendersi dall'ostilità, ma in un territorio già abitato da altri. Certo, anche la gran parte delle nazioni del continente americano, più qualche altra (Sudafrica, Australia, Nuova Zelanda) è il risultato di un'invasione; ma il sionismo è arrivato fuori tempo massimo, alla vigilia della decolonizzazione, e in una situazione in cui il territorio era, in confronto a quelli che sono stati colonizzati, densamente abitato.

 

Ad ogni modo, ormai lo stato di Israele c'è, e pretendere di cacciarne gli ebrei che vi si sono stabiliti da un secolo a questa parte e i loro discendenti creerebbe un'ingiustizia peggiore di quella cui dovrebbe rimediare, oltre a essere impraticabile.

 

Resta il fatto che, se in passato Israele poteva avere molti buoni motivi per comportarsi come faceva (l'ostilità dei paesi arabi confinanti, le ambiguità dei palestinesi, il terrorismo), quel che abbiamo constatato nel corso degli ultimi anni è che, anche ora che il conflitto da arabo-israeliano è diventato, specificamente, israelo-palestinese, anche ora che i palestinesi, non avendo più alle spalle il blocco sovietico, non sono certo in grado di minacciare l'esistenza di Israele, anche ora che non c'è più terrorismo, Israele continua a spadroneggiare e ad opprimere i palestinesi, forte dell'alleanza con gli Stati Uniti, sempre più tremebondi quando si tratta di frenare gli eccessi di Israele.

 

Negli ultimi anni, poi, lo spostamento a destra dell'opinione pubblica e dei governi di Israele (oltre che degli Stati Uniti) ha reso Israele straordinariamente arrogante.

 

Unica soluzione? La strategia gradualistica è fallita negli anni Novanta per colpa un po' di entrambe le parti; quindi, l'unica soluzione è del tipo di quella adottata nell'Ulster, con negoziati per risolvere definitivamente tutte le questioni sul tavolo. Ma, per ottenere un simile risultato, sarebbe necessario che gli Stati Uniti facessero decise pressioni su Israele, cosa che, al momento, non possono e non vogliono fare; e le altre potenze (UE, Cina, Russia) non hanno abbastanza interesse o abbastanza potere per esercitare un ruolo simile.

 

Israele in questi ultimi dieci anni ha goduto di una combinazione di circostanze eccezionalmente favorevoli: la debolezza dei palestinesi, la cui causa è stata quasi dimenticata dall'opinione pubblica internazionale, ed è comunque assai meno popolare di un tempo; la mancanza di una potenza cui i palestinesi si possano appoggiare, dopo il crollo dell'Unione Sovietica; la debolezza dei paesi arabi, spesso retti da regimi autoritari più o meno legati agli Stati Uniti. Era il momento buono per avviare un negoziato per giungere a una pace definitiva, ma i governi israeliani, ormai orientati prevalentemente a destra e forti di un'ampia maggioranza del paese, hanno preferito usare la loro posizione di forza per angariare i palestinesi.

 

Non è detto che questa combinazione di circostanze favorevoli perduri in eterno. Israele non soltanto è circondato da paesi arabi ma, anche al suo interno, il tasso di crescita demografico della popolazione araba è più alto di quello degli ebrei, così come in Ulster la posizione maggioritaria dei protestanti nei confronti dei cattolici si è andata indebolendo e, per mantenere il suo carattere ebraico, Israele dovrebbe continuare a far immigrare ebrei dal resto del mondo (dalle dubbie origini, come nel caso degli ebrei ex sovietici, o fanatici religiosi) e assumere un carattere sempre più autoritario (cosa che è indubbiamente avvenuta, nel senso che, rispetto agli inizi, la società israeliana è sempre più di destra).

 

Sarebbe intelligente, da parte di Israele, fare la pace con i palestinesi adesso.

 

Ma non credo che lo farà, e prevedo che pagherà un prezzo altissimo per questo.

Edited by privateuniverse
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Io credo che quando un conflitto arriva a durare così tanto le ragioni non esistono più e se ci sono nessuno le conosce e probabilmente a nessuno interessano nemmeno più, semplicemente il conflitto diventa un dato di fatto che si autoalimente e si autoperpetua.

 

Non c'è qualcuno che ha ragione e qualcuno che ha torto, hanno entrambi torto come in ogni conflitto che porta alla morte di centinaia se non migliaia di persone tra cui la maggior parte innocenti.

 

Se poi parliamo in specifico dell'ultimo scontro di questi giorni devo dire che puzza tanto di manovra politica, visto che guarda caso a gennaio si terranno le elezioni politiche.

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Se poi parliamo in specifico dell'ultimo scontro di questi giorni devo dire che puzza tanto di manovra politica, visto che guarda caso a gennaio si terranno le elezioni politiche.

 

le elezioni saranno in israele credo e allora perchè il nuovo conflitto è iniziato ora su attacco non israeliano ?

 

perchè i palestinesi vogliono che in israele le elezioni vadano alla destra ? non credo....

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privateuniverse

le elezioni saranno in israele credo e allora perchè il nuovo conflitto è iniziato ora su attacco non israeliano ?

 

L'attacco non è stato israeliano?

 

Non è cominciato tutto con un assassinio compiuto nella Striscia di Gaza?

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le elezioni saranno in israele credo e allora perchè il nuovo conflitto è iniziato ora su attacco non israeliano ?

 

perchè i palestinesi vogliono che in israele le elezioni vadano alla destra ? non credo....

 

Quando si parla di conflitto israelo palestinese è sempre difficile capire quale delle 2 parti ha iniziato per prima, può essere abbia iniziato Israele con l'operazione militare che ha portato all'assassinio di un comandante di Hamas e che prevedeva il bombardamento di 20 siti ritenuti nascondigli di terroristi oppure può essere che sia stata una risposta a missili di Hamas.

In entrambi i casi o Israele ha iniziato o ha messo in essere una risposta militare del tutto sproporzionata con un bombardamento massiccio e fino a ieri si era quasi sull'orlo di un'invasione via terra della striscia di Gaza.

 

Tutto questo è certamente vantaggioso dal punto di vista elettorale per Netanyahu, perchè da un lato va a rassicurare l'elettorato del sud Israele(oltre che a quello più oltranzista/filonazionalista/interventista) che è quello maggiormente impaurito dai missili di Hamas e dall'altro lato ricompatta il paese attorno a sè contro la minaccia esterna e distoglie gli occhi da altri problemi interni, in questo modo mette in difficoltà nell'angolo l'opposizione di Kadima e Laburisti.

Edited by Sbuffo
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beh dico la verità senza alcuna eccessiva simpatia per i tagliagole islamiche

 

non si può dimenticare che la follia è incominciata con la creazione di una colonia occidentale (ebraica) in territorio arabo, proprio nel momento in cui crollava tutto il sistema coloniale occidentale...

 

questa cosa così storta e senza senso solo con duecento bombe atomiche può difendersi...

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Da laico di centrosinistra (sempre che ne esista ancora una) e antirazzista dico che l'islam radicale è un problema che prima o poi ahimè dovremo affrontare : Gaza, Kosovo, Cecenia, Kurdistan, il copione è sempre un aumento di popolazione islamica considerevole (media di 4-5 figli per donna contro 1.5 del mondo europeo cristiano), si creano aree a prevalenza islamica e scoppia il patatrac.

Hamas se si legge bene chi sono non vuole l'indipendenza ma la proclamazione di un emirato islamico nell'area, cioè un regime simile ai Taliban, lo stesso che volevano gli "indipendentisti ceceni".

L'espansione a me preoccupa, considerando anche le propensioni non proprio democratiche di quando l'islam si combina alla politica.

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per dire come funziona la giustizia dai palestinesi: uccisi perchè sospettati senza processo:

 

http://www.ansa.it/w...i-_7830393.html

 

come staranno i gay nella strischia di gaza ? penso maluccio anche se non c'entra nulla col conflitto.....

 

beh qualcosa centra con la nostra discussione

 

io so che molti palestinesi gay scappano in israele proprio per sfuggire a una situazione potenzialmente pericolosa:

 

è la classica ipocrisia araba che vige in tunisia, in egitto, in libano. c'è un ampia bisessualità, tutti un po la praticano ma guai ad esporsi

 

 

a questo si aggiunge che con l'ondata fondamentalista la tolleranza va a zero. ora rischia anche chi fa le cose di nascosto...

 

 

per questo le società islamiche non mi sono affatto simpatiche.

 

israele è una società più libera nn c'è dubbio. penso a tel aviv.

 

 

però però

 

 

è pur sempre uno stato artificiale che si regge su una occupazione del territorio...

 

gli arabi fanno più figli e tra pochi anni possono diventare numericamente pari agli ebrei anche all'interno dello stato di israele,...

 

 

per questo la guerra è continua....

 

 

hamas pensa che la resa dei conti sia vicina

 

gli ebrei solo usando tutto il loro terribile arsenale possono continuare a perpetuare quello che è in fondo un esperimento coloniale:

 

una colonia bianca occidentale in mezzo a un miliardo di islamici!

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Bah secondo me ha ragione la Palestina. Cioè ok nessuno ha completamente ragione e torto però dovendo schierarmi penso che abbiano ragione i palestinesi. Lo stato di isreaele è nato dal nulla, si è espanso senza rendere conto a nessuno, ha rubato territorio in modo illegittimo alla palestina... e ora lancia razzi alla cazzo dicendo "erano a scopo preventivo" O.o cioè ma vi rendete conto che stanno dicendo che le stesse cose che a suo tempo diceva Hitler??

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per anni sembrava che il gioco non cambiasse mai, però ora ci sono delle novità:

 

 

Egitto e Turchia hanno governi molto meno propensi a collaborare con Israele....

 

In realtà non è vero, nel senso che detti governi dei Palestinesi se ne fregano

tuttavia certo la situazione è mutata.

 

Il governo turco ha interrotto un decennale rapporto di collaborazione in campo militare

di recente, questo perchè la Turchia con il crollo dell'Iraq e della Siria aspira a diventare

la potenza regionale, non sono arabi e questo li limita molto più di quanto non pensino

gli occidentali ma hanno un governo islamico ora e quindi devono ottenere credenziali

islamiche ed il modo più facile è raffreddare i rapporti con Israele e giocare poi il credito

maturato nel caos Iracheno e Siriano-libanese. Interesse per la Palestina: 0. Uso dei

Palestinesi : 10

 

La colpa delle recenti forniture missilistiche, che consentono ad Hamas di colpire fino

a Gerusalemme è stata data per convenienza diplomatica all'Iran, ma dette forniture

possono arrivare a Gaza solo attraverso il confine egiziano. Per cui di fatto il governo

egiziano da un lato si propone come mediatore del conflitto, ma dall'altro ha consentito

che il conflitto si determinasse per proporsi come mediatore di un conflitto che ha concorso

a determinare.

 

Questo serve al nuovo regime egiziano per accreditarsi sullo scenario mediorientale

nel ruolo che fu di Mubarak ( prospettiva ottimista perchè il conflitto sarebbe tattico anche se

cinico, nel senso che l'Egitto se ne fregherebbe dei palestinesi ma li starebbe usando soltanto )

oppure è il principio di un cambio di diplomazia dopo il cambio di regime in senso islamico

( prospettiva pessimista perchè a quel punto l'Egitto romperebbe anch'esso il rapporto

di tregua storica con Israele )

 

Anche in questo caso però bisognerebbe chiedersi quale obiettivo potrebbe proporsi l'Egitto

dal momento che senza aiuti americani il paese non è in grado di sostenere la propria economia

e al contrario della Turchia non ha crediti maturabili presso terzi ( Iraq e Siria ) solo uno scarto

ideologico potrebbe spiegare il revirement diplomatico, ma il prezzo da pagare sarebbe l'isolamento

internazionale ed uno scontro diretto con Israele con cui ha sempre perso.

 

Ritengo quindi più probabile la prospettiva ottimistica: fanno come Mubarak...e quindi non cambia niente

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secondo me alla fine tutti i governi della regione se ne fregano e se ne sono sempre fregati dei palestinesi ma usano la causa palestinese per loro scopi o contro israele.

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Su questo non c'è dubbio, il modo in cui i governi arabi hanno

trattato i palestinesi sotto la propria sovranità è vergognoso, a

cominciare da Gaza, che è un enorme campo di concentramento

amministrato dall'Egitto fra il 1949 ed il 1967 senza concedere ai

palestinesi nè cittadinanza nè autogoverno e poi barattato col Sinai

dopo una guerra persa, che in Egitto vien fatta passare per vittoria

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gli stessi palestinesi (credo, non conosco bene la situazione veramente) trattano il loro popolo con disprezzo:

 

le donne non hanno diritti e sono sottomesse se non prese a botte, i gay sono spesso ammazzati se si sa che son gay, i bambini vengono usati per attentati suicidi se possono.

 

la corruzione sotto arafat dilagava e lui stesso si sarebbe arricchito alle spalle del suo popolo... ora non so se la situazione sia meglio dopo arafat.....

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Diciamo che tu allarghi in questo modo al rispetto dei diritti umani e civili, carente

in tutto il mondo arabo.

 

Penso possa essere giusto inscrivere la questione palestinese in quella democratica

ma è una posizione attualmente sostenuta solo dal Partito Radicale, che ha sempre ritenuto

che Israele sia una inoculazione di democrazia nel Medio Oriente e non una entità estranea

( è una visione forse un po' ottimistica )

 

Specifico della condizione dei palestinesi - in questo momento - è il fatto che

non sono neanche uniti fra di loro perchè esistono due governi per due territori

Poi è chiaro che entrambe le amministrazioni palestinesi lasciano a desiderare

quanto a democrazia e rispetto delle minoranze

 

Tuttavia senza un governo unico dei palestinesi, per dirla con il Metternich

la Palestina resta una espressione geografica, non politica

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ma è una posizione attualmente sostenuta solo dal Partito Radicale, che ha sempre ritenuto

che Israele sia una inoculazione di democrazia nel Medio Oriente e non una entità estranea

 

in effetti israele è un corpo estraneo democratico nella regione. Negli altri paesi della regione non ci sono elezioni democratiche ogni 4 anni finora..... (a parte la turchia)

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in effetti israele è un corpo estraneo democratico nella regione. Negli altri paesi della regione non ci sono elezioni democratiche ogni 4 anni finora..... (a parte la turchia)

 

Beh adesso fortunatamente le cose stanno cambiando in alcuni paesi, la Giordania è abbastanza democratica (e infatti è il paese più tranquillo dell'area) e l'Egitto dopo il regime cleptocratico di Mubarack sembra sulla via della democratizzazione, anche considerando la sconfitta degli islamisti salafiti alle scorse elezioni. Ci sono poi i regimi paradossali dell'Arabia Saudita, Yemen, Oman, Emirati Arabi, Kuwait, ecc... che nonostante le ricchezze del petrolio continuano a mantenere delle assurde monarchie assolutiste come l'Europa ante-1848!

Si lo statuto di Hamas prevede dieci anni di carcere per omosessualità, mentre l'Anp che governa la Cisgiordania, ovvero la Palestina, (ma i tg identificano Palestina = Gaza che è vicino all'Egitto) la tollera e non risultano discriminazioni o violenze. Anche li nessuno fa presente che appunto nella c.d. "West Bank" c'è l'autonomia palestinese da anni ed è quasi un governo a se rispetto a Israele, dovuto anche al fatto che l'ANP è un movimento laico sul modello kemalista mentre Hamas è islamofascista e rifiuta qualsiasi accordo di pace, anzi "sogna" di instaurare il califfato islamico sulla costa mediterranea.

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Fabius: una preghiera, potresti non usare il termine islamofascismo riferito ad Hamas? Il fascismo può essere studiato seriamente come hanno fatto in Italia il grande storico Renzo De Felice (ebreo e liberale) in Germania (Ernest Nolte) oppure può essere usato come un insulto.

 

 

Il termine islamo-fascismo è proprio un termine insultante creato dai neo-cons la lobby ebraico-americana che ha spinto per una serie di guerre dissennate che di molto hanno peggiorato le condizioni del medio oriente.

 

"fascisti" o per meglio dire "fascistoidi" potevano semmai essere considerati i movimenti del nazionalismo arabo come quelli di Nasser in Egitto, di Saddam in Irak, della famiglia Assad in Siria, dello stesso OLP di Arafat,

 

questi movimenti sono stati scalzati appunto da altri movimenti non laici ma fondamentalisti come Hamas. Inutile dire che la furiosa aggressività americana e il problema irrisolto della Palestina hanno contribuito non poco a favorire i movimenti come Hamas, che non sono tanto "fascisti" ma appunto fondamentalisti, esattamente come sono fondamentalisti quei rabbini razzisti israeliani che definiscono "animali parlanti" i non ebrei!

 

E' vero in Israele si tengono elezioni democratiche,

 

ma è pure vero che Israele ha una legislazione razzista.

 

se sei arabo non puoi entrare nelle forze dell'ordine, si capisce allora che le forze dell'ordine non difendono uno stato democratico, ma appunto una etnia a discapito dell'altra

 

se sei arabo hai problemi insormontabili anche se vuoi riparare una casa che è tua...

 

perchè l'obiettivo dichiarato dello Stato di Israele è quello di cacciare fuori dai propri confini i palestinesi, che erano gli abitatori originari della palestina

 

e creare uno Stato nazionale ebraico. Capite? sangue e suolo. Blut und buden....

 

questo un pò complica la situazione

 

e rende difficile simpatizzare per Israele

 

senza per questo sbilanciarsi dalla parte degli islamici...

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ma è pure vero che Israele ha una legislazione razzista.

 

se sei arabo non puoi entrare nelle forze dell'ordine, .....

 

perchè l'obiettivo dichiarato dello Stato di Israele è quello di cacciare fuori dai propri confini i palestinesi,...

 

in che punto la legislazione è razzista concretamente ? solo per escludere gli arabi dalle forze dell'ordine ? mi sembra un po' poco, io lo interpreterei come prudenza comprensibile, vogliono evitare di avere dei cavalli di troia nell'esercito.....

 

quando israele ha dichiarato l'obiettivo che tu dici ?

 

per conto mio è una brutta situazione senza vida d'uscita perchè indietro non si torna....

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azz,

 

 

e ti pare normale che uno Stato escluda dei suoi cittadini ? è come se l'Italia escludesse i Tedeschi dell'Alto Adige...

 

 

il problema è che i palestinesi erano gli abitatori originari della terra ...

 

 

l'intento di trasformare Israele in "Stato nazionale ebraico" è stata ufficialmente espressa dal governo in carica di cui fa parte come ministro

il leader razzista Avigdor Liebermann...

 

 

Avigdor Lieberman vuole vincolare il riconoscimento della cittadinanza per i non ebrei a un «giuramento» di fedeltà non allo Stato di Israele bensì allo «Stato ebraico e democratico»

11 ottobre 2010 - Michele Giorgio

Fonte: Il Manifesto - 10 ottobre 2010

 

«Gli emendamenti alla legge sulla cittadinanza sono illegittimi e contro la democrazia, perché obbligano le persone a dichiararsi fedeli a un'ideologia». Oded Feller, avvocato del Centro israeliano per i diritti civili (Acri), condanna il via libera che il primo ministro Netanyahu ha dato due giorni fa all'emendamento del ministro degli esteri Avigdor Lieberman che vincola il riconoscimento della cittadinanza per i non ebrei a un «giuramento» di fedeltà non allo Stato di Israele bensì allo «Stato ebraico e democratico». «Siamo di fronte a una pesante violazione della libertà d'espressione - aggiunge Feller -: uno Stato che impone ideologie e controlla le opinioni dei suoi cittadini non è una democrazia».

«Giuro di rispettare le leggi e i principi dello Stato di Israele in quanto Stato ebraico e democratico». È la formula che dovranno sottoscrivere i non-ebrei che richiederanno la cittadinanza o la residenza in Israele. È già pronto un decreto legge che andrà al primo voto domani. A luglio Netanyahu, davanti alle polemiche provocate dalle proposte di Lieberman - fautore accanito del «trasferimento» della popolazione araba israeliana al futuro Stato di Palestina - propose una formula leggermente diversa di giuramento di fedeltà a Israele «quale Stato del popolo ebraico che garantisce piena uguaglianza a tutti i suoi cittadini». Ma gli emendamenti approvati mercoledì riportano la versione originaria.

«È pazzesco, sarebbe come chiedere ai nuovi americani di giurare fedeltà agli Stati Uniti in quanto Stato degli anglosassoni bianchi e protestanti» ha commentato qualche settimana fa il pacifista Uri Avneri.

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