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Mogli e buoi dei paesi tuoi


Fenix73

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Ho curiosità di sentire come la pensate su questo argomento. La globalizzazione ha avuto fra le tante consgunze anche la formazione di coppie miste. Ora la questione è se due persone appartenenti a due culture diverse o addirittura opposte posssano funzionare o meno. Personalmente ritengo che se ci sia rispetto reciproco ed un certo grado di apertura mentale, le difficoltà potrebbero essere superate. Piu difficile penso sia la questione se entrambi siano di praticanti di diverse religioni. La pratica delle stesse potrebbe portare penso a diverbi a lungo andare. Questo specialmente nelle coppie etero che avrebbero dei figli. Conosco situazioni analoghe e se anche i genitori piu lungimiranti hanno lasciato la scelta ai ragazzi, questi sono cresciuti nella confusione. Che ne dite?

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Confusione?

Confusione religiosa?  :coffee:

Mi perplime,inquanto imporre il proprio credo dovrebbe confondere,non il contrario.

Penso che la globalizzazione,le unioni fra etnie culture e religioni diverse non possa far altro che bene al proprio essere.

Come hai specificato,fintanto che c'e' rispetto reciproco,il "mischiarsi" non puo' far altro che bene.

Diciamo pero' che,sempre a causa di alcune religioni (e sopratutto di come viene insegnata dai genitori),le "coppie miste" sono quasi impossibili,pena il massacro.

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Il problema dell'educazione religiosa dei figli non mi pare

un problema irrisolvibile, se ovviamente viene affrontato

apertamente, senza determinare risentimenti o rancori.

 

Dal mio punto di vista crescere in una atmosfera di libertà

con due esempi di pratica religiosa diversa, non dovrebbe

determinare confusione. Certo la mia è un'ottica laica ed io

sono gay.

 

Altro discorso sono le differenze culturali, tipo...l'idea

islamica che le decisioni le dovrebbe prendere il marito

o l'idea ebraica che conta prevalentemente la madre

e l'idea cattolica, che si appoggia sul fatto che il figlio

deve essere educato al cattolicesimo perchè vivrà in

un paese cattolico, in cui la fede religiosa costituisce

un elemento di identità nazionale.

 

Sono queste interferenze, che a ben vedere hanno

poco a che vedere con la spiritualità ma sono del tutto

mondane, a costituire uno dei tanti punti culturali di

attrito.

 

Io la vedrei in questi termini....

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Dipende tutto dalle persone, se ci si sa venire incontro trovando punti in comune con le culture diverse allora ben vengano le unioni miste, per la religione è un fatto difficile e complesso. Come sempre è il buonsenso che deve decidere.

Io per amore ho cambiato paese e religione, è stata una scelta consapevole ma è costata qualche sacrificio, non tutti sono disposti a compromessi e sacrifici...

Beh, è come andare dall'analista, ogni caso fa testo a sè, dipende!

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Io sono figlio di due religioni e, di riflesso, culture diverse.

Tra i loro tanti e pesanti difetti, i miei genitori hanno avuto un grandissimo pregio: mi hanno regalato la possibilità di scegliere.

Ho vissuto sia l'universo di mia madre che quello di mio padre, e questo senza nessun tipo di accordo verbale tra loro, quasi ci fosse una sorta di consapevolezza tacita nella loro unione e nel loro modo di vivere ed allevare un figlio (almeno dai racconti di mia mamma, perchè mio padre mi ha abbandonato all'età di 7 anni).

 

Diciamo che sono figlio del mio tempo e delle mie scelte, una piccola prova vivente che due mondi diversi possono convivere nella stessa persona, senza conflitti.

A 18 anni ho sentito l'esigenza di fare un passo più lungo verso una direzione, ed ho abbracciato la cultura di mio papà, quella ebraica. ;)

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Una famiglia che conosco ha il padre egiziano/musulmano e la madre italiana/cattolica. Anche loro no hanno imposto nulla ai loro due figli lasciandolgi la scelta quando  sarebbero cresiuti. Il risultato, nel loro caso, è stato che il piu piccolo ha sviluppato una indifferenza totale a qualsiasi religione. Per il secondo òa cosa è stata piu complicata. Al momento di diventare capo scout in agesci avrebbe dovuto fare una precisa scelta di fede cattolica. IN agesci si accolgono ragazzi di qualsiasi credo, ma quando si diventa capi si richiede questo tipo di scelta (esiste un  3d su questo argomento, su come essere cattolici, scout e gay). Ora lui a suo tempo aveva aderito però per un fatto di comodo essendo che a lui piaceva molto fare scout, non aveva dato il giusto peso alla questione. Insomma lui adesso tende un pò a prendere quello che gli fà comodo da una parte e dall'alltra e al concreto dei fatti non è ne carne ne pesce, ha in testa solo confusione e lui, a differenza del fratello, ha sofferto un certo disagio.

 

Ci sono poi situaziuoni con genitori più fondamentalisti nelle propria posizioni ognuno dei quali vuole che i figli fossero educati secondo il proprio credo logorando il rapporto e a volte arrivando alla separazione per le diatribe che si vengono a creare

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simply_dreamer

contrario al detto "mogli e buoi dei paesi tuoi". è troppo generalizzante. e ogni coppia è diversa dalle altre, a prescindere dal fatto che i due individui siano di diverse culture e religioni. credo quindi che la differenza la facciano le persone e non le diverse culture, anche se ovviamente hanno la loro importanza.

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Dipende tutto dalle persone, se ci si sa venire incontro trovando punti in comune con le culture diverse allora ben vengano le unioni miste, per la religione è un fatto difficile e complesso. Come sempre è il buonsenso che deve decidere.

 

Sono d'accordo quando dici che dipende dalle persone ed ogni caso é un caso a sè.

Mia moglie é inglese, io italiana, lei é di cultura cattolica, io ebraica, eppure le cose sono sempre funzionate a meraviglia, con rispetto reciproco e comprensione, anche in materia religiosa (direi che la parte più divertente é quando io le chiedo cose sulla religione che per lei sono piuttosto scontate e viceversa  ;)).

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Per il secondo òa cosa è stata piu complicata. Al momento di diventare capo scout in agesci avrebbe dovuto fare una precisa scelta di fede cattolica. (...) ha in testa solo confusione e lui, a differenza del fratello, ha sofferto un certo disagio.

 

ma lì l'errore è averlo mandato all'agesci.

lasciare i figli seguire le loro idee religiose o meno è l'unica cosa saggia da fare, poi se uno è un fondamentalista è l'altro partner che ci deve pensare prima di creare una famiglia con una persona del genere.

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L'errore non è stato mandarlo in agesci. Oltretutto è entrato all'età di 8 anni. Non gli è mai stato fatto pesare la uestione fino al momento della scelta se uscire o diventare capo. In agesci vengono accolte anche persone di religione diversa da quella cattolica e vivono la vita associativa e di relazione con gli altri senza problemi. L'ho riportato come esempio della sua difficoltà ad avere una sua identità e che questa difficoltà lo ha messo in difficoltà a differenza del fratello

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Se riesci però a vedere la cosa dall'esterno, quella che tu definisci

confusione, per me è libertà.

 

L'Agesci per sua natura organizzativa, non stiamo qui a riprendere

la discussione, è una organizzazione di tendenza ( cattolica ), che ad

un certo punto ti richiede di fare una scelta precisa.

 

Insomma, ti accoglie...ma poi ti chiede di determinarti in senso cattolico

sotto questo profilo è come se si richiedesse un "salto di qualità", ma nei

suoi confronti è una pretesa di determinazione esterna.

 

A questo punto lui è confuso perchè non è una determinazione che

nasce da un suo bisogno interiore, ma da una pressione ambientale.

 

Converrai con me che convertirsi al cattolicesimo dovrebbe implicare

altro oltre al fatto di non voler lasciare l'attività scoutistica

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...io penso che l'Agesci agendo così faccia una sorta di ricatto... se vuoi diventare capo, allora devi essere cattolico... tanto valeva che non permettesse proprio ai non cattolici di entrare nel gruppo!

Il ragazzino egizio, secondo me, fa anche molto bene a prendere quello che gli fà comodo da una parte e dall'alltra... infondo le divisioni e le preclusioni secondo i credi religiosi sono sbagliate.

 

...capisco che più una religione è praticata e sentita, e più le religioni dei partner siano dissimili (o antagoniste) più possano venir fuori dei problemi...  in questo momento vedo come le relazioni più complicate siano quelle tra un ragazzo cristiano-liberale poco religioso (con stile di vita all'occidentale) con una ragazza islamica la cui famiglia sia molto religiosa (quasi fondamentalista)... le grande difficoltà di queste unioni è purtroppo documentata da molti episodi di cronaca nera del nostro paese.

 

A me piacciono molto le unioni tra etnie differenti...  trovo che i loro figli sia molto belli (oltre che dovrebero avere anche una genetica migliorata)... i mulatti, i meticci o gli incorci tra italiani ed i giapponesi (...penso a quel concorrente dell'attuale GF che è molto bello)... e mi incuriosirebbe una cifra vedere come potrebbe essere i figli di una giapponese e di un nigeriano (ne verrebbe fuori il così detto giappo-nero), anche perchè penso che gli incroci entici tra gli orientali estremi e gli africani neri siano alquanto rari.  :lol:

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L'intenzione di far enrare non cattolici in agesci è dovuta ad un intentoi di integrazione e conoscenza reciproca. Se poi uno vuole fare vveramente il capo, esiste il cngei (a dire il vero molto meno diffuso) che è una associazione scout aconfessionale.

 

Le unioni miste generano bei figli? Vero! Non a caso il mio preferito del gf è Andrea, metà italiano e metà giapponese  :lol: :lol: :lol:

 

Quello che volevo capire io, è  se è vero che differenze religiose sono piùà difficilmente superabili di quelle culturali in una coppia.

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Bè sono dell'idea che sia vero "l'amore" è cieco e non guarda nemmeno la nazionalità o le appartenenze culturali. Questo però non significa nemmeno lontanamente che l'idea mogli e buoi dei paesi tuoi sia totalmente infondata... mi spiego meglio.. all'inizio tutto è bello.. anzi le differenze finiscono per rendere la relazione più interessante. Il problema è che prima o poi la relazione si stabilizza e in un certo senso ci si abitua alle differenze etno-culturali tra le due persone e la cosa finisce per perdere di fascino. A quel punto ci si trova a dover semplicemente affrontare quelle anche piccole cose che però, sulla base delle diversità tra le due persone, possono finire per essere cose ENORMI. La mia idea è quindi che storie (durature) tra persone di culture diverse (con culture intendo tutto il bagaglio culturale...ivi compresa la religione) possa funzionare solo se a livello interiore le differenze non siano ben radicate, ossia se una delle due persone trovi comunque molti punti in comune con la cultura dell'altro/a.

Forse ho fatto un discorso un tantino intricato... ma vabbè.... chi capis capis :eek:

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  • 6 months later...

interessante questa discussione...

io credo che si può stare con persone di diversa cultura però entro certi limiti, cioè se io ho dei valori voglio che tu rispetti i miei valori indipendentemente dalla tua cultura di appartenenza.

ci vuole una certa apertura mentale ma anche rispetto.

 

il problema secondo me è anche il poter condividere determinate cose e determinate esperienze, cioè se tu hai un certo credo e sei praticante di una certa religione io penso che a lungo andare ti potrebbe pesare il fatto che non puoi condividere con me la tua religione a maggior ragione se io non mi sento di appartenere ad alcuna religione. dipende da quanto x te la religione è importante.

 

ora ho fato l'es. della relig ma potrei farne altri, anche all'interno dell'italia stessa....

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Non riescono a venirmi in mente molti esempi

in cui una "differenza culturale" possa influire su una coppia.

 

C'è la religione nell'educazione dei figli e nel rito matrimoniale;

ma se sei Ateo non ti cambia molto un partner Ebreo, Mussulmano o Cristiano.

 

E non esistono proibizioni alimentari paragonabili al Vegetarianesimo...

 

Per due gay o due lesbiche poi

le differenze culturali sono al minimo.

Almeno io non le ho mai percepite.

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Trovo che l'incontro fra culture possa solamente spingere i figli ad un maggiore interesse e un'apertura mentale maggiore. Mia madre è protestante, mentre mio padre è cattolico io sono panteista mentre mia sorella è atea. Trovo che con una base d'amore e rispetto si possa ottenere un rispetto e una critica costruttiva alla propria religiosità. Poi è ovvio che, con persone dalla mentalità chiusa e non disposte all'autocritica e al dialogo ci saranno scontri sull'argomento religione come su moltissimi altri.

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secondo me essere due figli di due culture diverse è bellissimo perchè ti fda la possibilità di conoscee altre culture oltre alla tua di provenienza. Infatti io avrei voluto che mia madre sposava uno straniero così magari nascevo anche bilingue e non dovevo studiare l'inglese a scuola. per la religione è più complicato l'importante è non forzare i figli e crescerli nella libertà. Poi quando saranno adulti loro sceglieranno se essere religiosi o atei o agnostici l'importante è non forzare nulla.

 

 

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a parte il già citato problema della religione non vedo che problemi dovrebbero sorgere...anzi mi sembra un tutto di guadagnato e certamente i figli crescerebbero con un'apertura mentale notevole. Solo mettiamo il caso che io conosca un ragazzo straniero qua in Italia e ci mettiamo assieme e bla bla bla..e se poi un giorno a questo viene in testa che vuole tornare nel suo paese che si fa? Ci si lascia, lo si segue, lui deve restare qua?Ecco avevo detto non sarebbero sorti problemi e già ne ho trovato uno :rotfl:

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MArk89, il problema dei ragazzi gay stranieri in Italia

non è "che vogliono tornare nel loro Paese";

ma piuttosto che vogliano andare in un Paese diverso.

 

Un mio ex ghanese odiava l'Italia ed è andato in Belgio,

un mio amante romeno odiava l'Italia e ora è in Germania.

Sono molto più "mobili" di noi Italiani

(ovviamente, questo mica è il loro Paese).

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