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La Solitudine. Quanta ne abbiamo veramente sofferta?


cobardo

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Io distinguerei la solitudine reale, effettiva, indotta magari da un senso

di estraneità rispetto ad un contesto sociale asfittico, che si accompagna

ad una difficoltà di adattamento e comunicazione  con gli altri, da una certa

propensione, si potrebbe dire anche "necessità" di isolamento.

 

Durante l'adolescenza ed il periodo dell'autoaccettazione, spesso

capita che il gay si isoli volontariamente, è un modo di sottrarsi ai

condizionamenti esterni, che precede la possibilità di entrare in contatto

col mondo gay. Per certi versi è un isolamento positivo, che si riconoscerà

a posteriori ( il classico caso del ragazzo che poi a vent'anni "sboccia" e recupera

nell'ambiente gay le sue caratteristiche di estroversione etc. etc. )

 

Un ragazzino gay che non sia pienamente accettato ma abbia la capacità

di parlare agli altri della propria omosessualità e riuscire a tenere testa ai

coetanei probabilmente ha una personalità istrionica, un quid in più direi

rispetto alla ordinaria estroversione di carattere, che in genere risulta

un po' compromessa temporaneamente durante questa fase.

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Sono d'accordo. Per me almeno funziona. Con la sola differenza che, a causa di differenze di condizioni complessive

di vita, nella mia generazione, questa fase per me si è svolta nei primi tre anni di Università (che poi io ho frequentato

relativamente poco essendo da un lato studente-lavoratore, dall'altro impegnato anche con gli esami in Conservatorio:

per cui per me l'università è stato un periodo di bassa socialità).

 

Certo la "necessità" d'isolamento la si può individuare anche a livelli più sottili, meno immediatamente visibili, sempre

motivata dalla ragione che tu dici (sottrarsi a condizionamenti esterni negativi) o anche aa una necessità di accumulare

capacità reattive positive che possono derivare solo da una individuazione e coltivazione di specifiche parti di sé

avvertite come quelle su cui uno poggerà i piedi, costruirà la sua vita.

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DoctorNievski

Durante l'adolescenza ed il periodo dell'autoaccettazione, spesso

capita che il gay si isoli volontariamente, è un modo di sottrarsi ai

condizionamenti esterni, che precede la possibilità di entrare in contatto

col mondo gay. Per certi versi è un isolamento positivo, che si riconoscerà

a posteriori ( il classico caso del ragazzo che poi a vent'anni "sboccia" e recupera

nell'ambiente gay le sue caratteristiche di estroversione etc. etc. )

 

Straquoto tutto, questo in particolare..  :love:

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Nel mio caso il periodo (aimè lungo) di solitudine credo sia derivato sia da una timidezza intrinseca del mio carattere che dalla scarsa fiducia e stima in me e nelle persone che ho avuto intorno (famiglia esclusa per fortuna). Di certo poi l'omosessualità non aiuta in tal senso, ma nulla toglie che quei momenti, i cui postumi si fanno ancora sentire, non siano serviti o non abbiano portato a dei cambiamenti in positivo sul lato caratteriale. Insomma, forse non sarei quello che sono senza il fardello di quegli anni.

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  • 4 weeks later...

devo dire che ne ho sofferto in passato.. ma poi ne sono venuto fuori... diciamo quando sono entrato come un missile nel mondo GLBT.. ho conosciuto persone e personaggi fantastici... ho capito quali dei miei amici etero fossero amici veri... insomma... un bel cambiamento in meglio nel mio stato di solitudine... e pensare che il mio analista era quasi dispiaciuto... forse per il fatto che non avevo più bisogno di lui 2 volte la settimana?!?!?

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Guest etfetfetf

a me va e viene , credo sia uno stato d'essere

quindii ormai ci fai il callo, a volte ci sto bene , ho spazio per me , per rigenerare il mio cervello, può essere fonte d'ispirazione e riflessione e revisione di eventi passati un tuffo all'indietro alla butterfly effect a volte

quindi non è sempre negativa credo che sia invece un'opportunità grande , una finestra sul presente.

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Detto sinceramente io soffro tutt'ora molto la solitudine, poche amicizie sia un tempo che ora. certe volte non so come prendere la situazione... non ci penso, mi sfogo su altro!!! però ogni tanto il peso è abbastanza insostenibile...

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Io penso che la solitudine è una condizione perenne per il gay, a qualunque età. Io mi sento solo anche tra altri gay.

 

E' un pensiero molto forte questo...mi farebbe piacere sapere come mai la pensi così...

io non mi sento sola tra gli omosessuali e neanche tra gli etero. Mi sento sola con quelli con cui non ho nulla da condividere.

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E' un pensiero molto forte questo...mi farebbe piacere sapere come mai la pensi così...

io non mi sento sola tra gli omosessuali e neanche tra gli etero. Mi sento sola con quelli con cui non ho nulla da condividere.

 

Perché è un povero fake represso. :hail:

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  • 1 month later...

Io l'ho sofferte, e l'ho presa anche molto male, fino a qualche anno fa, quando ho trovato un gruppo di amici che non si è fermato alle apparenze, e con i quali ho una grande affinità di carattere (perché quello è il mio reale discrimine nelle amicizie)! Ora ho deciso di fare gradualmente coming out con loro, ed è cominciato molto bene :) Comunque prima di conoscere loro, non ho avuto amici veri, e neanche una gran vita sociale. Ora, che mi sono quasi del tutto accettato, mi sento più in pace con me stesso, e pronto a ricominciare tutto da capo :) in fondo, non è mai tardi :)

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...però quante utili risposte...credo che la mia domanda iniziale sia davvero servita a qualcosa.

Sì il problema solitudine c'è, esiste, è reale...specialmente nel nostro particolare mondo "diverso" se così lo vogliamo definire. C'è chi ti isola per razzizmo, chi si isola per paura del giudizio, chi non riesce a salvarsi dalla solitudine interiore o esteriore, e via dicendo...ma sono sicuro che ogni nostra esperienza sia utilissima...

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Negli ultimi anni mi è capitato spesso...di sentirmi solo! Da quando verso i 18 anni ho avuto quel periodo di depressione e isolamento sociale non ho più la capacità di adattarmi subito alle situazioni e ai cambiamenti. Mi faccio troppe seghe mentali inutili, con ovvie ripercussioni nella vita sociale...Ma non è dovuto a qualche agente esterno, il problema è solo mio, ci sto lavorando, ma questa "ristrutturazione" va un pò a rilento :(

 

Non so come e quanto quotarti. Ma ti quoto in pieno! E' la mia stessa situazione, attuale per giunta.

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Thesunwillshine

Io ci ho lavorato molto in questi anni.

A scuola non mi sentivo solo visto che non sapevo ancora di essere gay, o almeno non ci credevo. Perciò la mia vita era come un girare bendato e vivere la vita che vivevano i miei amici con tanto di flirt con ragazze e quant'altro.

Il discorso è cambiato da quando ho trovato lavoro e ho perso i miei amici di scuola ed ho cominciato a girare da solo per cercare di rompere quel senso di solitudine. Sì perché anche se non si è soli (parenti, genitori, fratelli, colleghi) in realtà a volte si sente di non fare parte di nulla. Giri per i centri commerciali ed è come avere una bolla intorno che attenua tutto.. Non so che cacchio sia questa sensazione, ma c'è.

 

Ora devo dire che qualcosa si è mosso ed oltre ad essere assieme ad un ragazzo ho pure molti "spasimanti". Ma non è questa la cosa che mi fa star bene, ma il fatto che in ogni modo ora trovo la forza di combattere la solitudine. Dopo essere arrivato al fondo più profondo, mi sono fatto forza e ripetendomi che non poteva finire così, mi sono rialzato piano piano.

Non c'entra nulla il supporto dei genitori che è stato inesistente, a nulla il supporto di amici che non sono mai esistiti, ma bensì di persone che con la loro schiettezza mi hanno aperto una voragine dentro e mi hanno buttato in faccia quello che stavo diventando. Sono servite anche le delusioni d'amore.

Insomma a volte ci leghiamo a chi ci dice "non è colpa tua, tu sei un bravo ragazzo, tu non sbagli mai" invece dovremmo accettare le critiche di altri e lavorarci sopra. O almeno per me è stato così.

 

Però vi devo dire una cosa su come sono diventato. Mesi o quasi un anno fa ero una bella persona dentro. Ero veramente altruista, un pezzo di pane e molto credente nell'amore vero, credente nel colpo di fulmine, colui che piangeva per piccole cose, molto dolce e molto romantico. Ora non posso dire che sono diventato un estremo bastardo o satana in persona, ma sono cambiato parecchio. E di questa cosa mi spiace un pochino. Ma siamo umani e ci si adatta. Ora non accetto critiche da nessuno anche se ogni consiglio viene da me vagliato ed elaborato ma a modo mio.

 

Non so bene se quello che ho scritto possa aiutare qualcuno, ma ragazzi fatevi forza e sappiate che non siete soli! Non serve a nulla gridarvi nell'orecchio questa cosa, lo so.. ma tanti vivono questa situazione e magari non ve lo diranno mai. Tenete duro e vivete vivete vivete. Magari da depressi cronici, ma vi giuro che qualcosa prima o poi cambierà! E ora un abbraccio collettivo!!! ^o^

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E' una scelta che ho fatto e che vivo perchè non mi piace l'ambiente in cui vivo, mi sta sempre più stretto e diventa sempre più insopportabile starci per me, perchè mi fa tornare in mente tanti ricordi non tanto piacevoli che ho vissuto negli anni.

L'ho fatto nell'attesa di poter poi cambiare aria definitivamente trasferendomi per andare all'università (già comunque il fatto di fare il liceo un po' più lontano da casa mi ha comunque aiutato), non è tanto piacevole, anzi spesso mi pesa parecchio, ma non ho trovato nessun'altra soluzione...

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Io distinguerei la solitudine reale, effettiva, indotta magari da un senso

di estraneità rispetto ad un contesto sociale asfittico, che si accompagna

ad una difficoltà di adattamento e comunicazione con gli altri, da una certa

propensione, si potrebbe dire anche "necessità" di isolamento.

 

sono d'accordo.

io soffro spesso di solitudine ma più che altro la mia solitudine è un senso di "non comprensione" cioè a volte non mi sento pienamente capita e/o amata e mi sento di conseguenza sola. Poi io stessa tendo ad isolarmi spesso...

 

Però sentirmi sola x il mio orientam. sessuale x fortuna non mi è mai successo tranne all'inizio che io stessa x mia volontà non ho parlato con nessuno, x i primi due anni, della mia sessualitò che avevo appena scoperto.

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  • 1 month later...

Ragazzi, una cosa me la chiedo da tanto, e molti amici e conoscenti come me hanno fatto la stessa  domanda, anche per esperienze di vita personalmente vissute.

Se siamo spesso e volentieri tanto discriminati, allontanati, già nell'età scolastica lasciati indietro dai compagni di classe chi si vergognano di salutarti, o cercano di non farlo in pubblico, se nelle feste tra loro non vieni mai invitato, se ti discriminano camminando per strada sfottendoti e deridendoti...se lo raccontano ad altri che sanno di te...se per un colloquio di lavoro vivi sempre nella paura che altri lo sappiano, come quando sul lavoro già ci sei... o i rapporti con i vicini di casa...e via dicendo in tutti i settori dove ormai quasi abbiamo paura di presentarci, sentendoci colpevolizzati, segnati a dito, perseguitati ...e tutto questo, lo sappiamo bene, inizia abbastanza presto nella vita di un gay, dall'adolescenza in poi, più o meno è così...insomma, tutto l'insieme di cose della nostra vita, tutto il lato negativo che tutti noi, più o meno, conosciamo così bene...

 

Domanda: quanta solitudine vera abbiamo sofferto in realtà giorno dopo giorno, nella nostra vita?

Quante volte ci siamo sentiti soli, perchè lasciati indietro, trascurati da coloro che avremmo voluto che ci considerassero?

Quante belle esperienze tra amici veri sono andate perdute?

I viaggi persi, gli sport che si potevano praticare insieme, le scampagnate...e ogni altra cosa???

 

Non vi aveva fatto male allora?  E ora non vi fa la stessa cosa?

 

Io avrei tanto da ricordare in riguardo a questo - ma ditemi anche voi, se per voi è andata così?

hai scritto la mia autobiografia, ti ringrazio tantissimo, adesso posso dire che non mi sento più solo, finalmente ho scoperto che siamo in tanti con le stesse esperienze, perciò ho lasciato scritto tutto il tuo messaggio.

Meno male che esiste internet, magari fosse esistito quando ero ragazzino non avrei proprio sofferto.

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io sono solo, non ho nessun amico, perché farsi vedere in giro con me era un modo di far sapere agli altri che erano come me, o che io avevo infettato gli altri con il mio morbo. Ora, è da tanto tempo che me lo chiedo: ma cosa ho di speciale che la gente scoppia a ridere quando passo vicino, sfotte gratuitamente senza essere stata provocata, o mi dice che gli piace il mio cazzo. Sono dovuto andare io dallo psicologo, non la gentaglia che ha un'omofobia interiorizzata ma non repressa. Poi, quando passiamo al dunque, cioè magari abbiamo scambiato il numero o la mail non rispondono o inventano storie e scuse. PERCHE' GLI ETERO POSSONO SPASSARSELA E IO NO? i GAY DEVONO FARE TUTTO DI NASCOSTO E GLI ETERO NO? La cosa peggiore sono gli etero sposati che hanno una doppia vita per non essere emarginati. Essere emarginati significa vivere come me, con tutte le cose sgradevoli che comporta, che ho descritto sopra.

Ma io sapete come reagisco? Mi fa sentire benissimo che essere gay è una cosa che possiedono in pochi, quindi mi sento migliore degli altri!!!!!!Non è meraviglioso?

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PERCHE' GLI ETERO POSSONO SPASSARSELA E IO NO? i GAY DEVONO FARE TUTTO DI NASCOSTO E GLI ETERO NO?

[...]

Ma io sapete come reagisco? Mi fa sentire benissimo che essere gay è una cosa che possiedono in pochi, quindi mi sento migliore degli altri!!!!!!Non è meraviglioso?

 

Riassumi il mio pensiero :) Io odio dovermi nascondere, e per ora proprio ci sono costretto.. Ma quando sarò più libero, mi sentirò benissimo, e lo so :) Perché già ora so quanto non sono sbagliato, e ho anche guadagnato il sostegno di qualcuno, addirittura ho scoperto che una mia amica (ETERO!) segue dei forum contro l'omofobia.. Io ho sempre più speranza, sebbene comunque, mi tenga ben lungi dallo sbandierarmi in pubblico XD

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Thesunwillshine, anche tu hai descritto benissimo le cose che facevo anch'io, quando hai scritto che aiutavi tutti. Io adesso mi "faccio i fatti miei" perché la gentaglia non merita niente, anzi la nostra bontà è scambiata per stupidità, quando chi ti sfotte viene aiutato lo stesso. Ma quando questi "amici" erano presenti alle mie umiliazioni stavano zitti, nessuno mi ha mai difeso, chi tace acconsente e anche lui è un delinquente. Almeno così io non devo ringrazHo dovuto anche rimuovere i miei buoni sentimenti, perché è anche pericoloso, infatti sono già stato minacciato da giovani fidanzate o mogli di non insidiare assolutamente il loro fidanzato o marito perché secondo loro ero io il malvagio che voleva distruggere la felice coppia. Questi sono immaturi e senza coraggio perché hanno bisogno di segretari per i loro sentimenti e così sono essi infelici, non io. Quando mi raccontano le fregature che hanno ricevuto alcune persone per corna o divorzi, mi sembra di sentire parlare di gente che vive su un altro pianeta, perché in questo mi sento solo, infatti se qualche ragazza mi è venuta vicino lo faceva solo per provocarmi e per far ridere i suoi complici che avevano preparato tutto.

Non lo so, forse sarà un argomento politico, ma perché siamo considerati una minaccia come perturbatori dell'ambiente?

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