Jump to content

SUD CONTRO IL NORD, l''altra secessione


bluelake

Recommended Posts

[mi sembrava più adatto metterlo qui che in attualità..]

Ho trovato questo editoriale di Panebianco sul Corriere della Sera, che mi ha lasciato un po' interdetto... in larga parte lo condivido, ma mi sembra forse troppo semplicistico... voi che ne pensate?

 

Possiamo pensare alla politica come a una torta a due strati: c’è uno strato superficiale e uno sottostante. Lo strato superficiale è quello della politica politicienne su cui si concentra l’attenzione dei media: crisi di governo? Elezioni? Governi tecnici? Nuove sorprese sul piano giudiziario? Nuovi gossip? Poi c’è lo strato sottostante che sta in profondità. Mentre lo strato superficiale è o può essere soggetto a repentini cambiamenti, nello strato profondo i cambiamenti, ammesso che avvengano, richiedono tempi lunghissimi. Tra i due livelli ci sono influenze asimmetriche, di differente intensità (è più forte l’influenza dello strato profondo su quello superficiale che il contrario). Appartiene allo strato profondo la divisione Nord/Sud. Ciò che accade in quello superficiale, di volta in volta, può disvelare aspetti diversi di quella storica divisione, e può anche, in certe fasi, esasperarla, ma non l’ha creata e non può eliminarla.

 

L’esasperazione della frattura Nord/Sud che sperimentiamo da un ventennio ha la sua causa nella fine della Dc e del sistema di scambi mutualmente soddisfacenti (ampiamente finanziato con l’indebitamente pubblico) che la Dc garantiva fra i diversi territori. Quel sistema aveva assicurato per molti anni una certa tranquillità di superficie ma nella pancia del Paese anche allora si celavano umori cattivi. Qualcuno ricorderà «radio bestemmia », un esperimento di Radio Radicale degli anni Ottanta (non c’era ancora all’orizzonte nessuna Lega a minacciare secessioni). Per tre giorni il microfono fu lasciato, senza controllo, in mano agli ascoltatori: si cominciò con risse e insulti fra tifoserie calcistiche e si finì con una grande esplosione di odio viscerale fra terroni e polentoni.

 

In questi anni siamo stati soprattutto colpiti dal fenomeno più appariscente: il vento del Nord, il leghismo, con il suo secessionismo culturale e, potenzialmente, politico. Non abbiamo prestato abbastanza attenzione al fenomeno opposto e simmetrico, ma più silenzioso, meno visibile: il secessionismo culturale del Sud. La voglia di bruciare il tricolore non appartiene solo ai più esagitati fra i leghisti: anche dal Sud vengono lanciati cerini accesi.

 

Che altro è se non voglia repressa di bruciare il tricolore la rappresentazione del Risorgimento come uno stupro di gruppo ai danni del Mezzogiorno da parte di un Nord violento e rapace? La leggenda nera sull’Italia unita nasce subito dopo l’unificazione nutrendosi di fatti veri (l’occupazione piemontese, la spietata guerra al brigantaggio, il peggioramento delle condizioni delle campagne, la grande migrazione verso le Americhe) ma letti piattamente, senza spirito critico, senza inserirli in una visione più ampia, nella quale la partita del dare e dell’avere fra le regioni ricche e quelle povere svelerebbe il proprio carattere autentico: quello di un complesso interscambio che ha portato, nel lungo periodo, più vantaggi che svantaggi all’intera comunità nazionale. A causa dell’esasperazione della divisione Nord/Sud degli ultimi vent’anni, l’antica leggenda nera viene ora riproposta con forza dagli appartenenti alle classi colte meridionali.

 

Si può leggere di tutto: puntigliose rivalutazioni del Regno delle Due Sicilie, invettive contro Cavour e i piemontesi, criminalizzazione del Nord di ieri e di oggi. Da tante lettere che arrivano quando si scrive di questi argomenti si ricava la sensazione che molti meridionali appartenenti alle classi colte siano sinceramente convinti di due cose. La prima è che, se non ci fosse stata la colonizzazione del Nord, il Sud sarebbe ora qualcosa di simile alla Svizzera o all’Olanda. La seconda è che le classi dirigenti del Sud non abbiano responsabilità dei mali in cui il Sud si dibatte. Nella versione meno spudorata, o meno irrealistica, si parla più prudentemente (come fa il presidente della Regione Sicilia, Raffaele Lombardo) di complicità, di patti perversi fra Roma e le classi dirigenti meridionali.

 

Perché questa forma di secessionismo culturale danneggia il Sud (polemizzando con me, c’è caduto, sia pure da par suo, anche un finissimo osservatore come Ruggero Guarini su Il Foglio del 28 ottobre)? Perché giustifica e perpetua l’irresponsabilità delle classi dirigenti meridionali e garantisce in questo modo l’impossibilità di una svolta. Sembra che ci sia una sorta di «blocco sociale» composto da classi dirigenti che, spesso, hanno assai male amministrato e di classi colte che tengono loro bordone mal consigliando e mal giustificando.

 

È vero che ci sono anche segnali che vanno in una diversa direzione. C’è il fatto che il Sud (come il Nord) non è un blocco territoriale omogeneo: esiste anche un Sud produttivo e ben governato. Inoltre, anche in politica non tutto è sempre scontato: ad esempio, Gianfranco Micciché, tenendo a battesimo la sua costituenda Forza del Sud, ne ha parlato come di un movimento politico che deve spingere il Mezzogiorno a ritrovare il suo orgoglio, mettere al bando ogni sterile lamentela, impegnarsi per creare sviluppo e benessere. Si tratterà di vedere se alle intenzioni corrisponderanno i fatti e se le resistenze di quella consistente parte del Sud che non ne vuol sapere potranno essere superate.

 

Il secessionismo culturale del Sud, nonostante il suo successo e la sua diffusione, ha il fiato corto. A differenza di quello del Nord non può tradursi in secessionismo politico: non dispone dei soldi. Può però avere l’effetto di esasperare ulteriormente il secessionismo nordista. Infatti, anche il movimento leghista è a un bivio, spinto dai suoi stessi impulsi in direzioni diverse: la testa (la ragione) gli detta di cercare soluzioni federali; la pancia lo spinge verso la secessione: un esito che, se si realizzasse, abbasserebbe drasticamente il rango internazionale del Nord (per esempio, in Europa) con molte e pesanti ripercussioni negative.

 

Berlusconi, costruendo l’unico vero partito nazionale in circolazione (forte al Nord come al Sud) ha precariamente, avventurosamente, e provvisoriamente, surrogato il ruolo storico che era stato della Dc, tenendo di fatto insieme il Paese. Quando il suo partito si disferà (probabilmente ciò accadrà quando egli uscirà di scena), Nord e Sud si troveranno l’uno di fronte all’altro senza mediazioni, l’uno contro l’altro. E per l’unità d’Italia sarà l’ora della verità.

 

Però, forse, è imminente una crisi di governo, forse andremo presto a elezioni. Parlando di Nord e Sud ho divagato? Non mi pare. Perché, crisi o no, elezioni o no, è dallo strato profondo della torta che partono comunque gli impulsi più potenti. Da essi dipenderà, anche a breve, il futuro del Paese.

 

Angelo Panebianco

04 novembre 2010

© RIPRODUZIONE RISERVATA

da http://www.corriere.it/editoriali/10_novembre_04/panebianco-altra-secessione_5583edd4-e7dc-11df-a6d6-00144f02aabc.shtml

Link to comment
Share on other sites

Una civiltà evolutivamente più avanti, un grande sterminio di massa che non ha avuto pietà nè di donne nè di bambini, uno sfruttamento di fondi senza pari, un grande raggiro sui popoli del sud. Ecco cos'è stata l'unità d'Italia. Troppo sangue è stato versato, troppe cattiverie sono state fatte per reputare l'Italia come un'opera buona. Secondo me è meglio tornare ad uno Stato unitario del sud.

Link to comment
Share on other sites

Per la prima volta sono d'accordo con Panebianco :muro:

 

La fine del Berlusconismo porterà alla nascita

di tante piccole Leghe Sud

(come sta accadento per l'MPA siciliano)

che volgeranno in chiave meridionalista

l'attuale retorica della Lega di Bossi.

 

I "cattivi" saranno i Settentrionali, gli immigrati e i gay

(vogliamo scommetterci che non mancheremo?)

e le percentuali elettorali le stesse della Lega qui in campagna

(qualcosa come il 40%-60% dell'elettorato).

 

Dopo Berlusconi, la Secessione.

(Il mio ragazzo e io andremo a vivere

in Toscana o in Emilia, questo è certo.)

Link to comment
Share on other sites

simply_dreamer

Per la prima volta sono d'accordo con Panebianco :muro:

 

La fine del Berlusconismo porterà alla nascita

di tante piccole Leghe Sud

(come sta accadento per l'MPA siciliano)

che volgeranno in chiave meridionalista

l'attuale retorica della Lega di Bossi.

 

I "cattivi" saranno i Settentrionali, gli immigrati e i gay

(vogliamo scommetterci che non mancheremo?)

e le percentuali elettorali le stesse della Lega qui in campagna

(qualcosa come il 40%-60% dell'elettorato).

 

Dopo Berlusconi, la Secessione.

(Il mio ragazzo e io andremo a vivere

in Toscana o in Emilia, questo è certo.)

 

 

 

quoto... credo sia altamente probabile che ciò avvenga  :muro:

Link to comment
Share on other sites

Guest burro.e.miele

uhuhuhuh... gente! fosse solo la bocca a controllare la politica e le vicende di uno Stato... È l'Economia la chiave di tutto: finché i legami di interdipendenza saranno indispensabili per mantenere l'attuale precario equilibrio economico su cui si regge il Paese, non vi sarà alcuna Secessione. Io, da cittadino del Nord, chiaramente ammetto che il Nord trae vantaggio dall'assistenzialismo incontrollato fornito al Sud: ci serve, per poter supportare in parte la nostra economia. Il Colonialismo forse non è ancora finito in Europa, sta solo attraversando una fase nuova o diversa...

Scusate, ma siate obiettivi: ma secondo voi, per quale motivo il Nord Italia dovrebbe farsi carico delle spese sociali delle aree meno abbienti e capaci del Paese? Insomma, guardiamoci nelle palle degli occhi, come si dice a casa mia: è chiaro che un tornaconto lo si abbia anche al Nord. Forse che voi accettereste il sopruso e la costrizione di versare denaro senza motivazioni a qualcuno? Accantoniamo per un attimo tutte le stronzate e sviolinate nazionaliste, parole come solidarietà, perequazione e reciproco aiuto (:muro:)... a che pro tutto ciò? È forse un caso che la media e la grande impresa, per non parlare del settore bancario, assicurativo e finanziario non appoggino le posizioni leghiste-secessioniste? Un conto è il Federalismo, che se fosse ben realizzato, sarebbe una valida ottimizzazione di costi, un impulso alla responsabilità locale delle gestione e amministrazione, nonché un'ulteriore valorizzazione delle aree, un conto è la Secessione. Se Secessione dovesse essere, sarebbe fittizia e solo un'evoluzione dell'attuale rapporto Nord-Sud: il Nord necessità di esercitare la propria egemonia economica sul Sud Italia. L'Italia non è una zona franca dalle classiche regole macro e rapporti politico-economici globali. E la "doppia velocità" è solo una dimostrazione.

Link to comment
Share on other sites

La media e la grande impresa non appoggiano la Lega

fondamentalmente per il paventato controllo dei flussi migratori.

Qui in Veneto c'è una forte discrepanza

tra la classe dirigente forzista dell'ex governatore Galan

e l'attuale amministrazione Zaia, più contadina che industriale:

alla fine però ha vinto la Lega e non nasconde di puntare

al controllo delle banche del nostro (ricco) territorio.

 

In Lombardia sono ancora controllate da CL

e l'uomo di Comunione e Liberazione - Formigoni -

nonostante le pressioni leghiste è ancora governatore.

Dopo Berlusconi tenterà di riciclarsi in FLI

che già gode dell'appoggio di Confindustria.

 

Il grande capitale ha creduto che la Lega

fosse l'utile idiota per sconfiggere le Sinistre,

ma ha acquisito un potere tale da allontanare i moderati

(vedi appunto il caso di Fini o di Casini o della Mercegaglia)

 

Non c'è un vero colonialismo Nord-Sud,

sono pochissime le imprese settentrionali

che investono in Meridione.

Conviene molto di più la Romania,

ci sono più imprese venete a Timisoara

che in tutto il Sud Italia...

 

L'assistenzialismo in Meridione dipende pricipalmente

dal voto di scambio che - prima la Dc, poi Forza Italia -

hanno esercitato per tenere il Governo

e - col governo - intascare le tasse del Nord.

Cosa ci guadagnava il Nord? Una lira debole per le esportazioni

(protagonista della svalutazione fu Craxi, negli anni Ottanta;

pigmalione di Berlusconi, che erdità dalla DC i voti siciliani

e li girò al suo pupillo negli anni Novanta),

ma con l'Euro tutto questo non ha più senso.

 

E tutto per tacere delle carte di Ciancimino

e del sospetto del giudice Borsellino

che i soldi di mafia venissero riciclati in Lombardia

attraverso la costruzione di Milano Due...

Link to comment
Share on other sites

Guest burro.e.miele

 

 

Non c'è un vero colonialismo Nord-Sud,

sono pochissime le imprese settentrionali

che investono in Meridione.

Conviene molto di più la Romania,

ci sono più imprese venete a Timisoara

che in tutto il Sud Italia...

 

 

 

Almadel, non si parla di produzione, ma di fatturato: una consistente fetta di profitti delle mgi del Nord sono realizzati nel Sud. È ovvio che non ci siano investimenti, se non quelli per garantire introiti legati al consumo di beni e servizi. Chi mai investirebbe nella produzione, con il rischio di invertire il meccanismo Nord-produce/Sud-consuma?

Link to comment
Share on other sites

per una secessione ci vuole un impegno a scrivere due costituzioni, organizzare due stati e tante cose che non sono alla portata mentale dei politici attuali, quelli della lega in modo particolare (troppo sbattimento). quindi non succedera niente.

Link to comment
Share on other sites

Burro.e.miele, perché in una società globale come la nostra,

l'esistenza o meno di un confine lungo il Po

dovrebbe impedire ai Lombardi di vendere a Napoli?

In Europa non esistono problemi di dazi,

e la moneta è già unica...

 

Tu sembri dire: se il Nord non finanziasse il Sud

(in particolare con gli stipendi degli statali),

scenderebbe una quota di mercato consistente

e sono certo probabilmente sia (stato) vero.

Immagino che tu da liberale creda che a questo serva il Welfare, no?

 

Prendi il caso del Belgio che ormai è in continua crisi istituzionale

perché non è più possibile fare un governo senza i Secessionisti Fiamminghi:

o la base popolare se ne frega della prospettiva macro-economica

o il il calcolo costi-benefici si è modificato negli anni.

E in Belgio non ci sono i "Secessionisti Valloni",

la prospettiva che si stava analizzando sulla falsariga di Panebianco è:

"Cosa accadrà quando la Destra Reazionaria Meridionale, dopo Berlusconi,

metterà nero su bianco le idee di Hitam?

Una civiltà evolutivamente più avanti, un grande sterminio di massa che non ha avuto pietà nè di donne nè di bambini, uno sfruttamento di fondi senza pari, un grande raggiro sui popoli del sud. Ecco cos'è stata l'unità d'Italia. Troppo sangue è stato versato, troppe cattiverie sono state fatte per reputare l'Italia come un'opera buona. Secondo me è meglio tornare ad uno Stato unitario del sud.

"

 

Dice giustamente Coeranos che tra le parole e i fatti

ci sta di mezzo la pigrizia, alimentata dal fatto

che una volta che sei a Roma preferisci goderti la "dolce vita"

piuttosto che sbatterti per fare una Costituente...

Link to comment
Share on other sites

Guest burro.e.miele

Io non ho parlato di impraticabilità degli scambi, in una società globalizzata è appunto un problema inesistente, come dici tu. Io parlo di sostenibilità del sistema economico italiano: l'equilibrio, per quanto contorto, perverso e precario, è raggiunto con questo compromesso Nord/Sud.

 

E il Welfare, almeno così come concepito qui in Italia, serve proprio a mantenere questo equilibrio: a Sud un'economia prevalentemente di consumo, sulla quale il Nord può forgiare la sua economia, prevalentemente d'investimento. In questo momento, la mia posizione politica è del tutto irrilevante ai fini del discorso, nel quale si prende in analisi la situazione attuale, non eventuali soluzioni ai problemi.

Tu proponi la realtà belga, cercando non so quale parallelo con quella italiana, ma la realtà belga è ben diversa, in particolare dal punto di vista economico, rispetto quella italiana.

La Destra Reazionaria Meridionale campa esattamente come il resto del Meridione grazie all'attuale equilibrio: dovesse reagire, dovrà pur tener conto di un'alternativa all'attuale sistema economico. L'Economia è la base di ogni Stato e di ogni territorio. Io penso che se in 150 anni reazioni non ve ne siano mai state è perché, in parte, come dici tu, la pigrizia e la "dolce vita" romana piacciono a tutti, ma essenzialmente perché oggi giorno non sono praticabili economicamente.

Insomma, l'Economia internazionale ha raggiunto livelli talmente avanzati, i legami sono talmente fitti, che sarebbe impossibile procedere ad una creazione di una nuova economia: fonti di reddito ve ne sono al Sud, ma mancano capitali interni per rendere tali fonti attive e produttive nel lungo periodo (pensa alle potenzialità del turismo, tanto per citare la più famosa).

Certo, i capitali potrebbero essere esterni, ma sarebbe come trovarsi nuovamente al punto di partenza: qualcuno controllerebbe ancora l'economia meridionale, facendo il proprio interesse, esattamente come accade ora.

È mancata la tappa "accumulazione capitale originario", tappa necessaria per ogni realtà che intende svilupparsi, ed oggi giorno impraticabile, perché comporterebbe un crollo a picco delle attuali condizioni di vita nel Meridione (non è un caso che storicamente l'evolversi di una società dal punto di vista del tenore e delle condizioni di vita sia da ritenersi proporzionale "a scatti" alla crescita del capitale).

La Destra Reazionaria Meridionale, in cui cresce il sentimento secessionista, composta anche da persone di elevato spessore culturale, conosce bene questo problema. Ed è ben consapevole di non aver soluzioni sostenibili.

Link to comment
Share on other sites

Join the conversation

You can post now and register later. If you have an account, sign in now to post with your account.

Guest
Unfortunately, your content contains terms that we do not allow. Please edit your content to remove the highlighted words below.
Reply to this topic...

×   Pasted as rich text.   Paste as plain text instead

  Only 75 emoji are allowed.

×   Your link has been automatically embedded.   Display as a link instead

×   Your previous content has been restored.   Clear editor

×   You cannot paste images directly. Upload or insert images from URL.

×
×
  • Create New...