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[Orah] Il mio coming out


Orah

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Il mio coming out é stato multi-fase e piuttosto traumatico.

Premetto che non essendomi lasciata alle spalle amicizie che durano dal liceo o da prima, non ho mai dovuto fare un vero e proprio coming out con i miei amici, ma tutti hanno saputo dall'inizio del mio orientamento, anche perché tendo a parlarne con molta naturalezza.

Il mio problema sono stati i miei genitori.

Premesso che la mia famiglia é un po' problematica, io sono attualmente l'unica figlia dei miei genitori perché mio fratello é venuto a mancare dieci anni fa; da questo mia madre non si é più ripresa e ha alternato fasi di depressione grave a fasi ansiose; mio padre, di per contro, é la colonna della famiglia, una persona senza dubbio preziosissima e intelligente, ma con troppa fede nella razionalità.

Il mio primo scontro riguardo alla mia sessualità é stato alle medie, quando per tre anni sono stata vittima di bullismo da parte dei miei compagni di classe che mi accusavano di essere lesbica (io giocavo ancora con le barbie a quell'età). Dopo tante mie sofferenze, mia madre cominciò a parlarmi della sessualità e che dovessi trovare la mia strada etc. Mi comprava persino libri ad argomento omosessuale. Splendido, direte.

Invece no, perché quando ho cominciato a capire e cercare di esprimerle come mi sentissi, mi sentii rispondere che erano le cavolate di un'adolescente che non aveva ancora trovato la persona giusta. E così tutte le volte che provai ad accennare alla questione.

L'unica persona che mi aveva creduto e supportato in quel frangente era stato mio fratello.

Finite le medie, vado al ginnasio. I primi mesi muore mio fratello, la mia famiglia crolla, io sono a pezzi e mi sento un po' abbondanata a me stessa. Ricominciano le prese in giro da parte dei nuovi compagni perché dicono che sono troppo intelligente, grassa, brutta e lesbicona perché non mi interessano i ragazzi.

Al liceo cambio classe, ancora non ho fatto pace con la mia sessualità. Poi incontro un ragazzo con cui ho una storia per due anni, anche se le cose non funzionano dal punto di vista fisico (lui ha problemi di erezione, a me spaventa l'idea di essere penetrata). Nel frattempo comincio a frequentare, grazie ad un'amica, ambienti lesbici.

Per arla breve quando mi lascio con il ragazzo, capisco finalmente che preferisco le donne e all'Università finalmente ho la mia prima storia. Stavolta mi rivolgo a mio padre che sembra prenderla alla leggera o forse non mi crede quando gli dico che mi sono innamorata di questa ragazza (che lui per altro adorava).

Tre anni dopo la nostra storia finisce abbastanza tragicamente, i miei di nuovo non capiscono ed io piombo in un episodio di anoressia, dal quale riesco a venire fuori da sola. Riesco ad allacciare un'altra relazione con una ragazza più piccola che si rivela poco corretta nei miei confronti, mi fa le corna con una del gruppo e le due mi scatenano addosso la classica dyke-syndrome (cercare di mettermi contro -con successo- le alcune amiche comuni, venirmi ad insultare sul mio blog, torturarmi sul forum etc.). In tutto questo, quando provo a parlare con i miei veng res[inta dicendo che non ho più l'età per fare l'adolescente.

Nel frattempo conosco quella che diventerà mia moglie e ci mettiamo insieme; quando le due di cui sopra si mettono a coinvolgere anche lei nel loro giochino io crollo psicologicamente e decido di raccontare tutto ai miei (due anni fa).

Li prendo al mare quando sono in vacanza, pensando che sia un bion momento, spiego loro di nuovo per filo e per segno come stanno le cose. Risultato: mio padre non mi parla per dieci giorni, mia madre che continua a piangere e a dire "io volevo dei nipotini da te."

Si rifiutano di parlare con la mia compagbna o anche solo di riconoscere la sua esistenza, io cerco di ignorare i loro comportamenti e andare avanti con la mia vita (cercando anche il supporto di una psicologa).

Dopo due anni le cose sono un pochino migliorate, quanto meno mio padre mi parla ancora un po', ma nonostante tutto, continuano ad ignorare la mia vita sentimentale (non hanno voluto sapere nulla del nostro matrimonio simbolico, ritenendolo una ca**** e non verranno al nostro civil partnership quest'estate) o peggio a fare battute maleducate (tipo chiamarmi su skype e chiedermi se sono da sola e quando rispondo che mia mogli é con me, ribaadire il fatto che sono da sola, come se lei non esistesse).

La cosa che mi fa più imbestialire é che sono entrambi molto tolleranti e disponibili con tutti gli altri gay (mio padre ha amici gay e adora -letteralmente- il mio migliore amico, se l'é pure aggiunto su FB e continua a chiedermi di lui ogni volta che ci sentiamo).

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Ciao Orah,capisco benissimo come ti senti.

Il mio compagno è nella tua stessa identica situazione.

Lui è il figlio maggiore,ed è quello in cui i suoi genitori "ripongono" speranze per il futuro.

Sopratutto dopo che,anche loro come te e la tua famiglia,hanno passato un momento tragico (secondo figlio tossico dipendente,madre che quindi entra in depressione padre colonna portante che riesce a tenere tutto in piedi.)

Il mio ragazzo ha fatto CO solo con suo padre per via di questa situazione e, sebbene lui mi conosca e sappia quindi della mia esistenza,il tutto è finito li,mai piu' avuto un rapporto con lui.

Insomma,è finita che ad oggi il mio compagno ha trovato nella mia famiglia una seconda famiglia,il natale e le altre festività le passa con noi, esce spesso con mio fratello e via dicendo.

Purtroppo sono situazioni strane,che non ti permettono di "premere" da nessuna parte.

Io queste persone le definisco come quelle che hanno già avuto abbastanza dalla vita (in senso negativo ovviamente) e che quindi smettono di accettare qualsiasi altra cosa che ai loro occhi possa sembrar brutta.

Tu hai fatto tanto,vivi ora in pace con te stessa,e sopratutto non avertene a male se i tuoi genitori non capiscono.

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Cavolo Orah  :roll: la tua storia mi ha davvero colpito e mi ha dato la forza di non arrendermi ....  spero tu possa un giorno trovare quella serenità famigliare che avete perso da molto tempo te lo auguro di vero cuore! hai avuto una grande forza e continua ad averla mi raccomando!!

Credo che quella che ha più bisogno di aiuto sia tua madre adeso...avete mai pensato di portarla da uno psicologo per aiutarla in qualche modo a liberarsi del dolore della perdita di tuo fratello??

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E' ammirevole che tu sia riuscita con le tue forze a proseguire per la tua strada nonostante le durissime prove.

Forse, con la perdita di tuo fratello, tua madre si è ritrovata a spostare improvvisamente tutte le sue aspettative su di te, così come fa in parte intendere la frase “io volevo dei nipotini da te”.  E forse prima si era mostrata più tranquilla (la storia del regalo del libro) perché comunque c’era il tuo caro fratello sul quale poteva riporre le stesse aspettative.

 

Poi c’è la tua partenza.

Dopo la grave perdita, i tuoi potrebbero aver vissuto il tuo allontanamento fisico come un secondo duro colpo, imputando all’omosessualità la causa di ciò. Non credi?

Per loro sei l’unica figlia e forse hanno semplicemente bisogno di più tempo per elaborare. Certo la depressione della mamma non l’aiuta, ma in tuo padre potresti trovare un mediatore. In questo tempo quello che puoi fare è far capire, ma sicuramente lo fai già, che questa è la tua verità, la tua serenità e che l’accettazione è un grande atto di amore e di rispetto non solo verso chi si scopre omosessuale ma anche verso i figli. Sono sicura che con il tempo la situazione migliorerà.

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Ciao Orah, ho letto da un po' di giorni il tuo CO ma non ho dato nessuna risposta perchè non sapevo davvero cosa scrivere di sensato. Non che ora lo sappia, ma ci proverò.

Intanto volevo dirti che ti ammiro molto per come hai reagito dopo quello che hai passato e ti dico anche che mi dispiace per come si comportano i tuoi genitori. Sei la terza persona che sento che ha una situazione del genere. Un mio amico e una mia amica hanno entrambi genitori super aperti e pieni di amici gay,ma non riescono ancora ad accettare l'omosessualità dei rispettivi figli ed è una cosa che credo davvero faccia imbestialire.

Spero che i tuoi smettano di comportarsi così prima o poi e ti auguro tutto il bene del mondo.

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Orah, hai una forza incredibile, complimenti.. Mi dispiace molto leggere certe cose, ma vedrai che i tuoi genitori con il passar del tempo capiranno che la tua ragazza è una parte importante per te e probabilmente lo diventerà anche per loro...  :)

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  • 2 weeks later...

Secondo me devi far finta che non esistano, del resto loro fanno lo stesso con te... anzi piu' che con te, con la tua compagna. Spero che almeno la famiglia di lei sia piu' accogliente nei tuoi confronti, quello che dice Mina non e' sbagliato, io trovo spesso che ci sia una famiglia che respinge e un'altra che subentra come famiglia surrogata...

In fin dei conti, da come parli, mi sembra che tu sia stata lasciata ai tuoi mezzi per tutta la vita... sei dovuta uscire da sola da un eating disorder (cosa che la maggior parte della gente non riesce a fare nemmeno con aiuti esterni, figuriamoci da sola!), nessuno ti e' stato vicino quando le tue storie sono finite, anzi sono state sminuite come robette da adolescenti... c'e' una totale incuranza del fatto che la gente puo' essere stronza e vagamente psicopatica ben oltre i 20 anni... buon per loro se non gli e' mai capitato di conoscere adulti che si comportano da pazzoidi!! A me (e a te) si'!!

 

Insomma... prendi quel poco di buono che hai potuto racimolare da questo rapporto, in fondo ti hanno cresciuto come una persona forte, si capisce almeno quello... riconosciamogli questo merito e tiriamo avanti...

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  • 1 month later...

scusate per il ritardo nelle risposte, non ero più passata a leggere.

@ Mina: mi dispiace sapere che il compagno é nella mia stessa situazione..purtroppo dubito che queste situazioni possano cambiare, a volte sembra veramente di parlare con un muro. Io purtroppo sulla famiglia di mia moglie posso contare fino ad un certo punto prima perché comunque é lontana (anche quando rientro in Italia, io sto a Firenze e lei a Latina), secondo perché per problemi familiari loro non posso veramente farci affidamento, per quanto voglia loro bene (mia moglie per prima tratta i propri genitori come fossero dei bambini)..

@ Francesco: grazie.. Mia madre é andata dallo psicologo per dieci anni, abbiamo provato anche la terapia familiare, adesso da tre é anche in cura da uno psichiatra, ma purtroppo i miglioramenti sono pochi e lenti.

@ toraepantote: purtroppo mio padre in questo caso non può essere il mediatore perché sull'argomento é davvero molto chiuso (e maschera questa chiusura con la preoccupazine che io mi stia creando da sola la mia infelicità).

@ Zach: grazie di aver letto.

@ FleurDeLys: grazie..purtroppo dubito che le cose possano cambiare, tant'é che il loro giudizio sul nostro matrimonio é stato `é tutto un brutto scherzo'..

@ Sweet: come spiegavo a Mina, purtropo anche la famiglia di mia moglie non é esente da gravi problemi che ne minano l'equilibrio psicologico ( e mia moglie per prima ha con i suoi un rapporto molto freddo é distaccato). Diciamo che negli anni ho costituito una ma famiglia surrogato che, oltre a mia moglie, comprende i miei tre amici più intimi, con i quali ho un rapporto per certi versi quasi da consanguinei -complicato dal fatto che io divido il mio anno tra uk e italia, due di loro stanno in Italia, ma in posti diversi e l'altro vive par-time fra Italia e Israele).

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