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In Italia muore la libertà di Stampa


FleurDeLys

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...almeno vi siete tirati fuori il sassolino dalla scarpa e fatto luce sulla questione...  voi (e così come voi molti giornalisti di parte) non vi sentirete mai liberi in Italia se non dopo un'eventuale distruzione del Cavaliere (che alcuni di voi vorrebbero chiamare "oscuro" in vitù del suo passato nebbioso   ...a me comunque sta anche bene chiamarlo Cavaliere Oscuro perché così mi rircorda Batman!  :kiss:)  ...io però trovo il vostro modo di vedere la libertà più come uno stato di polizia, giustizialista e antiliberale che non come uno Stato libero che accetta la pluralità di idee.

 

Ariel, lo so che io sembro l'ottimista con gli occhialioni rosa (e forse lo sono per davvero), tuttavia specie quà sono forza di cose così, questo per controbilanciare chi generalizza e dice che in Italia 'fa tutto schifo' con aria sprezzante, perché quà quelli così sono davvero tanti ....diversamente in ambienti con idee opposte (tipo la sagra della Lega) dimostro di essere una moderata (infatti parlo di potenzialità del sud e di federalismo solidale).

Io sono per gli accordi politici nell'interesse del paese.. mentre alcuni elementi politici (spartiti in entrambi poli) puntano ad una guerra senza fine anche a scapito dell'Italia stessa.

 

X DarKoira  ...scusa ma non mettermi in bocca parole che non mai ho detto, infatti (vai pure a controllare) non ho mai detto ''quello schifoso di Santoro''; grazie!  

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Curioso per una che [cito] non generalizza, rivolgersi alla seconda persona plurale. Non trovi?

 

 

Ah, lasciami perdere; governare gli italiani non è difficile, è inutile.

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X DarKoira  ...scusa ma non mettermi in bocca parole che non mai ho detto, infatti (vai pure a controllare) non ho mai detto ''quello schifoso di Santoro''; grazie! 

 

ah no quello l'ho aggiunto io, ma è l'osservazione più acuta che riesci a fare?  :kiss:

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una cosa... ma come mai scrivi: "Perché non porti delle prove che i giornalisti spagnoli hanno un giudizio ottenebrato e sono in cattiva fede?" No, perché se è così non HAI CAPITO NULLA DI COSA HO SCRITTO E RISCRITTO! Io ho detto che in spagna la privacy è più tutelata anche a discapito della libertà di stampa, ed è per questo che in quel paese (ma credo anche in altri... però queste nozioni le ho tirate fuori da un articolo fatto da un intervista a un gionalista spagnolo sulle recenti polemiche sulla legge chiamata in modo infame "bavaglio") non capiterà mai di vedere le intercettazioni giudiziare pubblicate per intero su un giornale.

 

Sissy, non ci posso credere... Riesci a confonderti perfino quando riporti il tuo stesso pensiero.

 

Sai di che cosa stiamo parlando? Vediamo di fare un riassuntino perché ti sei persa.

Stavamo parlando di quel report sulla libertà di stampa, basato su un questionario che ti ho linkato nella (vana) speranza che tu lo leggessi.

Ora da questa indagine cosa è risultato? Che l'Italia è tra i paesi partly free e la Spagna tra i paesi free. Tu sostieni che questo sia dovuto al fatto che i giornalisti italiani sono dei faziosi e antipatriottici, che non si capisce con quale tornaconto godono a infangare di merda il nostro bel paese. Al contrario i giornalisti spagnoli hanno dipinto il loro paese benissimo perché hanno un "forte orgoglio nazionale".

 

Ok, fin qui ci siamo? Questo è la tua (per ora infondata) spiegazione del perché i due paesi sono di colore diverso sulla cartina.

Bene. Ora dimmi che ***** c'entra il fatto che in Spagna la privacy sarebbe meglio tutelata. Vedi una singola domanda che sia una nel questionario sul rapporto tra privacy e libertà di stampa?

No, quindi le leggi in materia con la presente indagine non c'entrano un tubo.

 

Sui diritti umani (quelli internazionali) non dire castronate perché non è incluso il diritto a sapere i ca... degli altri a discapito della privacy.

 

Devo rispondere? No, non devo rispondere, perché tanto per cambiare non citi uno straccio di fonte a sostegno della tua opinione, se non "lo dico io!" Quindi quello che dici equivale a carta igienica.

Siccome però sono troppo buono e comprensivo, risponderò comunque. Quella che segue è la giurisprudenza della CEDU.

 

La libertà di espressione costituisce uno dei valori essenziali di ogni società democratica, una delle condizioni primarie del progresso sociale e del pieno sviluppo delle persone. Salva la riserva del § 2), la libertà di espressione  vale non soltanto per le “informazioni”o le “idee” accolte con favore o considerate come inoffensive o indifferenti, ma anche per quelle che offendono, sconvolgono o inquietano; così esigono il pluralismo, la tolleranza e l’apertura mentale, senza i quali non vi è una “società democratica”. Come precisa l’art. 10, la libertà di espressione è soggetta ad  eccezioni che, tuttavia, devono interpretarsi restrittivamente; l’esigenza di una qualsiasi restrizione deve apparire necessaria (Jersild c. Danemark, 23 septembre 1994, série A no 298, p. 23, § 31 ; Janowski c. Pologne [GC], no 25716/94, § 30, CEDH 1999-I ; Nilsen et Johnsen c. Norvège [GC], no 23118/93, § 43, CEDH 1999-VIII, et Fuentes Bobo c. Espagne, no 39293/98, § 43, 29 février 2000).

 

La stampa svolge un ruolo fondamentale in una società democratica; sebbene non debba oltrepassare alcuni limiti, soprattutto quelli relativi alla protezione della  reputazione e dei diritti altrui e alla necessità di impedire la diffusione di notizie confidenziali,  deve tuttavia comunicare, nel rispetto dei suoi doveri e delle sue responsabilità, informazioni su tutte le questioni d’interesse generale, ivi comprese quelle concernenti il funzionamento della giustizia (De Haes et Gijsels c. Belgique, arrêt du 24 février 1997, Recueil 1997-I, pp. 233-234, § 37).

 

La stampa ha il compito di fornire siffatte informazioni, come il pubblico ha il diritto di riceverle. Se la libertà di espressione fosse intesa diversamente, la stampa non potrebbe svolgere il ruolo fondamentale di “cane da guardia” della comunità  (Thorgeir Thorgeirson c. Islande, arrêt du 25 juin 1992, série A no 239, p. 27, § 63 ; Bladet Tromsø et Stensaas c. Norvège [GC], no 21980/93, § 62, CEDH 1999-III).

 

La libertà di espressione concerne non soltanto le idee e le informazioni ma anche il modo di esprimerle (Oberschlick c. Autriche (no1), arrêt du 23 mai 1991, série A no 204, p. 25, § 57). La libertà giornalistica comprende, pertanto, anche la possibilità di ricorrere ad una certa dose di esagerazione e  provocazione (Prager et Oberschlick c. Autriche, arrêt du 26 avril 1995, série A no 313, p. 19, § 38, Thoma c. Luxembourg, no 38432/97, §§ 45 et 46, CEDH 2001-III).

 

I limiti della critica lecita, per gli atti compiuti dai funzionari nell’esercizio delle loro funzioni, sono - come per gli atti degli uomini politici - più ampi.  I funzionari si espongono scientemente ad un controllo attento dei loro comportamenti e delle loro azioni e devono essere trattati allo stesso modo degli uomini politici.  Sul punto va ricordato che la libertà garantita dall’art. 10 ai giornalisti è subordinata alla condizione che gli interessati forniscano informazioni esatte e degne di credito nel rispetto della deontologia giornalistica. In sostanza, in considerazione del ruolo svolto dalla stampa in una società democratica, i giornalisti hanno effettivamente il dovere di informare il pubblico sulle presunte malversazioni dei pubblici poteri, ma ciò implica l’obbligo di indicare i fatti che stanno a fondamento della critica. (Corte eu D.U., 31 gennaio 2006, ricorso no 53899/00 , §§ 47-48; Corte Eu. D.U., 4 maggio 2006, ricorso n° 47533/99, §§ 32-35)

 

In ogni caso il diritto all'informazione delle nostre democrazie penso che un domani verrà visto come una forma di abitudine barbara... una forma di violenza alla privacy...   una forma di curiosità invadente propria dei nostri tempi.

 

Parole sante, Sissy! A questo punto io mi lamenterei che non siamo così avanti rispetto a questa abitudine barbara quanto l'Arabia Saudita!

 

Su Rete 4 la gente maligna dimentica come in Rete 4 lavori tanta gente e che il rimpiazzo sarebbe stato fittizio, infatti Europa 7 non ha mai portato prove concrete del suo piano... realisticamente avremmo avuto tanti disoccucpati in più e una peggioramento della qualità dell'offerta televisiva. Oltre che non si può non notare come la strategia di Europa 7 sia più quella di ottenere un risarcimento miliardario dallo Stato, le frequenze di Rete4 e poi rivenderle subito prima che anni di pessima programmazione di Europa 7 la svalutino.

 

Qui stai delirando. Qui siamo all'anarchia pura. Non spetta a te né a Berlusconi decidere. Rete4 è illegale, qualsiasi scusa ti inventi rimane tale.

Senza contare che la paladina delle libertà sta diffamando Europa 7. Al proprietario di Europa 7 è stato per anni negato un diritto e dato che non ha potuto ottenerlo, perché Berlusconi doveva farsi i suoi porci comodi, ha chiesto perlomeno un risarcimento del danno. Pensa tu che pezzo di merda!

 

Inoltre perché 3 tv sarebbero troppe per un privato (ma allora la/, MTV e telemarket che sono di TIM???) mentre per il pubblico no??? UK, Germania e Spagna hanno solo due TV pubbliche!

 

Eh sì, notoriamente pubblico e privato sono uguali. Il pubblico infatti ha come fine il profitto personale.

 

Sul suo ultimo discorso volevo ricordarti come gli atti giudiziari non sono documenti pubblici! ..prova a entrare in un tribunale e capirai!  :kiss:

 

Sai che cosa hai appena fatto? Mi hai appena messo una mano sulla nuca, mi hai ficcato la faccia nel letame e ce l'hai premuta con gusto. Siccome non sono coprofago, sei pregata di non farlo più.

Io ti cito una norma di legge, e tu continua a sostenere di avere ragione... perché lo dici tu!

Non escludo che tu abbia ragione e io abbia torto a priori. Ma se vuoi avere ragione, ci metti un po' di impegno, ti fai una ricerchina e mi porti uno straccio di fonte. Ok?

 

Dal momento in cui l'indagato viene a conoscenza dell'indagine sul proprio conto, l’atto non è più segreto e può essere divulgato ai cittadini, non comporta alcuna violazione la pubblicazione del contenuto degli avvisi di garanzia, di verbali di interrogatorio e di ordinanze di perquisizione, anche quando accompagnate dalle trascrizioni delle intercettazioni e da altre fonti di prova.

 

 

P.S. Per farti vedere come si fa. Siccome continui a blaterare che la Spagna è tanto avanti rispetto a noi, e siccome io rispetto i miei interlocutori, mi sono andato persino a guardare il codice di procedura penale spagnolo. E ho trovato la seguente norma:

 

Artículo 301.

Las diligencias del sumario serán secretas hasta que se abra el juicio oral, con las excepciones determinadas en la presente Ley. [...]

 

In altre parole, non capisco a quale norma tu ti riferisca. Saresti tanto gentile da indicarmela?

 

Per la gioia di tutti, ho trovato anche un simpatico dossier del Senato sulle norme in materia in vari paesi: clicca qui Il quale dice che la legge spagnola "stabilisce in via generale il principio di pubblicità dei processi e, più nel dettaglio, quello della pubblicità degli atti giudiziari con le sole ecce­zioni previste dalle leggi (art. 120.1)."

 

Mi piacerebbe che tu utilizzassi la stessa sensibilità nei miei confronti: piuttosto che scrivere subito un post, senza un minimo di ricerca, cercati un minimo di fonti che il tuo interlocutore possa consultare. Tranquilla: il mondo saprà fare a meno dell'opinione della paladina Sissy il tempo necessario perché tu ti chiarisca le idee e metta su un discorso con un capo e una coda.

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Vi dico con assoluta franchezza che sono stufo di ripetere le stesse cose. Ho combattuto la legge bavaglio scendendo in strada, facendo presidi, snocciolando cronologie inquietanti che portavano sempre e solo verso manipolazioni a fini personali. Quindi non voglio parlare di “egli” perché tanto la verità è ormai palese, e non c’è più tempo da sprecare cercando di parlare a chi non vuole ascoltare.

 

Voglio, invece, far finta di vivere in un paese “normale” e discutere la questione lasciando da parte la politica contingente.

 

Qualche tempo fa a Piazza del Popolo c’è stata una grande manifestazione organizzata dalla sinistra proprio per la libertà di stampa, io non ci sono andato perché era una vera sagra dell’ipocrisia. Come di fatto lo sono queste classifiche o certi sondaggi pilotati. Cari amici miei, qui in Italia la libertà di stampa è sempre stata una libertà vigilata. I giornalisti scomodi, che sono quelli che semplicemente pretendevano di raccontare la verità per quello che era, o li hanno fatti ammazzare o li si è lasciati morire di fame perché nessuno gli dava lavoro.

La legge sulle intercettazioni è stata sì usata pretestuosamente ora perché incombe l’inchiesta di Trani su certi colloqui tra cariche dello stato e presidenti di commissioni di vigilanza troppo acquiescenti, ma la legge bavaglio è stata ripescata che giaceva in parlamento dai tempi di quel Prodi che l’aveva fatta elaborare da quell’altro paladino della giustizia che è Mastella. Come si dice dalle mie parti “qui il più pulito c’ha la rogna”.

 

Vogliamo guardare dentro il giornale più autorevole d’Italia? Che cosa sta accadendo proprio in questi giorni a “Il Corriere della sera”? Gli azionisti, tra cui Agnelli ma anche e soprattutto Dalla Valle (Ci sarebbe anche Marina Berlusconi in quanto membro del CDA di Mediobanca), questi hanno spazzato via ogni carica di autocontrollo del giornale fatta eccezione, e vorrei vedere, del direttore, che ora risponde direttamente a loro. Che il corriere della sera sia il giornale dei “poteri forti” lo abbiamo sempre saputo, ma fino ad oggi gli si era garantito un’indipendenza strutturale; ora francamente la vedo dura che il giornale riesca a prendere posizione critica su questioni come Pomigliano, tant’è che se si va a leggere il tenore di certi titoli, possono scandalizzarsi quanto gli pare se uno glielo dice in faccia, però hanno il guinzaglio del padrone che tira eccome.

 

Questo discorso si potrebbe fare più o meno con ogni testata giornalistica , poi ci sarebbe la questione del contributo statale che di per sé condiziona molto quella classifica che ci mette tra i paesi con una stampa parzialmente dipendente dal potere politico; tuttavia voglio parlare d’altro.

Do ragione a Sissy solo quando scrive che mai come oggi in questo paese c’è una stampa pluralista. Una ventina d’anni fa i giornali uscivano ogni giorno con lo stesso titolo, davano le stesse notizie solo da angolature diverse. Oggi, inteso come giorno, in edicola c’era “Il Giornale” che continuava a picchiare duro sulla casa di Montecarlo di An – processo mediatico? No, se la controparte continua a tacere. Un giornale è libero di dare le notizie che vuole fin quando non sia sbugiardato come accaduto col caso Boffo. Il Riformista titolava contro la Carrociopoli di Brescia – nell’indifferenza generale un concorso pubblico è stato vinto su passa 200 partecipanti da persone direttamente conducibili non solo alla Lega partito, ma al parentado della stessa. Il Fatto Quotidiano insiste sul caso della scuola pubblica intitolata a Miglio e lardellata dal sole delle alpi – sarebbe giusto che a Roma il sindaco Alemanno mettesse il fascio littorio su una scuola perché simbolo dell’antica Roma?

 

Questi sono solo i titoli più originali, ma c’è stato “L’Unità” che il giorno della chiusura del congresso PD di Torino, ha messo il commento al discorso di Bersani solo a pagina 10, impensabile ai tempi in cui era organo di partito.

Secondo me non c’è troppa libertà di stampa, semmai troppa stampa. Le voci si sono moltiplicate al punto che ognuno può dire tutto e il contrario di tutto senza che si abbia il tempo di verificarne l’attendibilità.

E qui si giunge al nodo cruciale della questione Italia: i giornalisti. Senza andare a toccare sensibilità politiche, ricordiamoci il caso Moggi, tutti davano opinioni a pagamento.

I giornalisti si formano nelle sezioni di partito, almeno quelli che poi fanno carriera, hanno sempre un trascorso ben definito che li rende graditi a questo o quel potere. Qui il problema non è il Barone di turno, che è e rimane uno, ma la moltitudine di scarafaggi felici di schiacciarsi sotto il suo tacco. Ricordo certe frasi ascoltate dalle intercettazioni che fanno venire il volta stomaco, cito solo quella di Saccà allora direttore di Rai Fiction che arriva a incensare le doti eccezionali di quello che lo sta ricattando per far lavorare la sciacquetta di un parlamentare PD che sta vendendo il voto di chi lo ha eletto. Caso tra l’altro passato impunito in primo grado con l’obbligo di reinserimento di Saccà nei quadri dirigenziali Rai, questo per dire che non è la magistratura che sentenzia la moralità e l’etica, ma il legislatore che gli elabora le leggi. Quindi non mi si venga a dire “aspettiamo quello che dice il giudice” per sapere se è giusto o sbagliato comportarsi in un certo modo.

Scajola si è dimesso per una casa, quando lo stesso per incapacità è stato diretto responsabile dell’omicidio Biagi, in quanto è stato accertato che Lioce e compagnia bella lo ammazzarono perché era senza scorta, come era già accaduto a D’Antona. Lo stesso era il manovratore di quel mattatoio che è stato il G8 di Genova. Però un politico di questa risma si tiene fino a quando gli regalano una casa fronte Colosseo. Che cosa c’entra questo con la libertà di stampa? Populismo mediatico, non si danno le notizie importanti, ma s’insiste solo su quelle che la gente vuole leggere, e si sa che in Italia tutti hanno un muto da pagare.

 

Nel dettaglio dell’omosessualità, c’è in giro una profonda e diffusa ignoranza sul tema, nonché una scarsissima sensibilità. Le notizie vengono date usando il termine omosessuale come sostantivo piuttosto che aggettivo,  così ci ritroviamo con titoli tipo “Il Gay aggredito in metrò” invece di “Ragazzo Gay …”, può sembrare un dettaglio, ma nel primo esempio c’è un insita accusa di genere. Nel caso di transessuale, invece, se non preceduto dall’articolo viene privato della sua dignità d’individuo. Non ho sottomano un articolo, altrimenti vi potrei mostrare quante inesattezze formali sviliscono la gravità della violenza rilegandola alla fine a una categoria avulsa dalla società “normale”.

 

Vabbè, la smetto perché al solito ho straparlato finendo magari pure OT. Dico solo un’ultima cosa, cerchiamo di non farci monopolizzare anche qui da soggetti che la storia saprà giudicare meglio di noi.

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simply_dreamer

Anche se non c'entra molto, ci tenevo a ricordare che:

multa_fede_testata.jpg

 

emilio è un bell'esempio di libertà di informazione. si, a senso unico.  :kiss: l'amore per berlusconi è troppo forte hiihih

 

che tristezza :D

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ah no quello l'ho aggiunto io, ma è l'osservazione più acuta che riesci a fare?  :look:

su quello che hai scritto tu sì.

 

...su Fede bisogna dire che lavora per una TV privata...

 

Eh sì, notoriamente pubblico e privato sono uguali. Il pubblico infatti ha come fine il profitto personale.

no direi che il pubblico ha come fine il profitto DEL personale, questo anche a discapito dell'interesse nazionale di contenere la spesa pubblica.  

In ogni caso la CAMERA DI COMMERCIO DI VICENZA ha un profitto che usa non per scopi privati ma a fini aziendali  ...questa cosa che le aziende statali possano o devano andare in rosso tranquillamente è una mal credenza che va assolutamente estirpata.

 

Sai che cosa hai appena fatto? Mi hai appena messo una mano sulla nuca, mi hai ficcato la faccia nel letame e ce l'hai premuta con gusto. Siccome non sono coprofago, sei pregata di non farlo più.

:kiss:  ....oddio io non ho fatto NULLA di ciò che dici, ne fisicamente, ne virtualmente. Se reagisci così male verso chi la pensa diversamente da te... beh non è colpa mia. Comunque mi dispiace per te.

 

Mi piacerebbe che tu utilizzassi la stessa sensibilità nei miei confronti: piuttosto che scrivere subito un post, senza un minimo di ricerca, cercati un minimo di fonti che il tuo interlocutore possa consultare. Tranquilla: il mondo saprà fare a meno dell'opinione della paladina Sissy il tempo necessario perché tu ti chiarisca le idee e metta su un discorso con un capo e una coda.

...magari il mondo riconoscesse di aver bisogno di una come me ...ne sarei onorata :D

Sulla sensibilità... beh ma guarda che sei tu quello che è partito con il piede sbagliato... cioè se anche una la pensa diversamente, usa un maggior self control e evita le offese, anche quelle velate. Vedrai che dopo andrà tutto molto meglio!  :look:

 

http://www.overlex.com/leggiarticolo.asp?id=1362

 

...questa è una tesi di laurea interessante che tratta la privacy dal punto di vista legale e le varie norme nelle nazioni europee che la riguardano... nello specifico la Spagna insersce il discorso della tutela della privacy adirittura nella loro Costituzione e nella legge n°15 che tutela con particolare riguardo all'onore e l'intimità personale e familiare.

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:kiss:  ....oddio io non ho fatto NULLA di ciò che dici, ne fisicamente, ne virtualmente. Se reagisci così male verso chi la pensa diversamente da te... beh non è colpa mia. Comunque mi dispiace per te.

 

Siccome sono stanco di ripete, non posso far altro che invitarti di leggere prima di commentare. Questo vuol dire avere rispetto dell'altro interlocutore.

 

Sai che cosa hai appena fatto? Mi hai appena messo una mano sulla nuca, mi hai ficcato la faccia nel letame e ce l'hai premuta con gusto. Siccome non sono coprofago, sei pregata di non farlo più.

Io ti cito una norma di legge, e tu continua a sostenere di avere ragione... perché lo dici tu!

Non escludo che tu abbia ragione e io abbia torto a priori. Ma se vuoi avere ragione, ci metti un po' di impegno, ti fai una ricerchina e mi porti uno straccio di fonte. Ok?

 

http://www.overlex.com/leggiarticolo.asp?id=1362

 

...questa è una tesi di laurea interessante che tratta la privacy dal punto di vista legale e le varie norme nelle nazioni europee che la riguardano... nello specifico la Spagna insersce il discorso della tutela della privacy adirittura nella loro Costituzione e nella legge n°15 che tutela con particolare riguardo all'onore e l'intimità personale e familiare.

 

Bene, mi hai linkato qualcosa.

Peccato che non confermi in alcun modo quello che dici tu. Visto che anche in Italia ci sono norme a tutela della riservatezza, dei dati personali e della reputazione, né mi risulta dalla lettura della tesi che quelle spagnole abbiano qualcosa di superiore a quelle italiane.

Del segreto istruttorio, invece, non si parla. Quindi, fino a prova contraria, la normativa italiana continua ad essere in linea con quella degli altri paesi europei.

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Scusate, chiedo veramente perdono ma non riesco a stare dietro ai vostri post fiume, pertanto espongo brevemente il mio pensiero anche se qualcuno ha già detto cose simili. In italia forse il problema c'è. Non ho la competenza dell'organismo che ha stilato questa inchiesta e pertanto non mi permetto di farlo. Se ha detto quel che ha detto avrà i suoi motivi. Ma per dire una cosa, a mio giudizo anche i giornalisti spesso fanno un pò troppo i servi della massa. Nel senso che la massa è assetata di "sangue" e l'informazione in genere fà diu tutto per asseccondare questa necessità. L'importante non è informare la gente, ma produrre notizie che la gente vuole leggere perchè cosi si vendono più giornali. Si sà che la polemica vende, si sà che le notizie brutte vendono, si sà che le denuncie vendono, si sà che l'accusare a destra e manca vende, si sà che i profeti di sventura vendono, ecc... E' un cane che si morde la coda perchè domanda e offerta sono strettamente connesse. Diciamo che pe me è proprio l'intero sistema che non và.

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Ma per dire una cosa, a mio giudizo anche i giornalisti spesso fanno un pò troppo i servi della massa. Nel senso che la massa è assetata di "sangue" e l'informazione in genere fà diu tutto per asseccondare questa necessità. L'importante non è informare la gente, ma produrre notizie che la gente vuole leggere perché cosi si vendono più giornali.

 

Quello che dici è vero e pure molto sensato ma... dimentichi una cosa.

L'opinione pubblica è importante in un paese democratico, e va educata. Educata al senso civile, al mondo politico, a capire le esigenze economiche. Ora, il compito di educare l'opinione pubblica ad un concreto senso dello stato, dovrebbe essere dei media. In tanti paesi (penso all'Inghilterra) esistono pure i giornali che si occupano di cronaca, di polemiche più o meno interessanti ecc ecc. Ma accanto ai tabloid ci sono anche i giornali che danno informazioni utili al paese, utili all'opinione pubblica al fine di crearsi un'idea concreta sul mondo politico e sociale in cui vivono.

Il problema in Italia è che, da troppo tempo, drammatizzazione e rilevanza pubblica si sono mischiati enormemente, creando la spettacolarizzazione delle notizie (che siano politiche o di rilevanza sociale, culturale, economica ecc). Ed io mi rifiuto di credere che sia una coincidenza. E' una tendenza molto più generale, a mio parere, volta a creare sentimenti di identificazione basati non sull'intelletto ma sull'emotività, che rende tutti meno lucidi e più manovrabili.

E poi sì. La maggior parte dei giornalisti opta per un'ottica di mero business, ignorando la deontologia professionale. A noi hanno insegnato a ''gonfiare le notizie'' all'università...  :D (ma non so se si tratti di un caso o un andazzo generale, non ho avuto modo di verificare)

 

 

Per quanto riguarda il discorso sulla privacy ancora interminabile  :kiss: bah... penso sia stato detto tutto. Le leggi ci sono, bisognerebbe solo farle rispettare. E non è da dimenticare che la condotta etico-morale di un esponente politico, per quanto possa non essere rilevante sul piano giudiziario, diventa un fatto di pubblico interesse se connesso con il suo ministero. (Anche perché io non mi fiderei a dare in mano il tesoro dello stato ad uno che ha dietro le spalle condanne per frode fiscale, falso in bilancio, corruzio... ah no, quello no... hanno condannato solo il corrotto  :look:)

E comunque un personaggio pubblico sottoscrive - secondo la legge - un tacito accordo in cui rinuncia a buona parte della propria privacy in virtù del ruolo appunto "pubblico" che ricopre. Non ricordo quale fosse la legge, ma la cercherò quanto prima e la linkerò.

 

Detto fatto.  :ok:

In realtà non si tratta di una legge, ma di una sentenza della V sezione della Corte di Cassazione (importantissima comunque al fine della tendenza interpretativa della giurisprudenza). La ricerca completa in materia si può trovare qui: http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=3394

La parte che ci interessa, invece, è questa:

 

“L’uomo pubblico” non può sottrarsi ad una verifica (anche lesiva della reputazione) cronachistica e/o critica del suo operato. Su questa linea è una sentenza dei supremi giudici: “In  tema  di  diffamazione  a mezzo stampa, il diritto di cronaca può essere  esercitato,  quando  ne  possa  derivare  lesione  all'altrui reputazione,  prestigio  o  decoro,  soltanto  qualora  vengano  dal cronista  rispettate  le  seguenti  condizioni:  a)  che  la  notizia pubblicata  sia  vera;  :look:  che  esista  un  interesse  pubblico alla conoscenza  dei  fatti  riferiti  in relazione alla loro attualità ed utilità  sociale;  c)  che  l'informazione venga mantenuta nei giusti limiti  della  più  serena  obbiettività.  Il  diritto di cronaca non esime  di per sè dal rispetto dell'altrui reputazione e riservatezza, ma  giustifica  intromissioni  nella sfera privata dei cittadini solo quando possano contribuire alla formazione della pubblica opinione su fatti  oggettivamente rilevanti per la collettività. (Ha precisato la Corte  che,  se  anche  le vicende private di persone impegnate nella vita  politica  o  sociale  possono  risultare  di interesse pubblico quando  possano  da  esse  desumersi  elementi  di  valutazione sulla personalità  o  sulla  moralità di chi debba godere della fiducia dei cittadini,  non  è  certo  la semplice curiosità del pubblico a poter giustificare  la  diffusione  di  notizie  sulla vita privata altrui, perché  è  necessario  che  tali  notizie  rivestano  oggettivamente interesse per la collettività)” (Cass. pen., sez. V, 10 dicembre 1997, n. 1473; Riviste: Cass. Pen., 1999, 3135, n. Angelini; Rif. ai codici: CP art. 51, CP art. 595).

 

E c'è pure un interessante articolo della legge sulla privacy, esattamente art 65 commi 1-2, che recita:

 

 

Diritti politici e pubblicità dell'attività di organi

 

1. Si considerano di rilevante interesse pubblico, ai sensi degli articoli 20 e 21, le finalità di applicazione della disciplina in materia di:

 

a) elettorato attivo e passivo e di esercizio di altri diritti politici, nel rispetto della segretezza del voto, nonché di esercizio del mandato degli organi rappresentativi o di tenuta degli elenchi dei giudici popolari;

 

:look: documentazione dell'attività istituzionale di organi pubblici.

 

2. I trattamenti dei dati sensibili e giudiziari per le finalità di cui al comma 1 sono consentiti per eseguire specifici compiti previsti da leggi o da regolamenti fra i quali, in particolare, quelliconcernenti:

 

a) lo svolgimento di consultazioni elettorali e la verifica della relativa regolarità;

 

:asd: le richieste di referendum, le relative consultazioni e la verifica delle relative regolarità;

 

c) l'accertamento delle cause di ineleggibilità, incompatibilità o di decadenza, o di rimozione osospensione da cariche pubbliche, ovvero di sospensione o di scioglimento degli organi;

 

Beh... a voi le seguenti riflessioni  :ok:

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...ma siete così sicuri che in italia le vittime siano i giornalisti???

No, perchè se è così significa bersi l'informazione, fatta proprio dai giornalisti, così come ce la voglio servire!

I giornalisti hanno un grande potere... influenzano a loro piacimento l'opinione pubblica...  ovvio che poi c'è il grosso giornalista che guida i giochi e il suo opposto, cioè il giovane gionalista che lavora gratis... ma questo è un problema di casta, così come lo è la casta degli avvocati dove anche quì i giovani sono sfruttati e lavorano gratis.

Che poi i grossi editori (radio-tv-giornali e web) collaborino con i poltici è una cosa ovvia ed avviene in tutto il mondo... e si tratta di un rapporto libero.

 

Dici Bene Darkoira quando affermi che l'opinione pubblica in un paese va educata  ...purtroppo non è quello che succede qui da noi dove una parte del giornalisti alimentano l'odio, paventano rischi (assolutemente inconsistenti) di un ritorno del fascismo, fanno proclami catastrofici e disfattisti questo al solo scopo di creare il malcontento ed aumentare le tensioni sociali... 

 

...siamo un Stato in cui un magistrato a fatto mettere delle cimici nel letto dove il nostro capo del governo amoreggiava con una prostituta!!! Cioè ma dove siamo arrivati.... Berlusconi era in crisi con sua moglie (infatti di li a poco il matrimonio finì), quindi quale sarebbe il motivo percui era necessario violare l'intimità di una persona??? ...cose del genere in america non sarebbero mai successe... anzi il magistrato stesso sarebbe stato incarcerato per aver violato la costituzione!

 

Magari c'è chi trova bello e giusto violare così l'intimità di Berlusconi    ...io no, NO, NOOO trovo questo atto una barbaria.

 

Uno Stato che fa più di 130.000 intercettazioni di utenze telefoniche l'anno, piazza 15.000 cimici all'anno... beh io questo lo chiamo stato di POLIZIA  ...uno stato dove la nostra libertà e privacy sono in grave pericolo di fronte allo strapotere della magistratura che non solo fa politica ma anche controlla (attraverso le sue leggi e sentenze) anche la stampa e tutti i mezzi di informazione.

 

P.S. ...un esempio del potere dei gionalisti è Beppe Grillo, ex comico si è riciclato come gionalista sensazionalista scandalista ed ha moltiplicato il suo fatturato... oggi Grillo gode anche di certo peso politico (si pensa dal 2 al 5% nazionale) tanto e vero che con i voti rubati al PD a consegnato il Piemonte alla Lega.  :kiss:

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I giornalisti hanno un grande potere... influenzano a loro piacimento l'opinione pubblica...  ovvio che poi c'è il grosso giornalista che guida i giochi e il suo opposto, cioè il giovane gionalista che lavora gratis... ma questo è un problema di casta, così come lo è la casta degli avvocati dove anche quì i giovani sono sfruttati e lavorano gratis.

 

Non è assolutamente questo il problema. Gli articoli da pubblicare non li decide il singolo giornalista ma l'EDITORE, che in Italia è uomo politico o suo compare. Hai idea di cosa significhi questo? Se al tuo editore il TUO pezzo non piace, non te lo pubblica. Quindi tu, giornalista, visto che il tuo è un LAVORO e non un passatempo, sei obbligato a sottostare ai suoi dettami se vuoi lavorare. I casi di giornalisti affermati abbastanza e con sufficienti risorse finanziare per opporsi all'editore sono purtroppo pochi in Italia, ma sono gli unici dai quali venga un buon giornalismo.

Ovvio che, tra quelli che "sottomettono" per lavorare, ci sono anche quelli che lo fanno per opportunismo. Schierarsi dalla parte del più forte, piuttosto che del giusto, in Italia paga: si fa carriera.

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Vabbè, direi che ormai l'opinione di Sissy è in grado di valutarla chiunque, visto che non prova neanche più a rispondere alle dimostrazioni che finora ha detto castronerie. :kiss:

 

Ci terrei invece a fare una precisazione, perché sono stufo di questa gente che si crede libera pensatrice e invece è talmente imboccata dai media che non riesce neanche ad evitare i loro strafalcioni linguistici.

Stato di polizia non significa quello che sbandiera Sissy o la propaganda di cui è imbevuta. La parola polizia nell'espressione "stato di polizia" non c'entra nulla con le forze armate o i magistrati inquirenti, deriva dal greco politéia (=amministrazione, governo), da cui deriva anche la parola "politica".

Lo stato di polizia è un successore storico dello stato assolutista, in cui il sovrano illuminato ha come fine la sicurezza e la felicità dei suoi sudditi.

 

Qui non siamo ai livelli di un dizionario giuridico, persino consultare Wikipedia eviterebbe tali strafalcioni. Ma suppongo che siano fonti di informazioni troppo faziose per i liberi pensatori come Sissy, molto meglio ripete a pappagallo quello che dice Berlusconi e i suoi fedeli cagnolini. :D

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sì, anche perchè se a quella parte politica interessasse davvero la privacy non ci sarebbero certi articoli di giornale o sciacallaggi televisivi come il caso dei calzini turchesi del giudice.

se ritengono così importante la privacy dovrebbero essere i primi a rispettarla nei mezzi che controllano, ciò dimostra che l'argomento privacy vs. libertà di stampa in realtà è solo una montatura per convincere qualche fesso a giustificare le leggi che potrebbero coprire certe delinquenze.

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Coerenza Sissy, e ritorniamo sempre lì... Berlusconi non è un uomo qualunque ,è un uomo di potere capo di un partito, il partito più grande in Italia e capo del governo. Detto ciò ,essendo capo di un partito dispensa la sua ideologia di come dev'essere il mondo ,la vita della gente , insomma fa lezione. E' una persona che difende a spada tratta la famiglia e la sua struttura ,umiliando e denigrando ogni altra forma di famiglia (tipo quella gay).

 

12 Maggio 2007

 

La manifestazione è stata fatta in difesa della "famiglia fondata sull’unione stabile di un uomo e una donna, aperta a un'ordinata generazione naturale, dove i figli nascono e crescono in una comunità d'amore e di vita, dalla quale possono attendersi un'educazione civile, morale e religiosa".

 

Ebbene lui (presidente del Consiglio, Capo del governo) difende questi principi . Tuttavia è un uomo in secondo nozze , tradisce la propria moglie , la tradisce con delle prostitute ( e fa la guerra il suo partito contro la prostituzione) , PEGGIO, arriva persino a portarsi a letto una minorenne , questo si chiama PEDOFILIA. ( cosa dice il suo partito e la sua coalizione riguardo ai pedofili?).

 

Che valore ha quest'uomo , le sue parole??? ZERO ASSOLUTO POUR MOI!!!

 

 

La magistratura ha il dovere di smascherare un essere così ignobile che predica una cosa e ne fa un'altra, oltre a commettere una serie infinita di reati. Questa persona è spazzatura sociale. Scusate ,ma è quello che penso e che non capisco come questo personaggio possa essere ancora difendibile da qualcuno.

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...siamo un Stato in cui un magistrato a fatto mettere delle cimici nel letto dove il nostro capo del governo amoreggiava con una prostituta!!! Cioè ma dove siamo arrivati.... Berlusconi era in crisi con sua moglie (infatti di li a poco il matrimonio finì), quindi quale sarebbe il motivo percui era necessario violare l'intimità di una persona??? ...cose del genere in america non sarebbero mai successe... anzi il magistrato stesso sarebbe stato incarcerato per aver violato la costituzione!

Secondo me invece il Berlusconi di turno si sarebbe dimesso, non mi pare che in America o in Inghilterra gli scandali sessuali siano visti di buon occhio, mentre qui la fanno passare come una cosa irrilevante. Non mi sembra assurdo pensare che chi abbia una carica pubblica debba regolare i propri comportamenti nella vita privata, in vista del ruolo che si trova ad assumere. Il motivo è che, in risposta a quello che dice Fleur...

non capisco come questo personaggio possa essere ancora difendibile da qualcuno.

... di gente col prosciutto davanti agli occhi ce ne sta molta purtroppo.

 

Personalmente non mi fido molto della stampa italiana, come ha già detto qualcuno gli schieramenti ci sono e molto spesso non si riesce a dare un'informazione oggettiva o imparziale. Forse converrebbe leggere le notizie sui giornali stranieri, che almeno teoricamente non avrebbero alcun interesse a difendere una parte o l'altra.

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come ha già detto qualcuno gli schieramenti ci sono e molto spesso non si riesce a dare un'informazione oggettiva o imparziale.

 

Beh guarda... l'idea di notizia ''oggettiva e imparziale'' è stata superata da un po'. I giornalisti sono persone, e quindi cittadini. Come tali nessuno può loro negare di avere un'opinione, che hanno tutta la libertà di esprimere. Il problema è piuttosto un altro: che si dia PRIMA un resoconto OGGETTIVO della notizia, e DOPO si indichi chiaramente quale sia la propria interpretazione a riguardo. E questo è, in teoria, ciò che un buon giornalista dovrebbe fare nel dichiarare apertamente il proprio pensiero.

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Il problema è piuttosto un altro: che si dia PRIMA un resoconto OGGETTIVO della notizia, e DOPO si indichi chiaramente quale sia la propria interpretazione a riguardo.

 

A parole è facile, però non vedo come realmente un resoconto possa essere "oggettivo" visto che per forza di cose è fatto da un giornalista che ha un'opinione e quindi anche la scelta tra cosa è "oggettivo" e cosa no implica un'opinione che "oggettivamente" soggettivizza il resoconto "oggettivo".

 

Comunque vorrei riprendere uno spunto di Sissy.

Al di là delle estremizzazioni sarebbe bene tener presente che troppo spesso i giornalisti hanno la sindrome del "sbatti il mostro in prima pagina" prima ancora ovviamente di avere accertato non dico per sentenza passata in giudicato, ma anche solo per giudizio in primo grado che uno sia realmente un mostro.

 

Mi ricordo il caso di quel poveretto che alcuni anni fà mise una supposta contro la febbre alla figlioletta, che invece di migliorare incominciò a stare malissimo. Portata al pronto soccorso, il medico di turno vide o credette di vedere lesioni alla zona anale e genitale e pensò che fosse stata violentata. Avvisò quindi la polizia e il padre fu denunciato per violenza sessuale sulla figlioletta. Il poveretto non fu solo sbattuto in cella, ma il giorno seguente ebbe anche il nome pubblicato da alcuni giornali come pedofilo incestuoso e violento, finché dopo alcuni mesi (grazie alla velocità della giustizia italiana) qualcuno si accorse che non si trattava di violenza ma... di allergia a una supposta!!!!

I giornalisti saranno anche bravi a fare inchieste contro i potenti, ma non sono infallibili e qualche volta non sono nemmeno ragionevolmente fallibili.

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Ma non si richiede neanche che i giornalisti siano infallibili...

Il resoconto oggettivo di una notizia, comunque, non è così difficile da fare. Se succede l'evento X a cui sono presenti A, B, e C, la notizia oggettiva vuole che si scriva che è accaduto l'evento X a cui erano presenti A B e C. Poi l'opinione sta nel fatto (ad esempio) di esporre perchè qegli A, B, e C erano lì, quale potrebbe essere la correlazione tra loro eccetera eccetera. Scrivere invece che è successo Y ed era presente D è una notizia FALSA, una cosa molto differente.

 

Per l'esempio che hai citato tu... sicuramente chi ha scritto quelle cose avrà pagato un risarcimento, poichè esiste il reato di diffamazione a mezzo stampa. E' indubbio che ci sono molti giornalisti sciacalli - chi per convenienza chi per vocazione - ma le leggi a tutela dei cittadini e della loro privacy esistono già, basterebbe applicarle insieme ad un corretto uso del codice di deontologia professionale per i giornalisti.

Ma tolte le notizie inutili qualcuno dovrà pure riempire i giornali ed i telegiornali con la roba importante... e poi lì che si fa, visto che non conviene a nessuno?  :kiss:

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Il poveretto non fu solo sbattuto in cella, ma il giorno seguente ebbe anche il nome pubblicato da alcuni giornali come pedofilo incestuoso e violento, finché dopo alcuni mesi (grazie alla velocità della giustizia italiana) qualcuno si accorse che non si trattava di violenza ma... di allergia a una supposta!!!!

 

A proposito di riportare i fatti in modo oggettivo, non conosco l'episodio ma siamo sicuri che sia successo veramente questo? C'è una bella differenza tra pubblicare il nome di una persona e indicarla come pedofilo incestuoso e violento, e pubblicare lo stesso nome e dire che la persona è attualmente indagata/sospettata/accusata di pedofilia.

Nel secondo caso non vedo diffamazione, casomai la persona in questione avrà poi diritto a pretendere che il giornale pubblichi anche la sua innocenza, una volta chiarita.

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A proposito di riportare i fatti in modo oggettivo, non conosco l'episodio ma siamo sicuri che sia successo veramente questo? C'è una bella differenza tra pubblicare il nome di una persona e indicarla come pedofilo incestuoso e violento, e pubblicare lo stesso nome e dire che la persona è attualmente indagata/sospettata/accusata di pedofilia.

 

Certo che sei spiritoso....  ovvio che giuridicamente c'è una bella differenza, ma mediaticamente ce n'è?

Secondo te quanti lettori/ascoltatori/spettatori sono in condizioni di stabilire la differenza tra sospettato o indagato e condannato con sentenza passata in giudicato o quanto meno condannato in primo grado?

Vorrei vedere se accadesse un fatto simile a te, se non ti incazzeresti vedendo il tuo nome pubblicato sui giornali anche solo con la dicitura "indagato per abusi sessuali sulla figlia in età prepuberale".

 

 

Nel secondo caso non vedo diffamazione, casomai la persona in questione avrà poi diritto a pretendere che il giornale pubblichi anche la sua innocenza, una volta chiarita.

 

Ah certo dopo che ti hanno sputtanato davanti a tutta Italia, dopo che anche i tuoi amici e i parenti hanno sospettato di te (perchè si sà i giornalisti non pubblicano mai senza motivo e tanto meno indagano i giudici senza motivo), sapere che ti faranno un trafiletto di rettifica stile e misura di annuncio funebre, nelle ultime pagine, mentre il nome era stato pubblicato in tutta evidenza nelle prime, è una immensa consolazione!!!

C'è però da dire che non tutti i giornali pubblicarono il nome e che tutta la vicenda fu poi riportata e stigmatizzata da quelli che non l'avevano pubblicato.

Evidentemente c'è anche qualcuno tra gli addetti ai lavori che non crede che si debba pubblicare sempre tutto e comunque in nome della "libertà" di informazione...

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Certo che sei spiritoso....   ovvio che giuridicamente c'è una bella differenza, ma mediaticamente ce n'è?

Secondo te quanti lettori/ascoltatori/spettatori sono in condizioni di stabilire la differenza tra sospettato o indagato e condannato con sentenza passata in giudicato o quanto meno condannato in primo grado?

 

Mediaticamente ce n'è uguale, perché una corrisponde a verità, l'altra è un'imprecisione.

Non ritengo che la gente non sappia distinguere tra sospettato, indagato e condannato. Semplicemente, preferisce non averci a che fare comunque, perché è paranoica e ha come motto "la prudenza non è mai troppa".

 

Ah certo dopo che ti hanno sputtanato davanti a tutta Italia, dopo che anche i tuoi amici e i parenti hanno sospettato di te (perché si sà i giornalisti non pubblicano mai senza motivo e tanto meno indagano i giudici senza motivo), sapere che ti faranno un trafiletto di rettifica stile e misura di annuncio funebre, nelle ultime pagine, mentre il nome era stato pubblicato in tutta evidenza nelle prime, è una immensa consolazione!!!

 

Ma prima di scrivere queste sparate, possibile che non vi venga neanche un piccolo dubbio che vi spinga ad andare a verificare le vostre affermazioni?

Saresti un pessimo giornalista, nonostante la tua pretesa di insegnar loro il mestiere. :o

 

Art. 8 L. 47/1948

Per i quotidiani, le dichiarazioni o le rettifiche di cui al comma precedente sono pubblicate, non oltre due giorni da quello in cui è avvenuta la richiesta, in testa di pagina e collocate nella stessa pagina del giornale che ha riportato la notizia cui si riferiscono.

[...]

Le rettifiche o dichiarazioni devono fare riferimento allo scritto che le ha determinate e devono essere pubblicate nella loro interezza, purché contenute entro il limite di trenta righe, con le medesime caratteristiche tipografiche, per la parte che si riferisce direttamente alle affermazioni contestate.

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Mediaticamente ce n'è uguale, perché una corrisponde a verità, l'altra è un'imprecisione.

Non ritengo che la gente non sappia distinguere tra sospettato, indagato e condannato. Semplicemente, preferisce non averci a che fare comunque, perché è paranoica e ha come motto "la prudenza non è mai troppa".

 

Quindi secondo te uno dovrebbe sperare nella conoscenza giuridica dei lettori per poter sopravvire indenne alla gogna mediatica?

Secondo me sarebbe più facile evitare di pubblicare nomi prima della sentenza quanto meno di 1° grado. 

 

 

Ma prima di scrivere queste sparate, possibile che non vi venga neanche un piccolo dubbio che vi spinga ad andare a verificare le vostre affermazioni?

Saresti un pessimo giornalista, nonostante la tua pretesa di insegnar loro il mestiere. :gha:

 

Io forse sarei un pessimo giornalista, ma tu sei un pessimo lettore, visto che io non ho parlato di quello che dovrebbero fare per legge o per deontologia i giornalisti, ma di quello che poi realmente fanno...

Io francamente tutte queste rettificazioni con pari caratteristiche tipografiche non ricordo di averle mai viste. 

 

E poi comunque sai:

"purché contenute entro il limite di trenta righe, con le medesime caratteristiche tipografiche, per la parte che si riferisce direttamente alle affermazioni contestate."

 

Un'articolo che tratta di casi mediatici "succulenti" di solito supera le trenta righe ed è fatto con titoloni adeguati.  Voglio vedere poi se gli stessi titoloni sono ripresi quando si tratta di rettificare.... in fondo basta attenersi alla lettera della norma " con le medesime caratteristiche tipografiche, per la parte che si riferisce direttamente alle affermazioni contestate".

Se il nome del disgraziato non è nel titolone è tutto da vedere che le medesime caratteristiche tipografiche del titolo dell'articolo incriminato valgano anche per i titoli della rettifica...

Per di più UNA rettifica in un solo giorno è da vedere quanto possa compensare magari cinque o sei articoli pubblicati in giorni diversi!

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Quindi secondo te uno dovrebbe sperare nella conoscenza giuridica dei lettori per poter sopravvire indenne alla gogna mediatica.

Secondo me sarebbe più facile evitare di pubblicare nomi prima della sentenza quanto meno di 1° grado.

 

Non pongo limiti alla speranza.

Puoi sperare che che i giornali evitino di pubblicare il tuo nome prima della sentenza, ma non lo puoi pretendere. La regola generale è che il processo penale è pubblico. Tanto è vero che certi processi hanno copertura mediatica.

 

Una domanda per curiosità: immagino che tu sia altrettanto scandalizzato del fatto che i giornali e i telegiornali abbiano rivelato i nomi dei coniugi Olindo Romano e Angela Rosa Bazzi prima della sentenza, oltre all'opera di demonizzazione compiuta nei loro confronti, vero? Mi sembra un esempio molto più pertinente e conosciuto.

 

Io forse sarei un pessimo giornalista, ma tu sei un pessimo lettore, visto che io non ho parlato di quello che dovrebbero fare per legge o per deontologia i giornalisti, ma di quello che poi realmente fanno...

 

Tu hai criticato quello che i giornalisti fanno, il che equivale a dire che hai detto quello che per te non dovrebbero fare. Giuridicamente, deotologicamente, moralmente... il senso della mia battuta non cambia.

 

Io francamente tutte queste rettificazioni con pari caratteristiche tipografiche non ricordo di averle mai viste.

 

Può darsi, non ho tutta l'esperienza in materia che sembri avere tu. Se un tuo diritto non viene rispettato, non ti resta che farlo valere. 

 

 

 

Il limite di trenta righe, nel caso non fosse chiaro, è posto perché il diretto interessato può pretendere la pubblicazione di una rettifica da lui stesso scritta. I caratteri tipografici devono essere gli stessi, la rettifica deve essere "a testa di pagina" (bella in evidenza quindi) e nella stessa pagina della notizia da rettificare (quindi è escluso l'articoletto a fondo giornale di cui parlavi).

 

A me sembra una buona regola. Poi ovvio che non si può fare in modo che niente sia mai accaduto, ma purtroppo non si può fare nulla al riguardo: gli errori giudiziari e i sospetti che poi si rivelano infondati sono un male fisiologico e ineliminabile.

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