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IN NOME TUO


Guest Count Vertigo

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Incuriosito dal topic su "RADIO MARIA", in cui dicevo che immaginavo Dio in un certo modo, ne ho approfittato e ho scritto un racconto. E' la prima volta che ne scrivo uno, e sarei curioso di avere qualche parere in merito.

 

Leggete di seguito, e poi ditemi, grazie  :asd:

 

IN NOME TUO

 

“In nome tuo”

 

Sembrava la solita Domenica nello Stato del Vaticano, e a Piazza San Pietro fervevano i preparativi affinchè il Papa si affacciasse e presentasse ai fedeli ciò che volevano sentirsi dire: la crisi mondiale passerà, e gli uomini torneranno di nuovo ad uno stile di vita più sereno, felici della loro semplicità seguendo la parola del Signore.

Era passata solo una settimana, però, dall'ennesimo scandalo che aveva infangato nuovamente il mondo clericale, e di nuovo si facevano nomi e cognomi di alti prelati che aveva abusato di parecchi bambini negli anni passati. Mettere a tacere queste voci e soprattutto celare le immagini e i servizi che nei telegiornali venivano mandati a tutte le ore del giorno stava diventando un'impresa ardua, e anche lui si era spinto troppo oltre proteggendo e nascondendo file alle principali polizie mondiali. I segreti, e gli scheletri nell'armadio, stavano ormai uscendo fuori e rischiavano di far scoppiare un caos di proporzioni inaudite.

Ad ogni modo Benedetto XVI era fiducioso, e godeva ancora della profonda stima e rispetto di alcune personaggi mondiali molto influenti, e nulla avrebbe potuto distruggere questa sua figura importante e ancora così stimata in molte nazioni: Dio lo voleva ancora in salute e in prosperità e finchè parlava a suo nome non c'era nulla da temere.

Il Papa si ridestò dai suoi pensieri mentre lo avvisavano che tutto era pronto e che poteva affacciarsi in finestra per salutare i fedeli, e così fece rassettando il suo abito bianco e togliendo qualche peluco dai suoi gomiti: era finalmente giunto l'atteso momento e tutto doveva essere perfetto.

Affacciandosi, Benedetto XVI scoprì un'aria frizzante, profumata di primavera, e il cielo era splendido con nuvole bianche sopra di lui che sembrava sorridessero. Per i primi 5 minuti sorrise e sollevò il braccio salutando i pellegrini da tutto il mondo. Fu solo allora che si accorse di un fatto strano: le persone sotto di lui erano immobili, pietrificate, non parlavano e anzi all'improvviso iniziarono a diradare la loro presenza, avviandosi verso le uscite, attirati da una strana melodia.

Ma al peggio mancavano solo pochi secondi, quando le persone accanto al Papa si accorsero della presenza di un giovane nelle stanze in cui si trovavano. Questa figura caucasica era magra, un volto roseo e lineamenti distesi,  capelli castani leggermente lunghi sulle spalle, ed una barba incolta di un paio di giorni. Non aveva un portamento elegante, ma era sicura di sé, e indossava un paio di jeans, una maglietta nera con una strana scritta a caratteri bianchi che recitava “Heaven Is Here” e un paio di scarpe da ginnastica leggermente lise. La cosa che più colpì Benedetto XVI, oltre alla maglietta, furono i due orecchini che portava, uno sulla parte destra del naso, ed uno sul lobo dell'orecchio sinistro, e lo strano tatuaggio che portava sul braccio sinistro: un rovo con una rosa rossa piena di spine che sembrava facessero sanguinare la carne.

Tutti nella stanza erano inebetiti da questa figura, e nessuno poteva o voleva muoversi. Fu solo quando questo ragazzo si mise a sedere su una sontuosa poltrona che gli altri trovarono il coraggio di parlare, chiedendogli chi fosse. Egli disse solo una parola, USCITE!, e il tono non dava adito d equivoci: qualcosa di grosso stava per succedere e la paura ebbe il sopravvento, facendo loro prendere la porta e chiudendola in fretta, senza guardarsi dietro.

“Ciao Benny!”, disse il ragazzo, mentre il Papa non credeva alle sue orecchie: che insolenza, rivolgersi così a me, che rappresento Dio sulla Terra. “Non pensarci affatto, Benny! Sono proprio qui per questo, per riprendere ciò che è mio!”. E con uno schiocco di dita le gambe di Benedetto XVI crollarono a terra, come se fossero di gelatina. Un brivido freddo percorse la sua schiena e ora avava veramente paura per i prossimi minuti.

“Sai, Benny, ti faccio i miei complimenti: parlare ai fedeli a mio nome,  e portare la mia parola nel mondo per coprire le vostre malefatte è stato ingegnoso, anche un tantino faticoso oserei dire; ma tutto ciò finisce ora, e tu verrai allontanato immediatamente, credimi.

Un altro schiocco di dita e dal naso di Benedetto XVI iniziarono ad uscire alcune gocce di sangue. A quella vista il Papa cercò di fermare il rivolo rosso e il ragazzo ridendo disse: “Non eri tu a dire che il sangue è vita?! Di cosa hai paura, allora? Ahahahahaha”.

I minuti passavano svelti e il silenzio iniziava a scendere il tutto il Vaticano come se non ci fosse mai stato nessuno in tutti gli ambienti, come se l'intero territorio delimitato dai colonnati non fosse mai esisitito.

Il ragazzo alzandosi dalla poltrona si avvicinò al Papa, che giaceva supino sul pavimento in una pozza del suo stesso sangue, e strappandogli dalle dita uno dei suoi anelli con rubino disse: “Parli tanto di semplicità, del vivere lontano dalla ricchezza e del fare sacrifici, e poi dimostri tale presunzione?!”, “No, aspetta, ti prego! E' solo per lo splendore dell'anima che vivo così, per mostrare ai fedeli che i loro sacrifici saranno ricompensati con gioia e una vita piena di luce, lontana dal peccato e da ogni sorta di immoralità del corpo. Credimi, è così, te lo giuro su Dio!”.

“Taci, mi annoi! Non hai capito chi sono o chi rappresento, povero Benny?! Sono io, il tuo Dio che ora invochi che è dinanzi a te e che ora reclama la giusta condanna.”

“Ahahahahaha, tu Dio?! Con jeans, tatuaggi, e piercing sul tuo corpo?! Ahahaha, devi essere pazzo a credere una cosa del genere!”.

“Ho solo preso la forma di chi più tu esecri e più condanni, Benny: un giovane, uno dei tanti che tu definisci insolenti, senza valori, reietti con i segni del demonio sul corpo. Attento però perchè non sono qui per parlarti di questi segni ma per darti un lungo saluto, prima che tu te ne vada.”. “Tu sei pazzo, figliolo! Pazzo e senza un briciolo di cervello, e sei privo di ragione a parlarmi così!”.

“Mi annoi, Benny! Sei noioso, e penso sia ora di dirti addio!”, e con un ultimo schiocco di dita il corpo del Papa prese fuoco, bruciando come se scagliato nel più caldo vulcano della Terra, disintegrandosi in pochi minuti lasciando solo pochi pizzichi di polvere sul pavimento.

“Hai parlare in mio nome ai fedeli, che tu sia maledetto! Ma il momento è giunto, e porrò rimedio a ciò che di male in mio nome è stato fatto”.

Quel giorno passerà alla storia scrissero i giornali per lo strano lampo di luce, il più abbagliante in assoluto che si vide in quelle parti di Roma. Un enorme spiazzo compariva alle spalle di Piazza Risorgimento e chi abitava in quei pressi non ricordava cosa ci fosse, o cosa si volesse costruire su di esso. Contattato, l'ufficio urbanistica del comune di Roma era all'oscuro di tutto, e anche il sindaco interpellato a riguardo disse che c'era intenzione di edificare quell'area costruendo un palazzo che avrebbe ospitato le madri e i figli vittime di abusi sessuali, un atto dovuto verso chi aveva avuto un'infanzia negata a causa dei mostri che si celano dietro i volti più affidabili e più normali.

Da lontano, molto lontano, si sente fischiettare un motivo rock, “Highway to Hell”, e un giovane con la maglietta “Heaven Is Here” è felice: nessuno potrà più infangare il suo nome, e giustizia è stata fatta. Il suo volo per Ibiza è quasi pronto a decollare, e non vede l'ora di godersi un po' di riposo. Non ha mai potuto capire cosa la vera vita fosse, e questo sembrava un momento buono come un altro per iniziare: “Chissà come sarà?!”, pensò, “e se poi ci prendo gusto?!”. Un sorriso beffardo comparve sul suo viso, e infilò un paio di Rayban scuri per proteggere i suoi occhi dal sole del tramonto.

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Silverselfer

Complimenti!

 

Ti assicuro che scrivi molto meglio di altri che pure si professato scrittori incompresi.

 

Ci sono solo un paio di sbavature nelle descrizioni, piccolezze del tipo: capelli leggermente lunghi sulle spalle, scarpe leggermente (stesso avverbio ripetuto) lise; rovo con rosa spinosa (è il rovo ad aver le spine)... piccolezze appunto.

 

un Gesù caucasico è davvero originale, ha qualche significato intrinseco? Se penso a un volto caucasico, ne immagino uno con pelle olivastra e i tratti del viso spigolosi. Pelle rosata eccetera mi fa pensare al limite a un serbo, che però sono slavi. Potrei anche sbagliarmi, per carità.

 

La conclusione che fai con l'ufficio comunale che deve dare spiegazioni riguardo il lampo accecante eccetera, lo avrei messo in testa al racconto, come introduzione e poi avrei proceduto a spiegare i fatti, solo per incuriosire di più il lettore; ma è una questione di scelta di struttura.

 

Le impressioni che ho avuto? Beh, se questo scritto lo leggesse qualcuno dell'ufficio stampa vaticana ne monterebbe un caso di persecuzione cattolica: gay che odiano la chiesa, e bla bla. Certo che far uccidere il papa per mano di Gesù è roba forte, se venisse decontestualizzato parrebbe davvero blasfemo.

 

Il Gesù con i piercing eccetera, fa molto Gesù superstar (il musical), francamente non ho mai amato quella figura, figlia di una visione sbagliatissima legata all'idea dell'amore più che alla fede professata da Gesù. Questa confusione è tipica di un certo evangelismo americano, quello che poi usa la stessa parola amore per discriminare e accendere nuovi falò all'inferno. Tant'è che il tuo Gesù si comporta esattamente come il Dio demiurgo del vecchio testamento, pronto a mandare i suoi angeli vendicatori a punire l'alterigia degli uomini suoi schiavi. Cosa questa che "non sta né in cielo né in terra" perché l'elemento di rottura che porta Gesù è proprio questa, lui professa un Dio che non è più giudice, ma partecipe del cammino di redenzione dei suoi figli. Per questo verrà accusato di blasfemia e rigettato dall'ebraismo.

Questo Gesù è poco credibile, sarebbe stato più giusto mandare un arcangelo, magari Michele, lui sì che era un tipo suscettibile.

 

In finale, torno a ripetere che è un buon racconto, scritto bene. Direi che sei un buon prosatore, e magari se ti andasse di cimentarti ancora con la scrittura, c'è un topic di Almadel: storia a turno (o un titolo simile), in cui potresti cimentarti, e dare una mano a aggiungere una voce a questa sessione del forum.

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Complimenti. Mi è piaciuta soprattutto la prima parte del racconto,

fino a:

 

“Sai, Benny, ti faccio i miei complimenti: parlare ai fedeli a mio nome,  e portare la mia parola nel mondo per coprire le vostre malefatte è stato ingegnoso, anche un tantino faticoso oserei dire; ma tutto ciò finisce ora, e tu verrai allontanato immediatamente, credimi.

 

Il «Ciao, Benny!» è divertentissimo.

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Guest Count Vertigo

Wow, non immaginavo che il racconto sarebbe piaciuto: sono commosso!  :eek:

 

Ricevere poi un'ottima critica da Isher mi rende soddisfatto, specie perchè il tutto è nato come un semplice scherzo.

 

Cmq, alcune spiegazioni:

 

- questo Dio non l'ho mutuato da Jesus Christ Superstar, ma ho preso spunto dall'ossessione della Chiesa e del movimento genitori italiani (e anche americani) secondo il quale chi ascolta musica rock è un seguace del Diavolo ed è quindi corrotto nell'anima. Avere un ragazzo caucasico a cui piace il genere rock e metal, ma è difatto Dio, lo mette in una situazione particolare: dovrebbe rappresentare il male, ma è invece l'entità che incarna un essere di luce, di speranza, di bontà.

 

- il "Benny" per me indica il disprezzo con cui Dio vede il Papa. L'avesse chiamato Benedetto avrebbe caricato il nome con l'importanza che si dona ad una carica ecclesiastica, mentre riferirsi a lui come a Benny lo rende al livello di una persona comune, il classico uomo che si incontra per strada e con cui si usa un linguaggio amichevole.

 

- Perchè Dio dovrebbe ascoltare musica rock, avere un tatuaggio, capelli lunghi, e vorrebbe fuggire in una spiaggia a rilassarsi e a godere della compagnia di una donna? Perchè se nella Bibbia è scritto che il nostro Dio ci ha creato a sua immagine e somiglianza, ci ha resi come lui, ciò significa anche che questa divinità non è perfetta, non è al di sopra di noi ma possiede emozioni, dubbi, insicurezze, e deve fare i conti con tutto il turbinio di sensazioni che la vita ci mette di fronte.

 

Essere perfetti significherebbe per lui non potersi confrontare con il nostro mondo perchè non avrebbe una valutazione chiara al 100%, non avrebbe un metro di giudizio onesto. Ma renderlo umano significa fargli rivedere le sue decisioni, fargli toccare con mano la vita quotidiana e cercare di integrarlo in un discorso più vasto.

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