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Riguardo alla discriminazione...


DarKoiria

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Oggi ho trovato questa notizia su Repubblica.it che mi ha fatto molto riflettere. La potete leggere a questo link http://napoli.repubblica.it/cronaca/2010/06/16/news/mergellina_assalto_ai_filippini_picchiati_dal_branco_senza_ragione-4875001/

Ora, mi chiedo... la discriminazione avviene in molti modi diversi, ed è indirizzata a categorie di soggetti molto differenti tra di loro, anche se sempre ritenuti ''diversi'' (che poi... diversi da che?). E' anche vero che in un modo o nell'altro, è sempre esistita per una serie innumerevoli di motivi. Sempre sbagliata. Sempre da condannare.

Ma mentre tutta l'Europa evoluta si prodiga per la pace sociale, in Italia c'è negli ultimi anni un exploit inaudito di violenza, odio e razzismo in tutte le sue forme. Inutile dire che il Governo sta facendo poco o niente in questo senso - e anzi, in certi casi sta persino peggiorando la situazione, per come la vedo io.

Ma perchè, secondo voi, questo inasprirsi dell'odio? Perchè proprio adesso?

E' angosciante :pausa:

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WistonSmith

Riporto:

Un gruppo di ragazzini tra i 15 e i 16 anni è sceso con noi. Andavano al mare, sugli scogli a Mergellina. Senza un motivo uno di loro mi ha messo lo sgambetto. Sono finito a terra tra due auto parcheggiate, quando mi sono rialzato sanguinavo e avevo il labbro spaccato. Loro ridevano. Anche le ragazze»

 

La cosa più sconcertante - di questo espisodio, già di se terrificante- è che si tratta di ragazzini.

Tra i 15 e i 16 anni?

 

Ma perché, secondo voi, questo inasprirsi dell'odio?

 

Sarà banale, ma penso che il motivo più immediato è l'assenza di una punizione esemplare, di una giustizia rapida e dolorosa.

Voto sempre a favore del terrore; cioè impaurire con condanne eccellenti così da intimidire i violenti.

Se la sensibilizzazione - non si puo' sperare di redimere chi l'intolleranza l'ha nel sangue- non serve a nulla, allora ...a mali estremi, estremi rimedi.

 

perché proprio adesso?

 

Su questo non sono d'accordo.

Molti episodi di violenza, teniamo conto, non vengono denunciati, altri invece non ricevono attenzione dei media e dunque restano all'ombra.

La discriminazione, secondo me, non è attualità, ma è conseguenza di una società lenta, come la nostra -per tantissimi motivi, voluti e non-, ad evolversi. E che, probabilmente, ci trascineremo ancora a lungo, se si continuerà a non pretendere.

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Uhm riguardo alla punizione, sono parzialmente d'accordo. Mi spiego meglio.

E' indubbio che - di norma - la certezza della pena (equiparata al reato, si intende) venga ritenuta un valido deterrente; ciò però, purtroppo, non è sempre vero. Se da un lato manca la severità della pena per reati del genere, dall'altro c'è un atteggiamento che quasi giustifica la violenza, ed è appunto un atteggiamento, che fa quindi parte della cultura. Secondo me, inasprire la pena senza insistere fino alla nausea sul fatto che la discriminazione non ha nessun tipo di fondamento logico non ha proprio senso perchè non risolve il problema.

 

Sul ''proprio adesso'', se anche è vero che - come dici tu - l'unica differenza sia nella rilevanza mediatica che hanno acquisito questi argomenti (cosa che non credo, penso più che altro che ci sia in corso una sorta di reazione all'evento del pluriculturalismo che, volenti o nolenti, ci sta investendo) allora perchè i media danno rilevanza a questi argomenti proprio ora? Cosa è cambiato? Non dimentichiamo che la rilevanza che il sistema mediatico da a certi tipi di notizie a scapito di altre ha sempre un fondamento, che sia sociale, politico, economico o culturale...

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WistonSmith
Secondo me, inasprire la pena senza insistere fino alla nausea sul fatto che la discriminazione non ha nessun tipo di fondamento logico non ha proprio senso perché non risolve il problema.

 

Non ho mica detto o l'una o l'altro.

Ma finché le "buone" non funzionano, non puoi permettere, minimamente, che qualunque persona considerata "diversa", viva nella paura a causa dell'intolleranza.

A questo punto, se c'è qualcuno che deve temere, è il violento, in mancanza d'alternative efficaci.

E in qualunque caso, sono più che convinto, che la violenza debba essere soppressa anche con la forza, se necessaria.

Ed una pena, la più severa possibile, è il minimo.

 

Ora, mi chiedo, prenderanno questi ragazzini? Cosa verrà loro fatto?

Io li sbatterei al riformatorio e, inoltre, farei passarei i guai anche ai genitori. Il pesce puzza dalla testa. :pausa:

 

allora perché i media danno rilevanza a questi argomenti proprio ora? Cosa è cambiato?

 

Sai meglio di me che non è così.

Non i media, ma qualche testata. Perché anche questa è propaganda.

Sfido a trovarmi questo stesso articolo su Libero, il Giornale, o altri titoli normalmente destrorsi.

D'altro canto, non è neppure difficile capire perché altri giornali, proprio ora (parafrasandoti), tendano a sottilineare e a pressare su questo genere di fenomeno, che per me non è assolutamente temporaneo, ma è una costante italiana!

È cambiato non il fenomeno ma la scelta di propagandare contro una cultura politica diversa.

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No non è solo una questione di una testata o l'altra... anzi, testate di destra hanno ottimi motivi per martellare con una notizia del genere, ad esempio pubblicizzare quelle tanto ostentate misure di sicurezza (a fortissimo contributo leghista, poveri noi) che evidentemente non stanno funzionando - perchè inutili, discriminatorie e quant'altro.

 

Penso sia un problema così complesso che, affrontato da diversi punti di vista, darà diversi tipi di soluzioni (per quanto utopistiche possano apparire).

Sulla questione della repressione, invece, sono d'accordo  :pausa: ma resto sempre dell'idea che non sia una soluzione definitiva, magari funziona come palliativo.

Da un punto di vista mooolto molto pessimistico oserei dire che non c'è la volontà di cambiare mentalità perchè fino a quando le persone saranno portate a odiare il diverso, non si accorgeranno di tante piccole cose che passeranno loro accanto...

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La pena svolge due funzioni, una generalpreventiva ed una specialpreventiva.

 

La funzione specialpreventiva si indirizza verso i colpevoli e presuppone la loro

denuncia ( anche in questo caso il filippino dice: molti miei connazionali non denunciano...)

e punizione. La punizione previene la ripetizione del reato, l'impunità incoraggia la ripetizione

del reato.

 

La funzione generalpreventiva si indirizza a tutta la società: sappiate che se fate questo, sarete

puniti domani, come queste persone sono state punite oggi. La punizione di Tizio scoraggia la

ripetizione del reato anche in Caio e Sempronio, l'impunità invece favorisce l'emulazione.

 

Detto questo va chiarito però che se il reato è solo un reato violento come altri, passa il messaggio

che non bisogna essere violenti e non che non bisogna discriminare i gay o gli immigrati. Da qui la

necessità di norme speciali contro la discriminazione e l'omofobia.

 

Al contrario in Italia abbiamo un Parlamento omofobo e latamente, ma largamente, razzista e

discriminatorio. L'omofobia è palese e diretta in moltissimi ( inutile fare i nomi...ha confessato

di aver nutrito pregiudizi lo stesso ministro deputato a tutelarci! ) Il razzismo ha preso delle vie

più indirette ma se vogliamo ancora più vischiose tramite il cd. problema della " Sicurezza", tutto

declinato contro gli immigrati e condiviso in varia misura anche da amministratori e parlamentari

del PD ( reato di clandestinità, ronde, sanatorie a pagamento, ordinanze contro lavavetri et similia )

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Questa deriva xenofoba, violenta, intollerante, è causata essenzialmente dal dilagare della corruzione, della criminalità e della legalità negli ambienti governativi.

La Costituzione è divenuta un optional, l'esistenza di partiti come la Lega, e il fatto che certe loro dichiarazioni siano tollerate, ne è la prova.

Ci vorrebbero davvero punizioni esemplari (non giuste, ma esemplari) per i violenti, per chi non rispetta i principi sui quali si fonda la Repubblica. Ma finché queste stesse persone, che dovrebbero essere perseguite senza pietà, si trovano al governo, è chiaro che una giustizia autoritaria potrebbe solamente rivoltarsi contro gli onesti.

Quindi bisogna sperare in un netto cambio della classe politica.

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WistonSmith

No non è solo una questione di una testata o l'altra... anzi, testate di destra hanno ottimi motivi per martellare con una notizia del genere, ad esempio pubblicizzare quelle tanto ostentate misure di sicurezza (a fortissimo contributo leghista, poveri noi) che evidentemente non stanno funzionando - perché inutili, discriminatorie e quant'altro.

 

In questo caso assolutamente no.

Andrebbe tutto a loro sfavore, poiché italiani hanno aggredito "estranei" ma regolari. Dimostrando così, che la loro campagna potrebbe (e lo fa, a parer mio), invogliare la violenza, sconsiderata e xenofoba indipendentemente da motivi di legalità. Sfiduciandosi.

 

 

Quindi bisogna sperare in un netto cambio della classe politica.

 

Con la speranza non ci cavi ragno da un buco.

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Sarà banale' date=' ma penso che il motivo più immediato è l'assenza di una punizione esemplare, di una giustizia rapida e dolorosa.[/quote']

 

Io sono invece convinto dell'agevolazione data dall'assenza di una pena specifica. E dall'inestenza di una giustiza celere e imparziale.

 

Non posso essere d'accordo su

Voto sempre a favore del terrore; cioè impaurire con condanne eccellenti così da intimidire i violenti.

 

Gli Stati Uniti sono a molte ore di volo: la teoria dei danni punitivi da noi non attecchisce.

 

Se la sensibilizzazione - non si puo' sperare di redimere chi l'intolleranza l'ha nel sangue- non serve a nulla' date=' allora ...a mali estremi' date=' estremi rimedi.[/quote'']

 

Ma qui siamo sul filo della contraddizione. Non perché tu dica qualcosa di fuori luogo.

Gli estremi rimedi, tu noti, vanno corrisposti a mali estremii; ragionando secondo in questo modo, sarebbero impossibili le condanne eccellenti. Il rimedio estremo sarebbe solo una pena corrispettiva, comminata da un tribunale il quale abbia giudicato secondo la proporzionalità tra danno ed espiazione. Insomma, possiamo essere d'accordo sulla necessaria serverità delle norme, su una rivalutazione in termini di 'danno' del reato (ricordiamo che pene lievi, fanno reati minimi) - non così sull'apologia del danno punitivo.

 

 

Quanto è davvero importante, riprendendo Hinzelmann, per prevenire il reato o la sua reiterazione, è - almeno a livello legislativo-giudiziario -, la pressante osservanza delle leggi. Lo scrissero circa trecento anni fa, ed io sono sostanzialmente d'accordo: la gravità di un reato si misura, se possibile, dalla pena corrispettiva. Ecco, che si legiferi intorno all'omosessualità, che si ponganol limiti specifici all'interno dei quali sia possibile tutelare se stessi. A che servirebbero condanne esemplari, ma non estese a tutti i colpevoli? La chiamarono certezza della pena [a sentirlo sulla bocca dei nostri politici si rivolterebbe nella tomba!], ed è l'unico deterrente valido, sensato, utile ad evitare focolai di violenza gratuita.

 

Vogliamo reprimere con la forza? Va bene. Ma usiamola per difenderci, non per fare loro quel che non sono riusciti a fare a noi.

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WistonSmith

Forse mi sono spiegato male.

Non parlo di pena di morte -benché, per molti aspetti, non sia una punizione che disapprovi totalmente, ma se ne puo' anche fare a meno- ma come dici, giustamente tu, quella che serve è la certezza della pena. E non c'è.

Ed è proprio questa che avrebbe lo scopo di intimidire possibili altri violenti; cominciando con l'applicare sempre la massima pena prevista dalla nostra Giurisprudenza, senza attenuanti, senza sconti.

 

Vogliamo reprimere con la forza? Va bene. Ma usiamola per difenderci, non per fare loro quel che non sono riusciti a fare a noi.

 

Il non-raggiungimento di un obiettivo non puo' essere attenuante. L'intento è già di per se un reato grave, che ti dovrebbe diffidare dal vivere in comunità a piede libero.

Altrimenti dovremmo attendere che ci scappi il morto prima di reagire, consuetudine Italiana, in ogni ambito sociale, culturale, economico e cazzi vari.

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Il non-raggiungimento di un obiettivo non puo' essere attenuante. L'intento è già di per se un reato grave, che ti dovrebbe diffidare dal vivere in comunità a piede libero.

Altrimenti dovremmo attendere che ci scappi il morto prima di reagire, consuetudine Italiana, in ogni ambito sociale, culturale, economico e cazzi vari.

Sì ma in uno stato di diritto non puoi fare un discorso del genere. Non puoi fare un processo alle intenzioni. Se violi la legge vieni punito, se sei in disaccordo con una legge amen, basta che il tuo agire sia conforme alle norme dello stato in cui vivi. Per quanto riguarda la certezza della pena... è vero, non c'è e sarebbe molto utile, ma questa purtroppo è una delle pecche più evidenti di uno stato che, come il nostro, continua ad essere svuotato dall'interno da corruzione et simila, per cui in realtà chi dovrebbe garantire la certezza della punizione per chi commette un reato - essendo reo egli stesso - ha tutti gli interessi a non far funzionare il sistema giudiziario.  :pausa:

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WistonSmith

Questione di "casualità".

Nel modo di cadere, oppure, un colpo inferto in malomodo, avrebbe potuto causare la morte di quel filippino. Come e in che modo stabilisci l'intenzionalità? Nel dubbio si DEVE dare la massima pena. Giusto o no che sia moralmente, è ben poco irrilevante, purché sia funzionale.

 

Intendo questo per "intento" -mi vogliate scusare, se la terminologia è inappropriata  :pausa:-.

 

Se violi la legge vieni punito, se sei in disaccordo con una legge amen

 

Per come la vedo io, una legge, non si dovrebbe limitare a punire, ma ad intimorire, allo scopo, di evitare simili reati e/o conseguenze.

Come nelle società senza-stato, in cui, in assenza di legge, era uso comuno appellarsi alla faida, all'occhio per occhio dente per dente.

Non ci distinguiamo poi così tanto! Potrebbe sembrare contraddittorio, e lo è, ma non importa, purché sia sempre funzionale

 

http://www.queerblog.it/post/8087/palermo-condannato-laggressore-di-una-coppia-gay

 

Se vi fosse sfuggito quest'articolo è tempo di dargli un occhiata.

In che modo punisci e in che modo dimostri -perché è questo che serve- che ne pagheranno le conseguenze ad altrui possibili aggressori, con una simile e insulsa condanna?

Per un omofobo, aver lontano i gay, non è una condanna punitiva, ma è un favore che gli fai! Ma soprossediamo pure su questo, perché qua, la causa è dell'omofobia stessa, anche fra chi la legge deve attuarla, ahimé. 

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...forse perchè la Destra è al governo...e contemporaneamente si fa leva sull'ignoranza delle masse,che fomenta la paura e quindi,intolleranza e violenza...

 

ci sono poi personaggi che nell'ombra manipolano le menti manipolabili di giovani esaltati e timorati nel provare un orgasmo sessuale che non sia nel novero del peccato capitale... :pausa:

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No no aspetta Winson, forse mi sono spiegata malamente.

L'intenzionalità come la intendo io è una cosa diversa.

"Sto camminando e per sbaglio spingo uno giù da una scala e quello muore" è omicidio preterintenzionale. Non volevo farlo, ma è successo e ne pago le conseguenze.

Picchio qualcuno perchè mi va di farlo, e anche questo è reato, peraltro con tutta l'intenzione.

Ma se penso ''mi piacerebbe ammazzare mia suocera" non posso mica essere condannata. Okay l'omicidio è reato, ma questa è solo "intenzione" e non un reato commesso. In questo senso non si può fare il processo alle intenzioni.

Il problema è che la storia della pena come deterrente non funziona e basta. Prendi il caso dell'omicidio: il massimo della pena è l'ergastolo... ma non per questo gli omicidi si sono azzerati. La psicologia umana è molto più complicata di così.  :pausa:

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WistonSmith
Ma se penso ''mi piacerebbe ammazzare mia suocera" non posso mica essere condannata.

 

Questo no. Siamo d'accordo.

Altrimenti sarei in carcere perennemente, dato che è un mio continuo pensiero "meriterebbe di crepare" -ma non che sia io ad ucciderlo, purtroppo (o per fortuna), ne sono incapace. Altrimenti, ogni tanto, un pensierino ce lo farei seriamente  :pausa: -

 

Picchio qualcuno perché mi va di farlo, e anche questo è reato, peraltro con tutta l'intenzione.

 

A questo alludevo: Metti che i colpi inferti gli avessero causato il decesso?!

Ora, se le violenze avessero lo scopo d'ucciderlo... chi lo sa? Chi può stabilire cosa passava loro per la testa?

Ma il fatto che non abbiano raggiunto uno scopo -omicidio-, per me non è un attenuante. Indifferentemente dal reato!

Non esiste una violenza fine a se stessa. "Volevo solo fargli del male, ma non ucciderlo".

 

La psicologia umana è molto più complicata di così.  ;)

 

Con tutto il rispetto me ne fotto della psicologia umana!

Altra attenuante: "il condannato è incapace di intendere e di volere"; sconto della pena, e siamo alle solite.

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Mother Fucker

Per quanto concerne il caso concreto,posso dirvi che filippini o meno non c'entra nulla.

Purtroppo a Napoli e lo dico col cuore che piange,c'è molta inciviltà e si arriva alle mani per molto meno.

Diciamo però che questo di solito accade non a Napoli centro come in questo caso,ma più nei comuni delle provincie come l'agroaversano,sant'antimo casale ecc

 

A livello generale,in Italia si stanno registrando una serie di atti di razzismo che in un altro paese dell' Europa si sarebbero già prese adeguati provvedimenti.Credo che qui giochi molto anche l'omertà e l'indifferenza della gente.

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hai detto bene! Se posso dire la mia da ragazzo/ino immerso a scuola tra bulli e bulle di ogni tipo..l'indifferenza è proprio il punto! Non c'è più famiglia (io questo lo so bene) e il resto del mondo se ne frega. Anzi in televisione ci finiscono praticamente solo i bastardi che diventano dei miti..io ho avuto cmq qualcuno che sì è preso la briga di spiegarmi le cose per farmele capire, mentre molti altri sono letteralmente abbandonati a se stessi..e la tv ecc non insegnano belle cose. Quindi secondo me è questo il problema. Quelli che avrebbero da insegnare qualcosa sì fanno gli affari loro o non trovano il tempo di dedicarsi a gli altri quindi hanno voce solo i disgraziati che finiscono per diffondere cattivi esempi..

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Oh me medesima, ma perchè devi andare sempre oltre quello che dico? (scrivo, in questo caso)

 

A questo alludevo: Metti che i colpi inferti gli avessero causato il decesso?!

Ora, se le violenze avessero lo scopo d'ucciderlo... chi lo sa? Chi può stabilire cosa passava loro per la testa?

Le aggravanti non sono da intendere in questo senso, cioè in base all'occasione, ma in base alle ''categorie''. Ad esempio le motivazioni omofobe e razziste di un'aggressione dovrebbero costituire un'aggravante (che non decide il giudice. Si stabilisce per legge che l'omofobia è un aggravante per un qualunque tipo di reato, quindi se mentre ti picchio urlo ''brutto frocio'', come è successo di recente, è già un'aggravante di suo e concorre ad aumentare la pena). Dico dovrebbero perchè in moltissimi paesi democratici è così. Da noi invece funziona al contrario: bocciano la legge per queste cose ma inaspriscono la pena se è un immigrato clandestino a commettere il reato.

 

Con tutto il rispetto me ne fotto della psicologia umana!

Altra attenuante: "il condannato è incapace di intendere e di volere"; sconto della pena, e siamo alle solite.

Tesoro... ma che c'entra? Mi riferivo al fatto che la certezza di una pena non serve ad impedire che il reato venga commesso... la capacità di intendere e di volere è un'altra cosa :pausa:

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Non parlo di pena di morte -benché, per molti aspetti, non sia una punizione che disapprovi totalmente, ma se ne puo' anche fare a meno-

 

Su questa pratica barbara e insulsa non v'è nemmeno da soffermarsi.

Mi piace notarne soltanto, al di là delle quisquilie morali cui dà adito, l'incongruenza propria caratteristica: è contraddittoria.

 

Peraltro la pena capitale non è contemplata nei danni punitivi, o non completamente, in quanto non è una pena esemplare.

Una condanna di questo genere potrebbe invece essere quella inflitta alla Toyota settimane fa: il fine didascalico è evidente.

 

ma come dici, giustamente tu, quella che serve è la certezza della pena. E non c'è.

 

Non abbiamo certezza della pena, e quindi?

Vi sono due modi di affrontare le cose, e a me piace ricordarli così

 

Un filosofo viene

Tutto modesto, e dice:

-bisogna a poco a poco,

pian pian, di loco in loco

levar gli errori del mondo morale:

dunque ciascuno emendi

prima di sé stesso, e poi de gli altri il male.-

Ecco un altro che grida:

-tutto il mondo è corrotto;

bisogna metter sotto

quello che sta di sopra, e rovesciare

le leggi, il governare;

non è che il mio sistema che possa render sano. –

Credete al primo; l’altro è un ciarlatano.

 

Bisogna lavorare per le cose che vogliamo, non esistono surrogati alla certezza della pena.

O c'è.. o ci dev'essere.

 

Mi pare evidente il 'ciarlatano' non abbia un corrispondente: non perderei tempo, altrimenti. :pausa:

 

Ed è proprio questa che avrebbe lo scopo di intimidire possibili altri violenti; cominciando con l'applicare sempre la massima pena prevista dalla nostra Giurisprudenza, senza attenuanti, senza sconti.

 

Senza attenuanti e senza sconti? Sono d'accordo. Tuttavia la pena non ha mai l'unico lo scopo preventivo nei confronti di altri rei. Una tradizione secolare in Occidente ci ha abituati a considerare i condannati secondo molteplici visuali. Non si tratta di un manifesto ideologico o di schietta fede nella giustizia [qualunque cosa significhi]. Certo, sarebbe da sciocchi non ammettere l'enorme potere dissuasivo della severità del Codice, ma assai più influente è la prospettiva dell'infallibilità dell'apparato giudiziario. Pene severe sarebbero inutili, altrimenti.

 

Il non-raggiungimento di un obiettivo non puo' essere attenuante. L'intento è già di per se un reato grave, che ti dovrebbe diffidare dal vivere in comunità a piede libero.

Altrimenti dovremmo attendere che ci scappi il morto prima di reagire, consuetudine Italiana, in ogni ambito sociale, culturale, economico e cazzi vari.

 

Ogni imputato viene giudicato dal fatto commesso, sempre; negare questo principio significa vanificare millenni di riflessione.

Ciò non significa estromettere dal giudizio l'intenzione del giudicato: si parla di omicidio volontario, colposo, preterintenzionale ed ancora. Questo perché, sul mero fatto così com'è osservabile a terzi, non v'è possibilità di comprensione. Abbiamo, dalle nostre parti, il principio - tra i più alti inerenti alla Giustizia - di chiedere a chi accusa la dimostrazione di quanto dice. Affirmanti incubit probatio. Sarebbe impensabile comminare il massimo della pena a priori, privi di una qualunque prova del fatto. Il mancato raggiungimento di un obiettivo non è un'attenuante, in alcun caso; semplicemente si conduce il processo su quanto si sa: tentato omicidio et coetera. E' naturale che su una tentata estorsione, si giudichi come su una possibilità e non come su un fatto, danni materiali non esistono, esiste un reato, e su quello ci si attesta.

 

La realtà non è Minority Report, grazie al cielo.

 

A questo alludevo: Metti che i colpi inferti gli avessero causato il decesso?!

Ora, se le violenze avessero lo scopo d'ucciderlo... chi lo sa? Chi può stabilire cosa passava loro per la testa?

 

Di nuovo, la prova spetta a chi afferma.

Riesci a stabilire con certezza le intenzioni, contesti un reato ben preciso.

Se non riuscissi non si annullerebbe il fatto: si passerebbe ad un reato diverso.

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Prima di impostare una discussione sui massimi sistemi, fossi in voi mi chiederei quante persone può contenere e quindi detenere

il sistema carcerario italiano. Quanto sono aumentati processi e condanne e quanto la spesa dello stato per la detenzione dei

colpevoli. Perchè anche la sicurezza ha un costo... :pausa:

 

Altrimenti si corre il rischio di continuare a stigmatizzare la legge Gozzini del 1975, facendo finta di ignorare gli sconti di pena introdotti

dopo la sua approvazione con la riforma del codice di procedura penale ( i cd. riti alternativi : patteggiamento etc. che evitano il costo del dibattimento ) oppure la legge Simeone ( ex AN ) sulla concessione automatica di certi benefici della Gozzini, o la cd. legge ex Cirielli ( detta anche salva Previti, ma anche salva Tanzi Mills... ) tutte leggi fatte da partiti di destra che si riempiono la bocca di certezza della pena.

 

Si denuncia il buonismo di sinistra ( facile capro espiatorio ) per non dire che in realtà se tornassimo alla situazione del 1975

nel giro di tre mesi le carceri esploderebbero, anzi anche in questo modo senza un indulto ogni 5 anni esploderebbero.

 

E qui finisce il discorso sulla certezza della pena...che viene agitato per suscitare reazioni emotive, ma non viene

affatto governato.

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Quello che dici è giusto, Hinzelmann. Ci sono problemi logistici a cui fare fronte ma che, in un modo o nell'altro, devono essere risolti. Non c'è poi molto la volontà di risolverli, dopotutto. La giustizia costa, beh tutto il sistema di uno stato del benessere costa, ma senza torneremmo di nuovo al medioevo... Ci sono tante cose (piccole e grandi) che si potrebbero cambiare se solo ce ne fosse la volontà. Giusto un esempio? L'incompetenza del 98% degli impiegati pubblici (almeno, qui al sud la percentuale si aggira attorno a questa...). Impiegati pubblici che, non dimentichiamo, lavorano anche nei tribunali eh. Sarebbe un sistema da rinnovare. Ma è un discorso vuoto e privo di sbocchi fino a quando non si sente la pressante necessità che qualcosa cambi sul serio. :pausa:

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