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Gelmini: la religione fa media nel profitto degli alunni.


Eledh

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Hinzelmann

Se parliamo di rudimenti "strumentali a" direi che imprescindibile

non possa proprio essere.

 

Si deve parlare di religione greca in Greco, come si deve parlare

della Riforma per spiegare le guerre di religione, o la storia dell'arte

etc. etc. ma per questo non serve un insegnamento specifico, anzi

meglio che la trattazione sia affidata all'insegnante della materia a cui

serve.

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Per me, laico, a scuola non si deve insegnare religione, perché la religione appartiene alla sfera

della coscienza individuale, perché è qualcosa di troppo privato e intimo e legato a scelte che non

possono, e forse non è neppure giusto debbano, essere regolate da un insegnamento pubblico.

 

Certo, si potrebbe insegnare storia delle religioni, che io però non vedrei estesa a tutto il curriculum

scolastico, cioè a ben 13 anni di scuola. Inoltre è facile prevedere che sarebbe un insegnamento

immediatamente ideologizzato, per cui ci si butterebbero o cattolici o atei, ognuno per fare la

propria propaganda. Sarebbe un esito ripugnante ma in Italia accadrebbe così.

 

A livello d'insegnamento universitario, la cosa cambia completamente, e sono d'accordo con Oldboy

che la storia delle religioni è un insegnamento affascinante, molto importante, dotato di una sua evidente

specificità. Io, Facoltà di Lettere e filosofia, ho sostenuto ad esempio due annualità di storia delle religioni (non so

se a qualcuno dica qualcosa il nome di Angelo Brelich, che comunque è stato un grande) che mi hanno dato chiavi di

comprensione per la filosofia, la civiltà greca, romana e per altre civiltà orientali, che altrimenti non avrei mai avuto

né mi sarebbero mai venute da altra parte.

 

Tornando alla scuola secondaria, non si può sperare che dagli insegnamenti di Storia e di Storia dell'arte

(che dovrebbero essere i primi), ma anche da altri, possa venire un'informazione di un qualche rilievo

sulla storia delle religioni: già i docenti non ce la fanno a svolgere il loro programma, con gli orari che si ritrovano

(e sarà sempre peggio), figuriamoci se potrebbero aprire parentesi multidisciplinari o interdisciplinari,

ammesso e con concesso che ne abbiano le competenze.

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Per me, laico, a scuola non si deve insegnare religione, perché la religione appartiene alla sfera

della coscienza individuale, perché è qualcosa di troppo privato e intimo e legato a scelte che non

possono, e forse non è neppure giusto debbano, essere regolate da un insegnamento pubblico.

 

 

lo penso anche io, anche perché al di fuori della scuola si è liberi di seguire il catechismo o cose simili.

quando ero piccolo io e seguivo la religione venivano raccontate storie della bibbia come fossero fatti storici... anche adamo ed eva per intenderci.

comunque il fatto grave è che chi seguirà la religione sarà avvantaggiato da un voto alto che farà media.

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sarebbe opportuno fornire una conoscenza di base di cosa sia la religione (di per sé, non la cattolica in primis) così da fornire ai ragazzi l'idea che cosa significa pregare, meditare, votarsi ad un culto. ma considerando che non ho mai conosciuto un insegnante di religione musulmano o ebreo...

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Ma la storia delle religioni si è sempre fatta... in storia o ricordo male?

alle elementari ricordo che di ogni popolo si studiava civiltà usanze guerre varie... e la religione

al liceo lo stesso in maniera più approfondita ovviamente

a che serve la materia ad hoc?

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Hinzelmann

Pregare, meditare...questi non mi paiono effettivamente contenuti

culturali da insegnamento pubblico. Se si intende questo, direi che

si tratti di una educazione alla religione, ed è bene allora che sia lasciata

alle famiglie ed alle chiese.

 

Ci deve essere un contenuto culturale ed un fine di istruzione.

 

Questi due elementi ci devono essere entrambi direi, qualunque

sia la soluzione prescelta.

 

La soluzione liberale preconcordataria del catechismo come educazione

morale in quella che all'epoca era la scuola dell'obbligo ( parliamo degli

insegnamenti elementari nel XIX sec. ) mi pare una soluzione vecchia.

Meglio semmai tentare un insegnamento alle secondarie che abbia una

sua dignità culturale una sua compiutezza di programma, dubito però

che un insegnamento di Storia delle Religioni di tipo universitario sia

fruibile in ogni ordine della scuola ( professionali tecnici etc. etc. )

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così da fornire ai ragazzi l'idea di che cosa significa pregare, meditare, votarsi ad un culto.

 

Penso che R.POST volesse proprio significare questo: non meditare, pregare e votarsi a un culto,

ma comprendere il significato del culto e in genere della coscienza religiosa.

In effetti, se un ipotetico insegnamento di SdR non deve limitarsi a una rapsodia storica delle varie

religioni, dovrebbe avere questioni del genere come contenuti, e forse sarebbero i ragazzi stessi a porre

la domanda. Per questo Gentile, in una storica querelle che lo oppose ai cattolici da un lato, a

Croce dall'altro, sosteneva che l'insegnamento della religione dovesse risolversi e quindi annullarsi

in quello della filosofia.

 

Oggi però delle domande significative sorgono proprio dai contenuti interni alla storia delle religioni,

da quello che essa ci dice sulle varie civiltà, sul loro simbolismo, sull'elaborazione dell'asse vita/morte,

sulle opere d'arte legate alla sfera religiosa, eccetera. Cioè è proprio la forma storica delle religioni e

quindi la loro struttura immaginale/simbolica/psicologica/antropologica che potrebbero far emergere

veramente tante questioni molto interessanti per capire sia il passato che la contemporaneità. In un asse

anche più che con Storia, con Storia dell'arte, antropologia, filosofia.

 

Forse un insegnamento opzionale alla secondaria, in alternativa con altri.

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Io in religione ultimamente sto studiando i Concilii Vaticani, comprese le varie encicliche e riforme. E' stato sinceramente l'unico argomento degno di nota in un programma parecchio scialbo ( non che abbia frequentato molte ore a essere sincero..), orientato verso la carità cristiana e altri valori che di solito non comprendo.

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Oggi però delle domande significative sorgono proprio dai contenuti interni alla storia delle religioni,

da quello che essa ci dice sulle varie civiltà, sul loro simbolismo, sull'elaborazione dell'asse vita/morte,

sulle opere d'arte legate alla sfera religiosa, eccetera. Cioè è proprio la forma storica delle religioni e

quindi la loro struttura immaginale/simbolica/psicologica/antropologica che potrebbero far emergere

veramente tante questioni molto interessanti per capire sia il passato che la contemporaneità.

La necessità di comprendere gli aspetti della religione da un punto di vista psicologico, sociologico ed antropologico però svela un'altra notevole mancanza da parte delle scuole secondarie, ossia l'insegnamento proprio delle scienze sociali (psicologia, sociologia, ecc...), che dovrebbero appunto fornire gli strumenti necessari a cogliere questi aspetti.

Furono fra gli altri alcuni storici presidi dell'università cattolica a sostenere la tesi dell'insegnamento di queste materie nelle scuole secondarie, Gemelli e Vito, ma rimasero purtroppo del tutto inascoltati.

sembra che nella nostra mentalità quando si parla dello studio del comportamento umano prevalgano ancora gli approcci non scientifici della reliogione, dell'arte o della filosofia, su quelli scientifici...

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Agostino Gemelli ?  :gha::asd: :P

 

Pensa Hamlet che io sono proprio per l'approccio non-scientifico dell'arte e della filosofia.

Prescindendo dalla filosofia, al Storia dell'arte è una delle materie più ricche e complesse che esistano, le

cui potenzialità non sono ancora sviluppate e sfruttate, nella didattica della secondaria. Certo ci vuole un docente

colto, ma mediamente un laureato in SdA credo abbia una buona preparazione rispetto ad altri suoi colleghi.

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Sì, Padre Agostino Gemelli, frate francescano, teologo e importante ricercatore nel campo della psicologia.  :gha:

 

Quello che intendevano dire è che nelle secondarie come il liceo scientifico, dovrebbero essere mostrati entrambe gli approcci allo studio del comportamento umano, scientifico, e non. Mentre le scienze sociali sono del tutto assenti.

Quanto alla formazione dei docenti di storia dell'arte, mi auguro che gli studenti non rischino più di beccarsi, come capitava nel mio liceo, un architetto che sapeva tutto di disegno geometrico, ma dei contanuti non ci capiva una fava...

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Frugale978

Se l'ora di religione fosse uno studio approndito della religione, sarebbe utile, soprattutto nell'aiutare il confronto fra le stesse. Ma se alla fine è un catechismo celato, dato che la maggior parte sono teologi cattolici, allora è davvero un'ora inutile che potrebbe essere impiegata in Inglese magari.

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  • 2 weeks later...

La gelmini ci sta rovinando!

Al posto che insegnarci ci rovina.

Oltre a tagliare, rompere le palle sempre sempre sempre ora infila delle ore di RELIGIONE??

:bah: Se la vedessi per strada gli tiro la parrucca!!

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FleurDeLys

Io a scuola non ho mai avuto religione , non ha nessun senso che una scuola finalizzata alla formazione di individuo per poi trasportarlo nel mondo del lavoro inserisca dogmi. Esiste già la Storia come materia ( e altre) e si occupa anche di spiegare la presenza della religione come del comunismo del'Anarchia ,massoneria etc... Chi vuole approfondire si cerchi un corso fuori, oppure dobbiamo mettere l'ora di Comunismo , l'ora di Buddismo etc etc?? Certe cose in Italia non le capirò mai...  :bah:

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WistonSmith

:bah: Ma che c'entra l'Anarchia, Massoneria, Buddhismo, e Comunismo, messe tutte nella stessa frase?!

 

Ah. Non ci sono più le mezze stagioni!

 

Io a scuola non ho mai avuto religione , non ha nessun senso che una scuola finalizzata alla formazione di individuo per poi trasportarlo nel mondo del lavoro inserisca dogmi.

 

Invece avrebbe senso. Lo evrebbe eccome, se per Religione lo si intendesse come lo studio obiettivo sui complessi di credenze, comportamenti, riti, e minchiate varie.

Invece, per coerenza, il nome dovrebbe essere sostituto con l'ora del Cristianesimo.

 

Io alle medie avevo addirittura come professore di Religione un prete -quello della peggior specie, conservatore bigotto.-

 

Prima proposizione. – Viziosa è ogni specie di contronatura. La più viziosa specie d'uomo è il prete: egli insegna la contronatura. Contro il prete non si hanno ragioni, si ha il carcere.

 

Ahhh.*sospira*

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Maddai!

Io ci sto a un "Corso di Autodifesa dalle Religioni"

(perché questo sarebbe un loro studio obiettivo);

ma dedicarci addirittura un'ora alla settimana?

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AndrejMolov89

Trovo più indecente che sia un ora dedicata alla chiesa cattolica, religione, di per sè, sarebbe un ottima materia di studio, soprattutto perché nessun cristiano conosce una bega della propria religione. Basti pensare che l'argomento principale del catechismo, al di là del Credo, preghiera lunga per niente, è preparare i ragazzi ad un assistenzialismo ipocrita, senza comprensione:"un certo gruppo di persone sbaglia, bisogna aiutarli, perché noi siamo i giusti"

Se la religione fosse una materia laica, sarebbe un altro paio di maniche. E' il solito attacco all'istituzione laica. I politici pensano che fare il rimming al vaticano gli garantisca il maggior numero di voti possibili, il problema è che non sono dell'età opportuna.

 

Adieu.

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Mother Fucker

Il nostro professore di religione,prete,ci parlava di tutte le religioni,

analizzando storia sviluppo dogmi ecc.

Direi che un tipo di studio delle religioni improntato su questi binari,

possa essere utile per un confronto e per la propria conoscenza.

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