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[Frattaglia] I miei (problematici) coming out


Frattaglia

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Da quando ho iniziato a prendere coscienza di me stesso, cioè più di un anno fa (anzi, a rivedere il diario che tenevo, ho iniziato a prendere coscienza della cosa ormai più di due anni fa, ma per un sacco di tempo è sempre stata una cosa latente) ho avuto la necessità di parlarne con i miei amici e con le persone intorno.

L'argomento identità di genere è qualcosa di più complesso e problematico della semplice omosessualità. L'omosessualità non ce l'hai scritta in faccia, ma se tu ti vesti come una persona del sesso opposto, o parli usando il genere opposto, la gente lo nota subito. Il risultato è che ad esempio al momento alla mia università sono TUTTI convinti che io sia lesbica, e solo pochi, i miei amici, sanno. E tra l'altro li ho stupiti molto quando gli ho detto che stavo con un ragazzo.

 

Comunque, la cosa che mi angoscia è mia madre. Per mesi ho temuto perchè non sapevo come diglielo (e si che ho iniziato ad andare da una psicologa anni fa proprio perchè sentivo questo, ma a lei non l'ho mai detto) perchè temevo che, sentendomi io un maschio, lei si sentisse in qualche modo fallita come madre, come se non fosse stata una buona figura femminile.

Cosa che è quello che ovviamente è accaduto. Gliel'ho detto verso settembre, dopo mesi di attesa, stavo malissimo ma ce l'ho fatta. Si è preoccupata ma quantomeno non mi ha cacciato di casa, urlato o altro. Le ho detto che stavo andando a un centro apposta e cambiavo psicologa apposta proprio perchè me ne serviva una ferrata sull'argomento, perchè avevo confusione (confusione che ora sta passando).

Beh, almeno tutto questo è servito a far sì che non mi stesse più addosso per i vestiti.

E' tornata sull'argomento dopo una decina di giorni, io le avevo detto nella stessa occasione che sto con un ragazzo (le avevo anche detto che lui sa tutto, ma se l'era dimenticato), e se n'era uscita con una frase del tipo "io capirei se te volessi fare l'operazione (termine molto vago, mah) perchè ti piacciono le ragazze... Ma così non ha senso". Tra l'altro mostrava palesemente di aver dimenticato che io sono bisessuale, e gliel'ho detto diverse volte, da quando avevo 16 anni <.<

Comunque, lì per lì ho cercato di spiegarle un po', ma mi sento tremendamente male a tornare sull'argomento, non ho mai avuto un buon rapporto con i miei e mi sento male a parlare di cose così dolorose e complicate, preferisco sempre far finta di niente.

La settimana scorsa è ritornata sull'argomento, mi ha chiesto se il mio ragazzo lo sapeva (e si, gliel'ho detto nella stessa occasione in cui le ho detto di essere ftm, ti pare che non lo sapesse? <.<) e poi mi ha detto la cosa che temevo io, la mia più grande paura. Mi ha detto che sta male perchè sente come se avesse sbagliato come figura materna, come se fosse colpa sua.

Io non so che dirle. A leggere le ricerche, pare che questa cosa esca per via di un'errata esposizione a determinati ormoni del feto durante la gravidanza. Io sono cresciuto in un ambiente esclusivamente femminile in cui le mie zie tentavano di impormi la femminilità, e mia madre mi ha anche chiesto se fossi così per una qualche forma di ribellione, ma io so che non è questo, anzi semmai avrebbe dovuto essere il contrario.

Non lo so, tutte le ricerche sulle possibili cause di questa cosa mi sono totalmente contrarie, io sto male all'idea che lei stia male ma non so veramente come confortarla. Mi sento enormemente in colpa, l'ultima cosa che voglio è che qualcuno, soprattutto lei, stia male per causa mia.

 

 

Boh, scusate lo sfogo. Poi magari più in là posterò scenette divertenti che mi sono successe.  :)

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Innanzitutto dalle una fotocopia delle ricerche che hai letto. Sono ricerche scientifiche e questo la tranquillizzerà più

di qualunque altra cosa. Dilla: «mamma, né tu né nessuno c'entra niente con la mia identità di genere perché è qualche cosa

che si produce per altre cause, cause che sono biologiche, che sono studiate scientificamente».

 

Poi controlla la tua personale angoscia (che anch'io avrei, beninteso) perché mi sembra che, per una cosa che oggettivamente

è molto più complessa, meno nota, meno attesa, dell'omosessualità, lei non abbia reagito male, anzi. Mi sembra che come tu

stia compiendo un percorso, anche lei abbia iniziato a compierlo. E in fondo il senso di colpa che lei prova non è altro che il

risvolto, secondo me momentaneo, di una avvenuta accettazione: se non ci fosse questa, non potrebbe esserci quello.

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Probabile, forse sta seguendo anche lei tutte le fasi che precedono l'accettazione (la rabbia, il rifiuto, ecc ecc... non me le ricordo tutte).

Il problema è anche che non so che dirle, e non so come parlarle. Come ho già detto, ho sempre avuto grossi problemi a parlare di me con i miei (anzi, in realtà ho sempre avuto grossi problemi a parlare di me in assoluto... per fortuna con uno sforzo e l'abitudine questa cosa mi è passata. Ma con loro ancora no, c'è un enorme imbarazzo).

So che al centro a cui mi sono rivolto fanno, credo mensilmente o poco meno, degli incontri con i genitori. Gliel'ho proposto, ma non è ancora pronta.

Ho alcuni libri di psichiatria sull'argomento, ma sono tutti poco confortanti (uno ha una decina di anni e ci descrive come poveri mentecatti, l'altro è aggiornato ma è carente di parecchi dati). Ho anche un paio di romanzi sull'argomento, ma non so se per lei sarebbero adatti...e comunque, quelli non descrivono me.

Potrei presentarle dei miei amici trans, in realtà alcuni ne ha anche conosciuti ma non si è mai accorta che lo fossero (e io li ho portati via di casa prima che le venissero dubbi, o che loro parlassero di me al maschile).

 

Bah, mi sa che mi toccherà infrangere nuovamente quel muro di imbarazzo che mi fa piacere che ci sia tra me e i miei genitori.  :)

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Pensavo che tu dovessi darle qualche fotocopia accuratamente selezionata, mirata alla questione delle cause

biologiche, una pagina. Se la trovi dagliela. Presentarle gli amici è un'altra buona idea. E il fatto che non sia ancora

pronta per qualcuno di quegli incontri non significa che più in là tu non ne possa combinare almeno uno, meglio

se preparato su qualche tema specifico che corrisponda di più alle preoccupazioni di tua madre e a quelle cose su

cui lei non ha alcuna informazione. Credo che basterebbe.

 

Quanto all'essere riservato, anche molto, con i propri genitori su cose sessuali, o sentimentali, chi non lo è o non lo è stato?

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