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Essere LGBT in campagna/provincia


FOP02

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Buonasera a tutti e a tutte,

per tutti quelli della comunità LGBT nati e cresciuti non in una grande città, ma in una città di medie e piccole dimensioni o addirittura in aperta campagna, com'è stato e com'è nascere, crescere e vivere in una zona rurale, quindi solitamente meno "accogliente" nei confronti degli LGBT? Frequentando altri LGBT come amici/fidanzati/coniugi che sono cresciuti in una grande città quali sono le differenze che più notate con coloro che invece sono cresciuti in provincia? Più o meno le stesse differenze che potrebbero incontrare due etero o c'è qualcosa di più specifico? I vostri genitori/parenti (se lo sanno) come l'hanno presa? Com'è stato e com'è instaurare e creare nuove amicizie o relazioni in provincia, considerando che è molto più difficile rispetto al farlo in una grande città dato che le possibilità di incontri specifici per persone LGBT (pride, gay bar o locali...) sono molto più basse ed è a volte difficile anche capire se una persona è etero oppure no giudicando solo dai propri occhi?

Edited by FOP02
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39 minutes ago, FOP02 said:

Buonasera a tutti e a tutte,

per tutti quelli della comunità LGBT nati e cresciuti non in una grande città, ma in una città di medie e piccole dimensioni o addirittura in aperta campagna, com'è stato e com'è nascere, crescere e vivere in una zona rurale, quindi solitamente meno "accogliente" nei confronti degli LGBT? 

Cresciuto in campagna, ma sufficientemente vicino ad una città universitaria molto gay friendly...quindi non lo so. Non credo che i genitori di città siano necessariamente più accoglienti dei genitori di provincia, e viceversa; sono stato bullizzato da adolescente, ma temo sarebbe potuto accadere anche in città. Pur essendo io discretamente out, avrei qualche difficoltà a fidanzarmi con un compaesano, non tanto perché io tema il giudizio dei vicini di casa ma perché so che la cosa creerebbe imbarazzo tra i miei familiari...questo è l'unico limite mi pare.

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2 hours ago, FOP02 said:

com'è stato e com'è nascere, crescere e vivere in una zona rurale, quindi solitamente meno "accogliente" nei confronti degli LGBT? Frequentando altri LGBT come amici/fidanzati/coniugi che sono cresciuti in una grande città quali sono le differenze che più notate con coloro che invece sono cresciuti in provincia? Più o meno le stesse differenze che potrebbero incontrare due etero o c'è qualcosa di più specifico? I vostri genitori/parenti (se lo sanno) come l'hanno presa? Com'è stato e com'è instaurare e creare nuove amicizie o relazioni in provincia, considerando che è molto più difficile rispetto al farlo in una grande città dato che le possibilità di incontri specifici per persone LGBT (pride, gay bar o locali...) sono molto più basse ed è a volte difficile anche capire se una persona è etero oppure no giudicando solo dai propri occhi?

manco le domande finali di teleMike erano così serrate..

con ordine, ed evitando la narrazione dell'only gay @ the village, che non è la mia storia

  1. ho avuto una famiglia molto open minded (e negli anni 80-90 non era così scontato), per cui nessun problema
  2. che nella megalopoli, anche solo per la legge dei grandi numeri, siamo di più; ma di fondo le dinamiche e le problematiche sempre quelle sono
  3. mmhh.. le dinamiche al paesello tra coppie etero e gay non erano esattamente identiche; pensate solo all'essere o meno "fidanzati" ufficialmente e dichiarati con tutti: beh, 30 anni fa eravamo in pochi ad essere così (tanto) outed ed in molti avevano il terrore di ritrovarsi con le chiappe chiacchierate. Sbagliando
  4. MAI avuto problemi in casa; e lo sapevano da quando ero 15enne ed ancora illibato
  5. allora: a livello amicizie, essere outed m'ha scremato alla base il rapporto con compagni di liceo, compaesani eccetera. Chi mi schifava, ha sempre evitato di avere a che fare con me, e viceversa. che poi a pensarci non sono state nemmeno tante persone, tutto sommato. Però di loro, francamente, sticazzi e va bene così. A livello approcci sentimental-sessualosi, ho corteggiato e lo sono stato, senza particolari melodrammoni. Anche perchè come intuivo eventuali soggetti problematici e/o irrisolti, ho sempre troncato sul nascere ogni possibile sviluppo, anche quando mi ingrifavano molto esteticamente. sarò una brutta persona, ma la vocazione della crocerossina non ce l'ho mai avuta, che ci volete fare?
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Ho conosciuto gay nati fuori dalle grandi realtà urbane, molto più sgamati di me, grazie alle loro famiglie istruite, con redditi più elevati di quelli della mia famglia e che viaggiavano molto per l'Europa e il Mondo.

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14 hours ago, FOP02 said:

com'è nascere, crescere e vivere in una zona rurale, quindi solitamente meno "accogliente" nei confronti degli LGBT?

Dipende da che cosa intendi tu per provincia. Ormai in 20 minuti di auto o mezz'ora di bus un nucleo abitato grande lo si trova. Uno che viva tra le vigne del Monferrato, per intenderci, può andare ad Asti o Alessandria o città minori ma popolate. 

Per il discorso amicizie dipende non dalla sessualità quanto dalla persona . C'è chi lega con tutti, chi con pochi, chi è sulle difensive e chi aperto. Non è tanto l'ambiente, dato che parliamo comunque di provincia italiana e non di villaggi del terzo mondo. 

Certo, in città sei un numero anonimo ma non è propriamente sempre un vantaggio. 

 

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20 hours ago, freedog said:

30 anni fa eravamo in pochi ad essere così (tanto) outed ed in molti avevano il terrore di ritrovarsi con le chiappe chiacchierate.

oggi è peggio perché un ventenne se vuole uscire con un altro ventenne non trova in giro molti ventenni perché in % sono molto di meno rispetto a 30 anni sul totale della popolazione e i gay sono sempre 1-2% quindi molto più sparsi, il paese è invecchiato e l'età media è aumentata e la popolazione totale rimane stagnante o diminuisce e la gente non fa più figli.

Va bene ai cinquantenni/sessantenni a cui piacciono i coetanei invece perché erano tanti quando erano giovani e sono tanti pure ora e in prospettiva l'aspettativa di vita si è pure allungata.

apparentemente oggi si è più outed ma perché tanto è tutto un fatto teorico che pratico. Già di per se i giovani fanno meno sesso in generale oggi in più i gay sono pochi e sparsi e ci sono pochi giovani 

in certe zone non ci abita più nessuno e in altre la popolazione è sovradimensionata perché ad esempio molti che poi vivono fuori Italia neanche fanno l'iscrizione all'aire oppure tutti quelli che hanno ancora la residenza al sud ma vivono al nord per esempio etc...

Edited by MyleneFarmer
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44 minutes ago, MyleneFarmer said:

oggi è peggio perché un ventenne se vuole uscire con un altro ventenne non trova in giro molti ventenni perché in % sono molto di meno rispetto a 30 anni sul totale della popolazione e i gay sono sempre 1-2% quindi molto più sparsi

Apprezzo le tue precisazioni sulla demografia, ma non credi che, pure se i ventenni sono di meno, visto che oggi è più facile fare coming out o comunque venire accettati dai coetanei, sia tutto sommato più semplice conoscere/frequentare altri ragazzi gay rispetto a quarant'anni fa...?

9 hours ago, Ghost77 said:

Per il discorso amicizie dipende non dalla sessualità quanto dalla persona . C'è chi lega con tutti, chi con pochi, chi è sulle difensive e chi aperto.

Sì, ho verificato spesso che vivere in campagna o in città, o nascere ricchi o poveri, influisce molto poco sulla rete di amicizie che una persona riesce a tessere...spesso anzi chi ha un cattivo carattere e pochi amici tende a credere che dipenda dall'ambiente e non da sé stesso 😕

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55 minutes ago, schopy said:

chi ha un cattivo carattere e pochi amici tende a credere che dipenda dall'ambiente e non da sé stesso

ogni riferimento ad un eterno polemicone qui scrivente è puramente casuale, nevvero???

-se così non fosse, c'avresti perfettamente ragione, sallo!!-

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1 hour ago, schopy said:

Apprezzo le tue precisazioni sulla demografia, ma non credi che, pure se i ventenni sono di meno, visto che oggi è più facile fare coming out o comunque venire accettati dai coetanei, sia tutto sommato più semplice conoscere/frequentare altri ragazzi gay rispetto a quarant'anni fa...?

Sì ma è un po' inutile se tanto devi fare il giro delle sette chiese... e devi avere i soldi per spostarti. Alla fine è incentivato chi ha i soldi e il tempo per muoversi. Il problema demografico italiano è uno dei più importanti e seri... non solo perché devono lavorare di piu per mantenere il sistema ma anche perché ci sono meno occasioni per fare rete.. è un cane che si morde la coda

se quarant'anni fa in una città di 1000 abitanti ipotetici c'era il 50% di giovani allora i gay giovani erano 10 (2% di 500)

ma se oggi ci sono 900 abitanti e i giovani sono il 20% ci saranno 3.6 gay in città quindi significa che per conoscere 10 gay devi fare il giro di 3 città 

 

1 hour ago, marco7 said:

I gay sono piu‘ dell‘1-2% @MyleneFarmer !

no, più o meno i gay maschi sono sempre tra 1-2%... se sommi lesbiche trans e bisex le % sono più alte di tutto il gruppo LGBT+..

ma alla fine a me che sono un gay maschio che frega delle trans o delle lesbiche? Mica ci scopo. 

Ma la stessa cosa se sono un gay giovane ma in giro è pieno di gay ottantenni. 

Edited by MyleneFarmer
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Io vengo da un paesino microscopico e il centro abitato di riferimento della zona ne fa 35k.

L'esperienza adolescenziale per le persone LGBTQ provinciali è abissalmente diversa rispetto a quella dei loro coetanei cittadini. Non tanto per il nucleo familiare e la cultura diffusa che, sebbene mediamente più chiusi e retrogradi, non sono radicalmente dissimili a quelli che si riscontrano nelle grandi città ma per una pura densità statistica di persone LGBTQ. Ossia la provincia in quanto tale, zona antropizzata poco densamente abitata, impedisce le relazioni fra persone LGBTQ perché sono troppo pochi in una popolazione già rarefatta.

Per darvi un'idea la mia prima frequentazione viveva a 30' di treno, i miei primi amici gay a 30' di automobile. Mentre i coetanei cis-etero hanno una massa critica per ritrovarsi con costanza alla parrocchia locale, la discoteca di provincia, il campo da calcio della zona e formare quindi uno spazio di aggregazione dove confrontarsi e sviluppare relazioni romantiche, per le persone LGBTQ è matematicamente impossibile.

La mia esperienza non è fuori dal comune, è la comunissima realtà di chi vive in provincia, in montagna o in campagna e non nelle periferie di una città metropolitana.

In futuro questa realtà potrebbe cambiare se le persone bisessuali iniziassero in massa ad intrecciare relazioni omo, ma lo vedo altamente improbabile.

A chi sottolinea che ci siano caratteristiche individuali (vedo nominare il reddito, la simpatia) più influenti rispetto all'identità sessuale rispondo che essere attraenti, ricchi e simpatici non toglie il fatto che in provincia non ci siano locali LGBTQ, non ci siano spazi per l'attivismo, non ci siano club culturali LGBTQ e più semplicemente ci sono pochissime persone LGBTQ con cui uscire, scopare o fidanzarsi.

I gay e le lesbiche sono matematicamente animali da città.

A @FOP02 , che da come scrive immagino essere una persona che vive o ha vissuto in provincia, suggerisco il coming out urbi et orbi.

Rende molto più facile conoscere persone LGBTQ perché toglie quel velo di segretezza che impiccia nelle relazioni.

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19 minutes ago, dreamer_ said:

Io vengo da un paesino microscopico e il centro abitato di riferimento della zona ne fa 35k.

L'esperienza adolescenziale per le persone LGBTQ provinciali è abissalmente diversa rispetto a quella dei loro coetanei cittadini. Non tanto per il nucleo familiare e la cultura diffusa che, sebbene mediamente più chiusi e retrogradi, non sono radicalmente dissimili a quelli che si riscontrano nelle grandi città ma per una pura densità statistica di persone LGBTQ. Ossia la provincia in quanto tale, zona antropizzata poco densamente abitata, impedisce le relazioni fra persone LGBTQ perché sono troppo pochi in una popolazione già rarefatta.

dipende pure dalla provincia ad esempio se vivi in un paesino da 1000 abitanti ma a 10 minuti hai una città universitaria importante come può essere Padova (che non è che sia una megalopoli) alla fine cambia tanto ma se vicino hai una città ma depressa e senza università non cambia niente. Conta quanto funzioni da "incubatore".

Padova per esempio fa 200k abitanti e la provincia 930k ma devi calcolare anche tutti quello che quotidianamente ruotano attorno Padova per lavoro o studio. C'è una sorta di "brain drain" di gay rispetto ad altri posti in italia stessa o da fuori (uno straniero che fa l'erasmus in Italia è più probabile che vada a Padova che a Benevento). Allo stesso modo Milano, Bologna o Roma oltre ai gay che vi abitano stabilmente hanno anche una certa quota di gay che ruota attorno queste città per qualche motivo di lavoro o studio quindi i gay percepiti e disponibili sono molto più alti rispetto ad un altra provincia con un numero di abitanti residenti anche "buono" ma che non attira nessuno e "esporta" gay più che "importarli".

vivere in una città di 100 abitanti dove 99 sono gay è meglio che vivere in una città di 100 abitanti dove 99 sono etero idealmente, se sei gay pure tu

Per esempio a Roma e Milano i gay non saranno 1-2% ma molti di più... in altre non ci potrebbero essere affatto, alla fine 1-2% è sempre una media. 

Edited by MyleneFarmer
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1 hour ago, dreamer_ said:

la provincia in quanto tale, zona antropizzata poco densamente abitata, impedisce le relazioni fra persone LGBTQ perché sono troppo pochi in una popolazione già rarefatta

mmhh... nì, e tu stesso spieghi perchè

1 hour ago, dreamer_ said:

suggerisco il coming out urbi et orbi.

Rende molto più facile conoscere persone LGBTQ perché toglie quel velo di segretezza che impiccia nelle relazioni.

da velati, in provincia è complicatissimo trovare compagnia "stabile", visto che anche solo per andare per fratte si evita di andare sotto casa (sia mai qualcuno li riconosca!!), mentre nella megalopoli è più facile nascondersi nella massa anonima.

1 hour ago, dreamer_ said:

La mia esperienza non è fuori dal comune, è la comunissima realtà di chi vive in provincia, in montagna o in campagna e non nelle periferie di una città metropolitana

e però sta situazione sta cambiando: specie qui a Roma, il centro ormai è un turistificio con pochissimi residenti (tantissimi appartamenti si sono riconvertiti in b&b, spessisismo a nero) pieno di ristoranti, pizzerie, gelaterie e negozi di souvenir/paccottaglia e pochissimi negozi di alimentari (dalla salsamenteria al supermercato), edicole, cartolai, ferramenta o casalinghi. Insomma, mancano completamente quei negozi "di vicinato" dove puoi trovare anche solo una lampadina. 

è complicato vivere anche in zone semi centrali come Prati, dove stiamo da 15 anni, anche per sti motivi (oltre ai cronici traffico, schiamazzi dei turisti ubriachi la notte eccetera).

insomma, paradossalmente sta diventando più viva & vitale la periferia che il centro citta, che invece si sta gentrificando

Edited by freedog
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La megalopoli è una regione urbanizzata, state attenti, io le chiamerei aree metropolitane.

C'è immensa bibliografia, tra cui le mie, sulla questione che la città attira i gay (per molti motivi)

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11 minutes ago, Pugsley said:

La megalopoli è una regione urbanizzata, state attenti, io le chiamerei aree metropolitane.

Io infatti stavo parlando di Roma centro (per chi è pratico, grosso modo il 1° municipio più San Lorenzo e Ostiense come zone).

Che l'area metropolitana romana ormai arrivi fino a Morlupo e/o Fidene lo so bene, ma è un altro discorso 

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