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Ricominciare in una nuova città può cambiare il proprio modo di vivere?


alcant90

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Non sono un frequentatore di chat ma ho fiducia nella saggezza degli anonimi sconosciuti che magari, in modo diverso, sono passati per la mia stessa strada. 

All'età di 33 anni mi trovo a non avere un posto stabile in cui vivere. Finora non è stato un problema, tutt'altro, l'ho considerato un vantaggio. Dopo un lungo percorso di studi che mi ha portato a vivere in diverse città in Italia e a trascorrere dei periodi all'estero, sento la strana sensazione di non appartenere ad alcun luogo. Vengo da un paesino della pianura Padana a cui sono certo affezionato, ma dove non ho più legami oltre a quelli familiari e sento non potrei tornare a vivere. La mia professione, d'altra parte, mi consente di trovare facilmente un posto di lavoro più o meno ovunque in Italia, a volte trascurando l'ambizione professionale. 

Ed ora la parte meno lineare. Sono gay, ho una vita sentimentale alquanto frammentata, fatta di brevi e rare frequentazioni. Ho fatto coming out con famiglia e alcuni amici più intimi ma sono estremamente riservato, per non dire che questa parte di me è di fatto esclusa dalla mia vita quotidiana e "pubblica". Nonostante viva serenamente l'essere gay, non riesco a vedermi come "dichiaratamente gay". Non ho mai pensato di forzarmi, considerando una violenza verso me stesso espormi alle imprevedibili conseguenze di questa scelta. Ho provato a frequentare un circolo Arcigay per un breve periodo senza sentirmi molto coinvolto e motivato dalle iniziative. Molti dicono che ciò che appartiene la sfera personale sia tale per definizione, e che il proprio orientamento sessuale possa essere solo un dettaglio che appartiene esclusivamente alla vita privata. In contraddizione con quanto ho raccontato finora, mi sembra difficile pensare di vivere a proprio agio nascondendo questa parte di sé, senza condividerla con le persone con cui si sta quotidianamente in modo che diventi parte della normalità. Probabilmente alla maggior parte delle persone con cui ho a che fare interessa poco ma l'idea che non sia un segreto dà una vertiginosa sensazione di libertà. Tuttavia, a pensarci bene, questo significherebbe anche decidere di rientrare pubblicamente in un gruppo e accettare una definizione, che è necessaria per supportare le persone LGBT e creare un riferimento alla loro identità, ma immancabilmente discrimina e limita come ogni categoria. 

Penso che la mia situazione attuale rispecchi in gran parte le mie scelte pregresse ed oggi, nonostante l'apparente libertà e possibilità di scelta che ho, mi sento oppresso da uno schema mentale che mi riporta alle solite dinamiche di relazione con le altre persone persone per conservare lo status quo. Ho pensato potrebbe essere una buona idea iniziare una nuova vita in un'altra città e resettare tutto. Ma potrebbe essere al contrario un modo per non affrontare il problema e ritrovarsi daccapo. Ritornare invece nella città in cui sono stato negli ultimi anni e in cui ho cari amici ma dove non sono riuscito ad integrarmi da questo punto di vista, è l'alternativa. E' chiaro che molto dipende da me, ma mi rendo conto che le riflessioni e i buoni propositi non bastano. E' importante mettersi nelle giuste condizioni per ottenere quello che si vuole. Quello che temo più di ogni altra cosa è l'inerzia di una esperienza stantia e già vissuta.

Non cerco risposte ma solo consigli da parte di chi si sia trovato in una situazione simile.

Grazie davvero a chi ha letto il mio racconto e vorrà condividere quello che pensa

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Io dico sempre che se la tua omosessualità consiste nel fare pompini nei parcheggi,

allora è evidentemente una cosa privata e non c'è un particolare motivo per dirlo in giro.

Se hai 33 anni è probabile che tu possa avere anche una relazione come una persona normale

e a quel punto non si tratta più di una cosa privata: le relazioni sono una cosa pubblica.

Mio marito non riesce a non far coming-out al lavoro: se deve prendere un permesso al lavoro se io sono malato,

non è che può dire che "il suo migliore amico" deve essere portato in ospedale...

 

Di solito questa fase del "cambio città e cambio vita" si ha quando ci si trasferisce per l'università.

Se ti sei trasferito spesso e non hai mai cambiato vita, forse è solo perché non vuoi cambiare.

E forse se hai avuto solo frequentazioni frammentarie

è proprio perché ti piace poter continuare a vivere di nascosto.

29 minutes ago, alcant90 said:

Probabilmente alla maggior parte delle persone con cui ho a che fare interessa poco ma l'idea che non sia un segreto dà una vertiginosa sensazione di libertà.

E' proprio così.

E se ne te ne sei reso conto, probabilmente sei pronto per vivere come un gay adulto

tanto a Madrid quanto in provincia di Piacenza o di Rovigo.

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4 hours ago, alcant90 said:

E' importante mettersi nelle giuste condizioni per ottenere quello che si vuole.

ok, ma in concreto, TU cos'è che vuoi?

non l'ho minimamente capito; sarà la vecchiaia incombente...

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4 hours ago, freedog said:

ok, ma in concreto, TU cos'è che vuoi?

Sentirmi più libero di essere me stesso. Non voglio gridare ai quattro venti che sono gay, ma solo viverlo in modo naturale e spontaneo. E' vero quello che dice Almadel, finora non ho veramente cercato di cambiare, però le prospettive mutano nel tempo: non sono lo stesso di 10 anni fa e neanche di 2 anni fa. Vorrei solo trovare un contesto più semplice e incoraggiante. Mi rendo conto che in fin dei conti questo nasce dal timore per la reazione o per un cambio di atteggiamento di persone che già conosco, oppure per le chiacchiere. Ed essere in un posto nuovo in cui non conosco ancora nessuno forse può aiutare. Ora che lo scrivo mi sembra un po' stupido...ma è questo che mi passa per la testa in questo periodo

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non sempre cambiare città risolve il problema.

se tu non te la senti di cambiare città e dire subito nella città nuova a vicini, colleghi di lavoro e altri che conoscerai che sei gay ma aspetti e conti di dirlo loro dopo sei mesi per dire non risolvi nulla. 

il vantaggio di una nuova città è che è più facile dire che sei gay a gente che non conosci o che hai appena conosciuto rispetto a gente che frequenti da tanto tempo.

io sono cresciuto in ticino (svizzera italiana al sud) e da 30 anni vivo in svizzera tedesca al nord a 200 km di distanza. avevo i genitori in ticino ma altrimenti non avevo contatto con le persone laggiù e non so in quanti sapevano che fossi gay o lo sospettavano. ora i genitori sono morti e ho ereditato due case con inquilini inclusi.

quando ho preso contatto con gli inquilini (e altre persone del ticino che anche conoscevo da decenni) parlando o scrivendo loro dei mail ho parlato di mio marito in modo che ora sanno che sono gay e non mi faccio paranoie. 

se te la senti di dirlo in una città nuova dove ti trasferiresti teoricamente potresti sentirti di dirlo anche alle persone che conosci da sempre anche se naturalmente l'inibizione a dirlo a quelli che conosci da sempre è maggiore che con degli estranei.

la cosa buffa è che alla fine del funerale di mia mamma alla fine ci furono delle persone che vennero a farmi le condoglianze o a salutarmi. nella mia famiglia materna ci fu un grosso litigio 45 anni fa per questione ereditarie e la famiglia materna si spaccò in due con le famiglie di miei due zii che vedevo solo ai funerali e non in altre occasioni. Al funerale di mia madre arrivano due donne che non conoscevo a parlarmi ed erano due cugine. una persona mi spiegò chi fossero. poi arriva una terza donna e non capivo bene perché le cugine erano finite e poi mi hanno presentato questa terza donna come la compagna di una delle due cugine. in pratica ho una cugina lesbica di cui sapevo l'esistenza ma non sapevo che è lesbica e che ha una compagna e sono sicuro che anche mia mamma non l'ha mai saputo e mi ha sempre considerato come l'unico omosessuale della famiglia (pecora nera).

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5 hours ago, Pugsley said:

Non è che sotto sotto hai il desiderio di accasarti con qualcuno fisso?

Accasarsi addirittura forse no, avere una relazione più stabile sì

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15 hours ago, alcant90 said:

Accasarsi addirittura forse no, avere una relazione più stabile sì

Con l'età, è normale

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Vivacia3But

Brokeback mountain ci ha rovinati, una volta ascoltavamo l'ultima della Spears, ora ci facciamo problemi di carriera con annessi filmoni e pipponi esistenziali.

Suvvia, siamo seri. Time to get a little bit

 

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On 5/29/2023 at 12:12 AM, alcant90 said:

Sentirmi più libero di essere me stesso.

Non conosci omosessuali dichiarati? I tuoi amici non ne conoscono? Neanche i tuoi genitori?

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On 5/30/2023 at 9:41 AM, Almadel said:

Non conosci omosessuali dichiarati? I tuoi amici non ne conoscono? Neanche i tuoi genitori?

Certo ne conosco, come pure i miei amici...per un 30enne che vive in una città credo sia difficile il contrario. Nel paesello non ce ne sono che io sappia. Perché dici?

Ma vi sembra che quando uno ha una relazione  stabile poi venga tutto da sè, oppure ha senso pensare di iniziare vivere come gay dichiarato per poter avere una relazione stabile?

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10 minutes ago, alcant90 said:

vi sembra che quando uno ha una relazione  stabile poi venga tutto da sè, oppure ha senso pensare di iniziare vivere come gay dichiarato per poter avere una relazione stabile?

uhm... di certo è più complicato trovare un "fidanzato" se si sta ben chiusi nell'armadio e si vuole evitare di far sapere in giro della propria omorikkionità.

e però non è detto che ti piovino addosso corteggiatori una volta che sei outed (a meno che tu non sia ricchissimo, bono da sturbo e strafamoso con milioni di followers): vai, esci, giri, (a volte) rimorchi e poi... da cosa può nascere cosa.

insomma, certezze ce ne son sempre ben poche; sta a te velutare quanto valga la pena mettersi in gioco ed uscire dal bozzolo per viversela più serenamente

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