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Anime Special 3: La censura negli anime (1)


thomas80

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Inizio con il terzo special una serie di interventi legati a un tema di cui si è già dibattuto nei vari topic. Inizio con una panoramica più generale, cui seguiranno, nei successivi special, analisi di casi più specifici.

 

Dalla parte dell'Otaku

Se dieci anni fa la scelta di "adattare", o meglio "censurare" titoli come Sailor Moon e Rayearth scuoteva il pubblico - provocando l'ira degli appassionati, che protestavano per la "loro" serie massacrata - oggi questa politica sembra essersi estesa a tutta la programmazione. Come un virus. E come un virus si sono moltiplicate le associazioni di genitori, i movimenti a tutela dei minori e via discorrendo. Ma questo proliferare di "guardiano a tutela della morale" si rivelerà utile o dannoso alla fine? E' giusto arrogarsi il diritto di educare i figli degli altri? I vari gruppi "di controllo" sembrano aver già deciso per tutti: "questo può andare in onda, questo no; qui si esagera; questa è una fascia protetta, questa no". Insomma, sembra sia dato per scontato che tutti i bambini d'Italia siano soli davanti alla TV 24 ore su 24, e che per qeusto possano essere vittime di una aggressione via etere.

 

I gruppi di controllo

Forse qualche genitore potrebbe obiettare che i propri figli non sono lasciati allo sbando, O ancora rivendicare il proprio diritto, di singolo genitore - inteso come essere pensante, che tende all'autonomia e al libero arbitrio - capace di decidere che cosa il figlio possa vedere in TV o meno, quanto tempo possa passare davanti allo schermo, etc. Ma la situazione oggettiva che abbiamo dinanzi è purtroppo diversa: un ristretto gruppo di persone, ogni giorno, detta regole, sancisce i principi, censura e condanna, per tutti, esercitando "la verità" con un potere sovrano. Più che azioni a tutela dei bambini, i proclami dei sedicenti "gruppi di controllo", sembrano continue affermazinoi d'incapacità rivolte a tutti i genitori. Il concetto, in pratica, è più o meno questo: "Non sapete educare i vostri figli, quindi ci pensiamo noi a farli crescere con sani principi", che suona leggermente patetico.

 

 

Come arriva un anime in Italia? E come viene adattato e doppiato?

 

Le fasi lavorative che coinvolgono un cartone animato, o qualsiasi altro prootto video, dall'acquisto alla messa in onda televisiva, sono molte, e spesso complesse. Vediam le principali:

 

1. L'acquisto - In ogni azienda televisiva esistono professionisti chiamati buyer (compratori) che si occupano di sceglire e acquistare nuovi programmi sul mercato internazionale. Con un lavoro molto più complesso di quanto non sia qui presentato, il buyer sceglie come suo principale campo per le operazioni strategiche le fiere internazionali dedicate alle vendita dei programmi televisivi (tra le principali il MIPTV e il MIPCOM, che si svolgono a Cannes). Dopo aver completato, insieme con il buyer e l'ufficio legale dell'azienda acquirente, la parte burocratica che concerne l'acquisto del materiale, il produttore e/o distributore spedisce in Italia, presso i magazzini della rete televisiva, i nastri video contenenti la serie.

 

2. Si passa al PAL- Il supporto video originario giapponese entra in lavorazione affinchè possa essere inviato al doppiaggio. Le lavorazioni più frequenti sono la trasformazione dallo standard televisivo giapponese, l'NTSC, a quello usato in Europa, il PAL. Ma anche il trasferimento da pellicola (come quella cinematografica) a nastro. I materiali vengono conrtassegnati con codici a barre perchè possano poi essere archiviati e trovati con facilità. Terminata la lavorazione preliminare e strettamente tecnica del magazino, i materiali sono inviati al doppiaggio. Consegnati nello stabilimento che si occuperà dell'edizione italiana, i supporti video subiscono un nuovo ciclo di lavorazioni tecniche: controllo qualità, per verificare l'integrità di video e audio; codificazione delle immagini, cioè aggiunta di un time code, una sorta di contatore che identifica ogni fotogramma del filmato; realizzazione di almeno due copie, per la lavorazione dell'edizione italiana. Con una delle copie, un traduttore si occupa di volgere dall'inglese all'italiano i copioni inviati dalla cosa produttrice. Davanti a uno schermo, il traduttore segue le immagini dell'episodio, traducendo alla lettera i dialoghi, verificando se i traduttori giapponesi che si sono occupati di realizzare i copioni in inglese hanno tralasciato di indicare battute, sporcature o altro (cosa che accade spesso). In questa fase non si modificano i dialoghi originali, limitandosi a segnalare gli errori. Una volta pronto, il copione italiano viene consegnato all'adattatore.

 

3. A tempo - Principale compito dell'adattatore è quello di "mettere in bocca" le battute ai vari personaggi. Il personaggio muove la bocca tante volte quanti sono i "battiti" di una parola nella sua lingua, quindi nel momento in cui si cercherà di sostituire le parole giapponesi con la relativa traduzione italiana, le battute risulteranno, secondo i casi, più lunghe o più corte. L'adattatore recita la frase sulla mimica del personaggio e adatta le parole al movimento della bocca senza modificare il senso della frase. Per un episodio di 25 minuti occorrono anche due giorni di adattamento. Il lavoro è srcupoloso e viene effettuato con l'uso costante di vocabolari e spesso con la consultazione di docenti universitari.

 

4. Gli anelli - Pronti i copioni definitivi, la serie è assegnata a un direttore che si occupa di "segnare" li episodi, di dividerli cioè in cosiddetti "anelli", sequenze di dialoghi contrassegnate da un numero di codice e di durate variabile. Questa suddivisione è possibile grazie al time code che era stato inserito su ogni nastro all'arrivo nello stabilimento. Ogni anello può durare dai 10 ai 60 secondi. La creazione dell'anello permette di isolare tante piccole sequenze all'interno di un solo episodio e di organizzare e ottimizzare il doppiaggio. Alla fine della segnatura, infatti, è possibile sapere quante volte e quante righe parlerà un personaggio e di conseguenza il suo doppiatore. L'episodio arriva in sala e il doppiaggio segue, anello per anello, la programmazinoe effettuata sulla base di questa suddivisione. Il direttore del doppiaggio segue l'incisione delle voci realizzate dal fonico. L'anello verrà proiettato e inciso tante volte quanti sono gli attori che vi compaiono. Esempio, nell'anello tre dell'episodio cinque di Beyblade possono essere presenti quattro personaggi: Takao, Professor Kappa, Rei e Kei. I relativi doppiatori verranno convocati in uno stesso turno o in turni diversi, a seconda delle disponibilità. Il lunedì, per esempio, si incideranno le voci di Simone D'Andrea (Takao) e Davide Garbolino (Prof.Kappa), il venerdiì le voci di Rei (Francesco Orlando) e Kei (Patrizio Prata)

 

5. Le colonne - Gli attori, individuato l'anello tre sul copione, lo provano sull'immagine, per poi recitare in incisione con la voce. Il direttore del doppiaggio li segue nella recitazione e controlla che il tono di ogni battuta si adatti alle caratteristiche del personaggio doppiato. Accanto al direttore c'è il fonico, che si occupa della fase tecnica dell'incisione italiana, allontanando o avvicinando una voce, prevedendo con la regolazione dell'audio, lavoro che verrà fatto poi in mix. La voce degli attori è incisa su "colonne". Ogni episodio prevede circa 6-7 diverse colonne, alle quali aggiungere quella internazionale, cioè il nastro contenente i rumori, le musiche e i suoni originali. Per esempio, sulla colonna 1 viene incisa la voce di Takao, sulla 2 quella di Rei, Kei e Prof.Kappa, sulla 3 quella della folla e di un passante e così via. La suddivisione in colonne è effettuata subito dopo la segnatura dell'episodio, cioè la suddivisione in anelli. Questa organizzazione in sequenze serve per sapere quando e quanto un personaggio dovrà parlare un episodio. L'incisione avverrà con uno o più attori presenti. Le battute di uno stesso anello, incise in giorni diversi, verranno unite in un secondo tempo, quando si effettueranno la sincronizzazione e il mix.

 

6. Sincronizzazione - L'episodio, una volta doppiati tutti i personaggi di tutti gil anelli, p consegnato alla sincronizzazione, ovvero a un fonico che si occupa di "spostare" le battute quando queste non coincidono perfettamente con le "boccate" del personaggio (sono anticipate o ritardate rispetto alle immagini).

 

7. Mix - L'episodio viene quindi mixato: tutte le colonne vengono unite e scorrono alla stessa velocità. Il personaggio registrato sulla colonna 1 riceve la risposta da quello registrato sulla colonna 5, e così via sino all'unione delle voci italiane con la colonna internazinoale (quel nastro sul quale sono incisi i rumori e le musiche di sottofondo).

 

8. La sigla - Mentre la serie è sottoposta agli ultimi trattamenti tecnici (come la trascrizione, che riversa il nuovo audio italiano sulle immagini originali), viene scritta e musicata la sigla che accompagnerà l'anime una volta in onda. Un montatore-regista, testo della canzone alla mano, visiona ore e ore di episodi per cercare le immagini che più si adattino alle parole della sigla. Una volta pronta, questa sarà visionata dai responsabili della produzione per l'approvazione.

 

9. In onda! - A questo unto la serie è pronta per essere mandata in onda. Prima della trasmissione si sono già decise le attività promozionali di licensing e merchandising legate al prodotto: linea giocattolo, album di figurine e libri. La serie potrà essere trasmessa tante volte quanti sono i passaggi previsti sul contratto e sino alla data di scadenza di quest'ultimo.

 

 

Ma perchè adattare?

 

Almeno una volta nella vita ogni appassionato si è chiesto come e perchè la maggior parte delle produzioni giapponesi siano state rieditate in Italia. Non ci riferiamo soltanto al cambio di nomi e dialoghi, ma anche a interventi che vanno dal taglio di sequenze sino a un totale e completo rimontaggio, che arriva a creare un prodotto completamente diverso dall'originale.

 

Il mercato

Come ogni prodoto commerciale, anche l'anime giapponese non può sottrarsi alle regole di mercato Il prodotto animato trasmesso da network televisivi deve seguire regole ben precise. Deve piacere al pubblico al quale è destinato, rispettare un codice etico e morale, oltre a genereare guadagno: un giro di affari che non solo faccia rientrare l'investimento per la realizzazione, ma che procuri ricavi. Lo schema alla base dello spettacolo animato giapponese può riassumersi in un piano business lineare semplice, che nel tempo si è rivelato vincente. Tutto comincia nella testa di un fumettista, chiamato in Giappone Mangaka. Una volta terminata la lavorazione del manga, l'opera è presentata all'editore, che nella maggior parte dei casi sceglie di destinarlo alla serializzazione su grandi volumi stampati in carta riciclata. La serie esordisce su tomi stile "elenco del telefono", e, monitorata dall'editore, può guadagnarsi un 'edizione cartacea di maggior pregio: voumetti monografici di un centinaio e più pagine, rilegati e sovracopertinati. Prima, ma anche durante, il passaggio tra l'edizione "economica" e la "deluxe", la storia può essere scelta da un produttore così da essere trasposta in un anime destinato al circuito televisivo o cinematografico.

 

Dal manga all'anime.

E' a questo punto che entra in gioco il potere contrattuale di un autore giapponese. Molto più liberi durante lo sviluppo dell'edizione a fumetti, gli artisti potranno influire sull'adattamento a cartoni in maniera direttamente proporzionale alla fama ottenuta. Più un autore è famoso e potente, più avrà forza contrattuale per imporre la propria volontà e le propire richieste. Meno l'autore è famoso e potente, più dovrà sottostare a contratti con le major dell'animazione che tendono a comprare l'opera con la clausola di poter apportare modifiche, cambiare nomi, storia e dialoghi, spesso stravolgendo disegni e storia originali. Poc'anzi abbiamo accennato alle regole di mercato, alle quali anche un'opera dell'ingegno come il manga e l'anime devono sottostare. Così cresce la fama degli autori, ma anche le loro aspettative e quelle dei loro editori. Un esordio coronato da successo è sì una grande soddisfazione, ma anche una pesante ipoteca sul futuro creativo e produttivo. Un po' come accade per i cantanti: il secondo album raggiungerà le vendite record del primo? Meglio che le superi. E il terzo titolo, test per ogni autore? Scalerà le classifiche o sarà il declino? Una gran bella responsabilità.

 

Aiuto o imposizione?

Ed ecco entrare in scena esperti di marketing o produttori "volponi" dalla lunga esperienza, che aggiungendo, togliendo, modificando qua e là storia e personaggi come si farebbe come un abito, confezionano quello che dovrebbe essere il "prodotto perfetto". Sono elementi che non possono essere sottovalutati: per produrre una nuova storia di vogliono soldi freschi. Bisogna pagare i collaboratori e supportare il proprio tenore di vita. Ecco allora che dopo le prime opere, ispirate e molto personali, capita che gli autori subiscano una trasformazinoe piuttosto evidente: le storie cominciano ad arricchirsi o ad appiattirsi a seconda dei punti di vista- con l'inserimento degli ingredienti dettati non dall'ingegno ma dal marketing. Le imposizioni dell'editore, che si espone producendo e stampando il materiale, sono senza possibilità di replica. Un esempio calzante potrebbe essere quello di Takehiko Inoue: l'autore di Slam Dunk ha realizzato una serie nella quale il gioco avrebbe dovuto essere l'unico elemento centrale, mentre le vicende personali, sentimentali e le fasi di introspezione dei personaggi avrebbero dovuto avere una parte assolutamente marginale. Ecco che infatti, dopo le prime avventure, il manga diviene una lunga cronaca sui campi di gioco. Ma per raggiungere un pubblico piùù vasto- che non fosso solo quello degli amanti del basket- l'editore ha imposto che fossero inseriti nuovi personaggi e storie incentrate su aspirazioni, amori, problemi e passioni degli adolescenti di quell'età. A malincuore Inoue ha dovuto accettare, pena non essere pubblicato, e, soprattutto, non vedere la propria opera trasformarsi in un amine (che ancora di più deve livellarsi al gusto e alle percezioni di un pubblico assai più vasto e meno specializzato). Tornano alla mente escamotage utilizzati nelle serie dedicate al pubblico femminile, come l'inserimento di piccoli animali accanto alle protagoniste, o le virate obbligate di storie televisive in corso d'opera. Il mercato detta le sue leggi e non si può sbagliare.

 

Una conclusione (per ora)

Per questo, seppur giustissime, le manifestazioni d'insofferenza per le censure sono inutili. Se vuole, il produttore giapponese può imporre che in una serie non vengano cambiati i nomi, la storia e i dialoghi. E se il compratore italiano può fare altrettanto significa che gli è stato concesso. Tranne alcune eccezioni, gli autori, finita una serie, passano a una nuova avventura e non si curano più di tanto delle loro opere. L'importante per molti, anche se è triste dirlo, è incassare denaro fresco per andare avanti. E' comunque bello vedere che il pubblico difende l'anime molto più di quanto facciano autore e produttore!

 

 

Per il momento il viaggio nel mondo della censura è solo iniziato: ai prossimi special per nuovi approfondimenti su serie specifiche (ad esempio Rayearth, Sailor Moon, Piccoli problemi di cuore, Hana Yori Dango etc. )

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Versioni non censurate: dipende.

Se scade il contratto con la rete televisiva e una qualche casa lo acquista, potrebbe rieditarlo in edizione non censurata (come è successo per esempio con Rayearth by Yamato o Orange road by Dynamic).

In altri casi invece ci si limita a trasporre su supporto l'adattamento televisivo.

Altrimenti si deve cercare tra le edizioni estere.

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  • 6 months later...
Cely McFarland

No non è come dici, non si tratta di far scadere i contratti, Rayearth è stato realizzato in VHS senza censure parecchio tempo fa, e Mediaset ha potuto comunque ritrasmetterlo su satellite nella propria versione nel 2003/2004.

 

La verità è che diritti per l'Home Video e quelli per la trasmissione televisiva son divisi. Quindi se una serie non viene pubblicata senza censure può essere solo per due motivi:

- non è presa in considerazione dalle aziende di DVD e VHS in quanto nel passaggio televisivo non ha avuto un successo tale da 'giustificare' una spesa come quella del ridoppiaggio;

- i diritti per l'Home Video non vengono ceduti dalla casa di produzione giapponese, ma in genere (come nel caso di Sailor Moon e Candy Candy) i diritti della serie animata sono bloccati su tutto il fronte, sia per la pubblicazione dei DVD che quelli della trasmissione (e spesso, anche i diritti del manga e dei vari gadgets, anche se sono divisi tra loro).

 

Quando invece si scegliere di utilizzare i master esteri (cioè non inviati direttamente dal Giappone) è la peggior cosa che si possa fare... è come unire i propri errori di adattamento a quelli degli altri, visto che tutto il mondo al di fuori del Giappone non riesce a fare MAI un buon prodotto pari all'originale (gli americani sono tra i peggiori).

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