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La scandalosa vita di uno studente che ama leggere


Ermetefilon

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Ermetefilon

Per teatro? prosa? non lo so ma è qualcosa che ho scritto con cura ma di getto e che mi diverte molto.

 

 

Una noiosa notte senza sonno temporeggiava al suo mezzo. Anch’io senza sonno, coi bordi degli occhi neri, mi muovevo nel letto desiderando Morfeo,ma poiché il fratello di Morte per dimostrare onnipotenza stringe quando non lo si chiama e sfugge quando lo si appella,non dormivo. Decisi, per non compiacere questo tiranno di peccare  d’insolenza e mi alzai. Trascinai con fare comatoso e pigro il sacco di carni che m’imprigiona fino alla sedia dove con grazia mi posi e con recitata incuria accesi il computer. Ronzio, rumore, sospiri, venale motivetto. Cerco l’acqua, la trovo, sorseggio. Google. Gay chat ( non sono, penso, omosessuale, ma sicuramente preferisco i graziosi ragazzi alle ridenti signorine). Roma. La lista di pseudonimi ( nicknames, assai poco musicalmente)

È vasta . Romeopompinaro, grassocercaamore, iroso, padronerovente, zoticocazzone o in maniera meno fantasiosa 31cm, sessosubito. Eppure tra questi nomi ne trovo uno singolare e letterario: Boccadoro, allora due le ipotesi possibili, chi si cela dietro questo nome o cita Herman Hesse o lo succhia in ammirevole maniera; speranzoso che siano vere entrambe gli scrivo.

 

IO: ciao, bel nick

 

Boccadoro: grazie, hai letto Hesse?

 

IO: la gente è usa dirmi che assomiglio a Narciso

 

Boccadoro: interessante e siamo coetanei

 

IO: per l’appunto, vedo che fai l’escort, se non fossi corrotto dalle lettere

      Lo troverei quantomeno sconveniente

 

Boccadoro: non lo trovi? Interessante ti aggiungo.

 

Dopo questo rapido scambio di Battute io e Boccadoro ci spostiamo su msn. Vi dirò, non credevo ne sarebbe uscito nulla, ma l’insolenza verso Morfeo e l’odio per Tedio , mi spinsero a parlargli.

 

Io: mi chiamo Edoardo ho 19 anni e studio lettere classiche, la poesia è la mia vita, le muse madri, sorelle, amanti.

B: mi chiamo Edoardo anch’io, studio chimica, brucio tutto quello che scrivo e l’ho letto solo io .

 

Quando riporterò l’affermazione alla mia migliore amica nonché exragazza Elisabetta essa commenterà così “ non ho alcuna ammirazione per i giovani Boukoski mi danno così ai nervi…

io scrivo per essere immortale”. A me l’affermazione preoccupò, solitamente chi scrive lo fa in maniera terribile e lo giustifica come sfogo, un sorta d’analisi senza analista per compiacere un mediocre ego.

 

Io: noto che hai la webcam, posso vederti?

 

B: certo io posso vedere te?

 

Io: certo

 

B: sei spettacolare, davvero bellissimo

 

Io: ti ringrazio per i complimenti, ho una insaziabile vanità, anche tu non sei male.

 

B: si lo so.

 

Io: ricordi Raimbaud

 

B: grazie, mi piace molto.

 

A quel punto la conversazione prosegui ricca di quelle arguzie che irripetibili si susseguono nei dialoghi tra geni e innamorati e che sono frequentissime quando i due, a volte più, sono innamorati geni. Parlammo, di lettere, interessi, arti, desideri e della crema sulle fruste che resta quando si fa la torta che è meraviglioso leccare. Essendo stato però dimentico di chiudere la finestra della scandalosa chat venni aggiunto da un giovane che mi appassionava per sembiante. Biondo, occhi azzurri, d’un azzuro che sembra trascinarti in marine oscurità; era un pittore ed io d’artista o una fitta se scorgo i simili dunque nonostante l’appassionante Raimboud/Boukoski dalla boccadoro( immagino che vista la professione sia necessario saperci fare) feci partire una conversazione col giovane pittore.

 

Pittore: ciao

 

Io: ciao

 

P: io pittore, tu scrittore

 

Io: Poeta

 

Ora proverò a spiegarvi la correzione. Sarò,visto che a causa della scabrosità del testo non avete di me stima, criptico e presuntuoso caratteristiche entrambe che per Natura m’appartengono e per talento abilmente governo. Il Poeta è voce del Dio e per la mancanza di suo merito nell’opera eccede per egocentrismo nella vita. Lo scrittore è espressione dell’uomo e a meno che non sia un poeta senza versi tende alla mediocrità ordinaria nella vita. Perdonate, i poeti senza versi non esistono e il caso di Emily Dicknson forse sfugge al mio dire, anzi no. Abbandoniamo adesso la divagazione di mestiere e torniamo al dialogo. Langue con uno, il pittore, brucia con l’altro, la prostituta. Cerco comunque di civettare con entrambi, ma con uno è speranza, con l’altro certezza.

La storia prosegue così, poi giunge l’albeggiare e Morfeo arrabbiato per mia ribellione, mi trascina con forza alle coltri.

Il dì che giunge, dormo, mi nutro, vomito svogliato( non sono neanche un buon bulimico troppo pigro) guardo la satellitare sperando in uno splatter. Amo la tettona chirlleader da fottere, il muscoloso giovane da fottere, l’introversa racchia arrapate e il figo che se la fotte. Amo vederli gridare, picchiare squartare alla fine raramente con adrenalina sempre con cretineria.  Rileggo Messer Lodovico Ariosto e provo a memorizzare questi versi, perdonate eventuali, ma credo no, imperfezioni, ma sono troppo pigro per cercar nel testo conferma:

 

Forse era ver, non però credibile

A chi del senso suo fosse signore.

ma parve facilmente a lui possibile

che era perduto in via più grave errore.

Quel che l’uom vede, amor gli fa invisibile

E l’invisibil fa vedere amore.

Questo creduto fu che il miser suole

Dar facile credenza a ciò che vuole.

 

 

Dopo tale diletto e aver rifiutato d’uscire con una amica che in pratica m’è sorella, mi connetto ad internet e li riparte la commedia, credo.

Trovo il pittore, il dialogo non scorre, ma li offro una lettera che scrissi all’amor che mai avrò e che qui ripropongo

 

QUI LETTERA

 

Volevo illudermi che fosse l’amor della vita, il Patroclo o l’Efestione, o l’Alessandro e l’Achille e illudermi d’averlo trovato.

 

Io: ti è piaciuta?

 

P: molto, mi ha commosso, sto tremando ed ho le mani sudate e le lacrime agli occhi.

 

Non riuscivo a decidere qual pensiero far prevalere: “ che gran piacere” oppure “ che checca”. Scelsi la prima,nonostante il manto di cinismo sono un romantico e il mio cuore era vicino all’inaridimento, a farsi pietra dopo che il grande amore della mia vita, una talentuosa, ninfomane, stronza  poeta( favorirò per suono questa forma)mi ha lasciato per un doppiatore barbuto è più grande.

 

Io: rispondi

 

P: solo dopo averla letta con della musica classica.

 

Anch’io ho usato la musica classica come sottofondo, ma me ne pento, la musica classica non è un sottofondo, è pienezza drammatica da vivere solitaria. Adoro il teatro dell’Opera.

 

Io: bene, attenderò.

 

Stavo per considerarlo un mediocre sperando nella risposta.

 

P: la settimana prossima voglio andare in Spagna, vieni con me.

 

Verso i paesi latini ho sempre avuto antipatia, causa Don Diego della Vega, alias “ Zorro” non l’ho mai sofferto. La sua proposta però era molto da me e visto lo stato d’animo suddetto mi lasciai prendere.

 

Io: certo che si

 

Do ordine al tamburo cardiaco di battere, mi fido, e lentamente mi accendo.

 

Fulgori, e castelli transilvani d’affrescare e  versi da leggere con ritmo, fantasticavo su queste cose, lui acconsentiva, di tanto in tanto aggiungeva qualcosa, dolce.

Dimenticavo di dirvi, io abito nella città della Fenice e dell’elefante e non a Roma, ma  la mia folle famiglia li risiede, in un quartiere ipocrita. Chiesa cattolica in cima a collina vicino la casa, dietro la parrocchia  un parchetto per drogati, ove caritatevole parroco non guarda; io vi ho letto un volume di leggende norrenne marinando la scuola. Istituto Inglese per la prole d’ambasciatori accanto a caotico boschetto rifugio di barboni, e per le strade falsi e stretti negozi con ingannevoli e sorridenti negozianti all’interno.

 

 

C’è lo sparuto fruttivendolo, il centro Vodafone colmo d’ochette  clienti e commesse, il bar gestito da mali gestori, cosca di parenti serpenti con l’avventori e il giornalaio di due sorelle una buona e ottusa, l’altra saccente e demente, a proposito, recentemente ha ottenuto la pensione di cui parlava ad ogni individuo che decideva d’entrare per acquistare informazione, destra e sinistra, libero e repubblica. In ogni caso quel giorno avrei lasciato il rifugio del lento e ruvido male che è il vaticano per volare verso la città nera che oscuramente ingurgita denaro pubblico. Alle quattro del pomeriggio mi connetto a msn per salutare il pittore rapidamente, il saluto è promessa di risentirci con affetto, prima che vada però torna Edoardo, mi saluta pur lui.

 

E: Ciao e buon viaggio

 

Io: Ciao…non potrò connettermi spesso

 

Allora propone di numeri lo scambio, accetto, credo di non chiamarlo

 

E: I miss you

 

Bell’uscita, stimo l’inglese bella lingua, combatto per restar freddo.

 

Io: ok, ciao ora devo andare o perdo l’aereo.

 

Partii. A partire con me v’era mia madre e il suo compagno, Filippo. Mia madre ha cinquantun anni capelli ramati ma colorati, già da pargolo ricordo le reiterate prove di rossi per imitare il mio colore, fallimentari una dopo l’altra le scorgevo e le scorgo cadere nel baratro dell’errore. Dirige al mistero dell’Agricoltura e possiede due lauree, una possibilmente interessante ma inflazionata, Scienze Politiche, una che pare orrida al mio pensiero, Scienze della formazione. Appartiene alla schiera delle dramatis personae se s’arrabbia ha l’infarto, se urla trema, se soffre lacrima in solitudine sul letto. Caparbia, innocente, svampita, perfida e affettuosa, ha un pessimo senso dell’humor e sa assai poco della mia vita, ma ama li stessi film che amo io ( non “ il favoloso mondo d’Amelie, trova la protagonista dall’espressione cretina)e mi ha regalato una bella infanzia. Filippo il compagno di mamma, paziente, buono, all’antica è un mix tra un senatore romano devoto al mos maiorum e un  comunista italiano, provo grande amor filiale per lui e mi trovo bene a parlargli, lo conobbi a dieci anni e credetti fosse un pazzo per uno sgangherato consiglio su un bottone mancante. Insegna all’università diritto romano, ed è considerato un grande romanista. Le professioni di entrambi mi garantiscono una vita da ricco privilegiato che prende taxi e compra a più non posso. Insomma sono un viziato e se considero eventi scabrosi del mio passato anche un vizioso. Venivano nell’isola che sono fiero d’appellare patria, perché nonostante la vita a Roma vorrebbero tornare a vivere là per star vicini a parenti e cari e dunque desiderano comprare una casa lì assime ad altre proprietà per crearsi una vita.

Con il pittore per molti motivi volubili non volse a nulla la presentazione. Con Edoardo all’incontrario e senza rammarico sorse un amore aggraziato che tra poesie lette tra antiche rovine( villa Adriana) e pompini nei parchi comunali( il primo a villa phamphli a Roma) mi travolse.

Molti i ricordi che fremono tra i miei pensieri, il battesimo delle nostre chitarre, lo sbatterci( reciprocamente) tra letti, pavimenti e divani, il danzare nel mare coi piedi, il voler fuggire di corsa dal controllore del treno. Eppure oltre al ricordo e a regali non resta niente, e per grazia d’Afrodite non ne soffro. Certo, la storia mi ha fatto maturare e capire molte cose sulle persone e sull’essere e mi ha lasciato in laconica apatia.

 

-----fine prima parte-----

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  • 2 weeks later...

ti do la mia opinione schietta: ti sai esprimere bene (sorvolando su errori come "chirlleader" anziché cheerleader e "Boukoski" anziché Bukowski....), però quello che hai scritto mi pare un esercizio un po' sterile...

la storia dei due incontri mi pare un pretesto per fare un sommario affresco di una personalità egocentrica e provocatoria (?), che butta lì "sconcertanti" opinioni (emily dickinson non poetessa, o più banalmente amelié dall'espressione sciocca)... c'è un alternarsi di prosa asciutta e momenti di ridondanza che mi paiono frutto di inesperienza più che di consapevole cifra stilistica... i momenti descrittivi della città e della famiglia mi paiono un po' buttati là senza un senso narrativo...

apprezzo l'attacco ai propri difetti (secondo me è compiaciuto pure quello, ma non ci trovo ipocrisia...).

suoni però un po' artificioso e un po' troppo aspirante scribacchino.

per il resto lettura piacevole, peccato che il finale si perda, un po' affrettato e  insipido... ma se è una "fine prima parte" anziché una vera e propria fine, puoi sempre riprenderti...

insomma ti pongo delle critiche perché trovo ci sia del potenziale, se ti ritenessi senza speranza non avrei nemmeno commentato, perciò spero tu non le prenda male! :love:

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E soprattutto, quando arriva lo scandalo? E' come leggere "I Peccati di Peyton Place" e poi non trovare i peccatori!

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Ermetefilon

lo scribacchino ringrazia, la prosa non m'appartiene e dopo la fine conil mio ex non mi cimenterò più, quindi non vedrò alcuna seconda parte sgorgare da me.

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