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Qualcuno è mai andato in Canada a studiare?


squall86

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Diciamoci la verità... alla fine come territorio, storia, cultura e cibo l'Italia è sempre la migliore e penso che nessuno lascerebbe il proprio paese natale se non fosse praticamente costretto da questa situazione ormai diventata troppo pesante, soprattutto per le nuove generazioni sempre più specializzate.

Anche io a Toronto ho visto, anche se un solo mese e ad Agosto, che comunque la città di sera è un po' triste rispetto ad una Milano o Roma... però si tratta sempre di considerare i pro e i contro. Per lo meno in Canada ci possiamo fare una vita, sposarci ecc...

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  • 2 months later...

verissimo, ma attenzione: andare in canada non è "voler far la propria vita altrove". in canada fate la LORO vita. bisogna scordarsi di portarsi appresso il proprio bagaglio culturale e partire con l'idea di vivere bene, esattamente come in italia ma con molte più tutele (con qualche pancake allo sciroppo d'acero in più). non ci sono passeggiate, non ci sono ristoranti all'aperto, non c'è "lo struscio" della sigaretta fuori dei locali nei mesi freddi, non c'è la cultura della casa, non c'è "lo stare insieme" per cazzeggiare (a meno che non ci sia una bottiglia di vino pronta), non c'è l'attenzione alla propria qualità di vita (la tavola apparecchiata, la casa in ordine, la decenza in tante cose). è un bel posto sì, ma attenzione a dire che le leggi che hanno compensano tutte le cose cui in italia siamo abituati. io partii con quest'intenzione, e infatti rimasi male per molte cose (non tutte, ma svariate)

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non c'è la cultura della casa,

non c'è "lo stare insieme" per cazzeggiare (a meno che non ci sia una bottiglia di vino pronta),

non c'è l'attenzione alla propria qualità di vita (la tavola apparecchiata, la casa in ordine, la decenza in tante cose).

 

 

Roj, io non devo andare in Canada a studiare, ma mi interessano queste tre affermazioni. Capisco la 2, e a proposito

della parentesi ti domando: significa che accettano di stare insieme a cazzeggiare solo se ne possono guadagnare una bevuta?

E' poi la 3 che mi sorprende. Come si spiega? e come di fatto vivono la casa, la cura per certe cose, e per quali ragioni?

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io ti parlo di canadesi dell'ontario di 25-35 anni che ovviamente è il mio range, poi da regione a regione le cose cambieranno anche. comunque, da quel che ho visto, prima di tutto sì: l'alcol è fonte di aggregazione sociale molto pesante. con il freddo che c'è nei mesi invernali è un continuo casa/macchina/pub/macchina/ritorno. a nessuno verrebbe in mente di farsi una passeggiata in centro o sul lungolago (a toronto per esempio) perché con -20 gradi sarà anche romantico ma rischi l'ipotermia. e poi ad essere sinceri, non c'è certo un colosseo o un duomo che valga la pena. perciò che si fa? si va nei pub o nei club. chi invece non può uscire e invita gli amici, vuole che si divertano allo stesso modo, quindi birre e vino per tutti. superalcolici, gente ubriaca, persone che si accasciano sul divano e te le ritrovi la mattina dopo che come niente fosse vanno al lavoro.

 

difatti secondo me è questo il dramma: non si parla di persone che, alcoliste, si rovinano la vita. tutt'altro: si parla di persone che hanno talmente integrato l'uso e abuso di bevande che riescono perfettamente ad alzarsi alle 7 e fare quel che devono, tutte le mattine. più il ceto sociale è basso e più questa cosa si diffonde: anche genitori e persone grandi (50-60 anni) invitano tutta la famiglia a pranzo per il ringraziamento (ottobre) e poi, tutti in circolo in salotto o in cucina, e si passa la bottiglia o il bicchiere sempre pieno, anche alle più piccole della famiglia (11-13 anni). questo intendo con il fatto che manca la cultura dello stare insieme: stanno insieme, ma non certo come noi italiani, conviviali con la tavola tutta apparecchiata, il cesto del pane e un minimo di decenza nell'affiancare le posate ai piatti. è considerato "molto impegnativo" fare una cosa del genere e si usa solo nelle grandi occasioni.

 

gli stessi giovani che vanno via da casa subito dopo il college (i più fortunati fanno l'università) e si mettono a lavorare prendono il primo appartamento "downtown" che trovano, ma non lo curano. niente soldi per l'arredo, per renderlo carino, l'importante è che sei in "downtown" perché sei ad un passo dalle vie che contano. rimangono però giovani, e la maggior parte cretini, infatti molti usano i soldi che il governo concede (alle fasce meno agiate) per pagarsi questo e quel vizio invece di completare gli studi, e poi si ritrovano con i debiti per tutta la vita, inseguiti da 1 chiamata ogni 3 giorni (vero) dell'ufficio tasse. solo chi è furbo cerca di rimediare (una ragazza, fidanzata del figlio della signora che conobbi tramite l'università, sta ancora finendo di pagare e l'anno prossimo si sposano...e comunque loro sono decenti, non per niente perché infatti sono immigrati)

 

per questo e tanti presupposti i giovani non vivono con la cultura del "facciamo la passeggiata in centro - facciamo capodanno in piazza - facciamo le cene di famiglia" ma bensì del "lavoro tutta la settimana - studio tutta la settimana - appena posso bevo perché è l'unico modo di stare insieme che conosco"

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Roj, grazie della tua risposta molto esplicativa. La vita in Canada sembra l'illustrazione della teoria del clima di Montesquieu

e della sua enorme influenza su vita e costumi. Meno facile addossare al clima il grande consumo di alcol in casa, e il fatto

che sia dato in notevoli quantità anche ai ragazzini piccoli! Anche la trascuratezza verso l'interno colpisce, e soprattutto

la mancanza di "sensi di colpa" verso questa trascuratezza. E' fin troppo banale mettere in rapporto questa mancanza di cultura

dell'«interno» (inteso un po' in tutti i sensi: casa, ma forse anche piccolo gruppo amicale, con cui noi passeremmo un certo

tipo di serate o di tempo più "intimo") con la facilità della proiezione all'«esterno» che è propria della vita nord-americana.

A loro è molto più facile muoversi, viaggiare, abbandonare il nucleo familiare, proiettarsi al di fuori. Noi dobbiamo fare più fatica.

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