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Divina sapienza e cattivi maestri


Hinzelmann

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Credo si debba affrontare l'ennesimo caso Ratzinger, ovvero l'annullata sua visita all'inaugurazione dell'Anno accademico alla Sapienza

 

In primo luogo bisogna inquadrare la notizia per quello che è :

 

67 professori e gli studenti, contrari ad un invito che avrebbe presupposto un dibattito senza contraddittorio, quale necessariamente è per sede e occasione un discorso inaugurale, e quale non necessariamente ma effettualmente è ogni discorso del Papa, poi la reazione del Vaticano in risposta alle contestazioni, cioè l'annullamento della visita, in fine i commenti politici a dir poco corali e omogenei:

 

Walter Veltroni: «È una sconfitta della cultura liberale e di quel principio fondamentale che è il confronto delle idee e il rispetto delle istituzioni. Ogni critica è legittima e il confronto delle opinioni è l'ossigeno della nostra convivenza, ma ogni atteggiamento di intolleranza, come quelli che si sono manifestati in questi giorni verso il Pontefice, fa male alla democrazia e alla libertà».

 

Il ministro dell'Università, Fabio Mussi, intervenendo alla Camera a nome del governo su quanto accaduto: «È grave e sbagliato per l’università e per la sua missione. L'università è un luogo che deve accogliere, non respingere e non è necessario condividere quel che dice il Papa, ma era giusto che parlasse».

 

il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi. «La rinuncia a cui è stato costretto il Papa in nome di una presunta laicità della conoscenza è il segno dell'intolleranza e di un certo fanatismo che nulla hanno di autenticamente laico. L'università italiana e lo Stato non si dimostrano in grado di garantire la libertà di espressione alla massima autorità religiosa. La sinistra ancora una volta dovrebbe fare un severo esame di coscienza: l'alleanza con certe frange intolleranti, e la campagna di anticlericalismo ideologico fomentata da alcuni partiti, hanno creato il clima nel quale è maturata questa pagina vergognosa».

 

Il portavoce di Alleanza nazionale, Andrea Ronchi: « Siamo profondamente indignati per la gazzarra pseudo-culturale alimentata dal solito clan anticlericale e veteromarxista in servizio permanente effettivo. Oggi la pseudo-sinistra ha scritto una delle pagine più tristi della sua storia».

 

Franco Giordano, segretario di Rifondazione comunista: «Penso che il primo principio della laicità sia il libero confronto e la libertà di parola anche di esprimere contenuti diversi e distanti dall'uditorio».

 

http://www.corriere.it/cronache/08_gennaio_15/commenti_papa_annullamento_42a38c04-c388-11dc-b859-0003ba99c667.shtml

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un invito che avrebbe presupposto un dibattito senza contraddittorio, quale necessariamente è per sede e occasione un discorso inaugurale, e quale non necessariamente ma effettualmente è ogni discorso del Papa

 

Questo è il primo punto. Ce ne saranno anche dei secondi e dei terzi, che hanno motivato l'opposizione di molti professori e studenti, e mi piacerebbe conoscerli.

 

I commenti dei politici parlano da sé: fatti con lo stampino, da parte di gente che non sa quel che dice, in senso profondo. Quello peggiore è quello di Veltroni, che coinvolge la «cultura liberale»alla quale lui non appartiene e che non sa cos'è (per questo ne parla così a vanvera) in questa presunta sconfitta.

 

Io sostengo invece che

- la cultura del dialogo è dialogo - non predica

- il dialogo non è un concetto astratto/retorico - ma il dialogo concreto che si instaura tra due parlanti.

 

Mi rallegro che Ratzinger abbia ritirato la sua andata alla Sapienza e che ciò sia avvenuto per opposizione di 67 professori e vari studenti.

 

E' una vittoria dell'Università - rispetto non alla strabordante presenza del papa in ogni dove, ma all'acquiescenza dello Stato (presuntamente) laico rispetto a questo stato di cose.

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Ratzinger non è stato costretto a rinuncia alcuna, ha piuttosto deciso di tirarsi indietro con somma vigliaccheria e non ha nemmeno avuto l'onestà di ammettere le vere ragioni del suo indecoroso e imbarazzante ritiro, preferendo invece giocare per l'ennesima volta la patetica parte della vittima.

È più che una vittoria dell'Università, ad ogni modo: è una vittoria della Ragione contro un Mostro e le sue schiere di succubi.

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Gli editoriali non è che siano da meno:

 

Ernesto Galli Della Loggia

dovremmo credere, è che i laici abbiano vinto. Peccato che non riusciamo proprio a crederci. Quella che ha vinto, infatti, è una caricatura della laicità.

E' la laicità scomposta e radicaleggiante, sempre pronta ai toni dell'anticlericalismo, che cinicamente ha usato la protesta dei poveri professori di fisica piegandola alle necessità della lotta politica italiana... (n.d.r.verrebbe da chiedersi chi abbia strumentalizzato chi visto l'assenza di politici laici di cui sopra ed evidenziata da Dago, ma evidentemente per Galli della Loggia la cronaca si adatta alle necessità del commento)....delle risse (???) del centro-sinistra intorno ai Dico e all'aborto, della gara per conquistare influenza sul neonato Partito democratico. E' la laicità che vuole ascoltare solo le sue ragioni scambiandole per la Ragione. Che, nonostante tutte le chiacchiere sull'Illuminismo, nei fatti non sa che cosa sia la tolleranza, ignora cosa voglia dire rispettare la verità delle posizioni dell'avversario, rispettarne la reale identità. E' la laicità che dispensa i suoi favori e le sue critiche a seconda di come le torni politicamente utile. Che da tempo, perciò, non si stanca di scagliarsi contro Benedetto XVI solo perché lo ritiene ostile alle sue posizioni sulla scena italiana e allora va inventandosi chissà quale assoluta diversità tra lui e il suo immediato predecessore, fingendo di non sapere che di fatto non c'è stato quasi un gesto, una presa di posizione importante, di Giovanni Paolo II che non sia stata condivisa, o addirittura ispirata, da papa Ratzinger. Laicità? Sì, una laicità opportunista, nutrita di uno scientismo patetico, arrogante nella sua cieca radicalità. Con la quale un'autentica laicità liberale non ha nulla a che fare. Che anzi deve considerare la prima dei suoi nemici.

http://www.corriere.it/editoriali/08_gennaio_16/papa_sapienza_universita_97bcd8d0-c3fb-11dc-8fe5-0003ba99c667.shtml

 

Ezio Mauro

Questo risultato, ( n.d.r. è il risultato di una rinuncia del Vaticano, l'Università aveva autorizzato sia la lectio magistralis che la contromanifestazione relegandola semmai all'esterno ) che sa di censura, di rifiuto del dialogo e del confronto, è inaccettabile per un Paese democratico e per tutti coloro che credono nella libertà delle idee e della loro espressione. È tanto più inaccettabile che avvenga in un'Università, anzi nella più importante Università pubblica d'Italia, il luogo della ricerca, del confronto culturale e del sapere, un luogo che di per sé non deve avere barriere né pregiudizi, visto che non predica la Verità ma la scienza e la conoscenza. È come se la Sapienza rinunciasse alla sua missione e ai suoi doveri, chiudendosi in un rifiuto che è insieme un gesto di intolleranza e di paura.

Sbagliata l'occasione, puerili le proteste e le aggressioni, profondamente inadeguate le reazioni. Sbagliata l'occasione: l'inaugurazione solenne non è, in Italia e nell'università di Stato, un momento di severo bilancio dello stato di avanzamento delle conoscenze, un resoconto di ciò che ricercatori e istituzioni hanno fatto per progredire, un richiamo alle leggi sostanziali che sole governano la possibilità di ricercare e di conoscere ciò che non si sa.

Questo accade in altri luoghi; bisogna leggere il report annuale del Mit per avere un'idea della severità della scienza, non certo i documenti elaborati dalle nostre corporazioni accademiche sempre più immiserite e incanaglite. (...)

Ed è un vero peccato - nel senso banale della parola, beninteso - che nessuno degli attori, nemmeno il Papa, si sia dimostrato capace di andare al di là del canovaccio prevedibile. Perché rifiutarsi all'incontro? Perché non cogliere l'occasione di trasformare finalmente la seriosa noiosità delle inaugurazioni in una vera esperienza di comunicazione, di discussione, di parola libera e liberatrice in cui ciascuno si mette davvero in gioco abbandonando l'ingessata sicurezza della parola solenne e senza interlocutori? Qualcuno ricorderà il comizio di Lama: altri tempi, altri uomini. E non vogliamo comizi. Piuttosto, sarebbe bello se il mondo accademico italiano e tutte le autorità italiche imparassero il gusto dell'ironia, dell'amabile e graffiante intelligenza di chi ha veramente qualcosa da dire e cerca di dirlo pienamente.

 

http://www.repubblica.it/2008/01/sezioni/esteri/benedettoxvi-19/idea-malata/idea-malata.html

 

La cosa interessante è che Della Loggia il cui obiettivo è attaccare il governo, ostaggio di una sinistra anticlericale che vede solo lui, salva l'università strumentalizzata.

Ezio Mauro invece che deve difendere il governo, in modo più cerchiobottista ( dice quantomeno che il Papa poteva andare, ma per graziosa concessione ) dà addosso all'Università. In entrambi i casi, salvo la specularità agli interessi politici di riferimento, Berlusconi/Della Loggia, Veltroni/Mauro, non esiste alcun rapporto fra opinione e realtà dei fatti, anzi per rendere le proprie opinioni ragionevoli non si esita ad alterare la realtà

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E' una vittoria dell'Università - rispetto non alla strabordante presenza del papa in ogni dove, ma all'acquiescenza dello Stato (presuntamente) laico rispetto a questo stato di cose.

 

A me sembra anche un pattern che si ripete: nella difesa dei valori è più attiva la "base" stessa, felice di organizzarsi e muoversi da sola facendo a schiaffi con chi di dovere, che il potere stesso - e quello italiano degli ultimi anni non ha mancato di dare l'ennesima prova di piattume e garantismo, per voce di Veltroni o dello stesso Giordano e chi per loro.

Forse nemmeno mi scandalizzo, ma non so se è un bene... :S

 

Sarebbe bello se a queste repliche reattive-e-non-richieste dei politici e giornalisti vari, su un gesto compiuto oltre che dai soliti "veteromarxisti" e "frange" assortiti anche da più di 60 docenti dell'Università stessa, nel pieno possesso delle loro facoltà mentali e nel pieno diritto di esercitare il potere e la libertà decisionale che compete al loro ruolo accademico, ci fosse una controreplica del mondo universitario unito a difendere le proprie ragioni e la propria libertà non solo a discapito delle gite programmate del Papa, ma anche di quel che possa pensare e dire qualunque esponente del mondo politico, a prescindere da quale parte dell'emiciclo occupi. Un bel "Fatevi gli affari vostri (che ne avete pure tanti da seguire, senza che aggiungete inutile carne al fuoco della demagogia), siamo liberi e capaci di decidere senza sapere voi cosa ne pensate e ce ne assumiamo la piena, soddisfatta e strafottentissima responsabiltà".

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Ho letto allibito un articolo dove si vaneggiava di come si sia giunti a ribaltare le posizioni Galileo-Chiesa: secondo questa visione della cosa ora sarebbero gli uomini di scienza a voler tappar la bocca al Papa.

A-hem... tappare la bocca al Papa? Cioè, non so se questa gente ci ha pensato ma che quel che Ratzinger voleva dire all'università ha solo l'imbarazzo della scelta riguardo ad un'altra sede in cui dirlo: sta storia della censura è semplicemente ridicola!

Cioè, credon che la gente sia scema? Come puoi pensare di censurare uno che appena apre bocca o anche quando non la apre si trova microfoni e telecamere sotto il naso, servizi ai telegiornali e politici che rispondono "sissignore"?

Sono scandalizzato... Ratzinger come Galieo... sicuro, com'è posibile che non mi siano venute in mente le evidenti analogie dei due casi?

Che poi tra l'altro, come è stato già giustamente ricordato, è lui che si è tirato indietro!

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Come è stata strumentalizzata la questinoe è uan cosa vergognosa. Adesso il Papa è visto come una persona censurata quando nessuno ha rivendicato il diritto di non farlo parlare ma semplicemente il diritto di protestare contro sue certe affermazioni.

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Precisando che ho simpatico il papa quanto il fumo negli occhi, credo che la polemica, soprattutto quella fatta dagli studenti, sia stata piuttosto inutile. Vero che il papa alla Sapienza non ci va più, ma l'unico risultato raggiunto è stato dare il via a una cassa di risonanza pro-papa (a cui per fortuna non è stato dato molto risalto all'estero).

Facessi parte di un collettivo (i quali, debbo dirlo, non mi stanno molto più simpatici del papa), avrei proposto piuttosto un sit-in fuori dal rettorato mentre dentro si tenteva l'inaugurazione: sarebbe stato un modo molto più decoroso per manifestare il proprio dissenso.

 

Per quanto mi riguarda, comunque, la parte "interessante" di questa faccenda, è che viene fuori in un momento di particolare tensione tra Chiesa e mondo laico. A questo proposito vorrei citare un altro passo dell'editoriale di Ezio Mauro già ripreso da Hinzelmann:

 

L'unica spiegazione di questa prevalenza dell'irrazionale in una delle sedi proprie della ragione è la confusione italiana di oggi. E dentro questa confusione, l'uso improprio che si fa del confronto tra fede e laicità, e tra credenti e non credenti. Uno dei tratti distintivi dell'epoca è il ritorno della religione nel pensiero pubblico, da cui l'avevamo in qualche modo creduta fuori, per consunzione da un lato, e dall'altro per il raggrumarsi di un civismo post-ideologico attorno a capisaldi diversi da quelli della fede. Questo ritorno è un dato che contraddistingue tutto l'Occidente. In Italia la parola della Chiesa, così innervata nella tradizione, non ha mai smesso di farsi sentire. Ma non c'è alcun dubbio che da quasi un decennio la Cei ha acquistato un protagonismo e una reattività che hanno fatto della Chiesa un prim'attore in tutte le vicende pubbliche: una Chiesa che è insieme parte (perché così dicono i numeri) e Verità assoluta, pulpito e piazza, autorità e gruppo di pressione e chiede di determinare come mai nel passato della Repubblica i comportamenti parlamentari delle personalità politiche cattoliche, pretendendo pubblica obbedienza al magistero.

 

Credo che sia impossibile negare che al momento in Italia ci sia, contemporaneamente, un duplice sentimento antilaico e anticattolico, e credo che sia questa particolare congiunzione (chiamiamola così) ad aver scatenato il tutto. In un Paese in cui non fosse messa in dubbio la laicità dello Stato, dove i non-cattolici e le varie minoranze si sentissero perfettamente rappresentati dallo Stato e non minacciati dalle ingerenze quotidiane del Vaticano, la visita del papa alla Sapienza sarebbe passata del tutto inosservata, messa in terza pagina come un fatto di cronaca e niente più.

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Io non credo Lum che i collettivi volevano cacciare il Papa. Infatti hanno chiesto al rettore spazzi per protestare. Se avessero voluto cacciare il Papa avrebbero bloccato l'ingresso alla città universitaria solo così la protesta sarebbe stata antidemocratica e irrazionale. LA verità è che il Papa non ha accettato che qualcuno potesse protestare contro il suo pensiero: siamo tutti bravi a parlare dalla finestra di Piazzo San Pietro un pò meno bravi quando hai gente che ti contesta e devi accettare un contraddittorio. Bush ha un comportamento molto più dignitoso quando va in visita di stato: accetta le proteste in silenzio perché condivide il principio di libertà di espressione, evidentemente il Papa questo sano principio democratico non lo condivide

 

Poi ovviamente le proteste si possono non condividere o si può contestare la forma di protesta, ma questo è un altro discorso: parliamo di democrazia e non è l'argomento del topic  :look:

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Sugar, non prendiamoci in giro: lo so che la richiesta ufficiale era avere spazi per protestare (che sono stati concessi tra l'altro), ma il fine ultimo quello era, altrimenti tutta 'ste gente esultante davanti alle telecamere non ci sarebbe dovuta essere. E, tra parentesi, non mi pare che occupare un'aula per ottenere spazi di pretesta sia molto sensato...

Se avessero bloccato l'entrata all'università ci sarebbe stato l'intervento della polizia, il che non sarebbe piaciuto a nessuno.

 

Io sono d'accordo con te sul fatto che al papa non piace essere contestato, ma al posto suo cosa avresti fatto? Accettando comunque l'invito domani ci sarebbero state proteste e manifestazioni a non finire, se rimane nel suo castello almeno domani si potrà andare all'università senza rischiare di finire in una rissa.

Se invece la manifestazione non ci fosse stata da principio, i giornali avrebbero piazzato la notizia in terza pagina, al massimo con un accenno agli strascichi polemici, e fine della storia.

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Se invece la manifestazione non ci fosse stata da principio, i giornali avrebbero piazzato la notizia in terza pagina,

 

Nei miei sogni più spinti, forse.

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La lettura della notizia sui siti dei più importanti giornali stranieri può aiutare a inquadrarla e commentarla correttamente.

 

Vi propongo la notizia come fornita oggi da "Le Monde", la traduco parzialmente:

 

Benedetto XVI ha annullato la visita che avrebbe dovuto fare giovedì 17 gennaio nella più grande università di Roma. Iil papa avrebbe dovuto tenere un discorso in occasione dell'apertura dell'anno accademico su invito del rettore della Sapienza, che ha circa 150.000 studenti. Ma la sua visita, giudicata "inopportuna" da una petizione firmata da 67 professori (su 5000) in nome della "laicità della scienza", aveva scatenato da diversi giorni una forte polemica all'interno dell'università. Il Vaticano "ha ritenuto opportuno soprassedere all'evento" quando gli studenti che protestavano hanno ottenuto il permesso di manifestare giovedì all'interno del perimetro dell'università.

[...]  In questa stessa università, nel 1991, Giovanni Paolo II era stato vigorosamente fischiato e contestato.

 

Credo che si dovrebbe partire da una prima domanda, che risulterebbe ovvia in qualunque paese civile: perché il rettore ha deciso di invitare il papa?

 

E poi: perché il papa ha deciso di rinunciare? Forse il Vaticano è rimasto spiazzato da qualche contestazione ampiamente prevedibile? Oppure non aspettava altro?

 

E infine: perché nelle notizie fornite oggi da televisioni e giornali non ho sentito ricordare che Giovanni Paolo II era stato contestato nella stessa università? Quindi, è quello attuale un momento di "particolare tensione" oppure c'è un particolare interesse ad amplificare il caso?

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Una voce fuori dal coro è stata quella del professor Rodotà che ieri a Ballarò ha cercato di spiegare, di fronte alle critiche di Bersani e di Tremonti, l'inopportunità di quest'invito e l'assurdità di chi ha sostenuto che il Papa sia stato censurato...

 

(http://www.raiclicktv.it/raiclickpc/secure/folder.srv?id=2088# potete rivedere la puntata a partire dal minuto 38' - Interessante anche l'intervento di Rodotà sulla questione legata al riconoscimento delle unioni di fatto nell'ambito di una legislazione che si evolve all'interno dell'Europa)

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Cavoli, davvero Giovanni Paolo II era stato fischiato? Sarebbe stato utile che qualcuno lo avesse ricordato...

 

Ad ogni modo piacerebbe davvero anche a me conoscere i veri motivi dell'annullamento della visita... il fatto è che più mi sforzo di fare ipotesi e più finisco per pensare male di Ratzi e company.

 

Prima di tutto quelli che si oppongono alla visita sono una minoranza: ci saranno almeno altrettanti alunni e professori che invece ne sarebbero contenti, quindi il discorso da questo punto di vista non regge.

E' brutto pensare che son dei vigliacchi che appena han visto l'ombra di una protesta organizzata se la son fatta sotto... ma è altrettanto brutto pensare che si siano tirati indietro porprio per suscitare le servili arringhe di politichini e giornalistini.

 

Cioè, che roba è "ha ritenuto opportuno soprassedere all'evento"? Ritenuto opportuno in seguito a quali valutazioni?

Che il clima si preannunciava non essere da giornata mondiale della gioventù?

Molto cristiano come ragionamento, non c'è che dire.

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Io credo semplicemente che il vaticano, assolutamente cosciente, abbia sfruttato a suo vantaggio le contestazioni. Ha previsto la reazione che avrebbero avuto i politici, i mass media e tutto il resto. Ed è andata precisamente così. Tutti a difendere lil Papa.

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Anch'io mi sono chiesto ripetutamente, ancor prima di rivolgere l'attenzione alla questione della manifestazione e del "terribile atto censorio da parte di studenti e professori", "ma...perchè il Rettore ha invitato il PAPA al discorso di INAUGURAZIONE DELL'ANNO ACCADEMICO"?.  Sinceramente non trovo ancora nessuna risposta accettabile o che non sfiori la fantascienza. Se vedrò il sommo pontefice a "che tempo fa" perlomeno non mi stupirò (anzi potrò farmi quattro risate con gli inteventi successivi della Littizzetto)!

Si organizza un seminario sulla pace del mondo e apriamo un dibattito? Perfetto, invitiamo il papa. Le facili uscite tipo"si tratta di censura" o "si sta soffocando il dialogo" non tengono conto a quanto pare del fatto che quello che avrebbe detto il papa durante il suo intervento sarebbe stato irrilevante dal punto di vista dei manifestanti (anche un semplice "volemose bene") e che di dialogo non si sarebbe trattato.

Sicuramente non si può impedire a nessuno di calpestare il suolo pubblico di un'università ma se delle persone esprimono il diritto di protesta (che mi pare sia ancora garantito dalla legge ma aspetto vostre conferme) verso un evento che ha delle evidenti contraddizioni di fondo come si può parlare di censura???

Circa 4 secoli fa un eminente scienziato è stato costretto a dire:"Scusate, stavo scherzando, Copernico ha assolutamente ragione, è il sole che gira intorno alla terra, ho speso la vita dietro a calcoli e misurazioni per puro masochismo" e dopo 4 secoli dobbiamo ancora sentirci dire che il processo a Galileo fu giusto? Mi sembra il minimo sindacale mostrarsi contrariati e segnare una bella linea di demarcazione laicità-religione; d'altronde questa linea era stata già tracciata un pò di tempo fa con la frase "Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio", che non è di uno dei massimi esponenti del mondo laico.

Ovviamente, adesso, ritirarsi dall'evento non è che una mossa egregiamente strategica e ancora più forte sarà la voce che si leverà dicendo che il papa è la vittima.

 

Ps: se ci sarà un'apertura dell'anno ecclesiastico, io voto per Piergiorgio Odifreddi :look:! (questa era bruttina vero? :look:)

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LETTERA DEL CARDINALE SEGRETARIO DI STATO TARCISIO BERTONE AL MAGNIFICO RETTORE DELL’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI "LA SAPIENZA" DI ROMA

 

Magnifico Rettore,

 

il Santo Padre aveva accolto volentieri l'invito da Lei rivoltoGli di compiere una visita a codesta Università degli Studi "La Sapienza"[...]

Essendo purtroppo venuti meno, per iniziativa di un gruppo decisamente minoritario di Professori e di alunni, i presupposti per un'accoglienza dignitosa e tranquilla, è stato giudicato opportuno soprassedere alla prevista visita per togliere ogni pretesto a manifestazioni che si sarebbero rivelate incresciose per tutti. Nella consapevolezza tuttavia del desiderio sincero coltivato dalla grande maggioranza di Professori e studenti di una parola culturalmente significativa, da cui trarre indicazioni stimolanti nel personale cammino di ricerca della verità, il Santo Padre ha disposto che Le sia inviato il testo da Lui personalmente preparato per l'occasione.[...]

 

Ecco qui il testo integrale del discorso che il papa avrebbe letto; riporto solo la conclusione:

 

Se però la ragione – sollecita della sua presunta purezza – diventa sorda al grande messaggio che le viene dalla fede cristiana e dalla sua sapienza, inaridisce come un albero le cui radici non raggiungono più le acque che gli danno vita. Perde il coraggio per la verità e così non diventa più grande, ma più piccola. Applicato alla nostra cultura europea ciò significa: se essa vuole solo autocostruirsi in base al cerchio delle proprie argomentazioni e a ciò che al momento la convince e – preoccupata della sua laicità – si distacca dalle radici delle quali vive, allora non diventa più ragionevole e più pura, ma si scompone e si frantuma.
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http://www.repubblica.it/2008/01/sezioni/esteri/benedettoxvi-19/napolitano-lettera/napolitano-lettera.html

 

"ll Capo dello Stato ha scritto di getto una lettera al Pontefice dove non solo esprime il suo rammarico per quanto è avvenuto, ma giudica inammissibili le "manifestazioni di intolleranza" e i "preannunci offensivi" che hanno portato il Papa ad annullare la visita. Il messaggio è stato giudicato "sincero e nobile" dal Vaticano, e secondo il direttore dell'Osservatore Romano, Giovanni Maria Vian, "riduce in parte l'incidente". Ma dal palazzo del Quirinale, il Presidente della Repubblica resta preoccupato, e guarda soprattutto al futuro: "L'importante ora è recuperare un clima di rispetto e di tolleranza, nella tradizione della Repubblica. Guai a ritornare indietro, creando spirali di tensioni che possono solo portare al peggio".

 

Non ricordo che abbia scritto di getto una lettere al Dalai Lama  per esprimere pari rammarico e amarezza per le porte che gli sono state sbattute in faccia durante la recente visita in Italia (persino dal papa stesso...). Alcuni hanno più diritto alla "libertà d'espressione" di altri? Il papa ha per caso poche occasioni di manifestare il suo pensiero? Mi pare che in Italia abbia tutti i mezzi di comunicazione al suo servizio (all'estero hanno dato pochissimo risalto alla vicenda della Sapienza, il che dice tutto) e che se c'è qualcuno che nega la libertà d'espressione agli altri è proprio lui, da monarca assoluto qual è. E' tipico dei dittatori circondarsi solo di consenso e fuggire dal dissenso (quando non è possibile sopprimerlo).

 

THX

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Io credo semplicemente che il vaticano, assolutamente cosciente, abbia sfruttato a suo vantaggio le contestazioni. Ha previsto la reazione che avrebbero avuto i politici, i mass media e tutto il resto. Ed è andata precisamente così. Tutti a difendere lil Papa.

 

Quoto!! Concordo pienamente...

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Posso tranquillamente accettare che il Santo Padre sciorini il proprio sermone

( per la verità non privo di passaggi interessanti ) alla cerimonia di apertura dell'anno accademico.

Posso anche accettare che vengano criticati, pure aspramente, i sostenitori dell'inopportunità

dell'invito promosso dalla direzione dell'ateneo romano.

Quello che veramente non capisco è come si possa far passare uno sparuto gruppetto di studenti e di  professori universitari per una banda di facinorosi interessati a privare il Vicario di Pietro di una libertà di espressione, per la verità, quotidianamente esercitata attraverso tutti i canali disponibili dell' informazione.

Mi meraviglio che il Corriere della Sera, il più importante quotidiano nazionale, sia stato completamente monopolizzato dai messaggi di sdegno ipocritamente vomitati dal mondo politico e di come la libertà di dissenso, alla base di ogni stato laico, sia stata di fatto messa a taciere, privandola di qualunque credito ed onestà intellettuale.

Ho sentito discorsi terribili provenire dal Cardinal Sodano e da Ruini. Ho udito vescovi spocchiosi stracciarsi le vesti in diretta televisiva, facendo passare la scelta del Santo Padre come se, di fatto, si fosse trattato di un'imposizione.

Ho udito Buttiglione scagliarsi contro la pochezza dei 67 professori che, in quanto dissenzienti, sono divenuti pure disistimabili sotto il profilo del proprio valore accademico.

Ho sentito etichettare un gruppetto di studenti, peraltro assolutamente pacifici e controllati, come se si trattesse dei Black Bloc.

E soprattutto ho potuto costatare come la possibilità di replica sia stata soffocata all'interno di un immane polverone dove si è persa

la possibità di un dibattito assai più stimolante.

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Oggi, a Milano, all'uscita dalla metro, dei ragazzi (probabilmente papaboys) distribuivano l'intervento del papa a tutti i passanti. Penso di sapere con quali soldi sono state stampate (a tempo di record) tutte quelle copie in tipografia (non mi sembravano fotocopie). Ma a parte questo, se non è stato tutto studiato a tavolino, complimenti per l'organizzazione...

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Clara, è ovvio che il discorso è stato riscritto o quantomeno ampiamente modificato...

 

Scusa holly ma non ho capito la tua osservazione...

Personalmente non mi sarei aspettata niente di diverso: sono i consueti contenuti che esprime Ratzinger riguardo al rapporto tra fede e ragione.

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Vale la pena leggerlo per intero. Riporto qualche stralcio.

 

***

 

Di fronte a quello che sta succedendo a seguito dell’invito rivolto al Papa a presiedere l’apertura dell’anno accademico all’Università La Sapienza di Roma, mi viene in mente solo il vecchio adagio di Gino Bartali: "Tutto sbagliato, tutto da rifare". Purtroppo, nulla si può rifare e si rimane attoniti spettatori dell’ennesimo colpo inferto, da ogni parte, alla asfittica laicità del nostro paese. Le critiche all’iniziativa del rettore vengono - da destra e sinistra, da cattolici militanti e da chierichetti atei - stigmatizzate come violazione della libertà di parola. Tutti - compresi gli ex fascisti e gli ex-comunisti, dunque gli eredi delle culture non liberali - diventano profeti di liberalismo.

 

Ritenere non opportuno un invito a tenere un discorso è cosa diversa dall’impedire a qualcuno di esprimere le proprie opinioni.

Il Papa non è un semplice accademico che sostiene tesi controverse o formula ipotesi non condivise da pochi o da molti. Il Papa parla di valori non negoziabili, non formula ipotesi; pretende di esplicitare la verità; si pronuncia non come esponente di una delle varie religioni e confessioni presenti sulla agorà, ma come esperto di umanità in grado di indicare i fondamenti dello Stato e i criteri di una corretta laicità. Il Papa pretende di sapere per tutti noi come si debbano rettamente coniugare fede e ragione. Se vogliamo, il Papa è anche l’ultimo sovrano assoluto per diritto divino. Benedetto XVI bolla la ricerca del pensiero scientifico e filosofico della modernità “post-cristiana” come dittatura del relativismo. Cioè pronuncia una drastica censura nei confronti di quello che è lo spirito della ricerca libera e senza presupposti che spero presieda all’insegnamento nelle nostre università. Benedetto XVI persegue, con grande intelligenza, una strategia di rimonta nei confronti della società laica e pluralista."

 

http://www.chiesavaldese.org/pages/archivi/index.php?id=653

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ah, caro buon padre livio...! :asd:

eddai non ci vedo nulla di eccezionalmente grave. persino mia nonna ha smesso di ascoltarlo, quando ha iniziato a chiedersi quanto di sensato c'era...

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Oggi, a Milano, all'uscita dalla metro, dei ragazzi (probabilmente papaboys) distribuivano l'intervento del papa a tutti i passanti. Penso di sapere con quali soldi sono state stampate (a tempo di record) tutte quelle copie in tipografia (non mi sembravano fotocopie). Ma a parte questo, se non è stato tutto studiato a tavolino, complimenti per l'organizzazione...

 

Stai pur tranquillo che erano di Comunione e Liberazione ...

 

Sulla vicenda, io penso che sia stato sbagliato sin dall'inizio invitare il Papa alla Sapienza. Una volta invitato, bisognava contestare la sua venuta e mostrare il proprio dissenso, ma non pretendere che che la visita venisse annullata.

Dato il clima, Benedetto XVI ha colto la balla al balzo e ha pensato bene di annullare la visita, in modo che che lui e tutti i cattolici passassero come povere vittime perseguitate da questi cattivi e amorali anticlericali. Insomma, ha cavalcato l'onda e ne è uscito vincitore, mentre chi lo contestava è passato per intollerante.

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(Aggiornamento da Gay.TV)

 

AGGIORNAMENTO 18 GENNAIO

Domenica mezza classe politica sarà all'angelus in Vaticano. Stando a quanto ha dichiarato il cardinal Ruini all'Osservatore Romano "sarà un gesto d’affetto e di serenità, espressione della gioia che proviamo nell’avere Benedetto XVI come nostro vescovo e nostro Papa. Quindi non è rivolta assolutamente contro nessuno, non è una manifestazione di protesta per la mancata accoglienza alla Sapienza. È un gesto che vuole esprimere l'animo profondo dei romani e anche della grandissima maggioranza della comunità universitaria di Roma,della Sapienza, delle altre università, che ben sappiamo essere vicine al Papa ed essere molto aperte alla pastorale universitaria".

 

All'appello di Ruini hanno risposto di si Rosy Bindi, che tanto già "ci va tutte le domeniche"; tutti i teodem del Pd da Enzo Carra a Luigi Bobba, da Paola Binetti a Emanuela Baio Dossi; Livia Turco ha dato picche; Francesco Rutelli invece sarà a San Pietro " da credente e da cittadino romano"; Veltroni pare di no; i cattolici di centrodestra tutti compatti; tutto lo stato maggiore di An Andrea Ronchi, Ignazio La Russa, Maurizio Gasparri e Gianni Alemanno sarà presente ma "senza strumentalizzazioni politiche"; per FI si del cattolico Sandro Bondi e del laico Fabrizio Cicchitto; tutto l'Udc, Casini, Cesa e Buttiglione; Cossiga, che chiede ai giovani che saranno presenti di organizzare "ronde anche armate di bastoni e impedite l’accesso alla piazza e cacciate via da essa, se si presentano, gli ipocriti cattolici democratici Rosy Bindi e Renzo Lusetti"; e, dulcis in fundo, la Cisl con il segretario Raffaele Bonanni che dichiara: "abbiamo accolto con gioia l’invito del cardinale Ruini, noi siamo un baluardo contro l’intolleranza".

 

Gli unici che non ci andranno sono i Radicali: la questura ha vietato loro l'accesso in piazza San Pietro. Pubblichiamo il comunicato stampa con le dichiarazioni di Rita Bernardini, segretaria Radicali Italiani e Marco Cappato, Segretario dell'Associazione Luca Coscioni.

 

"Da radicali, laici, liberali, nonviolenti quali siamo, intendevamo onorare nella giornata di domenica prossima, in occasione dell' angelus, a piazza Pio XII, la realtà del Vaticano in Italia, manifestando e distribuendo ai cittadini i dati raccolti dal Centro d'Ascolto sull'informazione radiotelevisiva  sulle presenze – o per meglio dire, letteralmente e incontestabilmente, sull'occupazione – del sistema dell'informazione da parte di esponenti del clero.  La Questura centrale di Roma, dobbiamo presumere nella veste di facente funzioni delle Guardie Svizzere, ha negato l'autorizzazione necessaria, con la motivazione, a quanto ne sappiamo – non avendo ancora ricevuto la comunicazione scritta che pure abbiamo sollecitato – che nell'attigua piazza San Pietro sarà contemporaneamente in corso un'altra "manifestazione." Si conferma quindi il diktat per cui deve essere impedito ai cittadini – e innanzitutto a coloro che si recheranno domenica prossima in piazza San Pietro per ascoltare Benedetto XVI – di conoscere i dati documentati e verificati della realtà".

Le cifre del Centro d'Ascolto televisivo dei radicali sulle presenze in Tv del Vaticano e del Papa dimostrano il vero e proprio assedio clericale all'informazione pubblica, fenomeno esclusivamente italiano. Altro che censura!

La stessa scelta del Vaticano di non partecipare all'iniziativa dell'Università di Roma La Sapienza è stata fatta passare su quegli stessi mezzi tv come una censura o addirittura un impedimento a intervenire, nonostante le rassicurazioni che ne garantivano la sicurezza del Governo italiano.

La verità è che non si tollera che un Capo di Stato teocratico venga contestato da chicchessia. Vale la pena di ricordare che lo stesso Presidente dello Stato teocratico iraniano nei mesi scorsi fu contestato alla Columbia Università di New York sia dentro che fuori l'Università e nessuno gridò allo scandalo, semmai ciò avvenne dai nostri 'Voltairiani alla matriciana' perchè lo si faceva parlare".

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