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Stupro nella ultima campagna pubblicitaria D&G


Guest apn

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Un uomo a petto nudo (con occhiali scuri e jeans) è chinato su una ragazza e la tiene bloccata a terra, per i polsi, mentre lei tenta di divincolarsi. Altri quattro uomini, più o meno vestiti, assistono alla scena impassibili. Quest’immagine, una specie di foto-ricordo scattata pochi secondi prima di uno stupro di gruppo, è stata scelta dagli stilisti milanesi Dolce & Gabbana come icona per lanciare i loro prodotti alla moda: appunto jeans, occhiali, profumi, vestiti .Così il 19 Febbraio scorso in Spagna l'Istituto de la Mujer, un ente che è parte del Ministero del Lavoro del governo spagnolo, insieme a varie associazioni femministe e gruppi dei consumatori, ha chiesto all'azienda di moda di ritirare questa pubblicità che incita alla violenza perché «se ne può dedurre che è ammissibile l'uso della forza come modo di imporsi alle donne» e «rafforza atteggiamenti che al giorno d'oggi sono un crimine, attentano contro i diritti delle donne e ne denigrano l'immagine». L'Istituto ha chiesto a tutti i mezzi di comunicazione, stampa, televisione, di non prestarsi alla diffusione di questa immagine.L’idea che uno stupro collettivo possa convincere uomini donne a vestirsi Dolce & Gabbana, però, sembra piacere molto ai due stilisti milanesi che il il 23 Febbraio hanno semplicemente dichiarato che avrebbero ritirato la pubblicità dalla Spagna. Ma solo dalla Spagna da loro definito un paese «arretrato» e che quindi l'avrebbero mantenuta in tutti gli altri paesi del mondo dove smerciano i loro prodotti.Italia compresa. Ed ovviamente non è passata inosservata. Secondo gli ultimi dati Istat la violenza sulle donne nel Belpaese è un fenomeno in crescita. Oltre 6 milioni di donne di età compresa tra i 16 e i 70 anni (in percentuale il 31,9%) hanno subito nel corso della loro vita violenza fisica (ovvero: minacce o atti violenti dalle forme più lievi a quelle più gravi) o sessuale (ossia: costrizione a fare o subire contro la propria volontà atti sessuali che vanno dalla stupro alle molestie fisiche ). Quelle che hanno subito violenza negli ultimi 12 mesi sono esattamente 1 milione 150 mila. Il 23,7% ha subito violenze sessuali, il 18,8% violenze fisiche. Circa un milione sono stati gli stupri o i tentati stupri. Ma ovviamente va considerato che il 95% della violenza subita dalle donne non viene denunciato e che un terzo delle donne non ne ha parlato con nessuno.Per questo, proprio mentre l’istantanea pre-stupro di Dolce & gabbana arriva sui nostri giornali, il Ministero per le pari opportunità è impegnato sta diffondendo su tv e non solo la campagna contro la violenza sulle donne. Inevitabili quindi le immediate proteste contro i due stilisti milanesi che hanno visto scendere in campo non solo associazioni e politici ma anche i sindacati. «La moda è innanzitutto cultura, etica, e veicolo di trasmissione di valori, sogni emozioni. È vergognoso che Dolce & Gabbana veicolino un messaggio di violenza e sopraffazione nei confronti delle donne - sottolinea Valeria Fedeli , segretario generale della Filtea-Cgil (sindacato dei lavoratori tessili che ha un’altissima percentuale di donne) - Quel manifesto dovrebbe scomparire e gli stilisti devono chiedere scusa a tutte le donne. Se ciò non avverrà, l'8 marzo le donne proclameranno uno sciopero degli acquisti dei capi di Dolce & Gabbana».Anche dalla Provincia di Milano arrivano critiche. Secondo Arianna Censi (Ds), consigliera alle Politiche di genere della Provincia, «è inammissibile che venga proposta a fini commerciali un'immagine che incita alla violenza contro le donne, riproponendo un'idea di sottomissione e prevaricazione che ancora una volta rischia di generare una cultura maschilista sbagliata e fondata sulla violenza». «È un messaggio maschilista e violento» aggiunte l’esponente della Quercia.Ma anche Amnesty international, da anni impegnata nelle campagne di lotta alle violenze contro le donne in tutto il mondo, chiede che la pubblicità venga ritirata perché «rischia di rappresentare un'apologia dell'uso della violenza nei confronti delle donne ed è un contributo veramente inaccettabile dei due stilisti italiani alla vigilia della Giornata internazionale della donna». «Dal 2004 - spiega il portavoce di Amnesty Italia, Riccardo Noury - Amnesty International cerca di denunciare e fermare un fenomeno che colpisce, in molti paesi, due donne su tre e da cui l'Italia non è affatto immune, come denunciato dall'ultimo rapporto Istat. Il diritto delle donne a vivere libere dall'incubo della violenza ha bisogno di tutto, meno che di immagini come quelle di Dolce e Gabbana».Infine 13 senatori, sia del centrodestra che del centrosinistra, chiediamo che la pubblicità venga ritirata o che l'azienda sia richiamata al rispetto delle regole. Prima firmataria dell’appello Vittoria Franco, presidente della commissione Cultura e responsabile nazionale delle Donne Ds, che ha inviato la richiesta al Giurì per l'autodisciplina pubblicitaria, Umberto Loi.Come diceva Coco Chanel «La moda riflette sempre i tempi in cui vive. Anche se, quando i tempi sono banali, preferiamo dimenticarlo».
2063181rv1.th.jpgIo la trovo un'esagerazione. Totale. Voglio dire, ok, l'immagine così descritta potrebbe sembrare un po' forte. Ma l'atmosfera patinata, la finzione scenica così volutamente ostentata, secondo me, rendono la scena quasi ironica, teatrale, "finta".Voi che ne pensate?
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anche io penso che abbiano esagerato a far ritirare la campagna pubblicitaria...secondo me non istiga proprio nessuno allo "stupro di gruppo"!

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Che non mi piacevano neanche le campagne pubblicitarie precedenti.Non lo so, non mi sento una retrograda, ma è innegabile che queste pubblicità veicolino messaggi negativi, al solo scopo di vendere o di farsi notare. Le trovo mercificazioni degli esseri umani, ecco.Fosse per me obbligherei proprio la D&G a cambiare linea pubblicitaria, la provocazione fine a sè stessa non mi è mai piaciuta :bah:

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ombra della notte

purtroppo non viviamo più in un epoca in cui i ragazzini usano l'intelligenza....con tutte le cose che stanno succedendo sono contenta che abbiano tolto la pubblicità,qui ci manca solo un altro stupro da parte di ragazzini che tentano di discolparsi dicendo che lo hanno visto fare da dolce e gabbana....

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Potanogiollo

Mah, secondo me è sì di cattivo gusto l'idea dello stupro collettivo, senza dubbio un serio problema che affligge la nostra società, però nella fattispecie non mi pare che suggerisca nulla di che, c'è un bel contrasto tra le parole che ho letto e l'idea che la foto suggerisce. Non ha nulla di violento, sembra poco più che un gruppetto di amici fighi, unti, abbronzati, e lei non ha l'aria disperata, direi quasi anzi. Non voglio dire con questo che stia prendendo alla leggera la questione dello stupro, tutt'altro, ma non esageriamo, basta così poco per far gridare al lupo, caspita, quando ci sono ben altre immagini che dovrebbero diffondere con maggior attenzione...Come al solito non bisognerebbe enfatizzare, né di qua né di là.

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Anche io lo trovo di cattivo gusto. Non tanto per il tizio che blocca la donna a terra, la quale non sembra esserne così scontenta (tra l'altro trovo la posizione alquanto finta così come l'espressione), quanto per quelli intorno che stanno a guardare...

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Io penso due cose: 1- se non me l'aveste detto voi non me ne sarei nemmeno accorta che allude a uno stupro;2- se è una pubblicità di vestiti non vedo vestiti...Comunque:sappiamo che agli stilisti(e in particolare a D&G) piace shockare,tanto è vero che ora che è così criticata la pubblicità è molto più famosa di quanto non lo fosse prima. Inutile dire a sta gente di regolarsi sui contenuti, sono le stesse persone che da anni lanciano sulle passerelle ragazze che pesano 30 kg (se inzuppate nell'olio), ergo..

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In effetti la donna non mi sembra che si stesse dimenando o cosa, anzi...Sembra una solita esagerazione secondo me.Figuriamoci io mentre leggevo l'articolo ho pensato chissà cosa *_*

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panna.stracotta

premetto che D&G non mi è mai piaciuta e per me non ci mettono il cervello in quello che fannoquesta pubbly lo dimostra, l'arte stessa deve farsi promotrice di una moralequa succede il contrario :D per non parlere degli scheletri che fanno sfilare :eek:perchè sprecano soldi e non fanno scorrere dei manichini? farebbero primao se a loro le curve non piacciono che facciano sfilare solo maschi anche per la linea donnatanto lo so che quello è il loro sogno proibito :bah::cry:

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secondo me è un'esagerazione, non mi è passata nemmeno per l'anticamera del cervello che la scena richiamasse l'immagine di uno stupro: è pubblicità, è finzione, e basta. non facciamo le elisabette gardine.

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Concordo con molti di voi: è un'esagerazione interpretare la scena come un invito allo stupro di gruppo...quando ho visto, ieri sera al TG 5, un servizio sull'argomento mi sono chiesto se davvero i telegiornali non abbiano nient altro di cui parlare.Certo forse non è il massimo come pubblicità però si sa che molti stilisti puntano su seduzione & Co. piuttosto che sui vestiti, che in questa pubblicità si vedono davvero poco!!!

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Quoto Wythe guardando l'immagine se non avessi letto che potrebbe dare l'idea di uno stupro non mi sarebbe passata nemmeno per l'anticamera del carvello che potesse esserlo...anzi mi sembra la tipica pubblicita in stile D&G

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Quoto ROJ84, Wythe e Evinrude. Curioso poi che proprio tre ragazze, che dovrebbero essere quelle che gridano maggiormente allo "scandalo", siano fra le meno turbate tra tutti quelli che si sono espressi sul forum.

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Curioso poi che proprio tre ragazze, che dovrebbero essere quelle che gridano maggiormente allo "scandalo", siano fra le meno turbate tra tutti quelli che si sono espressi sul forum.
Auhauhauhauhauhauh beh in effetti... ^^...mah il fatto è che a me i protagonisti della pubblicità non sembrano affatto in procinto di compiere uno stupro, nè tantomeno lei in procinto di subirlo,come detto da Zenshin, non mi pare dimenarsi e ribellarsi
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Sarà,ma l'allusione allo stupro c'è, sia pure "fra le righe". E su certe cose non si può scherzare, o rischiare di dare un'immagine "accattivante" di un crimine fra i più abietti. Io trovo quella pubblicità molto discutibile.

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panna.stracotta

sicuramente ricorda una scena di donna PRESA sotto gli occhi di molti, se poi quella ci sta non toglie che alcuni ragassi potrebbero farsi venire la voglia di vivere una situazione simile perchè fa chic, e di realizzare il loro momento alla D&G sia che la loro preda sia volente o nolente....a sto mondo si devono filtrare le info perchè di deviati influenzabili ce ne sono a bizzeffe, mica sono tutti intelligenti!!!!

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Guest Irish Dragon

Classica pubblicità D&G: inutile e mirata a tutto, tranne che al presentare abiti\accessori.Tanto è patinata e finta come immagine, che non viene l'idea di uno stupro in atto (anche se a qualche ragazza\donna potrebbe dare fastidio)

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  • 11 months later...

La pubblicità in sè non mi pare ne geniale ne tantomeno scandalosa ma hanno fatto bene a censurarla poichè il mondo pullula di giovani idioti senza intelletto e valori che potrebbero emulare

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io trovo che i signori d&g siano un'immagine pessima per il mondo gay italiano.

 

Io trovo che i signori d&g siano un'immagine come un'altra del mondo gay italiano. Basta con queste continue caccie alle perversioni. Ma vi rendete conto che perchè un telegiornale deve riempire cinque minuti di servizio e si inventa attorno a un'immagine pubblicitaria uno stupro che non c'è(anzi, stupro che esiste solo nella mente malata di alcuni), state scendendo in campo massivamente contro un'idea, una finzione giornalistica? E' in questi momenti che capisco perchè l'Italia è messa così male. Non ragioniamo, non attiviamo le nostre facoltà critiche e diamo per scontato tutto ciò che i media fanno passare. 

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A me sembra più la preparazione a fare una bella orgia con al centro la donna :look: altro che stupro :salut:

 

ti quoto assolutamente XD

comunque se d&g volevano rappresentarla come stupro sinceramente la trovo una cosa squallida, cosa non si fa per farsi pubblicità e far parlare di noi.. si vede che non hanno proprio l'idea di cosa significa ricevere una violenza simile.

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Io trovo che i signori d&g siano un'immagine come un'altra del mondo gay italiano. Basta con queste continue caccie alle perversioni. Ma vi rendete conto che perchè un telegiornale deve riempire cinque minuti di servizio e si inventa attorno a un'immagine pubblicitaria uno stupro che non c'è(anzi, stupro che esiste solo nella mente malata di alcuni), state scendendo in campo massivamente contro un'idea, una finzione giornalistica? E' in questi momenti che capisco perchè l'Italia è messa così male. Non ragioniamo, non attiviamo le nostre facoltà critiche e diamo per scontato tutto ciò che i media fanno passare. 

 

 

Sto perlando in senso lato di quei due, non solo della vicenda che è piuttosto banale.

Li hai mai sentiti parlare?

Io si, e mi è bastato per capire che gente come quella infanga solo la faccia dei gay italiani.

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Io trovo che i signori d&g siano un'immagine come un'altra del mondo gay italiano.

 

 

Ma proprio no, fortunatamente.

Sto parlando in senso lato di quei due, non solo della vicenda che è piuttosto banale.

Li hai mai sentiti parlare?

Io si, e mi è bastato per capire che gente sono.

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not_that_innocent

Che cavolata è mai questa!?

 

Stupro??! a me quella ragazza non sembra affatto una ragazza che sta per essere violentata ma anzi mi sembra piuttosto compiaciuta da quella situazione!

 

Come darle torto  :salut::look:

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Il fenomeno della pubblicità violenta non è nuovo: basti pensare ai grandi manifesti murali di Oliviero Toscani per la Benetton e, recentemente, la campagna contro l'anoressia.

 

C'è da chiedersi il perchè di un ricorso frequente ad immagini truculente. La risposta, probabilmente sta nel fatto che siamo nel "buco nero" della comunicazione; cioè una eccessiva concentrazione di "segnali" che bombardano i sensi dei potenziali consumatori.

Se tutto viene divorato dal "buco nero" è necessario un "impulso luminoso" che possa sottrarsi. Un segnale che si discosti dalla "normalità"

 

Qui, ovviamente entrano in gioco vari  fattori di carattere etico, sociologico, deontologico.

Siccome siamo in presenza di situazioni borderline è legittimo domandarsi se esistano o debbano esistere dei limiti e quali essi siano.

E' evidente che si scontrano due diritti antitetici: il diritto a promuovere il proprio prodotto nel modo piu' efficace, con il diritto a non vedere violati pricipi fondamentali.

 

Gli indicatori statistici ci dicono che la pratica dello stupro, che può sembrare una violenza bestiale da popolazioni troglodite , è in realtà, espressione della "civiltà" moderna che non risparmia, nel coivolgimento, nessuno strato sociale, nessun livello culturale.

Accanto allo stupro vi sono poi altri aspetti degeneri, come il bullismo, le bravate del "branco" ed altro ancora.

 

C'è una indubbia fragilità sociale, in parte generata anche dalla caduta delle ideologie e dei credo religiosi. Per cui , e questa è la grande contraddizione moderna, nei momenti di piu' alta libertà sociale si riscontrano gesti di grande barbarie.

 

Questo è il contesto entro il quale il pubblicitario e il committente devono decidere cosa sia piu' opportuno o meno per la promozione di un certo prodotto.

Io penso che debba prevalere il senso di responsabilità a meschino calcoli di convenienza e che, in una società evoluta, l'interesse generale debba prevalere su quello particolare.

Questo mondo è fragile, molto fragile , per cui nessuno può chiamarsi fuori e comportarsi da variabile indipendente.

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Il fenomeno della pubblicità violenta non esiste. Esiste la pubblicità emotiva semmai.

Tipo di pubblicità che tende a far leva sull'emotività propria di un dato target, di età, culturale o sociale. Le campagne di toscani per benetton non erano truculente o violente, miravano a trasmettere al potenziale consumetore il brand proprio di benetton, facendo passare l'idea che coprando il marchio compravi anche la sua filosofia (che, a ben vedere, è basata tutta sull'accettazione perlopiù).

Aggiungiamoci comunque che Toscani non è un pubblicitario, ma un fotografo, e sinceramente non so se il creativo delle prime pubblicità benetton fosse sempre lui o se si fosse limitato a fare il suo lavoro.

E noi (inteso come italia) siamo anche indietro sul genere, siamo rimasti a vent'anni fa (fatta eccezione per pochi sprazzi qui e li), basterebbe vedere le campagne pubblicitarie del resto d'europa per rendersi conto che grandi agenzie usano la leva emotiva per far passare messaggi contro l'anoressia, o contro il maltrattamento dei minori ecc.

 

Personalmente la pubblicità d&g non mi fa né caldo né freddo, allo stupro non c'avrei mai pensato se qualcuno non me l'avesse detto, e anche così mi sembra un po' tirata. Dubito di rientrare nel target d&g, ma dubito anche ci sia realmente un target studiato per questa campagna.

Fatto sta che comunque anche le persone che sapevano a malapena chi fossero d&g ora ne parlano... e non è niente male come pubblicità XD

 

Limiti legali per quanto riguarda la pubblicità esistono ma, evidentemente, questa pubblicità, come le altre citate, non rientrano nei parametri per cui la legge deve farci qualcosa... e sicuramente è stata segnalata, figuratevi se il moige se ne stava buono.

(la prima cosa che insegnano ad un pubblicitario è che in pubblicità la morale non esiste, esiste solo l'etica in funzione di non vendere un prodotto tramite caratteristiche che non avrà mai: bevi la cocacola che ti ricrescono i capelli; l'unica cosa che conta è la funzionalità dell'immagine, dell'headline e del copy. Se per l'agenzia a cui è stato commissionato il lavoro questo funzionava è ovvio che sia stata usata, a tal proposito bisognerebbe anche definire che cosa gli è stato dato da D&G come linea di brief)

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A mio parere quell'immagine non merita alcun biasimo e sono contento di constatare come i giovani, ad es. di questo Forum, cadano dal cielo se si dice loro che rappresenta uno stupro.

 

In realtà D&G hanno fatto una «dissacrazione dello stupro», lo hanno convertito in altro, svelando semmai il (grande) tema dell'orgia. Non c'è violenza nella foto, né violenza sulla donna, gli uomini sono tranquilli, la donna è vista in modo erotico e basta.

 

Conoscendo D&G, per loro l'essenziale era mostrare tanti uomini a torso nudo, e in jeans. La donna funziona come oggetto erotico autonomo, ma anche aggiuntivo, perché per un pubblico etero necessario. E' una illustrazione del concetto di omosocialità, semmai: gli uomini si comunicano i loro corpi e il loro eros attraverso una donna.

 

Complessivamente mi piace.

 

Lo stupro non c'entra assolutamente niente.

O meglio: forse l'immagine vuol suggerire che uno stupro di gruppo (quale questo non è, ma è evocato) non è altro che l'esito coatto e bestiale di un rapporto omosessuale non riconosciuto né consumato tra maschi, e che la liberazione dell'omosessualità ci darebbe un mondo più erotico e più sereno.

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