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Siete favorevoli al TTIP?


Rotwang

  

24 members have voted

  1. 1. Favorevoli al TTIP?

    • 5
    • No
      19


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550px-Transatlantic_Free_Trade_Area.svg.

 

 

Il Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti (TTIP, Transatlantic Trade and Investment Partnership) è un accordo commerciale di libero scambio in corso di negoziato dal 2013 tra Stati Uniti d'America e Unione Europea. Si tratta di un trattato che mirerebbe a ridurre i dazi doganali rimuovendo in molti settori le differenze in regolamenti tecnici, procedure di omologazione, regole sanitarie ecc., ciò renderebbe più facile la libera circolazione delle merci, il flusso d'investimenti e l'accesso ai rispettivi mercati tra Europa e Nord America. In molte città del mondo (più di 700) si sono tenute manifestazioni di protesta contro il TTIP, perché trasformerebbe i cittadini in clienti, lo Stato in un mercato e libertà alle grandi imprese, che di solito, sono sottoposte a restrizioni normative in difesa dei diritti, perciò equivarrebbe ad un aumento di potere delle multinazionali (in questo caso probabilmente americane). I proponenti del trattato invece dicono sarà causa di crescita economica e benessere collettivo per i paesi partecipanti. In Italia il M5S dichiara che si perderebbero più di un milione di posti di lavoro e un calo del 30-40% di scambi di prodotti annui. Renzi invece spinge per la firma ritenendo che il Bel Paese abbia solo da guadagnarci sotto il profilo economico. La bozza del trattato conterrebbe limitazioni sulle leggi che i governi potrebbero adottare in diversi settori come banche, assicurazioni, telecomunicazioni e servizi postali.

 

Siete favorevoli alla creazione di un'area di libero scambio tra UE e USA?

Edited by Rotwang
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Mi ero documentato un po' sulla cosa, sarà un disastro perché tutte le norme europee sanitarie, lavorative, ambientali, che regolamentano la produzione e lo scambio di beni e servizi in maniera relativamente rigorosa verranno allineate al ribasso a quelle estremamente e volutamente più generiche, lassiste e aleatorie applicate in Nordamerica. E' un modo come un altro per abbassare i costi di produzione abbassando di molto la qualità dei prodotti, permettendo l'eliminazione di controlli e norme igienico-sanitarie, la possibilità di aggirare o far sparire l'obbligo di rispetto di standard tecnici e industriali garantistici, il tutto senza farlo notare.

 

Solita merda, e Merdenzi è giustamente in prima linea nel promuoverla.

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Mi fido poco di quel che viene da quella parte del mondo, e ancor di meno degli amministratori ("amministrati" mi sembra più adeguato) europei.

Tanto un'opinione è la sola cosa che ci è concessa, niente di più.

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come campione statistico magari saremo scarsi, ma al momento siamo a 5 no.

Che poi, nel mio caso, non è un NO aprioristico contro quel che viene dall'Ammeriga,

è che mi convince poco il fatto che stanno facendo passare sta cosa un po' troppo sotto traccia.

 

E quando è così, c'è evidentemente più di qsa che è meglio non far sapere troppo in giro...

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Favorevole, è una grande opportunità di crescita e sviluppo.

 

Ovviamente bisognerà vedere l'intesa finale come sarà visto che è un accordo e in quanto tale è soggetto a negoziati.

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Ilromantico

Preferite continuare con il made in china? È una chiara mossa per togliere potere economico alla Cina, Russia e tutti questi paesi colpevoli di un'economia al ribasso e dalle condizioni miserabili. Non che sia sicuro dell'intelligenza di questa contromossa economica, ma una base e una logica ce l'ha. A me perplette più che altro le conseguenze economiche che potrebbe avere lasciando fuori paesi come Giappone e simili.

 

Per l'Italia poi potrebbe essere la volta buona per smettere di importare made in china ed arricchirsi esportando made in Italy in Usa senza dazi doganali. E questo sarebbe uno degli esempi più banali...

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Non è semplice rispondere perchè devo scindere tra l'idea di creare con il Trattato un mercato più libero da dazi ecc e più "tarato" su regole simili che permettano un incremento di scambi, per le economie di mercato sono da sempre manna dal cielo. Tuttavia poi entrano in gioco troppe variabili che si staccano dall'economia reale e invece confluiscono nell'aspetto finaziario legato spesso a lobby, multinazionali e gruppi vari; è logico che la loro pressione stravolgerebbe qualsiasi piano equilibrato in progetto e qua bisogna capire, nel nostro caso, quanto la commissione europea riesce a mantenere il controllo sulle posizioni più europeiste e quindi garantiste del consumatore.

E si, noi non abbiamo direttamente voce in capitolo se non con la eventuale approvazione o meno a fine persorso da parte del Parlamento europeo, tecnicamente l'organo che abbiamo eletto per esprimere i nostri interessi a questo livello.

 

La vedo molto grigia

Edited by Efestione7
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Saramandasama

Tutto il  made in china che viene fatto passare per made in EU non è che sia meglio.

Alla fine ci saranno anche dei risvolti positivi.

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Per l'Italia poi potrebbe essere la volta buona per smettere di importare made in china

Nessun paese occidentale può smettere di importare prodotti cinesi, per il semplice fatto che la Cina nel 2001 è entrata nel WTO e gli stati membri (quasi l'intero pianeta) si autovietano di porre freni senza giustificazioni alle importazioni da altri paesi membri. Ci siamo fottuti da soli. E di certo un accordo parallelo fra Europa e Stati Uniti non avrà la benché minima possibilità di cambiare qualcosa che riguarda il WTO, che è tutt'altro.

 

Il TTIP serve a dire: il consumatore attuale americano non riceve la benché minima informazione sul livello di mercurio e sulle soglie per legge tollerabili nei bastoncini di merluzzo che compra, invece il consumatore europeo sì. Ebbene, facciamo sì che anche il consumatore europeo smetta di poter accedere a questa fastidiosa e antieconomica informazione.

Edited by Sampei
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Icoldibarin

Per inciso se ci fosse qualcosa di positivo le cose sarebbero state fatte alla luce del sole, invece tutto il trattato è rimasto in gran segreto fino a poco fa. Quello che si sspeva è perché qualcuno lo faceva trapelare all'esterno.

 

Ovviamente un accordo simile serve per assoggettare il più possibile le colonie americane alla madre patria e per fare un bel regalone alle multinazionali che eleggono il politico di turno.

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Sono favorevole al principio di libero scambio. Poter acquistare prodotti americani o esportarne di europei fra i due paesi è sicuramente una scelta che rafforza i due mercati anziché indebolirli.

 

Non si capisce perché però vi debba essere una armonizzazione al ribasso delle varie normative comuni in molti settori, con un accordo molto "invasivo" e modificativo degli atti comunitari (e a cascata quelli nazionali).

 

Inoltre molto pericoloso è l'istituzione di un tribunale speciale per le controversie nascenti fra le società export/import (Aka multinazionali) e gli Stati, senza accessibilità per le persone fisiche.

 

Quindi una buona idea attuata male. Penso che il mio sia più no che sì.

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Cmq non si può giungere ad affrettate conclusioni senza che nemmeno si conoscano il testo di questo TTIP visto che ad oggi non è ancora stato raggiunto un accordo e visto che non si conoscono le trattative ma si conosce solo il mandato della Commissione Europea.

 

Poi Il TTIP non è che sia un regalo da fare agli Americani è un accordo che dev'essere positivo anche per l'Europa sennò nessuno ci obbliga ad approvarlo, visto che dovrà essere approvato sia dal consiglio dei ministri dell'UE sia dal parlamento europeo.

 

Poi non si capisce perchè il parlamento europeo che è lo stesso ente che ha approvato una normativa all'avanguardia sulla tutela dei nostri prodotti ora dovrebbe approvare un accordo che va nella direzione esattamente opposta, sarebbe un controsenso.

 

Per altro siamo un europa in cui il settore agroalimentare è uno dei più importanti, siamo il continente dei prodotti DOP(denominazione di origine protetta) con tantissimi prodotti di qualità in tutta europa, abbiamo la fetta più grande del bilancio Ue destinata al finanziamento del settore agroalimentare, per cui non si capisce perchè si dovrebbe approvare una normativa che vada contro ai nostri interessi nell'agroalimentare.

 

Poi non c'è solo il settore agroalimentare ma anche in altri settori gli standard sono già oggi molto simili tra Europa e Usa (come per esempio quello automobilistico).

 

In ogni caso le opportunità per noi sarebbero molte:

-riduzione della burocrazia.

-omologazione e semplificazione della normativa.

-cancellazione dei dazi.

-riduzione dei costi.

-maggiore concorrenza.

-apertura di un mercato come quello Americano alle aziende europee (siamo come consumatori che come appalti pubblici).

 

Tutto questo non bisogna farlo necessariamente abbassando gli standard, anche già solo eliminando i dazi ci sarebbe un vantaggio sia per Europei che per Americani.

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Io guardo ai risultati e ai testi che verranno presentati.

 

Attualmente l'unico testo che c'è è quello del mandato approvato dagli stati europei che contiene le direttive secondo le quali si deve svolgere il negoziato per giungere all'accordo.

 

In quel documento si dice esplicitamente che non ci dovrà essere una regressione negli standard europei:

http://data.consilium.europa.eu/doc/document/ST-11103-2013-DCL-1/it/pdf

 

L'accordo deve riconoscere che lo sviluppo sostenibile costituisce un obiettivo essenziale delle Parti, le quali intendono anche garantire e facilitare il rispetto degli accordi e delle norme internazionali in materia ambientale e del lavoro promuovendo nel contempo elevati livelli di tutela dell'ambiente, del lavoro e dei consumatori, coerenti con l'acquis dell'UE e la legislazione degli Stati membri. L'accordo deve riconoscere che le Parti non promuoveranno gli scambi o gli investimenti diretti esteri rendendo meno severe la legislazione e le norme nazionali in materia di ambiente, lavoro, salute e sicurezza sul lavoro o meno rigide le politiche e le norme fondamentali del lavoro o le disposizioni legislative finalizzate alla tutela e alla promozione della diversità culturale.

 

Anche sul sito della commissione europea nella parte riguardante l'informativa sul ttip ripete allo stesso modo che il ttip in quanto accordo commerciale non può prevalere sulla normativa europea e che cmq non ci saranno riduzioni degli standard europei:

http://ec.europa.eu/trade/policy/in-focus/ttip/about-ttip/questions-and-answers/index_it.htm#overrule-laws

 

 

-Il TTIP prevarrà sulle leggi dell'UE?

No.

Il TTIP non prevarrà sulla legislazione dell'UE, né potrà abrogarla o modificarla.  Spetterà ai 28 Stati membri dell'UE e al Parlamento europeo approvare eventuali modifiche a disposizioni legislative o regolamentari dell'UE allo scopo di liberalizzare il commercio.

In che modo il TTIP rispetterà gli standard rigorosi dell'UE per la protezione delle persone e dell'ambiente?Show or hide the answer

La legislazione dell'UE fissa standard elevati a protezione di, tra l'altro:

  • vita e salute umana
  • salute e benessere degli animali
  • ambiente
  • consumatori

Nel decidere quanto debbano essere rigorosi questi standard i governi dell'UE sono consigliati da autorità indipendenti che si basano sulla ricerca scientifica più recente.  Il TTIP salvaguarderà tali standard, insieme al diritto dei governi di fissarli in futuro al livello che considerano adeguato.

 

-La carne bovina nutrita con ormoni proveniente dagli USA potrà entrare nel nostro mercato grazie al TTIP?

No. La carne bovina nutrita con ormoni non è autorizzata nell'UE.  Questa situazione non cambierà  con il TTIP. 

Le leggi rigorose dell'UE finalizzate alla protezione della vita e della salute umana, della salute e del benessere degli animali,  dell'ambiente o dei consumatori non saranno modificate a causa del TTIP.

 

-Il TTIP costringerà l'UE a modificare la propria legislazione in materia di organismi geneticamente modificati (OGM)?

No.  

L'UE ha un sistema rigoroso per decidere se consentire alle società di vendere un determinato OGM nell'UE.  Si tratta di un processo completamente separato dai negoziati commerciali.

La legislazione di base dell'UE sugli OGM, compresa la valutazione della sicurezza effettuata dall'EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) e la procedura di gestione dei rischi non sono negoziabili,   e non sarà modificata dall'adozione del TTIP.

Tutte le domande di autorizzazione alla vendita degli OGM nell'UE sono valutate dagli scienziati dell'EFSA.  I governi dell'UE tengono in considerazioni i risultati di questa valutazione per decidere se approvare le domande.  Finora sono stati autorizzati 58 OGM.

Le autorità di regolamentazione di UE e Stati Uniti si scambiano già informazioni riguardo alle politiche, alle normative e alle questioni tecniche in materia di OGM.  Il TTIP potrebbe aiutarle a farlo in modo più efficace  e contribuirebbe a limitare gli effetti sul commercio dei nostri sistemi diversi per l'approvazione degli OGM. 

 

-L'UE sarà inondata da prodotti alimentari a buon mercato dagli Stati Uniti?

L'Unione europea è il maggiore importatore ed esportatore mondiale di prodotti agricoli e alimentari.  L'industria alimentare è il settore manifatturiero più importante dell'UE in termini di fatturato.

Le esportazioni statunitensi di prodotti agricoli nell'UE sono di importanza fondamentale per quanto riguarda i mangimi e gli ingredienti per l'industria alimentare.

Siamo consapevoli che la completa liberalizzazione degli scambi tra UE e USA potrebbe incidere negativamente su alcuni prodotti agricoli dell'UE.

In questi casi negozieremo delle quote di importazione invece di una completa liberalizzazione, come abbiamo fatto in altri accordi di libero scambio conclusi dall'UE.

Naturalmente le esportazioni USA nell'UE dovranno continuare a soddisfare i requisiti di base dell'U E, quale il divieto dell'UE relativo alle carni di bovini trattati con ormone della crescita.

 

Per altro sono materie e trattative delicate in cui altre parti hanno interesse ad un fallimento (vedi la Russia che spera in un fallimento del ttip), quindi è anche necessario che avvengano in modo riservato.

Edited by Sbuffo
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In ballo non c'è solo il TTIP (America + UE) ma anche il TPP (America + Asia-Pacifico) e questo spacca in due le sinistre e i movimenti no global di tutto il mondo. L'obiettivo di Obama è portare a termine i due accordi gemelli, escludendo i BRICS, tra i quali soprattutto la Cina, per inserire regole commerciali tra paesi politicamente e culturalmente omogenei prima del 2016, quando scade la sua amministrazione alla Casa Bianca e passa il quindicennio dall'adesione di Pechino all'Organizzazione mondiale del commercio con la decadenza di molte clausole. Tutto ciò per affrontare i Cinesi con una coalizione compatta di tutela ai lavoratori e all'ambiente. Si è formato un vasto 'fronte del no' (gli OGM ad esempio sono esclusi, a differenza di quanto dicono in piazza) e potrebbe ottenere qualcosa durante la ripresa dei negoziati a New York. Annullare gli accordi, ad opinione di qualcuno, sarebbe un regalo alla Cina e un indebolimento delle tutele.

Edited by Rotwang
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Assolutamente NO.

Non mi perdo in motivazioni più lunghe poiché ho sonno, ma rabbrividisco anche solo a pensare al potere delle multinazionali di poter citare a giudizio i governi dei paesi. 

Edited by Luca1919
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Io credo che la globalizzazione dei mercati abbia già fatto fin troppi danni al tessuto sociale di tutte le società: I ricchi e i poveri sono aumentati a discapito della classe media. Ogni operazione volta ad abbassare standard qualitativi in termini di diritti, ambiente e lavoro mi trova contrario.

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Vediamo se ho capito bene: i negoziati sono cominciati nel giugno 2013; la Commissione Europea e il Parlamento Europeo hanno mandato di stipulare l'accordo senza che questo debba essere poi ratificato in alcun modo dai membri dell'UE; di mezzo ci sono state le elezioni europee, e la faccenda non è stata minimamente discussa in campagna elettorale (magari sì, ma io di solito mi sforzo di tenermi informato sull'attualità e di questa questione ho sentito parlare per la prima volta grazie a questo thread). Boh, io avevo capito che la democrazia fosse un'altra cosa...

Comunque, si sa che il popolo è bue e per il suo bene va informato solo a piccole dosi. Le Grandi Decisioni vanno prese dai Grandi Uomini in segreto. Non mi sono ancora chiare tutte le implicazioni di questa Grande Decisione, quindi aspetto a giudicare. Intanto, qualcuno mi spiega il principio che sta alla base dell'ISDS? Perché ho letto qualche esempio concreto di uso di questo strumento, e mi pare una boiata.

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Ma non è vero che il ttip non dev'essere ratificato, anzi il testo dovrà essere doppiamente ratificato, sia dal consiglio dei ministeri europeo di cui fanno parte i governi di tutti i paesi europei e sia dal parlamento europeo eletto democraticamente dai cittadini europei.

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Avevo letto solo dal Parlamento Europeo, ma il punto è lo stesso: se il tema non è stato affrontato in campagna elettorale, se i media lo hanno tenuto in ombra, se i cittadini prima di votare non si sono potuti informare in proposito (non per loro disinteresse), quanto è onesto che i parlamentari europei o anche i governi agiscano come rappresentanti della volontà popolare su questa questione? Parlo di onestà intellettuale, ovviamente, non di correttezza sul piano "legale".

Non è un problema solo relativo al TTIP, dal mio punto di vista, è un problema più generale legato al modo di intendere la democrazia rappresentativa, che, anche per vicende come questa, è un sistema nel quale le persone mostrano sempre meno fiducia.

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  • 2 weeks later...
  • 1 month later...

L'iniziativa europea Stop TTIP ha raggiunto un nuovo record di firme, raccolte poco prima del voto decisivo al Parlamento europeo. Con 2 milioni di firmatari, è l'iniziativa dei cittadini europei di maggiore portata dall'introduzione di questo strumento nel 2012. Affinché un'iniziativa di questo tipo abbia successo, basterebbero la metà delle firme. Stop TTIP ha raggiunto il numero minimo di firme richiesto nei 14 Paesi membri, il doppio della quantità necessaria per ricevere una risposta ufficiale da parte della Commissione europea e un'audizione pubblica in Parlamento. Il 10 giugno 2015 questo voterà per la risoluzione relativa al TTIP. Michael Efler, membro del comitato di Stop TTIP ha commentato: "Due milioni di persone richiedono di fermare i negoziati sul TTIP e i membri del Parlamento europeo dovranno ricordarsene quando esprimeranno il loro voto. La bozza di risoluzione è debole, poiché prevede l'inclusione dello strumento di risoluzione delle controversie tra investitore e Stato all'interno del TTIP. Questo meccanismo consente alle multinazionali di denunciare i governi presso tribunali privati per qualsiasi azione statale che interferisca con gli investimenti e i riduca i profitti attesi: una pratica che minerebbe lo Stato di diritto e i principi democratici. Chiediamo al Parlamento europeo di respingere il TTIP perché costituisce una minaccia per la nostra democrazia e per gli standard di protezione dei diritti dei lavoratori, dell'ambiente e della salute pubblica. Come minimo, il Parlamento europeo dovrebbe assumere una chiara posizione contro l'ISDS (appunto risoluzione delle controversie tra investitore e Stato). Tutti i miglioramenti allo strumento ISDS che sono stati proposti dalla Commissione europea e dai socialdemocratici europei sono insufficienti. Il problema resta: l'ISDS darebbe vita ad un sistema giudiziario parallelo per gli investitori, non necessario, pericoloso per la democrazia e molto costoso per i contribuenti. Se la risoluzione non conterrà alcuna chiara dichiarazione contraria all'ISDS, il Parlamento europeo farà bene a respingerla nella sua interezza".

 

L'iniziativa Stop TTIP è portata avanti da un'alleanza di oltre 470 organizzazioni della società civile: associazioni per la protezione dei consumatori, gruppi ambientalisti e sindacati di tutti i Paesi europei. La raccolta delle firme continuerà fino in autunno per intensificare la pressione politica. Le iniziative dei cittadini europei di maggior successo finora sono state "Water Is a Human Right" e "One of Us" entrambe del 2013, con 1,8 milioni di firme ciascuna. La Commissione europea ha respinto Stop TTIP lo scorso autunno come iniziativa ufficiale. L'alleanza sta attualmente confutando tale decisione presso la Corte di Giustizia della UE e nel frattempo continua la raccolta di firme.

 

http://www.slowfood.com/sloweurope/it/trattati-di-libero-scambio-no-grazie/

 

https://stop-ttip.org/it/?noredirect=it_IT

Edited by Rotwang
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  • 5 weeks later...
Hinzelmann

Viste le persone citate nell'articolo

 

Cecilia Malmstrom ( commissaria )

Bernd Lange  ( relatore )

Martin Schulz ( presidente europeo )

 

Per motivi diversi da quelli per cui è criticato da GUE

secondo me c'è da temere una ennesima fregatura

per l'Italia ( complice la pressoché certa impreparazione

e ignoranza di Renzi e del governo italiano )

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  • 2 months later...

La Repubblica

 

I lavori per il Ttip, l'accordo di libero scambi tra l'Unione europea e gli Stati Uniti, procedono al rilento. Gli Usa, però, possono consolarsi con l'intesa raggiunta questa mattina con 11 Paesi del Pacifico sul Trans-Pacific Partnership (Tpp) dopo 9 giorni di intense trattative. L'intesa abbatterà le barriere al commercio e - secondo i negoziatori - aumenterà il lavoro e gli standard ambientali tra le nazioni che rappresentano circa il 40% della produzione economica mondiale. L'accordo dovrà essere approvato ora dal Congresso Usa e dai rispettivi governi degli altri 11 Paesi.

 

Tra i paesi asiatici è coinvolto il Giappone, ma non la Cina. L'ultima disputa risolta ha riguardato la protezione di brevetti farmaceutici, sulla quale insistevano gli americani. Trattative difficili sono inoltre avvenute sul settore auto, sui latticini e in generale sulla proprietà intellettuale. L'accordo alla fine apre mercati agricoli di Canada e Giappone e rende più severe la norme sui brevetti a vantaggio di società farmaceutiche e tecnologiche. Soprattutto crea un blocco per contenere la crescente influenza economica della Cina nella regione. Il patto rappresenta una sofferta vittoria per il presidente americano Barack Obama, che ne aveva fatto una priorità sfidando l'opposizione di esponenti del suo stesso partito democratico.

Non tutti, però, sono entusiasti dell'accordo. E in molti già denunciano che il libero scambio distruggerà posti di lavoro anziché crearne di nuovi. Nel dettaglio, l'accordo sul Tpp prevede l'eliminazione delle barriere tariffarie e non-tariffarie e l'adeguamento degli standard commerciali in una vasta area dell'Asia-Pacifico, associando l'economia statunitense a quella di altri undici Paesi: Australia, Brunei, Canada, Cile, Giappone, Malesia, Messico, Nuova Zelanda, Perù, Singapore e Vietnam. I partner si impegnano a cooperare anche sul fronte delle valute.

Obama però esulta: "Ho passato ogni giorno della mia presidenza a combattere per far crescere la nostra economia e rafforzare la classe media. In un momento in cui il 95% dei nostri clienti vivono fuori dai confini degli Stati Uniti, non possiamo far scrivere a paesi come la Cina le regole dell'economia globale. Dobbiamo scrivere queste regole, aprendo nuovi mercati ai prodotti americani e allo stesso tempo fissare alti standard per proteggere i lavoratori e conservare il nostro mercato". Poi il presidente ha aggiunto: "questo è quello che l'accordo raggiunto oggi ad Atlanta farà".

"La chiusura del negoziato è un passo fondamentale verso la costruzione di un'ampia area di libero scambio di importanza globale che, una volta concluso anche il Ttip metterà insieme il 63 per cento del Pil mondiale" dice in una nota il vice ministro allo Sviluppo economico Carlo Calenda: "E' una svolta fondamentale nella globalizzazione - sottolinea il vice ministro - che mira a un riequilibrio dei rapporti economici e commerciali rispetto alla prima fase della stessa. Per i Brics sarà molto più difficile continuare a indulgere in pratiche protezionistiche e di dumping. Ora dobbiamo lavorare rapidamente per completare il negoziato per il Ttip prima delle elezioni presidenziali americane".

Edited by Rotwang
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  • 6 months later...

 

La Repubblica

 

Sul fronte del commercio internazionale, il tour europeo del presidente americano, Barack Obama, è stato un fallimento. Tra i temi caldi affrontati dalla Casa Bianca con i partner europei c'era, infatti, quello del Ttip, il trattato di libero scambio tra gli Usa e l'Unione europea: l'obiettivo era quello di arrivare a un'intesa politica ai massimi livelli, mentre a New York continueranno i negoziati tecnici. Obama vuole chiudere sotto la sua presidente per lasciare un'importante legacy. L'Europa, però, non ha fretta. O meglio, da un lato Italia e Francia - insieme alla Spagna - vogliono un accordo profondo che garantisca un reale libero accesso ai mercati americani superando la norma "buy american" (quella che impone l'utilizzo del 50% di prodotti made in Usa per ogni appalto pubblico), ma soprattutto sul fronte alimentare chiedono la tutela delle denominazioni d'origine. Dall'altro, i Paesi nordici, con la Germania in testa, sono pronti ad accettare un'intesa quadro più leggera che liberi gli scambi sul fronte dell'industria e delle auto.

 

La Germania. D'altra parte il capogruppo della maggioranza di governo al Bundestag, Volker Kauder mette in guardia dal rischio di un fallimento del Ttip: "Ancora più imprese tedesche se ne andrebbero in America per produrre là" sostenendo che gli Stati Uniti cercherebbero di stringere accordi commerciali con altri paesi e "alla fine voglio vedere come funzioneremo come paese esportatore". E alla radio tedesca Deutschlandfunk, Juergen Hardt, coordinatore del governo tedesco per il Ttip ha ribadito che con il trattato "si vogliono aumentare gli standard e non diminuirli".

 

La Francia. Una tesi confutata dagli oppositori del trattato secondo cui, invece, la liberalizzazione degli scambi, diminuirà le tutele dei consumatori e dei cittadini. Sono, quindi, soprattutto i movimenti no global a tirare un sospiro di sollievo ascoltando il responsabile francese dei negoziati, Matthias Fekl, secondo cui la possibilità di concludere un accordo "si allontana. Non penso proprio che chiuderemo entro fine anno. Ci stiamo allontanando dall'opportunità, o dal rischio, ciascuno lo giudicherà, comunque ci allontaniamo dalla conclusione".

 

L'Italia. Frena anche l'Italia con il presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi che dice: "Siamo favorevoli al trattato e spingiamo perché si concluda nel rispetto di alcune specificità". Tradotto: il trattato deve rispecchiare le necessarie condizioni di reciprocità, trasparenza, sicurezza alimentare e libero accesso al mercato pubblico. Le stesse in mancanza delle quali anche Parigi dirà no. "Purtroppo il tempo non è dalla nostra parte" ha detto Obama che poi aggiunge: "Se non chiudiamo quest'anno, l'accordo sarà sepolto a lungo. Almeno fino alle fine delle tornate elettorali in Usa ed Europa".

 

Il nodo delle elezioni. L'anno prossimo ci saranno le elezioni in Francia, poi in Germania e in Italia e nel 2019 la Commissione europea andrà in scadenza."Credo che per il Ttip ci sarà ancora molto da attendere, almeno fino al 2020, i dossier aperti sono ancora troppi e con le primarie c'è un rallentamento", dice l'europarlamentare del Pd, Paolo De Castro, già ministro delle Politiche agricole che poi aggiunge: "Il Parlamento europeo non accetterebbe un accordo al ribasso, per l'Italia l'intesa sull'agricoltura sarebbe importantissima, soprattutto per contrastare il fenomeno dell'italian sounding. Basti pensare che negli Usa nove prodotti su dieci venduti come italiani in realtà non lo sono". 

 

I problemi sul tavolo. Se sul fronte della governance globale e della regolamentazione mancano solo pochi dettagli (tecnici e ed un input politico chiaro) per definire l'intesa, il vero problema concerne ancora l'accesso ai mercati. Sulle tariffe è stato raggiunto un accordo per la liberalizzazione del 97% dei prodotti, lo stesso vale per i servizi. Il nodo vero - sottolineano gli addetti ai lavori - riguarda gli appalti pubblici e l'agricoltura. Dopo oltre due anni di trattative le parti si sono scambiate una sola offerta, due mesi fa, sul tema appalti. Un tema sul quale la Germania si mostra piuttosto indifferente, ma che per la Commissione europea è cruciale per creare posti di lavoro. Gli americani - in un'ottica di piena reciprocità - non hanno problemi a riconoscere il libero accesso alle loro gare, ma non hanno intenzione di derogare alla legge "buy american": in sostanza chiunque può aggiudicarsi un appalto, ma il 50% dei prodotti utilizzati per i lavori deve essere americano. Come a dire che un'impresa europea per costruire un autostrada americana dovrebbe utilizzare solo cemento a stelle e strisce.

 

Una condizione inaccettabile per Bruxelles perché discrimina i prodotti europei, non crea lavoro nel Vecchio continente e non alimenta il Pil. Utile, quindi, solo per le multinazionali, ma in contrasto con gli obiettivi dichiarati dal Ttip che punta a una crescita dell'economia - a regime - nell'ordine di 120 miliardi di euro con l'aumento dell'occupazione. Dal punto di vista politico è proprio questa la difficoltà maggiore: quante concessioni è disposta a fare la Ue sul fronte dell'agricoltura e della tutela dei nomi in cambio dell'accesso ai mercati? Se gli Usa hanno un atteggiamento offensivo sul fronte alimentare, su quello degli appalti pubblici giocano con il "catenaccio". Ma senza una tutela delle denominazioni Igp e Doc, i prodotti europei che competono sulla qualità anziché sui prezzi ne uscirebbero ancora più danneggiati. 

 

I tribunali speciali. Altro nodo fondamentale da sciogliere riguarda il meccanismo di risoluzione delle controversie tra investitori (Isds), visto con preoccupazione in Europa perché considerato come un elemento di possibile revisione degli standard europei in materia di salute e ambiente. L'Ue per la prima volta ha posto il tema sul tavolo a febbraio nel round di negoziati di Bruxelles, con gli Stati Uniti che lo stanno ancora valutando. Insomma, la strada resta in salita, ma l'obiettivo dei negoziatori è arrivare a un testo consolidato entro luglio. 

Edited by Rotwang
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In generale i dazi doganali sono sempre nocivi e frenano la competitivita', l'innovazione e la crescita,economica alla fine. Nel caso particolare in questione non so i dettagli.

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