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Aumentare le ore scolastiche di storia e geografia


Rotwang

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https://www.youreduaction.it/aumentiamo-ore-di-storie-geografia-studenti-non-sanno-collocare-spazio-tempo/

Si dibatte continuamente sull’utilizzo della tecnologia a scuola, d’altro canto è impossibile non farlo dato che ormai uno smartphone o un tablet sono il prolungamento del nostro braccio.

Se è vero che internet e la tecnologia aiutano i ragazzi nell’apprendimento, d’altra parte li rendono più carenti in alcune materie spesso bistrattate a scuola, mi riferisco in maniera particolare alla geografia.

Perché studiare su una cartina politica i vari nomi delle città  e dei mari, oppure sapere quale regione confina con un’altra? In pochi click c’è Google Maps che ci spiega tutto. Ma questa non è forse una forma di pigrizia che, a conti fatti, potrebbe rendere vano lo studio della geografia in quanto materia?

In questo modo si corre seriamente il rischio che i ragazzi non sappiano collocare nello spazio gli avvenimenti studiati, ad esempio, in storia. Non si riesce ad apprendere dunque perché alcune guerre di confine sono state così importanti, rendendo quindi lo studio della storia meccanico, non comprendendo al cento per cento il significato delle vicende che si sono susseguite nei secoli.

Se la tecnologia è da considerare come un ottimo alleato per lo studente, non si deve dimenticare che non può essere un sostituto allo studio. La perdita di importanza che sta via via colpendo la geografia porta con se gravi ripercussioni nei ragazzi come, ad esempio, la perdita dell’orientamento (che hanno solo se in possesso di uno smartphone).

Forse è davvero il caso di incrementare lo studio della geografia per rendere gli studenti più consapevoli, di arricchirli di cultura generale e per fargli anche apprendere dove si sono svolte le vicende storiche. Senza uno studio approfondito di questa materia si rischia di perdere una parte importante di istruzione, venendo dunque sostituita da un semplice cellulare. Ritengo sia importante quindi ridare la giusta dignità ad una materia scolastica che rischia seriamente di scomparire.

Edited by Rotwang
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mah sì certo...aumentarle non sarebbe male (poi ci sono i problemi un po' dei finanziamenti......)

ma il punto è che la storia - per come viene insegnata nelle scuole e presentata nei libri di testo (pur con delle valide eccezioni) - è soprattutto storia politica...storia dei potenti.... quindi è una deformazione della vera storia..una nozione riduttiva..

il fatto è che i fatti politici sono strettamente interconnessi con quelli economici, sociali, culturali e antropologici. E non a caso esistono la storia sociale e culturale, che non sono semplicemente ''storia della società'' o ''storia della cultura''......la storia culturale per es. studia le rappresentazioni di una data classe ( la cultura ''operaia'' è diversa da quella 'borghese'')ed è per questo strettamente collegata con la storia economica e  con la storia sociale (che è un tentativo di fare sociologia della storia, volendo banalizzare.....)

quindi diamo spazi anche ad altri ambiti storici e vediamo come ne usciranno migliorati i ragazzi . Solo quando si affronta la storia a 360% la si può comprendere ed apprezzare a mio avviso.

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11 minutes ago, Olimpo said:

ma il punto è che la storia - per come viene insegnata nelle scuole e presentata nei libri di testo (pur con delle valide eccezioni) - è soprattutto storia politica...storia dei potenti.... quindi è una deformazione della vera storia..una nozione riduttiva..

Olimpo, su, un po' di realismo. Come puoi dare in pasto la storia culturale ai liceali? Con che mezzi, con quale tempo, con quali insegnanti.

Il massimo che ci si dovrebbe aspettare dalla attuale scuola superiore è un nozionismo scarno ma solido e un germe di relativismo storico-geografico. 

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1 minute ago, Bloodstar said:

Olimpo, su, un po' di realismo. Come puoi dare in pasto la storia culturale ai liceali? Con che mezzi, con quale tempo, con quali insegnanti.

Il massimo che ci si dovrebbe aspettare dalla attuale scuola superiore è un nozionismo scarno ma solido e un germe di relativismo storico-geografico. 

cos'è questo pessimismo cosmico nelle potenzialità intellettuali dei millenials?

(ci sarebbe da fare anche un lungo discorso sulle nuove esigenze degli alunni )

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14 minutes ago, Olimpo said:

cos'è questo pessimismo cosmico nelle potenzialità intellettuali dei millenials?

Non ho detto questo, sono anche io un millenial, per quanto il termine mi ripugni. Ad essere inadeguata è la scuola superiore, è verso di lei che sono irrimediabilmente pessimista.

Edited by Bloodstar
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mmhh..

discorso complesso -ah, qsa di come funziona la scuola ne so, visto che continuo ad avere teens stagisti al lavoro e una ventina di giorni l'anno curo dei seminari per i maturandi al liceo coreutico-

La riforma Moratti prima e quella Gelmini poi, che hanno partorito quel mostro aberrante che si chiama "geostoria" hanno semplicemente ammazzato le materie, accorpandole con programmi quanto meno generici al biennio delle superiori ed eliminando del tutto la geografia nel triennio (ma già prima al liceo non c'era, ad onor del vero).

Risultato? Se prendi un mappamondo e chiedi ad un liceale "indicami il Togo", prima fa un'espressione ebete, poi dice "ma sò i biscotti, sto paese non esiste, te lo sei inventato", poi comincia a girare il mappamondo cercandolo in asia, sudamerica, in mezzo all'oceano...

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davydenkovic90

Sulla storia, credo anche io che ad ogni ordine e grado dovrebbe essere resa più interessante e quindi non può essere un passare in rassegna tutti i re carolingi, che vengono puntualmente dimenticati  già nel pomeriggio successivo al compito in classe (dove si è preso 8 o 9)

ma deve per forza trattare di argomenti e temi che stimolino non solo un ragionamento e una riflessione utile a qualcosa, ma anche un interesse. Altrimenti non viene ricordato e tutto va in funzione del dato compito in classe e poi - per come è strutturata la nostra memoria - cancelliamo tutte le informazioni come se fosse cancellare una lavagna e non rimane nulla.

Trovo un po' ingiusto che un sistema scolastico ti obblighi a studiare a 15 anni Vuolvino e che per sapere chi fosse Billie Holiday tu debba aspettare di avere 25 anni ed esserti iscritto a un corso specialistico sull'argomento.

Detto questo, il problema della scuola italiana è, a mio avviso, enorme, e sta nell'aver mantenuto i vari indirizzi pro forma, quando poi in realtà tutte le scuole ormai si assomigliano, perché sono semplicemente un'acqua di rose di tutto, condita da lezioni di biologia  passare il test di medicina e di diritto per chi vuol fare giurisprudenza... Diplomifici che ti insegnano solo ad "essere sicuro di te" (quando i professori non sanno insegnare, premiano solo chi è più sicuro o chi ha la faccia tosta)

Io ho fatto ripetizioni a ragazzi di ragioneria, istituti tecnici, ecc. in anni recenti e sono rimasto a dir poco sconvolto dai voti che prendono in relazione a ciò che sanno (e cioè nulla).

Arrivando al punto della geografia, invece, trovo che sia una di quelle materie da scoprire molto presto, già all'asilo possibilmente i bambini dovrebbero prendere in mano un bell'atlante e appassionarsene, perché già quando sono piccoli possono facilmente capire determinati concetti, conoscere le diverse bandiere, ad esempio, e collocare i paesi sulla mappa.

Da togliere immediatamente, invece, chimica e fisica alle medie e primi anni del liceo. Fisica io la farei fare solo all'ultimo anno di liceo, perché anche per capire concetti apperentemente molto semplici come la velocità servono in realtà nozioni molto fini  (per un liceale) di geometria e analisi, per non dire trigonometria. Alla fine un liceale crede di aver capito qualcosa, si ricorda un "velocità uguale spazio fratto tempo" e invece non ha capito niente, e non è nemmeno colpa sua, ma di un sistema di insegnamento truffaldino e inadeguato, che prevede la fisica fin dal primo anno di liceo, per non dire medie, semplicemente come spot per scuole d'avanguardia, e invece sono scuole di imbecilli che non hanno rispetto non solo per la materia in sé ma neanche per chi dovrebbe apprenderla, che si ritrova - ripeto, non per colpa sua o per scarso impegno - in alto mare. E poi alla fine viene premiato chi spappagalla di più.

Ripeto, sulla geografia, penso sia importante educare fin da piccolissimi. 

Mi domando se, insieme alle lavagne elettroniche, nelle scuole elementari abbiano ancora le cartine geografiche dell'Italia o del Mondo, oppure se le hanno vendute tutte ai negozi vintage che a loro volta le rivendono a cifre pazzesche (le ho viste personalmente)

Ma tanto in Italia ci si preoccupa dei crocifissi, e l'IRC non manca mai, in ogni ordine e grado.

Edited by davydenkovic90
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8 minutes ago, davydenkovic90 said:

Sulla storia, credo anche io che ad ogni ordine e grado dovrebbe essere resa più interessante e quindi non può essere un passare in rassegna tutti i re carolingi, che vengono puntualmente dimenticati  già nel pomeriggio successivo al compito in classe (dove si è preso 8 o 9)

purtroppo il metodo nozionistico va di moda anche nelle università, in cui gli insegnanti si formano. Quindi è un problema generale. E' chiaro che le date e i nomi sono importanti, ma spesso diventano il fine dell'apprendimento.

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davydenkovic90
3 hours ago, Olimpo said:

purtroppo il metodo nozionistico va di moda anche nelle università, in cui gli insegnanti si formano. Quindi è un problema generale. E' chiaro che le date e i nomi sono importanti, ma spesso diventano il fine dell'apprendimento.

No, il fine dell'apprendimento è spesso prendere un bel voto, con tutte i benefici che questo porta all'allievo, all'insegnante, alla scuola. Talvolta questo legittima un sistema dove viene premiata la totale impreparazione. 

Faccio un esempio: un ragazzo all'ultimo anno del liceo che studia il flusso del campo elettrico. Idealmente dovrebbe aver avuto un professore di matematica serio che gli abbia spiegato cos'è una sommatoria, cos'è un prodotto scalare, ecc. in modo da poter studiare questo argomento con già alcune nozioni di base.

Nella pratica accade che queste nozioni di base non ci sono affatto, e allora lo studente meno motivato o più insicuro di sé non impara niente, si limita a vedere degli scarabocchi sul foglio e prendere un 3, che diventa magicamente 6 alla fine dell'anno. Lo studente, invece, che vuole avere 8 o 9, imparerà a memoria la formula senza assolutamente capire quello di cui si sta parlando, imparerà anche la data di nascita e morte di Gauss e il professore premierà le doti di pappagallo e tutti torneranno a casa felici e contenti, salvo poi dimenticare il giorno dopo tutto, come dicevo nell'altro post, come cancellare una lavagna dove non rimane niente. E in questo caso il professore non dovrebbe sentirsi bene, anzi, se io fossi in lui starei malissimo e non dormirei la notte: quello studente avrebbe preso 9 anche se ci fosse stata la bidella a insegnare matematica, non ha imparato niente, ha solo sacrificato inutilmente delle ore a memorizzare qualcosa di inutile che ha poi completamente cancellato dalla memoria, e tutto questo per colpa del sistema scolastico inappropriato ed eventualmente mia, di non essere stato un insegnante bravo abbastanza da fargli capire la profondità e l'importanza di un certo risultato.

All'università è vero, molte volte succede la stessa cosa, in determinate facoltà. E' il caso, ad esempio, di quelle facoltà come ingegneria o economia,  che sono spesso percorsi intrapresi (giustamente!) con l'obiettivo pratico di trovare un lavoro, iscriversi a un albo e quasi mai  seguendo anche un amore per la conoscenza nell' approfondire una data materia. Per cui troveremo senza difficoltà studenti che non capiscono niente di ciò che stanno studiando, che si spendono solo per imparare a memoria un quaderno,  e poi alla fine se ne escono con un bel voto ma - detto senza tanti giri di parole - senza aver capito una mazza.

Nel caso di altre materie, è evidentemente molto più semplice imparare a memoria una trama, dei nomi o due date piuttosto che capire il senso di una data opera letteraria, ovvero, porsi domande del tipo "perché questo autore ha scritto questa cosa?" oppure "perché questa data opera è importante nella letteratura italiana?" Giusto per fare alcuni esempi. Domande che, mi sembra, pochi studenti sono abituati a porsi.

Ho recentemente avuto una disavventura con un ragazzo alle prese con la tesina di maturità... Non mi dilungo su quanto io ritenga sciocchi i test di matematica del liceo scientifico. Mi limito a dire che ho intravisto questa tesina, ahimé, e l'ho trovata di uno squallore unico. Tesina fatta con l'unico bassissimo scopo di buttarla in caciara su temi di attualità (nella fattispecie, l'immigrazione) decontestualizzando e strumentalizzando qualunque argomento trattato. E alla fine ha preso anche un bel voto perché (testuali parole dell'insegnante) "almeno tu qualcosa hai detto, gli altri sono stati zitti".

Un altro problema del liceo secondo me sono i libri: sempre più grossi, sempre più prolissi per essere venduti maggiormente a prezzi altissimi. E al centro c'è solo l'autore avido del libro o la casa editrice. Alcuni di quei  libri sono meno utili di un libro di Fabio Volo: testi di matematica in 7-8 volumi per spiegare una manciata di argomenti che si potrebbero riassumere in pochissime pagine e sarebbero molto più comprensibili.

C'è veramente da preoccuparsi se, dopo 4 ore a settimana di matematica per cinque anni, dopo aver riempito una mensola di 200 euro di libri di matematica con 500 esercizi per ciascun volume in 7 volumi, uno non ha ancora capito la definizione di valore assoluto, di logaritmo o di radice quadrata. A volte sembra quasi che i libri del liceo uno li acquisti solo per rivenderli (mai aperti, la maggior parte) il giorno dopo la fine della scuola. E ricordo le sfuriate dei professori se ti dimenticavi il libro a casa. Ma erano necessarie?

Scusate l'OT.

Quelle della geografia, almeno a me, sembrano nozioni molto intuitive e visive, dato che si tratta di immagini, colori di bandiere, fiumi, montagne da vedere in foto e sulla cartina ecc. tutte cose perfettamente adatte ad essere apprese e interessare già ad un asilo o scuola elementare.

Edited by davydenkovic90
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La geografia si presta ad un insegnamento di base, cioè è una materia relativamente semplice

Il problema semmai è per quale motivo un bambino prima ed un ragazzino poi, il cui padre parcheggia regolarmente in divieto di sosta, perchè tanto non passa il vigile, dovrebbe studiare una materia bistrattata dagli stessi insegnanti - perchè nozionistica - non avendo paura di subire le conseguenze del fatto di non averla studiata. E questa era la situazione consolidata in Italia.

Cioè non essendo un insegnamento complesso, il problema non è che i ragazzi "non ci arrivano" è che non la studiano, in primo luogo chi insegna una materia dovrebbe apprezzarla ( e questo per la geografia non mi pare scontato ) in secondo luogo va saputa insegnare tenendo conto che una parte della classe probabilmente non è italiana e l'altra sì, una parte di classe può essere composta da bambini o ragazzini che il resto del paese l'ha visto solo in TV

Può sembrare una affermazione azzardata, ma una famiglia cinese che lavora h24-7gg su 7gg, è già tanto se porta il figlio a vedere il mare e può accadere che un ragazzino cinese di 18 anni non sia mai uscito fisicamente dalla Toscana

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@davydenkovic90 : hai ragione

purtroppo il problema della fisica è (anche) che viene insegnata da laureati in ingegneria....La mia prof era laureata in ingegneria, disprezzava il libro di testo (Ugo Amaldi), a lezione DETTAVA i suoi appunti e cercava di spiegarli, ma nella maggior parte dei casi erano un insieme di formule incomprensibili. Infatti gli studenti le imparavano a memoria e prendevano bei voti. Ma finito tutto oblio totale.

Non ricordo una materia più ''inutile'' della fisica delle superiori : per come viene insegnata , non perché la materia di per sé è inutile. Tra l'altro è pallosissimo dover memorizzare tutte quelle formule. 

Per quanto riguarda l'università è vero, il discorso vale forse di più per certe facoltà, ma non generalizzerei, nel senso che  a ''lettere'' si iscrivono (come anche una volta) gente che non sa dove andare; è una sorta di ripiego per molti. E poi un conto è amare la lettura, un conto è appassionarsi di Dante,Boccaccio, Petrarca ecc...  Quelli veramente appassionati sono pochi e quelli che non imparano a memoria ancor di meno.

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7 hours ago, davydenkovic90 said:

Quelle della geografia, almeno a me, sembrano nozioni molto intuitive e visive, dato che si tratta di immagini, colori di bandiere, fiumi, montagne da vedere in foto e sulla cartina ecc. tutte cose perfettamente adatte ad essere apprese e interessare già ad un asilo o scuola elementare.

sì ok, alle elementari puoi fare la gara a chi si ricorda tutte le provincie della Lombardia o della Sardegna,

però -per esempio- nei licei dovrebbe subentrare anche qualche elemento in più per capire il mondo attuale (visto e considerato poi che, con la globalizzazione che c'è, non è impossibile che più di qualche allievo finisca per andare a lavorare all'estero):

oltre a fiumi, clima & montagne, serv(irebb)e anche approfondire quella che io chiamo "geografia sociale", per capire come stiamo messi in giro per il pianeta ed approfondire le cause di tanti fenomeni (dai flussi migratori alle questioni geopolitiche); la controindicazione è che ci sono fin troppi elementi 'sensibili' che possono far incazzare certi genitori (esempio banale e lontano da noi: il muro al confine Messico - USA e l'interdipendenza tra i due stati: il caso Tijuana).

Capisco bene poi com'è che i prof evitino accuratamente di mettersi nei guai parlando di queste cose: l'invettiva di davidenkovic è corretta, ma manca quel dettaglio: mettiamo che -dopo tanti anni di precariato everywhere- finalmente ti danno una cattedra, addirittura vicino casa.

Sinceramente, anche considerando che non prendi tutto sto stipendione a N zeri, chi te lo farebbe fare di mettere a rischio quel minimo di certezze che hai conquistato per aver spiegato ai ragazzi che sti poracci cerano di scappare da questa parte del mediterraneo perchè a casa loro tra desertificazione, guerre, sfruttamento delle risorse da parte delle multinazionali, varie & eventuali fanno la fame?

[lo so, banalizzo, ci sono molti altri fattori in ballo; ma era per rendere l'idea]

Prova a fare un discorso del genere se qualche alunno c'ha genitori leghisti, fascio-bigotti, trumpiani eccetera. Se ti dice culo, ti becchi ispezione ministeriale, polemiche sui giornalacci di destra contro i 'cattivi maestri' che indottrinano i ragazzi, mail bombing assortite.

O vogliamo parlare dei genitori che ti prendono a pugni se per disgrazia hai dato un meritatissimo 4 meno meno a quell'ebete del figlio?

Edited by freedog
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la geografia sociale si studia molto alle medie..... peccato poi che non si prosegua.

Cioè io almeno ricordo di averla studiata alle medie.. insieme ai concetti di globalizzazione ecc... Forse perché avevo un' insegnante molto preparata, che non a caso era di Roma ahah

Ed in effetti io la trovo anche molto più interessante rispetto alla geografia fisica.

 

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davydenkovic90
1 hour ago, Olimpo said:

@davydenkovic90 : hai ragione

purtroppo il problema della fisica è (anche) che viene insegnata da laureati in ingegneria....La mia prof era laureata in ingegneria, disprezzava il libro di testo (Ugo Amaldi), a lezione DETTAVA i suoi appunti e cercava di spiegarli, ma nella maggior parte dei casi erano un insieme di formule incomprensibili. Infatti gli studenti le imparavano a memoria e prendevano bei voti. Ma finito tutto oblio totale.

Ho vissuto una situazione identica: professore laureato in ingegneria e Amaldi. Peraltro l'Amaldi è l'esempio calzante di "libro inutilmente prolisso", a tratti sembra quasi un libro di pettegolezzi sulla fisica, più che un vero libro di fisica.

Il dramma della fisica del liceo è che, se inizi a insegnarla già al primo anno di superiori (per non dire medie) la devi per forza accostare alla biologia e alla chimica e studiarla come quelle materie lì, mentre la fisica deve essere studiata a partire dal linguaggio matematico, altrimenti resta un pettegolezzo arido e vuoto, fatto di stupide figurine o esperimenti che non servono a niente.

Per Freedog.

Nel topic si lamentava il fatto che gli studenti non sanno localizzare sulla cartina le varie nazioni o città.. Che poi si affrontino o meno temi "scottanti", è un altro discorso che volendo si può anche affrontare. Non vedo questo tipo di remora da parte degli insegnanti, cioè, tranquillamente si parla di immigrazione, globalizzazione, fascismo, torri gemelle e quant'altro. 

Il problema è quando l'insegnante vuole fare un programma ampio, fuochi d'artificio, e poi invece viene fuori che gli studenti non hanno capito neanche pagina uno. Che succede a quel punto? Che, come dicevo nell'altro post, nessuno sa niente, vanno avanti quelli con la faccia più tosta e più testardi di stare lì e imparare a memoria qualcosa che si dimenticano il giorno dopo... e se poi vai a chiedere nessuno sa cos'è il valore assoluto, nessuno sa cos'è un logaritmo, niente di niente. Quando naturalmente questi hanno fatto derivate, integrali, equazioni differenziali e numeri complessi (almeno stando al programma) Cioè, c'è qualcosa che non va, in questo modo di insegnare. 

Io sono un fautore del "meglio poco ma buono", ovvero, inutile dare a un ragazzo 50 pagine di matematica dall'oggi al domani da spappagallare, o che uno impari a fare le derivate come fossero il Sudoku.

Io gli do una definizione o un teorema (tre righe) e pretendo che lui lo capisca. Che ci metta un'ora o una settimana per capire quelle tre righe, non importa, per me può capire anche solo quelle tre in cinque anni di liceo e ne saprebbe molto di più del 90% degli studenti appena diplomati.

  L'importante è partire da qualcosa di rigoroso e soprattutto di vero. Se uno parte -  quando va bene - da "il valore assoluto di x è x" o "il seno è la y dell'angolo" , e poi passa i pomeriggi a cercare di imparare a memoria un procedimento standard di risoluzione degli esercizi, per me è meglio se occupa le sue giornate e la sua adolescenza a fare delle belle partite a calcio, a limonare con la fidanzatina nel parco e godersi il fiore degli anni. E a fare i calcoli ci pensano le calcolatrici.

Io lo dico sinceramente, anche facendo ripetizioni mi capitano spesso ragazzi anche molto bravi, che di solito si rivolgono a me non per disperazione ma per avere un buon voto nell'unica materia dove sono carenti. E ho notato che i benefici più grandi li hanno quando spieghi loro che concetti come valore assoluto, logaritmo, esponenziale, limite, funzione ecc. non sono cose da prendere tanto alla leggera, ma necessitano di una loro collocazione rigorosa, altrimenti si rimane lì impantanati a vita e si è sempre impreparati ad affrontare il prossimo argomento.

Una domanda che spesso rivolgono gli studenti liceali in matematica è: "ma a che serve questo?" Più che altro quello che loro si stanno chiedendo non è tanto a che serve, perché che la matematica è servita a un sacco di cose fin dalle prime forme di civiltà sumere, babilonesi e quant'altro, è un'ovvietà e non bisogna certo ricordarglielo. Loro si chiedono a che serve studiare così certi argomenti. A che serve introdurre il concetto di limite se tanto è semplicemente sostituire alla x il valore e poi fare il giochino delle frazioni da far tendere a zero o dei  due carabinieri... E' che non capiscono cos'è un limite! Perché è un concetto talmente fine per un liceale, e anche per la maggior parte dei professori ingegneri, che non viene né trasmesso né appreso, e questo è ingiusto sia nei confronti della materia, che diventa una farsa, sia nei confronti di quei bravi studenti che mettono a disposizione dello studio il proprio tempo libero sacrificando talvolta anche cose importantissime come lo sport, la famiglia, gli amici, che spesso quei coglioni di professori ti chiedono di mettere da parte perché "la scuola viene prima di tutto". Be', per quanto mi riguarda, non la scuola attuale. Se avessi un figlio mi preoccuperei che studiasse il meno possibile.

Edited by davydenkovic90
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22 minutes ago, davydenkovic90 said:

Se uno parte -  quando va bene - da "il valore assoluto di x è x" o "il seno è la y dell'angolo" , e poi passa i pomeriggi a cercare di imparare a memoria un procedimento standard di risoluzione degli esercizi, per me è meglio se occupa le sue giornate e la sua adolescenza a fare delle belle partite a calcio, a limonare con la fidanzatina nel parco e godersi il fiore degli anni. E a fare i calcoli ci pensano le calcolatrici.

ahahah vabbe' davy pero' devi anche considerare che alcuni ragazzi vogliono semplicemente "uscirne vivi" e nella vita sono interessati ad altro. 

Limonare con la fidanzina e giocare a calcio non ti garantiscono un 5/6 al prossimo compito in classe. Imparare qualcosetta a memoria senza capirlo si'.

Sono d'accordo con quello che hai scritto..ma non nasciamo tutti con la passione per lo studio. 

Comunque, restando in tema. Mi ha colpito un articolo che ho letto sul National Geographic di recente..in cui si parlava della foto che tempo fa fece discutere di un orso polare denutrito. Questa:

Image result for polar bear national geographic climate change

Il dibattito si concentro' sul fatto che il riscaldamento globale sta distruggento l'habitat degli orsi polari ecc.. (cosa che in realta' chi ha scattato la foto non voleva fare,.. ma questo non c'entra... leggetevi l'articolo se volete capire).

e nell'articolo l'autore della foto racconta come a seguito di quello scatto numerose persone gli abbiano mandato dei massaggi per chiedergli come mai non avesserero portato l'orso da un veterinario, o perche' non gli avessero dato del cibo... tutte cosa che gli hanno fatto capire come le persone siano completante scollate e lontane da qualsiasi idea di contestualizzazione geografica, di consapevolazza dei cicli naturali. 

Una massa di ebeti che non sanno mai dove si trovano. 

A me piacerebbe che si insegnasse consapevolezza geografica. 

Sono a lavoro e ho scritto di merda scusate

Edited by Beppe_89
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Concordo pienamente con te, Davy. Io ho fatto un istituto tecnico di infimo grado, studiando giusto qualche cazzata a memoria per sfangare i compiti in classe di fisica e matematica, dove prendevo con regolarità voti completamente sfalsati rispetto alla mia reale preparazione. Ho speso gli anni delle superiori essenzialmente a leggere libri per conto mio e a cercare di darmi una preparazione musicale (cosa per cui non sono minimamente portato, peraltro).

Da un tipo di scuola imbarazzante come la mia cosa ci si può aspettare? Non c'erano proprio i presupposti per tentare un insegnamento ragionato della storia e della geografia. Al massimo si può ambire ad un nozionismo di buon livello tanto per stupire mezz'ora in future conversazioni.

Edited by Bloodstar
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davydenkovic90
1 minute ago, Beppe_89 said:

ahahah vabbe' davy pero' devi anche considerare che alcuni ragazzi vogliono semplicemente "uscirne vivi" e nella vita sono interessati ad altro. 

Limonare con la fidanzina e giocare a calcio non ti garantiscono un 5/6 al prossimo compito in classe. Imparare qualcosetta a memoria senza capirlo si'.

Sono d'accordo con quello che hai scritto..ma non nasciamo tutti con la passione per lo studio. 

Forse non hai capito quello che ho scritto.  Io dicevo: ben venga che vadano a fare altro i ragazzi, se la scuola deve far perdere loro tempo a imparare pettegolezzi, procedimenti, trame di libri o liste della spesa di categorie filosofiche con l'unico obiettivo di avere un voto più alto.

Potremmo fare una scommessa: chiedere a 100 ragazzi la definizione di valore assoluto. Io credo che almeno il 90% non saprebbe rispondere.  (perché è quello che ho visto). E quei pochi che ti rispondono, poco dopo ti dicono che il valore assoluto di x è x. Questo è l'ABC, che loro non sanno nonostante averci fatto 800 esercizi sopra, speso centinaia di ore in classe e centinaia di euro in libri di testo.

Ma piuttosto, dico io, meglio imparare una definizione di una riga, ma che sia un'informazione vera e puntuale, e poi il resto delle ore che se ne vadano a passeggio con la fidanzata. Secondo me è un dovere dell'insegnante dare informazioni vere e puntuali, prima di tutto, non schiavizzare gli alunni, non mettere al centro del proprio insegnamento la propria incompetenza, non fornire mezze verità o pettegolezzi facendo programmi sconfinati solo per far vedere al preside, ai colleghi o ai genitori quanto siamo belli e bravi.

Poi, come tutte le cose che si imparano nella vita, chi vuole, può approfondire e usare in seguito per studi successivi. Chi non vuole, se la tiene lì nel suo bagaglio di conoscenze.

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On 8/2/2018 at 11:31 AM, freedog said:

Risultato? Se prendi un mappamondo e chiedi ad un liceale "indicami il Togo", prima fa un'espressione ebete, poi dice "ma sò i biscotti, sto paese non esiste, te lo sei inventato", poi comincia a girare il mappamondo cercandolo in asia, sudamerica, in mezzo all'oceano...

Sapere la posizione del Togo é una nozione totalmente inutile. 

Certo storia e geografia sono materie importanti ma credo sia fondamentale implementarne altre, come educazione civica (magari al posto di ginnastica, che é totalmente inutile). 

Il sistema italiano fa schifo e storia viene insegnata malissimo e si riparte da capo sia in prima media sia in prima superiore col risultato di una enorme perdita di ore. Basterebbe insegnarla meglio per ottenere risultati, anche senza un aumento di ore. 

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13 minutes ago, faby91 said:

storia viene insegnata malissimo e si riparte da capo sia in prima media

in prima media ora ripartono dal medioevo, chè -dicheno- la storia greca e romana l'hanno fatta alle elementari.

col risultatone che i beoti italici pensano che i vari polpettoni ammericani sò la cronaca minuto x minuto della Roma imperiale

PS: cmq quella sul Togo si chiama metafora, eh... non prende sempre tutto alla lettera

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Alcuni professori hanno la vitalità di una patata lessa, sfatta, che in aggiunta all'impaginazione della editoria italiana e le fotografie scattate da fotografi sconosciuti nel 1996 (perché i libri ogni hanno cambiano edizione ma cambiano solo i titoli dei capitoli per far vendere copie, e non il contenuto) e alla mancanza di laboratori e gite scolastiche affascinanti alla scoperta del territorio regionale e nazionale fa venire voglia di collegarsi uno spinotto nel cervello e trasferirsi mentalmente nell'iperinternet per sempre.

Edited by Sorgesana
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Ci sarebbe tanto da dire. Ma non sono d'accordo su molte cose qui scritte.

Dico solo che la stragrande maggioranza di chi a scuola insegna Storia e Geografia non è una persona laureata e specializzata in queste due scienze.

Solitamente, sono insegnate da chi ha fatto studi in Lettere Moderne/Classiche oppure Filosofia (per una semplice questione di cfu abilitanti e necessità di coprire più materie con lo stesso docente): già questo impedisce che i docenti prendano sul serio l'insegnamento delle due materie, spesso schiacciate per dar spazio a Italiano, Latino, Greco Antico e Filosofia (gerarchicamente ritenute più importanti).

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Layer, lasciamo perdere. Non farmi ricordare il numero esorbitante di CFU di filosofia che dovrò incamerare per poter anche solo accedere all'insegnamento. Non farmi ricordare le palesi storture che si perpetuano (almeno alla Sapienza) nel conseguimento di tali CFU.

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8 hours ago, Layer said:

la stragrande maggioranza di chi a scuola insegna Storia e Geografia non è una persona laureata e specializzata in queste due scienze.

Solitamente, sono insegnate da chi ha fatto studi in Lettere Moderne/Classiche oppure Filosofia (per una semplice questione di cfu abilitanti e necessità di coprire più materie con lo stesso docente):

sì, se non fosse che per insegnarle devi aver fatto esami sulle materie in questione (altrimenti non puoi manco accostarti alla classe di insegnamento la A050-51-52):

col vecchio ordinamento dovevi aver dato geografia, storia romana, medioevale, moderne e contemporanea (5 esami sui 20 curricolari; poi mettici le varie letterature [latina, greca, medioevale, moderna, contemporanea], pedagogia & filosofia e più di metà del piano di studi era in pratica obbligatorio);

col nuovo ordinamento e col sistema di crediti è cambiato poco, vedi schema a sto link

http://www.edscuola.it/archivio/ped/ad9.pdf 

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2 minutes ago, freedog said:

sì, se non fosse che per insegnarle devi aver fatto esami sulle materie in questione (altrimenti non puoi manco accostarti alla classe di insegnamento la A050-51-52):

Certamente ci sono casi più gravi, il principale dei quali è stato l'insegnamento dell'inglese, perchè in quel caso l'aver sostenuto uno o due esami all'università non ti consente di saper insegnare una materia così complessa ed il risultato è stato: generazioni di studenti che l'inglese lo sapevano, se se lo studiavano per conto loro

Diciamo che la geografia - di per suo - non sarebbe un insegnamento talmente complicato da non consentire ad un insegnante con una buona preparazione di base ed una intelligenza media, cose che almeno ai miei tempi erano ancora garantite, di colmare il gap ( in teoria )

Il problema è che questi insegnanti disprezzavano la geografia, oppure la sacrificavano perchè se hai una cattedra in italiano-latino-greco-storia e geografia, questa ultima è predestinata ad essere materia zerbino, cioè se in teoria avrebbero potuto essere buoni insegnanti di geografia, nella pratica non lo erano

Non che storia non fosse sacrificata a filosofia nei licei classici...la geografia però era bistrattata

La realtà è che il reclutamento degli insegnanti e la composizione delle cattedre ha sempre funzionato per facilitare il lavoro agli apparati burocratici che dovevano reclutare e assegnare, piuttosto che per migliorare il servizio reso ( cioè al ministero, ai provveditorati etc )

Il chè in termini di diritto amministrativo significa far prevalere le esigenze dell'organizzazione amministrativa, di apparato,  su quelle della funzione amministrativa il cui fine dovrebbe essere il buon insegnamento. E' un difetto strutturale che si riproduce ad ogni livello e di fronte ad ogni problema

E' del tutto evidente che l'organizzazione dovrebbe adeguarsi alla funzione, perchè la funzione garantisce il risultato e non viceversa

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2 minutes ago, Hinzelmann said:

La realtà è che il reclutamento degli insegnanti e la composizione delle cattedre ha sempre funzionato per facilitare il lavoro agli apparati burocratici che dovevano reclutare e assegnare, piuttosto che per migliorare il servizio reso ( cioè al ministero, ai provveditorati etc )

Il chè in termini di diritto amministrativo significa far prevalere le esigenze dell'organizzazione amministrativa, di apparato,  su quelle della funzione amministrativa il cui fine dovrebbe essere il buon insegnamento. E' un difetto strutturale che si riproduce ad ogni livello e di fronte ad ogni problema

E' del tutto evidente che l'organizzazione dovrebbe adeguarsi alla funzione, perchè la funzione garantisce il risultato e non viceversa

verissimo.

e nonostante ciò i burocrati sanno essere IN QSI UFFICIO SIANO (non solo nei provveditorati) di una lentezza esasperante!

-per tacer della loro spocchia, del tipo "se ti serve quella carta-permesso-documento sotto di me devi passà!-

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Saramandasama
7 minutes ago, Hinzelmann said:

Certamente ci sono casi più gravi, il principale dei quali è stato l'insegnamento dell'inglese, perchè in quel caso l'aver sostenuto uno o due esami all'università non ti consente di saper insegnare una materia così complessa ed il risultato è stato: generazioni di studenti che l'inglese lo sapevano, se se lo studiavano per conto loro

Diciamo che la geografia - di per suo - non sarebbe un insegnamento talmente complicato da non consentire ad un insegnante con una buona preparazione di base ed una intelligenza media, cose che almeno ai miei tempi erano ancora garantite, di colmare il gap ( in teoria )

Il problema è che questi insegnanti disprezzavano la geografia, oppure la sacrificavano perchè se hai una cattedra in italiano-latino-greco-storia e geografia, questa ultima è predestinata ad essere materia zerbino, cioè se in teoria avrebbero potuto essere buoni insegnanti di geografia, nella pratica non lo erano

Non che storia non fosse sacrificata a filosofia nei licei classici...la geografia però era bistrattata

La realtà è che il reclutamento degli insegnanti e la composizione delle cattedre ha sempre funzionato per facilitare il lavoro agli apparati burocratici che dovevano reclutare e assegnare, piuttosto che per migliorare il servizio reso ( cioè al ministero, ai provveditorati etc )

Il chè in termini di diritto amministrativo significa far prevalere le esigenze dell'organizzazione amministrativa, di apparato,  su quelle della funzione amministrativa il cui fine dovrebbe essere il buon insegnamento. E' un difetto strutturale che si riproduce ad ogni livello e di fronte ad ogni problema

E' del tutto evidente che l'organizzazione dovrebbe adeguarsi alla funzione, perchè la funzione garantisce il risultato e non viceversa

Confermo sulla non preparazione degli insegnati di inglese italiani.

Ho avuto un flirt con un futuro insegnante di inglese danese, il cui inglese già era di livello eccelso, ma spiegandomi la preparazione all'insegnamento dell'inglese a cui era sottoposto.. veramente impressionante. Esami su esami  per insegnare l'inglese come seconda lingua.

Parlando in ambito accademico italiano, ho esperienza di insegnanti di lingue universitarie a livello specialistico(traduzione specialistica) che hanno alle spalle semplici esami di lingua(non traduzione, ché è cosa diversa) e un dottorato in lettetatura)..

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davydenkovic90
2 minutes ago, Saramandasama said:

Confermo sulla non preparazione degli insegnati di inglese italiani.

Ho avuto un flirt con un futuro insegnante di inglese danese, il cui inglese già era di livello eccelso, ma spiegandomi la preparazione all'insegnamento dell'inglese a cui era sottoposto.. veramente impressionante. Esami su esami  per insegnare l'inglese come seconda lingua.

L'inglese e il danese sono due lingue molto simili, entrambe germaniche (l'inglese lo è in prevalenza) perciò è naturale che sia richiesta più preparazione e ci sia maggiore concorrenza fra traduttori, insegnanti, ecc. di inglese danesi piuttosto che italiani o spagnoli o portoghesi, per dire. 

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Saramandasama

Non c'entra un cazzo l'appartenenza alla stessa famiglia linguistica. 

Non stiamo parlando di fare lezioni private. Per insegnare una lingua a livello accademico c'è bisogno di preparazione di base  specifica.

Poi sarebbe vero il contrario, uno spazzino danese ha lo stesso livello di inglese di un insegnante delle elementari italiano. Dovrebbe essere l'italiano a specializzarsi maggiormente, viste le lacune evidenti anche in ambito molto alto.

In ogni caso è più simile l'italiano allo spagnolo che non il danese all'inglese.

Non diciamo cazzate tanto per dirle. Il fatto che in Nord Europa sappiano bene l'inglese prescinde dal fatto che le loro lingue appartengano alla stessa famiglia linguistica. Sono altre le ragioni. Le stesse per cui in Albania molti parlino l'italiano meglio che in alcune aree del Sud Italia.

L'inglese lo è al 100% germanica.

Edited by Saramandasama
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