Pugsley Posted 22 hours ago Posted 22 hours ago Si è spento ad 81 anni il prof. Francesco Gnerre, autore, tra l'altro, di L’eroe negato. Omosessualità e letteratura nel Novecento italiano https://www.lastampa.it/rubriche/diversity-editor/2025/07/18/news/francesco_gnerre_morto_saggista_italiano-15237112/ Voglio ricordarlo per un aneddoto qui raccontato, su questo libro. A me ha colpito molto. Qui c'è la sua intervista più significativa http://www.paradisodegliorchi.com/Francesco-Gnerre.35+M5ee4525e035.0.html Stralcio significativo dell'intervista. «Nel 198...e qualcosa, io pischello andavo talvolta a Milano, per rovistare nelle librerie della città operosa. Incontrai, in una di queste visite, una fiera del libro d'occasione, e acquistai il Suo "L'eroe negato". Era il Suo primo saggio? Come venne alla luce? Cosa significò?Che successe, poi? Sì, era il mio primo saggio e per spiegarne l'origine debbo andare un po' indietro, ai miei anni universitari. Dopo aver sostenuto l'esame di letteratura moderna e contemporanea col professor Debenedetti, mi feci coraggio e gli dissi che avrei voluto laurearmi con lui. Fu molto gentile. Quando però mi chiese se avevo già un mente un argomento, cominciai a farfugliare qualcosa che aveva a che fare con poeti maledetti, problemi di censura, rappresentazioni di aspetti non conformi di sessualità, feci perfino il nome di Pier Paolo Pasolini che allora era come pronunciare una parolaccia. Non pronunciai la parola "omosessualità", ma credo che lui abbia capito tutto, mi disse che, anche se ancora un po' confuso, l'argomento era interessante, si trattava di articolarlo e circoscriverlo meglio. Mi diede appuntamento a ottobre. Durante l'estate Debenedetti morì e il professore che gli subentrò alla cattedra di letteratura moderna e contemporanea mi fece capire che non era proprio aria. Lasciai perdere e mi laureai in storia romana. Non potevo permettermi di continuare a fare lo studente, avevo bisogno di lavorare. Mi laureai nel 1969 e nel 1970 insegnavo già in un liceo. L'idea però di riprendere quel discorso sulla letteratura e l'omosessualità non mi aveva abbandonato e così, quando ormai ero insegnante, mi iscrissi a Sociologia non per fare il sociologo (un lavoro già lo avevo e mi piaceva), ma per riprendere quel discorso interrotto. Mi laureai in sociologia della letteratura con la prof. Graziella Pagliano con una tesi sul personaggio omosessuale nella narrativa del dopoguerra. Quel mio primo saggio, del 1981, è la rielaborazione di quella tesi. Certo quando a metà degli anni Settanta ho parlato a Graziella Pagliano della mia idea di una tesi sull'omosessualità, tremavo egualmente, ma ero un po' più sicuro di me, anche se l'argomento era ancora tabù. Debbo dire però che la prof. Pagliano è stata straordinaria, non solo mi ha aiutato, ma mi ha incoraggiato. Si trattava di provare a vedere se la repressione antiomosessuale (oggi diremmo l'omofobia) trovi un rispecchiamento anche nella letteratura o se invece nella letteratura possiamo trovare la destrutturazione dei modelli dominanti e una visione più problematica, se non liberatoria, dell'omosessualità. La stessa professoressa Pagliano, dopo la laurea, mi disse che avremmo dovuto proporre la pubblicazione della tesi. Io non avevo mai pensato di pubblicare un mio libro. Qualcuno mi parlò della Gammalibri di Milano, spedii il dattiloscritto e pochi giorni dopo mi telefonò Domenico Nodari per dirmi che gli era piaciuto e che lo pubblicava. Il libro riscosse un certo successo, almeno in certi ambienti, ebbe, tra le altre, una recensione entusiasta di Domenico Starnone sul "Manifesto", di Dario Bellezza su "Paese Sera", di Elio Pecora sull' "Espresso", fui invitato al Cassero di Bologna a presentarlo, mi scrisse entusiasta Giovanni Dall'Orto, allora giovane militante del movimento gay italiano ai suoi primi passi. Sempre con la Gammalibri curai qualche anno dopo una antologia di racconti gay, ma tutto restava nell'ambito del movimento o nelle immediate vicinanze. Le possibilità di interessare un pubblico più vasto erano nulle e io cominciai a dedicarmi ad altro. Intanto insegnavo, sempre in un liceo, e cominciai a occuparmi di didattica e di testi scolastici». Quote
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