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Forse è vero che gli uomini nascono tutti omosessuali e solo per necessità riproduttiva divengono eterosessuali...🤔

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LoveLilAbner
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On 5/4/2025 at 7:07 PM, flix said:

😐🤫

Hai visto giusto anche tu allora! Ne ho conosciute tante io di checche omofobe .. che andrebbe sciolte nell'acido😁

Per curiosità .. di dove sei tu? Sempre se ti va di dirlo .. ovvio.

 

Si checche omofobe è il termine esatto. Ti ho mandato messaggio pvt. 

Quanto al conclave, io prego perché ci sia un Papa perlomeno un po' indulgente con noi come Francesco.

Posted
12 minuti fa, LoveLilAbner ha detto:

io prego perché ci sia un Papa perlomeno un po' indulgente con noi come Francesco.

Ma questo non è l'anno dell'indulgenza plenaria? Che vuoi di più?🤔

LoveLilAbner
Posted (edited)

Si ma vale solo per il passato per i peccati successivi no, ovviamente 😉

Edited by LoveLilAbner
Posted
On 5/4/2025 at 9:34 PM, marco7 said:

può anche essere entrambe le cose, anzi probabilmente è così.

No! Essere scemo e fare lo scemo si escludono reciprocamente. Non è da escludere invece che uno scemo possa ottenere qualche buon risultato, se la sua scemenza spaventa tanto quelli con cui ha a che fare, da indurli ad assecondarlo almeno in parte per evitare danni maggiori.  E qui si arriva al caso di quello che non è scemo, ma fa lo scemo proprio sperando di sfruttare la paura altrui per gli atti inconsulti d'uno che sembra del tutto scemo.  Tutto considerato penso (ma forse più che altro spero...) che Trump non sia scemo.  Però non ci metterei la mano sul fuoco.🥶

10 minutes ago, LoveLilAbner said:

Si ma vale solo per il passato per i peccati successivi no, ovviamente

Puoi pure aspettare la prossima... E poi c'è sempre la procedura ordinaria con penitenza, confessione e assoluzione.

Posted
13 minutes ago, Omocrazia said:

Essere scemo e fare lo scemo si escludono reciprocamente.

no.

chi è scemo spesso non sa di essere scemo, non se ne rende conto e non lo sa.

questo non significa che possono ugualmente mettersi a fare il scemo.

LoveLilAbner
Posted

Eh già ma sai da quanto non mi confesso ? Ecco perché spero in un papa almeno indulgente ... poi non c' è limite alla provvidenza - però attenzione noi la intendiamo come gaya e molti come tradizionalista/omofoba. 

Posted
4 minutes ago, marco7 said:

chi è scemo spesso non sa di essere scemo, non se ne rende conto e non lo sa.

Ovvio, se no, non sarebbe scemo! Se uno si rende conto d'essere scemo, già non è più scemo.  

5 minutes ago, LoveLilAbner said:

Eh già ma sai da quanto non mi confesso ? Ecco perché spero in un papa almeno indulgente

Eh va beh, ma tu vuoi l'indulgenza piena e il papa ubriaco!  😁

LoveLilAbner
Posted
14 hours ago, Omocrazia said:

Ovvio, se no, non sarebbe scemo! Se uno si rende conto d'essere scemo, già non è più scemo.  

Eh va beh, ma tu vuoi l'indulgenza piena e il papa ubriaco!  😁

🙂 non mettiamo limiti alla provvidenza gaya, sognare non costa nulla, purché non un' altra benny no no no

Posted

Si chiude il portone della Cappella Sistina. I 133 cardinali elettori dalla sera del 7 maggio sono chiamati al più grande compito di un porporato, eleggere il nuovo Papa. Da quando Francesco è morto l’attenzione è puntata su alcuni cardinali più in vista, più conosciuti, più autorevoli, e quindi capaci di attrarre consensi, anche perché in gran parte i cardinali tra loro non si conoscono. I nomi sono in effetti molti più di altre volte, certamente rispetto al 2013 e ancora più sul 2005. Questa volta la “rosa” – solo di natura mediatica – è divisa tra cardiali “curiali”, che hanno quindi incarichi di vertice nella Curia Romana, e “pastori”, arcivescovi di diocesi. La storia della chiesa ha visto salire al soglio di Pietro cardinali di diversa provenienza: per esempio Joseph Ratzinger era stato per molti anni prefetto della Dottrina della fede, quindi “curiale”, ma prima di essere chiamato a Roma era stato arcivescovo di Monaco. Eugenio Pacelli invece non era mai stato vescovo di diocesi, ma nunzio apostolico e poi Segretario di Stato, e Paolo VI a lungo alto esponente della Curia e poi mandato Milano, che fu poi la svolta per la sua elezione successiva. La novità del 2025 è che uno dei nomi di maggior peso per l’elezione è quello di Pietro Parolin, Segretario di Stato dal 2013, diplomatico di carriera, e non ha mai ricoperto in incarico in diocesi, anche se la sua esperienza lo ha messo in contatto continuamento con la base.

“Curiali” sono anche Luis Tagle, filippino, che ha comunque alle spalle anni alla guida della grande diocesi di Manila: dal 2019 è alla guida del dicastero per l’Evangelizzazione dei Popoli, e per anni è stato presidente della Caritas Internationalis, che nel 2022 Bergoglio decise di commissariare per cattiva gestione. Tagle è molto presente sui social, ha una forte carica di empatia e questo lo pone in vantaggio, ma non tutti la pensano così. Inoltre ha la madre cinese, e nei rapporti con Pechino, avviati da Francesco dopo anni di tentativi, questo elemento è difficile da valutare ad oggi, se sia un vantaggio o meno.

Per diversi osservatori nella prima votazione che si terrà la sera del 7 maggio questi potrebbero essere i due nomi votati – Parolin e Tagle - assieme a pochi altri, come Matteo Zuppi, presidente della Cei e “pastore”, con una storia personale tra parrocchie, diocesi e Comunità di Sant’Egidio. Ma un altro nome in forte crescita di consensi è certamente quello di Jean Marc Aveline, arcivescovo di Marsiglia, da poche settimane presidente della Conferenza Episcopale francese, nato ad Algeri, e una storia personale spesa soprattutto nella pastorale dei migranti, tanto che Francesco ha compiuto a Marsiglia l’unico viaggio nella Francia continentale. Una nota: era stato detto che non parlava italiano, ma invece la domenica 4 maggio ha celebrato la messa in italiano.

Altri nomi potenziali della prima votazione: Mario Grech, maltese, Segretario generale del Sinodo (quindi un curiale), con un passato di vescovo nel suo paese: in passato aveva avuto posizioni molto dure verso il mondo Lgbtq+, ma poi è tornato sui suoi passi e ora non dispiace ai progressisti. Potrebbe rappresentare una mediazione nel caos in cui si arrivasse ad uno stallo: è apertamente appoggiato dal cardinale del Lussemburgo Jean Claude Hollerich, gesuita, già molto vicino a Francesco . Più complesso il quadro verso Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme, un passato da Custode di Terra Santa per i frati francescani. Giovane, 60 anni (un handicap, forse) sarebbe un candidato amato da tutti, ma probabilmente l’essere il punto di riferimento in Terra Santa specie ora che si sta andando verso una escalation a Gaza forse lo blocca, ma queste sono valutazioni fatte con i parametri della politica civile, che nella Chiesa saltano. Sarebbe gradito da tutti, e in continuità con Francesco, come gli altri, anche se con stili diversi. Un’altra opzione, sempre nelle stesse modalità, potrebbe essere quella di Robert Francis Prevost, americano con origini francesi e italiane, della congregazione agostiniana, a lungo missionario e vescovo in Perù, e per volere di Francesco a capo dell’influente Congregazione dei Vescovi. Sarebbe una scelta coraggiosa, un americano fino ad oggi era considerato del tutto escluso.

Dalle congregazioni sono emerse molte istanze: le riforme di Francesco devono andare avanti (quindi serve chi sappia come gestire i processi curiali), così come la lotta agli abusi, la trasparenza economica, la riorganizzazione della Curia, la sinodalità, l’impegno per la pace e la cura del creato. Qual è il profilo che si chiede al nuovo Papa? “Pastore, maestro di umanità, capace di incarnare il volto di una Chiesa samaritana, vicina ai bisogni e alle ferite dell’umanità. In tempi segnati da guerre, violenze e forti polarizzazioni, si avverte con forza il bisogno di una guida spirituale che offra misericordia, sinodalità e speranza” è stato scritto nella nota ufficiale, “una figura che deve essere presente, vicina, capace di fare da ponte e guida, di favorire l’accesso alla comunione a un’umanità disorientata e segnata dalla crisi dell’ordine mondiale. Un pastore vicino alla vita concreta delle persone”. Alcuni interventi hanno affrontato questioni di natura canonica, “riflettendo sul potere del Papa”, qualsiasi cosa voglia dire in concreto. Ma è stato affrontato anche il tema delle divisioni all’interno della Chiesa, e ce ne sono state tante con Francesco, su gay, divorziati, celibato, donne.

Chi risponde a questi profili? Certamente Parolin è il maggior esperto sia di tutte le questioni di curia che di relazione internazionali (su tutte con la Cina), ha assistito Bergoglio nel suo cammino e ne ha condiviso le sfide, ma allo stesso tempo è considerato un “moderato”, capace di ammortizzare le tensioni e riportare al tavolo i dissidenti. Insomma, con lui si avrebbe un papato di consolidamento e alcuni dei percorsi avviati arriverebbero a compimento, ma probabilmente senza intraprendere le scelte più pesanti, come donne e celibato. Tra l’altro Parolin negli ultimi giorni ha subito attacchi abbastanza chiari: prima la fake news partita da ambienti conservatori americani su un suo mancamento la sera del 30 aprile – ufficialmente smentito - poi le critiche espresse dentro la Congregazione dal cardinale Beniamino Stella – che aveva ricoperto incarichi di Curia molti importanti - sul governo ecclesiastico del pontificato, andando indirettamente (ma non troppo a coinvolgere) Parolin, parole prontamente rimbalzate in ambienti americani. Il Segretario di Stato (anzi ex, visto che le cariche sono decadute) nonostante tutto questo resta molto ben visto, e avrebbe consensi nel global south.

La dinamica del Conclave può cambiare sempre, ma si possono formulare delle ipotesi basate sull’esperienza, come gli ultimi due: la sera del 7 maggio al primo voto si verificano le “forze” in campo, e quindi chi è in corsa. Poi la mattina del 8 maggio nei due voti previsti si verifica la dinamica, che è poi quella per tutte le elezioni da parte di una assemblea: chi sale resta in gioco, chi scende è fuori. La svolta potrebbe arrivare all’ora di pranzo, nel refettorio di Santa Marta. Nei colloqui tra i principali protagonisti – qualcuno con ruolo di pontiere, magari assicurandosi spazi futuri – a quel punto può emergere il vero candidato, su cui far convergere i voti nella quarta e quinta votazione, che potrebbe essere quella risolutiva, come fu per Bergoglio (per Ratzinger si chiuse alla quarta). Se invece restano i voti per 2-3 candidati allora si deve attendere il giorno 9, possibile ma poco probabile. Si vedrà, con occhio puntato sempre al camino della Sistina.

https://www.ilsole24ore.com/art/oggi-via-conclave-si-vota-sistina-sara-testa-testa-un-curiale-e-pastore-AHZBapc

Posted (edited)
7 hours ago, LoveLilAbner said:

sognare non costa nulla

Sì, sì, sognare è gratis, purché i sogni non ti facciano cadere dal letto...

7 hours ago, LoveLilAbner said:

non mettiamo limiti alla provvidenza gaya

E che fa la "provvidenza gaya"? Riempe di bei maschietti il Vaticano?😁Comunque (teste papa Francesco) da quelle parti c'è già una froceria... 

Edited by Omocrazia

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