La Corte Suprema del Regno Unito ha stabilito che le donne trans non sono donne

[Gastida]

La Corte Suprema del Regno Unito ha stabilito che, ai fini della legge britannica sulle pari opportunità, la definizione giuridica di “donna” deve riguardare solo le persone biologicamente di sesso femminile. Significa che, nei presunti casi di discriminazione sulla base del sesso, le donne trans non possono essere considerate “donne”.

Va detto che la sentenza non elimina però diverse tutele per le donne trans, contenute nell’Equality Act del 2010: tra queste quella che le protegge per lo stesso fatto di essere donne trans, anche nel caso in cui non abbiano cambiato genere legalmente, cioè nel caso in cui siano prive di un Gender Recognition Certificate (Grc), cioè del documento ufficiale che riconosce il cambio di genere.

La sentenza della Corte Suprema, lunga 88 pagine, è arrivata dopo anni di lotte in tribunale.

Nel 2018 For Women Scotland, un’associazione di femministe “gender critical”, che cioè escludono le donne trans dalle battaglie per i diritti delle donne ritenendo che ci sia una corrispondenza diretta tra sesso biologico e genere, fece ricorso contro le indicazioni date dal governo scozzese di Nicola Sturgeon sull’interpretazione dell’Equality Act. Per il governo scozzese una donna trans in possesso di un Grc doveva essere considerata come una donna dal punto di vista giuridico e dunque beneficiare delle protezioni antidiscriminatorie basate sul sesso. Sulla base di questa interpretazione nel 2018 il parlamento scozzese aveva approvato una legge che stabiliva che doveva esserci una rappresentanza femminile del 50 per cento nei consigli di amministrazione degli enti pubblici e tale legge includeva le donne trans che avevano cambiato legalmente genere nella sua definizione di “donne”.

Per For Women Scotland questa inclusione danneggia le donne cisgender, ovvero le persone nate di sesso femminile che si identificano nel genere femminile.

L’Equality Act, come hanno confermato i giudici della Corte Suprema, considera il sesso come una caratteristica binaria, per cui le persone sono divise tra donne e uomini: «Anche se la parola “biologico” non compare nella definizione, il significato che comunemente si attribuisce a queste parole corrisponde alle caratteristiche biologiche che rendono un individuo uomo o donna».

La sentenza comunque dice che le donne trans possono denunciare una discriminazione sulla base del sesso nei contesti in cui sono percepite come donne. A titolo di esempio, chiarisce che una donna trans che si è candidata per un posto di lavoro e viene scartata dal datore di lavoro che la considera una donna e le preferisce un candidato uomo (cisgender o transgender che sia) per via del sesso, può comunque appellarsi all’Equality Act per quanto riguarda le discriminazioni sulla base del sesso.

Sempre secondo la Corte Suprema, la legge scozzese sui consigli di amministrazione degli enti pubblici era discriminatoria nei confronti delle donne trans che non avevano cambiato legalmente il proprio genere.

I giudici hanno insistito sul fatto che la sentenza non debba essere considerata come la vittoria di un gruppo della società (le femministe “gender critical”) su un altro (le donne trans e chi sostiene i loro diritti) ma le conseguenze di questa decisione potrebbero avere una grossa influenza sul dibattito politico sull’identità di genere, che nel Regno Unito è molto animato. Sulla base della sentenza della Corte Suprema i gruppi che si oppongono alle misure che proteggono maggiormente le persone trans potrebbero fare nuove richieste alla politica britannica e influenzarla.

https://www.ilpost.it/2025/04/16/regno-unito-donna-sesso-biologico-definizione-giuridica/