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Bohème


Guest Ickretta

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Ne "La vie Bohème" Murger descrive tre tipi di bohèmian che spesso ha incontrato:

 

    * Sognatori Sconosciuti - Artisti amatori che non cercano la pubblicità ma credono che essa arriverà per loro. Loro sono poveri e spesso muoiono per questa condizione. Sono i Bohème fino a qui descritti

    * Amatori - Sono borghesi che decidono di diventare Bohème per il divertimento di farlo. Spesso sì annoiano e tornano ad essere borghesi.

    * Bohèmian Ufficiali Famosi - Sono bohème giunti al successo universali e grazie a questo sono divenuti molto ricchi. Nonostante ciò essi rinunciano a tutto pur di continuare a vivere nella loro frugalità e nel loro stile di vita stravagante.

 

è un tema  un po' complessa a dire il vero.

Non so, vivere ai margini di un sistema non dà molto fastidio a quest'ultimo.

e sinceramente, detesto il freddo. mi porta alla mente brutti ricordi in cui mi stendevo sui cofani delle automobili parcheggiate per prendere tutto il calore possibile dal tiepidissimo sole di marzo.

 

Mi piacerebbe sentire una tua descrizione di cosa sia per te la boheme.

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Guest Ickretta

è un tema  un po' complessa a dire il vero.

Non so, vivere ai margini di un sistema non dà molto fastidio a quest'ultimo.

Mi piacerebbe sentire una tua descrizione di cosa sia per te la boheme.

 

Credo che alla nascita il movimento bohemienne attenesse a smascherare (in maniera classista/di classe, l'ipocrisia della ricchezza e delle/dei ricche/I) poi nel tempo si è trasformato, all'inizio i bohemienne erano gente del popolo, povere/i, divenne uno sberleffo quando invece fu contaminato dalla borghesia (che fece proprio quel movimento "ludico" e sensazionale) riducendolo solo a sesso e gioco, insomma depauperandolo del senso sociale, ma non voglio generalizzare Baudelaire ad esempio era un bohemienne sperperone ma la sua critica la portò avanti con ferocia linguistica e poetica, quindi credo sia una forma ludica di protesta sociale, ma è ancora riduttiva come definizione, il gioco di ruolo (tipico dell'idea del doppio altra affascinante teoria nonchè pratica di molte proteste occidentali e non solo) che si fa scherno dell'ipocrisia, davvero interessante, ma oggi il gioco, la sua esaltazione è qualcosa di davvero poco affermato, una conquista che generò a mio vedere altre forme di protesta quali: la fantasia al potere, fantasia racchiude tanto in se (ma parlo ora in un senso non storico, esprimendo solamente un pensiero personale al riguardo).

Dici ai margini di un sistema, Baudelaire scrisse AMARE LA SOLITUDINE è DIFFICILE lo è eccome, i margini tornano, la discriminazione prende le più disparate forme, ma anche le arti sanno fare questo, ed il trasformismo (anche il soggetto bohemienne era un trasformista a mio modo di vedere) è una della chiavi per una rivoluzione culturale, una solamente...

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Credo che alla nascita il movimento bohemienne attenesse a smascherare (in maniera classista/di classe, l'ipocrisia della ricchezza e delle/dei ricche/I) poi nel tempo si è trasformato, all'inizio i bohemienne erano gente del popolo, povere/i, divenne uno sberleffo quando invece fu contaminato dalla borghesia (che fece proprio quel movimento "ludico" e sensazionale) riducendolo solo a sesso e gioco, insomma depauperandolo del senso sociale, ma non voglio generalizzare Baudelaire ad esempio era un bohemienne sperperone ma la sua critica la portò avanti con ferocia linguistica e poetica, quindi credo sia una forma ludica di protesta sociale, ma è ancora riduttiva come definizione, il gioco di ruolo (tipico dell'idea del doppio altra affascinante teoria nonchè pratica di molte proteste occidentali e non solo) che si fa scherno dell'ipocrisia, davvero interessante, ma oggi il gioco, la sua esaltazione è qualcosa di davvero poco affermato, una conquista che generò a mio vedere altre forme di protesta quali: la fantasia al potere, fantasia racchiude tanto in se (ma parlo ora in un senso non storico, esprimendo solamente un pensiero personale al riguardo).

Dici ai margini di un sistema, Baudelaire scrisse AMARE LA SOLITUDINE è DIFFICILE lo è eccome, i margini tornano, la discriminazione prende le più disparate forme, ma anche le arti sanno fare questo, ed il trasformismo (anche il soggetto bohemienne era un trasformista a mio modo di vedere) è una della chiavi per una rivoluzione culturale, una solamente...

credo che trasformismo voglia dire una cosa diversa da quella che intendi tu.

"Trasformismo: nella politica la capacità di assumere repentinamente posizioni differenti e/o alternative a quella immediatamente precedente "

anche se sono d'accordo che non ci sarebbe nemmeno da discutere sull'opportunità di non fossilizzarsi in un solo personaggio,perchè sarebbe insincero.

Credo che le ragioni che hanno creato tutto ciò che descrivi siano già passate,

o almeno,di sicuro sono cambiate molto.

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Secondo me la bohem non nasce in maniera programmatica, ma spontaneamente, come la sorte di alcuni uomini, tra cui qualche artista, ridotti in povertà, a vivere ai margini della società.

In seguito si è costituito il mito del bohemienne-artista incompreso, in contrasto con la scoietà di cui è vittima. Così anche i borghesi, cioè i carnefici, hanno iniziato ad aderire a questa moda, e ad assumere, almeno in apparenza, atteggiamenti da bohemienne.

Questa moda si perpetua anche ai giorni nostri, tanto che per essere considerato un artista serio, vero, bisogna comportarsi in maniera forzatamente anti-convenzionale, bisogna essere considerati degli stralunati, incompresi, e vestire in maniera eccentrica: in questo modo è molto più facile sentirsi artisti! A limite, male male che vada, la società ti etichetta come "intellettuale di sinistra", basta aiggiugnere un po' di puzza sotto al naso, un atteggiamento snob e qualche parolone roboante.

 

Io, pur amando alla follia le produzioni bohemienne, non credo al "mito" creato in seguito, ma credo che l'artista sia tale non in quanto moralmente ineccepibile o in quanto bohemienne; credo che l'artista si possa nascondere dentro ogni categoria sociale, ideologica e morale: un riccone (D'Annunzio), un borghese bohemienne (Baudelaire), un insegnante di sinistra (Pasolini), un povero giullare (Cecco Angiolieri), un conservatore ricco e accigliato (Sofocle), un brillante progressista (Euripide), un conservatore femminista ma omofobo (Aristofane), una bizzosa e altera donna di spettacolo (Maria Callas), un pessimista deforme (Leopardi), un uomo allgero e fiducioso (Dario Fo), un incallito giocatore e marito intransigente (Vittorio De Sica), uno che parla delle avventure sessuali di lui, 80enne, con una prostitua minorenne (Garcia Marquez), un omosessuale asservito al potere (Virgilio)...

Ciascuno nella propria piccolezza di uomo, zeppa di difetti e di errori, ha toccato, anche solo con un dito, per un attimo, qualcosa di superiore e di magico, che proprio perchè è tale, non si può definire: perfino il termine "arte", che etimologicamente significa "tecnica" (cioè l'opposto di quello che intendiamo noi con questa parola), appare inadatto.

 

Appurato il fatto che per me "bohemienne" non ha valore morale, ma solo sociale, (dacchè è una tendenza tutta borghese attribuire un valore morale agli artisti), e quindi che il "bohemienne" per me non è l'artista incompreso, vittima della società, che combatte contro il mondo intero, sebbene ve ne furono (Baudelaire), ma in quanto artisti non in quanto bohemienne, io avrei paura a essere un bohemienne, perchè non vorrei che la mia vita fosse quella di un povero barbone: noi vogliamo stare tranquilli la notte, quando dormiamo, al caldo; vogliamo avere la possibilità di amare il nostro uomo con serenità, riducendo al minimo le probabilità di avere problemi economici, che rovinano la vita e la coppia; vogliamo dare a nostro figlio la serenità e i beni di cui ha bisogno; vogliamo poter non far mancare il nostro appoggio agli amici, ai parenti, nel momento della necessità; vogliamo avere una grande libreria con tanti libri da leggere e da studiare, e tanti quadri in cui perdersi; vogliamo poter andare a teatro, per imparare qualcosa in più della vita e di ciò che ci circonda.

 

Proprio perchè spesso i bohemienne si riducevano così in quanto vittime della società e del destino, noi ci impegnamo affichè ciò non accada.

Perlomeno ci proviamo.

E lottiamo tutti i giorni per una società migliore, almeno un po'; e lottiamo con gli esami all'università; e non ci buttiamo giù se qualcosa non va come previsto, o se dobbiamo faticare, rinunciando a un pezzo della nostra esigenza, a quel tempo che avremmo dedicato alla lettura o alla stesura di una poesia, o a un sorriso tra gli amici; e non ci importa se dobbiamo fare la faccia tosta, pur essendo timidi, per trovare un posto nella società, in cui poter operare per il miglioramento e poter guadagnare quel tanto che basta per mantenere un corpo sano in mente sana.

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Guest Ickretta

credo che trasformismo voglia dire una cosa diversa da quella che intendi tu.

"Trasformismo: nella politica la capacità di assumere repentinamente posizioni differenti e/o alternative a quella immediatamente precedente "

anche se sono d'accordo che non ci sarebbe nemmeno da discutere sull'opportunità di non fossilizzarsi in un solo personaggio,perchè sarebbe insincero.

Credo che le ragioni che hanno creato tutto ciò che descrivi siano già passate,

o almeno,di sicuro sono cambiate molto.

 

Si ma nella politica indica quello che descrivi...

sono cambiate ma il desiderio per il ludico è un istinto, almeno per come la vedo io.

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Si ma nella politica indica quello che descrivi...

sono cambiate ma il desiderio per il ludico è un istinto, almeno per come la vedo io.

i cuccioli di tigre hanno l'istinto di giocare per imparare a cacciare, svilupppare istinti reattività e educare la propria violenza,  ma poi devono passare presto all'azione concreta della caccia  per non morire di fame.

Ecco,bhe,io sono un estremista ma quasi mai sono una cosa sola, cioè,quasi mai penso che la soluzione giusta sia una sola, è sempre l'unione di più cose.

Fermo restando che di fronte alla serietà supposta di certe persone, non riesco ancora a evitare di scoppiare a ridere.

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Guest Ickretta

 

Fermo restando che di fronte alla serietà supposta di certe persone, non riesco ancora a evitare di scoppiare a ridere.

 

A chi ti riferisci esattamente quando parli di supposta serietà di certe persone?, è una frase incompleta...

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A chi ti riferisci esattamente quando parli di supposta serietà di certe persone?, è una frase incompleta...

di certo non mi riferisco a te  :D

pensavo, non so,a certe figure professionali che dottrinano così "le ragioni sono queste e quelle"

ma no, mica è vero, stai falsificando la veirtà ponendo dei limiti talmente grossi, che non vale più neanche la pena porsi il problema. Non sono del tutto fuori tema, ma forse un po' sì.

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Guest Ickretta

Io, pur amando alla follia le produzioni bohemienne, non credo al "mito" creato in seguito, ma credo che l'artista sia tale non in quanto moralmente ineccepibile o in quanto bohemienne;

 

Penso caro Evelpide che te abbia ragione quando parli del fatto che le etichette di artista riducano la vera spinta dell'arte che esprime e la si riduce ad immagine dal luogo comune (se ho capito bene è questo il senso che esprimevi), Boheme non è una scelta, almeno non sempre, la vita sregolata però sappi che non sempre porta a sconpensi di vario tipo, la felicità è una spinta soggettiva, i rapporti umani la generano, non la sicurezza di avere tanto, ma di avere rapporti umani che diano sicurezza, ma credo che anche te sia a conoscenza di "questa verità" :D.

Inoltre vorrei portare la mia esperienza qui nel forum, io sono una pittrice, si è vero che sono sempre stata strana, anche per i miei "gruppi di riferimento" ma non per "l'esigenza di essere Bohemienne" ma solo perchè ho sempre detestato i luoghi comuni, e la mia stranezza tendeva a volerli far emergere anche nei luoghi "insospettabili", oltre che a far emergere (di volta in volta) aspetti di me.

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