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atei vs. Chiesa a Genova, motivo: Gay Pride


Dario

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GENOVA

Scritta bianca su sfondo blu: «La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno». E' la nuova campagna pubblicitaria degli atei che campeggerà dal 4 febbraio su due bus urbani di Genova: così parte anche in Italia dopo l'esordio a Londra e proprio oggi a Barcellona.

 

Non è casuale la scelta di Genova, sede del presidente dei vescovi italiani, il cardinale Angelo Bagnasco, «sfidato» dagli atei. Ma - assente il porporato, in pellegrinaggio a Fatima- dalla Curia la replica è per ora soft: «Evitare la contrapposizione e ricercare il dialogo», dice don Gianfranco Calabrese, direttore dell’ufficio catechistico della diocesi genovese.

 

A lanciare l’iniziativa in Italia è l’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti (Uaar). «La campagna - spiega il presidente nazionale dell’Uaar, Raffaele Carcano - è una specie di sfida atea in casa di Bagnasco reo di ostacolare il Gay Pride del 13 giugno e abituato a frequenti uscite in materia di scienza, diritti e riproduzione».

 

L’Uaar sta promuovendo anche una raccolta fondi su Internet che se riscuoterà successo servirà a finanziare altri bus-atei in Italia.

 

Intanto, spiegano gli atei, cominciano le controiniziative del mondo cattolico e arrivano i primi anatemi dalle alte cariche ecclesiastiche. «Vedremo - ha concluso Carcano - cosa succederà quando gireranno a Genova i bus che al posto delle solite pubblicità invitano a vivere senza il conforto della fede».

 

«Ci sono modi e modi di esprimere sia la tolleranza che l’intolleranza - replica don Calabrese - e la ricerca della tolleranza è sempre il dialogo» mentre «la contrapposizione è sempre intolleranza».

 

Anche la data scelta per il Gay Pride di Genova (13 giugno, giorno del Corpus Domini) è un modo per attaccare la Chiesa cattolica, prosegue don Calabrese. «Collocare appositamente» questo appuntamento «in un momento significativo e tradizionale per la Chiesà, che fa parte di un calendario consolidato - afferma - è quasi cercare lo scontro per lo scontro».

 

Al contrario, continua don Calabrese - «da parte del cardinale Bagnasco c’è sempre stata la ricerca del dialogo»: «Bagnasco, infatti non ha mai detto che non si doveva tenere il Gay Pride» ma aveva semplicemente chiesto di «evitare sovrapposizioni» delle due date.

 

Il rettore del Santuario di Nostra Signora della Guardia, mons. Marco Granara, auspica che l’iniziativa dell’Uaar possa diventare addirittura «uno stimolo per i cristiani» per offrire «la propria testimonianza» e «per rispondere in termini intelligenti, come chiede il Papa, dimostrando una fede pensata ed amica dell’intelligenza».

 

E Don Andrea Gallo, il prete di strada fondatore della comunità di San Benedetto al Porto, replica caustico ed ironico: «Dio esiste, ma non sei tu. E allora rilassati, cerchiamolo insieme tra gli ultimi».

(Fonte: lastampa.it)

 

Avevate letto o sentito questa notizia? Cosa ne pensate? Mi piacerebbe discuterne insieme.

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l'ho sentito prima in qualche tg... come dissi per i bus di londra: se uno è credente non sarà certo un autobus a fargli cambiare idea, se uno è ateo sa che dio non esiste...

se un credente cambiasse idea per una scritta su un autobus significherebbe che la sua fede così forte non è...

è un cartellone che non offende nessuno, invita a far capire che non tutti credono a quello che la chiesa dice: sebbene in italia la maggior parte delle persone è battezzata, non tutti sono da considerare "sudditi della chiesa"...

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"Anche la data scelta per il Gay Pride di Genova (13 giugno, giorno del Corpus Domini) è un modo per attaccare la Chiesa cattolica, prosegue don Calabrese. «Collocare appositamente» questo appuntamento «in un momento significativo e tradizionale per la Chiesà, che fa parte di un calendario consolidato - afferma - è quasi cercare lo scontro per lo scontro»."

 

 

Sarà che non sono cattolico ma non vedo proprio che tipo di scontro potrebbe essere. Manifestare il proprio essere persone come gli altri, con diritti e doveri uguali a quelli degli altri cittadini, con il diritto a vivere la propria vita in pace senza discriminazioni e senza doversi nascondere in continuazione sarebbe un affronto alla chiesa cattolica?

Dio mi ama anche se non sono etero. Dio mi ama anche se non sono cattolico. Dio mi ama perchè sono suo figlio.

Non vuole essere una provocazione fine a se stessa, capisco perfettamente il fastidio che si prova a leggere certe cose: "La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno", lo capisco perchè vedo in che situazione è la gente adesso come adesso. Uno spot non fa vacillare una fede ma sostituisce le domande che possono portare ad un'interrogazione spirituale in persone totalmente obliate dalla razionalità imperviante in questa società contemporanea. Diciamo che ostacola la possibilità di acquisire una fede.

Ma non vedo proprio cosa centri questo fatto con il manifestare la propria uguaglianza davanti al mondo, il proprio essere uomini prima di essere bianchi o neri, o gay o etero o bisex o trans o transgender. Se non ci arriva un'istituzione spirituale che siamo tutti la stessa cosa, che siamo tutti fratelli nel vero senso della parola, questo può significare due cose: o questa istituzione ha smesso di ragionare col cuore(anche se in questo caso ho i miei seri dubbi che abbia mai cominciato), oppure siamo davanti a gente che vede ma che per qualsiasi motivo fa finta di non vedere. Questo mi fa paura.

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