Malesia le ragazze vestite da "maschiaccio" saranno punite

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A maggioranza mussulmana, la Malesia si chiude su se stessa vietando alle donne di vestirsi `da maschio`. La motivazione: sono contro natura e contro l`Islam. Delirio religioso o furbo tentativo di criminalizzare le lesbiche?

 

Lo stato della Malesia da tempo tenta di spingersi, dal basso, ai costumi occidentali. La parte di popolazione che tenta di evolvere in questa direzione si scontra spesso con un'autorità socio-religiosa molto influente: il Consiglio Nazionale della Fatwa. Questo organo ha autorità sui fedeli musulmani, che sono il 60% della popolazione. In sostanza, le leggi e gli editti sono vincolanti per i cittadini, anche se poco meno della metà di essi non professa l'Islam. Singolari sono stati i più recenti editti, inseriti nella Sharia (legge islamica) nazionale, a proposito del rischio di occidentalizzazione. Nell'estate del 2004 è stata vietata la distribuzione di giochi per cellulari, bandito anche il film di Yasmin Ahmad “Mullaf” perché appare una ragazza musulmana con la testa rasata. Anche in materia musicale il CNF ha legiferato: Gwen Stefani ha ottenuto il permesso di esibirsi, ma solo se completamente coperta da ampi veli. Peggio è andata per Avril Lavigne che si è visto annullare il concerto nella capitale Kuala Lumpur. Al più presto sarà vietato ai musulmani di praticare lo yoga, perché devierebbe lo spirito.

 

 

A far discutere in questi giorni, però, non è una legge in materia di tecnologia, intrattenimento o sport. Il Consiglio si è appena espresso per vietare alle donne di vestirsi o atteggiarsi da maschio. La motivazione è che questo sarebbe comportarsi contro la natura e di conseguenza contro l'Islam. Ancora non si conoscono le pene previste, perché, per ora, non è stata creata una legge da inserire nella Sharia, che sarà presto redatta. Il tutto nasce dal comportamento irrispettoso, che spesso accompagna la moda di vestirsi da "maschiaccio" di molte ragazze. Una vera e propia moda, tant'è che queste giovani assumono il nome di "Tomboys", come testiomniano la nascita di svariati video su Youtube.  Con solo questi elementi la legge sembrerebbe campata per aria, o almeno avere delle motivazioni poco valide per esistere.

 

 

Il mufti (teologo mussulmano) di Perak, Harussani Idris Zakaria, ha presentato un rapporto dove indica l’aumento di giovani donne che assumono questo comportamento. Ha aggiunto anche che la loro condotta rischia di rientrare nella sfera dell’omosessualità. Grazie a questa dichiarazione si riesce ad intuire il quadro generale della situazione. In Malesia non esistono leggi, tantomeno nella Sharia malese, che vietano e puniscono gli omosessuali. E' comunque previsto che la sessualità contro “l'ordine naturale” sia proibita e grazie a questo concetto nel paese si continuano a perseguire legalmente gli omosessuali maschi con pene che prevedono fino a 20 anni di carcere, fustigazione e multa. Per quanto riguarda le lesbiche, da ora, esiste l'escamotage per punire anche loro. Infatti, oltre al vestiario, è vietato anche l'atteggiamento maschile. Una donna che scambia effusioni con l'altra, stando al ragionamento, si sta comportando da maschio, e quindi è punibile. Un piano studiato oculatamente per trasformare, in modo trasversale, le lesbiche in criminali.

 

 

Fonte : Gay.tv

[Frattaglia]

Accidenti 

Ok, devo depennare la Malesia dalla lista di paesi che potrei voler visitare in futuro, che sennò mi arrestano... Comunque posso dire che mi sembrano tanto scemi?

Mah, maledetti integralisti religiosi... 

[beautiful_soul]

Purtroppo in questi paesi , ciò è una cosa normale anche se in realtà non lo è , la gente purtroppo non può opporsi dato che a volte  si trovano sotto un regime di dittatura .