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Né PaCS, né DiCo. Arrivano i DiDoRe


cranfan

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La proposta di legge sulle unioni di fatto di Rotondi e Brunetta sfodera un altro acronimo: DiDoRe. Dove Di sta per DIritti, Do per DOveri e RE per REciprocità dei conviventi. Dice il ministro Brunetta:

 

    “Né Dico, né Pacs. Con il pretesto dei diritti, la sinistra intendeva puntare alla roba. Assalire la diligenza del welfare. In particolare, le pensioni di reversibilità; su cui l’Italia ha già le norme più generose al mondo, che però non affondano il sistema perché di solito un coniuge sopravvive all’altro di una manciata di anni. Ma con i Dico il superstite avrebbe percepito la pensione per venti o trent’anni: un disastro. Al contrario, i Didoré — DIritti e DOveri di REciprocità dei conviventi — non prevedono oneri per lo Stato. Non un solo euro a carico del contribuente. Non welfare; diritti individuali. La sinistra, nascondendosi dietro le coppie omosessuali, aveva progettato un colpo grosso, un imbroglio. Paradossalmente, meglio Zapatero, per cui le due tipologie di convivenza si equivalgono. Per me, così non è, così non può essere e non voglio che sia”.

 

Fonte: queerblog

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«una riflessione da professore che porto avanti con rotondi»

E Brunetta lanciò i «DiDoRe»:

coppie di fatto, diritti ma senza costi

Il ministro: «Lo Stato tuteli gli altri legami, non mi interessa se etero oppure omo»

 

Il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, con la fidanzata (LaPresse)

Il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, con la fidanzata (LaPresse)

«Non è un progetto del governo, né della maggioranza; nel programma di governo infatti non c'è. È una riflessione da professore, non da ministro. Una riflessione politico-culturale. Nata da un articolo che firmai con Giuliano Cazzola su Libero nel febbraio 2007, contro i Pacs e i Dico della sinistra. E sviluppata con il mio vicino in consiglio dei ministri, un uomo di grande cultura e intelligenza politica come Gianfranco Rotondi. Ne parlo per la prima volta. E come prima cosa dico questo: se la nostra riflessione è utile, se serve per unire, per aggiungere, per accrescere la felicità dei cittadini, andiamo avanti», dice Renato Brunetta.

 

«Se invece ne nascono divisioni e lacerazioni, la straccio. Abbiamo ben altre cose da fare. Però...». Però ai «Didoré», come li chiama, Brunetta non ha ancora rinunciato. Non vorrebbe parlarne. La prima preoccupazione è evitare polemiche, non replicare alle critiche del mondo cattolico, espresse prima da Avvenire e ora da Famiglia Cristiana. Però il ministro della Funzione pubblica non rinuncia a chiarire meglio il suo progetto. «Né Dico, né Pacs. Con il pretesto dei diritti, la sinistra intendeva puntare alla roba. Assalire la diligenza del welfare. In particolare, le pensioni di reversibilità; su cui l'Italia ha già le norme più generose al mondo, che però non affondano il sistema perché di solito un coniuge sopravvive all'altro di una manciata di anni. Ma con i Dico il superstite avrebbe percepito la pensione per venti o trent'anni: un disastro. Al contrario, i Didoré — DIritti e DOveri di REciprocità dei conviventi — non prevedono oneri per lo Stato. Non un solo euro a carico del contribuente. Non welfare; diritti individuali. La sinistra, nascondendosi dietro le coppie omosessuali, aveva progettato un colpo grosso, un imbroglio. Paradossalmente, meglio Zapatero, per cui le due tipologie di convivenza si equivalgono. Per me, così non è, così non può essere e non voglio che sia».

 

«Ecco l'altro punto importante: nessuna mimesi, nessuna imitazione riduttiva del matrimonio. La mia visione della famiglia è quella dell'articolo 29 della Costituzione, e non può prescindere dal matrimonio tra un uomo e una donna. La famiglia è un bene pubblico, e come tale destinatrice di welfare. Lo stesso vale per una coppia con figli. Ciò non toglie esistano altri legami che non sono beni pubblici, ma possono essere considerati beni meritevoli. Cioè beni che meritano l'attenzione e la tutela dello Stato. A me pare che in questa categoria rientrino legami di affettività, di reciprocità solidaristica, di mutua assistenza; a prescindere dal sesso. Da buon laico, non voglio uno Stato che si infili in camera da letto e guardi sotto le lenzuola. Se due persone decidono di vivere insieme — non mi interessa se vadano a letto o no, se siano etero o omo; purché si scambino affettività e solidarietà —, credo possa essere considerato positivo».

 

Da qui l'idea — «dell'economista», precisa Brunetta — di un testo unico che possa migliorare la vita di molti cittadini senza spese per lo Stato. Prevedendo il diritto, in caso di malattia, di visitare il convivente e accudirlo. Di designarlo come rappresentante per le decisioni in materia di salute, donazione degli organi, trattamento del corpo e celebrazioni funerarie. Di succedergli nel contratto di locazione. Diritti, ma anche doveri: ad esempio, gli alimenti, per un periodo proporzionale alla durata della convivenza. È una proposta su cui Brunetta non cerca lo scontro, anzi. «Semplicemente, alla teoria del piano inclinato, per cui qualsiasi spiraglio può aprire una deriva che si sa come comincia e non come finisce, preferisco la teoria della barriera. Della diga. Di qua la famiglia. Di là una situazione diversa, disciplinata da poche e chiare regole, che sono pur sempre meglio dell'impasse, dell'ipocrisia, del caos di oggi. Se si può creare un terreno di convergenza tra laici e cattolici, bene. Non sono credente. Ma credo nel rispetto reciproco, nel confronto, nella collaborazione. Se invece si va alla rottura, io rinuncio. Il paese ha ben altri problemi, e il lavoro non ci manca».

 

Quel che gli sta davvero a cuore, dice Brunetta, è proseguire le riforme. «Questo governo rappresenta la più grande coalizione riformatrice della storia repubblicana. Il vero erede della tradizione di centrosinistr ». Addirittura? «Forza Italia mette insieme tutte le anime riformiste del vecchio centrosinistra: noi socialisti lib-lab, i repubblicani di La Malfa, i liberali di Biondi, i socialdemo-cratici, i cattolici liberali. Insomma, il centrosinistra che ha governato il boom economico e poi il pentapartito che ha salvato il paese dall'inflazione ai tempi di Craxi e in seguito di Amato e Ciampi. Dopo il diluvio di Tangentopoli, Berlusconi ha avuto la geniale intuizione di allearsi con il riformismo padano, che porta al federalismo fiscale, e con il riformismo nazionale della nuova destra di Fini, che ha fatto un lavoro straordinario, pur se è troppo generoso quando rinuncia a ribadire che molti antifascisti non erano democratici. Di là ci sono la sinistra democristiana, le frange extraparlamentari e gli ex comunisti. Che sono sempre stati dalla parte opposta al riformismo: contro la Nato, contro l'Europa, contro lo Statuto dei lavoratori, contro il decreto di San Valentino, contro la politica dei redditi. Quando sento D'Alema definirsi socialista mi vengono i brividi. Non a caso, votano per noi i colletti blu e le partite Iva: l'Italia che lavora e quella che rischia. Votano per la sinistra i settori protetti, in particolare pezzi di pubblico impiego, e la rendita. Per troppi anni i salari del settore privato non sono cresciuti, e di conseguenza è calata la produttività; la dinamica salariale è stata vivace solo nei settori protetti. La Cgil ha scambiato moderazione salariale con potere politico. Noi dobbiamo liberare i salari dalla moderazione. Una parola che a me non piace».

 

La prossima settimana, anticipa Brunetta, è in arrivo un'altra novità. «Tutto in rete. Il primo accordo sarà con la Gelmini: la scuola. Il secondo con Alfano: la giustizia. Poi toccherà alla Lombardia e alla Campania, quindi a Milano e a Napoli. Alla fine la pubblica amministrazione farà sessanta convenzioni — con gli altri ministeri, con le Regioni, con i comuni capoluogo — per digitalizzare e collegare tutti in rete. Addio carta; via mail si faranno pratiche, certificati, licenze; andranno su Internet anche la pagelle ». E la crisi Alitalia? Quanti licenziati fineranno sul groppone dello Stato? «Neanche uno. La pubblica amministrazione deve diventare un'eccellenza, non fare da ammortizzatore sociale. Mi rifiuto di credere che il mercato non possa assorbire 3200 esuberi. Se ne arriva uno solo, me ne vado io. Ma Berlusconi ha già detto che non accadrà».

 

Aldo Cazzullo

17 settembre 2008

 

http://www.corriere.it/politica/08_settembre_17/brunetta_didore_coppie_fatto_70f2b496-847a-11dd-be21-00144f02aabc.shtml

 

 

QUEST'UOMO E' IN GAMBA L'HO SEMPRE DETTO

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Fonte -Corriere.it-

Coppie di fatto, Giovanardi non ci sta

Il ministro della Famiglia contro Rotondi e Brunetta: la questione non è nel programma, perché tirarla fuori?

 

ROMA - «Non si capisce davvero perchè due ministri attualmente in carica abbiano risollevato a freddo la questione della regolamentazione delle coppie di fatto, senza averne parlato con nessuno a livello governativo e oltretutto accusando di eccessivo zelo tutti coloro che non condividono questa iniziativa». Lo afferma il sottosegretario Carlo Giovanardi, con delega alle Politiche familiari, in relazione all'ipotesi di regolamentazione delle coppie di fatto da parte dei ministri Rotondi e Brunetta. Quest'ultimo, in particolare, aveva rilanciato un progetto già elaborato lo scorso anno per la creazione di un impianto normativo che preveda diritti e doveri per due persone che decidono di ufficializzare una convivenza, ma non ulteriori oneri per lo Stato, come ad esempio l'estensione del diritto alla reversibilità del compagno deceduto.

 

Per Giovanardi, «si tratta di aver più rispetto per il popolo italiano che ha dato ampio consenso ad un programma elettorale che parlava di famiglia fondata sul matrimonio, dopo due anni di strenua opposizione del Pdl alle proposte di dare rilievo giuridico alle unioni di fatto. Questa è la posizione del governo e a quanto pare anche di larga parte dell' opposizione, come testimoniano le dichiarazioni dell'ex ministro della famiglia Rosy Bindi».

 

non ci ho creduto nemmeno per un attimo  :heart: . non mi sbagliavo

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Brunetta è una delle poche persone, nell'attuale governo, che non odio; non che io condivida pienamente la sua idea, ma è sempre meglio della Bindi. E poi ha detto "io non sono credente", cosa che mi sembra lodevole, in un partito il cui capo si dice perennemente in sintonia con Ratzinger.

Però basta, co 'ste sigle... "Amore, facciamo un DiDoRe?". :heart:

 

Tanto non glielo lasceranno mai fare. u_u

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«Non si capisce davvero perchè due ministri attualmente in carica abbiano risollevato a freddo la questione della regolamentazione delle coppie di fatto, senza averne parlato con nessuno a livello governativo e oltretutto accusando di eccessivo zelo tutti coloro che non condividono questa iniziativa»

 

... la binetti disse le stesse cose 2 anni fa!

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a me viene sempre da pensare alla Spagna, dove la destra più clericale contrapposta a Zapatero, proponeva un pacchetto di diritti per le coppie di fatto, mooolto più generoso dei sogni più libidinosi della nostra sinistra radicale... Tanto di cappello a Brunetta che si prende la responsabilità di andare contro la corrende del suo partito (che poi si dice liberale bah...), ma nel fare il confronto con i cugini iberici, il sospetto che qualcosa non torni viene a tutti  :rotfl:

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Sì, soprattutto se uno pensa che in Spagna c'era la dittatura di Franco fino al '73, quando in Italia si respirava già da tempo libertà e "benessere"... Non c'è niente da fare, è proprio la mentalità che in Italia non funziona, e il controllo delle televisioni che è in atto da almeno un ventennio non favorisce di certo la crescita culturale...

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da "esterno" (anche se penso che non mi sposerei mai, ma una convivenza sì..) io mi sentirei un pò preso per il c*** se la mia relazione avesse un nome così assurdo come didore.. voi no?  :rotfl:

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Pare che ogni occasione sia buona per buttare palettate di cacca sull'operato della destra anche quando propone qualcosa che viene a favore delle coppie omo conviventi che voglian avere diritti.

 

Probabilissimo che spunteranno fuori i vari baciapile del clero, come gia' sta accadendo, per boicottare la cosa, ma sicuramente ciò indica che all'interno della coalizione vincitrice ci sono delle menti brillanti e propositive. Perchè quindi non dare a Cesare ciò che è di Cesare?

 

Per quanto riguarda la sigla, va beh, qualcosa dovevano pur inventarsi, gli acronimi servono a quello, e Didorè mi fa venire in mente uno snack Saiwa quindi ci puo stare  :rotfl:

 

Per quanto riguarda il fattore elemosina invece, dissento, eccome se dissento. Qui si parla di ottenere i diritti in materia di salute, di decesso e di affitto. Che cosa si vuole altro? La pensione? Io mi offendo se lo stato mi paga la pensione di reversibilita' del mio compagno deceduto... Caspita, sono un uomo, indi mi sbatto e lavoro. Mica ho figli da accudire, dovrei stare a casa a fare il casalingo a spese future dello stato forse? 

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Di questa legge si sà solo il nome e quello che non contiene. Vorrei leggere il testo prima di parlare.

 

In ogni caso è difficile fare previsioni su come finirà in parlamento. Si dice che la Chiesa si sia convinta che una legge sull'argomento è inevitabile. Forse dare l'ok alle sue marionette a montecitorio forse no.... chi lo sà  :rotfl:

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Caspita, sono un uomo, indi mi sbatto e lavoro. Mica ho figli da accudire, dovrei stare a casa a fare il casalingo a spese future dello stato forse? 

 

Se invece tutta la vita hai lavorato in nero perchè il contesto dove vivi non ti da alternative, cosa fai? Passi la vecchaia con 390 euro al mese?

 

Se la reversibilità vale per gli etero, perchè non deve valere per i gay che comunque pagano le tasse come tutti?

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appurato il fatto che è impossibile ed utopistisco pretendere un blocco di diritti in toto (almeno, a mio parere), le strade sono due, rifiutare questa possibilità (improbabile ma possibile) continuando poi a lottare per il resto dei diritti, oppure rifiutare questa proposta e continuare a lottare per tutto il resto. Comunque come sugar, aspetto di leggere il testo della proposta di legge.

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Io poi seguo poco queste cose,con moderata serenità,perchè non mi sposerei mai in Italia.Io me ne vado per vari motivi da quì.E' come arrangiare con un vecchio cellulare,nell'attesa di raccimolare i soldi necessari per comprarsene uno super accessoriato.

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Sì, soprattutto se uno pensa che in Spagna c'era la dittatura di Franco fino al '73, quando in Italia si respirava già da tempo libertà e "benessere"... Non c'è niente da fare, è proprio la mentalità che in Italia non funziona, e il controllo delle televisioni che è in atto da almeno un ventennio non favorisce di certo la crescita culturale...

la tv non c'entrano niente, Mediaset non ha mai censurato l'omosessualità se è a questo che alludi, la colpa è della Chiesa
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Guest Irish Dragon

Mediaset non ha mai censurato l'omosessualità? Basterebbe solo parlare degli anime trasmessi su Canale 5\Italia 1, dove han distrutto svariate puntate proprio per evitare la tematica :rotfl:

Moige, chiesa, politica... Non abbiamo una TV esente da controlli, né l'avremo in un futuro abbastanza vicino.

 

Mi rimane ancora oscura la proposta effettiva dei DiDoRe*, dato che si parla in maniera abbastanza vaga di diritti e doveri. Sarà interessante da leggere il testo, a patto che veda la luce :asd:

 

*: da quando in qua vanno di moda gli acronimi? Sono leggi e proposte, non parti della Settimana Enigmistica :asd:

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