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"Il cervello dei gay più simile a quello dell'altro sesso"


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ricercatori propendono per la natura "innata" della tendenza sessuale

Ma altri scienziati non ne sembrano affatto convinti

 

di ELENA DUSI

 

"Il cervello dei gay più simile a quello dell'altro sesso"

 

Le similitudini mostrate dalla risonanza magnetica

ROMA - Il velo del mistero è sempre sul punto di calare. Ma la spiegazione dell'orientamento omosessuale finisce ogni volta per essere un passo oltre. Gli scienziati svedesi del Karolinska Institutet hanno osservato con gli strumenti più avanzati che il cervello di un omosessuale funziona in modo simile a quello di una donna. Ma non sono stati capaci di sciogliere il dubbio se questa somiglianza sia la causa dell'omosessualità (avvalorando l'ipotesi che l'orientamento sia fissato alla nascita), o se non ne sia piuttosto l'effetto (lasciando nel buio l'origine delle tendenze gay).

 

All'esplorazione delle radici dell'attrazione, i neuroscienziati del Karolinska (l'ente che assegna il premio Nobel per la medicina) sono partiti con armi raffinate. I ricercatori del "Brain Institute" Ivanka Savic e Per Lindstroem hanno usato apparecchi come Pet (tomografia a emissione di positroni) e risonanza magnetica, e hanno sfruttato gli atlanti del cervello più aggiornati, capaci di descrivere le differenze nella morfologia di uomini e donne.

 

I loro risultati - pubblicati su una rivista scientifica rigorosa come Pnas - sono nitidi. Le 4 "fotografie" dei cervelli mostrano una grande similitudine fra uomo omosessuale e donna, e fra donna omosessuale e uomo. Ma di fronte a tanti dati tecnici, la conclusione è piena di dubbi. "La similitudine non sembra effetto dell'apprendimento, ma suggerisce un legame con delle entità neurobiologiche". I due scienziati propendono per la natura innata dell'omosessualità e attribuiscono un ruolo determinante al mix di ormoni nel ventre materno.

 

Ma le loro "entità neurobiologiche" non bastano. Gabriele Miceli, professore del Centro "Mente e Cervello" dell'università di Trento, fa alcuni esempi per spiegare come la forma non sia tutto, per l'organo del pensiero. "Il cervello è plastico. Cambia a seconda di ciò che facciamo. Un musicista è diverso da un architetto. E uno studio sui tassisti di Londra ha dimostrato che le capacità straordinarie di orientamento generano un ippocampo più grande del normale. In un violinista l'asimmetria fra i due emisferi del cervello è accentuata, la corteccia motoria si modifica grazie alla pratica costante e la rappresentazione della mano a livello dei neuroni è più grande e ricca della media".

 

Lo studio del Karolinska ha coinvolto 90 volontari: 50 eterosessuali e 40 omosessuali. Entrambi i gruppi erano equamente divisi fra uomini e donne. Le immagini di Pet e risonanza magnetica hanno mostrato che donne e omosessuali hanno i due emisferi del cervello di dimensioni identiche, mentre uomini e lesbiche condividono un emisfero destro più grande del sinistro. Stesse similitudini sono state riscontrate anche per alcuni percorsi che i segnali elettrici seguono all'interno dell'amigdala, organo del cervello legato all'emotività.

 

da Repubblica

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tempo fa avevo letto un'intervista ad un importante neurobiologo (Gianluigi Gessa) tra le varie cose aveva accennato ad uno studio sul cervello di cui si era parlato anche a Quark, secondo il quale gli omosessuali avevano una parte del cervello (l'ipofisi mi pare) che era più simile alle donne che agli uomini. Il neurobiologo aveva detto che probabilmente lo studio era poco attendibile ed era più che altro una trovata giornalistica.

Probabilmente questi studi sarannno anche realistici, ma meglio andare cauti.

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Può darsi che abbia ragione, anche se del funzionamento del cervello umano sappiamo ancora relativamente poco. Gay comunque si nasce, alla faccia dei nicolosi e idioti vari. Quello che non mi convince è quella ricerca che dice che i gay sono sempre secondogeniti o terzogeniti. Io sono primogenito, per esempio. :(

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Ts... 90 persone.. il che significa, 45 persone per ogni caso.. e siccome in queste statistiche si tratta di tendenze e non di 100% dei casi, siamo a livello di coincidenza..

Scommetto che tra tanti maschi etero un po' femminei nei modi si può rilevare la stessa cosa..

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Tratto da gaynews

 

    PADOVA STUDIA L'OMOSESSUALITà «C'è PREDISPOSIZIONE GENETICA»

I ricercatori: «I gay lo sono per natura, non per scelta»

giovedì 19 giugno 2008 , di Il Corriere del Veneto

 

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  Nel gruppo di scienziati c'è il figlio del poeta Zanzotto

 

PADOVA — L'omosessualità maschile ha una predisposizione genetica ereditata dalla madre. Lo hanno scoperto i ricercatori dell'Università di Padova Andrea Camperio Ciani (Dipartimento di Psicologia generale) e Giovanni Zanzotto (Dipartimento di metodi e modelli matematici), figlio del poeta Andrea Zanzotto, al termine di uno studio condotto insieme a Paolo Cermelli, del Dipartimento di Matematica dell'Ateneo di Torino. La loro ricerca, pubblicata sulla prestigiosa rivista americana «Plos One», ha individuato due geni che predispongono all'omosessualità, grazie a un modello matematico in grado di svelarne l'evoluzione e il mantenimento nell'uomo.

 

I tre scienziati ipotizzano un insolito effetto di «selezione sessualmente antagonistica», cioè una selezione darwiniana che avantaggia un sesso e svantaggia l'altro. In parole semplici, la linea genetica che influenza maschi e femmine nell'orientamento sessuale è quella materna: negli uomini aumenta la predisposizione ad essere gay, nelle donne porta a fare più figli. Insomma, la natura mette in conto alcuni casi di omosessualità maschile, pur di garantirsi un alto numero di probabilità di avere donne feconde che mantengano e diffondano la specie.

 

Lo studio

 

Come i tre scienziati siano arrivati a tale conclusione, lo racconta il professor Camperio Ciani: «Tre anni fa siamo partiti dalla domanda: come fanno i gay, che non si riproducono ma sono presenti in tutte le popolazioni del mondo anche se in forma mino-ritaria, a trasmettere l'omosessualità? Gay si nasce, non si diventa: sapevamo già che c'era una base genetica, tanto è vero che i gemelli omozigoti o sono entrambi gay o non lo sono, perchè hanno un identico Dna. E allora abbiamo studiato 250 famiglie d'Italia e Francia, scoprendo il passaggio che ci mancava. E cioè che le donne parenti di un omosessuale in linea materna sono più feconde di quelle in linea paterna. Per capire la trasmissione genetica — prosegue il ricercatore padovano — abbiamo provato tutti i quindici modelli evoluzionistici esistenti, in combinazione a singoli geni o a due di essi, invano. O facevano prevalere o sparire i gay, o non rilevavano l'aumento di fecondità nelle donne appartenenti alla linea materna, oppure in quest'ultima non evidenziavano la prevalenza di omosessuali».

 

Alla fine è risultato vincente un modello mai provato prima, basato sulla selezione di geni in conflitto tra i due sessi. Testato con un singolo gene non funzionava, ma quando è stato impiegato con un gene nel cromosoma X e un altro che poteva stare sull'X o sugli autosomi, cioè i cromosomi non sessuali, il modello ha finalmente svelato tutto. E cioè che l'omosessualità non è una malattia, bensì rientra in un processo evolutivo naturale.

 

Processo naturale «Attenzione — avverte Camperio Ciani — non significa che due geni facciano automaticamente diventare gay, bensì che aumentano le probabilità di esserlo.

 

Un ruolo importante lo giocano anche le esperienze di vita e fattori psicosociali che stiamo studiando. Abbiamo già escluso "l'effetto contagio": non è vero che un bambino abusato da uomini diventi necessariamente gay da grande. Conta invece l'ordine di nascita: gli omosessuali sono generalmente secondi o terzogeniti, perchè la madre può sviluppare una progressiva immunità al cromosoma Y, presente nel feto maschile e non nel corpo femminile. Il sistema immunitario di alcune donne può dunque considerarlo elemento estraneo e da combattere». Importanti le esperienze di vita: i gay interpellati dai ricercatori hanno detto di aver avuto esperienze sessuali con maschi, adulti e bambini, prima dei 10 anni. «Il nostro lavoro — chiude il docente padovano — rovescia gli stereotipi per i quali i gay sono "contro-natura", dimostrando che invece fanno parte di un disegno evoluzionistico naturale. Il quale punta ad aumentare la fecondità». Lo studio non vale per le lesbiche, la cui componente genetica è al vaglio dei tre scienziati.

 

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Zan: «Ora però trovino anche i geni degli etero»

 

 

 

 

 

PADOVA — E' perplesso Alessandro Zan, coordinatore regionale di Arcigay, sull'esito dello studio pubblicato da «Plos One». «Nutro dei dubbi perchè tale ricerca è stata condotta in base a un modello matematico che, e lo dico da ingegnere, può essere disconosciuto da un altro — spiega —.

 

In secondo luogo non avevamo bisogno di un lavoro scientifico per sapere che l'omosessualità non è contro natura. Per carità, ben vengano le scoperte utili a spazzare via pregiudizi e stereotipi, sostenuti anche dalla Chiesa, però se l'Università di Padova investe risorse umane ed economiche per individuare i geni dei gay, lo faccia pure per trovare quelli degli eterosessuali».

 

Zan ricorda poi che l'Organizzazione mondiale della sanità definisce l'omosessualità «una variante naturale del comportamento umano».

 

M.N.M.

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Le ricerce sono parziali e date in pasto alla stampa senza nessun criterio. Innanzitutto il campione indicato e` statisticamente irrilevante, e in secondo luogo le ricerche dell'Ateneo di Padova sono ricerche di carattere puramente teorico (Modelli Matematici? Stiamo parlando di esseri umani, cerchiamo di rendercene conto) costellato per altro di notizie false, come quella dei gemelli omozigoti.

La continua ricerca delle cause dell'omosessualita` da un punto di vista biologico non e` altro che una conseguenza della persistente opinione che si tratti di una malattia. D'altra parte, il fatto che la ricerca continui tuttora con progressi poco significativi e risultati estremamente opinabili significa che non si e` giunti (com'e` ovvio) a una risposta scientifica alla questione - risposta che difficilmente esiste.

Il gene dell'omosessualita` e` una leggenda vecchia di qualche decennio, a cui scienziati seri danno ben poco credito (e di cui per altro scienziati seri non si occupano). E giustamente, perche` individuare una fantomatica causa biologica significherebbe cercare anche una "cura", come operazioni al cervello e altre mostruosita` che fanno tanto gola a un certo filone di maschilisti ossessionati dal bisogno di cancellare la pluralita` dell'espressione sessuale.

 

Una curiosita`. Lo studio sopracitato non dice nulla dei bisessuali?

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La continua ricerca delle cause dell'omosessualita` da un punto di vista biologico non e` altro che una conseguenza della persistente opinione che si tratti di una malattia.

Una curiosita`. Lo studio sopracitato non dice nulla dei bisessuali?

 

A dire il vero una causa biologica dell'omosessualità dimostrebbe l'esatto contrario, cioè che l'omosessualità non è una malattia (mentale) come molti vogliono far credere, Lady Cilicio in primis.

Comunque non si parla di un gene la cui presenza fa diventare gay, quanto piuttosto una tendenza, ma non obbligatoria. Queste cose ci sono scritte pure negli articoli, basta leggerli bene senza esserne prevenuti.

Poi certo, si dicono tante cose non vere, ma da qui a dire che è tutto falso ce ne vuole.

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Tutti quelli che vogliono curare l'omosessualità credono sia una malattia mentale. Se si scoprisse una causa biologica cadrebbero molte teorie omofobe

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...se si scoprisse che l'omosessualità fosse di carattere esclusivamente genetico, oltre alle teorie omofobe, cadrebbero anche tanti dogmi (non si potrebbe più parlare di tendenze contro natura: magari pure Josephine si convince) , e ciò che è più importante verrebbero meno tanti problemi di tipo morale (educazione, bambini etc.etc.)

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anche senza l'escusivamente, perchè comunque non cambia di molto le cose.

ma è proprio questo il fatto, si sa già che l'omosessualità non è ciò che i subculturati si ostinano a dire, ma loro continuano a farlo ed a essere ascoltati

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